vita della chiesa - Santuario San Michele
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vita della chiesa - Santuario San Michele
vita della chiesa Amantibus Amare significa stare responsabilmente davanti a Dio S e la vita non è un inganno, se la logica non è un trucco della natura, se la verità non è una chimera, il bambino o la bambina di un anno è bellissimo/a! Il suo sorriso è vero. Il suo corpicino è un capolavoro. Il progettista di questo “coso” capitato a due sposi è veramente grandioso. È vero che stanno per inventare il partito dei pedofili e la giornata di “celebrazione” (sic!) che esalti la pedofilia, come hanno inventato quella che esalta “l’affare gay” (perché di affare si tratta!). Ma se la mostruosità di alcune menti arriva a tanto, nessuna meraviglia: siamo impastati di una malattia che la Bibbia chiama peccato e, nello specifico, peccato di superbia (= io al posto di Dio!). Ma se ancora esiste un solo uomo capace di pensare secondo natura e non secondo distorsioni fobiche, se ancora la legge fisica degli elementi ci permette di costruire una scienza esatta, lodato sia Iddio, creatore del cielo e della terra! Dunque, la logica, il vero, il bello, il buono sono ancora tesori accessibili all’uomo. Sic stantibus rebus (ciò premesso!), è ancora bello vivere e sognare la felicità. Allora la vita è un dono; l’incontro è un mistero; l’amore non è un inganno; impegnarsi nella vita ha senso. Perché c’è Dio, il Creatore, l’Altissimo, l’Onnisciente! Anche il mio vecchio amico, l’intelligente Aristotele, e il suo discepolo Platone sono in armonia con il mio vedere e il mio pensare. Ma questa trasparenza di intelligere (da intus legere, leggere dentro le cose) ci stacca enormemente dal cervellino delle rondini, carine, ma non creative perché incapaci di intus-legere. Chi sono io? Perché tanta fatica in questo mio lungo o corto vivere? I miei amici Greci, di cui sopra, mi hanno dato una risposta nella loro mitologia. Ma un giorno di duemila anni fa, un giovane di Nazareth si presentò sul Lago di Tiberiade, a Cafarnao. Parlò come nessuno prima aveva parlato. Operò cose grandi che nessuno aveva mai fatto. Dodici uomini lo seguirono. L’eternità entrò nella storia e la storia degli ultimi (tutti gli uomini prima o poi sono ultimi!) divenne la storia di Dio. Da quel giorno la storia è diventata comprensibile, e la metafisica ha cessato di ess e re di don Michele Nasuti una disquisizione accademica e il Logos si è fatto carne, storia, uomo. «Chi crede in me vivrà in eterno!». Parole nuove, strane, affascinanti, coinvolgenti. Molti se ne andarono perché il linguaggio era “duro”, “diverso”, “inaudito”. Altri rimasero con lui e diventarono contagiosi di gioia e di speranza. Il contagio deriva dalla simpatia. La simpatia è madre dell’amore. L’amore non si compra e non si vende. L’amore si può proporre e non imporre. Tu, solo tu puoi far nascere dentro di te il pozzo dell’Amore. Se questa sorgente miracolosa, che è l’amore, nasce in te sappi che è un dono dall’Alto! Ma il dono non viene dato se tu non lo accogli. E non lo puoi ricevere se non ti iscrivi nell’Albo degli “amanti”. Amanti, come participio presente, non come sostantivo squalificante. Amante, come categoria oltre le coordinate “economiche” e non come moda passeggera. Amante è colui che si pone davanti a Dio con la responsabilità di dialogo e non pretende di capire tutto. Già Giobbe provò a capirci, ma capitolò nell’amore. Quando avrai smesso di fare domande ridicole, avrai imparato ad amare. Amare significa stare responsabilmente davanti a Dio e “giocare” con Lui al tavolo della vita! Solo gli amanti possono capire senza capire, perché l’amore è l’unica forma per capire Dio. E il titolo? Nella Lettera ai Romani (8,28) leggiamo: «Per coloro che amano Dio tutto è orientato al bene». È come dire: la storia ha un traguardo di gioia per coloro che amano. “Diligentibus (= amantibus) Deum omnia cooperantur in bonum”. O fai parte della squadra degli amantibus o sei fuori gioco nella vita! ❮ www.santuariosanmichele.it 11