macchiato - Literary

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MACCHIA MACCHINA MECCANICO
MACCHIA
Màcchia, dal lat MACULA, con i derivati Maculàto “macchiato” e Immacolàto “pulito” con IN negativo; la
semant ha misticizzato quest’ultimo termine nel senso di “senza peccato-senza colpe-inviolato-non profanato”.
L’Immacolata per eccellenza è la Vergine Maria. Il gr conta MIAINO io macchio cui AMIANTOS incorruttibile
e l’ital Amiànto. Il percorso dal lat MACULA conta Màcula, Maculamènto, Maculàre o Macolàre questo verbo,
Maculàre questo aggettivo, Maculàto o Macolàto, Maculatòre, Maculatùra, Maculaziòne, Màculo o Màcolo,
Maculòso, la locuzione medica Macula lutea, e attraverso il franc MAQUIS macchia, si contano i glb Maquis e
Maquillage.; si potrebbe inserire un prefisso MACULO per composizioni quale Maculopatìa in campo
oculistico. La locuione Macula lùtea infatti indica un’area del globo oculare il cui secondo termine è dal lat
LUTUM giallo, donde Luteìza Lutèinico, Lutèola, Luteolìna, vrs connesso col tema di LUTUM fango per un
associazione di colore.
Màcula o Màcola è dim di un tema med MAK MAKKA schiacciare, dal quale ci sono giunti Màcco “strage” e i
prefissati Ammaccàre “provocare delle imperfezioni, dei lividi” (anche in senso metaf) e i parasnm Smacchiàre e
Smaccàre, quest’ultimo con un proprio percorso metaforico semant, ha assunto il significato di “umiliare”,
trasformando il pref S sottrattivo in S durativo. Il Màcco, in volg siciliano Maccu, è inoltre una pietanza a base di
fave “ammaccate” e pare sia l’origine del termine Maccheròne, meglio9 Maccheròni, con Maccheronàta, i fig
Maccherònico e Maccharonèsco; in ambito med si conta il franc MACARONS “sorta di pasticcino ripieno”.
Altro derivato dal tema med sarebbe Maccalùba tramite l’ar MAQLUB rivoltato. Decisamente pseudoetim è
invece il termine Maccarèllo “pesce scombro” dall’ol MAKELARE trafficante, in senso fig poiché questo
scorterebbe le aringhe nelle loro migrazioni
La Màcchia è anche una fitta boscaglia dal complicato percorso, con l’accr Macchiòne e il verbo Dimacchiàre su
modello di Diboscare (Disboscare), ma anche un tipicità botanica cui la locuzione Macchia mediterranea. Altri
derivati, Macchiaiòlo o Macchiaiuòlo (pittore nella Firenze del XIX sec, che utilizzava la tecnica delle macchie
cromatiche e luminose), l’omn Macchiaiòlo (chi lavora nella macchia o fig chi si da alla macchia), Macchiàre,
Macchiàtico (il diritto di ricavare legna dalle macchie comunali), Macchiètta, questo oltre al logico dim è semant
uno schizzo o fig una scenetta teatrale caricaturale, cui Macchiettìsta e Macchettìstico; infine, Macchiettàre e
Macchiettatùra. Derivato insospettabile è Màglia, con i suoi derivati quali, Magliàio, Magliàro, Maglierìa,
Maglierìsta, Magliètta, Maglifìcio, Maglìna, Magliòne, Magliòso e Tramàglio questo dal volg TRIMACULUM
rete di tre maglie con le varianti Tremàglio, Tramàcchio e Tremàcchio, i prefissati Ammagliàre (omn di
Ammagliare da Maglio) con l’aferetico Magliàre eppoi Ammagliatòre e Ammagliatùra, Rammagliàre; il lemma
Maglia è transitato dal prvz MALHA, erede del lat MACULA macchia, fig dal fatto che l’intreccio con fili di
lana, a forma di rete, pare un complesso di macchie; il lemma, poi, s’è svolto nel capo di vestiario.
In tale contesto occorre soffermarci sul noto gioco Gòlf, omologismo dall’ingl GOLF già ol KOLF mazzabastone. Dall’ingl GOLF COAT maglione da golf è nato il Gòlf, snm di Maglione qui tradizionalmente
indossato. In Italia, il primo Campo da golf è sorto il 12 gennaio del 1903 a Roma, voluto dalla comunità
inglese.
L’ingl conta ancora CLUB per bastone (per il golf) con spatola rinforzata, il quale veniva consegnato ai soci da
convocare; il termine è finito per indicare il circolo o l’associazione stessa.
Un errore comune è pronunciare o scrivere Macchiavelli, insistendo nei suoi derivati; l’esatto nome del
pensatore toscano è N. Machiavelli (1469\1527), detto confidenzialmente “Il Machia”, cui Machiavèllico,
Machiavellèsco nel percorso di Màchia, Machiòne… Machiavèlli è, a suo ricordo, anche un gioco delle carte,
una variante del Ramino.
Machìsmo invece, vale “in relazione alle teorie del ted E. Mach (1838\19169” cui Màchmetro, oppure vale
“atteggiamento mascolino” da MACHO maschio in lingua messicana; due termini, quindi, omn, pseudoetim
l’uno nel percorso dell’altro.
Il gr conta lo specifico SPILOS “macchia” cui Spilogàle “sorta di moffetta” con GALE donnola.
\ Chiazza Piazza
Macchia vale anche Chiàzza, questo dal lat PLATEA piazza eufemismo per Macchia; il suo devb è Chiazzàre, questo, inc
con Stanza, ha dato Schiànza che vale cicatrice (macchia sulla pelle). La mutazione del gruppo PLA in CHIA è tipica nel
volg mer, dove Piazza è svolta in Chiazza, Piano in Chiano, Piatto nel più diffuso Chiàtto con il fig Chiattone “individuo
fisicamente largo”; comunque, il gr conta gr KYATHOS coppa la quale è chiatta, per cui la connessione attraverso la Magna
Grecia appare evidente. Il lemma fig Chiàna “stagno” vale “piatta” dal tema med KLANA acqua stagnante cui il toscano
Chiàna, Chianìno col toponimo Val di Chiana.
Dal termine lat PLATEA ereditato dal gr PLATEIA, da PLATYS largo, l’ital ha conservato Platèa, Plateàle, Plateàtico “tassa
medv per l’utilizzo del suolo pubblico”, Platelmìnti (sorta di invertebrati parassiti, col gr HELMINS HELMINTHOS verme),
Platirrìne (famiglia di mammiferi, col gr RHIS RHINOS muso-naso), vrs connessi col franc PLATINE piano-lastra. Al largo
della Libia, l’ant isola Platea significava appunto “estesa”; il toponimo è rintracciabile nella città di Platea in Grecia, luogo
(piana estesa) della vittoriosa battaglia greca contro i persiani nel 479 aC. Il termine Piàzza non è altro che la derivazione dal
volg PLAJA di PLATEA, cui Piazzàre con i prefissati Spiazzamènto, Spiazzàre, Spiazzàto e Spiàzzo (pref S intensivo).
Nel percorso di PLATYS largo l’ital conta ancora Plàtace (genere di pesce) con Platanìsta “cetaceo” e Platèssa “pesce piatto”
altrimenti detto Pianùzza, i composti Omoplàta (col pref gr HOMOS simile) snm di Scapola, Platidàttilo e Platicèrco “coda
larga” questo col gr KERKOS appendice codale. Termine alieno Platònico da Platonìsmo relativo alla filosofia di Platone
(427/348 aC).
Ed appaiono chiaramente connessi con la rad del gr PLATYS largo-piatto quei termini quali Plàcca, transitato dal franc
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PLAQUE, con Placcàggio, Placcàre, Placcàto, Placcatùra, Placchètta e, quasi inaspettatamente, Plàcenta, tutti da PLAX
PLAKOS superficie larga e piatta cui Placentàti o Placentàti (sottoclasse di mammiferi), Placentàre,
Placentàrio,Placentaziòne. Placenta, poi, è lemma fig dal lat inv PLACENTA focaccia (larga e piatta); eppoi Plàtina o
Platìna questo transitato dal franc PLATINE piano-lastra
MACCHINA
Màcchina, dal lat MACHINA, viene dal gr dorico MAKKAND e gr attico MEKHANE espediente-congegno, vrs
ampliamento del tema med MAK MAKKA schiacciare-pestare.
\ Un utile arnese diventato, come ogni invenzione umana, strumento di guerra, tant’è che la mitologia narra di Machimo, una città guerriera,
situata fuori del mondo (allora conosciuto).\
Un antichissimo utensile la MACHINA, che riduceva le cose a macchia, ovvero le schiacciava, cui
progressivamente Macìgno, Màcina e il dim Macinìno, eppoi Macinàre cui l’iterativo Rimacinàre, con
Macinàbile e Macinabilità, Macinàta, Macinàto, Macinatòio, Macinatòre, Macinatùra, Macinaziòne, i composti
Macinacolòri, Macinadosatòre, Macinapèpe; altri derivati in ordine alfabetico, Macchinàle, Macchinalmènte,
Macchinamènto, Macchinàre, Macchinàrio, Macchinàta, Macchinàto, Macchinatòre, Macchinaziòne,
Macchinerìa, Macchinètta, Macchinìsmo (dal XIX sec), Macchinìsta e Macchinòso col composto in ellissi
Marchingègno “macchina ed ingegno”, la locuzione glb ingl Slot machine (con SLOT fessura).
Ridurre a macchia vuol dire anche assottigliare, per cui, dal tema più dolce MACHINA rispetto a MAKKANDMEKHANE, sono ancora derivati Macellàre con Macellàbile, Macellabilità, Macellàio, Macellamènto,
Macellàto, Macellàro, Macellatòre, Macellaziòne, Macellerìa e Macèllo (anche fig), eppoi Maceràre con
Maceràbile, Macerànte, Maceramènto, Maceràto, Maceratòio, Maceratòre, Macereaziòne, Macerìa, Macèrie, ma
anche il poetico Macìa o Macèa “mucchio di sassi” da non equivocare col termine sdrucciolo Màcie “grande
magrezza”, eppoi un raro prefissato Commaceràre (COM insieme). Macere vale in volg mer “muri con pietre
senza malta” ossia Muri a secco. Ancora, Maciullàre dal lat volg MACINULARE da MACHINA sovrapposto a
Macellare, con Maciùlla e Maciullatùra.
Attraverso il franc BOUCHERIE macelleria si ha l’omologismo Buccerìa cui il volg siciliano Vuccirìa.
Nel percorso dovrebbe vrs entrare l’onomastico Maciste, il forzuto personaggio mai esistito ma che appare nello
storico film Cabiria del 1914.
D’identica origine rad dovrebbe invece essere Màglio, dal lat MALLEUS passato nel volg MALJUS, cui
Magliòlo o Magliuòlo, Maglìsta, il prefissato Ammagliàtòre (snm di Ammagliare da Maglia), Mallèolo con
l’aggettivo Malleolàre, Malleàbile e Martèllo, dal percorso lat MARCUS MARCULUS MARTULUS
MARTELLUS, rinvenuto nel russo MOLOTOV. In relazione a Martello, l’ital conta Martellàre cui
Martellamènto, Martellànte, Martellàta con Martellàto, Martellatòre, Martellatùra, Martellìo, Martellìsta, i dim
Martellètto e Martellìna, da questo Martellinàre, Martellinatòre, Martellinatùra. Sorprendente la scoperta
archeologia del misterioso Martello di london.
L’onomastica conta Marco da MARCELLUS piccolo martello quale sovrapposizione di MARCULUS e
MARTELLUS in concorrenza con Marco da MARTICUS “in onore di Marte” affiancato a Martino da
MARTINUS “relativo a Marte”, dello stesso significato.
\ Il percorso semantico di Macchina è inarrestabile: dal significato primordiale di Macigno, Leva, Ruota, attestandosi nella definizione di
trasformatore d’energia, è venuto ad indicare computer, elaboratori di Realtà Virtuali, apparecchi interstellari; un lemma immortale da
sempre amico e accompagnatore dell’uomo nella buona e cattiva sorte, sia in pace che in guerra, e che si fermerà solo alla scomparsa di
questi dal mondo. Il DEUS EX MACHINA era per i latini il dio che appare dalle (fa muovere le) macchine, passato successivamente alla
divinità che risolveva i problemi scenici in teatro. Oggi, metaf, anche in senso ironico, è quell’autorevole persona preposta ed attesa per
risolvere difficoltà e situazioni d'emergenza e, in epoca di parità tra i sessi, è saltato fuori il neologismo DEA EX MACHINA. Il termine
ritornerà al significato lat del Deus quando sarà esclusivamente il computer a sostituire quell’autorevole persona. Macchina per Insegnare è
la definizione, già ricorrente negli anni settanta, che si riferisce allo strumento utilizzato singolarmente dagli studenti, in cui sono inseriti
domande programmate, alle quali l’allievo dovrà rispondere digitando un comando; all’inizio del terzo millennio si può ridenominarla
Cattedra Virtuale (da “Racconti Cisfantastici”, Personaledit 1998 SA).
La prima macchina in assoluto dotata di differenziale - senza di questo non ci sarebbero state le automobili - fu ideata nel 1895 da Carlo
Menon, veneto di Roncade, Treviso.\
\ Molare
Macina è anche Mòla, termine inv dal lat MOLA svoltosi dal lat MOLERE macinare, cui Molàre con Molàto, Molatòre,
Molatrìce e Molatùra da rad MOL genitrice di MELE macinare, il sostantivo Molàre da MOLARIS dente, il sett Molàssa
(roccia sedimentaria), Molàzza “macina”, Molènda dal gerundivo lat MOLENDA da macinare cui Molendàre, Molètta
attraverso il franc MOLETTE da MEULE mola, il fig Mòlidi (Famiglia di pesci di forma discoidale), i prefissati Emolumènto
(già compenso per la macinazione), Immolàre “mettere nella mola” con Immolàto, Immolatòre, Immolaziòne.
Il volg mer conta un Arrumulare che vale “arrotolare” dall’ant significato di Mola quale “pietra che ruota”.
Il toponimo Molise, già in corso ai tempi dell’imperatore svevo Federico II, non ha nulla del percorso di MOLA, poiché
racchiude il ricordo della famiglia dei Conti de Molinis, a meno che l’onomastico non fosse in connessione con MOLERE
macinare, l’attività che li avrebbe arricchiti, il tramite per l’investitura nobiliare. Lo pseudonimo Molise era stato utilizzato
da Eduardo De Filippo (1900-1984) nei suoi primi impegni artistici.
Il percorso macinare continua con Molinàio, Molinàra e Molinàro, Molinèllo, Molitòre, Molitòrio e Molitùra da Molìno (lat
MOLINUM) con la variante Mulìno dall’interferenza franc ant MOUNIER, cui Mulinàio o Mulinàro, Mulinàre, Mulinèllo
questo snm di Sbòvo (etim non trovata) nel marinaresco, la locuzione Mulino al vento storicamente apparso in Persia tra il
500 e il 900 dC inizialmente per scopi d’irrigazione. In Cina, nel 1210 i mulini a vento servivano sia per l’irrigazione sia per
la macina. Attraverso ilo franc MOULINER torcere-macinare si ha il glb Moulinè (corretta accentazione mouliné)
L’interferenza linguistica aveva già prodotto Mugnàio, con Mugnàia, già lat MOLINARIUS, con un volg Mugnale.
Mòle dal lat MOLES massa pesante (vrs in riferimento fig o semant alla Mola), s’è attestato nel senso generico di
dimensioni, cui Molècola “piccola mole” con Molecolàre e Molecolarità, le locuzioni Filtro molecolare e Cane molecolare
(così utile per le ricerche a causa appunto della sua capacità di separare e individuare col fiuto composti diversi) ma anche
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Molèsto da MOLESTUS, questi fig infastidire e fastidioso per le dimensioni (mole) cui Molestàre, Molestatòre e Molèstia.
