La tomba del vivente - Santi Pietro E Paolo

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La tomba del vivente - Santi Pietro E Paolo
ANNO XX
Numero 176
PERIODICO DELLA PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO
Via Dante, 25 - OPERA - Telefono 02/57600310 - [email protected]
17 Aprile 2011
Editoriale
La tomba del vivente
Prendiamo in prestito questa riflessione per augurare una Santa Pasqua e per spiegare il segno della
Resurrezione che troverete davanti all’altare dalla notte pasquale: la pietra del sepolcro vuoto
“Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino,
quand’era ancora buio, e vide che la pietra
era stata ribaltata dal sepolcro.”(Gv 20,1)
Da questo saprò che sono vivo per sempre:
se porto in me la radice dell’amore;
Cristo risorto abbatte i muri,
rotola via con forza l’inutile masso
C’è una pietra tombale davanti al cuore,
masso informe che oscura la fede
e non permette di cantare vittoria
per la sconfitta della morte.
Eppure il sepolcro è vuoto e io
continuo a piangere senza speranza;
talmente la morte è conficcata
nella mia natura, che la porto nel cuore.
Non spero la vita, conosco solo il dolore;
fuggo lontano dai sepolcri sigillati
e mi trovo a vagare in mezzo ad essi.
Tutti sono morti, ben dentro la tomba.
Sepolcri imbiancati, giardino dei morti,
tombe monumentali che contengono
i cadaveri di quelli che non sono più amati
oltre la barriera della morte.
Eppure la tomba di Cristo è vuota,
spalancata dalla forza dirompente
della vita che nessuna fossa
può trattenere nella fredda terra.
E Gesù risorge dalla morte per me,
abbatte i muri della mia disperazione,
infrange il cuore sigillato, apre all’uomo
un nuovo orizzonte di eternità.
Ora mi sento amato da Dio
di un amore che attraversa il sepolcro
per entrare dentro di me, facendomi
rialzare dalla prostrazione mortale.
È l’amore che rimuove la pietra,
l’amore che trasforma il cuore;
è l’amore che vince la morte,
l’amore che mi fa finalmente amare.
perché ormai la tomba è vuota
ed ha riempito il mio cuore
della luce sfolgorante dell’amore
che risuscita i morti. Alleluia!
padre Benedetto, Monaco benedettino
dell’abbazia di San Ruffino, Amandola (FM)
Celebrazione della Pasqua 2011
Settimana autentica (Santa)
Domenica delle Palme 17 Aprile
Lunedì Santo
18 Aprile
Martedì Santo
19 Aprile
Mercoledì Santo
20 Aprile
S.Messa, ore 8, 11.15, 18
Processione con ulivi, S.Messa, 9.45
S.Messa ore 17
Confessioni, ore 17.30-19.15
S .Messa ore 17
Confessioni, ore 17.30-19.15
S.Messa ore 17
Confessioni, ore 17.30-19.15
TRIDUO PASQUALE
Giovedì Santo
21 Aprile
Venerdì Santo
22 Aprile
Sabato Santo
23 Aprile
Domenica
di Risurrezione
24 Aprile
S.Messa e lavanda, ore 17
S Messa in Coena Domini, ore 21
Adorazione notturna
Confessioni, ore 16-19.15
Morte del Signore, ore 14.45
Via Crucis, ore 21
Ritiro Medie ore 10-16
Confessioni, ore 10-12, 17-19.15
Visita altari della Riposizione,ore 9
Confessioni, ore 10-12, 15-20
Veglia Pasquale, ore 22
S Messa ore 8, 10, 11.15, 18
LODI-VESPERO per tutta la Settimana Santa ore 8 e 19.15
A pagina 6, il Rendiconto economico 2010
Oltre Lampedusa
1. Il comunicato della Cei
2. L’azione della Caritas
«Immigrati, soggetti di diritti e doveri»
Dalle tendopoli alle diocesi
Sono stati molti gli interventi che hanno fatto seguito alla
prolusione del Presidente, di cui è stato apprezzato
l’approccio generale e, in particolare, la trattazione di alcuni temi come lo specifico contributo della Chiesa al nostro
Paese e la richiesta di abbandono delle armi con l’avvio di
una soluzione diplomatica per la questione libica.
