gita museo bologna sezione egizia

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gita museo bologna sezione egizia
Storia dell'Antico Egitto
Dinastie
Egitto predinastico
Dinastico Antico
Antico Regno
Primo periodo intermedio
Medio Regno
Secondo periodo intermedio
Nuovo Regno
Terzo periodo intermedio
Tardo periodo
Dinastico Antico
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I dinastia
II dinastia
III dinastia
Antico Regno
•
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IV dinastia
V dinastia
VI dinastia
Medio Regno
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XI dinastia
XII dinastia
XIII dinastia
XIV dinastia
Nuovo Regno
•
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XVIII
XIX
XX
Tardo periodo
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XXVI
XXVII (Primo periodo persiano)
XXVIII
XXIX
XXX
XXXI (Secondo periodo persiano)
Greco-romano
Le conquiste di Alessandro Magno portarono l'Egitto nell'orbita del
mondo greco. Dopo circa tre secoli di dominio da parte della dinastia
tolemaica, fu incorporato nello Stato romano (31 a.C.).
Horemheb è considerato l'ultimo re della XVIII dinastia comandante
dell'esercito durante i regni di Tutankhamon .
Una volta preso il potere cancellò il nome di Tutankhamon dai
monumenti sostituendolo con il suo.
Non sembra che, dopo la sua ascesa al trono, abbia proseguito le
campagne militari; fu lui il fondatore della XIX dinastia, di cui
sembra abbia scelto il primo faraone. Horemheb, che una ricchissima
tomba nella Valle dei Re, morì senza eredi nel 1292 a.C..
Tomba:
HOREMEB AMBIENTATO NELL’ALDILA’ SVOLGE LE ATTIVITA’
AGRICOLE ORDINATE DA OSIRIDE
IN QUESTO BASSORILIEVO VEDIAMO I PRIGIONIERI DI GUERRA
CHE DIVENTERANNO SCHIAVI CON IL COMPITO DI PORTARE
L’OMBRELLINO PARASOLE DEL FARAONE
SCENE DI ACCAMPAMENTI MILITARI, TENDA DEL
GENERALE E MERCI
LA GUIDA CI MOSTRA UN SARCOFAGO
La mummia veniva deposta nel sarcofago, che serviva per proteggerla
dagli animali selvatici e dai predoni. Ma nelle credenze religiose il
sarcofago aveva un significato ben più importante: era considerato un
corpo sostitutivo e una dimora dello spirito morto. I sarcofagi
subirono molte evoluzioni nel corso della lunga storia egizia.
Inizialmente erano semplici bare di legno di forma rettangolare. A
partire dal Medio Regno, verso il 2000 a.C., s'impose l'usanza di
racchiudere la mummia in uno o più sarcofagi interni, a loro volta
racchiusi in uno esterno, per una maggiore protezione
SUI SARCOFAGI VENIVA SCRITTA FORMULA MAGICA
PER LE DUE ANIME DEL DEFUNTO:
IL BA E’ RAFFIGURATO
CON UN UCCELLINO CON
TESTA UMANA
IL KA E’ DISEGNATO CON
2 BRACCIA ALZATE
Il Ba era uno dei principii spirituali dell'uomo, paragonabile alla nostra
"anima", il quale dava la facoltà al morto di "uscire alla luce del giorno".
Aveva aspetto di uccello con testa umana e spesso venne raffigurato
mentre visitava il defunto nella tomba portandogli il soffio vitale. Anche il
Ba, come il Ka, aveva bisogno di rigenerarsi e perciò appare nei papiri
funerari e sulle pareti delle tombe, in atto di cibarsi dei frutti dell'albero
sacro.
Il Ka era considerato la forza vitale che sopravvive alla morte del corpo, e
le preghiere dirette al defunto venivano perciò rivolte al suo Ka. Per
continuare una vita simile a quella condotta sulla terra, il Ka aveva però
bisogno del supporto fisico dato dal corpo mummificato, di offerte
funebri, nonché di particolari riti religiosi.
GLI OCCHI DI HORUS
LE FORMULE MAGICHE VENIVANO SCRITTE SUL
SARCOFAGO
USHABTI, LE STATUETTE RISPONDENTI
AVEVANO LA FORMA DELLA MUMMIA CON LE MANI AL PETTO
NE VENIVANO POSTE 365 PIU’ 36 COL GONNELLINO
IN TOTALE 401 DAVANTI IL DIRETTORE DEI LAVORI
Se il defunto andava in paradiso, raffigurato come campi ricchi di
frutti, coltivazioni ed ogni genere di delizie, lì, egli sarebbe vissuto
felicemente e senza alcuna preoccupazione, godendo degli stessi agi
della sua vita terrena, perché gli ushabti avrebbero svolto per lui ogni
mansione e lavoro, provvedendo quindi a tutte le necessità della vita
ultraterrena.
E se, e quando, il dio Osiride lo avesse chiamato, un ushabti avrebbe
risposto.
O STATUETTA,
QUANDO OSIRIDE
VERRA’ A CHIAMARE IL DEFUNTO,
NELL’ALDILA’ PER FARE IL LAVORO NEI CAMPI
TU RISPONDERAI:
- ECCOMI!
QUESTO SARCOFAGO RAFFIGURANTE LA FIGURA UMANA,
PORTA ALL’INTERNO RAFFIGURAZIONI PROTETTIVE
SE L’ESTERNO E’ DI COLORE MARRONE O ROSSO SCURO,
APPARTIENE AD UN UOMO
VICEVERSA, DI MARRONE CHIARO SI RIFERISCE AD UNA
DONNA
SUL PETTO LA DEA PORTA IL BA
IN BASSO GLI OCCHI DI HORUS
Il falco, che gli egiziani vedevano volare alto nel cielo e osservare
tutte le cose sulla terra con vista aguzza divenne per queste
caratteristiche un naturale simbolo del sole. Il falco rappresentava
diverse forme del dio sole, quali Horus e Ra.