La torinese Mole antonelliana, costruita da A. Antonelli nel XIX sec, era il progetto, poi abbandonato, per una sinagoga.
Attraverso l’ingl TO STALK che da cacciare si è svolto in perseguitare, è sorto il glb Stalking molestie assillanti introdotto
quale reato in Italia nella Legge 38/2009; si sta facendo strada l’omologismo Stalkizzàre con Stalkizzàta, meno ricorrente
Stalkizzàto, o Stalchizzàre con Stalchizzàta.
Molàre in fisica è relativo all’unità di misura Mòle, ipocoristico di Molecola e il cui simbolo è Mol; Molàre, ancora, è
l’aggettivo relativo all’omn Mòla “massa vescicolare” (termine medico).
Pseudoetim il termine Molinìsmo, con Molinìsta, la dottrina dello spagnolo Luis de Molina (1536-1600).
\ La rad MOL potrebbe essere stato l’abbrivio per l’agionimo Moloch, la divinità alla quale venivano offerti sacrifici umani, i cui corpi
venivano ammassati in un immondezzaio nella valle di Ennom, a sud ovest di Gerusalemme, vrs dopo essere stati immolati nel senso semant
del termine. La Valle di Ennom, maledetta dal re Giosia, è altresì indicata con l’omologismo Geènna dall’ebraico GE HINNOM attraverso il
lat GEHENNA già gr GEENNA./
\ Mascella
Mascèlla discende da un ant MAK-S-LA, nel percorso di Macchina, dal tema med MAK MAKKA pestare, schiacciare,
svoltosi nel lat MAXILLA quale dim di un MALLA, questo connesso con MALLEUS martello; in relazione a Mascella,
Ascella sembrerebbe d’identico percorso, ma non lo è (Ved Sala...).
Il termine originale lat MAXILLA è rintracciabile in chirurgia come pref, leggi Maxillofacciàle (con Facciale da Faccia),
Maxillolabiàle (con Labiale da Labbra). Il percorso contempla ancora l’aggettivo anatomico Malàre (omn di Malare da Male)
adottato in locuzione quale Osso malare (del cranio), conta il composto Massillipiède “termine zoologico” con MAXILLA
italianizzato Massilla e PES PEDIS piede.
Il gr conta GNATHOS che sta per mascella, cui il pref-suff GNATO in Granobdellifòrmi (Ordine di Anellidi, col BDELLA
sanguisuga), il chirurgico Gnatoplàstica, Gnatopòdi (organi dei crostacei per afferrare le prede, col gr PODOS piede),
Gnatostòmi (Raggruppamento di vertebrati, col gr STOMA bocca), eppoi Agnàti (Sottotipo di Cordati privi di mandibola,
omn di Agnati da “nascita”), Prognàto cui Prognatìsmo e che col pref PRO vale “mascella sporgente”, Singnàto (pref SYN
insieme) cui Singnàtidi (Famiglia di pesci, cui l’Ippocampo) e Singnatifòrmi (l’Ordine).
Il termine gr GNATHOS s’era svolto nel lat volg GANATHUS cui l’ital Ganàscia, incrociandolo con Mascella, e i fig
Ganascìno “affettuoso o meno pizzico alla guancia” e Ganasciòne “sberla sulla guancia” intensificato in Sganasciòne o
Sganassòne; eppoi il prefissato Sganasciàòre con Sganasciamènto e Sganasciàta questo snm di grande risata.
MECCANICO
Meccànico, dal lat MECHANICUS, dal gr MEKKANIKOS di tradizione ionica rispetto al dorico MAKKAND e
all’attico MEKHANE, sempre a confermare la discendenza del tema MAK MAKKA.
Da Meccànica (tardo lat MECHANICA) derivano ancora Meccanicìsmo, Meccanicità, Meccanìsmo, Meccàno
(marchio commerciale 1931), il composto Meccatrònica e Meccatrònico (con Elettronica), e il pref MECCANO
tratto dalla forma attica MEKHANO per composizioni quali Meccanocettòre o Meccanorecettòre,
Meccanochìmica, Meccanografìa con Meccanogràfico, Meccanoterapìa.
\ Il termine radiativo Macchina è in progressione semant infinita quanto l’esistenza umana; così vale per l’aggettivo sostantivato Meccànica e
per Meccanizzaziòne: Meccanica Celeste (studio delle orbite astronomiche), Meccanica delle Matrici, che è in alternativa alla Meccanica
Quantistica od Ondulatoria, Meccanica Newtoniana (teoria dell’accelerazione di un sistema materiale), Meccanica Statistica (studio del
comportamento della materia in termini di forze e collisioni fra quantità d’atomi e molecole), Meccanicismo (teoria filosofica in opposizione
al Teologismo), Meccanismi di Difesa (termine freudiano in Psicanalisi). Meccanismo dei Prezzi (effetto dell’Offerta e Domanda),
Meccanizzazione che vale quanto Industrializzazione...\
Suffisso MACHIA MACO
L’associazione del tema MAK di schiacciare con arma avrebbe prodotto il gr MACHESTHAI combattere da MAKHE
battaglia, per cui esiste dal gr MAKHIA il suff MACHIA, ormai un fossile lemmatico, che sta per combattimento, come in
Centauromachìa “ combattimento tra Centauri e Lapiti (un popolo della Tessaglia), Tauromachìa “combattimento con i tori”,
dal lat TAURUS toro già gr TAUROS cui Tòro, incluso il segno zodiacale, con Torèllo, Torèro o il glb sp Toreador, Toreàre
dallo sp TOREAR, i lemmi fedeli al gr-lat con Taurifòrme, Taurìna e Taurìno, Tauròtrago “Antilope africana” composto col
gr TRAGOS capro, il mitico Minotauro (testa di toro su corpo umano) connesso a Minòico relativo al gr MINOS Minosse,
l’altrettanto mitico re di Creta. In Sicilia, dall’oronimo Monte Tauro si ha il toponimo Taormina, località fondata su di esso
dai greci
Il suff MACHIA-MACO si ritrova ancora in Naumachìa “battaglia navale” (pref NAUS nave), Batracomiomachìa “guerra
tra rane e topi” (poemetto attribuito ad Omero dal gr BATRAKHOS rana cui Bàtrace e MYS topo), Simmachìa “alleanza”
(col pref SYN con). Il figlio di Ulisse, Telemaco, nato dopo la partenza del padre, sta per figlio di colui che “combatte
lontano” da casa, da TELE e MACO.
Siamo in area indoeur ed allora ecco che salta fuori la connessione dell’ingl MATCH competizione con il gr MAKHE cui il
glb Match in locuzione sportiva March ball “palla che decide l’esito dell’incontro” snm di Match point “punto che decide
l’esito”, Match race “corsa-gara con due imbarcazioni a vela”, Match winner “vincitore dell’incontro” dove WINNER vale
vincitore” dal verbo TO WIN vincere di rad indoeur WEIK combattere (con esito positivo) cui il lat-ital Vincere.
\ “La monomachia non costituisce una vera prova e non è consona al diritto naturale…” dal secondo libro del “Liber Constitutionem Regni
Siciliae” del 1261, promulgato da Federico II a Melfi. Monomachìa sta per Duello.\
\ Taurini Taurisci
I Taurini popolavano la regione subalpina, a nord e a sud della Dora Riparia; vrs discendenti dei Taurisci, dal lat. Taurisci, di
rad preromana che sta per “monte”, cui il toponimo Torino dallla locuzione lat AUGUSTA TAURINORUM “la città
dedicata ad Augusto nel territorio dei Taurini”.
AUGUSTA ricorre ancora nei toponimi AUGUSTA PERUSIA oggi toponimo regionale Umbria dalla popolazione degli
Umbri qui insediatisi in condominio con gli Etruschi, e in AUGUSTA PRAETORIA svoltasi in Augustea cui ellissi Aosta e
successivamente nel toponimo regionale, oggi, Val d’Aosta.
\ Bull Bulldog Bullismo
L’ingl conta BULL per Toro, cui il glb Bull nel senso di “rialzo” con la locuzione Bull market “mercato al rialzo”, opposto a
Bear “ribasso” questo entrato nel gergo dal significato semant di BEAR orso, ispirato alla locuzione BEARSKIN JOBBER
venditore della pelle d’orso dove SKIN vale pelle, entrambi coniati nel gergo di Borsa a Londra. Eppoi i glb ingl Bulldog
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(cane per la caccia ai tori) simile al Boxer, Bull mastiff fig “cane-toro” con MASTIFF mastino e Bull-terrier con Terrier
questo glb dal franc TERRIER cane di terra ovvero “da tana” dalla locuzione CHIEN TERRIER. Infine Bulldozer che sta fig
per “gran prepotente” vrs sovrapposto, almeno in ambito ital, a Bullo.
Il ted BULE amico intimo è omn del gr BULE Consiglio di città e da questo Bulèuta “membro del primo”, vrs in connessione
associativa o metaf (amico, alleato, in Consiglio) nel contesto delle rad indoeur, cui il prefissato Abulìa (pref A privativo) che
vale “sconsigliatezza” con il relativo Abùlico, eppoi Metabulìa col cambio di pref da Abulìa.
Il succitato ingl JOBBER vale “operatore” da JOB che sta genericamente per opera-lavoro cui i glb Job center in ital Ufficio
di collocamento”, eppoi Job on call in ital Lavoro su chiamata da TO CALL chiamare cui il glb borsistico Call “chiamata”
con Call center “centralino”, Call girl “ragazza squillo” termine connesso col gr EKKALEO io chiamo e lat CLAMARE
chiamare,, infine Job sharing “compartecipazione operativa”.
Il ted conta BULE per amico intimo, cui il calco ital d’attestazione negativa Bùllo (adottato dal XVI sec) con Bullàggine,
Bulleggiàre e il famigerato Bullìsmo “ostentazione aggressiva” neologismo del XX sec, per accezione di manifestazione
giovanile.
\ Teatro Anfiteatro
Teàtro dal lat THEATRUM, dal gr THEATRON, cui Teatràbile, Teatràle o Teàtrico con Teatralità, Teatralizzàre con
Teatralizzaziòne, Teatrànte, Teatrìno, il fig Teatròne “teatro affollato” e i toponimi d’attestazione dialettale Zadro, Zairo,
Zaro. Anfiteàtro sta per “teatro dai posti situati tutti attorno” con il pref ANFI che è dal gr AMPHI due parti (lat Ambi), cui
Anfiartròsi, Anfìbio dal gr AMPHIBIOS che vive tutto intorno ovvero in terra ed in acqua, Anfibiòtico “sorta d’insetto” (col
gr BIOS vita), Anfibolìa con Anfibolìte (suff ITE per minerali) e Anfìbolo dal gr ANPHIBOLOS ambiguo col snm-omn
Anfìbolo “sorta di minerale” con Anfibologìa “ambiguità” e Anfibològico (pref BOLO dal gr BOLOS di BALLO metto)
utilizzati nella retorica, Anfìbraco (piede metrico in poesia) dal gr AMPHIBRAKHYS (BRAKHYS breve), Anfìdromo (che
corre in due sensi), il chimico Anfifìlico (col derivato dal gr PHILOS che preferisce-ama), Anfiglossìa, Anfìmacro (dal gr
MAKROS lungo), Anfineùri “Classe di molluschi” (col gr NEUROS nervo), Anfiòsso dal gr OKSYS acido e fig acuto vale
due parti appuntite, Anfìpodi “Ordine di crostacei” (col gr PUS PODOS piede), il chimico Anfipròtico (relativo a Protone),
Anfisbèna o Anfesibèna “sorta di serpentello” (col gr BAINO io vado); eppoi Anfora-ànfora (pref adattato foneticamente) dal
lat ANPHORA già gr AMPHOREUS che composto col pref estratto da PHOREIN portare vale “che ha due manici”, infine
Anfizionìa con Anfìzioni o Anfiziòni dal gr KTYONES che abitano sta per Lega e Stati membri (attigui) dell’ant Grecia,
quasi il prototipo di nazione, federale o meno.
Scèna, con Scènico, è dal lat SCAENA già gr SKENE scena-tenda con valore originale di “spazio per disporre le cose”, cui
Scenàrio da SCAENARIUM, Sceneggiàta con Sceneggiatòre e Sceneggiatùra tramite il napoletano Scenejà “mettere in
scena”, il prefissato Proscènio dal lat PROSCAENIUM già gr PROSKENION da PRO SKENE, e i composti Scenografìa con
Scenògrafo dal gr SKENOGRAPHIA.
In associazione a Teatro, Mìmo è dal lat MIMUS dal gr MIMOS devb da MIMEOMAI imito, cui Mimàre, Mimèsi, Mimesìa,
Mimètica e Mimètico, Mimetìsmo, il fig Mimetìte (specie di roccia), Mimetizzàre con Mimetizzaziòne, Mimiàmbo (mimo
teatrale), Mìmica e Mìmico, il glb ingl Mimicry (mimetizzazione di alcuni insetti), Mìmidi (famiglia d’uccelli), i composti
Mimeògrafo (affine al ciclostile), Mimodràmma, Mimògrafo (autore di mimi), il prefissato Amimìa (A privativo) “perdita
della proprietà d’accompagnare un sentimento con la naturale ed istintiva mimica del viso; eppoi, i fig Mimòsa (per le
contratture che ricordano un mimo, snm di Acacia o Robinia), con Mimosàcee (famiglia botanica), e Mìmulo.
Ancora in associazione a Teatro, la locuzione glb franc Physique du role “adattamento del fisico al ruolo da recitare” dove
ROLE vale l’ital Ruolo rintracciabile ancora in ingl nella locuzione glb Role game “gioco dei ruoli”, a comprovare il
patrimonio comune indoeur.
\ Prefissi *IN - S *E - ES ESO *E - *EX - *SCI - EXTRA - ESTRA
Il pref IN di valore illativo (o intensivo) conserva la tradizione latina e pur mantenendo le caratteristiche del pref IN negativo
(Ved in seguito), in aggiunta tende a far scomparire la N davanti a S seguita da consonante, cui Ispezionare, Istradare e tende
invece a raddoppiarla incontrando vocali, cui Innamorarsi, Innanzi, Innalzare, Innacquare... IN si riduce ad I raddoppiando le
consonanti L e R, cui Illanguidire con Illanguidamènto da Languido \ Irretire già Inretìre con Irretimènto.
Si ritrova comunemente per indicare un moto verso l’interno, un’introduzione, penetrazione, cui Incamerare “dentro la
camera”, anche sotto la forma originale EN, cui EN HARMONIA Enarmonia “che entra in armonia”, in quella rinforzata
IND, cui IND AGARE Indagàre “spingere dentro”, in quella arcaica ENDO, cui Endocitòsi (composto col gr KYTOS cellula
e col suff med OSI), Endòfita (col gr PHYTON pianta) che come aggettivo vale “animale parassita” e come sostantivo vale
“organismo vegetale” che s’annida nelle piante, dal quale si spera scoprire nuovi antibiotici più efficaci degli attuali ormai in
via di assuefazione e pertanto sempre meno attivi, cui Endofìtico. Infine, foneticamente adattata, dove la N diventa M con le
consonanti P e B, cui Impastoiàre “dentro la pastoia”, Empièma “nel Pus” ovvero “suppurazione” dal gr PYON cui il pref
PIO pus in composizioni quali Piocèle (col gr KELE ernia, tumefazione), Piociàneo (col gr KIANOS azzurro), Piodermìte e
Piògeno con Piogènico, Piopneumotoràce; il termine lombardo Piòda relativo ad una sorta di roccia alpina vale anche quale
linea lungo la quale il granito può essere tagliato e questo particolare potrebbe far pensare ad una connessione fig con PIO nel
senso di “morbido”.
