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12/11/2016 Pag. 21 Ed. Palermo diffusione:248077 tiratura:374273 SEBASTIANO MERCADANTE GRAZIE alla mia professione, ho avuto la fortuna di incontrare persone destinate a lasciare il segno della loro vita per le opere svolte. Umberto Veronesi l'ho conosciuto prima in un incontro occasionale in Argentina con la sua Scuola europea di oncologia, poi un po' meglio quando, divenuto ministro, affidò al compianto professor Ventafridda una commissione nazionale per affermare il diritto a non soffrire. Un vero "parterre de rois" di clinici e ricercatori, per lanciare un progetto chiamato "ospedale senza dolore" e culminato in una legge di liberalizzazione della ricettazione degli oppioidi, scrostando paure ataviche che imperavano a quel tempo e impedivano l'uso di farmaci fondamentali per curare il dolore. Perché la sofferenza umana è sempre stata per lui un imperativo di approfondimento non solo scientifico ma anche socio-culturale. Una visione laica, la sua, che spesso si scontrava col comune sentire del mondo cattolico. Ma lui non aveva timori, se lo poteva permettere. Sfidava con le sue provocazioni, che come sempre erano sostenute da un fondamento scientifico, il bigottismo imperante, come nel caso della proposta di liberalizzazione delle droghe leggere. Ma Veronesi ha avuto anche un legame profondo con Palermo, specie dopo l'arrivo del figlio Alberto per dirigere l'Orchestra sinfonica siciliana. È stato felice di diventare presidente onorario della nostra associazione, volta alla ricerca sul dolore e le cure palliative, e si teneva informato delle nostra attività. Lo stesso Alberto si è sempre prodigato per organizzare concerti in manifestazioni pubbliche orientate a sensibilizzare la popolazione palermitana nei riguardi del dolore e delle cure palliative. Una volta mi ha anche stupito. Seppur allergico a certe manifestazioni, non mi sarei mai aspettato di essere invitato nella sua terrazza su Villa Sperlinga per la cena elettorale di un candidato di sinistra. Lo incontro ancora qualche volta in aereo e lui è sempre affettuoso, elargendo pacche sulle spalle come se ci fossimo visti il giorno prima. Una domenica, malgrado fosse provato per la fitta agenda di impegni del giorno precedente e qualche linea influenzale, mi recai a Villa Igea per portare il professore in ospedale, sicuro che i pazienti fossero rincuorati dalla visita di un personaggio noto. Avvolto in un loden, lo trovai nella hall col suo fisico segaligno, pronto e disponibile. Eravamo rimasti d'accordo che non avremmo fatto troppo rumore, memori di un incontro di beneficienza in cui era stato sommerso da una pattuglia di donne in delirio, come fosse un dio. Aveva un carisma innato, con quel sorriso stampato sul viso. Entrammo dunque di soppiatto in reparto per iniziare un giro. Tutti i pazienti lo riconobbero e si dilungarono nel chiedergli pareri sul trattamento che stavano effettuando. Lui sorrideva perplesso, teneva la mano del paziente, chinando la testa e guardandomi di sbieco: «Siete in buone mani, non preoccupatevi». Sino a qualche mese fa continuava a rispondere al telefono ai colleghi senologi per consulti cui non si negava. Non era un credente, e si faceva guidare solo dalla ragione e dalla scienza. Era un sostenitore della libertà individuale nel decidere del proprio destino. Non aveva paura della morte, la considerava un fatto naturale. Lo ha raggiunto senza sorprese, anche perché rimarrà nella nostra memoria un amico di Palermo e un uomo cui tutti gli uomini di scienza continuano a ispirarsi. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 14/11/2016 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato QUANDO IN CORSIA APPARVE VERONESI 12/11/2016 Pag. 55 Ed. Alessandria diffusione:159849 tiratura:244697 Vitas, un aiuto nato 20 anni fa nella casa di un malato grave SILVANA MOSSANO «H o imparato a fare le cure palliative dalla famiglia Percivalle». La prima gemma dell'associazione «Vitas» nacque, per uno di quei fortuiti incroci di destini che anche sulla Terra equivalgono a un miracolo, in una casa in collina, appena fuori Casale. Era la casa che Claudio Percivalle, atleta, insegnante, istruttore di nuoto e deputato della Repubblica, aveva costruito per la sua famiglia. Il sogno di una vita. Quando fu pronta, lui si ammalò: tumore al cervello. «Un giorno - ricorda l'oncologa Daniela Degiovanni, ora in pensione da una decina di giorni - venne da me in ospedale il figlio Andrea». Lei non lo conosceva, lui aveva sentito parlare di lei. «Mi disse del padre, ormai tetraplegico per via del tumore, stavano per dimetterlo da un centro specializzato di Milano, la famiglia voleva portarlo a casa»: avrebbe trascorso tra quelle pareti sognate quanto gli restava di vivo in questa vita. Lo ammette la «Degio»: «Io, ospedaliera, ero titubante, non avevo mai fatto un'assistenza domiciliare di questo tipo». La convinse la determinazione di quel ventenne. Il medico cominciò a frequentare la loro casa: il malato non muoveva più né gambe né braccia, non parlava più, ma era lucidissimo e comunicava vivacemente con gli occhi. «Io svolgevo le cose specialistiche, ma la famiglia faceva tutto: lo tirava su dal letto, lo seguiva nella fisioterapia, interloquiva in ogni modo, lui era a tavola con loro a tutti i pasti». Si viveva la naturalezza dei giorni, «nella speranza che