Diario di un maestro
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Diario di un maestro
IDENTICAZIONE Fondo Tipologia Stato Titolo originale Edizione/versione Contenuto Regia Lingua Produzione Luogo di produzione Casa di produzione Anno di produzione Distribuzione Luogo Casa di distribuzione Anno DESCRIZIONE FISICA Durata Cromatismo originale Audio originale CONTENUTO Cast Interpreti Sceneggiatura Montaggio Fotografia Suono Musica Assistente operatore Assistente al montaggio Aiuto regista Assistente alla regia Collaborazione alla sceneggiatura Consulente pedagogico Segretario di edizione Missaggio Inserti fotografici Direttore di produzione Direttore musicale Vittorio De Seta Sceneggiato televisivo Finito Diario di un maestro Versione televisiva in quattro puntate Prima puntata Seconda puntata Terza puntata Quarta puntata Vittorio De Seta Italiano Italia Germania RAI Radio Televisione Italiana Bavaria Film Miro Film 1972 Italia RAI Radio Televisione Italiana – RAI Uno 1973 70‘ 66‘ 67‘ 67‘ Colore Sonoro Bruno Cirino Marisa Fabbri Tullio Altamura Mico Cundari Raffaele Beltrami Filippo De Gara Maria Luisa Carucci Bruno Celati Maria Marchitelli Marchi Vittorio De Seta Cleofe Conversi Luciano Tovoli Antonio Grigioni Fiorenzo Carpi Roberto Lombardi Dallamano Ettore Cedoloni Lucia Ludovici Andrea Antoniani Caterina Nobiloni Francesco Tonucci Francesco Tonucci Jobst Grapow Fausto Ancillai Luisa di Gaetano Franco Vincenzo Porcelli Nicolai Bruno Sinossi Soggetti Location DOCUMENTAZIONE Bibliografia ACCESSO E UTILIZZAZIONE Versione televisiva divisa in quattro puntate, trasmessa per la prima volta su RAI Uno la domenica in prima serata nei giorni 11, 18, 24 febbraio e 4 marzo del 1973, e che ha appassionato dodici milioni di telespettatori. Nei titoli di testa appare l’indicazione Liberamente tratto da Un anno a Pietralata di Albino Bernardini; Interpretato dai ragazzi ed abitanti delle borgate romane di Tiburtino III, Pietralata e la Torraccia. Ispirato al libro di Albino Bernardini Un anno a Pietralata, il film racconta, narrandola in prima persona, l’esperienza scolastica vissuta da un giovane maestro napoletano, Bruno D’Angelo (interpretato da Bruno Cirino) che, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola della periferia di Roma, nel quartiere Tiburtino III. Al maestro viene affidata una quinta elementare formata da ragazzi difficili, ripetenti, molti dei quali abituati a disertare la scuola. D’Angelo si mette alla loro ricerca e in questa occasione ha modo di conoscere i disagiati contesti familiari in cui essi vivono. Resosi conto che i metodi tradizionali di insegnamento non hanno alcuna presa sugli allievi, il maestro avvia una sperimentazione pedagogica fatta di «dialogo-ricerca», un metodo ravvisato da Don Lorenzo Milani nel corso della sua esperienza pedagogica e che sarà esplicitato nella Lettera ad una professoressa del 1967. L’esperimento del maestro di Pietralata urta però la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore, uomo di antica formazione, ligio alle «circolari del ministero», che definisce le iniziative del maestro troppo personali e in netto contrasto con i metodi tradizionali. Tuttavia il maestro non rinuncia e la sua attività didattica si fonda sull’ esperienza, configurandosi come laboratorio di vita. I problemi di attualità, le vicende quotidiane, il contesto familiare e i suoi disagi animano il lavoro della classe che diventa un gruppo in grado di organizzarsi e se necessario di autofinanziarsi. I problemi della borgata, ed in particolare quello della casa, così come le questioni sociali, diventano occasione per acquisire valori, per imparare regole e codici comportamentali. Ma questa «scuola di vita» secondo il direttore non è in grado di formare gli alunni preparandoli ad affrontare gli esami di licenza. Il maestro è costretto a rinunciare al proprio metodo d’insegnamento e avverte un senso di sconfitta, perciò abbandona la scuola e torna al suo paese dove trascorre qualche giorno in famiglia riflettendo su quanto è accaduto. Rendendosi conto delle responsabilità che si è assunto, comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi, di conseguenza si ripresenta nella scuola romana. L’accoglienza affettuosa degli alunni lo rassicura e lo incita a proseguire per una scuola che li renda uomini liberi, indipendenti, nuovi. Nella realtà dei fatti l’esperimento condotto a Pietralata dal vero protagonista, Albino Bernardini, provocò un ampio dibattito che coinvolse grandi studiosi come Tullio De Mauro, Ada Marchesini Gobetti, Lucio Lombardo Radice. Nel mezzo di questa positiva esperienza professionale - racconta Bernardini - e dei tempi nuovi esplosi con il ’68 venne la proposta del film Diario di un maestro. Il film ha avuto il merito di sottoporre a processo una scuola incapace di rinnovarsi e di confrontarsi con i problemi concreti della vita. Narrando della scuola De Seta in realtà affronta una denuncia sociale: lo sfruttamento e il lavoro minorile, l’analfabetismo, la disoccupazione, il problema degli alloggi popolari. Dal punto di vista specificamente didattico il film ha il merito di aver illustrato efficacemente metodi didattici rivoluzionari per quell’epoca, oggi ampiamente condivisi, quali l’elaborazione di saggi di scrittura collettiva, la lezione fuori dalle aule che consente il contatto diretto con l’ambiente di vita. Pedagogia Scuola Società Analfabetismo Roma Toffetti Sergio, Il maestro impaziente, 2012 La fatica delle mani: scritti su Vittorio De Seta 1954-1959, a cura di Mario Capello, 2008 La Sicilia tra schermo e storia, a cura di Sebastiano Gesù, 2008 Il Cinema di Vittorio De Seta, a cura di Alessandro Rais, 1995 Tipo di acquisizione Luogo di acquisizione Diritti di proiezione Diritti di utilizzo COMPILAZIONE Data Nome Funzionario responsabile Dono dell’autore, 1995 Palermo Consultazione in archivio RAI 2013 Sergio Giuseppa Diana Cappugi Laura