Il percorso prefissato continua con Embriòne dal gr BRYO cresco con Embrionàle, Embrionàrio, Embrionàto, Embriònico, il
pref EMBRIO per composizioni quali Embriofìllo (botanica, col gr PHYLLON foglia), Embriogènesi con Embriogènico,
Embriologìa con Embriològico ed Embriòlogo, Embriopatìa, Embriotomìa con Embriòtomo (col gr TEMNO taglio).
Il pref IN, si può ritrovarlo in posizione anomala con termini quali, appunto, Impalare, che non vale dentro il palo, ma, al
contrario, è il palo che entra, ma qui IN può essere considerato con valore di “sopra-su”.
Intubàre (al Pronto Soccorso) è il tubo che entra in gola, oppure Impaginàre-Impaginaziòne-Impaginàto, che non è dentro la
pagina, ma il mettere le pagine in successione dentro il raccoglitore, tipograficamente nel volume in corso di stampa e, in
termini moderni, entro un file-testo di Word.
Il pref IN di valore negativo continua immutato dal lat IN, questo da un suono indoeur N che in gr sarebbe diventato AN per
attestarsi in A (alfa) privativo; assume diverse caratteristiche grafiche, dipendenti dalla prima lettera della parola alla quale è
saldato.
IN diventa IM saldandosi con le lettere B M P, cui Imbelle, Immodesto, Impermeabile. IN non cede mai la N saldandosi con
S, cui Instancabile.
Inarrestàbile “che non lo si può arrestare, non si ferma o non si riesce a fermarlo” contiene il pref IN negativo, pertanto non
209
raddoppiabile innanzi a vocale: non può allora seguire l’eccezione del pref illativo ripresentandosi “Innarrestabile”; Inèrme
sta per “senza arma, privo di difesa”, perché composto dal pref IN negativo e dal sostantivo Arma, foneticamente addolcito,
avverso all’espressione “In armi”.
La convivenza dei due pref omografi IN è corretta: Inintellegìbile “che non si può comprendere” (leggere), l’uno IN negativo
(non...) e l’altro IN illativo (dentro la leggibilità).
Il lemma Ininfiammabile “non-dentro-le fiamme” avrebbe procurato però seri equivoci, per questo appare in via di estinzione
irreversibile; in verità tra il pericoloso Infiammabile e il tranquillizzante Ininfiammabile c'è poco spazio per comprendere.
Degli esemplari che seguono, esaustivi del pref S, il primo significato è quello originario; seguono i risvolti semantici o
metaforici.
Il pref S di valore estrattivo, durativo, intensivo - dal lat EX - è di tradizione (luoghi di maggiore diffusione) oscoumbra, gr,
celt, bal, slava, arm.
S estrattivo Sbalestràre “uscire dal segno-smarrirsi-essere a disagio”, termine attinto a Balestra.
S durativo Sbandieràre “sventolare le bandiere-ostentare-sfoggiare”, da Bandiera.
S intensivo Sbalordìre “perdere la conoscenza-impressionare vivamente”, da Balordo, cui Sbalordimènto, Sbalorditàggine,
Sbalorditìvo, Sbalordìto.
Il pref S di valore sottrattivo, privativo, negativo - dal lat DIS - è di tradizione alb, gr, ger.
S sottrattivo Sbancàre “sottrarre ostacoli per rendere piano un terreno-sottrarre ad altri tutta la somma disponibile col gioco,
negli affari, con l’inganno...” da Bànco, questo dal franc BANK asse, donde Bacchètto, Banchìna, Banchìsa; nel suo genere
fem è dal long BANKA cui Bànca, Bancarèlla, Bancàrio, Bancaròtta questo snm di Fallimento (dall’ant consuetudine di
rompere il banco dei commercianti falliti) con la locuzione corrente Bancarotta fraudolenta, Banchètto (quale metaf vale
“lauto pranzo”), Banchière. La composizione Banconòta è il ricalco dell’ingl BANK NOTE, Bancogìro invece pare del tutto
ital. Bàncomat, ancora, è l’ipocoristico della locuzione Banca automatica, marchio registrato nel 1967.
S privativo Sbadàre “privare di attenzione”, da Badare.
S negativo Sbilanciàre “perdere l’equilibrio-disequilibrio finanziario”, da Bilancia.
Il pref S prevede la variante in E(EX) solo se estrattivo e durativo in vocaboli ancora legati al latinismo, cui Evàdere EXVADERE andare fuori. Erìgere EX-REGERE sostenere verso l’esterno (il verbo indica dinamica in linea retta).
Il pref S prevede ancora la variante in ES (di EX) quale pref con valore estrattivo-sottrattivo, durativo, conclusivo, intensivo,
cui Espiantàre con Espiànto EX-PLANTARE, Esacerbàre EX-ACERBUS, Esplòdere con Esplosiòne 1 EX-PLAUDERE
(contrario Implòdere con Implòso da IN PLAUDERE); ed ancora il moderno Estubàre al Pronto Soccorso cui il contrario
Intubare. Dal lat PLAUDERE mostrare con rumore-manifestare rumorosamente l’ital conta Plaudìre questo passato alla
coniugazione in IRE ma con Plaudènte che resta fedele al lat, Plàuso dall’astratto PLAUSUS approvazione con Plausìbile, il
prefissato Applaudìre con Appluditòre, Applàuso e il composto Applausòmetro; attraverso un onomatopeico franc
CLAQUER sbattere, schioccare, l’ital conta il glb Claque “ gruppo di plaudenti reclutati-seguaci” con l’omologismo
Clacchìsta e il glb Claquette “lamina per suole da Tip Tap”, che in area indoeur è in connessione con il gr EKKLAEO
chiamo, il lat CLARUS sonoro e l’ital Clamare-Chiamare. Da contare ancora l’onomatopeico Clap “battimano” nel fumetti,
omn di Clap “sasso” questo di genesi prelatina adottato nel friulano cui l’oronimo in locuzione Clap Savon in Carnia.
Il pref ESO fa sorgere ragionevoli dubbi:
Il pref ESO dal gr EKSO d’origine indoeur vale fuori, in connessione col verbo lat EXIRE andare fuori, cui Esogènesi ed
Esògeno “generato fuori”, Esosfèra, Esopianèta (pianeta fuori del sistema solare), Esòtico ed Esotìsmo questo snm di
Forestierismo, Esotropìa; eppoi Essotèrico questo col suff TEROS che vale d’opposizione (alla segretezza) con Essoterìsmo
da EKSOTERIKOS,
Il pref ESO dal gr ESO d’etimo non accertato vale dentro cui Esotèrico dal gr ESOTERIKOS interiore, intimo, col suff
TEROS che vale d’opposizione (alla divulgazione), snm di Acroamàtico dal gr ACROAMA discorso orale, in connesione
con il lemma gr SOTERIA dottrina della salvezza cui Soteriologìa con Soteriològico.
Termine alieno nell’uno e nell’altro percorso è Esopèo o Esopiàno o ancora Esòpico, relativo ad Esopo noto favolista del VI
sec aC.
\ Nella Grecia, gli Esoterici, definizione in complanare con gli Acroamatici di Aristotele, questi indicato con Stagirìta dal gr STAGIRITES
quale abitante di Stagira, erano coloro che, insegnanti e discepoli, rappresentavano una cerchia intima, le cui nozioni non erano da divulgare,
ovvero non pubblica, al contrario degli Essoterici le cui cognizioni erano aperte ad un vasto pubblico.
Dal noto filosofo Aristotele (384/322 aC) si contano i relativi Aristotèlico e Aristotelìsmo.\
L’ital conta ancora il pref ECTO dal gr EKTOS fuori cui Ectodèrma (col gr DERMA pelle) in correlazione con Endodèrma,
Ectòfago, Ectòfita con Ectofìtico (col gr PHYTON pianta), Ectomìa (col gr TEMNO taglio), Ectoparassìta, Ectopatàgio (col
lat PATAGIUM orlo), Ectopìa e Ectòpico (col gr TOPOS luogo), Ectoscopìa, Ectotèrmo (col gr THERMOS caldo),
Ectròprion (dal prefissato gr EKTROPION da EK TREPO volgo in fuori); da non includere il termine Ectrosomìa (col gr
SOMA corpo) che con un pref ECTRO vale “anomalia nella parte posteriore del corpo”.
Il pref EX diventa E indicando compimento, assimilando (raddoppiando) la consonante seguente, cui Efficace dal lat
EFFICAX da EFFICERE (Ved FACERE Radicale DHE in Beneficato…).
Il pref EX permane inv in espressioni direttamente adottate dal latino, quali Ex aequo “alla pari”, Excursus divagazione, Ex
libris “nota scritta o cartellino sulla copertina di un libro”.
Esiste il pref SCI quale variante di EX per ragioni fonetiche davanti a vocale, rintracciabile in Sciacquàre con EX intensivo e
AQUARE da AQUA cui Sciaquìo, Sciacquòne (contenente normalmente 10 litri d’acqua) e i doppi prefissati Risciacquàre e
Risciàcquo. Scialbàre con EX sottrattivo e ALBARE da ALBUS bianco vale “togliere il colore aggiuntivo per ridargli il
bianco”. Sciampiàre con EX intensivo ed AMPLARE ampliare vale “estendersi-più che ampliare”. Sciolìna con EX e
OLEUM olio, suff chimico INA. Scioperàre con Sciperàto, Sciòpero e Scioperànte con EX sottrattivo e OPERE vale
“togliere al lavoro”; in area glb Sciopero è Strike fig dall’inglese TO STRIKE colpire cui il termine medico e sportivo
Stroke. Scioràre o Soràre (EX dispersivo e AURA aria) cui Sciorinàre con Sciorìno. Scìpido o Scipìto o ancora Sciapìto, da
EX sottrattivo e SAPIDUS con Scipidèzza o Scipitèzza, Scipidìre, Scipitàggine. Scipàre da EX dispersivo e SUPARE vale
gettare, connesso con Sciupare e vrs sovrapposto a Scippare e Scippo.
Infine, esiste il pref EXTRA italianizzato ESTRA, che vale fuori, quali l’abusato Extracomunitàrio “fuori della comunità
europea”, Estradòsso “superficie esterna e convessa” con una lunga teoria da Extraatmosfèrico, Extraterrèstre a Extravèrgine
(comunemente riferito alla qualità dell’olio d’oliva), e la forma superlativa Estrèmo da EXTREMUS di EXTERUS esterno,
210
donde Estremìsmo con Estremìsta, Estremità con la forma aferetica Stremità o Stremitàde o ancora Stremitàte, la locuzione
ricalcata pari dal lat IN EXTREMIS, il termine sportivo Xtreme quale ipocoristico di EXTREME, il botanico Estròrso dal lat
EXTERUS esterno-di fuori, l’aferetico Strèmo con Stremàre con Stremàto, Stremèzza, Stremità eppoi i prefissati Rastremàre
(doppio pref RI iterativo e AD allativo) con Rastremàto e Rastremaziòne, Striminzìre o Stremenzìre o ancora Streminzìre,
Striminzìto. In complanare, l’ital conta il pref ESTRO che vale EXTRA modellato come INTRO, cui Estroflèttere con
Estroflessiòne, Estroflèsso ed Estroflettìbile, Estromèttere con Estromèsso, eppoi l’aggettivo Estròrso da EXTRORSUS su
modello di Destrorso e Sinistrorso.
Extra-èxtra è ancora un aggettivo o sostantivo.
\ L’ONU ha designato la dottoressa malesiana Mazian Othman (2010) quale delegata ad accogliere eventuali extraterrestri che approdino sul
nostri pianeta. \
1
Il glb ingl Blowup vale “esplosione”, che in risvolto fig, s’è attestato nel significato di “ingrandimento fotografico”.
\ Inglesismo Anglicismo Anglicanismo
Tra gli Esotismi più ricorrenti, l’ital conta l’Inglesìsmo attraverso il franc ant ANGLEIS inglese cui Inglèse, Inglesizzàre, in
complanare con Anglicìsmo da ANGLI, questo ant popolo della Britannia, cui Anglesìte dall’isola di Anglesey, Anglicàno
con Anglicanèsimo o Anglicanìsmo in riferimento alla Chiesa Anglicana, Anglicizzàre, Anglicizzaziòne, Anglico-ànglico,
Anglificàre con Anglificaziòne, Anglìsta, il pref ANGLO per composizioni quali Angloamericàno, Anglofilìa e Anglòfilo,
Anglofobìa e Anglòfobo Anglòfobo, Anglo-ispano, Anglomanìa e Anglòmane, Anglonormànno, Anglosàssone.
FOLLA FOLLIA FOLA
FOLLA
Fòlla, cui i prefissati Affollàre con Affollamènto, Sfollàre con Sfollamènto e il composto Sfollagènte, è il devb
estratto da Follàre, lat volg FULLARE calcare la lana, particolarmente con la gualchiera (Ved Gualchiera ...),
cui Follòne da FULLONEM lavandaio, Follatòio, Follatòre, Follatrìce, Follatùra... passato poi per via
metaforica al significato corrente d’oggi. Connesso fig con il lat FULLARE è Follìcolo “sacchetto” da
FOLLICULUS dim di FOLLIS borsa, con Follicolìna snm di Estrone, Follicolàre, Follicolìte e un Filugèllo
attraverso il volg FOLLICELLUS sacchettino; in connessione ancora il glb dal franc FOULARD già prvz
FOULAR, cui il dim Foularìno e Foulè, questo indica un tipo di stoffa ottenuta con la follatura.
L’inc dell’aggettivo Fracido con Follare ha prodotto Fròlla e Fròllo, cui Frollàre con Frollamènto, Frollatùra,
Frollìno, Frollìre con il prefissato Infrollìre, la locuzione Pasta frolla; Frullàre, con Frullàta, Frullàto, Frullatòre,
Frullìno, Frullìo, Frùllo e Frullòne, invece, sorge da una forma onomatopeica FRU ronzio cui Frufrù, connessa
con Rullare e Rullo. Termine alieno Frullàna “falce fienaia” o “sorta di ballo”, termine svoltosi in metatesi da
Furlana voce locale per Friulana.
Frusciàre cui il devb Fruscìo e il Pp aggettivato Frusciànte derivano dall’identico onomatopeico ma ampliato in
FR SJ.
\ La Folla può anche farci sentire soli e angosciati; è nato così il termine Follitùdine, coniato da Virgilio Lilli, incrociando Folla con
Solitudine. Se lo Sfoltimento può essere un termine di positività, nel senso di ridurre la capigliatura, risanare i campi dall’erbaccia... lo
Sfollamènto lo è invece di negatività, sempre associato ai profughi di guerra, dei terremoti, delle alluvioni... Lo Sfollagente, snm di
Manganello e di Randello, infine, è l'arma di polizia per disperdere gli assembramenti, che non sempre nella storia dei regimi meritano un
siffatto trattamento.\
In ingl TO MOB vale affollarsi, vrs connesso in ambito indoeur con la rad MEU spostare, muovere, voltosi fig in
persecuzione a danno dei sottoposti, cui il glb Mobbing e gli omologismi Mobbizzàre con Mobbizzàto; il
Mobbing, riconosciuto quale reato in alcuni paesi, non lo è ancora in Italia nel 2007.
Il gr conta lo specifico OKHLOS per folla, cui Oclocrazìa “potere della plebe (ieri), delle masse (oggi)” cui
Oclocràtico, Oclofobìa “paura patologica della folla”, Oclologìa “studio del comportamento delle masse”.