il domani potesse regalare le stesse cose dell'oggi». Poco tempo dopo, Claudio Percivalle morì, ma la luce di quella esperienza d'amore e devozione non soltanto non si spense, ma si allargò in un fascio luminoso che ha abbracciato, in due decenni, migliaia di famiglie catapultate sulla difficile, complessa e talora estenuante frontiera del dolore. E da Vitas sostenute. «Mi venne l'idea che si potessero curare a casa anche i malati più gravi e complessi» ricorda Degiovanni. Insieme ad Andrea Percivalle, iniziò la frequentazione di convegni e corsi di cure palliative là dove già si era fatta esperienza. Poi partì a Casale l'attività pionieristica, con dei volontari (oggi una quarantina) e via via con personale specializzato, «ma, all'inizio, fuori dell'orario di lavoro ospedaliero». Vitas nacque a novembre 1996, per assistere al domicilio i malati di cancro in fase avanzata (molti i casi di mesotelioma); ora, anche pazienti di altre patologie nella fase evolutiva della malattia. Sono seguite la convenzione con l'Asl, l'attivazione dell'Unità di cure palliative e, dal 2009, l'Hospice Zaccheo nell'ospedale S. Spirito. Volontariato e sanità pubblica totalmente integrati: un'esperienza che è presa a modello nazionale. Ora l'associazione Vitas compie 20 anni, trascorsi in fretta. «Volarono anni corti come giorni» è il titolo della giornata di oggi, all'Hotel Candiani, per celebrare, con il contributo artistico del musicista Enrico Pesce, questo anniversario che appartiene al territorio. E la cittadinanza è invitata a partecipare. Interventi al mattino (9,30-12,30) e al pomeriggio (14-17) del presidente Claudio Ghidini, di Daniela Degiovanni, Paola Ballarino, Maria Grazia Da Quarti, Roberto Crepaldi, Gilda, Elisabetta Grosso, Maurizio Carandini, Daniela Vignati, Paola Todeschino e Paolo Bellingeri. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 14/11/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oggi al Candiani l'anniversario dell'associazione che assiste pazienti terminali 13/11/2016 Pag. 17 diffusione:89323 tiratura:122069 Terapia del dolore chiusa Napoli, famiglie mobilitate Al Cardarelli eliminato il reparto di cure palliative I parenti dei malati fondano un'associazione Il primario Montrone appoggia la protesta: «Così ricoveri impropri e morte senza umanità» ROSANNA BORZILLO roprio non ci stanno: la soppressione del reparto di Terapia del dolore e cure palliative all'ospedale Cardarelli di Napoli è un colpo per i malati terminali, ma soprattutto per le famiglie che hanno vissuto il dramma della malattia. Perciò, ieri pomeriggio, sostenute dal primario del reparto Vincenzo Montrone, si sono costituite in associazione. Nel nome un progetto: "il Nodo", nel senso di «no al dolore», spiega Adriana Magliulo, tra le volontarie più attive, ma anche di un nodo, un abbraccio come è disegnato nel logo - da dare a chi vive la sofferenza. «Ci stiamo battendo anima e cuore da giugno per difendere il diritto del malato al sollievo dal dolore». Tutto è iniziato precisamente il 21 giugno quando la dirigenza del Cardarelli ha inviato alla Regione il Piano di riordino in cui si cancella la Terapia del dolore. In particolare, la proposta è di abolire i posti letto per i pazienti affetti da patologia algica tumorale e di sostituirli con un ambulatorio nel dipartimento anestesiologico e non più, come è stato finora, nel dipartimento oncoematologico. Subito Montrone scende in campo, con lui i familiari dei malati. «Si determinano ricoveri impropri e una morte priva di umanità - la denuncia del primario - questi ricoveri, inoltre, sottrarranno posti letto, negando a loro volta una speranza di salvezza ad altri pazienti». La Terapia del dolore del Cardarelli nasce a Napoli nel 1977, prima città del centro-sud, e in 40 anni ha raggiunto obiettivi significativi: «prima dell'attivazione dei posti letto, il costo per malati oncologici terminali era lievitato dai quasi quattro milioni del 2005 ai sei e mezzo del 2009. In seguito, siamo scesi a un milione e 700mila nel 2012», è l'analisi di Montrone. E poi, c'è la "dimissione protetta" adottata cioè per i pazienti oncologici secondo cui i malati dimessi vengono seguiti al proprio domicilio. Ecco perché ieri è nata "Il Nodo": «Non ci arrendiamo - aggiunge Magliulo - mio padre è morto nel reparto di terapia del dolore: ma è stato un vero miracolo, perché era libero dalla enorme sofferenza e in quel reparto, con medici specializzati e infermieri altamente professionali, non soffriva grazie al continuo monitoraggio. Per me il miracolo sperato era quel reparto che dona serenità e amore al malato terminale». Le fa eco Gabriella Trombetta, che racconta un'esperienza simile che ha vissuto con la mamma, «esattamente due anni fa, dopo un lungo e tenebroso calvario trascorso in ospedale, dove la parola d'ordine era "portatela a casa perché non c'è più niente da fare", finalmente giungemmo nel reparto di terapia del dolore nel quale ebbe tutta la necessaria assistenza da un personale altamente specializzato per affrontare la sofferenza fisica e psichica di un malato terminale. Dobbiamo indignarci e gridare il "no alla chiusura". Gli interessi economici non devono prevaricare». La petizione di Montrone - iniziata online, sulla piattaforma Change, e che subito ha raccolto oltre 8mila sottoscrizioni, destinata al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - procede