[cuneo - 53] lastampa/cuneo/07 17/02/09

Transcript

[cuneo - 53] lastampa/cuneo/07 17/02/09
CN
LASTAMPA
MARTEDÌ 17 FEBBRAIO 2009
Cuneo e provincia 53
ROCCAFORTE. L’INCIDENTE IN LIGURIA
FOSSANO. INTERROGAZIONE AL GOVERNO
Muore schiacciato dal camion
sotto lo sguardo dei tre figli
“Va modificata la legge
per risarcire le famiglie
delle vittime del Molino”
L’imprenditore
era titolare
di un’azienda
di deforestazione
LUCIA BARLOCCO
MALLARE
È morto schiacciato dal proprio autocarro mentre, infilatosi tra le ruote posteriori,
tentava una riparazione urgente. L’incidente è avvenuto sotto lo sguardo dei suoi
tre figli. La vittima è Ferruccio Somà, 49 anni, titolare
dell’omonima azienda che
opera del settore della deforestazione, della vendita di
legname e della viabilità forestale: abitava con la famiglia
in via Riolfi 2A, a Roccaforte
Mondovi. Erano da poco trascorse le 10 di ieri, quando
l’uomo, impegnato con i figli
nel taglio di alberi in località
Ferriera di Codevilla, a Mallare, si stava apprestando a
riparare il suo camion, un
Iveco M90.
Dopo aver utilizzato dei
sollevatori idraulici e puntellato il veicolo con dei «tacchi» in legno per poter sfilare l’asse posteriore, per poterlo aggiustare o sostituire,
il mezzo ha ceduto travolgendo Somà che era sul lato destro del camion.
L’uomo, che ha riportato
lo sfondamento del cranio, è
morto pochi minuti dopo, no-
Un trattore cerca di sollevare il camion
21
Le vittime
nel 2008
Le «morti bianche» secondo
i dati della Provincia. Sono
escluse quelle «in itinere»,
cioè dei lavoratori in viaggio
da o verso il luogo dove
svolgevano la loro attività. In
base all’indagine Inail nel
2007 stesso numero di decessi
Ferruccio Somà aveva 49 anni
nostante i disperati tentativi
del personale medico e infermieristico del «118» che l’ha
subito intubato. Per accelerare le operazioni di soccorso,
oltre all’intervento dei vigili
del fuoco del distaccamento
cairese, dei volontari della
pubblica assistenza e dei carabinieri, un elicottero dei vigili del fuoco di Genova ha
raggiunto il luogo dell’infortunio, ma quando è atterrato,
per l’imprenditore non c’era
più nulla da fare.
All’arrivo dei soccorritori i
figli, come il padre Testimoni
di Geova, hanno detto che non
avrebbero acconsentito, nel
caso si fossero rese necessarie, trasfusioni di sangue. Poi,
i congiunti di Somà, in stato di
choc, sono stati accompagnati
in un locale pubblico. Nel frattempo, i militari e i tecnici dell’Asl 2, hanno raccolto tutte le
informazioni utili per ricostruire la dinamica dell’incidente.
La magistratura ha concesso
il nulla osta per i funerali che
si svolgeranno secondo il rito
dei Testimoni di Geova.
A Roccaforte, in frazione
Santa Lucia, la notizia dell’improvvisa morte di Somà, è stata accolta con incredulità e
sgomento. Una famiglia riservata, tutti Testimoni di Geova. Dice il sindaco Renato Occelli: «L’imprenditore non partecipava molto alla vita del paese. Lo ricordo come un gran
lavoratore, morto proprio
mentre svolgeva l’attività che
tanto l’appassionava».
BARBARA MORRA
FOSSANO
È una lunga strada quella che i
famigliari delle vittime nella tragedia del Molino Cordero devono percorrere per ottenere un risarcimento. Al momento i loro
legali stanno cercando di dimostrare - nel processo civile - che i
loro assistiti hanno diritto a entrare nella spartizione dell’attivo aziendale. Nell’ultima udienza il giudice ha sentito i testimoni compresi nella lista presentata dagli avvocati dei famigliari.
Sulla vicenda hanno parlato l’ingegner Gerbotto, che si occupò
della consulenza tecnica disposta dal pm Marco Sanini, l’artigiano che si occupava della parte elettrica nel mulino e il funzionario del servizio prevenzione e
sicurezza sugli ambienti di lavoro dell’Asl che ha seguito il caso.
Il prossimo appuntamento in tribunale, per quanto riguarda la
causa civile, è stato fissato per
l’11 marzo.
«In quell’udienza continuerà
l’esame dei testimoni - spiega
l’avvocato Enrico Barbero, che
segue le famiglie di Anchino e
Ricca - ma, per concludere l’acquisizione delle prove nel civile,
sembra esserci un accordo per
attendere i risultati della consulenza tecnica chiesta dal gup nel
penale. Non avrebbe senso duplicare le perizie. Per avere i risultati penso che ci vorranno ancora almeno tre mesi. E poi speriamo di riuscire ad ottenere i risarcimenti».
Proprio sulla questione degli
indennizzi in questi giorni Luigi
Luigi Bobba
Bobba (Pd), vicepresidente della
Commissione lavoro della Camera, ha presentato un’interrogazione al Governo per sollecitare una
modifica della normativa che penalizza i lavoratori vittime di infortunio in caso di fallimento dell’impresa. Il documento chiede al Governo una modifica della legge in
modo che gli indennizzi corrisposti dalle assicurazioni, in caso di
fallimento, vadano direttamente
agli infortunati o alle loro famiglie.
«Se davvero ci fosse una modifica in tal senso della legge - commenta l’avvocato Barbero - perchè ne beneficino i famigliari delle
vittime al Molino Cordero ci vorrebbe l’applicabilità ai processi in
corso. In questo momento a noi
basterebbe essere riconosciuti come creditori del fallimento. Un privilegio speciale, previsto dalla legge, consentirebbe al denaro dell’assicurazione (2 milioni e
600.000 euro ndr) di andare ai famigliari».