RELAZIONE NORMATIVA PER LA MESSA IN

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RELAZIONE NORMATIVA PER LA MESSA IN
RELAZIONENORMATIVAPERLAMESSAINSICUREZZADELL’ACQUADILAVORODEI
RIUNITIODONTOIATRICI
prevenzioneetuteladalleinfezionicrociateprovenientidaigliimpiantiidricidelle
apparecchiatureodontoiatrichedurantelefasidilavoroclinico
Nella pratica clinica odontoiatrica, un fattore di rischio cui è esposto il paziente, nonché
l’operatore, è inquadrabile nella possibilità per entrambi di contrarre infezioni crociate,
ovvero,derivantidallefasiditrattamentoclinico.
Un’ampia letteratura riporta casi documentati di patologie infettive contratte dopo un
interventoodontoiatrico.
A tal riguardo vi sono diversi regolamenti e procedure emanate dagli organi competenti,
finalizzateallaprevenzioneedallatuteladeipazientidall’esposizionealrischiodicontrarre
qualsiasi infezione nel corso di una seduta di lavoro odontoiatrico, mediante l’adozione di
protocolli e procedure atte alla sanificazione ed alla sterilizzazione degli ambienti e dello
strumentariodilavoropresenteneglistudiodontoiatrici,edinseriteinunquadronormativo
chenedettalelineeguidaperl’aperturael’eserciziodellaattivitàodontoiatrica.
In tale contesto vi è un importante aspetto non considerato nel quadro normativo, e più
precisamenteriferibileallaqualitàdell’acquautilizzataduranteleseduteodontoiatriche,edin
particolarel’acquadieserciziochefuoriescedaglistrumentirotantienon,collegatialriunito
odontoiatrico.
Vi è un’ampia letteratura scientifica che dimostra quanto siano esposti a rischio di
colonizzazione batterica i circuiti idrici delle poltrone odontoiatriche in particolare nei
confronti della LEGIONELLA. (Lin SM, Svoboda KK, Giletto A, Seibert J, Puttaiah R. Effects of hydrogen peroxide on dental unit biofilms
and treatment water contamination. Eur J Dent. 2011 Jan;5(1):47-59.)
Inoltre è opportuno sottolineare il rischio che già l’acqua in ingresso alla poltrona
odontoiatrica possa contenere impurità, batteri o virus provenienti da reti idriche
condominialiopubblichechenepossonofavorirelosviluppo.
Se il risciacquo delle linee idriche, prima del trattamento, è in grado di produrre una
diminuzione solo transitoria dei batteri planctonici, esso non ha efficacia contro i biofilm. I
ricercatorihannoperciòpropostol’impiegoaggiuntivodisoluzionidisinfettantie,tralepiù
efficacitroviamol’ipocloritodisodioeilperossidodiidrogeno.
Il primo, però, altamente corrosivo e in grado di danneggiare il sistema idrico del riunito, è
stato accusato di determinare la liberazione di elevate quantità di trialometani, agenti
consideraticancerogeni,quandoacontattoconmaterialeorganico,comeilbiofilmappunto.
Il “meno insidioso” perossido di idrogeno è, comunque, affidabile nel contenere la
contaminazionedell’acquadelriunito?
Può prevenirne la contaminazione batterica? Può far fronte alla rimozione dei depositi
battericieinorganici(saliminerali)unavoltaformati?
Ungruppodiricercatoristatunitensicercaronorisposte,valutandol’azionediduedifferenti
tipologie di prodotti al perossido di idrogeno: uno comunemente rintracciabile in farmacia,
impiegato, dopo diluizione, come disinfettante periodico dell’acqua municipale; l’altro
commercializzatocomedisinfettantedialtolivello,usatoperilsolorisciacquoperiodicodelle
tubature.
I ricercatori utilizzarono quattro riuniti con simulatore di sistema idrico automatico per 12
settimane, pulendone tre, periodicamente, con perossido di idrogeno all’1, 2 e 3% e
impiegando acqua municipale addizionata rispettivamente con perossido di idrogeno allo
0.05,0.15e0.25%.Verificaronolaformazionedidepositidibiofilmmaturosuitubitramite
tecniche di microscopia confocale ed elettronica e valutarono la contaminazione batterica
planktonicadell’acqua,tramitesaggiospecificodicontadellecolonie.
Svilupparono,inoltre,
untestinvitro,ilpiùpossibileaffineallestrumentazioniodontoiatriche,perverificarequale
fosse la migliore concentrazione di perossido di idrogeno da impiegare per la pulizia
periodicadelsistemaidricodeiriuniti,unavoltacheidepositibattericieinorganicieranogià
formati.Usaronotubiidriciodontoiatriciall’internodeiqualieranodepositatibiofilmmaturi
eliesposeroper24oreasoluzionidiperossidodiidrogeno,confrontandoconcentrazionial
7, 3 e 2%. Valutarono quindi tramite microscopia la capacità dell’agente di rimuovere i
depositi.
I risultati suggerivano un “successo a metà”.Il primo obiettivo era stato raggiunto: il
perossidodiidrogeno,al2%utilizzatoperlapuliziaperiodicaediluitoallo0.05%nell’acqua
municipaleperl’irrigazione,erautilenelcontrollodellacontaminazionebattericadelsistema
idrico odontoiatrico, mantenendo la conta delle unità formanti colonie sotto il limite
raccomandato dal Center for Disease Control and Prevention.
Il secondo obiettivo invece,
quellodirimuovereefficacementeidepositiorganicieinorganicigiàpresentineitubi,nonera
centrato: dopo due mesi dall’inizio della pulizia periodica con perossido di idrogeno vi era
ancoralapresenzadibiofilmresiduo.