ora grazie alla battaglia dei volontari de "Il Nodo". Foto: NAPOLI L'ospedale Cardarelli dove sarà chiuso il reparto di terapia del dolore TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 14/11/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ospedale 15/11/2016 Sito Web QS - QuotidianoSanita.it Rischio cardiovascolare per celecoxib. Studio Usa "assolve" il farmaco. Presenta stessi profili di rischo dei Fans di largo consumo. Confermato minore impatto gastro-intestinale e renale Conclusosi dopo oltre 10 anni il mega-trial imposto dalla FDA per valutare la safety cardiovascolare del celecoxib rispetto ai FANS di più ampio impiego da parte dei soggetti con artrosi e artrite reumatoide. Il farmaco ha centrato la non-inferiorità nel confronto con naprossene e ibuprofene per quanto riguarda la safety cardiovascolare ma ha prodotto un numero significativamente inferiore di effetti indesiderati gastrointestinali e renali, rispetto ai farmaci di confronto 15 NOV - La safety cardiovascolare dei farmaci anti-infiammatori e dei coxib rimane un grosso punto interrogativo, soprattutto per quei pazienti costretti a prenderli per lunghi periodi per il controllo del dolore cronico (tipicamente quelli affetti da osteoartrite o da artrite reumatoide). E si tratta di una zona grigia che interessa milioni di persone nel mondo: soltanto negli USA si contano ogni anno oltre 100 milioni di prescrizioni di FANS, farmaci che agiscono inibendo le due isoforme della ciclo-ossigenasi (COX-1 e COX2), introdotti negli anni '60 e divenuti rapidamente tra i più prescritti al mondo. Solo a distanza di molti anni, si è compreso che l'effetto anti-infiammatorio e anti-dolorifico è mediato dall'inibizione di COX-2, mentre l'inibizione della COX-1 è responsabile degli effetti indesiderati a livello gastro-intestinale. Da queste osservazioni è nata una nuova classe di farmaci, gli inibitori selettivi di COX-2, il cui capostipite tuttavia, il rofecoxib è stato ritirato dal commercio nel 2004 a causa di un eccesso di effetti indesiderati a livello cardiovascolare. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 16/11/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Edizioni regionali 15/11/2016 Pag. 37 diffusione:24126 tiratura:32046 Erba Partito nel reparto di cure palliative di Casa Prina un progetto di pet therapy della Fondazione Comasca «Funziona, grazie ai cani la giornata è meno noiosa» benedetta magni L'amico Fido entra in reparto all'hospice di Erba e allevia le sofferenze dei malati. E' grazie alla "Fondazione provinciale della comunità comasca" e alla generosità di un benefattore particolarmente vicino all'attività del Gelso (che però desidera rimanere anonimo), se da qualche settimana è partito nel reparto di cure palliative di Casa Prina il progetto di pet therapy, cioè la terapia assistita dall'animale. Gli scopi Scopo del progetto è quello di favorire l'impiego di terapie complementari che possano fornire risposte ai bisogni del malato, con l'obiettivo di aiutare la persona a deconcentrarsi dalla propria condizione per focalizzarsi su una dimensione di comunicazione e di scambio. «Gli animali formati per la pet therapy sono in grado di giocare un ruolo di supporto affettivo incondizionato e di migliorare la relazione paziente-medico nella fase delicata dell'accettazione della diagnosi e della cura proposta», spiega a questo proposito il dottor Giuseppe D'Amico, specialista in cure palliative e responsabile dell'hospice. Con questo progetto si aprono dunque le porte dell'ospedale agli animali anche a Erba: si tratta di esemplari condotti dall'associazione cinofila «I Longobardi» di Milano diretta dall'etologo Riccardo Chiocca. Labrador e spinoni inglesi, spesso con nomi di persone, come Mina e William. Gli animali lavorano nel pieno rispetto di specifiche linee guida nazionali, che prevedono accessi differenziati per pazienti e utenti. Un meccanismo perfettamente rodato dagli esperti per non creare traumi. L'arrivo degli animali inoltre è preannunciato a cura del volontario di turno che è stato appositamente formato. Raggiunto il reparto lo stesso volontario accoglie l'équipe composta dal cane, dal conduttore e dall'etologo che tiene monitorato i requisiti comportamentali dell'animale, nel rispetto della fragilità dei malati. L'attività non viene mai imposta, casomai proposta. «Gli operatori sanitario-assistenziali dell'hospice continuano senza problemi le normali attività pomeridiane - spiega la dottoressa Antonella Biffi, direttore sanitario di Casa Prina - Ma il pomeriggio diviene più gioioso e sereno per tutti i presenti. Sembra quasi che la qualità del lavoro tragga beneficio da questa visita: la sensazione di solitudine e di noiosa routine si allontana e molti si aprono a un sorriso e alla relazione reciproca». Vantaggi per tutti Insomma, soltanto vantaggi. E per tutti. «Questo progetto è stato favorito grazie ad alcune generose donazioni elargite da familiari che avendo potuto osservare l'attività, hanno positivamente valutato l'iniziativa con grande considerazione ed entusiasmo - aggiunge la dottoressa Loredana Masperi, direttore generale della Fondazione - Si ringrazia il Consiglio di amministrazione presieduto da Alberto Motta, l'Ats Insubria a cui è stata inviata informativa circa le modalità di svolgimento dell'attività, l'intera équipe dell' hospice, composta da