dal 25 novembre al 1 dicembre 2015

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dal 25 novembre al 1 dicembre 2015
AGGIORNAMENTI INTERNAZIONALI
-25 novembre/1 dicembre 2015-
Guerre popolari e controrivoluzione
Filippine
28 novembre 2015
Venerdì sera 27 novembre, due sottufficiali sono stati uccisi e tre altri militari feriti in un’imboscata del NPA in
Catbalogan City (Samar). Il distaccamento era andato al campo Lubkan sede dell’esercito filippino a Visayas
Oriental (Catbalogan City) per cercare il bilancio mensile delle indennità dei pasti forniti al 14° battaglione di
fanteria, pari a 1,8 milioni di pesos. Viaggiavano su un camion in direzione della base di Barangay Dao, quando i
guerriglieri nascosti ai bordi della strada hanno fatto esplodere un ordigno rudimentale, prima di sparare con
armi automatiche. Due sottufficiali sono stati uccisi e tre militari feriti in seguito allo scoppio e i guerriglieri
sono ripartiti con armi e denaro.
Tre giorni prima dell’imboscata il 24 novembre, i combattenti del NPA ne avevano tesa un’altra a un gruppo di
soldati nella città di Catarman, Samar del Nord, uccidendo un soldato e ferendone cinque altri.
India
30 novembre 2015
Sabato 28 novembre, due guerriglieri maoisti sono stati uccisi e altrettanti quadri femminili arrestati a
conclusione di una sparatoria con le forze di sicurezza, mentre un soldato della CRPF è stato ferito
dall’esplosione di un ordigno rudimentale in due incidenti distinti nel Chhattisgarh.
Due guerriglieri sono stati uccisi dalle forze di sicurezza nella regione di Abhujmad, nel distretto Narayanpur. In
una zona remota della foresta si è svolta la sparatoria fra una squadra congiunta della Special Task Force e del
District Reserve Group e una brigata di maoisti. I soldati stavano conducendo un’operazione di rastrellamento
alla vigilia della settimana annuale del “People’s Liberation Guerrilla Army” (Esercito guerrigliero per la
liberazione popolare, n.d.t.) (dal 2 all’8 dicembre) quando si sono imbattuti in combattenti del Partito
comunista dell’India (maoista).
Mentre i compagni si ritiravano alla fine della sparatoria, due compagne sono state catturate dalle forze di
sicurezza.
Nel distretto di Sukma, un soldato della CRPF è stato ucciso dopo aver camminato su un ordigno rudimentale
piazzato dai guerriglieri maoisti. Ciò è avvenuto quando una squadra del 74° battaglione della CRPF si è avviata
verso un mercato locale dove i soldati dovevano garantire la sicurezza.
Lotte e repressione
Francia
25 novembre 2015
Il 22 novembre, in seguito a una manifestazione solidale verso gli immigrati, l’identità di 58 persone individuate
era stata trasmessa al procuratore per “aver manifestato malgrado la situazione d’emergenza”. Parecchi hanno
ricevuto le convocazioni per “audizioni libere” e in seguito sono stati sottoposti a custodia cautelare.
L’audizione libera dovrebbe fornire uno status fra quello del testimone e quello sotto custodia.
25 novembre 2015
Martedì 24 novembre, il Tribunale per l’applicazione delle pene di Parigi ha accettato la domanda di libertà
condizionale presentata da Lorentza Guimon, ex-militante francese di ETA affetta dal morbo di Crohn. Un
esame medico eseguito in agosto 2015 aveva rilevato le difficoltà nel controllo del trattamento per la 46enne
Lorentza Guimon detenuta a Rennes, che soffre di questa malattia cronica al sistema digerente da parecchi
anni. Arrestata nel 2003, deve scontare una pena di 20 anni di prigione a causa dell'accumulo di varie condanne
per aver svolto attività dentro ETA.
