Scuola Velieri

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Scuola Velieri
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Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
semplicemente provare l’esperienza di ritrovarsi in cima ai pennoni di uno splendido veliero? Niente di più facile, perché in
questa nostra era tecnologica, paradossalmente o forse per fortuna, è ancora possibile trovare un imbarco e partecipare alle
manovre di bordo su alcuni velieri del secolo scorso che solcano
i mari come ai tempi passati. Gli amanti dell’informatica questa
volta potrebbero rimanere delusi: non occorre, infatti, rivolgersi
agli esperti di realtà virtuale o costruire avveniristiche macchine
del tempo per realizzare questo sogno, ma è sufficiente essere
animati da un po’ di spirito d’avventura e da tanta voglia di imparare.
ARMATORI DEL TEMPO
A scuola
nel sogno
di Federica Ameglio
l veliero avanzava a fatica, sconquassato dal vento e dalle
grandi onde che piombavano sul ponte come elefanti agili e
molli. La nave discendeva con velocità inaudita dalle creste
sfrangiate, scaraventata senza tregua in fondo a quei burroni
d’acqua, per poi frenare violentemente la sua corsa nell’incavo dei
flutti. Era la prima tempesta che il giovane equipaggio si trovava
ad affrontare. A bordo l’attività era frenetica, tutti correvano da
una parte all’altra del ponte di comando, aggrappandosi con ansia alle cime, mentre un ufficiale urlava ordini secchi e perentori
che a tratti il vento ricopriva. Il fasciame sembrava gemere di dolore ogni volta che lo scafo s’innalzava fino al cielo grigio e buio,
I
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A volte capita di
vivere delle esperienze
e non capire bene
se si tratta di realtà
o di sogno.
Viaggiare su antichi velieri è
un’avventura che può giustamente
annoverarsi tra queste
bi. Variano di conseguenza anche i costi: si parte dai 200 fino ad
arrivare ai 1.500 euro. Chi invece non ama varcare i confini, e intende fermarsi nel nostro vecchio, caro Mediterraneo, può sempre
rivolgersi ad alcune associazioni di appassionati italiani che organizzano corsi di vela d’altura su bellissime imbarcazioni d’epoca, senz’altro più piccole dei grandi velieri della storia, ma non
per questo meno impegnative da condurre. Gli itinerari proposti,
in questo caso, toccano le coste più belle dell’Italia, della Dalmazia e della Grecia, o prevedono la navigazione nel santuario dei
cetacei dell’alto Tirreno. La durata della crociera può essere anche
solo di un fine settimana, con costi a partire da 125 euro.
Sia in Atlantico che nel Mediterraneo le crociere hanno solitamente inizio in primavera o in estate, quando le condizio- In generale, le compagnie che hanno ristrutturato e ora possiedono questi giganti del mare sono costituite sotto forma di associazione “non profit” e richiedono, in cambio dell’imbarco, una
collaborazione economica per coprire le spese di gestione della
crociera e di manutenzione del veliero. Il loro vero scopo resta
però quello di incentivare l’amore per le arti della navigazione a
vela, e per realizzarlo si servono di veri e propri gioielli della marineria, perfettamente allestiti e condotti da ufficiali di carriera
o, in ogni caso, da velisti professionisti. La maggior parte di queste compagnie ha sede nell’Europa del nord, e organizza crociere
di vario tipo: si va dalle navigazioni lungo le coste dei fiordi norvegesi fino alla più impegnativa traversata dell’oceano Atlantico.
Ovviamente, la durata del viaggio dipende dalla rotta da seguire:
le crociere vanno da un minimo di cinque ad un massimo di venticinque giorni, necessari per attraversare l’oceano fino ai CaraiMomenti di vita
a bordo del Cutty
Sark e altre Tall
ship. Su queste
navi tutto è
rimasto come era
all’epoca in cui
operavano sui
mari di tutto
il mondo
sopra un mare ribollente di schiuma bianca.
