I due innamorati - Campus

Transcript

I due innamorati - Campus
Maria di Francia
I due innamorati
Lais
Il termine “lai” indicava, fino alla metà del xii secolo, un componimento di argomento sacro, in latino o in volgare, praticato dai
giullari bretoni e costituito da un canto con un accompagnamento
musicale. Nella seconda metà del xii secolo il lai divenne invece un
poemetto narrativo in versi, di argomento amoroso e fantastico,
simile alla coeva produzione romanzesca cortese. I dodici lais di
Maria di Francia, nata in Normandia e vissuta in Inghilterra, sono
la più celebre raccolta di questo genere di testi del xii secolo.
5
10
15
20
25
30
35
40
Il re aveva una figlia,
una ragazza bella e assai cortese.
Non aveva altri eredi all’infuori di lei;
e molto l’amava e le voleva bene.
La chiesero molti ricchi signori
che volentieri l’avrebbero sposata;
ma il re non la volle concedere a nessuno,
perché non poteva staccarsi da lei.
Era la sua unica risorsa,
e stava accanto a lei notte e giorno.
La fanciulla gli era di conforto,
da quando aveva perduto la regina.
Molti gliene facevano una colpa,
persino i suoi lo biasimavano.
Quand’egli sentì che se ne mormorava,
si addolorò, si afflisse molto.
Cominciò a riflettere
al modo di evitare
che qualcuno chiedesse in sposa sua figlia.
Vicino e lontano fece sapere e diffondere che,
chiunque volesse sposare sua figlia,
doveva essere al corrente di una cosa:
era stabilito e destinato
che avrebbe dovuto portarla in braccio
in cima al monte, fuori dalla città,
senza mai riposarsi.
Quando la notizia si sparse
e si diffuse per il paese,
parecchi tentarono
senza successo.
Vi fu chi si sforzò
fino a portarla a metà del monte;
non riusciva ad avanzare:
dovette lasciarla lì!
A lungo la fanciulla rimase nubile,
perché nessuno chiedeva la sua mano.
Nel paese c’era un giovane
gentile e bello, figlio di un conte.
Cercava di farsi onore
per distinguersi su tutti gli altri.
Il brano che segue narra una vicenda avvenuta nella città di Pitres,
in Normandia: una nobile fanciulla, a causa della gelosia del padre,
non può sposare l’uomo che ama; tenta di superare la difficoltà
grazie a un filtro magico, ma il giovane rifiuta di berlo e muore,
provocando di conseguenza la morte dell’amata.
Il testo originale è in distici di versi ottonari a rima baciata. La
traduzione italiana è in versi liberi.
45
50
55
60
65
Frequentava la corte del re,
assai spesso vi soggiornava.
Si innamorò della figlia del re,
e parecchie volte la pregò
di concedergli il suo amore
e di diventare la sua amica1.
Siccome egli era prode e cortese
e il re aveva stima di lui,
la fanciulla gli accordò il suo amore
ed egli umilmente la ringraziò.
Parlavano spesso insieme
e lealmente2 si amarono
e mantennero come potevano il segreto
sì che nessuno si accorgesse di niente.
La sofferenza li opprimeva,
ma il giovane pensava
che era meglio sopportare il dolore
che affrettarsi troppo e fallire.
Amore lo tormentava.
Poi avvenne che una volta,
in un incontro con l’amica, il giovane,
tanto saggio, prode e bello,
le manifestò e disse il suo dolore;
le chiese angosciato
di scappare con lui:
non poteva più sopportare quel tormento.
La fanciulla rifiuta di fuggire con l’amante perché ciò farebbe troppo soffrire suo padre. Suggerisce invece
un altro rimedio: una sua zia di Salerno potrebbe fornire al giovane un filtro magico per ottenere una
forza sovrumana e superare così la difficile prova, ingannando il padre geloso. Il giovane, persuaso, si reca
a Salerno e ottiene il filtro, poi torna dal re e chiede la mano della fanciulla. Il re, che lo vede di aspetto
meno robusto di altri pretendenti che pure hanno fallito, resta stupito dalla richiesta, ma organizza comunque la prova.
