PIER LUIGI NERVI Architetture per lo Sport

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PIER LUIGI NERVI Architetture per lo Sport
PIER LUIGI NERVI
Architetture per lo Sport
Sperimentazioni, idee, metodo e abilità del geniale ingegnere e costruttore italiano
5 febbraio – 2 ottobre 2016
www.fondazionemaxxi.it
#PierLuigiNervi
Un materiale nuovo e nuovi temi,
conducono necessariamente a una nuova architettura
(Pier Luigi Nervi)
Roma 4 febbraio 2016. Stadi dalle strutture innovative, trampolini che sono diventati icone, centri sportivi con
cupole di cemento che sembrano merletti, nella lunghissima carriera di Pier Luigi Nervi (1891 – 1979) la
ricerca sugli impianti sportivi è un filo rosso mai interrotto. Dal primo stadio realizzato a Firenze nel 1929 al
Kuwait Sports Centre del 1968, 22 progetti e le loro storie costruiscono la mostra Pier Luigi Nervi.
Architetture per lo Sport a cura di Micaela Antonucci con Annalisa Trentin e Tomaso Trombetti
dell’Università di Bologna al MAXXI dal 5 febbraio al 2 ottobre 2016.
“La mostra ripercorre la genesi costruttiva e formale delle architetture per lo sport di Pier Luigi Nervi - dagli
stadi per il calcio ai palazzetti per lo sport alle piscine- che nell’immaginario collettivo sono state e sono
tutt’oggi lo straordinario scenario delle manifestazioni sportive” dice Margherita Guccione Direttore MAXXI
Architettura. “Un modello di successo, tra le più significative espressioni ante litteram del made in Italy,
riferimento fondante per l’architettura e l’ingegneria contemporanee”.
La mostra comprende oltre 100 tra fotografie, disegni originali, documenti provenienti dal ricco patrimonio
dell’Archivio Pier Luigi Nervi, che fa parte della collezione MAXXI Architettura, presentati insieme ai quattro
modelli degli stadi di Firenze, Roma, Swindon, Kuwait realizzati dal LaMo e dal LaMoViDA (Laboratorio
Modelli di Architettura e Laboratorio di Modellazione e Visualizzazione Digitale per l’Architettura)
dell’Università di Bologna.
Organizzata secondo una successione cronologica, la mostra raccoglie le opere in tre sezioni:
Sperimentazioni e innovazioni (1929/49), Campione del cemento (1950/60), Dall’Italia al mondo
(1961/79), con una particolare attenzione agli stadi per il calcio.
Il percorso si apre con una successione di pannelli fotografici su cui vengono riportati i principali progetti di
Nervi dedicati a impianti sportivi, gli stessi pannelli che erano attaccati alle pareti dello Studio Nervi al fine di
illustrare il suo lavoro ai committenti pubblici e privati: tra questi anche due ingrandimenti dei francobolli
realizzati nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma con il Palazzo e il Palazzetto dello Sport.
La prima sezione della mostra Sperimentazioni e innovazioni (1929/49) racconta il processo che ha portato
alla realizzazione dell’innovativo metodo costruttivo dell’ingegnere, in cui spicca il progetto dello stadio
fiorentino Giovanni Berta (1929 – 32) punto di partenza di una sistematica ricerca tecnica e progettuale e
svolta cruciale che lo proiettò nel dibattito architettonico italiano e internazionale.
Ma sono gli anni del secondo dopoguerra - quelli affrontati nella sezione Campione del cemento (1950/60) che sanciscono il successo di Nervi con una serie di opere in cui l’invenzione formale è strettamente
connessa alla capacità costruttiva; tra queste lo stabilimento balneare Kursaal al Lido di Ostia (1950)
simbolo della rinascita degli anni Sessanta con il suo iconico trampolino, e le opere realizzate per le Olimpiadi
di Roma del 1960: il Palazzo dello Sport, il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio.
Insieme ai progetti è esposto anche un interessante album fotografico, l’Album 19, che contiene una
vastissima collezione di provini: da chiese gotiche e rinascimentali a macchine da scrivere, da studi ottici a
fusoliere di aerei, immagini che servivano a Nervi come suggestione e spunti di studio.