Potrebbe iniziare così un racconto uscito dalla penna di Jack
London o di Francisco Coloane, ambientato in mezzo alle burrasche dello stretto di Bering o di Capo Horn, o una pagina del diario di un cadetto al suo primo imbarco su un brigantino inglese.
Letture affascinanti, senza dubbio, ma a chi non piacerebbe ingannare la storia e viverle dalla parte del protagonista, prendendo il posto di un capitano di vascello a caccia d’avventure, o
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ni meteorologiche permettono navigazioni più sicure; per chi ama
le emozioni forti, in ogni caso, è sempre possibile trovare qualche imbarco invernale. Non occorre essere provetti marinai per affrontare questi viaggi: è un’esperienza alla portata di tutti, uomini e donne, ragazzi e adulti; gli unici requisiti sono le buone
condizioni fisiche, la capacità di adattamento e tanta voglia di
familiarizzare. Alcuni corsi, poi, sono dedicati esclusivamente ai
giovani fra i sedici ed i venticinque anni, proprio come avviene
per gli ufficiali di marina di molte nazioni, la cui formazione passa ancora attraverso queste esperienze.
VITA DA MARINAI0
Appena saliti a bordo, ogni “allievo” viene assegnato a una delle
squadre a cui, a turno, sono affidate tutte le attività previste per
la condotta del vascello. Ogni squadra è coordinata da un caposquadra (solitamente un membro stabile dell’equipaggio) al quale
spetta il compito di sorvegliare attentamente l’operato del suo
gruppo, rispondendone direttamente al comandante. Le incombenze a bordo sono molto varie e, durante i turni chiamati “quarti” pechè abbracciano un periodo di quattro ore, ogni squadra
svolge a rotazione una delle mansioni previste dal regolamento di
bordo, senza differenza di grado o di capacità: si va dall’aiuto in
cucina all’apprendimento dell’arte dei nodi, dalle lezioni sull’armo
velico alle tecniche di navigazione con il sestante. Niente GPS,
ecoscandaglio o connessioni interplanetarie, dunque, ma pieno rispetto delle metodologie e delle caratteristiche storiche della nave anche nell’impiego della strumentazione di bordo. In ogni quarto c’è sempre qualcuno cui spetta l’onere della manutenzione e
della pulizia del veliero, a cominciare dal lavaggio del ponte fino
alla lucidatura degli ottoni. Poi, al momento del pranzo o della cena, i gruppi si avvicendano intorno alla grande tavola della sala
mensa per consentire che vi sia sempre una squadra impegnata alle manovre. Naturalmente, chi è di
turno alle cucine, oltre a pranzare
per ultimo, deve assumersi anche il
poco ambito incarico di lavare piatti e pentole.
Gps, radar e elettronica in
generale sono banditi da questi
velieri che navigano ancora con
l’ausilio del sestante
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Il corso sulla nave-scuola prevede però anche momenti più entusiasmanti dei servizi di cucina: a ciascuno tocca almeno una volta, ad
esempio, l’ebbrezza di prendere posto al timone del veliero, conducendolo lungo la rotta prestabilita e impartendo gli ordini necessari all’equipaggio. A ogni “marinaio esordiente” capita inoltre di dover affrontare, con l’aiuto dei gabbieri istruttori e rigorosamente con
l’imbragatura di sostegno, la pericolosa salita a trenta metri d’altezza sui pennoni, per sciogliere o serrare le vele. Vedersi affidata la
responsabilità delle lunghe guardie notturne, mentre tutti dormono
sottocoperta, nelle comode amache che conciliano il sonno. Queste
ore di guardia in solitudine, d’altronde, esercitano un fascino singolare su tutti i neofiti della navigazione: con il buio il cielo si popola di una miriade di stelle, il vascello si anima di tanti, impercettibili rumori, e il mormorio del vento e del mare si accendono, assumendo il timbro e il calore della voce umana.
