lot, divieti e limitazioni finiscono sul tavolo del Tar

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lot, divieti e limitazioni finiscono sul tavolo del Tar
Euromatic impugna il primo atto
adottato, quello del comune di Moena:
«Delibera illegittima e incostituzionale
la legge provinciale "di copertura"»
Secondo il legale si violano la libertà di
impresa e di concorrenza. «Ma non sono
previsti uguali vincoli per tutti gli altri
giochi (bingo, lotto, lotterie istantanee)»
lot, divieti e limitazioni
finiscono sul tavolo del Tar
FLAVIA
Le delibere comunali «antislot» sono
illegittime e la legge provinciale «di copertura», che consente alle amministrazioni di adottare provvedimenti
per vietare l'istallazione di macchinette in locali che si trovino a meno di 300
metri da luoghi sensibili, come oratori e scuole, viola i principi di libertà di
impresa e concorrenza sanciti dalla
Costituzione.
Sono questi alcuni dei nodi sollevati
da Euromatic srl - una della tre aziende del settore operanti in Trentino che,
da sola, dà lavoro a 25 persone e gestisce circa mille apparecchi - che ha
impugnato davanti al Tar le delibere
«antislot», chiedendone l'annullamento (con contestuale istanza di sospensiva del provvedimento).
Il primo ricorso depositato, predisposto dall'avvocato Michele Busetti, riguarda nel dettaglio le decisioni adottate dal Comune di Mocna. Si tratta del
primo atto restrittivo in ordine di tempo, ma stessa sorte toccherà alle delibere già approvate da altri Comuni, come Riva del Garda, Campodenno, Mezzocorona e Arco (la delibera di Trento, che vieta le slot a meno di 500 metri da luoghi sensibili, è all'ordine del
giorno domani sera).
Legge provinciale sotto accusa.
La delibera di Moena dello scorso febbraio fa riferimento a quanto previsto
dall'articolo 13 bis della legge provinciale numero 9 del 2000 (relativa ai pubblici esercizi), una norma introdotta
dall'articolo 47 della legge finanziaria
del 2011, che consente ai comuni di
adottare provvedimenti che limitano
o vietano la collocazione di apparecchi da gioco in un raggio non inferiore a trecento metri da luoghi sensibili. Ma secondo il legale, la disciplina
degli apparecchi da gioco non spetta
alla Provincia - pure citata nel ricorso
- bensì allo Stato (sul punto vi sono però due pronunce contrastanti della
L'avvocato Michele Busetti ha depositato
ricorso al Tar per conto di Euromatic srl
contro la prima delibera «ariti slot»
adottata, quella del Comune di Moena. Il
legale ha fatto istanza di sospensiva del
provvedimento impugnato
Corte costituzionale).
Tutela della libertà di impresa.
Secondo il ricorrente i vincoli imposti
sulla collocazione di slot machine rappresentano una violazione dei principi di libera concorrenza e di libertà di
impresa sanciti dalla Costituzione. Non
solo. Secondo l'avvocato il provvedimento adottato dal Comune di Moena
contrasta anche con quanto previsto
da una recente norma nazionale (legge del 14 novembre 2001) sullo Statuto delle imprese. In sostanza, gli enti
locali devono valutare le ricadute che
le iniziative legislative hanno sul tessuto imprenditoriale. «Ma in questo
ro la delibera: secondo Euromatic, infatti, la collocazione degli apparecchi
da gioco andrebbe disciplinata attraverso strumenti urbanistici.
Due pesi e due misure.
caso - rileva il legale - nessuno studio
è stato fatto». E le ricadute economiche, secondo il ricorrente, sarebbero
decisamente penalizzanti. Basti pensare che, nel caso specifico di Moena,
andando ad incrociare il vincolo dei
300 metri di distanza con le destinazioni urbanistiche previste, le zone nelle quali potere installare nuove macchinette sono ridotti al nulla: «Su 9000
metri quadri resta disponibile un 10%
dei territorio», spiega Busetti.
Norma «retroattiva».
Benché i vincoli siano riferiti ai nuovi
apparecchi da gioco, secondo l'avvocato, la normativa inciderebbe nei fat-
La normativa impugnata disciplina
esclusivamente gli apparecchi da gioco, ma non dice nulla su lotterie istantanee, Superenalotto, Gratta e Vinci,
Lotto, Bingo o Totocalcio, venendo me-
ti anche sulle macchinette già installate. Nella delibera adottata dal Comune di Mezzocorona, ad esempio, si
esplicita che le nuove norme vengono
estese anche alle slot da sostituire. «Ma
questa è di fatto un'applicazione retroattiva della norma». In prospettiva,
dunque, si arriverebbe ad una progressiva eliminazione degli apparecchi.
Con buona pace di chi ha una licenza
antecedente all'entrata in vigore della nuova norma e che, di fatto, si troverebbe impossibilitato a sostituire gli
apparecchi. Non manca, quindi, una
censura allo strumento utilizzato dal
Comune per introdurre i limiti, ovve-
no - secondo il legale - al principio di
«uguaglianza» sancito dalla Costituzione. Con l'aggravante - rileva l'avvocato - che ciascuno dei 217 Comuni potrà fare quello che vuole, in assenza di
una direttiva unitaria.