L’ultima parte della mostra Dall’Italia al mondo (1961/79) comprende soprattutto progetti realizzati all’estero
dall’Europa agli Stati Uniti, dal Sudamerica al Sudafrica, dall’India al Medio Oriente tra cui il Good Hope
Center di Cape Town - Sud Africa (1964 – 80) una delle opere internazionali più significative dello Studio
Nervi, sia per le dimensioni e le caratteristiche tecniche – all’epoca si tratta della cupola di cemento più
grande al mondo - sia per il suo significato politico e simbolico – si tratta infatti del primo impianto sportivo
multirazziale realizzato in piena apartheid, che non prevedeva percorsi separati tra bianchi e neri.
Al centro della sala una proiezione su uno schermo tondo fissato al soffitto mostra tre straordinarie cupole
“plissettate” o “nervate” realizzate da Nervi che sono diventate nel corso della sua carriera una cifra
stilistica unica, la sua “firma architettonica” in Italia e nel mondo: il Palazzetto dello Sport a Roma (1956 – 59),
il Palazzo dello Sport all’EUR (1955 – 59) e il Cultural and Convention Center a Norfolk, Virginia USA (1965 –
71).
Arricchisce la mostra anche una sezione tutta dedicata alle fotoschede dell’Archivio Nervi.
Delle oltre 4000 parte della collezione del Centro Archivi MAXXI Architettura, 631 sono relative a progetti di
impianti sportivi e vengono esposte in riproduzione e disponibili per la consultazione, accanto a una
selezione di originali.
Accanto alle fotografie, i disegni, i documenti, le maquette, in mostra viene esposto anche uno speciale
modello in plexiglass del Palazzetto dello Sport realizzato da due studenti dell’ISIA (Istituto Superiore per
le Industrie Artistiche – Roma) Aureliano Capri e Elettra Renzi, per rendere evidente il sistema di scarico a
terra delle forze pensato da Nervi per l’edificio.
Questo modello costituisce l’elemento centrale di una serie di visite guidate dedicate all’opera di Nervi che
comprendono anche un percorso “tattile” pensato per persone cieche e ipovedenti .
Realizzato in collaborazione con il Centro Regionale Sant’Alessio, il percorso prevede una passeggiata
intorno al Palazzetto dello Sport per conoscere la struttura realizzata, e una visita in mostra coadiuvata dal
modello e da tavole tattili.
In occasione della mostra il MAXXI Architettura presenta la pubblicazione dell’inventario dell’archivio Pier
Luigi Nervi: risultato di un decennio di complessi lavori di ordinamento dell’archivio, strumento di lavoro e
punto di partenza per future ricerche, quello di Pier Luigi Nervi è il primo degli Inventari del Centro Archivi,
che fa parte di una sezione specifica all’interno della collana editoriale Quaderni del Centro Archivi del MAXXI
Architettura.
Il progetto scientifico di Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport prosegue una ricerca nata dalla
collaborazione tra MAXXI e l’Università di Bologna iniziata nel 2014 con un progetto di ricerca che ha
coinvolto il Department of Civil and Environmental Engineering della Princeton University, l’Università di
Firenze, l’Università di Roma Tor Vergata, la Fondazione CEUR – Centro Europeo Università e Ricerca, la
Scuola Superiore di studi sulla Città e il Territorio dell’Università di Bologna, l’Archivio Storico del Comune di
Firenze e il CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma. I risultati di questo progetto sono
stati presentati nella mostra itinerante Pier Luigi Nervi. Gli stadi per il calcio (Bologna, Cesena, Firenze, 14
novembre 2014 – 28 maggio 2015).
La cartella stampa e le immagini della mostra sono scaricabili nell’Area Riservata del sito della
Fondazione MAXXI all’indirizzo http://www.fondazionemaxxi.it/area-riservata/ inserendo la password
areariservatamaxxi
MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
www.fondazionemaxxi.it - info: 06.320.19.54; [email protected]
orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) |11.00 – 22.00 (sabato) | chiuso il lunedì,
Ingresso gratuito per studenti di arte e architettura dal martedì al venerdì
UFFICIO STAMPA MAXXI +39 06 324861 [email protected]
Media partner
PIER LUIGI NERVI
Architetture per lo Sport
SEZIONI DI MOSTRA
1929-1949 | Sperimentazioni e innovazioni
Pier Luigi Nervi, Stadio Comunale Giovanni Berta, Firenze (1929-1932)
Pier Luigi Nervi, progetto per lo Stadio del Littorio, Livorno (1932)
Pier Luigi Nervi, progetto per uno stadio da 50.000-55.000 spettatori [progetto per lo stadio di Torino]
(1932-33)
Nel progetto dello Stadio Comunale “Giovanni Berta” di Firenze, di cui segue anche la realizzazione con la
propria impresa di costruzioni, Pier Luigi Nervi propone soluzioni rivoluzionarie per l’epoca: oltre alla novità
insieme strutturale e formale degli elementi architettonici emergenti – l’aerodinamica curva della pensilina a
sbalzo in cemento armato, le sinuose scale esterne elicoidali e il propulsivo verticalismo della Torre di
Maratona – c’è anche l’inedita e audace scelta di lasciare la struttura delle gradinate in vista verso l’esterno.