La procura ha immediatamente fatto ricorso contro la decisione del suddetto Tribunale. L’avvocato della
prigioniera ha affermato “La giurisprudenza della camera per l’applicazione delle pene in materia ci obbliga ad
essere molto prudenti, perché una decisione favorevole riguardante un altro prigioniero all’inizio del 2015 è
stata cancellata in appello”.
25 novembre 2015
Martedì 24 novembre, due anni di prigione sono stati richiesti contro otto ex salariati della fabbrica Goodyear
di Amiens Nord per il sequestro di due dirigenti compiuto nel 2014, durato 30 ore. Perseguiti davanti al
tribunale penale di Amiens per “sequestro e violenze in gruppo” il procuratore ha chiesto contro ciascuno di
loro una condanna a 2 anni: un anno di “fermo pianificato” e un anno di libertà vigilata. Fra il 6 e il 7 gennaio
2014, il direttore delle risorse umane e quello della produzione di detta impresa con 1.143 dipendenti, chiusa
qualche giorno dopo, erano stati trattenuti nei locali della fabbrica di pneumatici occupata da varie decine di
operai, prima di essere lasciati andare senza fare loro violenza.
Fra i tanti testimoni succedutisi alla sbarra, un’ispettrice del lavoro ha spiegato la “gestione patogena” della
direzione Goodyear. Il CHSCT (comitato per l’igiene, la sicurezza e le condizioni di lavoro) ha registrato 14
suicidi in meno di due anni. Il processo si è svolto senza lagnanze: Goodyear aveva in realtà ritirato la sua
denuncia applicando l’accordo di conclusione del conflitto firmato con i sindacati a fine gennaio 2014 e lo
stesso hanno fatto i due dirigenti che hanno desistito dopo aver sporto in un primo tempo denuncia a titolo
personale. La sentenza è prevista il 12 gennaio 2016.
26 novembre 2015
Proclamato a causa degli attentati islamici del 13 novembre, lo stato d’emergenza è già servito a reprimere a
più riprese dei progressisti. All’espulsione di occupanti con un’irruzione a Lille, l’annullamento delle
mobilitazioni contro COP21 (conferenza sul clima di Parigi, n.d.t.) e agli arresti di manifestanti partecipi di una
manifestazione vietata da misure d’emergenza, si aggiunge un’altra “operazione antiterrorista” contro una
fattoria biologica del Périgord. Su ordine del prefetto del dipartimento, martedì 24 novembre dieci gendarmi si
sono introdotti nella fattoria in cerca di “persone, armi oppure oggetti suscettibili d’essere legati ad attività di
natura terrorista”, in relazione agli attacchi del 13 novembre. Al termine di 2 ore e 40 minuti di ricerche, un
gendarme interroga i due proprietari “G8, vertici europei, manifestazioni per l’ambiente, non vi dicono nulla?”
prima di parlare di un’azione in particolare, il blocco del pedaggio di Mussidan contro l’aeroporto di Notre
Dame des Landes due anni fa. Computer e telefoni sono stati collegati a una macchina che ne ha copiato il
contenuto. Infine i gendarmi se ne sono andati con le pive nel sacco alle 10 del mattino.
L’indomani parecchie abitazioni di militanti anarchici di Périgueux sono state pure perquisite, i dati informatici
sequestrati e i luoghi fotografati.
27 novembre 2015
A qualche giorno dall’apertura di COP21, molte persone hanno presentato un procedimento di libertà contro
l’ordinanza prefettizia che vieta fino al 30 novembre le manifestazioni. Il ricorso è stato respinto giovedì 26
novembre e la repressione non si è fatta attendere: una delle persone che ha presentato il ricorso si è vista
convocare in tribunale. Dopo essere stato pedinato tutta la mattina dai poliziotti, che infine sono riusciti a
individuare dove abitava (non trovandolo), il richiedente è stato visitato a casa dalla polizia. È stato pure
convocato al commissariato di Vanves. Alle prime ore del mattino è stato perquisito un posto occupato,
sarebbero stati portati via computer e alcune persone sarebbero state assegnate agli arresti domiciliari.