Folla ha il suo snm in Fòlta, questo fem di Fòlto “addensato” Pp del volg FULCIRE premere e sostenere cui
Folcìre, Fùlcro e il prefissato Soffòlcere o Soffòlgere o ancora Suffòlcere dal lat SUFFULCERE col pref SUB
sotto cui il Pp Soffòlto o Suffùlto; il percorso conta Foltèzza e un Foltìre con i prefissati Sfoltimènto, Sfoltìre e
Sfoltìta. Folto (adottato dal XIII sec), a sua volta, ha il snm in Dènso (dal sec XIV), questo dal lat DENSUS
connesso fig col gr DASYS con molti peli di rad DNSU, cui Densità, i prefissati Addensàre (AD allativo) con
Addensamènto, Addensànte e Addensatòre, Condensàre (CON associativo) con Condensàto, Condensatòre,
Condensaziòne, Raddensàre (pref RAD da RI iterativo e AD allativo) con Raddensamènto, il composto
Densimetrìa con Densimètrico e Densìmetro.
Dal gr DASYS peloso, l’ital conta Dasiàtidi “famiglia di pesci”, Dasicladàcee “famiglia di alghe” col gr
KLADOS ramo, Dàsipo che col gr POUS PODOS piede vale “piede peloso” cui Dasipòdidi (famiglia di
mammiferi quale l’armadillo), Dasipròctidi col gr PROKTOS posteriore (famiglia di roditori), Dasiùridi col gr
URA coda (mammiferi marsupiali) e Dasiùro.
Il gr conta PYKNOS denso cui il percorso ital Picnìdio attraverso il lat PYCNIDIUM, Picnìte o l’esplicito
Pyknìte (suff ITE per minerali), Picnòsi (suff medico OSI) con Picnòtico, i composti Picnòmetro, Picnonòtidi
(Famiglia di Passeriformi Oscini, col gr NOTON dorso), Picnòstilo (col gr STYLOS colonna).
Il gr conta ancora STEGANOS denso cui Steganòpodi piedi palmati-densi (Ordine di uccelli, col suff dal gr
POUS PODOS piede)snm di Pelecaniformi, Steganùra coda folta-densa (sorta di uccello, col suff dal gr URA
coda).
Altro snm di Folla (adottato dal XIV sec) è Càlca (già dal XIII sec) dal lat CALX, dal tema mediterraneo KALK
tallone, cui il sostantivo Calcàre “tallone” con un snm sett Calcèstre donde il il composto Calcestrùzzo, e il verbo
Calcàre “spingere col calcagno” (omografo del sostantivo Calcare da Calce) cui Calcàta, Càlcola (del telaio) e il
prefissato Accalcàre, i termini per accezioni riferiti al cavallo quali Calcitràre col prefissato Ricalcitràre (RI
reiterativo) o Recalcitràre cui Ricalcitramènto, Ricalcitrànte e Scalciàre (S durativo), eppoi svoltosi nel generico
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“pressare” cui Calcatòio, Calcatùra, Càlco “impronta” cui i relativi prefissati Decalcàre attraverso il franc
DECALQUER con Decàlco, Ricalcàre (RI iterativo) con Ricalcàbile, Ricalcatòio, Ricalcatùra, il doppio
prefissato Rincalcàre (RI iterativo IN illativo) eppoi i correnti fig Conculcàre cui Conculcàbile, Conculcamènto,
Conculcatòre e Conculcaziòne, Inculcàre con Inculcàto, Inculcatòre e Inculcaziòne, tutti questi con apofonia
della a in u dagli accantonati Concalcare e Incalcare), i composti Calcomanìa o meglio Decalcomania poiché il
primo membro è equivocabile con il pref CALCO rame, Calcotèca; il derivato Calcàgno (già nel 1321), snm di
Tallone (dal XIII sec), cui Calcagnàre, Calcagnàta, i dim Calcagnètto e Calcagnìno, il termine marinaresco
Calcagnòlo o Calcagnuòlo ma anche “scalpello per marmo”, i prefissati fig Scalcagnàre con Scalcagnàto, il
composto Calcastòppa (utensile), Càlce nel senso di tallone, ovvero posto “in calce”, omn di Calce minerale,
pertanto la locuzione In calce, cui un raro Calceàme “calzature” (suff AME per collettivi) attraverso il lat
CALCEAMEN calzatura, Càlceo, Calceolària “genere di piante scrofulariacee” dal lat fig CALEOLUS
scarpetta e Calceolàto, Càlcio, questo sia colpo del piede, nel senso di “tallone” sia fig parte del fucile cui
Calciatùra con il prefissato Incalciatùra modellato su Impugnatùra (IN illativo) e il dim Calciòlo o Calciuòlo.
Càlce (il) è anche l’estremità della lancia sotto il manico.
Il termine composto Calcatrèppola o Calcatrèppolo “pianta ombrellifera” (dalle foglie spinose, simile al cardo),
non pare in percorso, a meno che non ci sia stata una connessione fig con il fatto di pestarla e pungersi; il suo
snm Erìngio dal gr ERYNGION, poi, per la sua natura spinosa si può ancora supporre in connessione fig con
ERINNYS di Erinni “personificazione mitologica del male fisico”.
Nel percorso KALK si conta ancora Calciàre con Càlcio questo dal lat CALCEM il noto gioco cui Calciatòre,
Calciànte Calcìstico eppoi Calcìno “tavolo che raffigura uno schema per simulare il gioco del calcio”, omn di
Calcino da Calcinare e di Calcino “fungo parassita”.
\ I Mondiali di calcio, furono interrotti nel 1938 a causa del conflitto bellico e ripresi nel 1950 in Brasile: qui è nato nel 1940 Edison Arantes
do Nascimiento, pseudonimo Pelé alias O rey, considerato il più grande talento mai conosciuto negli stadi calcistici /
Il percorso continua con il sostantivo Calzàre dal lat CALCEARE e il verbo Calzàre dal lat volg CALCEAR da
CALCEUS scarpa, cui Càlza, Calzaiòlo o Calzaiuòlo, Calzànte con un snm Calzatòio quale attrezzo per infilare
le scarpe, Calzàta e Calzàto, Calzatòia, Calzatòre, Calzatùra snm di Scarpa con Calzaturière e Calzaturièro, i dim
Calzeròtto, Calzìno, Calzètta e Calzetto con Calzettàio e Calzetterìa, l’accr Calzettòne, Càlzo o Calzuòlo,
Calzolàio o Calzolàro, Calzolerìa, l’accr Calzòne con Calzoncìni, i composti Calzabràca o Calzamàglia, il fig
Calzacòrta “inelegante”, Calzascàrpe (snm di Calzatoio), Calzaturifìcio, Calzifìcio; eppoi il fig pugliese Calzòne,
sorta di pasta a disco e ripiegato, ben farcito (come la calza della Befana) di prodotti locali, infornato o fritto,
talvolta snm di Panzerotto. Incrociando il termine franc GALOCHE con Calzare è nato il semiomologismo
Calòscia o Galòscia, il veneto Galosse “zoccoli di legno all’olandese”; i prefissati Discalzàre, Incalzàre,
Ricalzàre, Rincalzàre con Rincàlzo, Ricalzàre, Scalzàre con Scalzamènto, Scalzatùra, Scàlzo e i composti il fig
Scalzacàne o Scalzacàni, Scalzacapèlli. Gallòccia questo “pezzo di ferro o di legno” in termini marinareschi
arriva attraverso il veneziano Galozza e non è certa la sua connessione, pur fig, con Galoscia.
\ Il calzino, a causa della sua conformazione geografica, indica fig il Vietnam, così come Lo stivale la penisola italiana\.
In connessione con il tema KALK, il lat CALLIS indurito dal quale è stato tratto Càllo da CALLUM, cui
Callòso, con il composto Callìfugo; dal gr TYLOO “rendo calloso” l’ital conta Tilòma e Tilòsi. Il gr conta
KALLICREAS con KREAS carne con il valore di pancreas (letteralmente carne indurita), cui Callicreìna “un
enzima”, Callidìna snm del biochimico Pèptide questo dal gr PEPTIKOS digestivo, cui Peptìdico col pref
Polipeptìdico, Peptizzaziòne, Peptògeno, Peptòne, Peptonizzaziòne e il prefissato Dispepsìa “cattiva
digestione”(pref DYS male) con Dispèptico, eppo il prefissato Polipèptide (col gr POLYS molti),
Il percorso prosegue con Càlle “sentiero” (dal XIII sec) fig “indurito dai molti passi battuti” con un Càlla (dal
XIV sec) cui Callàia e Callaiòla o Callaiuòla da CALLEM; termine pseudoetim un omn Càlla “sorta di
pianta”che pare sia un errore di copiatura dal lat CALSA citato da Plinio, il cui snm moderno è Zantedeschìa in
onore dello studioso Francesco Zantedeschi. Eppoi Càllido “astuto” con Callidità da CALLIDUS attestatosi
metaf in “reso scaltro perché battuto dalle esperienze” dalla locuzione Fare il callo, e Tallòne, snm di Calcagno,
questo un inc del lat TALUS malleolo con Callo attraverso il franc TALON, cui Tallonàre e Talàre l’abito “che
arriva al malleolo”, i patologici Talìsmo con Talipède e Talalgìa, la locuzione mitologica Tallone di Achille.
Il percorso semantico ha umanizzato i lemmi Folla e Calca trasferendoli nel significato di “un insieme
straordinario di persone”, che inevitabilmente premono. La Calca, più della Folla, ha assunto una sfumatura di
pericolosità.
Dal long HROFF calca e HROFFIAN schiamazzare, l’ital conta l’omologismo Rùffa “zuffa collettiva” cui il prefissato
Arruffàre (AD allativo) con Arruffamènto, Arruffàto, Arrùffio, Arruffòne e i composti Arruffamatàsse, Arruffapòpoli o
Arruffapòpoli; vrs, da un passaggio col significato di “agente provocatore”, appare in connessione fig il lemma Ruffiàno con
Ruffianàta, Ruffianeggiàre, Ruffianerìa, Riffianèsco, Ruffianèsimo, il prefissato Arruffianàre con Arruffianamènto.
Dal tema med TURBA confusione, il lat utilizza TURBA folla, già gr TYRBE, progenitori dei vari Tùrba cui
Turbàre dal lat TURBARE agitare-disturbare con Turbàbile e Turbabilità con gli opposti Imperturbàbile e
Imperturbabilità (IN negativo), Turbamènto, Turbatìva e Turbatìvo, Turbàto, Turbatòre, Turbaziòne, Turbellàri
(Classe di Platelminti), dal lat TURBELLAE rimescolamento “classe di Platelminti”, eppoi Tòrba con Torbièra e
Torbòso attraverso il franc TOURBE già TORBA, Tòrbo o Tùrbo dal lat TURBUS con valore di Tòrbido da
TURBIDUS con la variante Tùrbido, Tòrbida, Torbidèzza, Torbidità, Torpidùme, e Turbìtto attraverso l’ar
TURBID “composto chimico-vegetale” a comprovare l’estensione geografica del tema; eppoi i composti
Turbidimetrìa con Turbidimètrico e Turbidìmetro, Masturbàre dal lat MANU TURBARE agitare con la mano
cui Masturbatòre, Masturbatòio, Masturbaziòne, i prefissati Conturbàre con Conturbànte, Conturbamènto e
212
Conturbaziòne, Disturbàre con Distùrbo e i desueti Disturbamènto e Disturbànza, infine Perturbàre con
Perturbamènto, Perturbatòre e Perturbaziòne, Dall’ingl si conta il glb Jamming “disturbo” per accezione riferito
alle trasmissioni radio da TO JAM disturbare-inceppare cui ancora la locuzione fig Jam session che per
accezione vale “virtuosismi improvvisati di musica jazz”
Snm di Disturbare è anche il prefissato Imbarazzàre, con Imbarazzamènto, Imbarazzànte, Imbarazzàto e il denm
Imbaràzzo, dallo sp EMBARAZR già ptg IMBARACAR cui la costruzione ital Sbarazzàre con Sbarazzìna e
Sbarazzìno sostituendo il pref IN illativo con S estrattivo; la vrs connessione fig col gr BARYS pesante
tradurrebbe Imbarazzare con “appesantire” e Sbarazzare “togliere il peso”. In sp, infatti, il termine vale “essere
incinta”, etim corretto dato il percorso da BARYS pesante.
Il lemma omografo Tùrba “disturbo funzionale”, utilizzato in medicina, giunge attraverso il franc TROUBLE
sovrapposto a Disturbare.
In connessione rad con TURBA l’ital conta il complanare tema med TURMA folla cui Tòrma. L’assonante
Tòrmeno “altura”, invece, è dal lat TURBO trottola, cui Turbìna attraverso il franc TURBINE, Tùrbine o Tùrbo
con Turbinàre, Turbìnidi (Famiglia di molluschi), Turbinìo, Turbinòso, Turbolènto con Turbolènza. L’ital
utilizza il pref TURBO per molteplici composizioni da Turboalternatòre a Turboventilatòre.
Turbànte è fuori percorso, l’omologismo dal turco TULBENT, che conta anche TURBAN velo femminile, la cui
rad ha condotto a Tulipàno, con una variante in Tullipàno, attraverso il franc TULIPAN.
\ Premere
Il termine Prèmere è inv dal lat PREMERE con rad PER battere. Da PREMERE e da PRIMERE, questo con normale
passaggio della e in i, è sorto l’intensivo PRESSARE cui Pressàre, Pressiòne da PRESSIO PRESSIONIS con i composti
ellittici dove PRESSO vale Pressione, cui Pressofìltro, Pressoflessiòne, Pressofonditòre, Pressofusiòne con Pressofùso,
Pressoinieziòne, Pressòstato (su modello di Termostato) con Pressostatàre e Pressostàtico, Pressoterapìa, eppoi Prèssa,
Pressòio, Pressòre, Pressòrio, Pressùra, Pressurizzàòre attraverso l’ingl To PRESSURIZE da PRESSURE pressione con
Pressurizzatòre e Pressurizzaziòne, eppoi Prèsso da PRESSUM, Pp di PREMERE, usato nella nostra lingua quale avverbio,
preposizione, aggettivo e finanche sostantivo, cui l’avverbio composto *Pressoché vdalla locuzione Presso che, il prefissato
Diprèsso solo nella locuzione A un dipresso, ed ancora il volg Prèscia con Presciolòso astratto di PRESSARE; infine, con i
pref, Appressàre con Apprèsso (AD PRESSUM), Comprìmere da COMPRIMERE (pref CUM intensificativo) con
Comprimìbile e Comprimibilità, Comprèssa (garza medica ed anche snm di Pillola) attraverso il franc COMPRESSE da
COMPRIMER cui Compressatrìce, Compressiòne, Compressìvo da COMPRESSIVUS attraverso il Pp COMPRESSUS,
Comprèsso dal Pp COMPRESSUS cui Compressìbile Compressibilità con Compressòre e Compressionìsta, Deprìmere (pref
DE privativo) cui Deprimènte, Deprimìbile eppoi Depressiòne con Depressionàrio e la locuzione meteo Campo
depressionario, Deprèsso, Depressòre e gli esot Depressurizzàre con Depressurizzaziòne attraverso l’ingl PRESSURE
pressione cui Pressurizzàre e Pressurizzaziòne, Esprìmere (EX fuori) cui Espressiòne con Esprèsso. Imprìmere (pref IN
illativo) cui Impressionàre, Impressiòne, Imprèsso, Impressionìsmo (tecnica artistica, adottato dal 1883) 1 con
Neoimpressionìsmo (adottato dal 1958, snm di Divisionismo o Puntinismo). Opprìmere (OB PRIMERE) cui Opprimènte
eppoi Opprèsso con Oppressiòne, Oppressìvo, Oppressòre, un obsoleto Oppressàre con Oppressatòre. Reprìmere,
Reprimènda (inv dal gerundivo REPRIMENDA attraverso il franc REPRIMANDE), Reprìmere (pref RE movimento
inverso) cui Reprimìbile, Repressiòne, Repressìvo con Reprèsso e Repressòre. Soppressàre e Sopprèssa “torchio” e fig
“insaccato”, Soppressàta o Soprassàta “salume toscano” attraverso il provz SAUPRESSADO salata e pressata (con SAU
sale) snm di Capofreddo con lo sp SOBRASSADA, Sopprìmere dal lat SUPPRIMERE (pref SUB) (apofonia della e in i) e
Sopprèsso già Soprèsso e Sovrèsso (SO PRESSARE) cui Soppressiòne, Soppressìvo, Soppressòre. Sprèmere con Spremùta,
Spremitòre e Spremitùra (EX intensivo PREMERE), i composti Spremiagrùmi, Spremifrùtta, Spremilimòni. Eppoi i
composti Pressainsilatrìce, Pressapòco con Pressapochìsmo, Pressapochìsta e Pressapochìstico,
Esiste il termine Sprèssa che identifica un tipo di formaggio di mucca.