Dopo l’entusiasta e unanime successo riscosso dallo stadio fiorentino, Nervi decide di insistere in questa
tipologia costruttiva, sempre conferendo un ruolo centrale all’innovazione tecnica e strutturale: casi esemplari
sono i progetti dello stadio di Livorno, caratterizzato da una pensilina metallica in allumann-matt (una lega
usata in aeronautica o per le navi) affiancata da una elegante scala elicoidale in c.a.; e dello stadio da 5055.000 posti per Torino, che propone un’inedita soluzione con doppie gradinate sovrapposte (che Nervi
riprenderà poi nel 1950 nel progetto non realizzato di ampliamento dello stadio Berta).
Pier Luigi Nervi e Cesare Valle, progetto di stadio da 120.000 posti a Roma (1933)
Pier Luigi Nervi e Cesare Valle, progetto per uno stadio da 150.000 posti a Rio de Janeiro in Brasile
(1943-47)
Nervi conosce il giovane e brillante ingegnere romano Cesare Valle alla fine degli anni Venti, e dal loro
incontro nascono una solida amicizia e un’intensa collaborazione professionale. Uno dei primi progetti
realizzati insieme è quello per lo stadio da 120.000 posti a Roma per i Mondiali di Calcio del 1934. L’ardita
soluzione strutturale, caratterizzata dalla sovrapposizione di un secondo anello di gradinate in cemento
armato a sbalzo sopra quello inferiore, è la prima di questo genere e rappresenta una tappa fondamentale
nell’evoluzione della tipologia degli stadi moderni. All’audacia costruttiva e alla chiarezza funzionale della
struttura interna, fa da contrappunto un involucro esterno di un più tradizionale stile monumentale, innalzato
su un podio gradinato e scandito dalla serrata successione di setti verticali che in alto si incurvano a
modellare l’anello di coronamento.
Nonostante non venga realizzato, il progetto ottiene un grande successo, diventando un modello autorevole
per la realizzazione di stadi di grande dimensione: tanto che Nervi e Valle vengono chiamati a rielaborarlo
negli anni 1943-47 per uno stadio da 150.000 posti a Rio de Janeiro, all’epoca il più grande del mondo.
Pier Luigi Nervi, trampolino della piscina del circolo del golf dell’Ugolino a Firenze (1935)
Pier Luigi Nervi, piscina dell’Accademia Navale di Livorno (1947-50)
Nel 1935 l’impresa di costruzioni Ingg. Nervi&Bartoli realizza il progetto del giovane architetto fiorentino
Gherardo Bosio per il circolo del Golf dell’Ugolino. Il grande complesso prevede anche una piscina, per la
quale Nervi idea insieme a Bosio un elegante doppio trampolino in cemento armato, che si impone da subito
come uno degli elementi più originali e d’impatto dell’impianto: la continuità tra l’attacco a terra e lo sbalzo
disegna due ali curve che si protendono leggere verso l’acqua, in equilibrio grazie al bilanciamento dei carichi
operato dalle fondazioni eccentriche nascoste nel terreno.
Un decennio più tardi, Nervi ripropone nella ricostruzione della piscina dell’Accademia Navale di Livorno un
trampolino simile nel disegno e nell’eleganza quasi scultorea. In questo progetto, l’ingegnere sperimenta le
possibilità della prefabbricazione strutturale inventando un’inedita copertura a guscio sottile, unita a
un’ingegnosa soluzione per evitare la formazione di condensa: una volta a botte in cemento armato,
realizzata con elementi ondulati prefabbricati dotati di fori per la ripresa di aria calda e umida. La volta è
sostenuta da una dinamica sequenza di setti inclinati, connessi dalle pareti di chiusura laterale che ospitano
nella parte bassa le griglie di immissione dell’aria e che si aprono in ampie vetrate per garantire
l’illuminazione naturale.
