Evoluzione della scrittura e scala E di Ajuriaguerra

Transcript

Evoluzione della scrittura e scala E di Ajuriaguerra
Evoluzione della scrittura e scala E di Ajuriaguerra
Lena Silvio
Docente di Grafologia dell’Età Evolutiva – Università di Urbino
1
Dagli inizi dell’apprendimento la scrittura continua a modificarsi a causa di numerosi
fattori tra i quali citiamo l'età, il sesso, le condizioni socio-familiari, la motivazione, la
motricità fine.
I cambiamenti più significativi si notano tra 6 e 10 anni: diminuzione della dimensione,
superamento delle principali difficoltà grafomotorie, aumento della precisione, della
regolarità del gesto e della continuità nel movimento e soprattutto il cambiamento nella
strategia del controllo motorio: dalla prevalenza dell'utilizzazione delle informazioni
visive e tattilo-cinestetiche (definita comunemente controllo occhio-mano) alla
rappresentazione interna del movimento, con la messa a punto di programmi motori che
vengono attivati per l'esecuzione delle lettere e delle parole (Zesiger, 1995). Dopo i 10-12
anni aumenta l'efficienza, con maggiore fluenza e la ricerca di una scrittura più personale.
Secondo Ajuriaguerra e i suoi collaboratori (1971) l'evoluzione della scrittura passa
attraverso tre grandi tappe:
- nella fase precalligrafica (fino a circa 8 anni) vengono superate le principali difficoltà
grafomotorie (interruzioni di tracciato, deviazioni e torsioni);
- nella fase calligrafica (9 anni circa) il ragazzo raggiunge una maggiore precisione perché
ha superato le principali difficoltà grafomotorie;
- nella preadolescenza ha inizio la fase postcalligrafica, con la graduale acquisizione di una
scrittura personale.
R. Saudek (1978) osserva che nelle prime fasi di apprendimento della scrittura l'unità di
esecuzione è la lettera o una parte di essa (from stroke-impulse to letter impulse), per cui il
ragazzo tende a fermarsi dopo aver eseguito ogni tratto; in seguito diventa la parola (word
impulse) e nell'età adulta la frase intera, con presenza di legamenti aerei e continuità nel
movimento della penna che prosegue nella sua traiettoria anche negli spazi che separano
le parole pur senza toccare la superficie della carta.
Studi sull’evoluzione della scrittura sono stati compiuti da Ursula Avé-Lallemant,
Pascal Zesiger, Alois Legrün, Jacqueline Peugeot e numerosi altri autori che citiamo in
bibliografia.
Negli anni 1991-97 l'Istituto di Grafologia dell'età evolutiva, sorto presso la Scuola di
Studi Grafologici dell'Università degli Studi di Urbino, ha condotto una ricerca sul
significato dei segni grafologici e sull'evoluzione della scrittura da 6 a 19 anni (Lena, 199899).
Presentiamo alcuni risultati relativi all'evoluzione della scrittura da 6 a 19 anni. Essi
sono stati pubblicati sulla rivista Scrittura e nel volume L’attività grafica in età evolutiva:
aumento della flessibilità nei tratti curvilinei;
diminuzione dell'intensità della pressione dopo la prima elementare;
aumento delle variazioni ritmiche della pressione: con diminuzione nei tratti ascendenti e
aumento in quelli discendenti;
- aumento della nettezza e della precisione del tratto;
- diminuzione della dimensione della scrittura da 6 a 9 anni;
progressivo aumento della rapidità;
aumento della regolarità del rigo di base;
- aumento della presenza delle aste concave a sinistra e delle torsioni pubertarie (aste con
concavità accentuata a sinistra) nel periodo che va dai 9 ai 12 anni;
2
-
aumento del numero e della precisione dei collegamenti;
passaggio dal collegamento ad arcata (come si nota nella lettera “n”) a quello a ghirlanda (come
la “u”) o all'alternarsi tra arcata e ghirlanda;
- aumento dell'accuratezza e della precisione della grafia;
aumento della regolarità nell'uso dello spazio grafico;
- progressiva personalizzazione della scrittura;
aumento dell'abilità grafomotoria.