L’Imprimitùra (ricorrente dal 1519) è una specifica preparazione che i pittori stendono sulle tavole, tele e simili per facilitarvi
la presa dei colori, renderle scorrevoli e inalterabili, quali imprimitura a olio, imprimitura a gesso e colla, diversificatosi da
Imprimàtur, questo riportato inv dal lat nelle pubblicazioni cattoliche e che vale autorizzazione della chiesa, il suo timbro; nel
gergo degli artisti s’ode il snm Ammannitùra, questo da AMMANNARE apparecchiare cui Ammannàre o Ammannìre dal
got MANWJAN preparare, ed ancora Sciammannàre con pref estrattivo SCI variante di EX; l’omn Ammannàre vale
“raccogliere in covoni o manne” (pref AD allativo). In assonanza si ha Sciamannàre “sciupare” con Sciamannàto e
Sciamannòne da Sciamànno “abito ebraico” da non equivocare con Sciamano.
Il lemma Premùra viene semant attraverso lo sp PRIMOR gran cura, comunque sempre dal lat PREMERE, cui Premuràre,
Premuròso.
Dal franc PURER spremere, cui PUREE, vrs connesso col rad PER, l’ital ha altresì adottato l’omologismo Purè “passato”
con un raro adattamento in Purèa; dal ted MUS passato, ancora, l’ital conta l’omologismo Musil o Muesli dal glb Musli
(müsli).
Comprimere è anche Schiacciàre, questo dalla serie onopatopeica SC C comprimere, con una variante toscana in Stiacciàre,
cui sovente in doppio percorso Schiàccia e Stiàccia, Schiacciamènto, Schiacciànte, Schiacciàta e Stiacciàta, Schiacciàto,
Schiacciatòre, Schiacciatùra, Schiaccìno e Stiaccìno (sorta di uccello) snm di Forabosco e Sterpazzola, i composti Schiàcciaàglio, Schiacciaforàggi, Sciaccianòci, Schiacciasàssi, Sciacciapatàte. Il ligure conta Sciacchetrà, sorta di vino, che sta
letteralmente “schiaccia e togli via” in riferimento alla pigiatura.
1
Nel febbraio del 2008, la Fondazione Buhrle di Zurigo subisce una grave rapina armata di preziose tele dei maestri impressionisti: Il
ragazzo dal gilet rosso di Cezanne, Papaveri vicino Vethuile di Monet, Il conte Lepic e le sue figlie di Degas, Castagno in fiore di Van Gogh,
per un valore di 112 milioni di euro.
\ Scarpa Tacco Ciabatta Pantofola Sandalo
Sughero
Associato a Calza è il termine Scàrpa, da un tema indoeur rintracciabile nel ted SKARPA e nel gbz KARPATINE sandalo di
cuoio, cui Scarpàio, Scarpàro, Scarpàta “colpo con la scarpa” con l’omn-snm Scarpàta “piano inclinato”, Scarpèlla “rampone
di ghiaccio”, il dim Scarpètta con il fig Scarpètta “sorta di pianta con fiori a scarpetta” snm di Cipripedio, Scarpièra,
213
Scarpinàre con Scarpinàta, l’accr Scarpòne donde Scarponcèllo o Scarponcìno, in locuzione quali Scarpe da ginnastica,
Scarpe da tennis, Scarpe di pezza (così indicate volg le scarpe da ginnastica la cui tomaia era fatta di tela resistente). Il
termine Mocassìno, tipo di scarpa, è l’omologismo rimbalzato dal franc MOCASSIN ispirato alla calzatura indossata dagli
indiani d’America MOKASIN, in lingua algonchina. L’omn Scàrpa, cui Scarpàta, è invece dal got SKRAPA che vale
sostegno.
\ I Lupari “cacciatori di lupi” utilizzavano uno scarpone, a mo’ di cassa di risonanza, per riprodurre il verso del lupo.\
Il Tàcco è la la forma mas di Tacca, associando il termine a Scarpa, con il derivato Tacchettàre dal dim Tacchètto; Tàcca, che
vale “incavo-segno”, è l’omologismo dal got TAIKN con i derivati, fig o meno, Taccàre, Taccamènto, Taccàta. Fuori
percorso l’omologismo Taccamàcca o Tacamàca dall’azteco Tecomahiyac attraverso lo sp TACAMACA oleoresina.
Il percorso segue con i prefissati Attaccàre con Attaccàgnolo (col suff di derivazione volg per nomi di strumento),
Attaccamènto, Attaccànte, Attaccatìccio e Attàcco (pref AD), Staccàre con Stàcco e Stacchètto (pref S) cui Distaccàre con
Distàcco (doppio pref DI dal lat DE) e Indistaccàbile (terzo pref IN negativo); dal franc DEGAGER distaccare, l’ital conta
l’omologismo Disgàggio; continua con Taccagnerìa e Taccàgno (attaccato al denaro), Traccagnòtto o Tracagnòtto o ancora
Tarcagnòtto (inc Taccagno-Tarchiato), Taccheggiàre “segnare il debito con una tacca” questo anche nel senso fig di “segnare
col furto la merce esposta al pubblico” con Taccheggiatòre e Tacchèggio, Tàccia questo transitando dal franc TACHE
macchia cui il denm Tacciàre, Tàccola questo dim di Tacca che vale difettuccio da non equivocare con l’omn Tàccola che è
un uccello dal long TAHHALA, Tècca questo dal franc TEKAN segno, ed infine Tècchia questo un inc tra Tecca e Macchia
con un Tecchio “duro” cui Inteccherìto “irrigidito” (anche dal freddo). Tacchìno, per il suo caratteristico verso che ricorda il
tacchettare, è il dim di Tacco ma sovrapposto alla serie onomatopeica T C 1 colpetto estesa in Toc toc, Tic tic, cui Ticchettìo,
Tìcchio, il suo omn Tìcchio, questo termine in connessione fig, che sta per “macchiolina” cui Ticchiolàto, Ticchiolatùra, la
voce volg Antìcchia-Nantìcchia “una ticchia-un poco” vrs con l’articolo saldato. Ancora nel volg, Tacchinare vale
diffusamente “inseguire, pedinare”, fig come un tacchino. Il verso del Tacchino, ma anche delle Faraone, è indicato fig con
Goglottàre, di genesi onomatopeica GLO GLO che ricorda lo sgocciolare, cui Glò glò e Goglottìo.
Ciabàtta, con un Ciavàtta e l’accr Ciabattòne, è l’omologismo dal turco CABATA calzatura persiana donde Ciabattàio,
Ciabattàre, Ciabattàta, Ciabatterìa, Ciabattìno con l’ipocoristico Ciàba, Ciabattòne, con il prefissato Acciabattàre con
Acciabattamènto, Acciabattatùra, Acciabattìo e Acciabattòne; eppoi un Ciavattìno e l’ipocoristico popolare fig Ciàba che sta
anche per sapientone cui Ciabàre, questo un inc di Ciarlare con Ciabattare. Il termine Ciabùscolo “insaccato” attestatosi in
Ciaùscolo (afonia della b) potrebbe essere connesso fig con Ciabatta nel senso di contenitore di carne, ancor più se si pensa
allo zampone.
Dal franc SABOT ciabatta, meglio zoccolo, cui SABOTER rumoreggiare con gli zoccoli (connesso con BOTAN BOTER
battere e spingere), l’ital ha adottato l’esot Sabotàre, Sabotàggio nel significato fig molto più esteso, addirittura sino alle
distruzioni e alla morte. Esiste una seconda versione sull’origine di Sabotare: termine che sarebbe sorto dal fatto che alcune
operaie tessili per protesta avessero fatto inceppare i macchinari introducendovi i loro zoccoli e da qui la semantica di
Sabotare.
Nel patrimonio indoeur, si rintraccia il termine nello sp ZAPATO scarpa-ciabatta con ZAPATEADO “sorta di danza
popolare”, ZAPATERO ciabattino.
Pantòfola, cui Pantofolàio, è un termine composto d’origine gbz PAN tutto PHELLOS sughero e vale quindi tutto sughero,
cui Fellèma ed il pref FELLO in composizioni quali Fellodèrma, Fellògeno, Felloplàstica.
Sàndalo con Sandalìno “calzatura” e fig “barca” dal gr SANDALON e lat SANDALUS, con Sàndalo “legno pregiato”
omologismo dall’ar SANDAL cui l’estratto profumato Olio di sandalo, forse rad interconnessi, includendo ancora Sandòne
(specie di zattera).
L’ital Sùghero deriva invece dallo specifico lat SUBER con lenizione della b in v, SUVER, successivamente, transitando dal
franc, in GH, cui in complanare l’ital conta Sùbero “sughero” con Suberìcolo e Sugherìcolo, Subericoltòre e Sughericoltòre,
Subericoltùra e Sughericoltùra, eppoi Suberificàre, Suberificaziòne, Suberìna, Suberizzàre, Suberizzaziòne; tale fenomeno
della lenizione è accaduto, dopo l’attraversamento dei gruppi letterali lat Ve Vi nel long Ghie, per Ghièra dal lat VIRIA
braccialetto cui Ghieràto, è accaduto per l’omn Ghièra dal long GAIRO (punta del) giavellotto dal lat VERU spiedo cui
ancora Gheròne con Gheronàto, infine per GHIERLA dal lat volg AVERULA uccello, cui il rientro in Avèlia o Avèrla o
ancora Vèlia e Vèrla, da tema med VELA uccello con una ennesima variante in Farlòtto da Averlòtto.
In connessione con VIRIA-Ghiera, una corona intrecciata di fiori, foglie d’erba è detta Ghirlànda o Grillànda attraverso il
prvz GUIRLANDA cui Ghirlandàio e il denm Ghirlandàre col prefissato Inghirlandàre (IN illativo).
1
La serie onopatopeica da T s’estende ancora in T R cui Tiritèra (inc con Tirare), T T B ondeggiare cui Titubànza-Titubàre (lat inv
TITUBARE), T TL solletico cui Titillamènto, Titillàre, Titillaziòne, TR N cui Tran tran, (S)TR TL cui Trillàre, Strillàre (lat
STRIDULARE), Strìllo, Strillòne e , con mutazione in (S)TR D Strìdere, Stridìo, Stridòre, Strìdulo.
\ Folk Pop Country Tribù
L’omologismo Folclòre o Folklòre, con Folclòrico, Folclorìsta e Folclorìstico, Folklorìsta e Folklorìstico, è l’adattamento
della composizione ingl di FOLK popolo con LORE dottrina, cui, in locuzione glb, Folk music, Folk rock, Folk singer, Folg
song; per Folk s’intende metaf l’insieme dei sentimenti delle persone comuni, quelle meno acculturate dalle società Super-Io.
Il ted conta VOLKS popolo cui il famigerato Vopo (plur Vopos) quale acronimo di VOLKS POLIZEI Polizia Popolare
(Germania Est), conosciuta glb quale sentinella del Muro di Berlino.
Il termine Folk si diffuse dal 1846, merito di W. J. Thomas, ed include usi, tradizioni, riti, giochi, canti, miti, leggende e
storie tramandate ed è immediatamente nata una contrapposizione, ancora irrisolta, tra la Cultura Egemone (ufficiale) e la
Cultura Subalterna (folclorica). Fautori della Cultura di Popolo, espressione delle proprie inalienabili radici, appaiono gli
adepti padani, in contrapposizione con la Cultura Egemone Italiana. Comunque, nessun popolo ha mai storicamente sorretto
nel tempo una propria cultura, se non nelle espressioni folcloristiche di rigurgito. Altro glb è il Folkways, che era stato
coniato da W. G. Sumner e che indica tutti quei metodi e le abitudini adottate all’interno delle comunità, utili allo
svolgimento di lavori o di cerimonie, e che per questo diventano irrinunciabili; oggi, pare sostituito dalla riscoperta del
“Diritto alle tradizioni”, quel diritto delle consuetudini (NOMOS) già ereditato nella Macedonia dell’egemone Alessandro. Il
Folkwang Museum fu il primo grande museo al mondo d’arte Post-impressionista, aperto nel 1902 a Hagen, in Westfalia, ma
che fu serrato e svuotato dal nazismo che lo considerava un’esposizione d’arte degenerata. Dall’ingl FOLK all’ital Vòlgo
(corretta accentazione vólgo), con la variante Vùlgo, dal lat VULGUS, le rad WOIHO e WEIKSLA non dovrebbero essere
estranee; la prima sta per Tribù e la seconda per “territorio di una tribù”. In percorso lat l’ital conta l’aggettivo Volgàre o
214
Vulgàre e in omn il verbo Volgàre o Vulgàre snm di “Divulgare” cui Volgàto o Vulgàto con il fem Vulgàta o Volgàta che per
accezione cristiana indica il testo biblico adottato dalla Chiesa, redatto in lat da S. Girolamo, ed ancora Volgarìsmo, Volgarità
o Vulgarità, Volgarizzamènto e Volgarizzàre o Vulgarizzàre, Volgarizzatòre, Volgarizzaziòne, Volgarmènte, l’avverbio
Vùlgo; eppoi i prefissati Divulgàre (con DIS vale “spandere tra il volgo”) con Divulgamènto, Divulgatìvo, Divulgàto,
Divulgatòre e Divulgaziòne, Involgarìre (IN illativo).
L’ellittico glb Pop giunge attraverso l’ingl POPULAR popolare, cui, in locuzione, Pop art, Pop music, Pop star.
Il termine glb Country campagna è snm di un meno diffuso HILLBILLY composto da HILL monte e BILLY montanaro; è
associato anche a musica, cui COUNTRY DANCE danza folcloristica-popolare.
La differenza tra Folk, Pop e Country non è ben delineata ma si potrebbe, in ottica sociale, definirle cronologicamente, nello
specifico relativo alla musica o al canto.
Pop “rottura dalle tradizioni attraverso nuove melodie gradite alle nuove generazioni” sprigionato in Europa e negli Stati
Uniti già dagli anni Cinquanta e adottato dal 1964.
Folk “canti di protesta contadina”, ancora contro le tradizionali e convenzioni, di genesi anglosassone adattato dal 1967.
Country “ballate popolari di campagna” originarie del Sud e del West americano, adottato dal 1975. Pertanto, in omologismo,
il Liscio, ovvero canti e balli romagnoli appartiene al Country, la salentina Taranta o Pizzica è un Folk.