1950-1960 | Campione del cemento
Pier Luigi Nervi e Attilio Lapadula, trampolino dello stabilimento balneare Kursaal al Lido di Ostia
(1950)
Il trampolino dello stabilimento balneare Kursaal sul litorale romano è uno dei simboli più noti del boom
economico italiano del secondo dopoguerra, meta frequentatissima dei momenti di evasione oltre che degli
eventi sportivi, grazie anche al cinema che lo proietta nell’immaginario ludico collettivo. Il progetto dello
stabilimento nasce dalla collaborazione tra il giovane architetto romano Attilio Lapadula e il già affermato Pier
Luigi Nervi, che ne segue anche la costruzione con la sua impresaIngg.Nervi&Bartoli. L’impronta
dell’ingegnere si ritrova in particolare nella struttura “a fungo” di copertura del ristorante e nel trampolino della
piscina: quest’ultimo è realizzato in ferrocemento, il materiale brevettato da Nervi nel 1943, e modellato dal
dinamico profilo di una H dalle aste verticali oblique iscritta in un cerchio, dalla quale partono le piattaforme a
tre altezze diverse.
Pier Luigi e Antonio Nervi, progetto di concorso per il Palazzo dello Sport di Vienna (1952)
Pier Luigi e Antonio Nervi, progetto per il Palazzo dello Sport a Firenze (1954-56)
Nei primi anni Cinquanta Nervi si misura, in collaborazione con il figlio Antonio, con due progetti di palazzi
dello sporta Vienna e a Firenze, entrambi non realizzati.
Nel primo, viene proposta per la prima volta una cupola in cemento armatodi grandi dimensioni (128 m di
diametro), composta da elementi ondulati prefabbricati in ferrocemento (sistema costruttivo ripreso pochi anni
dopo nel Palazzo dello Sport all’EUR a Roma) e sostenuta da un giro di pilastri radiali inclinati. Una soluzione
ingegnosa e originale che unisce qualità formale e tecnica garantendo leggerezza, facilità costruttiva, buone
caratteristiche termiche e acustiche, illuminazione diffusa. Intorno al Palazzo, si dispongono gli edifici con i
servizi, le palestre e i campi sportivi.
Nel progetto per Firenze, che avrebbe fatto parte del complesso sportivo sul Lungarno in località Bellariva, il
campo da gioco rettangolare interrato è chiuso sui lati corti da balconate e sui lati lunghi da gradinate
interrate; sul lato opposto all’ingresso, le gradinate raddoppiano presentando un secondo ordine fuori terra: si
determina così una sezione asimmetrica, che imprime il dinamico profilo della volta parabolica di copertura,
composta – come a Vienna – da elementi ondulati prefabbricati.
Pier Luigi Nervi e Marcello Piacentini, Palazzo dello Sport all’EUR a Roma (1955-59)
Pier Luigi Nervi e Annibale Vitellozzi, Palazzetto dello Sport a Roma (1956-57)
Pier Luigi e Antonio Nervi, Stadio Flaminio a Roma (1956-59)
Il 15 giugno 1955 il Comitato Internazionale Olimpico riunito a Parigi assegna a Roma i Giochi della XVII
Olimpiade, preferendola nell'ultima votazione a Losanna con 35 voti a 24.
Se l'ineguagliabile patrimonio storico, artistico e monumentale di Roma aveva certamente contribuito alla
vittoria, altrettanto non si poteva dire per la dotazione necessaria per accogliere i Giochi: gli unici impianti
esistenti, concentrati nell'ex Foro Mussolini, risalivano all’epoca fascista.
Pier Luigi Nervi è senza dubbio uno dei protagonisti principali nelle nuove opere per le Olimpiadi romane,
realizzandoquattro strutture che la televisione fa conoscere in tutto il mondo: il Palazzetto dello Sport (in
collaborazione con Annibale Vitellozzi), con la calotta “nervata” in cemento armato realizzata con elementi
prefabbricati romboidali e sostenuta da un giro di pilastri sagomati a Y; il Palazzo dello Sport all’EUR(in
collaborazione con Marcello Piacentini), coperto da una cupola di 100 metri di diametro “plissettata” realizzata
con elementi prefabbricati ondulati e circondato da un anello vetrato; lo stadio Flaminio(realizzato insieme al
figlio Antonio), composto di 92 telai strutturali in cemento armato a due cerniere che, pur conservando
costante la forma della sezione, variano in altezza e in larghezza disegnando una sinuosa curva che
abbraccia il campo da gioco; il viadotto di corso Francia.