Facciamo presente che, in base ai dati della ricerca, il numero dei soggetti caratterizzati
dalla presenza di difficoltà grafomotorie, definite comunemente disgrafie, non diminuisce
con l'età: questo significa che nella maggioranza dei casi i disturbi permangono o
addirittura si aggravano con il passare del tempo. Si rende quindi necessario un
tempestivo intervento di rieducazione della scrittura per superare le difficoltà e permettere
al bambino acquisire maggiore scioltezza nel gesto e la personalizzazione della grafia.
Presentiamo l’evoluzione della scrittura di Fausto da 6 a 10 anni.
Fausto è irrequieto, ha difficoltà a concentrarsi, non va mai avanti e incontra problemi
nella scrittura, nel linguaggio verbale, nella lettura, in aritmetica. In seconda elementare si
è constatato un peggioramento e sono stati rilevati anche difetti alla vista a un occhio.
Dopo le scuole medie ha aiutato il padre che ha iniziato a vendere bibite e acqua
minerale e successivamente ha collaborato con lui nella gestione di un bar.
3
Figura 1 - In prima elementare si notano alcune difficoltà: tratti ripassati, sinuosità del rigo di base, irregolarità negli
spazi tra parole e tra lettere. Nel complesso la scrittura denota però una sufficiente padronanza della motricità fine. Si
noti il disegno del trattore senza persone.
4
Figura 2 - Dopo due mesi non si nota alcun miglioramento: aumentano le incertezze, la dimensione è più irregolare e si
notano difficoltà anche nel linguaggio.
Figura 3 - Alla fine della prima elementare si nota l’aumento della tensione, con irregolarità, tratti ripassati e rigo
piuttosto ondulato.
5
Figura 4 - In seconda elementare (mese di aprile) la scrittura sembra più infantile: aumenta la dimensione e si nota
anche un aumento dell’angolosità, connessa al grado di tensione e allo sforzo che il bambino deve compiere per
concentrarsi nella scrittura. Una caratteristica che permane è il continuo ripasso di lettere, indice di insicurezza ma
anche e soprattutto dello sforzo che il bambino deve compiere per riconoscere le lettere.
Figura 5 - Al termine della seconda elementare la scrittura presenta un notevole peggioramento: aumentano le
irregolarità, sono frequenti i tratti ripassati e si notano difficoltà anche nel distinguere le parole. Si noti anche l’estrema
povertà del disegno, legato sia alla situazione familiare sia alla carenza di motivazione.
Figura 6 - In terza elementare (mese di dicembre) si nota la permanenza delle difficoltà già rilevate: la scrittura non è
caratterizzata da una positiva evoluzione e si notano numerose lettere ripassate oltre a irregolarità nella dimensione, nel
6
rigo di base, nell’utilizzazione dello spazio. Si noti anche la difficoltà nella conversione fonema-grafema, con errori (p-q)
e correzioni.
Figura 7 - Nel mese di marzo la stanchezza, l’attenzione e la motivazione diminuiscono e la scrittura denota vistose
irregolarità, oltre alle correzioni di lettere. Il ragazzo incontra difficoltà anche nel copiare un testo.
7
Figura 8 - All’inizio della quarta elementare la scrittura non presenta variazioni di rilievo: permangono le difficoltà già
messe in evidenza nel corso dell’anno precedente.
Figura 9 - A metà della quarta elementare la scrittura sembra più faticosa: essa richiede un notevole sforzo da parte del
ragazzo che fa fatica a concentrarsi e non è motivato allo studio. Si noti anche la difficoltà ad esprimere il proprio
pensiero e le proprie esperienze.
8
Figura 10 - All’inizio della quinta elementare la scrittura sembra meno tormentata. Permangono le difficoltà nella
conversione fonema-grafema.