Caritas Italiana continua a monitorare l’evolversi della sisituazione a Lampedusa e le operazioni di accoglienza e
trasferimento dei migranti. In particolare continua a sostenere la Caritas di Agrigento che:
• ha attivato un presidio fisso volto alla promozione di servizi di orientamento e attività di interpretariato
• distribuisce vestiario e beni di conforto, ha allestito delle
docce destinate a chi è costretto a vivere all’aperto;
• in accordo con la Prefettura assicura servizi nella ex base
Loran, dove ci sono circa 400 persone: famiglie con minori
al di sotto di 14 anni, donne e richiedenti asilo;
• svolge servizio di accompagnamento e assistenza nella
Casa della fraternità, dove sono ospitati circa 100 minori
stranieri non accompagnati tra i 14 e i 18 anni;
• prosegue l’attività di monitoraggio nella zona degli sbarchi, in collegamento con gli altri organismi presenti
Sullo specifico dell’azione ecclesiale è stata valorizzata da
più di uno dei Vescovi l’immagine delle parrocchie “come
palestre dello Spirito”, dove“avvengono miracoli perché si
cerca il Signore”. L’attività pastorale, dunque, non è “una
distesa polverosa di fatti burocratici che si ripetono”, ma
“una serie provvidenziale di eventi che aiutano le persone
ad uscire dall’individualismo”, ripartendo dalla realtà. Per
far questo – è stato sottolineato – si richiede anche uno
sforzo di pensiero che tragga spunto dalla rivelazione cristiana. Solo un discernimento attento che faccia perno sulle
categorie cristiane di fondo evita di andare a rimorchio dei
luoghi comuni o dei pregiudizi più diffusi, facendosi interpreti di un giudizio originale e controcorrente. Così, ad
esempio, il problema demografico è un segno dell’erosione
antropologica che dovrà mettere in conto non solo politiche familiari più attente, ma anche una cultura della vita
più diffusa. Analogamente, sulla delicata questione
dell’immigrazione, la pace e l’accoglienza risultano strettamente collegate: ci si apre all’una, solo se si è aperti anche
all’altra. La necessità di una nuova stagione di inclusione
sociale che porti al riconoscimento degli immigrati come
cittadini, soggetti di diritti e di doveri, è un obiettivo che
non potrà essere ulteriormente dilazionato.
Alcune delle Caritas diocesane che avevano risposto al monitoraggio dei posti disponibili nelle varie diocesi hanno
cominciato a metterli a disposizione in base a richieste e
accordi con le Prefetture. Si sta cercando di monitorare
anche le situazioni alle frontiere terrestri, soprattutto verso
la Francia.
La Chiesa di Oria (Br) è stata subito presente nel campo e
sta avviando una raccolta di biancheria. La situazione resta
difficile anche perché la tendopoli è stata allestita in una
spianata senza vegetazione e le temperature iniziano ad
aumentare. Accoglie al momento tutti uomini tunisini.
Molti tentano la fuga. I pasti finora sono arrivati
dall’esterno, ma si sta allestendo una cucina da campo.
3. Nella Diocesi di Milano
Educarsi al bene comune
Il presidente della Commissione preparatoria della terza sessione del Consiglio Presbiterale, don Virginio Colmegna,
commenta i lavori della seduta, tenutasi a metà marzo, sul tema “L’immigrazione come opportunità pastorale”
Il Consiglio presbiterale si è confrontato partendo dall’ampio materiale predisposto dalla commissione che affrontava
l’immigrazione da prospettive diverse. Si è riconosciuto unanimemente che la realtà sull’immigrazione, certamente
complessa, è un fenomeno strutturale e non solo emergenziale, come anche i dati statistici evidenziano. E’ stata da tutti
richiamata l’urgenza di un approfondimento culturale diffuso e di conseguenza un impegno qualificato sul piano educativo e della conoscenza. L’immigrazione, fatta di volti, biografie di vita, interpella la comunità cristiana che sta sul territorio. L’esperienza umana di essere pellegrini – nomadi, appartiene ai cristiani.
L’urgenza formativa è stata da tutti richiamata anche a fronte del rischio, certamente pesante, di vedere crescere tra i
cristiani delle nostre comunità atteggiamenti più o meno espliciti di rifiuto e pregiudizio che poco hanno a che vedere
con lo stile di vita evangelico. Certamente va considerato senza scorciatoie retoriche che paura e diffidenza sono presenti nelle nostre comunità, pure così ricche di esperienze pastorali positive. Per questo è stata richiamata l’urgenza di continuare a promuovere piccoli progetti di vita insieme con i migranti, per far crescere vere opportunità di inclusione. Educarsi al bene comune, formare a pensare in modo comunitario prendendo le distanze da modalità e criteri anche politici
che devono essere avvertiti in modo esplicito come non in linea con il Vangelo che non può essere “addomesticato”.