Quattro piccoli “miracoli” costruttivi, realizzati con la sua impresaIngg. Nervi&Bartoli in una manciata di anni,
che rappresentano dei veri e propri monumenti dell’eccellenza artigianale del made in Italy e che consacrano
Pier Luigi Nervi a livello internazionale come il “campione del cemento”.
Pier Luigi Nervi, progetto di concorso per aula polifunzionale a Kassel in Germania (1960-61)
Subito dopo il grande successo delle opere per le Olimpiadi romane, lo Studio Nervi partecipa un concorso
internazionale ad inviti organizzato dalla Municipalità di Kassel per lo studio di un padiglione per usi multipli
da costruirsi nella città tedesca. L’edificio è pensato come un semplice parallelepipedo a pianta quadrata con
all’interno un campo da gioco rettangolare, disposto lungo la diagonale interna. L’idea centrale del progetto è
di prevedere una superficie attorno al campo completamente libera, con tribune retrattili telescopiche, in
modo da ottenere la massima elasticità di utilizzazione dello spazio e rispondere alla richiesta di
polifunzionalità richiesta dal bando. La copertura è costituita da una piastra nervata che forma un reticolo a
maglia quadrata, sostenuta da pilastri la cui sagoma è geometricamente determinata dalla superficie rigata
che raccorda il cerchio di base con la sezione a croce nel piano d’imposta.
1961-1979 | Dall’Italia al mondo
Pier Luigi Nervi, Pavillion at Niddrie Playing Fields, University of Edinburgh, RegnoUnito (1960-62)
Pier Luigi e Antonio Nervi, progetto di tribuna e club-house per l’ippodromo Liberty Bell Park a
Philadelphia (USA) (1961-62)
Nei primissimi anni Sessanta, Nervi realizza due progetti – entrambi non costruiti – di originali architetture per
lo sport di piccole dimensioni.
Il primo è un progetto per un padiglione all’interno di un impianto sportivo donato dall’ingegnere al
Department of Architecturedella University of Edinburgh: Nervi presenta due soluzioni, entrambecostituite da
struttura simmetrica in cemento armato a cavalletto con gradinate su entrambi i lati, coperta da una pensilina
che nella prima versione è a sbalzo, mentre nella seconda è sorretta da dodici pilastri a sezione rettangolare.
Nel 1961 l’ingegnere è a Philadelphia, dove viene invitato a realizzare gli impianti del nuovo ippodromo del
Liberty Bell Park, per il quale progetta una strepitosa struttura con doppio affaccio, analoga al padiglione di
Edimburgo: da un lato sono le gradinate a sbalzo su due livelli delle tribune, dall’altro la club-house e gli
ambienti dei servizi distribuiti su quattro piani, coronati da una doppia pensilina di copertura di 50 metri di luce
totale in cemento armato e struttura metallica.
Pier Luigi Nervi, Progetto per uno stadio a Swindon, Gran Bretagna (1963-66)
Pier Luigi e Antonio Nervi, appalto concorso per la costruzione dello stadio comunale di Novara
(1964-76)
Nel giugno 1963 Nervi viene incaricato dalla municipalità di Swindon, in Inghilterra, di rinnovare lo stadio di
football della città, realizzando una nuova tribuna in sostituzione di quella esistente. L’ingegnere progetta una
tribuna rettilinea lunga oltre 100 metri, che riprende la soluzione strutturale dello stadio Flaminio (telai a
cavalletto che sostengono la struttura secondaria delle gradinate), coperta da una esile pensilina in cemento
armato a sbalzo. Questo modello viene studiato in tre versioni, sostanzialmente analoghe sotto l’aspetto
strutturale e funzionale, ma modificate nelle misure e nelle forme. In particolare, una delle innovazioni più
interessanti, formale e tecnica insieme, è l’introduzione nella seconda soluzione di un elemento già impiegato
in altre sue opere, e che inizia a diventare una sorta di sua “firma” stilistica: l’uso dei cosiddetti pilastri “a
sezione variabile” o “a superficie rigata”, che sostengono la soletta delle tribune.