AMULETI PER OGNI OCCASIONE
Il Museo Archeologico di Bologna possiede una ricca collezione di oltre
2000 amuleti di epoche, forme e materiali diversi. Si tratta di oggetti di
piccole dimensioni, spesso preziosi, che gli Egiziani indossavano da vivi o
deponevano sul defunto, per tenere lontani i più disparati pericoli.
La potenza e l'efficacia degli amuleti derivavano: dalla forma che
poteva riprodurre figure divine, animali, attributi divini o regali, parti
del corpo umano, segni geroglifici, figurazioni in miniatura; dalla
natura del materiale, perchè alle singole pietre si attribuivano
specifici poteri magici e dai colori: il verde simboleggiava la
vegetazione in primavera, l'azzurro l'acqua o il cielo, il rosso il
sangue, etc. La loro potenza era inoltre accresciuta dalla presenza di
raffigurazioni e testi incisi o dalle formule magiche che erano
pronunciate sopra di essi dai sacerdoti.
Gli scarabei funebri detti “del cuore”, recavano invocazioni del
defunto dirette appunto al suo cuore o preghiere ai geni che credeva
trattenessero il cuore del morto, iscrizioni improntate ai capitoli
XXVIII e XXX del Libro dei Morti
LO SCARABEO,
SIMBOLO DI RINASCITA,
POSTO SUL CUORE DELLA MUMMIA,
PORTAVA INCISO IL NOME DEL PROPRIETARIO
PREGHIERA
O CUORE,
QUANDO SARAI DAVANTI
AD OSIRIDE,
DI’ TUTTA LA VERITA’
E SII LEGGERO.
Si credeva che un animale mummificato potesse recare messaggi e
preghiere alla divinità. Questa concezione permise a molti templi di
farne una fonte di guadagno. Si sono trovati infatti mummificati
animali di molti tipi: dai coccodril i, ai gatti, agli ibis…
SANDALI DI PAPIRO
I sarcofagi e la mummia, in particolare, appartennero a Usai, figlio di
Nekhet, vissuto a Tebe durante la XXVI dinastia.
SOTTOPOSTO ALLA TAC, TUTTE LE OSSA SONO INTATTE,
TRANNE LA PARTE PER PRELEVARE IL CERVELLO E METTERLO
NEI VASI CANOPI
Nel corso della sua storia plurimillenaria, l'Egitto manifesta un legame
indissolubile con la scrittura; ogni monumento, anche il più piccolo
oggetto, rappresenta una superficie idonea ad accogliere un testo
scritto in geroglifico, ieratico, demotico o copto.
Quasi contemporanea è un'altra grafia, la ieratica, che tracciata
prevalentemente su papiro, cocci di terracotta, tavolette di legno,
rappresenta il "corsivo" del geroglifico al quale si sostituisce negli usi
quotidiani e privati, sacrificandone l'aspetto pittografico, a favore
della velocità di scrittura.
Agli inizi della XXVI dinastia (664-630 a.C.), compare il demotico. I
caratteri geroglifici continuano a essere utilizzati per le iscrizioni
monumentali, mentre sono redatti in ieratico solo i testi religiosi
(ieratico significa sacro) e il demotico diviene così la scrittura
dell'amministrazione pubblica e dei documenti privati.
Queste tre scritture consonantiche continuano a essere utilizzate
anche dopo le conquiste greca (332 a.C.) e romana (30 a.C.): l'ultima
iscrizione demotica risale infatti al 473 d.C.
Al diffondersi del Cristianesimo in Egitto, nel I sec. d.C., fa la sua
comparsa il copto, che utilizza l'alfabeto greco e sette segni speciali
derivanti dal demotico, per tradurre i testi sacri in egiziano; per la
prima volta, l'antico egiziano viene allora scritto anche nella sua
parte vocalica.
Shenu o Cartiglio reale
L'anello shenu era un segno sacro che costituiva il simbolo
dell'eternità e venne usato per contenere il prenome ed il nome del
faraone. La sua forma originaria era circolare, ma per contenere i
nomi che con il tempo diventavano sempre più lunghi, assunse forma
ellittica. Come dimostra il suo aspetto iniziale, si trattava di un segno
solare con funzione protettiva ed era collegato ai nodi magici ottenuti
con la corda. Infatti il cartiglio è costituito da un giro di corda a due
fili paralleli legati alle loro estremità.
Tavoletta da scriba con i cartigli di Thutmosis III
Tavolette come questa, con scanalatura centrale per i calami (canne
appuntite per scrivere) e le due cavità per i colori, costituivano
l'attrezzatura tipica dello scriba. L'esemplare bolognese appartenne
ad un funzionario vissuto ai tempi di Thutmosis III, del quale ha
inciso i nomi in caratteri geroglifici ai lati della scanalatura centrale.
La tavoletta, che fu rinvenuta in una tomba delle necropoli menfite,
mostra abbondanti tracce d'uso non solo per i residui di colore rosso
e nero attorno ai due incavi circolari, ma anche per le annotazioni in
scrittura ieratica, oramai poco leggibili, tracciate come promemoria
sul legno.
DATAZIONE: Nuovo Regno: XVIII dinastia, regno di Thutmosis III (1482 1450 a.C.)
MATERIALE: legno con tracce di colore
DIMENSIONI: lunghezza cm 37
PROVENIENZA: Egitto: Saqqara. Collezione Palagi (Nizzoli)