29 novembre 2015
Parigi:100 arresti alla manifestazione contro COP 21
A fine mattinata è stata formata una catena umana fra République e Nation, con migliaia di persone.
Inizialmente, si doveva tenere una manifestazione su questo tracciato, ma è stata annullata dopo gli attentati
del 13 novembre. Una parte della folla se n’è andata verso le 12:30, mentre continuavano azioni a Place de la
République. Poco prima della 14 un corteo ha tentato d’imboccare avenue de la République, dietro a uno
striscione di parecchie organizzazioni anarchiche. Dopo un faccia a faccia teso con i CRS di una ventina di
minuti, i manifestanti hanno cominciato a fare il giro della piazza scontrandosi su ciascuna arteria con l’ostacolo
da parte dei poliziotti. Fra gli slogan lanciati “Polizia ovunque, giustizia da nessuna parte”, “Ce ne freghiamo
dello stato d’emergenza, non vogliamo assolutamente lo Stato”, “Polizia nazionale, polizia del Capitale” o
ancora “Sbirri porci assassini”.
Al lancio di vari oggetti, i CRS hanno risposto con cariche e sparando candelotti lacrimogeni, che hanno
avvelenato place de la République per quasi un’ora.
In tutto questo tempo un buon migliaio di persone ha continuato scandire slogan per la difesa del clima, prima
di andarsene progressivamente dal luogo. Poco dopo le 15, i furgoni della polizia hanno cominciato a invadere
place de la République per sgomberare i manifestanti ancora presenti. Mentre un gruppo di una cinquantina di
persone bloccata contro un muro dai CRS scandiva “Più caldo, più caldo il clima!”, la folla riunita tutt’intorno
intonava “Liberate i nostri compagni”. Il faccia a faccia è proseguito a lungo, fino al fermo con il contagocce
poco dopo le 16. Gli arrestati venivano in seguito messi su un autobus della polizia. Prima delle 17 la prefettura
di polizia di Parigi ha parlato di un centinaio di fermi.
Germania
29 novembre 2015
Venerdì 27 novembre, rispondendo all’appello “La volontà rivoluzionaria non si arrenderà” a Stoccarda si è
svolta una grande manifestazione per denunciare la repressione dello Stato tedesco contro le forze
progressiste turche e kurde in Germania e sostenere i rivoluzionari prigionieri. Più specificamente i
manifestanti hanno sostenuto i militanti arrestati e accusati d’essere membri del PKK o del TKP/ML. La
Confederazione dei lavoratori turchi in Europa” (ATIK) in aprile è stata vittima di un’operazione simultanea
svoltasi in Germania, Francia, Svizzera e in Grecia per legami con l’organizzazione rivoluzionaria TKP/ML che in
Turchia e Kurdistan lotta e che combatte DAESH in Siria.
Palestina
26 novembre 2015
Due adolescenti di 16 e 14 anni a Gerusalemme, gravemente ferite dopo essere state colpite a più riprese,
giacevano al suolo quando due israeliani armati sono sopraggiunti, finendole con molti colpi. Le due cugine
erano originarie del campo profughi di Kalandia, a nord di Gerusalemme. Hadeel Wajih Awad era la sorella
minore di Mahmoud Awad, ucciso dalle forze israeliane in scontri scoppiati al checkpoint di Kalandia ai primi
del 2013.
Inoltre, durante scontri a Qatanna nella Cisgiordania occupata a ovest di Gerusalemme, giovedì 26 novembre
un palestinese di 21 anni è stato ucciso da colpi sparati dai soldati israeliani. Il giovane è stato colpito alla testa
durante scontri con i soldati israeliani.
1° dicembre 2015
Domenica sera, 29 novembre, a Gerusalemme Est un 15enne palestinese è stato ucciso in scontri fra
manifestanti palestinesi e forze di sicurezza israeliane. Prima, la domenica, una dozzina di palestinesi è stata
ferita in Cisgiordania durante violenti scontri con le forze di sicurezza israeliane. Inoltre, domenica mattina un
poliziotto israeliano è stato ferito a colpi di coltello alla porta di Damasco, nella città vecchia di Gerusalemme. È
stato ricoverato in ospedale. Il suo aggressore è stato ucciso da altre guardie di frontiera che gli hanno sparato.