medici, coordinatrice, infermieri, Oss, volontari, psicologa, assistente sociale e assistente spiritual: proprio padre Raffaele Finardi è stato il primo entusiasta sostenitore del progetto». TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 15/11/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In corsia arriva Fido «Aiuta gli ammalati nelle ore più dure» 16/11/2016 Pag. 37 diffusione:72537 tiratura:149120 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato UNA INDAGINE NEL VENETO TRA STUDENTI Il mal di schiena cronico colpisce spesso anche migliaia di giovani LC Il 67% degli adolescenti soffre di mal di schiena e quasi 1 su 3 ne è colpito in forma cronica. Per risolvere il problema, il 41% si è sottoposto a visite mediche; tra coloro che hanno utilizzato medicinali per trovare sollievo dal dolore, il 38% è ricorso a paracetamolo e quasi 1 ragazzo su 3 a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che in realtà andrebbero impiegati solo qualora il paracetamolo non fosse sufficiente o nel caso il disturbo avesse una componente infiammatoria. Questi, in estrema sintesi, alcuni dei risultati emersi da un'indagine promossa dall'Associazione HEMOVE (HEalth and Motion VEnice association) Onlus su un campione di 141 studenti tra i 15 e i 17 anni, di due Licei veneti, nell'ambito di un programma educazionale sulla lombalgia, denominato «Progetto Colonna». Si tratta della prima iniziativa di questo genere in Italia, che verrà estesa nei prossimi mesi anche ad altre scuole della Penisola, le prime delle quali saranno a Padova e Matera. I dati sono stati illustrati in occasione del Convegno scientifico «Disabilità e malattie reumatiche. Prevenzione, Terapia e Riabilitazione», organizzato dalla stessa Associazione e da poco conclusosi a Venezia. Le malattie reumatiche e muscolo-scheletriche rappresentano la principale causa di disabilità nella popolazione, determinando notevoli costi socio-economici. Il loro sintomo più frequente è il dolore, che spesso non viene curato in maniera appropriata, con ulteriori ricadute negative sui pazienti. Si tratta di patologie sottovalutate, mancando di fatto un approccio multidisciplinare che consenta di prevenirle e trattarle. Una delle iniziative è il Progetto Colonna, dedicato alla prevenzione della lombalgia. TERAPIE Non sempre il dolore viene curato in modo adeguato TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 16/11/2016 6 17/11/2016 Pag. 11 diffusione:40468 tiratura:69236 di LUCA BALZAROTTI - MILANO - MILANO , via Cimarosa 12. Là dove fino a qualche anno fa c'era un'azienda, oggi una palazzina in stile liberty, a pochi passi dalla fermata della metropolitana di Pagano, sulla linea rossa, ospita la Clinica Cimarosa. Nel centro dermatologico specializzato in vitiligine e psoriasi e nel settore laser è nato un poliambulatorio. Un servizio sanitario privato che cura il dolore cronico con una struttura complessa - un team di specialisti - e cannabis terapeutica. «Abbiamo allestito un'equipe che oltre alla diagnosi segue tutte le terapie», spiega Laura Bruna, amministratore unico della clinica dove lavorano dieci dipendenti e una trentina di medici. A COORDINARE la struttura complessa di terapia del dolore è il dottor Paolo Poli, già primario dell'ospedale di Pisa, fondatore e presidente di Sirca, la Società scientifica italiana ricerca cannabis. «L'impiego della cannabis a scopo medico è autorizzato dal 2012», rivela uno dei tre primari italiani di terapia del dolore. «A Pisa ho iniziato nel 2013: è un medicinale sicuro, con pochissimi effetti collaterali, inferiori a quelli di altri oppioidi più diffusi. Non ha nulla a che vedere con quella venduta per le strade. Il Thc, la sostanza responsabile degli effetti provocati dall'assunzione di cannabis, in campo medico è controllata entro determinati dosaggi: il mercato farmaceutico mette a disposizione quattro prodotti a seconda dei principi attivi». Sono duemila i pazienti sotto osservazione per verificare l'effetto sulle malattie. «La terapia funzio" SCARSA DIFFUSIONE Raramente viene impiegata perché è un farmaco "off label": non ha ancora le indicazioni che si trovano nei bugiardini dei medicinali na per le patologie del sistema nervoso centrale, per tutti i dolori neuropatici (sciatica, herpes zoster, neuropatie) e nella cura della fibromialgia, una malattia che provoca dolori diffusi e che colpisce principalmente le donne; è utile per i casi di diabete e contro la nausea nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia; e consente di eliminare i farmaci per i pazienti che soffrono di cefalea ed emicrania - spiega il dottor Poli -. Nelle malattie reumatologiche permette di eliminare il cortisone». Raramente viene prescritta sottolinea uno dei pionieri della cannabis terapeutica - «perché è un "farmaco" off label: non ha ancora le indicazioni specifiche come generalmente si trovano nei bugiardini dei farmaci che acquistiamo in farmacia. Così come viene poco pubblicizzata perché non è strategica per le grandi multinazionali del farmaco». EPPURE - ribadisce il dottor Po" L'ITER TERAPEUTICO Il paziente viene controllato ogni tre mesi e il medico deve redigere e trasmettere la cartella clinica anonima al ministero e all'Asl li - «non ha pressoché controindicazioni. È efficace anche come adiuvante per favorire l'appetito, un effetto che fa presumere l'efficacia contro