Negli stessi anni,laIngg.Nervi&Bartoli partecipa in Italia all’appalto-concorso per la costruzione del nuovo
Stadio Comunale di Novara su progetto dello Studio Nervi, ottenendo l’incarico.
L’impianto novarese rappresenta da un certo punto di vista un ritorno alle origini della carriera di Nervi: lo
stadio è un impianto rettangolare composto da due tribune rettilinee, una coperta da una pensilina a sbalzo e
una scoperta, unite da due elementi curvi laterali – proprio come lo stadio Berta. Dal quel progetto sonoperò
passati più di trent’anni, e al posto delle forme “futuriste” dell’impianto fiorentino troviamo le più evolute e
complesse strutture già sperimentate negli stadi di Roma e di Swindon: gli ormai “classici” telai a cavalletto in
cemento armato che sostengono le gradinate, i pilastri inclinati a sezione variabile, la pensilina di copertura a
sbalzo. Interessanti elementi di novità rispetto ai progetti per stadi precedenti sono costituiti dall’uso
dell’acciaio per la pensilina e dal trattamento superficiale dell’esterno delle gradinate, intarsiato con un
elegante disegno a losanghe composto dall’incastro dei pezzi prefabbricati.
Pier Luigi e Antonio Nervi, GoodHope Center, Cape Town, Sud Africa; joint-venture con lo studio
Colyn&Mering (1964-1980)
Il GoodHope Center è una delle opere internazionali più significative dello Studio Nervi negli anni ’60-’70, sia
per le dimensioni e le caratteristiche tecniche che per il suo significato politico e simbolico.
La municipalità di Cape Town incarica Nervi di realizzare uno spazio polifunzionale (mostre, manifestazioni
sportive, spettacoli ecc.) per complessivi 20.000 mq coperti e una capienza di circa 8000 spettatori. Il
progetto distribuisce le funzioni del complesso sul lotto triangolare assegnato articolando gli ambienti e i
servizi in costruzioni più basse, lasciando emergere la monumentale sala a pianta quadrata coperta con una
volta a crociera in cemento armato, la più grande di questo genere all’epoca. La struttura principale della
volta è costituita da imponenti archi in cemento armato, uniti da catene in cemento armato precompresso per
neutralizzare le spinte; le vele curve sono realizzate con elementi triangolari prefabbricati, che disegnano una
trama geometrica regolare sull’intradosso della copertura. All’interno, l’uso più libero possibile dello spazio è
garantito dalla presenza di tribune telescopiche retrattili, come nel progetto per l’aula polifunzionale a Kassel
(1960-61).
Quest’opera non ha solo una notevole valenza tecnica e costruttiva, ma rappresenta anche un importante
gesto contro la discriminazione razziale: il GoodHope Center è infatti il primo impianto sportivo multirazziale
realizzato in piena apartheid, poiché non prevedeva percorsi separati tra bianchi e neri come invece
accedeva in tutti gli edifici pubblici a Cape Town.
Pier Luigi Nervi con William and Tazewell&Associates, Sport Arena nel Cultural and Convention
Center di Norfolk (USA) (1965-71)
Pier Luigi e Antonio Nervi, Rupert Thompson Ice Arena Hockey Rink nel Dartmouth College, Hanover
(USA) (1967-75)
Dopo il grande successo degli impianti per le Olimpiadi romane del 1960, molte delle committenze che
arrivano allo Studio Nervi da ogni parte degli Stati Uniti, dove l’ingegnere italiano è ormai una vera e propria
celebrità, riguardano proprio impianti sportivi di ogni tipologia. Non tutti questi incarichi si concretizzano, ma
l’ingegnere riesce comunque a realizzare una serie di straordinarie architetture per lo sport negli USA, che gli
portano ulteriore fama e notorietà.
A partire dall’inizio degli anni Sessanta, il Dartmouth College di Hanover in Virginia gli affida il progetto prima
della Nathaniel Leverone Field House (1960-62) e poi della Rupert Thompson Ice Arena Hockey Rink (196775). Quest’ultimoè un impianto sportivo coperto per gli incontri di hockey su ghiaccio, in cui il campo centrale
è abbracciato da due tribune ad andamento parabolico in cemento armato e chiuso da un’interessante
copertura a volta con profilo parabolico, formata – come sempre nel metodo della “prefabbricazione
strutturale” nerviano – da elementi prefabbricati modulari in ferrocemento.