(Continua a pagina 3)
Giappone. Un mese dopo
Pasqua a Fukushima
Ringrazio di cuore per la vicinanza che state accordando a me a alla popolazione giapponese in questo momento di estrema emergenza, incertezza e sofferenza. Il primo terremoto e il susseguente tsunami sono stati di dimensioni spaventose. Nel chiamato “cuore di Tokyo” dove vivo io, la prima e la seconda scossa sono state fortissime e sinceramente lo
spavento e lo sconcerto è stato indescrivibile. Eppure, non ci sono stati danni ingenti ne` a persone ne` a strutture; Tokyo e tutto il Giappone sono ben preparati ai terremoti. […] La televisione e gli altoparlanti delle città hanno annunciato
la situazione di tutto il settore orientale del Giappone, subito chiedendo l`immediata evacuazione delle zone limitrofe
alle coste. Sono state immediatamente chiuse le grandi paratie marine che difendono le più grandi città, e, avendo immediatamente percepito il pericolo incombente, nell`arco di 5 minuti!, con grande determinazione e coraggio (tutto in
diretta televisiva!!! Per ribadire che non è assolutamente vero che il governo ha tenuto allo scuro la popolazione o abbia
temporeggiato) hanno deciso lo spegnimento immediato di undici centrali nucleari della costa est; consapevoli di ciò
che tutto il paese avrebbe dovuto affrontare dopo in termini di energia. Certamente, gli tsunami che hanno colpito la
costa est del Giappone sono stati nella loro intensità distruggente fuori da ogni possibile aspettativa, sia dal punto di vista della loro velocità che della loro imponenza. […] Alla catastrofe naturale si è aggiunto l`incidente della centrale nucleare di Fukushima, che sta tendendo con il fiato sospeso il Giappone e il mondo intero. Sinceramente vi è una scandalosa differenza fra ciò che viene comunicato circa la situazione della centrale e ciò che le agenzie internazionali di informazione a volte comunicano ed affermano. Non so cosa dire. A me sembra che il Giappone abbia e stia affrontando la
cosa con preoccupazione, competenza e serietà; avendo da subito chiesto anche aiuto all`agenzia internazionale per
l`energia atomica. Nelle notizie che riverberano all`estero, c’è troppa ideologia politica, che in questo momento non
solo non serve, ma è persino dannosa. […]
Come penso vedete dalle immagini televisive, la situazione è apocalittica, ma la cosa che mi commuove di più, oltre alla
tragedia delle terre e persone colpite, è la straordinaria capacità di solidarietà di tutto il popolo giapponese. A partire dal
governo, all`esercito, alle organizzazioni umanitarie e religiose, alla Chiese Cristiane e alle persone ordinarie lo sforzo
di nazione è compatto ed efficace. Dallo strettissimo regime energetico alla solidarietà spontanea delle persone, il paese
si sta rivelando capace di affrontare la situazione. Domenica scorsa ho celebrato la Messa in Giapponese nella comunità
cristiana di Kasai, dove vado ogni domenica da un anno. Alla fine della Messa, abbiamo compreso che fra noi c`erano
dei nuclei familiari provenienti da Fukushima. Ci hanno raccontato lo spaventoso momento, ma con tanta pace e gratitudine al Signore per essere vivi. Al momento del sisma una famiglia era separata, ognuno alla sua attività quotidiana:
papà e mamma al lavoro, bimbi a scuola. “Sono trascorse tre lunghissime ore - raccontava la mamma - prima di riabbracciarci tutti. Pensavamo di esserci persi per sempre, invece siamo vivi e siamo qui come famiglia. Non abbiamo più
niente, ma mi creda p. Andrea, altro che Quaresima… noi festeggiamo la Pasqua di gioia”!
In questa Quaresima, cammino di preparazione alla Pasqua di resurrezione chiedo a tutti un ricordo e un supporto nella
preghiera. Ne abbiamo bisogno!
P. Andrea, Pime
(Continua da pagina 2)
Per questo il Consiglio Presbiterale fa sua la proposta emersa di valorizzare la presenza di stranieri nei consigli
pastorali parrocchiali e decanali, favorendo conoscenze,
legami e relazioni che vedano protagonisti nella pastorale i
migranti stessi. Da più parti è stato sottolineato che la pastorale ordinaria deve promuovere questo inserimento graduale ma decisivo delle comunità etniche formatisi in questi anni. E’ emersa la proposta di favorire esperienza di
accompagnamento in riferimento agli stranieri verso la comunità e alle comunità stesse, perché si aprano a questa
condivisione accogliente così da testimoniare davvero la
chiesa come luogo di ascolto.
Si è suggerito anche di considerare i cappellani delle comunità straniere parte integrante del presbiterio diocesano
suggerendo anche di rendere possibile un loro abitare nelle
nostre canoniche parrocchiali, a volte vuote. È questa una
proposta per far incontrare pastorale ordinaria e pastorale
dei migranti. Infatti l’accogliere è certamente un tema strategico anche come feconda testimonianza evangelica. […]
È anche una necessità educativa che va rivolta ai giovani
con particolare attenzione. Educarsi alla carità è anche essere consapevoli che essa per sua natura è unilaterale e a
volte chiede prezzi molto alti perché si esprime anche là
dove non ci sono risultati o dove esiste un rifiuto senza
spazi di dialogo.