Il termine Tribù, contrariamente a quanto si creda sia d’origine esot, è dal lat TRIBUS, di rad praticamente dispersa; si
presume connesso al numero Tre ed indicasse la terza parte di una collettività, in una burocratica suddivisione, un po’ come il
quartiere rappresentava la quarta parte di una città, il sestiere a Venezia. Dal lemma TRIBUS l’ital conta Tribàle, Tribalìsmo,
Tribuìre dal lat TRIBUERE, Tribùna, Tribunàle, Tribunalèsco, Tribunàto, Tribunèsco, Tribunìzio, Tribùno, Tributàre,
Tributàrio, Tributarìsta, Tribùto e i prefissati Attribuìre con Attribuiziòne e Attribùto (pref AD allativo), Contribuìre con
Contribùto e Contribuziòne (pref COM associativo), Distribuìre con Distributìvo, Distribuìto, Distribuzionalìsmo e
Distribuziòne (pref DIS dispersivo), Retribuìre con Retribuìto, Retributìvo, Retributòre e Retribuziòne (pref RE iterativodenominativo), il composto Maldistribuìre con Maldistribuziòne dalla locuzione Mal distribuire in opposizione a Ben
dstribuire.
Dallo specifico gr NEMEIN distribuire cui Nemesis la dea distributrice della giustizia, l’ital conta Nèmesi con valore di evento negativo ma
auspice di successivo periodo fortunato.
L’ar conta QABILA per Tribù, cui l’omologismo Cabìla, riferito alla tribù patriarcale dei beduini, in connessione con QAID
capo tribù cui l’omologismo Càid.
\ I Comizi Tribuni contavano trentacinque tribù, diversamente dai Comizi Centuriati costituiti da otto classi di censo, questo composto da
Centurie che andavano dal numero di ottanta per i cittadini di prima classe (reddito di 10.000 denari) a quattro per gli artigiani e ad una sola
per i proletari.\
FOLLIA
Follìa-Fòlle, dal lat FOLLIS pallone ha semant assunto valenza di “testa vuota”, variando l’onomatopeica della
serie P(H)L P(H)L, B(H)L, D(H)L soffiare, che ci ha portato Folàta. Da “testa vuota” a “matto”, con ogni
sfumatura possibile, il passo semantico è stato breve. E così da Follia “alienazione mentale” sono derivati i
metaforici Folleggiamènto e Folleggiàre. Il Folle è stato l’epiteto del francese Carlo VI (1368/1422) in
sostituzione del precedente Beneamato.
Il nome d’uccello Fòlaga dei Rallidi,con la variante corrotta Stròlaga, non ha nulla del percorso onomatopeico
PHL, pur fig associato al soffiare del vento, poiché deriva dal lat FULICA con lenizione sett della c in g e il
normale passaggio della i (vocale postonica) in a per parole sdrucciole come è accaduto a Cronaca, a Tonaca e a
Cofano..
FOLA
Fòla è dal lat FABULA favola, fiaba con lenizione totale della b intervocalica a(b)u da preferenze sett, per cui
FABULA-FAULA-Fòla, con mutazione fonetica di au in o. Il percorso è accostabile al fenomeno per cui
PARABOLA narrazione diventa Paròla 1 addirittura con sincope del gruppo letterale intermedio ab.
Il termine Paràbola “narrazione” cui Parabolàno, Parabolòne è il termine fig dal gr PARABOLE confronto e,
direttamente da questo, l’ital conta l’omn-snm Paràbola “curva piana” con Parabòlico, Parabolòide e
Parabolòidico o Paraboloìdico. Parlàre, questo anche sostantivato, è quindi da PARABOLARE attraverso un
passaggio da PAROLARE (con sincope del gruppo AB e successivamente di O), cui Parlàbile, Parlàgio o
Parlàscio 2, Parlamènto con Parlamentàre, Parlamentàrio, Parlamentarìsmo con Parlamentarìsta e
Parlamentarìstico, il dim Parlamentìno, il Ppres aggettivato Parlànte con Parlantìna, Parlàta, Parlàto snm di
Parlato da Pari, i neologismi politici Parlamentizzàre e Parlamentizzaziòne, Parlatòre, Parlatòrio, l’iterativo
Parlottàre con Parlottìo, Parlucchiàre, eppoi Farabolòne in metaplasmo da Parabolone o Farabolàno o ancora
Farabulòne; dallo specifico lat MUSSITARE parlottare, l’ital conta Mussitàre con Mussitaziòne in connessione
col tema med MUSU muso. Nel percorso di Parlare, i prefissati Riparlàre, Sparlàre (S intensivo) con
Sparlamènto e Sparlatòre eppoi Straparlàre.
Nel percorso da FABULA, troviamo Follètto, quel simpatico personaggio da Fola, sovrapposto a FOLLIS testa
vuota, che sembrava scomparso, invece è stato riesumato, ribattezzato Poltergeist “spirito chiassoso”, termine
glb di tradizione tedesca (adottato dal 1958), giuntoci grazie ai film horror, composto con POLTER fracasso e
GEIST fantasma, incattivito nella letteratura e nei film, in concorrenza oggi con il secondo glb ingl Gremlin
(adottato dal 1994) meno incuboso.
1
Secondo la ricerca di una rivista letteraria tedesca, la parola più bella del mondo sarebbe YAKAMOZ, il termine turco che sta per riflesso
lunare sull’acqua.
2
Parlagio o Parlascio è un lemma medv per indicare aree cittadine “dove più di parla”, omologato nel mer Ciarriere questo il quartiere
popolare “dove più si ciarla”; termine che può essere considerato un snm di Pittagio.
\ *Verbo
Snm ant di Parola è Vèrbo, che sopravvive in locuzione quale Non aggiunse verbo, dal lat VERBUM cui Verbàle,
Verbalìsmo, Verbalità, Verbalizzàre, Verbalizzaziòne, Verbalmènte, Verbòso con Verbosità, gli avverbi Verbàtim questo inv
215
dal lat e che vale “parola per parola”, Verbicàusa e Verbigràzia o Verbigràtia dalle composizioni in locuzione lat VERBI
CAUSA e VERRBI GRATIA entrambi Per citare una parola (testuale da Cicerone) snm della locuzione Per esempio, il
comnposto Verbigeraziòne (con il lat GERERE portare vale “il chiacchierare”), i prefissati Avvèrbio con Avverbiàle che dal
pref AD presso vale “vicino al verbo”, Divèrbio dal pref DIS separazione vale “discorsi opposti”, Provèrbio con Proverbiàle
e Proverbiàre dal pref PRO a favore vale “che rende merito alle parole”, Univerbaziòne (retorica poetica) snm di Crasi. Il
plur lat VERBA di VERBUM si muta nel volg VERVA cui il corrente Verve “estro” ritornato però quale glb attraverso il
franc.
Il rad di VERBUM parola è WERDHO-WORDHO, cui l’ingl WORD rintracciabile nei programmi di testo per computer cui
il glb Word “parola-testo” in locuzione quali Word processor “elaboratore di testo” e Word processing “elaborazione di
testo” (dove TO PROCESS sta per elaborare), il ted WORT, connesso con un più ant e semplice WER che avrebbe condotto
ai percorsi di osservare e servo.
Il gr conta lo specifico RHEMA verbo cui l’tal Rèma “parte dell’enunciato” in correlazione con Tèma “elemnto conosciuto”;
ad esempio, nell’enunciato “Il treno giungerà in ritardo”, il soggetto “treno” è il Tema (conosciuto) mentre “giungerà in
ritardo” è il Rema.
VERBUM è l’abbreviamento della locuzione VERBUM TEMPORALE la parola che indica il tempo dell’azione, un
fenomeno d’accorciamento simile ai termini Messa e Fegato tratti dalle relative espressioni. Il Verbo, per accezione che
indica l’azione, può essere Finito e Indefinito
Il primo caso (Finito) riguarda i verbi di modo con determinazione di numero e persona, quali l’Indicatìvo in lat
INDICATIVUS da INDICARE e che assegna la certezza dell’azione, il Congiuntìvo dal prefissato lat tardo
CONIUNCTIVUS (CUM associativo) da CONIUNGERE attaccare, unire e che esprime la possibilità, la volontà e l’irrealtà
dell’azione compiuta dal soggetto; purtroppo, la lingua parlata carente di congiuntivo ha inquinato l’idioma italiano, quali i
corretti “Succeda qualsiasi cosa, io vado ad incontrarlo” (e non Succede qualsiasi cosa…), “Che fugga pure, lo raggiungerò”
(e non Che fugge pure…), “Non so che cosa voglia, ma lo vedrò” (e non Non so che cosa vuole…). “Immagino (credo) che
voglia un prestito” è oltremodo corretto rispetto a “Immagino (credo) che vuole un prestito” poiché il verbo immaginare o
credo sottintendono una possibilità a titolo personale e non una realtà; mentre è corretto “Credo che Dio esiste (c’è)” dove il
verbo credere (essere) indica una realtà di fede, una convinzione, ma dire “Credo che Dio esista (ci sia)” implica che tanta
gente afferma il contrario; il Condizionàle in lat CONDITIONALIS da CONDITIO condizione e che implica appunto una
condizione o un’attenuazione di desiderio, di richiesta… eppoi l’Imperatìvo dal lat IMPERATIVUS da IMPERARE
comandare e che esprime un’imposizione.
Il secondo caso (Indefinito), invece, riguarda il Particìpio dal lat PARTICIPIUM di PARTICEPS PARTICIPIS che partecipa
(alla forma nominale, ai tempi composti) definito Participio passato le cui desinenze regolari s’articolano in ATO UTO ITO
normalmente secondo le rispettive coniugazioni (Amare-Amato, Godere-Goduto, Lambire-Lambito) e di là degli irregolari
quali Fatto da Fare, Rotto da Rompere, comunque Pp lat FACTUM di FACERE e RUPTUM di RUMPERE; l’ital conta
ancora il Participio presente le cui desinenze regolari s’articolano in ANTE, ENTE Cangiare-Cangiante, Correre-Corrente,
Dormire-Dormente.
L’Infinìto dal lat FINIRE quale prefissato (IN negativo) denm di FINIS limite e sta per azione indefinibile ovvero che
esprime se stessa, le cui desinenze s’articolano in ARE ERE IRE (Amare-Godere-Lambire) indicando la rispettiva
Coniugazione d’appartenenza (tre coniugazioni) del verbo. Infine il modo verbale Gerùndio questo sintesi della locuzione
MODUS GERUNDI modo di comportarsi riconducubile al lat Gerundìvo, da GERERE portare-condurre, le cui desinenze
s’articolano in ANDO ENDO (Amare-Amando, Godere-Godendo, Lambire-Lambendo). Il verbo può essere espresso, qui
solo nel Modo indicativo, al tempo Presente (Amo-Godo-Lambisco con un poetico Lambo), al Passato prossimo (recente o
che gli effetti dell’azione durano al presente, Ho amato-goduto-lambito), al Passato remoto (Amai-Godetti-Lambii), al
Trapassato sia prossimo (Avevo amato-goduto-lambito) che remoto (Ebbi amato-goduto-lambito), l’omologo del lat
PLUSQUAMPERFECTUM in ital Piuccheperfetto, e che indica un tempo concluso anteriore al Passato, eppoi al Futuro
(Spererò) e all’Imperfetto (Speravo) questo ad indicare un’azione che dura (progressiva) nel passato.
I verbi della prima coniugazione che terminino in CIARE e GIARE, quali Conciare e Mangiare, perdono (sincope) la i se la
desinenza inizia con E o I , Concerò e Mangerò; quelli in GNARE, invece, la mantengono (i) se questa appartiene alla
desinenza Sognate (indicativo) e Sogniate (congiuntivo).
\ Motto Cavillo
Da una serie onomatopeica è stato coniato il termine lat MUTTIRE borbottare, cui Mòtto con Motteggiàre cui Motteggèvole,
Motteggiamènto, Motteggiatòre, Mottèggio, eppoi Mottètto cui Mottettìsta e Mottettìstico \ Il motto dei Carabinieri è Nei secoli
fedeli./.
Il lat conta ancora CAVILLUM per motteggio, cui il percorso Cavillàre, Cavillatòre, Cavìllo, Cavillòso.
\ Gnomo
Gnòmo, altro personaggio fiabesco, è il nano barbuto delle mitologie nordiche e delle fole medioevali. Dal lat umanistico
GNOMUS, pare sia derivato dal gr GNO-ME intelligenza, corradicale di GIGNO-SKEIN conoscenza, pertanto esiste una
discendenza del tutto rispettabile: Gnòme (breve aforisma), Gnòmico (ricco di precetti, come la poesia gnomica),
Gnomologìa con Gnomològico, Gnomòne (l’asta della meridiana) dal gr GNOMON indicatore con Gnomònica e
Gnomònico, Gnòrri “che finge” (tratto da “Ignoro” con aferesi della I, raddoppio espressivo della r e desinenza i
sostantivante), Gnoseologìa “studio della conoscenza” con Gnoseològico, Gnòsi vale “conoscenza” dal gr GNOSIS nome
d’azione di GIGNOSKO conosco, Gnosticìsmo “filosofia della conoscenza” e Gnòstico, questo anche con valore di
paleocristiano; esiste il suff GNOSIA per composizioni quali il patologico Acrognosìa o Acragnosìa dove il pref ACRO
“punto estremo” vale quale estremità del corpo, il chimico Farmacognosia questo lo studio per la conoscenza delle droghe
medicinali. Logicamente esistono i termini in corrispondenza contraria, con A privativo, Agnosìa dal gr AGNOSIA
ignoranza, Agnosticìsmo, Agnòstico, cui l’onomastico Agnese da AGNOS nel senso casta “che non conosce il maschio” con
la versione sp INES, il composto Acroagnosìa; diversi dalla costruzione di Agniziòne questo dal lat AGNITIO AGNITIONIS
di AGNOSCERE riconoscere (pref A allativo).
Da GNOMONA colui che misura, transitando dal tema lat GROMA GRUMA (dissimilazione di GN in GR), sono stati
coniati i termini Gròma dal gr GNOMON “gnomone” con Gromàtico questo snm di Agrimensore. Da GNOMONA che
misura, incrociandolo con un più ant etrusco NUMNA, s’è fatto derivare il termine Nòrma (omn di Norma “normanna”), inv
dal lat NORMA squadra, cui Normàle, Normalità, Normalizzàre con Normalizzàto e Normalizzaziòne, Normalìsta, Normàre
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con Normatòre e Normaziòne, Normatìva con Normatìvo cui Normativìsmo e Normatività, eppoi i prefissati Abnòrme da
ABNORMIS “lontano dalla norma” (pref AB d’allontanamento), Anormàle “non consueto” (pref A privativo) con
Anormalità attraverso il franc ANORMAL, Enòrme con Enormità (EX NORMA di là della norma)… ed il pref NORMO,
cui Normocìta o Normocìto, Normodotàto con Normodotaziòne, Normògrafo, Normolìneo, Normopèso, Normotensiòne con
Normotèso, Normotermìa, Normotìpo, Normovedènte. Il Normalìsta è per convenzione lo studente o il laureato alla Scuola
Normale Superiore di Pisa.
\ Egemonia
Egemonìa, Egèmone, Egemònico, dal gr HEGEMON capo supremo, termine derivato da HEGEISTHAI guidare. Oggi il
termine starebbe perdendo la caratteristica di supremazia (conquista) armata per assumere quella di potere-guida economico.