Figura 11 – In febbraio, con l’aumento della stanchezza e la diminuzione della motivazione, si nota che la scrittura
presenta ancora irregolarità nella dimensione, nell’inclinazione degli assi letterali e soprattutto nel ripasso di alcune
lettere, caratteristica costante fin dalla prima elementare.
9
Figura 12 - Alla fine della quinta elementare si nota un miglioramento nella scioltezza del gesto, ma permangono le
difficoltà precedenti, soprattutto i ripassi e le correzioni delle lettere.
Fig. 13 – Il disegno eseguito lo stesso giorno presenta forme geometriche, frequenti nei ragazzi che incontrano difficoltà
a livello di esecuzione della scrittura e nella rappresentazione degli oggetti e delle persone. Come abbiamo notato anche
nel disegno eseguito in prima elementare, si nota l’assenza del guidatore.
10
Negli anni '60 l'équipe di Ajuriaguerra è partita dagli studi di H. de Gobineau e R.
Perron (1954) e ha messo a punto la scala “E” per calcolare l'età grafomotoria e valutare se
una scrittura è in sintonia con l'età, presenta ritardo o anticipo. La scala dovrebbe essere
aggiornata, tenendo conto anche dei cambiamenti del modello presentato agli alunni e
degli strumenti usati per scrivere, ma riteniamo opportuno offrire questo strumento utile
per l'esame dello sviluppo grafomotorio.
Facciamo presente che sono state messe a punto numerose altre scale, ma che esse non
soddisfano le esigenze dei rieducatori della scrittura che vogliono valutare il livello
grafomotorio di una scrittura. La scala “E” quindi, nonostante l’età, può essere ancora
considerata uno strumento utile.
La scala è formata da 30 item suddivisi in due gruppi: gli item F (forma) e M (motricità).
Ajuriaguerra ha proposto di utilizzare la cosiddetta “lettera all’amico”, piuttosto breve.
Possiamo però utilizzare anche un altro testo a condizione di valutare il grado in
proporzione alla sua lunghezza. Per calcolare l'età grafomotoria è necessario:
- rilevare nella scrittura, vergata su foglio senza righe, il grado di presenza di ogni item. Per
ognuno di essi viene dato il punteggio di 0 (assenza o presenza irrilevante), 0,5 (presenza non
elevata) o 1 (presenza accentuata);
- moltiplicare il punteggio per il coefficiente di ponderazione (1, 2 o 3), calcolato da Ajuriaguerra
per ogni item in base alla sua maggiore o minore diminuzione con l'età. Alcuni item infatti
sono presenti fino al periodo adolescenziale (ad esempio i collages), mentre altre difficoltà
vengono superate dopo i primi anni delle scuole elementari.
- sommare i punteggi complessivi degli item F;
- confrontare i punteggi degli item F con le medie indicate dall'équipe di Ajuriaguerra e calcolare
l'età grafomotoria relativamente alla progressiva acquisizione di forme personali;
- sommare i punteggi degli item M;
- confrontare i punteggi degli item M con le medie e calcolare l'età grafomotoria relativa allo
sviluppo grafomotorio e al progressivo superamento delle difficoltà;
- sommare i totali degli item F e M;
- confrontare il punteggio ottenuto con le medie calcolate da Ajuriaguerra e calcolare l'età
grafomotoria globale.
Se il punteggio ottenuto corrisponde alle medie calcolate per i ragazzi o le ragazze della
stessa età, lo sviluppo grafomotorio è adeguato; un punteggio più basso indica anticipo
nello sviluppo, mentre un punteggio più alto, che corrisponde a maggiore presenza di
difficoltà grafomotorie, indica ritardo. Quando esso è limitato agli item M si tratta di
ragazzi che non sanno controllare i movimenti fini della scrittura, talvolta di disgrafici;
quando si nota un ritardo solo negli item F si nota abilità grafomotoria, unita però a scarsa
personalizzazione della grafia che conserva caratteristiche infantili.