[...]Da ultimo anche a fronte delle emergenze cariche di
disagio e preoccupazioni sociali, non è da trascurare lo
sforzo di promuovere un impegno etico coerente che produca anche una legislazione coerente con quei principi che
portano a una corretta visione di solidarietà e di giustizia
che non solo non trascura ma promuove responsabilità e
legalità.
È questo infatti un impegno che fa crescere quell’etica della responsabilità, quel dovere di solidarietà più volte richiamato anche dal Magistero, in particolare dal nostro Arcivescovo. Ancora una volta ritorna come esemplare quanto si
sta facendo con il Fondo Famiglia-lavoro rivolto anche agli
stranieri e alle loro famiglie.
Documenti
Non dimenticare la Croce di Cristo
L’omelia del card. Arcivescovo Dionigi Tettamanzi pronunciata il primo aprile in occasione della via Crucis solenne
Carissimi,
ringraziamo il Signore perché ci dona
nella Via Crucis di poter rivivere
quell’itinerario spirituale con cui san
Carlo Borromeo non si stancava di
sollecitare ed educare tutto il popolo a
lui affidato. In qualche modo potremmo dire che l’opera pastorale di san
Carlo è stata un incessante tentativo di
piantare la croce” nel cuore della sua
Chiesa.
La croce veniva “piantata” stabilmente
agli incroci delle strade, veniva posta
in evidenza in ogni chiesa, veniva portata in processione e proposta alla venerazione del popolo. Soprattutto, però, san Carlo desiderava ardentemente
che la croce venisse “piantata” e trovasse stabilmente posto nel cuore e
nella vita di ogni cristiano.
re la Croce di Cristo, ma piuttosto
piantarla ben salda nel cuore della nostra vita e nel cuore delle nostre comunità cristiane.
Sì, dobbiamo riconoscere che l’origine
dei nostri peccati e delle nostre miserie
è tutta nella dimenticanza della croce!
Così come dobbiamo riconoscere che
l’origine di ogni conversione sarà nel
fare memoria della Passione di Cristo!
Guardiamo la Croce, contempliamo la
reliquia del Santo Chiodo, ripercorriamo la Passione di Cristo e ricorderemo
con commozione che Gesù ha versato
il suo sangue per ciascuno di noi.
Quel sangue è penetrato nella nostra
terra e grida in eterno, come il sangue
di Abele.
Ma non grida vendetta; non grida per
chiedere una umana riparazione; non
È questa la motivazione delle proces- grida accuse ai colpevoli.
sioni penitenziali con cui il santo Ve- Il sangue della Passione grida la benescovo percorreva la città soprattutto
volenza di Dio che ci riconcilia a sé;
nei momenti di sofferenza e di perico- grida la compassione del Padre ai nolo: non per distrarre il popolo o per
stri dolori; grida la vita che risorge in
proporre pratiche superstiziose, ma per virtù di Cristo Signore.
rinnovare la memoria della croce di
Cristo, soprattutto in mezzo alle angu- Non dimenticare la croce ci darà la
stie e alle fatiche della vita.
misura dell’amore con cui siamo stati
Anche noi vogliamo metterci alla
salvati e ci renderà saldi nella fiducia
scuola di san Carlo per non dimentica- in Dio che “ha tanto amato il mondo
Pellegrinaggio
di Decanato
Santuario
di Caravaggio
Lunedì
23 maggio 2011
partenza ore 18.45
Rosario e S.Messa h 20
Iscrizioni Pullman
In segreteria
(10 euro)
da dare il Figlio unigenito” per noi,
“perché chiunque crede in lui non vada
perduto, ma abbia la vita eterna”.
Non dimenticare la croce ci farà comprendere quanto preziosi siamo agli
occhi di Dio e ci salverà così dalle meschinità e volgarità in cui rischiamo di
lasciar scivolare le nostre esistenze.
Non dimenticare la croce ci aprirà gli
occhi sulle sofferenze dell’uomo e ci
renderà ardenti e operosi nella carità.
Non dimenticare la croce ci mostrerà
la gravità del peccato e la necessità
della penitenza. Alziamo ancora i nostri occhi alla croce e con il cuore stesso di san Carlo rivolgiamo al Signore
la nostra supplica, perché ci conceda
di non dimenticare la sua Passione:
“O dolcissimo Gesù! Tu sei Sole più
grande del nostro sole, rimani anche
con noi, poiché (lo dico piangendo)
per noi “si fa sera”.
Rimani con noi con la tua grazia, col
tuo splendore, col tuo calore.
Rimani nei nostri cuori, nella nostra
volontà e nella intelligenza, nel più
profondo della nostra memoria.