L’esercito israeliano durante la notte fra sabato 28 e domenica 29 novembre ha chiuso la terza stazione radio
palestinese in un mese a Hebron, in Cisgiordania, con l’accusa di incoraggiare le violenze. Le forze militari
hanno sequestrato il materiale di diffusione della stazione radio denominata “Dream”. Due stazioni radio
private palestinesi a Hebron, “Al-Khalil” e “Al-Hourriya”, pure accusate di incoraggiare la resistenza sono state
chiuse a novembre dall’esercito israeliano.
Due altre radio palestinesi, di cui una Hebron e l’altra a Jenin, nel nord della Cisgiordania, sabato 28 novembre
hanno dichiarato di essere state minacciate di chiusura da Israele che le accusa di “incitare alla violenza” contro
le truppe d’occupazione. Ci sono quasi 90 stazioni radio locali in Cisgiordania e nella striscia di Gaza e 18 catene
televisive.
Belgio
26 novembre 2015
Il progetto liberale di legiferare contro il diritto di sciopero è ormai nero su bianco in una proposta di legge del
20 novembre 2015. Spinto dal suo capogruppo alla camera, Denis Ducarme, l’MR (partito liberale di centro,
n.d.t.) presenta un disegno di legge teso a rendere illegali i picchetti di sciopero. Questo testo data 20
novembre ed è stato consegnato da 9 deputati MR, fra cui il presidente Olivier Chastel.
La nozione di diritto al lavoro prevista dalla costituzione prevede il diritto ad avere un lavoro, la libera scelta di
un’attività professionale, il diritto a condizioni lavorative e retributive adeguate e alla negoziazione collettiva. A
queste garanzie costituzionali MR vuole aggiungere il diritto a entrare nel proprio posto di lavoro senza ostacoli
e a proseguire le proprie attività economiche. Ogni tentativo illegittimo effettuato volontariamente contro
queste libertà è proibito. Sarà compito del giudice deliberare. Senza intralcio, dunque. Queste parole sono
comparse nell’ultima versione del testo. I picchetti di sciopero sono effettivamente presi di mira. Eppure,
secondo la carta sociale europea e OIT (organizzazione internazionale del lavoro, n.d.t) i picchetti di sciopero
sono parte integrante del diritto di sciopero.
30 novembre 2015
Un dispositivo incendiario artigianale (taniche con liquido infiammabile collegate fra loro e connesse a un
sistema d’accensione) è stato scoperto sotto cinque veicoli militari della caserma di Heverlée (Lovanio) nel
Brabante fiammingo. Il sistema d’accensione non ha funzionato e nessun dispositivo si è innescato, non ci sono
vittime, né danni. I sistemi sono stati neutralizzati dagli artificieri. È stata aperta un’inchiesta dal Servizio
d’informazione intelligence e di sicurezza (SGRS) – detto altrimenti, l’intelligence militare – ed è stato richiesto
alle altre caserme di aumentare la vigilanza.
1° dicembre 2015
In occasione del suo 30° anniversario (15° anniversario sotto il nome “Soccorso rosso”), il SR del Belgio
organizzerà una mostra storica consistente in tre parti: la prima, la principale, dedicata all’attività del Soccorso
Rosso Internazionale in Belgio, dal 1925 al 1945; la seconda riguardante il Soccorso Rosso negli anni ’70 e
l’ultima su quello la cui storia inizia nel 1985. La mostra conterrà numerosi pezzi originali (volantini, manifesti,
documenti interni, opuscoli e diari di membri). Un piccolo film illustrante la storia del Soccorso Rosso
Internazionale sarà proiettato di continuo (sottotitolato in inglese).