La scala di Ajuriaguerra si arresta all'età di 11 anni, ma può servire anche in seguito per
rilevare la presenza di item che dovrebbero essere scomparsi.
Presentiamo l'elenco degli item della scala di Ajuriaguerra, la scheda di rilevazione e i
punteggi ottenuti da Ajuriaguerra età per età e con ulteriore distinzione in base al sesso.
11
Item della scala E di Ajuriaguerra
Gli item EF (forme infantili) prendono in considerazione l'aspetto generale della
scrittura, l'esecuzione delle lettere e i legamenti.
F1 scrittura infantile (i tratti rettilinei presentano curve, deviazioni di tracciato, scarsa
sicurezza del tratto).
F2 scrittura dilatata orizzontalmente (alcuni occhielli della zona mediana e le asole della zona
superiore o inferiore si estendono orizzontalmente per maldestrezza, non per
desiderio di personalizzare la scrittura).
F3 assenza di movimento (la scrittura è statica, manca il movimento corsivo e si notano
saldature e collages).
F4 scrittura con calibro alto (si dà 1 punto se la dimensione della zona mediana è superiore a
mm. 3,5; 0,5 punti se compresa tra 2,5 e 3,5 e 0 se uguale o inferiore a mm. 2,5).
F5 lettere “m” e “n” aderenti al modello calligrafico (il ragazzo appesantisce l'arcata delle
lettere “m” ed “n” con ammaccature, incertezze).
F6 tagli “t” calligrafici (il taglio delle “t” è piccolo, posto in alto, parte spesso dall'asta ed è
vergato in modo poco personale).
F7 lettera “p” aderente al modello calligrafico (la lettera “p” è vergata secondo le norme
calligrafiche, con asta e arcata).
F8 lettera “a” in due tratti (il ragazzo traccia prima l'occhiello e poi, dopo aver staccato la
penna dal foglio, il tratto finale).
F9 lettere “d”, “g” e “q” in due tratti (vale la norma indicata per F 8).
F10 maiuscole tracciate in modo maldestro (il ragazzo si sforza di seguire il modello, ma le
maiuscole rivelano maldestrezza e presentano ammaccature).
F11 saldature (sosta tra il tratto finale di una lettera e quello iniziale della seguente per
l'incapacità a collegare le lettere).
F12 collage (il tratto finale di una lettera termina contro la lettera seguente. I due tratti
devono avere direzione diversa, ad esempio il tratto finale di una “d” che termina
contro l'occhiello di una “o”).
F13 spazio irregolare tra le righe (gli spazi tra una riga e l'altra sono irregolari. Deve essere
preso in considerazione l'inizio del rigo, non il termine di esso o la presenza di
ondulazione).
F14 zone mal differenziate (la dimensione della zona superiore, mediana e inferiore presenta
sproporzione e si nota confusione tra zone).
Gli item EM (motricità) riguardano il progressivo superamento delle difficoltà
grafomotorie.
M15 tratti discendenti interrotti e ripresi (per incapacità a eseguire senza interruzione l'asta
delle “d”, “p”, “q”, “t” si ferma e poi riprende il tracciato.
M16 lettere con ritocchi (alcune lettere o parti di esse possono essere corrette per
modificarne la forma, non per correggere errori di ortografia).
M17 tratto sbavato e impastoiato (il tratto presenta scarsa nettezza e bordi sbavati a causa
della scarsa padronanza della penna).
12
M18 deviazioni nelle aste delle “d”, “t”, “p”, “q” (le aste presentano contorsioni e deviazioni
per incapacità a tracciare con sicurezza un tratto rettilineo).
M19 ammaccature degli occhielli (per incapacità a eseguire curve flessibili, gli occhielli
presentano angoli e bruschi cambiamenti di direzione).
M20 maldestrezza nelle asole della zona superiore o inferiore delle lettere “g”, “f” ecc. (nelle asole
della zona superiore o inferiore si possono trovare ammaccature, angolosità,
restringimenti).