Fa’ che ci ricordiamo sempre di te,
che siamo sempre memori della tua
crudelissima Passione, che sempre,
con gli occhi dell’anima e del corpo ,
Pellegrinaggio
in Belgio
Biografia
di comunità
Abbazie
e città d’arte
Benedici l’amore di:
Riccardo Conti e Rossana Margherita Maria Antonia Spatolisano,
uniti in matrimonio.
16-22 maggio
FONDATO NEL 1992
Direttori (f.f)
Don Olinto, Emanuele Elli
Redazione
Angela Puricelli, Antonella
Accompagna col tuo
Quaranta, Mario Colmi
amore: Candida MurgoIn Pullman
Impaginazione
lo, Desdemona Ferri,
James Orellana
Maria Zaniboni, Carmela
Costo 350 euro
Stampa
Racconto, Liliana Miglio,
(viaggio, alloggio in Luigina Ercoli, Cesarina
Cesare, Gianni
convento, trattamento Cottafavi, Angelica GioRegistrazione Tribunale
mezza pensione)
vanna Agenta, Letizia
di Milano n.610 del 14/11/1992
Bacigalupi,
Stampato in proprio
defunti in questo mese.
Posti disponibili
La lettera del vicario
A guardia del morto:
pensieri di soldati
Se ne sono andati tutti: sono rimasti soltanto i soldati a far
la guardia davanti al sepolcro.
Non si ricorda notte più buia, né silenzio più inquietante:
solo un ronzio di pensieri.
Il tribuno Lucius
Una combinazione di atomi, una mescolanza di elementi,
una lotta di amore e odio senza inizio e senza fine: tutte le
domande hanno risposte, se si leggono i libri giusti e si
impara a sorridere delle favole.
Ma questa gente ignorante che cosa può capire? Come
bambini amano fidarsi di promesse, si difendono dalla delusione e parlano di risurrezione. L’assurdità di non accontentarsi di una tranquilla disperazione!
Il centurione Gaius
Ma di dove viene la commozione che fa volgere lo sguardo
a colui che è stato trafitto tanto che ti sembra di riceverne
una consolazione?
Di dove la sete che conduce fin là, come vi fosse una nascosta fonte?
Di dove lo squarcio del velo santo e del cuore, che fa di
questo morire una rivelazione?
Davvero Costui era Figlio di Dio!
Come un’attesa della gioia è questa veglia della fede che si
chiama storia.
Il decurione Furius
Ancora e ancora bisogna infierire, spegnere si deve questa Storia confusa greve di banalità, di rabbia e di presunzione.
Eppure stanno là i credenti a credere anche per gli altri, a
sete di vita che non si rassegna a morire, spegnerla con
sperare per tutti, come per prove di un coro che si esercita
l’aceto!
Ancora e ancora bisogna umiliare, strappare ogni bellezza per il cantico immenso che rallegrerà l’universo: alleluia!
Che la fede del centurione ci aiuti a non stare invano presa questa fierezza d’essere uomo.
Ancora e ancora bisogna bestemmiare, merita solo disprez- so Gesù.
Don Mario il Vicario
zo gente che si ostina a sperare,
[email protected]
che vanta come Padre nientemeno che Dio.
Il soldato Asinius
A me toccano sempre i lavori più inutili: che cosa c’è di
più stupido che fare la guardia a un morto?
Saranno a divertirsi gli altri, ed eccomi qui legato alla noia:
che cosa c’è di meno interessante di un sepolcro?
Non c’è niente di più comune del morire: che cosa avrà
mai di originale questo Nazareno da meritare che si vegli
per lui in queste ore spente?
In dialogo con i non-credenti
Il cortile dei gentili
“La Chiesa dovrebbe aprire
una sorta di Cortile dei Gentili, nel quale gli uomini possano agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che
abbiano trovato l'accesso al
suo mistero”. L’augurio,
espresso da Benedetto XVI
nel 2009, ha trovato realizzazione a Parigi.
Qualche settimana fa, infatti,
è stato inaugurato nella capitale francese
Il Cortile dei gentili,
“spazio di scambio e di dialogo tra credenti e noncredenti”
promosso direttamente dal
Pontificio Consiglio per la
Cultura, il “ministero della
cultura” Vaticano.
compreso tre convegni attorno al tema “Illuminismo,
religioni e ragione comune”,
uno all'Unesco, con diplomatici e politici (ha partecipato anche il nostro Giuliano
Amato), uno alla Sorbona (al
quale ha contribuito il fondatore della comunità
L’Arche per i disabili, Jean
Vanier, con un intervento
del quale riportiamo qui sotto una sintesi) e uno all'Institut de France con il mondo
delle arti, ai quali si è aggiunta una serata “culturale,
spirituale e festiva” per i
giovani, sul sagrato di Notre
-Dame.