l'anoressia, e in campo oncologico». L'assunzione avviene a casa, tramite gocce o decotto in vendita in farmacia. «Il paziente viene controllato ogni tre mesi e il medico ha l'obbligo di redigere e trasmetDove Alla Clinica Cimarosa di Milano coordina la struttura complessa di terapia del dolore con un'equipe di specialisti Come si assume Tramite gocce o decotto in vendita in farmacia Da fine anno sul mercato anche medicinali prodotti in Toscana tere la cartella clinica anonima al ministero e all'Asl di appartenenza. Il costo medio mensile è di 80 euro», puntualizza il coordinatore della terapia del dolore della Clinica Cimarosa. «L'Italia è l'unico Paese ad avere una legge sul dolore. La cura del dolore cronico richiede la presenza di più specialisti. Un'equipe capace di prendere in carico il paziente a 360 gradi sotto il profilo psicologico e patologico con tutte le tecniche chirurgiche e mininvasive e i farmaci che la medicina mette a disposizione, cannabis compresa. Questo approccio consente di garantire contemporaneamente più trattamenti idonei alla malattia». TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 17/11/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il dottor Poli: è sicura ma poche prescrizioni 17/11/2016 Pag. 11 diffusione:40468 tiratura:69236 LA POLITICA è divisa. E la strada verso il sì alla legge sulla liberalizzazione della cannabis è ancora lunga. Il testo è tornato alla Commissione della Camera dopo essere arrivato in Aula a luglio, mentre i Radicali hanno consegnato 50mila firme per la legalizzazione. Il 20% arriva dalla Lombardia: oltre 7mila da Milano, 2mila da Sondrio, 600 da Varese e Monza, 350 da Brescia e 150 Bergamo. A livello terapeutico, invece, la cannabis è già legale. Ma pochi lo sanno (e la prescrivono). Il pioniere in ambito medico è il dottor Paolo Poli, già primario dell'ospedale di Pisa, fondatore e presidente di Sirca (Società scientifica italiana ricerca cannabis). Lui, però, si schiera tra i contrari alla detenzione per i maggiorenni (15 grammi in casa e 5 lontano dall'abitazione) e alla coltivazione domestica (fino a 5 piante): «La liberalizzazione apre alla coltivazione domestica: è rischiosa, non si può controllare cosa la gente assume», spiega il medico che alla Cinica Cimarosa di Milano ha allestito un'unità complessa di terapia del dolore cronico, curato con medicinali cannabinoidi. Finora i farmaci sono stati importati. Ma da fine anno sul mercato arriveranno prodotti dalla Toscana. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 17/11/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dove la Cannabis è già legale In medicina cura il dolore cronico 18/11/2016 Pag. 48 diffusione:103971 tiratura:161285 L'Associazione Gigi Ghirotti - Onlus - Genova La terapia del doloree le cure palliativea domicilioe in hospice Nata nel 1984 su iniziativa di Franco Henriquet (medico anestesista) e di alcuni volontari ha lo scopo di offrire gratuitamente terapia del dolore e cure palliative in assistenza domiciliare e in hospice. Oggi l'Associazione assiste, gratuitamente, 2.500 pazienti a domicilio e gestisce 2 hospice con 30 posti letto; sostiene i costi grazie a convenzioni con Asl 3 Genovese e grazie ai generosi cittadini che, con donazioni e scelta del cinque per mille, manifestano solidarietà ed apprezzamento. Nel 2002 nel ponente cittadino, nasce il primo Hospice di proprietà ASL; nel 2010 nel levante, il secondo di proprietà Fondazione Carige, ristrutturato con fondi della stessa Associazione, della Fondazione e della Regione Liguria. Negli hospice sono ospitati i pazienti per diffi coltà di assistenza a casa o per periodi di sollievo. Ogni camera dispone di bagno, TV, frigo e poltrona letto per un familiare che può stare 24 h su 24. Nel tempo modalità e strutture si sono consolidate fi no a disporre di 6 posti letto per pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofi ca (SLA). Dal 2006 l'Associazione ritira i farmaci inutilizzati dalle famiglie per poterli redistribuire ad altri pazienti. L'obiettivo è quello di evitare lo spreco economico che si verifi ca quando, terminate le cure, i farmaci vengono eliminati con i rifi uti. È in corso un progetto con le Farmacie Comunali genovesi per raccogliere anche da loro i farmaci inutilizzati dalle famiglie e quindi implementare la raccolta in atto presso l'Associazione. Un progetto futuro è l'apertura di un dayhospice all'Hospice di Bolzaneto. Si è in attesa dei locali da parte della ASL3 Genovese proprietaria dell'intera struttura. Il day-hospice offrirà la possibilità di svolgere attività diurna, occupazionale, ricreativa e culturale, oltre ad attività clinico-sanitaria per i pazienti assistiti a casa in grado di accedervi. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale TERAPIA DEL DOLORE - Realtà Eccellenti 18/11/2016 Pag. 48 diffusione:103971 tiratura:161285 Una formazione avanzata in un Centro di Terapia del dolore all'avanguardia Master di II livello in " Terapia del dolore cronico : Tecniche invasive, miniinvasive e terapia farmacologica". Direttore del Master: prof. Marco Mercieri Il Master di II livello dell'Università La Sapienza di Roma in "Terapia del dolore cronico" diretto dal prof. Marco Mercieri si presenta come una realtà formativa innovativa nel panorama italiano tanto che a soli 3 anni dall'attivazione ha ottenuto un notevole successo di iscrizioni e gradimento. La caratteristica innovativa del Master è che, oltre alle lezioni frontali, offre una importante formazione pratica. È scopo del Master formare medici realmente preparati ad affrontare clinicamente e terapeuticamente il paziente con dolore cronico . Il discente, contemporaneamente alle lezioni teoriche, inizierà esercitazioni pratiche su phantom eco/ uoro-compatibile potendo inserire aghi e seguirli con l'ecografo o con il uoroscopio in maniera sovrapponbile alla procedura in vivo. Durante il Master è previsto un corso di 2 giorni full-time di ecografia in medicina del dolore condotto in collaborazione con il gruppo Sonopain diretto dal prof. Fabrizio Micheli durante il quale gli studenti possono seguire lezioni frontali dai fondamenti dell'ecografia fi no ai blocchi nervosi ecoguidati maggiormente utilizzati assistendo a procedure sul paziente ed esercitandosi su phantom. L'acquisizione di capacità clinico-diagnostiche prosegue gradualmente assieme all'acquisizione di competenze procedurali e chirurgiche con la frequenza del reparto e dell'ambulatorio dell'Ospedale Sant'Andrea diretto dal prof. Roberto Arcioni, medico con grande esperienza in terapia del dolore e con certifi cazione FIPP (Fellow Interventional Pain Practice). I medici, una volta dimostrato di aver acquisito i fondamenti della Medicina del dolore e capacità pratiche su phantom, potranno eseguire, con la guida di un tutor, procedure sul paziente. Il Master prevede un Cadaver lab durante il quale i medici sono formati per la neurostimolazione, l'epiduroscopia e i blocchi più frequentemente utilizzati nella pratica clinica (faccette articolari, sacroiliaca, procedure intradiscali). Il prof. Marco Mercieri ha conseguito l'abilitazione medica americana e una Clinical fellowship presso il Pain Center dell'Ohio State University, Columbus, diretto dal prof. Benedetti uno dei primi allievi di JJ Bonica. Inoltre è stato allievo del prof. Marco Pappagallo, uno dei maggiori studiosi sul dolore cronico, presso la Johns Hopkins University di Baltimora. Presso il Centro di terapia del dolore dell'Ospedale Sant'Andrea, Centro di riferimento regionale per la neuromodulazione, vengono eseguite procedure diagnostico-terapeutiche all'avanguardia per il dolore cronico: neuromodulazione, epiduroscopie, procedure intradiscali, ernie del disco endoscopiche, radiofrequenza e crioablazione dei nervi periferici, blocchi nervosi eco e uoroguidati. L'attività del reparto tra visite ambulatoriali e attività di sala operatoria si indirizza sia al trattamento del dolore non oncologico (mal di schiena, lombosciatalgia, emicrania cronica, pudendalgia, dolore cronico articolare) che oncologico. Il dolore oncologico viene inoltre affrontato oltre che con terapia medica con le più avanzate tecniche algomodulatrici: infusione intratecale, port-a-cath, neuroablazioni. Il Prof. Mercieri è anche autore insieme al dr. Ezio Amorizzo e al gruppo di Ingegneria dell'Università del Sannio diretto dal prof. A. Cutolo di un brevetto di un ago epidurale guidato da fi bre ottiche. Tale brevetto ha ottenuto un importante riconoscimento vincendo nel 2016 in Irlanda il 1° premio al 6° workshop europeo sui sensori a fi bre ottiche. Il prof. Mercieri insieme al prof. Arcioni in collaborazione con l'Ospedale St. Thomas di Londra ha pubblicato nel 2015 il primo studio internazionale sull'utilizzo della stimolazione midollare cervicale ad alta frequenza nel trattamento dell'emicrania cronica refrattaria. Il Master fa parte dell'offerta formativa del Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Medicina Traslazionale dell'Universita La Sapienza diretto dal prof. E. Rendina. Il reparto e l'ambulatorio dove si svolgerà la parte pratica fanno parte della UOC di Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore diretta dalla prof.ssa Monica Rocco. Il bando del Master è disponibile sul sito dell'Università Sapienza. Costituisce titolo preferenziale per l'accesso la specializzazione in Anestesia e TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale TERAPIA DEL DOLORE - Realtà Eccellenti 18/11/2016 Pag. 48 diffusione:103971 tiratura:161285 TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rianimazione o altre esperienze come riportato nella legge 38/2010. Per informazioni contattare la segreteria: [email protected] Foto: Il Master in Terapia del dolore cronico 18/11/2016 Pag. 48 diffusione:103971 tiratura:161285 Azienda Socio Sanitaria Territoriale Rhodense: terapia del dolore fra i centri di eccellenza in Lombardia L'unità di cure palliative con hospice e centro hub di terapia del dolore è fra le poche strutture in Lombardia capace di dare risposte assistenziali adeguate al paziente fragile, facendo della integrazione fra le discipline di Terapia del dolore e Cure palliative il proprio punto di forza. La presa in carico del paziente affetto da dolore cronico o in fase terminale di malattia si realizza in un progetto di cura complessivo basato sull'integrazione fra Ospedale e Territorio. Il Centro distribuito logisticamente su tre Presidi Ospedalieri (Bollate, Garbagnate Milanese e Rho) dispone di tutti i setting assistenziali necessari alla presa in carico totale dei pazienti: ambulatori ospedalieri e territoriali, day hospital, ricovero ordinario in hospice e in chirurgia antalgica, assistenza specialistica territoriale cure palliative. Il