M21 tremore (la scrittura, vista con lente di ingrandimento, rivela tremore e piccole
deviazioni di tracciato).
M22 tracciato vacillante (il tratto è esile, le lettere mal strutturate; si notano irregolarità nella
dimensione, nella direzione degli assi delle lettere, nel rigo di base delle parole).
M23 scrittura a sbalzi, saccadica (il movimento verso destra è caratterizzato dalla presenza
di angoli a contatto con il rigo di base e filetti di collegamento a 45°).
M24 lettere addossate (la difficoltà nel movimento verso destra causa riduzione degli spazi
tra lettere, collisioni e addossamenti).
M25 rigo spezzato (il rigo presenta una o più deviazioni di tracciato, può essere discendente
e poi risalire bruscamente o viceversa).
M26 sinuosità del rigo di base delle parole (si notano ondulazioni del rigo ma senza
deviazione brusca).
M27 rigo discendente (il rigo di base è discendente rispetto all'orizzontale. Si dà 1 punto
quando la discendenza supera 6°; 0,5 quando è minore; 0 quando il rigo è orizzontale
o ascendente).
M28 parole danzanti sul rigo (il rigo di base delle parole è sinuoso: alcune lettere sono
spostate verso l'alto, altre verso il basso).
M29 irregolarità nella dimensione (le lettere della zona mediana presentano irregolarità. Si dà
1 punto quando alcune lettere sono la metà o il doppio di altre; 0,5 punti quando le
differenze sono meno accentuate e 0 quando si nota leggera irregolarità).
M30 irregolarità nella direzione (si notano differenze nell'inclinazione degli assi delle lettere).
Nella casella relativa al punteggio si indicano 0, 0,5 o 1 punto in base alla maggiore o
minore presenza dell’item. Questo punteggio va moltiplicato per il coefficiente di
ponderazione e nell’ultima casella a destra si indica il punteggio complessivo. I totali
parziali (EF o EM) vanno confrontati con le medie statistiche calcolate da Ajuriaguerra che
riportiamo nella seguente tabella.
13
Punteggio medio per gli item F ed M separati e per il totale
(Ajuriaguerra)
Età
anni mesi
6
6
7
7
8
8
9
9
10
10
11
6
6
6
6
6
ITEM EF
ITEM MF
Totale
M
F
M
F
M
F
26
24
22
19
17
15
13.5
14
15
12
9
23
20.5
18
16
14.5
13.5
13
13
12.5
10.5
9
30
22
17.5
15.5
13.5
11.5
9.5
9.5
9
8
6.5
23.5
18.5
15
13
11.5
10
8.5
8.5
8
6
4.5
55
47
39
34
29
27
25
24
23
19
16
48
40
33
30
27
24
21
20
19
16
13
Presentiamo ora una scheda che può essere utilizzata per la rilevazione dell’età
grafomotoria.
Scala “E” di Ajuriaguerra
Scheda di rilevazione
Item EF
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Scrittura in superficie, infantile
Scrittura dodue (dilatata, grassoccia)
Assenza di movimento
Calibro alto
Lettere m ed n calligrafiche
Tagli t calligrafici
Lettera p calligrafica
Lettera a in due tratti
Lettere d, g, q in due tratti
Maiuscole tracciate in modo maldestro
Soudures (suture o saldature)
Collages
Spazio irregolare tra le righe
Punteggi
o
Coeff.