Il concetto lanciato nella
“ville lumière” sarà sviluppato in autunno a Tirana e a
Stoccolma, per poi approdare l'anno prossimo a Praga,
Assisi, Ginevra e Québec e
Vanier: Il vero confronto «si sporca le mani»
« Dialogare non è come cogliere i fiori, ma è come fare il pane: ci si sporca le
mani». Jean Vanier, 83 anni, ex ufficiale di marina canadese ma soprattutto
fondatore della comunità L’Arche a favore di disabili fisici e psichici, spiega
cosa blocchi le persone «nell’incontrare l’altro: la paura».
Un timore che egli vede nel volto dei disabili trascurati dalla società e dalle
famiglie; un terrore che si legge nei volti dei poveri e dei ricchi delle grandi
città. In un contesto accademico come il Cortile, il soffio di vita portato da Vanier ha fatto cogliere sfumature inedite di cosa significa scambio tra atei e
credenti: «'L’incontro è differente e più profondo del dialogo. Questo è uno
scambio che si situa al livello delle idee e della visione del mondo. L’incontro
riguarda la nostra umanità nel suo cuore più profondo, la realtà della nostra
persona con tutto quello che essa ha di debole e bello».
(Per saperne di più “Avvenire”, 25 marzo 2011)
Al momento l’iniziativa ha
Rendiconto economico 2010
Esercizio 1/1-31/12/2010
Attività
Passività
Cassa
3.283,78
Banca
112.354,15
Capitale Netto
Totale Attività
77.448,49
193.086,42
Debiti
184.921,99
Totale Passività
UTILE
184.921,99
8.164,53
TOTALE A PAREGGIO
193.086,52
Costi
Ricavi
Uscite Attività Istituzionale
Entrate Attività Istituzionale
Remunerazioni
Compensi a collaboratori Parr.
Spese ordinarie di culto
Offerte in S.Messe
59.989,06
7.708,92
Offerte in cassette e candele
14.274,36
5.798,02
Offerte Sacramenti e Funzioni
15.505,00
41.850,42
Erogazioni liberali
5.000,00
3.736,48
9.386,86
Contributi da Enti Pubblici
4.341,00
6.543,00
Off. per attività caritative
33.323,71
Spese per assicurazioni
8.086,39
Off. per attività oratoriane
23.052,09
Compensi a professionisti
4.119,77
Off. per specifiche attività
46.125,50
Spese per attività caritative
41.155,33
Entrate Gestione Immobiliare
32.079,96
Spese per gestione oratorio
9.080,91
Proventi Gestione Finanziaria
147,68
Spese elettricità acqua gas
Spese ufficio postali telefono
Spese locazioni locali
Spese manutenzione ordinaria
20.234,90
Spese per specifiche att. par.
16.149,53
Uscite Gestione Immobiliare
5.526,00
Oneri Gestione Finanziaria
Imposte e Tasse
Uscite per Immobilizzazioni
55.380,00
243.883,17
8.164,53
TOTALE A PAREGGIO
252.047,70
4 settimane, lun-ven
da lunedì 13 giugno
a venerdì 8 luglio
dalle ore 8 alle 17.30
costo iscrizione: 30€
escluse gite (mercoledì),
pasti (lun., mar., giov.),
piscina (venerdì mattina)
il pasto è “opzionale”
(se c’è possibilità di mangiare a
casa meglio)
con un primo e un gelato
Iscrizioni in oratorio da fine
maggio. Info a breve sul sito
Entrate Straordinarie
Totale Ricavi
7.822,00
10.387,34
252.047,70
837,15
8.289,49
Totale Costi
UTILE
Oratorio Estivo
Contributi Fondo Famiglia-lavoro
Tre appunti a margine:
- Sottolineiamo la generosità ordinaria espressa da tutta la
comunità nelle diverse occasioni di sostegno della vita della
comunità cristiana, sacramenti, celebrazioni...
- La carità, che supera i 41mila euro (a fronte di 100mila euro
di offerte raccolte dalla comunità), è un bel segno cristiano.
- Abbiamo fatto fronte al mutuo per il parchetto dell’oratorio e
il riscatto del bocciodromo che presto verrà ristrutturato. Rimangono ancora otto anni di mutuo e più di 160mila euro.
Maggiori dettagli saranno forniti all’entrata della Chiesa.
Vacanze comunitarie estive
III-V elementare
S.Pietro
(BZ, Valle Aurina)
2-9 luglio
I-III media
S.Pietro
(BZ, Valle Aurina)
9-16 luglio
250€ tutto compreso
(viaggio, vitto, alloggio)
ancora pochi
posti disponibili
250€ tutto compreso
(viaggio, vitto, alloggio)
ancora pochissimi
posti disponibili
(info già sul sito)
Superiori
Olanda in bici
17-25 luglio
Già tutto esaurito
Voci della comunità
Perché essere scout?