Il lat conta CAESAR capo supremo-titolo imperiale, il cui onomastico secondo Plinio è un derivato di CAEDERE tagliare,
attraverso la locuzione lat SECTIO CAESAREA corrispondente all’ital Taglio cesareo cui Cesare, col fem Cesira, ed è da
tradursi letteralmente “dall’utero tagliato della madre”, ossia nato con Parto cesareo. Da CAESAR si contano Cesarìsmo,
Cesarìsta e Cesàreo che sta per “imperiale” relatvo al titolo romano di Cesare, cui Cesaropapìsmo e Cesaropapìsta. Il termine
dal lat CAESAR è stato più sentito rispetto a quello gr e l’Europa, ispiratasi a Cesare, avrebbe avuto KAISER e ZAR; altra
area, in vrs connessione, la Persia, conta KURUSH metaf da “il Sole” latinizzato CYRUS capo supremo, cui l’onomastico
Ciro con Cirillo e l’aggettivo Cirìllico, questo per accezione riferito all’alfabeto (con caratteri greci maiuscoli) che sarebbe
stato ideato da S. Cirillo durante l’evangelizzazione degli slavi, ma è certamente un falso storico. Il più ant alfabeto slavo che
sarebbe stato elaborato da S. Cirillo e Metodio nel IX sec (alfabeto gr in corsivo con inserimento di elementi adottati
dall’ebraico-copto) è indicato con Glacolìtico dallo slavo GLAGOLU parola.
\ La nascita di Giulio Cesre da parto appunto cesareo pare tuttavia un falso storico, poiché allora nessuna madre sopravviveva a
quell’intervento chirurgico e Aurelia Cotta, la madre di G. Cesare, continuò ad essere viva e vegeta. L’erquivoco pare sia stato causato dal
solito Plinio il Vecchio che avrebbe citato un Cesare nato da parto cesareo, ma non il famoso Giulio.\
\ Guidare
Guidàre è dal prvz GUIDAR attinto al franc WITAN inviare in una direzione, cui Guìda, Guidàbile con Guidabilità,
Guidàggio, Guidàna, Guidaiòlo (l’animale in posizione avanzata nel branco), Guidàna, il Pp aggettivato, Guidàto, Guidatòre,
Guidòne, l’esot Ghìa con valore di “sistema a guida di sollevamento” attraverso lo sp GUIA guida da GUIAR guidare, eppoi
la locuzione Guida turistica altrimenti nel glb ted Baedeker “guida tascabile” in onoree del libraio K. Braedeker (1801/1859)
italianizzato Bèdeker, ed i composti quali Guidacaràtteri (nella macchina per scrivere) Guidafìli (nel telaio), Guidapòpolo
snm di Capopòpolo, il glb ingl Guideline (pron gaidlain) “linea guida”, Guidasilùri, Guidoslìtta snm dell’ancora glb ingl
Bob; il franc WITAN appare in connessione rad con il ger WILDO lontano il cui risvolto prvz avrebbe condotto
all’onomastico Guido mantenendo il senso di “inviato (lontano)”, ossia “delegato, ambasciatore, messaggero”.
In assonanza, dal long WIDARRIST garrese, l’ital conta l’omologismo Guidalèsco mentre dal franc WIDERLON
ricompensa (col ted WIDER e LOHN mercede) conta Guidardòne o Guiderdòne con Guidardonàre o Guiderdonàre ma
sovrapposto al lat DONUM.
\ Favola Fiaba
Fàvola dal lat FABULA, questo vrs un primitivo dim di una forma FABBIA, dal verbo FARI parlare-raccontare, è semant
ogni narrazione di fatti inventati, dove attori “terrestri” (animali, alberi…) assumono proprietà umane, come il parlare, con
ruoli moraleggianti, mataforici, allegorici, satirici. Il percorso conta, esplicito dal lat, Fàbula con Fabulàre, Fabulatòrio,
Fabulaziòne, Fabuleggiàree il prefissato Affabulàre (pref AD allativo) con Affabulàto, Affabulatòre, Affabulatòrio e
Affabulaziòne questo rinverdito dal Premio Nobel Dario Fo, eppoi Affàbile da AFFABILIS col quale si può parlare cui
Affabilità.
Fiàba, ipocoristico di FABULA, è invece la narrazione dove il meraviglioso (fate, folletti, maghi....) ne sono i personaggi
irreali, ma essenziali per il loro compito di farci sognare, cui Fiabèma che su calco di Fonema indica una locuzione fiabesca,
ossia un topos fiabesco, come C’era una volta o Vissero felici e contenti, eppoi Fiabòsco e Fiabìstico. Nella fiaba, i ruoli
assumono significati simbolici che rappresentano la psicologia dei bambini.
Favellàre da FABELLARE da un successivo dim FABELLA del già dim FABULA cui Favèlla (da non equivocare con
Favela), Favellatòre, Favellìo, il desueto Favolàre con Favolatòre, Favoleggiamènto, Favoleggiàre, Favoleggiatòre, il dim
Favolèllo, ed ancora Favolìsta con Favolìstica e Favolìstico, infine Favolosità con Favolòso.
Termini alieni nel percorso di Favola sono Favòre e Favònio (vento torrido del Sud Italia), i quali discendono dal lat
FAVERE, dal tema GWHAU che vale permettere, favorire, agevolare (la crescita), vrs legata al mondo dell’agricoltura e
dell’allevamento: il Favonio, però, se perdura particolarmente acceso, arriva ad essiccare le colture, infatti la sua rad è in
connessione con GWHEL giallo e con GWHYTIS consumazione, distruzione, siccità. Favonio ha il suo corrispondente etim
nel toscano Fògno, questo però foriero di un tempo del tutto opposto (vento, pioggia e nevischio).
Da FAVERE, discendono ancora i vari Favorìre, Favorìta con Favorìto e Favoritìsmo, Fautòre da FAUTOR che favorisce,
l’aggettivo Fàusto da FAUSTUS propiziatorio con l’onomastico Fausto e Faustina, la divinità italica Fauno (assimilato a
Pan) con la dea Fauna questo sostantivato in Fàuna su modello di Flora, cui Faunèsco con Faunescamènte, Faunìstica e
Faunìstico con Faunisticamènte, il composto Avifàuna cui Avifaunìstico (con il lat AVIS uccello vale “tutti gli uccelli in
vita”); la romana e leggendaria Bocca della verità è una maschera raffigurante Fauno.
Faustiàno sarebbe di indiretta connessione, poiché associato al protagonista Faust dell’omn poema di J. W. Goethe
(1749/1832), il cui onomastico è vrs ispirato al lat FAUSTUS.
\ “La storia infinita” è dunque una fiaba, mentre i versi di Trilussa raccontano delle favole. La Fantascienza, come il film E.T. è fiaba. Si
potrebbe ardire la definizione di Fiàbola dove entrambe le caratteristiche s’intrecciano.\
\ Fava Filò
Il termine Fàva (leguminosa), con Favùle dal lat FABULIS di fave dove il suff ULE sta per “gambo-stelo”, non ha alcuna
parentela con FABULA di FARI, poiché è dal lat FABA di tema BHABA, diffuso nel mondo dell’agricoltura, anche con la
variante falisca HABA. In percorso, oltre all’onomastica esplicita dal lat FABA, Fabio 1 con Fabiano e Fabiola, l’ital conta
Favagèllo o Favaiòla dal dim lat FABICELLUM, Favàggine (sorta di pianta), Favàio, Favarèlla o Faverèlla, Favàta, Favèto,
Favètta o Favìno, e Favìsmo questo allergia anche grave da questo legume, pur con la sola vicinanza, pertanto i commercianti
sono dovuti ad indicarne all’esterno la vendita.
Termini alieni Favàra, termine di Pantelleria, dall’ar FAWWARA polla, sorgente, Favìssa dal lat FOVEA fossa.
Termine alieno l’omologismo Fauvìsmo di Fauve direttamente dal franc FAUVE belva cui il fig FAUVISME “movimento
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artistico sorto in Francia negli anni Cinquanta e FAUVE “il seguace”
In Campania, dalla provenienza delle fave locali, da Baia, è sorto il termine italianizzato Baggiàna, cui Baggianàta,
Baggianerìa, Baggiàno. Nella superstizione veneta, invece, Fave sta ad indicare le malombre senza pace delle donne morte da
parto e che appaiono in piena notte… l’ispirazione per lugubri ed iperbolici racconti da Filò. Il Filò era una riunione
famigliare allargata ai vicini nelle sere d’inverno, raccolti nel caldo delle stalle, durante la quale s’imbastivano le più svariate
discussioni; forse anche il seme delle future leghe contadine. Filò potrebbe discendere da un’ant rad indoeuropea che avrebbe
condotto al gr PHILOS amico, che ha disposizione, simpatia, cui, appunto, Filò “compagnia d’amici”, oppure un
troncamento dialettale di Filone nel significato di “fenomeno continuato culturalmente”, da accostare con ponderatezza al
franc FILOU, derivato di Filare “di ragionamento che scorre logico” quale risvolto fig dal lat FILARE.
Pseudoetim, Fàvo, che pare il mas di Fava, è invece dal lat FAVUM, un termine d’apicultura o medico cui Favòso; Favòllo
“sorta di crostaceo” è d’etimo sconosciuto dal volg toscano, a meno che non sia un ant risvolto fig da Favo.
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Dal generale Quinto Fabio Massimo Rulliano (III sec aC), cui l’epiteto il Temporeggiatore, nacque l’ispirazione per il movimento politico
socialista, l’inglese FABIAN SOCIETY cui Fabianèsimo o Fabianìsmo e Fabiàno “il seguace”.\
\ Folletto casalingo
Nelle leggende nostrane, dal nord al sud, è sempre esistito un misterioso folletto casalingo, che pur assumendo svariati nomi
imposti nelle contrade, mantiene ovunque una minuta fisionomia pressoché simile. Lo avevano tramandato i padri latini, i
quali lo chiamavano INCUBUS che giace su chi dorme, discriminandolo da SUCCUBA, la mitica femmina che irretisce, che
giace sotto.
Nel film “ ‘O re” interpretato da Muti e Giannini, ‘O Monaciello – ‘U Munaciedd in area lucano-puglese - è il folletto
partenopeo che incarna i figli mancati o futuri, il quale vaga indisturbato tra le stanze; termine derivato dal lat MONOS
solitario, è infatti di statura piccola ed agisce da solo. Raramente si fa vedere, ma di solito si fa sentire col suo grattare alle
pareti (ai muri), per cui ‘O Scazzamurill; indossa un saio nero e un cappuccio ora rosso ora nero secondo il suo umore.
‘U Scazzamuridde in area garganica (promontorio carsico) è il leggendario responsabile delle doline e delle grave, scavate
dagli uomini alla ricerca di tesori segnalati in sogno dal folletto; una variante all’Acchiatura messapica. In versione
culturalmente in vernacolo si ha Scazzamurrieddru.
Lu Lauru è anche quel folletto apulo-messapico che preferisce accomodarsi sullo stomaco del dormiente supino,
provocandogli gli incubi (appunto); è dal tema med L rumore, LA lamento, cui il poetico Lài.
El Massariol o Mazzariol è l’omologo veneto che si diverte a vestirsi di rosso e a scorazzare e a danzare per i campi,
terrorizzando i malcapitati; dal lat MASSA fondi agricoli Nella zona di Legnago, però, il folleto casalingo è chiamato
Pesarol, sempre di rosso, ed ha la caratteristica di accomodarsi a cavalcioni sullo stomaco del dormiente, esattamente come
l’INCUBUS latino, provocandogli l’oppressione; il termine legnaghese Pesariol appare in connessione con Pesanza
“angoscia” nel percorso di Peso da rad PEN. Nei termini veneti, compare sovente il suff IOL, qui in Massariol e Pesariol,
leggi il toponimo Preganziol di Treviso; questo è l’erede di una variante del dim lat (Ved Diminutivo latino in Bello…)
rintracciabile nell’ital, ad esempio, in Corniolo da CORNEOLUM di CORNEUS aggettivo di CORNUM corno, in Arciolo
da ARCUS arco.
Tornando al folletto, si ha ancora Mammotti in versione sarda, vrs in connessione con Mammuttone o con Gattomammone.
e quella nazionale, attestatasi prevalentemente nel Veneto, Baubau di origine onomatopeica vrs dal verso del cane che
spaventerebbe i bambini.
Infine, quale omologismo, l’ital ha adottato un desueto Cobòldo, dal ted KOBOLD signore della casa (del focolare),
corrispondente al folletto italico, vrs attinto alla cultura gr-lat per una presunta vicinanza rad ai termini gr KOINOS comune e
OIKOS casa, pertanto starebbe per colui che convive in casa e fa da padrone. In ogni caso, tutti questi folletti non
raggiungono mai l’esasperazione terroristica del suo successore Poltergeist.
Il termine gr KOINOS si rintraccia nel lemma Cenùro “sorta di parassita intestinale” in composizione con URA coda cui
Cenuròsi col suff medico OSI.
\ Monaco Monogamo Ieratico Bonzo
Da MONOS uno-solitario è derivato il termine Mònaco con Mònaca o Mònica dal lat cristiano MONACUS già gr
MONAKHOS, cui Monacàle, Monacàndo, Monacàre, Monacàto, Monacaziòne, Monachèsimo e Monastèro, questo con le
varianti Monastèrio, Monistèro o Monistèrio, Munistèrio o Munistèro, cui Monàstico dal denm MONAZO sto in solitudine;
l’onomastica conta Monia con un Monica in concorrenza con Monaca da Monna.
\ Termine assonante Camònica utilizzato nel toponimo Val Camonica, luogo d’origine dei Camuni, popolazione quivi stanziatasi, la cui
identità fu dispersa dal 16 aC con l’egemonia romana e dimenticata per due millenni. Oggi, merito di un centro studi, opera di Emanuele
Anati, la sua struttura sociale e culturale è sempre più svelata; nel 1980 si contano 160.000 iscrizioni su oltre un migliaio di rocce che fanno
del sito la più grande concentrazione d’arte preistorica nel continente ed un repertorio insostituibile per la storia universale delle religioni \
In percorso da MONOS uno, Mònade (unità) dal lat MONAS MONADIS già gr MONAS MONADOS unità in opposizione a
Polìade (l’insieme), Monìsmo con Monìsta e Monìstico, il pref MONO per composizioni quali Monoblòcco, Monodìa (canto
da solista), Monòico questo col gr OIKOS casa e sta per “sede unica” in riferimento alla botanica quando sono presenti fiori
maschili e femminili in un unico pianta cui Monoicìsmo, eppoi Monogènesi, Monoginìa (col gr GYNE donna, ma riferito ad
una caratteristica di insetti), Monoglòttico diversificato da Poliglòttico “più lingue”, Monòlogo (col gr LOGOS parola),
Monòmero (coll gr MEROS parte), Monòmio (con il lat NOMEN nome su calco di Binomio), Monopodiàle e Monopòdico
(dal lat PODIUM podio), Monopòlio (col gr POLEIN vendere, adottato dal XIV sec) cui Monopolìstico, Monopolìsta,
Monopolizzàre con Monopolizzatòre, Monopolizzaziòne, in relazione con i neologismi Duopòlio (XX sec) e Polipòlio (XIX
sec) cui Polopolìsta, eppoi Monòptero (col gr PTERON ala) “tempio con una unica fila di colonne esterne”, Monoscòpio,
Monosìllabo già Monosìllaba cui Monosillàbico, Monotìpo, Monovolùme, Monovulàre, Monòxilo (col gr XILO legno).
Monogamìa “una sola moglie”, cui Monògamo in opposizione a Poligamìa “due o più mogli” cui Polìgamo, Singamìa (pref
gr SYN insieme) “riproduzione sessuale” (botanica), Esogamìa (pref gr EKSO fuori) “matrimonio con individui fuori della
propria comunità o di popolazione diversa” cui Esogàmico o Esògamo, sono composti col gr GAMOS matrimonio, in
percorso con GAMEO sposo e GAMETES accoppiati-coniugi, donde Gamète, Gàmico con i composti botanici Gametàngio
(suff dal gr ANGEION vaso, Gametangiogamìa, Gametocìsti, Gametòfito, Gametogamìa e Gametogènesi, con i prefissati
Agamète, Agamìa con Agàmico e Agamo-àgamo, eppoi Isogamète con Isogamìa e Isògamo (col gr ISOS uguale), i composti
Gametocìto, Gamònte (composto con Gamete e il gr ON ONTOS questo Ppres di EIMI “io sono”) cui Agamònte (A
privativo), Gamopètalo o Gamotèpalo (fenomeno della metatesi), Gamosèpalo snm di Sinsèpalo (questo col pref SYN
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insieme); GAMOS è utilizzato, come si è visto, quale pref GAMO e suff GAMIA e GAMO.