dolore viene trattato con approcci farmacologici multimodali, terapia fi sica/riabilitativa e con procedure di chirurgia mini-invasiva: neurostimolazione midollare, radiofrequenza dei ner vi e delle metastasi vertebrali nei pazienti oncologici, nucleolisi discali con laser nelle lombosciatalgie, vertebroplastiche nelle fratture da osteoporosi, epidurolisi in alcune forme di mal di schiena derivante da precedenti inter venti chirurgici e crioanalgesia. Queste tecniche chirurgiche unite ad altre procedure antalgiche consentono di trattare e ridurre molteplici forme dolorose complesse. L'approccio al dolore è multidisciplinare caratterizzandosi, per alcuni pazienti fragili, anche attraverso un approccio psicologico. Garantire un tempestivo percorso diagnostico-terapeutico nei pazienti oncologici è inoltre essenziale al fi ne di evitare un impatto devastante sulla residua qualità di vita di questi malati, dove il dolore rappresenta nelle fasi più avanzate di malattia il sintomo preponderante. Foto: Michele Sofi a, Direttore Dipar timento Funzionale Interaziendale di Cure Palliativee Terapia del Dolore TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale TERAPIA DEL DOLORE - Realtà Eccellenti 18/11/2016 Pag. 49 diffusione:103971 tiratura:161285 Il dolore in ortopedia e traumatologia: come curarlo L'O.T.O.D.I.è un'associazione nazionale che raggruppa oltre 4000 ortopedici al lavoro negli ospedali italiani Il paziente ortopedico presenta tre tipi di dolore: acuto postraumatico dopo un trauma muscolare, articolare o scheletrico, acuto postchirurgico dopo un intervento, infi ne cronico correlato a patologie degenerative ostoeoarticolari. Non è l'osso che fa male ma tutto quanto vi è intorno: periostio, tessuti capsulari, muscoli e fasce, tutti tessuti ricchi di nocicettori. Per quanto riguarda la chirurgia ortopedica, questa risulta molto dolorosa. Da qui la necessità di una corretta analgesia intra e perioperatoria a gestione anestesiologica, ed una post-operatoria di pertinenza dell'ortopedico. Nel dolore osteoarticolare cronico, la corretta e personalizzata somministrazione di farmaci è la chiave di volta del problema. Per questo per gli Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri Italiani (O.T.O.D.I.) il trattamento del dolore è uno degli argomenti maggiormente dibattuto, come spiega Alberto Belluati, Direttore dell'UOC di Ravenna e presidente nazionale O.T.O.D.I. "La nostra società scientifi ca ha dedicato a questa tema sessioni congressuali, webinar e conferenze. Il problema riguarda il paziente, che lo percepisce, e assume anche rilevanza di costo economico signifi cativo. Una delle conclusione a cui si è giunti è che oltre ad un importante danno fi sico ed emozionale per il paziente, il non trattare correttamente il dolore può avere ri essi negativi sul medico e causare aumento dei costi sanitari". L'O.T.O.D.I. è un'associazione nazionale che raggruppa oltre 4000 ortopedici al lavoro negli ospedali italiani, ed opera su tutto il territorio italiano come confederazione di associazioni regionali. Ogni associazione regionale nasce con un proprio statuto e ha un proprio Direttivo con regole che la distinguono e la personalizzano. Questo è un aspetto importante perché ogni associazione possa essere lo specchio della propria regione. In questo modo potrà essere e crescere in modo consono alle proprie abitudini pur mantenendosi fedele alle regole nazionali dettate dallo statuto della O.T.O.D.I. Nazionale. Foto: Alber to Belluati, Direttore dell'UOC di Ravennae presidente nazionale O.T.O.D.I. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale TERAPIA DEL DOLORE - Realtà Eccellenti 18/11/2016 Pag. 49 diffusione:103971 tiratura:161285 INS: la società scientifica leader nella terapia chirurgica non lesiva del dolore cronico Un team pluridisciplinare per la cura dei dolori cronici complessi L'International Neuromodulation Society (INS) è un gruppo nonprofit di medici, scienziati e ingegneri dedicati allo sviluppo scientifi co, la conoscenza e la divulgazione della neuromodulazione. Il Capitolo Italiano INS, fondato nel 2007, realizza gli stessi scopi in Italia e vuole anch'esso rivolgersi a medici e pazienti per diffondere le metodiche di neuromodulazione elettrica e farmacologica. Il consiglio direttivo è costituito da quattro algologi e tre neurochirurghi. La neuromodulazione è una pratica che prevede un impianto di un apparecchio chiamato neurostimolatore per il miglioramento di svariate malattie quali morbo di Parkinson, epilessia, depressione, spasticità, dolore cronico neuropatico. Quest'ultimo è la patologia più frequentemente trattata con la neurostimolazione; poiché L'INS è una società pluridisciplinare stati dolorosi complessi possono essere trattati al meglio dalla collaborazione tra algologi e neurochirurghi, costituendo il gradino più elevato e complesso delle pratiche di terapia del dolore. Nel sito web della Società ( www.insneuromodulazione.it ) sono riportati i riferimenti dei medici italiani più esperti nelle pratiche di neuromodulazione divisi per regione. Questi professionisti utilizzano tutti i sistemi di neuromodulazione presenti in Italia in relazione alla patologia e all'indicazione coniugando tecnica e cura del malato. Oltre a facilitare l'accesso ai medici e a spiegare patologie e relative cure, l'INS promuove la formazione dei medici che praticano