Il senso di ritrovarsi, aiutarsi, educarsi, nelle risposte dei ragazzi del gruppo scout Agesci Opera 1°.
“Per la voglia di stare insieme, di vivere nuove esperienze, anche solo per divertimento,
per crescere come persone con l’aiuto di amici e adulti”.
“Perché abbandoniamo il superfluo e viviamo insieme in armonia le bellezze semplici e pure della vita”.
“Perchè insieme riusciamo a superare ogni difficoltà, perché viviamo tantissime esperienze istruttive e
divertenti, da cui impariamo anche a ridere di noi stessi e superare gli ostacoli che la vita ci riserva”.
“Per apprendere ogni domenica qualcosa di nuovo, divertirci con coetanei e stare insieme ad altri e confrontarci”.
“Per lavorare al raggiungimento di un traguardo comune, per poter assaporare la deliziosa sensazione
di scoperta data dall'avventura, nel nostro piccolo, e dallo stare a contatto con la natura e l'aria aperta”.
“Perché pensiamo che aiuti a crescere, è un'attività divertente e costruttiva, capace di insegnare molto”.
“Per lo spirito d'avventura, l’emozione e la voglia di stare insieme. Questi sono i principali ideali
dello scoutismo. Perché passiamo del tempo in mezzo alla natura, senza confort, con i pantaloncini corti
anche in inverno e ci mettiamo la divisa e altre stranezze? Perchè siamo come una grande famiglia,
e ci aiutiamo a vicenda, passiamo momenti insieme che e' differente rispetto a stare a casa sul divano
davanti alla televisione o a giocare con un videogioco. Agli scout puoi essere te stesso e giocarti al 100 %”.
“Perché portando agli altri i valori scout cerchiamo di migliorare questo mondo per quanto e’ possibile. Un
motto degli scout dice: “lasciamo il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”.
“Per il servizio, una delle caratteristiche principali del clan/fuoco, un gruppo di ragazzi scout dai 17 ai 21 anni.
Un impegno che ci dà la possibilità di arricchirci ed arricchire; perché è un’opportunità per imparare ad avere maggiore
responsabilità verso gli impegni presi nella vita assieme agli altri; perché è divertente e ci dà gioia”.
I ragazzi e le ragazze del gruppo scout AGESCI Opera 1°
Cammino in preparazione al matrimonio cristiano
Sposi, a Sua immagine e somiglianza
Il cammino che abbiamo seguito per la preparazione al matrimonio cristiano si è sviluppano attraverso alcune tappe
che ci hanno portato a riflettere su ciascuno di noi, sulla
vita di coppia e sul rapporto della coppia con Dio. Gli incontri ci hanno dato l’opportunità di confrontarci con coppie di sposi che hanno testimoniato, concretamente, come
l’Amore che li unisce sia un percorso fatto di momenti belli, ma anche di problematicità e come queste si possano
superare affidandosi all’aiuto del Signore che diventa così
una terza persona all’interno della coppia, con la quale
confrontarsi e progettare la propria unione.
Negli appuntamenti del corso abbiamo imparato come si
può, pur nella frenesia della vita quotidiana, partecipare
alla comunità cristiana dando il proprio contributo come
famiglia, perché la Chiesa è un “corpo unico, ma fatto di
tante membra” e ognuno di noi può costruire la comunità
anche attraverso semplici gesti. Siamo stati accompagnati
alla conoscenza e alla comprensione dei diversi linguaggi
dell’amore, che spesso si danno troppo per scontati, anche
quando, dopo la prima fase dell’innamoramento, la relazione d’amore cresce e cambia. Perché anche l’amore va capito, imparato, studiato e messo in pratica. Abbiamo anche
trascorso una domenica diversa alla Cascina Castellazzo di
Basiano, condividendo la giornata con Roberta e Carlo Leoni, una famiglia che ha fatto una scelta di vita di comunità
e di accoglienza inconsueta e straordinaria, dove ognuno
contribuisce e condivide ciò che possiede, nelle difficoltà
quotidiane e nella consapevolezza che il matrimonio è anche apertura al mondo.
È stato, insomma, un cammino importante, che ci piace
considerare non come un punto d’arrivo, ma di partenza
sulla strada verso il matrimonio cristiano: la consapevolezza che l’Amore che ci unisce deve tendere ad “essere immagine di Dio” perché Dio è Amore!