A bordo non esistono avvolgifiocchi o winch elettrici, e le vele devono essere manovrate con il solo aiuto delle braccia. Per riuscirci,
tutti i membri di ogni squadra devono agire come se fossero un solo uomo in lotta contro la volontà del vento con tutte le sue forze.
Viste le latitudini a cui si naviga può accadere di dover affrontare
un groppo di vento o qualche bassa pressione. In quelle occasioni,
tutti saranno chiamati ad aiutare la squadra di turno alle manovre
e, sotto il comando dei capisquadra, dovranno affrontare il difficile compito di dare una mano ai gabbieri istruttori per ridurre rapidamente la velatura. Mentre il mare cresce, governare la nave diventerà sempre più difficile, allora ciascuno dovrà cercare di dare il
meglio di sé, senza intralciare gli altri o creare confusione. Niente
paura, però, perché non capita mai di dover fronteggiare burrasche
di tre giorni, o di ritrovarsi legati all’albero per evitare di es- Fare un corso su
una di queste
navi non significa
solo imparare
cose nuove,
ma anche fare
qualche giorno di
sana e faticosa
palestra cazzando
drizze e
spingendo argani
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Lezione sul ponte del Cutty Sark.
Di fianco ragazzi in manovra sui pennoni
INDIRIZZI UTILI
Francia
FONDATION BELEM
tel. +33/1/58404646
www.fondationbelem.com - [email protected]
Gran Bretagna
TALL SHIPS YOUTH TRUST
tel. +44/2392/832055
www.sta.org.uk - [email protected]
Olanda
HISTORISCHE ZEILVAART HARLINGEN
tel. +31/517/413242
www.historischezeilvaart.nl - [email protected]
Irlanda
ASGARD II
tel. +353/1/6792169
www.irishsailtraining.com - [email protected]
Italia
I VENTURIERI
www.iventurieri.it - [email protected]
(anche corsi di restiling e di costruzione di barche)
SAIL TRAINING ASSOCIATION
tel. 010/2543652 - Fax: 010/2516168
Norvegia
CHRISTIAN RADICH
tel. +47/22/478270
www.radich.no
SORLANDET
tel. +47/38/29890
www.fullriggeren-sorlandet.no
STATSRAAD LEHMKUHL
tel. +47/55/301700
www.lehmkuhl.no - [email protected]
Polonia
POGORIA
www.pogoria.pl
tel. +48/58/614770 - fax: +48/58/206225
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sere spazzati via dalle onde che si abbattono sul ponte come montagne: tutte le scuole, infatti, pongono la massima attenzione al
fattore sicurezza, e un ufficiale addetto alla radio trasmette costantemente il contenuto dei bollettini meteorologici al comandante, che decide di conseguenza la rotta da tenere, evitando le
perturbazioni più pericolose.
Durante la navigazione s’impara a non avere tentennamenti o incertezze, essere sempre pronti ad aiutare i compagni e a dare tutto il proprio contributo al team. La cosa più importante, però, è
essere consapevoli della responsabilità che ciascuno assume
quando gli viene affidata la sicurezza di sé stesso e degli altri. Le
donne sembrano essere particolarmente portate per tale ruolo, e
difatti sono molto numerose nei gruppi di allievi ospitati sulle navi-scuola, in cui appaiono pienamente a proprio agio anche perché, difficile a credersi ma vero, soffrono meno il mal di mare degli uomini, dormono per meno ore e sopportano facilmente le
condizioni spartane richieste a bordo. Creare un equipaggio in poco tempo non è cosa facile, visto che ci vogliono almeno due tre giorni per creare la necessaria sintonia, ma con il fervore e la
collaborazione di tutti, alla fine della vacanza si potranno scoprire capacità in noi stessi e negli altri che mai avremmo sospettato. E anche se qualche notte la guardia di turno avrà chiamato
per errore tutti gli uomini alle manovre, e saremo saliti in coperta con gli occhi ancora chiusi dal sonno, quei suoni e quei momenti rimarranno come un tocco di emozione in più nella nostra
avventura.