Sempre in Virginia, negli stessi anni, lo Studio Nervi segue il progetto del Cultural and Convention Center
(arena sportiva, salone per esposizioni, teatro) commissionato dalla municipalità di Norfolk. L’edificio
emergente del complesso è l’arena, che riprende (su esplicita richiesta della committenza)l’impianto il
palazzetto dello Sport di Roma – anche se ha una dinamica strutturale differente: una grande cupola in
cemento armato, composta da elementi prefabbricati, scarica su un anello perimetrale che poggia a sua volta
su una serie di imponenti pilastri esterni a sezione variabile sagomati a Y.
Nervi ha sempre più difficoltà a fare lunghi viaggi e si deve confrontare con l’impossibilità di seguire
personalmente i cantieri oltreoceano: in questo trova un supporto fondamentale nei figli che lo affiancano
nello Studio Nervi, in particolare Antonio e Mario. Altro problema comune alle opere americane è per luiil
controllo del progetto esecutivo: l’ingegnere non può qui usare la propria impresa di costruzioni per la
realizzazione dei progetti, e dunque deve affidarsi a professionisti locali, anche per la realizzazione dei
disegni esecutivi strutturali ed impiantistici.
Pier Luigi e Antonio Nervi, progetto di concorso per il Kuwait Sports Centre a Kuwait City (1968-69)
Il progetto che assorbe le energie dello Studio Nervi nell’ambito delle architetture sportive nell’ultimo scorcio
degli anni Sessanta, e che rappresenta la conclusione e il compendio di tutta la ricerca progettuale
precedente sugli stadi, è quello per il Kuwait Sports Centre.
Nel 1968 l’Emirato del Kuwait indice un concorso internazionale a inviti per la realizzazione di un impianto
sportivo olimpico: oltre a Pier Luigi Nervi, sono chiamati a partecipare Felix Candela, Lloyd Morgan & Jones e
Kenzo Tange – che sarà poi il vincitore.
La proposta firmata da Pier Luigi e Antonio Nervi presenta un complesso distribuito su un semplice e
razionale impianto planimetrico a schema quadrato disciplinato da due assi di simmetria, comprendente gli
edifici per le manifestazioni sportive (stadio, palazzo dello sport, stadio del nuoto) e per lo spettacolo, le
strutture per la pratica sportiva e gli allenamenti, i servizi e i parcheggi.
Cardine centrale e volume emergente del complessoè il monumentale stadio olimpico coperto a pianta
circolare, il cui elemento più sorprendente è la cupola, del diametro di circa 300 metri, formata da elementi
spaziali reticolari in alluminio e impostata su due anelli di travature reticolari sostenuti da un anello di 64
pilastri radiali in cemento armato a sezione variabile.
Un ormai anziano Nervi, sempre più coadiuvato dai figli, stupisce il mondo con la sua ancora viva curiosità
sperimentale, abbandonando l’ortodossia del cemento armato e del ferrocemento per lanciarsi nell’uso di una
complessa e ambiziosa struttura reticolare metallica.
IN CON-TATTO CON NERVI.
PARTECIPAZIONE E INTEGRAZIONE CON L’ARCHITETTURA
Nell’ambito della mostra il MAXXI Public Engagement propone un’occasione di incontro e condivisione a
partire dal palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi fino al museo di Zaha Hadid, due architetture che
modificano il paesaggio urbano del quartiere Flaminio.
In Con-Tatto con Nervi è un percorso inedito di integrazione pensato per coinvolgere un pubblico non
specializzato, anziani, migranti e persone con disabilità visive, in un’esperienza corporea coinvolgente, in
grado di comunicare in modo semplice e diretto i temi che contraddistinguono la ricerca architettonica del
grande ingegnere strutturista italiano.
Una passeggiata nel quartiere Flaminio, l’esplorazione del Palazzetto dello Sport e, a seguire nel MAXXI,
quella di materiali quali disegni, fotografie, tavole tattili e un piccolo modello dell’edificio, appositamente
pensati per proporre un momento di socializzazione, scambio di diverse percezioni ed emozioni.
Il piccolo modello, in scala 1:300, è stato realizzato da due studenti dell'Istituto per le Industrie Artistiche di
Roma, Aureliano Capri ed Elettra Renzi, che hanno reinterpretato i principi progettuali, fisici ed estetici del
Palazzetto dello Sport, l’edificio voluto dal Coni che doveva rispondere a esigenze precise: costo contenuto,
rapidità di costruzione e adattabilità a più usi, per discipline sportive diverse.