la neuromodulazione con corsi pratici e con la realizzazione di studi clinici volti a confrontare e validare queste tecniche. Tutta l'attività del Capitolo Italiano INS è sottoposta alla verifi ca della società internazionale garantendone così la qualità. La società assume tutte le iniziative politiche, sociali, giuridiche, culturali, sanitarie funzionali alla tutela della qualità delle cure, alla comprensione dell'effi cacia clinica ed alla loro accessibilità da parte dei pazienti. Foto: Il consiglio direttivo del Capitolo Italiano INS TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale TERAPIA DEL DOLORE - Realtà Eccellenti 18/11/2016 Pag. 49 diffusione:103971 tiratura:161285 Foggia: il trattamento del dolore con estrema professionalità ed efficienza La struttura pugliese all'avanguardia nel sud Italia nel trattamento del dolore cronicoe del dolore post operatorio La Scuola di specializzazione in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e Terapia del Dolore dell'Università di Foggia, diretta dal Prof M. Dambrosio, nata nel 2001 afferisce all'Istituto di Anestesia e Rianimazione dell'AOU Policlinico "Riuniti" di Foggia. Il percorso dei 43 medici in formazione comprende attività clinica in sala operatoria,rianimazione e terapia del dolore,fellowships in centri di eccellenza italiani e stranieri, attività di ricerca coordinata dalla Prof.ssa Cinnella. Il Dottor Consoletti, specialista sul tema del dolore cronico, racconta: "Fu mia fi glia Simona, la bimba nata con la prima partoanalgesia a Foggia: mai si era pensato prima di contrastare l'inutile dolore da parto. Da allora noi lottiamo contro tutto il "dolore inutile", soprattutto contro quel dolore cronico che può diventare esso stesso una malattia. Dall'apertura del primo ambulatorio di Terapia del Dolore (1992), oggi gestiamo oltre 3000 accessi ambulatoriali/anno e oltre 1000 varie procedure chirurgiche di controllo del dolore. Aggiungendo le 1800 partoanalgesie/anno e i protocolli di controllo del dolore post-operatorio, possiamo dire che l'AOU "OO. RR." è una delle poche realtà painfree".Il controllo del dolore acuto è l'altro grande capitolo da trattare ed in particolare quello postoperatorio.Il Dottor A. D'Ambrosio spiega: "Abbiamo un ser vizio dedicato per il dolore acuto fi siologico da parto. Offriamo a tutte le partorienti la possibilità di effettuare la partoanalgesia tramite tecnica epidurale con una guardia anestesiologica dedicata. Siamo uno dei pochi ospedali al sud ad assicurare la copertura di questo tipo di ser vizio gratuitamente e per 24 ore 7 giorni su 7. Per il dolore post operatorio, utilizziamo protocolli farmacologici e analgesia locoregionale somministrata a livello dei plessi ner vosi; siamo assolutamente evoluti in questo ambito. Abbiamo, anche fatto ricorso a tecniche non farmacologiche con l'ausilio della Dott.ssa Gambatesa che attua un supporto di tipo psicoeducativo agli operandi, soprattutto anziani". TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale TERAPIA DEL DOLORE - Realtà Eccellenti 18/11/2016 Pag. 49 diffusione:103971 tiratura:161285 Terapia del dolore : si può trattare il dolore ? Il dolore cronico ovvero il dolore malattia può trovare una risposta terapeutica. A chi rivolgersi allora in caso di bisogno per avere una risposta al problema. Dopo Il medico di medicina generale, lo specialista del dolore è la risposta. La valutazione specialistica algologia da inizio ad un percorso diagnostico terapeutico in rete polispecialistica in grado di porre le condizioni per trattare il problema in maniera sistematica e competente. La definizione del dolore e l'inquadramento diagnostico richiedono competenze precise, definire un dolore somatico da un dolore neuropatico rappresenta una diversa scelta terapeutica. La terapia farmacologica, o procedure più invasive (infiltrazioni, utilizzo di Radio Frequenza, Ultra Suoni, Neuro modulazione Farmacologica o Elettrica, Te rmo Ablazioni) possono essere attuate con competenza e sicurezza se si è in grado di disporre di una vasta gamma di dispositivi oggi presenti sul mercato certificati per il trattamento di alcuni tipi di dolore. La disponibilità di ambulatori attrezzati con personale competente, il confronto polispecialistico (neurologo, chirurgo, fisiatra, oncologo, antalgologo), sale operatorie con apparecchiature moderne concorrono a garantire il successo terapeutico. Oggi il mal di testa, il mal di schiena, il dolore articolare, il dolore post chirurgico, la nevralgia ( facciale o del trigemino) il dolore neuropatico (diabetico, post erpetico, da esiti di traumi, da FBSS, ecc) il dolore neoplastico, il dolore pelvico, può trovare una risposta competente e sicura perché noi abbiamo questi requisiti. Foto: Dott. Giandomenico Babbolin, specialista in anestesia, rianimazione e terapia del dolore, già direttore del ser vizio di anestesiae rianimazione Cittadella (PD) ulss 15 Regione Veneto MD FIPP Italy del Worlld Institute of Pain par te del board Italy dell'International Neuromodulation Society (INS), consulente c/o Case di cura: Città di Udine; Pederzoli Peschiera del Garda (VR); Giovanni XXIII Monastier (TV). Tel. 0444 636769-3479308040; [email protected] [email protected] TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 18/11/2016 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale TERAPIA DEL DOLORE - Realtà Eccellenti