La mostra durerà da sabato 12 a martedì 15 dicembre, al Pianofabriek. La sera del 12 e del 15, nella vicina sala
cinematografica si terranno due serate speciali:Per la serata inaugurale, Jean Lemaitre, autore di “E’ un bel
nome compagno / Jean Fonteyne,avvocato dell’Internazionale comunista”, ci presenterà il percorso di suo
nonno Jean Fonteyne, dirigente del Soccorso Rosso del Belgio negli anni ’30. Al termine del dibattito si svolgerà
una proiezione eccezionale del piccolo film sulla manifestazione, organizzata dal Soccorso Rosso nel 1932, in
omaggio dell’operaio scioperante, Tayenne, ucciso dalla polizia.
La serata di chiusura sarà di sostegno al Rojava.
Kurdistan
25 novembre 2015
Mentre le YPG/YPJ (Forze per la difesa del popolo/delle donne) e la coalizione da loro guidata (Forze
Democratiche Siriane, QSD) proseguono sul cammino verso la vittoria contro gli islamici a sud-est e all’ovest del
Rojava, l’esercito turco si concentra alla frontiera con la città siriana di Tal Abyad (Gire Spi) sotto il controllo
delle YPG. Dal 24 ottobre l’esercito turco ha aggredito regolarmente le forze kurde. Durante l’ultimo attacco in
ordine di data ha bombardato a colpi di mortaio le posizioni YPG a Zeytuna dalla mezzanotte alle 5 di mattina
del 25 novembre. Le YPG hanno dichiarato di non avere subito perdite umane a causa di questo
bombardamento.
Contemporaneamente nella stessa città ISIS ha lanciato una campagna sanguinaria tramite attentati suicidi
contro le YPG, provocando il 22 novembre 20 morti.
Spagna
26 novembre 2015
La 15^ Camera della corte provinciale di Madrid ha condannato Fran Molero, uno dei partecipanti alla
manifestazione “Accerchiate il Congresso”, membro del “Sindacato andaluso dei lavoratori” (SAT), a una pena
di 5 anni di prigione. Secondo la corte, l’accusato aveva partecipato a una manifestazione davanti alla camera
dei deputati, seguita poi da un corteo verso il Paseo del Prado con lanci di pietre contro la polizia. Gli è stata
inflitta una condanna a 3 anni e un giorno di prigione per “attacchi con mezzi pericolosi” e a un anno, due volte,
per “ferite”. Inoltre, dovrà indennizzare i 3 poliziotti feriti rispettivamente per 5.700 euro, 10.300 euro e 810
euro. Il 19 novembre, una manifestazione solidale ha riunito 150 partecipanti a Malaga.
Turchia/Kurdistan
28 novembre 2015
Questa mattina, Tahil Elçi, presidente del foro di Diyarbakir (capitale informale del Kurdistan, il cui nome kurdo
è Amed) e celebre avvocato indipendente vicino alla causa kurda è stato ucciso a Diyarbakir, nel distretto di
Sur. La polizia quasi per riflesso ha dichiarato che è stato il PKK all’origine dell’esecuzione, ma l’autopsia ha
rapidamente rivelato che Tahir è stato colpito alla nuca da un proiettile della polizia. Tahir Elçi era stato
detenuto per aver dichiarato che PKK non era un’organizzazione terrorista.
Uno scambio di colpi si è udito in strada, si può vedere in un video amatoriale dei poliziotti girarsi verso Tahir e
sparargli contro. Per il momento s’ignorano ancora le circostanze esatte della sparatoria, che sarà
probabilmente difficile chiarire, viste le prime dichiarazioni dei giudici turchi. Questo 28 novembre segna il 37°
anniversario del PKK.
Turchia
28 novembre 2015
In seguito all’esecuzione qualche ora fa di Tahir Elçi, celebre avvocato kurdo, da parte della polizia turca, in
tutta la Turchia e il Kurdistan si svolgono manifestazioni. A Istanbul, la polizia interviene con gli idranti contro i
manifestanti.