Alla base del progetto vi è lo studio delle tecniche innovative introdotte da Pier Luigi Nervi, in particolare il
ferrocemento, un sistema costruttivo a elementi prefabbricati che permise di dar vita a strutture plastiche di
grande luce, sfruttando la composizione dinamica delle forze. Nel Palazzetto la grande cupola a calotta
sferica (in totale 60 m di diametro) scarica la sua enorme spinta attraverso tre punti: i ventagli strutturali,
l’anello precompresso di fondazione e i cavalletti, i quali si diramano in un corpo obliquo ed un corpo
perpendicolare al terreno.
Nel modellino la sensibilità statica di Nervi è espressa tramite quattro piani concentrici in plexiglass, di cui il
primo è il punto di partenza delle forze mentre i restanti tre sono i punti di scarico, e fili che - partendo da una
colonnina, anch'essa in plexiglass - si snodano nei fori di ogni piano. Essi svolgono una duplice funzione:
ricreano l'estetica della trama geometrica delle nervature del soffitto e rappresentano le linee di forza che si
distribuiscono in maniera uniforme e simmetrica lungo l'intero perimetro.
Il modello esposto è una interpretazione del lavoro di Nervi del quale fornisce una lettura
semplificata,comprensibile e esplorabile tattilmente da tutti.
Progetto in collaborazione con il Centro regionale Sant’Alessio e Margherita di Savoia per Ciechi e con
l’associazione ‘Amate l’Architettura’
L’archivio Pier Luigi Nervi nelle collezioni del MAXXI Architettura
A cura di Carla Zhara Buda
Collana | Quaderni del Centro Archivi del MAXXI Architettura – Serie | Gli inventari
ISBN 978-88-907133-2-3
La parola inventario ha la stessa etimologia e dunque la stessa sfumatura di significato del verbo inventare,
ossia trovare cercando. In questa accezione la ricerca si palesa come attività creativa, foriera di visioni e
letture sempre nuove, a volte inaspettate o addirittura imprevedibili.
L'inventario è dunque il mezzo per descrivere dettagliatamente, sulla base della sua struttura logica, i
contenuti di un archivio - un archivio di architettura nel nostro caso - per far sì che questi possano essere
studiati, riletti, valorizzati, comunicati.
Attraverso l'attività espositiva, il supporto alla consultazione e alla ricerca, l'ordinamento e la catalogazione
dei materiali d'archivio nelle proprie collezioni, il MAXXI Architettura ormai da oltre un decennio lavora alla
conservazione, alla valorizzazione e alla condivisione del suo ingente quanto peculiare patrimonio.
La pubblicazione dell'Inventario dell'archivio Pier Luigi Nervi , uno dei primissimi fondi acquisiti, rappresenta
un nuovo passo lungo questo percorso con l'intenzione di essere il primo atto di una prossima attività di
redazione che coinvolgerà tutti i fondi più complessi conservati nelle collezioni del Museo di architettura, quali
ad esempio gli archivi di Sergio Musmeci, Enrico Del Debbio, Aldo Rossi, Carlo Scarpa, già ordinati e
catalogati e dunque pronti a trovare in forma cartacea una più fruibile possibilità di studio e di trasmissione.
La relazione osmotica tra archivio e ricerca, tra conservazione e valorizzazione, tra storia e architettura trova
quindi nella pubblicazione di questo inventario un'espressione concreta, in grado di restituire appieno la figura
e l'attività professionale di Pier Luigi Nervi, indiscutibilmente un inventore, che ha fatto della ricerca un'attività
creativa.
Gli Inventari costituiscono una sezione specifica all’interno della collana dei Quaderni del Centro Archivi
MAXXI Architettura e offrono una dettagliata descrizione dei grandi archivi presenti nelle collezioni del
MAXXI Architettura, mettendone in luce la ricchezza e la complessità.
Gli Inventari rispondono all’idea di offrire uno strumento di lavoro, utile per documentare il percorso
compiuto e il parziale e provvisorio punto di arrivo e soprattutto vogliono essere di stimolo per guardare
avanti e suggerire nuovi itinerari di studio, perché la ricerca, per definizione, non si esaurisce mai.