Pond
Punteggi
o
compless
2
1
2
2
2
2
1
3
2
3
3
1
3
14
F 14 Zone mal differenziate
Media di riferimento (EF):
2
Totale EF
Item EM
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
Tratto discendente interrotto e ripreso
Lettere con ritocchi e correzioni
Insieme impastoiato, con sbavature
Deviazioni delle aste delle d, t, p, q
Ammaccature degli occhielli
Maldestrezza delle asole delle g, f ecc
Tremore
Tracciato vacillante
Scrittura a sbalzi, saccadica
Lettere addossate (urti, addossamenti)
Rigo spezzato
Rigo sinuoso
Rigo discendente
Parole danzanti sul rigo, scattante
Irregolarità nella dimensione
Irregolarità nella direzione
3
3
3
1
3
2
3
2
2
2
2
1
1
2
3
1
Media di riferimento (EM):
Totale EM
Media di riferimento (Tot.):
Punteggio
complessivo
15
Osservazioni
Come abbiamo già fatto notare, la scala dovrebbe essere aggiornata tenendo conto dei
cambiamenti intervenuti nei metodi di insegnamento della scrittura e negli strumenti
adottati per scrivere e anche degli studi effettuati sull’evoluzione della scrittura e sul
significato psicologico dei segni grafologici.
Le lettere addossate, per esempio, sono attribuibili all’ansia e nelle scritture italiane sono
più frequenti nelle scritture caratterizzate da maggiore accuratezza e sarebbero necessari
item relativi all’utilizzazione dello spazio grafico. L’aggiornamento della scala richiede
però un numero elevato di soggetti e la disponibilità di numerosi ricercatori, condizioni
oggi difficili da ottenere.
L’unico tentativo di aggiornamento è quello dell’ARIGRAF che ha cercato di adattare la
scala di Ajuriaguerra all’attuale modello calligrafico italiano. Le medie statistiche calcolate
negli anni ‘50 da de Gobineau-Perron e negli anni ‘60 da Ajuriaguerra sono state
confrontate con quelle degli anni ‘90: e sono scaturite ipotesi di aggiornamento.
Tra le osservazioni citiamo quelle relative alla dimensione della scrittura, che è
maggiore in Italia rispetto alle grafie francesi. Sono inoltre più frequenti gli item M19
(ammaccature), M21 (tremore) ed M23 (gesti saccadici). L’item M24 (addossamenti,
telescopages) è meno frequente in Italia e si nota un aumento con l’età, per cui non risulta
utilizzabile: la sua presenza deve essere attribuita all’ansia.
Si fa presente, anche se la ricerca ARIGRAF non ha preso in esame questo aspetto, che
l’item M17 (impastoiamenti) attualmente è meno frequente e soprattutto meno accentuato
per la diversità dello strumento grafico utilizzato. Quando è stata messa a punto la scala
gli studenti, oltre alla matita, usavano il pennino flessibile o la stilografica. A nostro avviso
sarebbe opportuno modificare il sistema di punteggio, in quanto la differenza tra assenza
di un item e presenza massiccia (da 0 a 1) è poco significativa.
Facciamo presente, insieme a J. Peugeot (1985) che l’item 37 di De Gobineau-Perron,
relativo all’assenza dei margini, non è stato considerato significativo dall’équipe di
Ajuriaguerra per un errore metodologico. I bambini scrivono generalmente senza margini
e solo nel periodo della preadolescenza e soprattutto dell’adolescenza si nota presenza di
un margine modesto. L’équipe di Ajuriaguerra ha fatto copiare il testo ai bambini dei
primi anni delle scuole elementari mentre negli anni seguenti il testo è stato dettato. I
bambini più piccoli hanno copiato anche l’impaginazione, mentre in seguito
l’impaginazione è risultata più spontanea.
Nonostante queste osservazioni, la scala risulta ancora oggi utile per valutare
l’evoluzione della scrittura e auspichiamo che essa venga rivista e aggiornata oppure
sostituita da una scala più valida.
16
Bibliografia
(1970), Graphologie des Jugendlichen. 1. Längsschnitt Analyse, Münich
Verlag Ernst Reynhart.
AVÉ-LALLEMANT U. (1982), Notsignale in Schülerschriften, München-Basel, Reinhart (Trad. it.
Segnali di allarme. Grafologia e diagnosi psichica della personalità, Roma, Armando).