70
75
80
La fanciulla si preparò;
si sottopose a molte privazioni e digiunò
e dimagrì per diventare leggera,
perché voleva aiutare il suo amico.
Il giorno stabilito, quando tutti furono convenuti,
il giovane si presentò per primo;
non dimenticò affatto il filtro.
Vicino alla Senna, nella pianura,
fra la folla tutta riunita,
il re ha condotto la figlia.
Aveva addosso solo la camicia.
Il giovane la prese fra le braccia.
L’ampolla col filtro –
sa bene che lei non lo ingannerà –
le dà da portare in mano;
ma temo che gli servirà a poco,
perché in lui non c’era misura3.
1. la sua amica: la sua amante.
2. lealmente: fedelmente.
3. in lui non c’era misura: l’autrice anticipa
la conclusione del racconto, mettendo in luce
la causa della tragedia, la mancanza di misura,
cioè di equilibrio e di saggezza, del giovane.
85
90
95
100
105
110
115
120
125
130
135
Con lei si avvia a passo lesto:
salì fino a metà del monte.
Per la gioia di averla con sé,
dimenticò il filtro.
Lei si accorse che si stava stancando.
«Amico, gli dice, bevete!
So bene che siete affaticato.
Recuperate le vostre forze!»
Il giovane risponde:
«Bella, sento che il mio cuore è saldo,
a nessun costo mi fermerei
il tempo di bere,
sapendo di poter fare ancora tre passi.
Quella gente ci inciterebbe
e mi stordirebbe con le sue grida;
mi confonderebbe subito.
Non voglio fermarmi qui».
Arrivato a due terzi del cammino,
era lì lì per cadere.
La giovane lo supplicava più volte:
«Amico, bevete il vostro farmaco!».
Ma lui non volle ascoltarla né crederle;
con grande affanno percorse tutto il cammino.
Arrivò in cima al monte; si era tanto affaticato
che lì cadde e non si alzò più:
nel petto il cuore gli si spezzò.
La fanciulla vide così il suo amico,
pensò che fosse svenuto.
Si inginocchiò accanto a lui;
voleva dargli il filtro,
ma lui non le poteva parlare.
Lì morì come vi ho raccontato.
Lei lo pianse con alte grida,
poi gettò e sparse
la fiala dov’era il filtro.
Il monte ne fu bene irrorato;
gran giovamento ne trasse
tutto il paese e la contrada:
lì hanno trovato molte buone erbe,
germogliate dal filtro.
Vi parlerò adesso della fanciulla.
Dopo aver perduto il suo amico,
provò un terribile dolore.
Ecco che si corica e stende accanto a lui,
lo stringe e lo prende fra le sue braccia;
più e più volte gli bacia gli occhi e la bocca.
Il dolore per lui le spezza il cuore:
lì morì la fanciulla
che era tanto virtuosa e saggia e bella.
Il re e quelli che li aspettavano,
vedendo che tardavano a venire,
li andarono a cercare e li trovarono.
Il re cadde a terra svenuto.
Quando riuscì a parlare, scoppiò in gran lamenti,
140
145
e con lui la gente convenuta4.
Li tennero tre giorni sopra la terra.
Fecero cercare un sarcofago di marmo,
e vi misero dentro i due giovani;
dietro consiglio dei presenti
li seppellirono sul monte,
e poi tutti si separarono.
Per la vicenda dei due giovani
il monte ha preso il nome «dei Due Innamorati».
Così accadde come vi ho raccontato;
i Bretoni5 ne fecero un lai.
4. convenuta: venuta insieme a lui ad assistere
alla prova.
5. Bretoni: la vicenda si svolge in Normandia,
ma a comporre il poemetto a cui l’autrice dichiara di ispirarsi sono i Bretoni perché i lais
erano un genere tipico dei giullari bretoni e
perché l’argomento amoroso rende il racconto
di Maria affine alla «materia di Bretagna».