Latenaciadeidepositibattericieinorganicinelletubatureelarelativadifficileeradicazione
vieneancoraunavoltaconfermata,dandoulterioreimpulsoallanecessitàditrovarviefficace
rimedio.
Ciò sta ad indicare che non vi è attualmente alcuna sicurezza per la sterilità dell’acqua
municipaleetantomenoquellacircolantenelriunitoodontoiatrico.
La colonizzazione è sostenuta dalla formazione di biofilm resistenti che favoriscono la
proliferazionebattericainparticolaredellalegionella.
Ariprovadellarealeesistenzadiquestorischiovisonocasichedocumentanoilcontagioda
Legionelladopounasedutaodontoiatrica,finoaduncasoincuiseneèpotutodocumentareil
decessocorrelatoaquestainfezionecrociataepubblicatosuLANCET:
Pneumoniaassociatedwithadentalunitwaterline
(The Lancet, Volume 379, Issue 9816, Page 684, 18 February 2012 doi:10.1016/S0140-6736(12)60074-9)
è accaduto il 9 febbraio 2011 ad una donna di 82 anni, successivamente deceduta presso
l’OspedaleG.B.MorgagniPierantonidiForlì(Italia).
Ladonna,chequasimailasciavalasuaabitazione,sièspostataunicamenteperandaredue
voltedaldentista.Nonappenasonocomparsifebbreedifficoltàrespiratorie,lasignora,che
non mostrava altre patologie di base e che era comunque cosciente e reattiva, è stata
ricoverata presso l’unità di terapia intensiva del nosocomio. La radiografia al torace ha
evidenziato diverse aree di addensamento polmonare e la diagnosi basata sulla rilevazione
dell’antigenenelleurineèstatasubitoeffettuata:legionellosi,causatadalbatterioLegionella
pneumophila. Nonostante la terapia antibiotica orale (ciprofloxacin ogni 12 ore) sia stata
somministratatempestivamente,lapazientehasviluppatoprestounarapidaedirreversibile
sepsieduegiornidopoèdeceduta.
MariaLuisaRicci,cheèlaricercatricedell’ISScheha condottoquestostudio,haosservato
che, nel periodo di incubazione della malattia, ovvero tra i 2 e i 10 giorni precedenti
l’insorgenza dei sintomi, la signora era uscita di casa solo in due occasioni per andare dal
dentista. Per identificare la possibile fonte di contaminazione, sono stati prelevati campioni
d’acquadairubinettiedalleturbinedellostudiodentistico,nonchédairubinettiedalladoccia
della sua abitazione. Questi ultimi all’esame colturale sono risultati negativi, mentre quelli
prelevati dalla strumentazione del dentista sono risultati positivi per L. pneumophila.
Esperimentidilaboratoriohannodimostratolacorrelazionegenomicatraiceppidelbattere
isolati dalle secrezioni respiratorie della paziente e quelli isolati dal circuito idrico della
poltronaodontoiatrica.
“Allalucediquantoaccadutosembranodunqueindispensabilicontrollifrequentiedidiverso
tipo – ha spiegato la ricercatrice in una nota pubblicata sul sito dell’Iss – quali ad esempio:
utilizzare sistemi di filtraggio dell’acqua a monte degli strumenti (ad es. riunito
odontoiatrico); è importantissimo inoltre monitorare almeno annualmente i livelli di
contaminazionediLegionellanell’acquadellapoltronaodontoiatrica”.
Direttiveprecise,quelledescrittedaRicci,cheprovengonodadocumentigiàusatiall’estero.
“Esistonoproceduredettagliate,utiliallaprevenzionedellalegionellosineglistudidentistici”,
ha aggiunto. “Queste sono consultabili ad esempio nelle Linee guida inglesi a ciò dedicate,
nonché nella prossima pubblicazione da parte del nostro Ministero della Salute delle nuove
Lineeguidaperlaprevenzioneedilcontrollodellalegionellosi”.
Il danno sociale imputabile questo tipo di infezioni crociate seppur non rilevabile
nell’immediatezza dell’intervento clinico, è sicuramente causa di una spesa sanitaria
imprevedibileacaricodelSSNpoichéseppursubdolanelsuodecorsoclinicoenonfacilmente
rintracciabilepuòesserecausadinumerosepatologiecorrelatecheinevitabilmentevannoa
gravaresullaspesasanitariaNazionale.
Ciò premesso, in previsione della creazione di una norma atta determinare le linee
guida finalizzate alla tutela dei Pazienti, e degli operatori odontoiatri dalle infezioni
crociateconparticolareattenzioneversoicontagidalegionella.
Percuisiritieneche:
alfineditutelare,lasalutedeipazientisottopostiallecureodontoiatriche,dalrischio
di contrarre infezioni crociate derivanti da biofilm batterici o virali quando presenti
nellecondotteidrichechealimentanol’acquadilavorodeglistrumentiodontoiatrici.
Ciò premesso è obbligatoria la messa in sicurezza dell’acqua di lavoro delle
apparecchiature odontoiatriche mediante l’applicazione di un idoneo dispositivo di
filtrazionecapacedisterilizzarel’acquainingressoallapoltronaodontoiatrica.
Tale sistema di ultrafiltrazione dovrà essere dotato delle certificazioni: CE,TUV,NSF,
unitamente ad una documentazione comprovante l’effettiva azione sterilizzante
dell’acquainuscitadalfiltro,inoltreildispositivodovràesseremunitodiindicatoredi
duratadellacartucciaalfinedigarantirel’efficienzadelfiltronelladuratadiesercizio.