AVÉ-LALLEMANT U. (1983), Pubertätskrise und Handschrift, Münich, Verlag Ernst Reynhart.
AVÉ-LALLEMANT U. (1988), Graphologie des Jugendlichen. 2. Eine Dynamische Graphologie,
Münich Verlag Ernst Reynhart.
AVÉ-LALLEMANT U. (1993), Graphologie des Jugendlichen. 3. Straftäter im Selbstausdruck,
Münich Verlag Ernst Reynhart.
BOILLE N. (1990), La méthode graphométrique d’Ajuriaguerra appliquée aux écritures italiennes.
Résultats statistiques et nouvelles perspectives, LA GRAPHOLOGIE, 197, 38-61.
CAILLE E. (1967), L’evolution de l’écriture des enfants et des adolescents, Lille, Institut Français
de Culture Humaine.
CRISTOFANELLI P., LENA S. (2002), Grafologia ed età evolutiva, Brescia, La Scuola.
CRISTOFANELLI P., LENA S. (2008), Die Handschrift im Entwicklungsalter. Graphisches Erleben
und psychologische Deutung, Herbolzheim, Centaurus Verlag.
DE AJURIAGUERRA J., AUZIAS M., DENNER A. (1971), L’écriture de l’enfant (2 voll.), Neuchâtel,
Delachaux et Niestlé.
DE GOBINEAU H., PERRON R. (1954), Génétique de l’écriture et étude de la personnalité, Neuchâtel,
Delachaux et Niestlé.
HAMSTRA-BLETZ L., BLÖTE A.W.. (1990), Development of handwriting in primary school: a
longitudinal study, PERCEPTUAL AND MOTOR SKILL, 70, 759-770.
LEGRUN A. (1960), Eine Reifungs-Skala für Schülerschriften, (Una scala di maturazione della
scrittura di scolari) ZEITSCHRIFT FÜR MENSCHENKUNDE 261-281.
LENA S. (1998-99), Evoluzione della scrittura e significato dei segni, in SCRITTURA, 1. 106
(Risultati relativi alla categoria Curva-Angolosa), 10-19; 2. 107 (Pressione, tratto e dimensione),
7-15; 3. (Larghezze, armonia e ritmo), 108, 24-36; 4. (Allineamento base, inclinazione e direzione
assiale), 109, 27-38; 5. (Legamenti, profilo delle lettere, ricci, uso dello spazio, sviluppo
grafomotorio), 110, 8-18; 6. (Studio di alcune combinazioni), 111, 8-17.
LENA S. (2006), L’attività grafica in età evolutiva : esame, ricerche, prospettive, Urbino, Libreria
Moretti.
MEULENBROEK R.G.J., VAN GALEN G.P.. (1988), The acquisition of skilled handwriting:
discontinuous trend in kinematic variables, in COOLEY A.M. e coll., Cognition and action in
skilled behaviour, Amsterdam, North Holland.
MOJET J.W.. (1991), Characteristic of the developing handwriting skill in elementary education, in
WING A.M. e coll. Development of graphic skills, London, Academic Press.
PEUGEOT J. (1997), La connaissance de l’enfant par l’écriture, Paris, Dunod.
SASSOON R., NIMMO-SMITH I., WING A.M. (1989), Developing efficiency in cursive handwriting: an
analysis of “t” crossing behaviour in children, in PLAMONDON e coll., Computer recognition
and human production in handwriting, Singapore, Wordl Scientific.
SAUDEK R. (1978), Experiments with Handwriting, Sacramento, Books for professionals.
ZESIGER P. (1996), L’apprentissage de l’écriture et ses troubles chez l’enfant, in CARBONNEL S. (a
AVÉ-LALLEMANT U.
17
cura di) Approche cognitive des troubles de la lecture et de l’écriture chez l’enfant et l’adulte,
Marseille, Solal.
ZESIGER P. (1995), Écrire: approches cognitive, neuropsychologique et développementale, Paris,
P.U.F.
18