Ogni coppia vive il proprio amore in maniera esclusiva,
unica, speciale. Sta alla coppia decidere quale strada scegliere per fare in modo che un’esperienza umana di amore
possa diventare un’esperienza di conoscenza del grande
Amore che Dio ha per ciascuno di noi. Ancora una volta ci
viene lasciata la libertà di scegliere se al nostro matrimonio
vogliamo dare un valore aggiunto e trasformarlo in matrimonio cristiano nel quale Gesù diventa la forza dell’unione
che ci aiuta a costruire, condividere e realizzare il progetto
di vita che ci siamo prefissati, consapevoli che “Dio creò
l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò (Genesi 1,27)” ma soprattutto ci ha
esortato: “...amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi
(Gv 15, 12)”.
Elena e Alessandro
Per il discernimento dei candidati ai ministeri nella Parrocchia
Premessa: Ogni servizio nella Comunità cristiana è continuazione della presenza di Cristo Chiesa la quale manda i
suoi figli a ripercorrere la via tracciata da Gesù nel Vangelo per rendere viva e vera la sua presenza nel
mondo. Nel lasciarsi condurre dalla misericordia di Dio troviamo la forza di accogliere i nostri limiti e
quelli dei nostri fratelli per vivere nella pienezza la grandezza della vocazione cristiana che tutti nel Battesimo abbiamo ricevuto in dono. Questo affidamento ci conduce a prendersi a cuore sempre più della
nostra vita, di quella dei nostri familiari, delle sorelle e dei fratelli che condividono la nostra fede e della
nostra comunità.
ALCUNI RIFERIMENTI VALORIALI
La dimensione umana/spirituale nella persona chiamata al servizio è fondata sulla preghiera personale, sul riferimento alla Parola, sull’Eucaristia, sull’ascesi personale che conduce alla conversione nello stile di vita evangelico
è certamente da porre in risalto. Non meno importanti sono la cura della propria persona, della propria famiglia
unite ad alcuni atteggiamenti come l’umiltà, la mitezza, la gioia, la generosità. Nella dedizione, nel sacrificio e
nella perseveranza il servizio non può non esprimere la dimensione della gratuità, atteggiamento che continua
nell’oggi il dono della vita vissuto da Gesù sulla croce.
Diventa importante per il ministro l’appartenenza responsabile ed attiva alla comunità cristiana, come pure il suo
stato di vita morale consone all’insegnamento della Chiesa.
La dimensione comunitaria viene espressa mediante la partecipazione attiva ai cammini spirituali e formativi proposti nella comunità cristiana; la conoscenza e l’impegno sul territorio e nelle relazioni sociali con le realtà associative e istituzionali presenti nella città. Attenzione primaria va data alla relazione cordiale e costruttiva con i propri
pastori ed il Pastoral Time come pure alla partecipazione alle diverse proposte decanali e diocesane.
La dimensione professionale e di competenza conduce a una formazione di base e permanente, unita a uno studio e
ricerca personale su documenti, articoli, che la Chiesa, il territorio, la società propongono a tutti. Questa scelta,
unita a quelle delle virtù personali, ci dona la competenza propria per poter accompagnare le persone che si incontrano nello svolgersi del ministero con responsabilità.
Importante la conversione del cuore per lasciarsi affinare nell’ascolto, nel dialogo, nella discrezione e confidenzialità verso tutti per aprire vie di riconciliazione e fraternità.
CAMMINO E METODO DI DISCERNIMENTO
La comunità, sulla base delle indicazioni sopra riportate, propone al P.T. i candidati al ministero (senza preclusione di
sesso, età, professione, nazionalità) sulla base delle indicazioni (vd. visitatori alle famiglie in occasione delle festività
natalizie) sopra riportate. Questa prima fase si attua in 30 giorni.
Nella successiva fase, della durata di un mese, il Pastoral Team valuta e consulta il candidato stesso formulando un elenco di persone da proporre al C.P.P.
In una seduta del C.P.P. il Pastoral Team presenta ai consiglieri l’elenco dei candidati per informarli delle scelte invitando tutti alla preghiera e ad eventuali osservazioni che possono offrire sullo stesso candidato per giungere poi alla decisione finale sulla persona scelta. La presentazione dei candidati e riservata ai membri del C.P.P. e tale rimane fino alla
comunicazione ufficiale alla comunità.
Nel rispetto dovuto alle persone scelte e nella confidenzialità, ogni osservazione o suggerimento viene presentato personalmente da membri del C.P.P. al Pastoral Team entro una settimana dalla data della presentazione dell’elenco.
Al termine di questa settimana il Pastoral Team convoca personalmente le persone scelte per comunicare loro l’esito ed
avere l’approvazione del candidato.
Al termine del punto precedente inizia il corso di formazione specifica al ministero da parte dei candidati secondo un
progetto e un programma guidato dal Pastoral Team in comunione con il Decanato e la Diocesi
Dopo questo percorso verranno presentati i ministri alla comunità con il rito del mandato.
Pastoral Team e Consiglio Pastorale Parrocchiale