Ternine pseudoetim Gamùrra, omologismo attraverso l’ar KHIMAR velo da donna, ma nulla vieta di pensare ad una ant
connessione rad nel senso di “velo da accoppiare-accostare alla donna”
Nel percorso di HIEROS, si conta Ieràtico dal lat HIERATICUS già gr HIERATIKOS, cui Ieraticità e la composizione
Ieraèto, col gr AETOS aquila, che vale “aquila sacra”, il mitologico Ierogamìa (col suff dal gr GAMEO io sposo, indicava un
rito simbolico matrimoniale tra esseri umani o divintà e creature sovrannaturali), Ierologìa, Ieroscopìa “esame delle viscere
animali”, Ierodùlo con Ierodulìa composto col gr DULOS schiavo (addetto ai luoghi sacri, omologato nel sagrestano d’oggi);
eppoi Gerarchìa dal gr HIERARKHIA cui Geràrca, Geràrchico col suff dal gr ARKHO sono a capo e apofonia del gruppo
HIE in GE. L’apofonia si ritrova ancora in Ierocrazìa o Gerocrazìa con Ierocràtico o Gerocràtico, Ieromànte o Geromànte da
HIEROMANTIS indovino di cose sacre con Ieromanzìa o Geromanzìa, Ierofanìa con Ierofànte o Gerofànte “che mostra la
sacralità” è la composizione con PHAINO io mostro, Gerolamìno con Geronimiàno dal lat HIERONYMUS cui gli
onomastici Gerolamo o Girolamo o ancora Geronimo (questo famoso capo pellerossa, culturalmente noto per avere scritto
una biografia), Ierosolomitàno o Gerosolomitàno dal lat HIEROSOLYMITANUS da HYEROSOLYMA in ital
Gerusalemme; da non equivocare col pref GERO dal gr GERON vecchio, anziano (Ved Rad REG in Obiettivo…), eppoi il
toponimo storico della Frigia Geràpoli o Ieràpoli.
Il termine monaco Bònzo è l’omologismo attraverso il ptg BONZO che è dal giapponese BOZU “superiore del monastero”.
L’omn Bònzo, un ant strumento di legno per sarti, è d’etimo sconosciuto. Il fem Bònza, che vale “serbatoio con recipiente”
(lavori di bitume) è da una voce lombarda Bigoncia che sta per grossa botte.
\ *Lenizione *Sincope
Lenizione sta per “addolcimento” di una consonante intervocalica consolidatasi in grafema da preferenze fonetiche locali,
vedi Lagrima per Lacrima, Riva per Ripa, ma il fenomeno può ancora essere definito tale quando interessa una consonante
non essenzialmente tra due vocali, come in Zoccolo dal lat SOCCUS; differenziandosi però dall’Apofonia che è il mutamento
energico di una lettera rispetto all’originale etim, vedi Inculcare da Incalcare.
In ambito retorico, la Lenizione totale è snm di Afonia con implicita Agrafia della lettera interessata, vedi Raunare da
Radunare.
Figure di Afonia-Agrafia sono, come trattato in altre terzine, l’Aferesi (caduta di una vocale o sillaba all’inizio della parola),
l’Apocope o Troncamento (di una o più lettere in coda ad una parola) e la Catalessi (l’intera sillaba finale); da aggiungere la
Sincope quale caduta di vocale o di una sillaba all’interno di una parola.
\ Dissimilazione Assimilazione
Dissimilaziòne è il fenomeno linguistico, per cui due suoni equivalenti e vicini tendono a rendersi differenti, cui Velèno dal
lat VENENUM. In opposizione, per Assimilaziòne s’intende un suono che condiziona un suono successivo; ad esempio, dal
lat RECTUS all’ital Retto, dove la c è assimilata alla t. L’opposto è Dissimilazione.
Il termine Dissimilaziòne, con Dissimilàre, da Dissìmile “non simile-disuguale”, dal lat DISSIMILATIO
DISSIMILATIONIS è composto dal pref lat DIS separativo e da SIMILIS simile (Ved Pref SEMI in Mondo…) cui Similàre,
Similarità, Sìmile, Similitùdine e Simìllimo che vale il superlativo “molto simile”, il prefissato lat ASSIMILARE mettere
insieme ovvero rendere simili (pref AD) cui Assimilàre con Assimilaziòne e Assimilazionìsta (questo si sta attestando
relativo all’immigrato che s’impegna ad assimilare la cultura del paese che lo opita); in realtà, le assemblee sono costituite da
persone che intendono raggiungere un obiettivo comune (assimilarsi), di là dei diversi strumenti che pretendono di adottare.
Il termine è rintracciabile anche in composizioni quali Similòro, Similpèlle.
Dal lat SIMILARE somigliare, l’ital conta Sembràre, già Sembiàre o Semblàre, attraverso il prvz SEMBLAR, cui
Sembiamènto o Sembramènto, Sembiàte o Sembànte, Sembiànza già Sembrànza; il verbo Sembrare è da considerare
impersonale nel senso di “credere, stimare, esprimere un’opinione…” quale l’espressione “Sembra che stia piovendo” ed è da
considerare di forma personale nel senso di “parere, avere l’apparenza…” quale l’espressione “Quei bimbi sembrano molto
vivaci”.
Il termine desueto Semblèa è la sintesi della locuzione franc BATAILLE SEMBLEE battaglia attaccata dove SEMBLEE è il
Pp di SEMBLER riunire attraverso il lat SIMILARE già class SIMULARE essere simile. Dal franc ASSEMBLEE Pp al fem
del verbo ASSEMBLER, l’ital adotta l’esot Assemblèa con Assemblàre e i derivati Assemblàggio, Assemblatòre,
Assembleàre e Assemblearìsmo; il termine non è pertanto un omologismo poiché l’origine rad è dal pref lat ASSIMILARE
che con AD allativo vale rendere simili e che, attraverso il prvz ASSEMBLAR ha assunto il valore di mettere insieme cui
Assembràre e Assembramènto con il snm-omn Assembràre “essere simile” cui il doppio pref Rassembàre.
Dissimulàre-Dissimulaziòne “rendere dissimile”, dal lat SIMULARE fingere (essere simile)-nascondere è il denm da
SIMILIS con normale passaggio della i in u, cui Simulàre, Simulatòre, Simulaziòne e il nome di strumento Simulàcro o
Simolàcro. Insomma, se Dissimilàzione vale “non simile”, Dissimulazione vale “finzione”.
Il gr conta KSOANON simulacro (scolpito in legno) cui Xòanon con la variante Xòsoano cui il pl Xòana, vrs connesso con
KSEO intaglio cui Xografìa; l’ital ha omologato nel suo percorso la letterra x pur non essendo questa contemplata
nell’alfabeto, pertanto destinata a svolgersi in s.
Dissimigliàre con Dissimigliànte che vale “diversità”, viepiù, è composto dal pref DIS negativo e dal lat SIMILIARE, questo
un secondo denm da SIMILIS, cui Simigliàre; con normale passaggio della i in o, si ha Somigliàre con Somigliànza ed i
prefissati Assomigliàre con Assomigliànte e Assomigliànza, Dissomigliàre con Dissomigliànte e Dissomigliànza.
Dal gr PLESION simile-vicino, l’ital conta Plesiomòrfo “di forma simile, vicina a…” questo sovrapposto ad Apomorfo,
Plesiosàuro “simile alla lucertola”.
\ Capo
Prefissi *CAPO CAPI
Il gr conta KEPHALE testa cui il lat CEPHALUS e il percorso ital Cefalèa, Cefalìa (utilizzato in suff) Cefàlico, Cefalìna,
Cèfalo, i composti Cefalalgìa o Cefalgìa (col gr ALGOS dolore) snm di Cefalea, con Cefàlgico, Cefalòpodi (col gr POUS
PODOS piede), Cefalorachidèo o Cefalorachidiàno (col gr RHAKHIS colonna vertebrale), i prefissati Dicèfalo e Dicefalìa
col pref DIS “due volte”, Encèfalo dal gr EN KEPHALOS dentro la testa cui Encefalografìa ed Encefalogràmma,
Metencèfalo (gr META con, dopo) con Metencefàlico, Mesencèfalo con Mesencefàlico (gr MESOS medio) e Mielencèfalo
(con MYELOS midollo) con Mielencefàlico, Olocèfali (Superordine di pesci) dal lat HOLOCEPHALI con il gr HOLOS
tutto. Il composto Bucefalo “testa di bue” (col gr BUS bove) indica il leggendario cavallo di A. Magno che dodicenne
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lo avrebbe domato e avrebbe cavalcato nelle future battaglie; alla morte dell’animnale avrebbe fondato in suo
onore la città di Bucefala. Bucephala albeola è il nome lat scientifico di una sorta d’anatra.
Il termine gr appare in connessione indoeur con il lat CAPUT, svoltosi nell’ital Càpo, questo anche nel senso di “principale”
snm del ricorrente glb Boss dall’ingl BOSS di genesi ol BAAS maestro-zio, cui Bossing, l’omologismo Bossìsmo; l’ingl
conta ancora un ant KIM capo cui l’onomastico Kim.
Dal termine Capo si conta una nutrita serie lemmatica sovente con lenizione, cui Càpa “capo” in volg mer, Capaccìna “mal di
capo” da un accr Capàccia o Capàccio cui anche Capacciòne con il prefissato Scapacciòne e Scapaccionàre (S intensivo),
Capacciùto, Capàrbio, questo influenzato da Capace e Superbio, cui Caparbiàggine, Caparbierìa e Caparbietà; eppoi Capàre
“scegliere capo per capo”, Capàta, il glb sp Capataz “capo”, Capatìna, Capècchio un dim tratto dalla variante CAPITLUM
del lat CAPITULUM “sommità, capo degli alberi”, Capeggiàre con Capeggiamènto e Capeggiatòre, il dim Capètto, Capèzza
dal lat CAPITIUM lenito in Cavèzza cui i prefissati Accavezzàre (AD allativo), Incavezzàre (IN illativo) e Scavezzàre (S
sottrattivo) nel senso sia di “slegare” sia di “rompere” snm di Scapezzare cui Scapezzacòllo, Scavezzatrìce e Scavèzzo “arma
da fuoco” e il composto Scavezzacòllo, eppoi Capezzàgna con il lenito Cavedàgna, Capezzàle, Capezzièra, Capèzzo e
Capèzzolo con l’aggettivo Capezzolàre, Capitàgna o il lenito Cavedàgna o ancora il corrotto Capezzàgna dal lat
CAPITANEA da CAPITIUM estremità, gli omn quali l’aggettivo Capitàle “relativo al capo” e fig “principale” cui Capitàle
“la città principale” eppoi Capitàno da CAPITANUM con un fem Capitàna o Capitanèssa, Capitanàto, Capitanàre,
Capitaneggiàre, un medv Capitàneo “titolare di un feudo attribuito dal re”, Capitanerìa, il sostantivo finanziario Capitàle dal
lat CAPITALIS con Capitalìsmo, Capitalìsta, Capitalìstico, Capitalizzàre, Capitalizzàto, Capitalizzaziòne e, in locuzione glb
ingl, Capital amount “l’ammontare del capitale”, Capital budget, Capital gain “guadagno sul capitale”, Capitanàta è relativo
alla Provincia di Foggia, termine sovrapposto a Catapàno dal lat CATAPANUS (pare una metatesi) qui governatore al tempo
dei Bizantini, il cui termine è dal gr-biz KATEPANO capitano tratto dalla locuzione avverbiale KAT EPANO (posto) in
alto; fu Federico II di Svevia che nel dare un riassetto amministrativo alla Puglia, nel 1222 la suddivise in tre regioni, Terra
di Bari, Capitanata e Terra d’Otranto (questa la penisola salentina, ovvero “il tacco d’Italia”).
Nel sett ital, Capitano s’è svolto nel metaplasmo Cattàneo o Cattàno con valore di Valvassore, presente nella cognomastica.
Il percorso continua con Capitàre, Capitàrio, il botanico Capitàto, l’ant imposta erariale Capitaziòne, l’esclamazione Càspita
inc con l’onomatopeico S S meraviglia con Scapitàre e Scàpito, Capitèllo da un dim lat CAPITELLUM di CAPITULUM,
Capìtolo (dal dim lat CAPITULUM di CAPUT) con un desueto e burlesco letterario Capitolèssa, gli omn quali l’aggettivo
eccl Capitolàre, il sostantivo Capitolàre”ordinanza” dal lat medv CAPITULARE dal class CAPITULUM cui il verbo
Capitolàre con Capitolaziòne da CAPITULATIO e da questo l’aggettivo Capitolàre e l’esot franc Capitolàrdo; eppoi
Capitòne (snm di Alari solo al plur) dal lat CAPITO CAPITONIS accr di testa lenito in Cavèdano o Cavèdine e nel fig
Cavedòne voltosi in “alare” o “piccolo argine”, Capitònidi (Famiglia di uccelli), il botanico Capitòzza (con Tòzzo “goffo”)
cui Capitozzàre, Capitozzatùra e il prefissato Scapitozzàre (S intensivo); termine alieno l’omologismo Capìvàra o Capìbara
“sorta di grosso mammifero” di genesi tupi attraverso il ptg CAPIBARA.
Nel percorso, l’ital conta ancora un accr volg Capòccia e Capòccio con Capocciàta e Capocciòne, Capolìno (infiorescenza),
l’accr Capòne con Caponàggine snm di Testardaggine, i militari Caporàle con Caporalmagiòre con i fig o meno Caporalàto,
Caporalèsco, Caporalìsmo, Capotàre dal franc CAPOTER con Capotamènto rinforzato Cappottàre con Cappottamènto, come
Cappòtta da CAPOTE. Eppoi, Cavadàno “sorta di pesce” lenito dal lat volg CAPITINEM già CAPITO CAPITONIS. Càvo
questo lenito da CAPUT nel senso di “capo della fune” (omn di Cavo “concavità”, Civànzo con Civànza da Civìre
“provvedere (da parte del capo)” attraverso il franc CHEVIR capeggiare da CHEF capo cui il glb Chef “capocuoco”. Il franc
ant contava CHIEF capo, cui l’omologismo Cèffo “capo d’animale” fig nella locuzione Brutto ceffo eppoi Ceffòne
“schiaffone” con Ceffàta, Ceffonàre e Acceffàre; termine alieno l’omologismo Chefir “sorta di bevanda alcolica” dal turco
KEFIR inv attraverso il russo ed infine il franc.
Il franc conta CABLE cavo-fune attraverso il lat CAPULUM cappio, cui Cablàggio da CABLAGE, Cablàre da CABLER,
Cabàto, Cablatòre e Cablatrìce, il glb Cablé “sorta di filato”, Cablografìa con Cablografàre, Cablogràfio e Cablografìsta,
Cablogràmma con l’ipocoristico Càblo, il marinaresco Cablòtto.
L’ingl conta WIRE cavo-filo cui il glb Wireless “senza fili” (mediate onde radio o infrarossi) in concorrenza con il telefonico
Cordless.
La gustosa Scamòrza è una sintesi lemmatica – ipocoristico - che vale “capo mozzato” dal percorso Capomozzàre,
Camozzàre, Scamozzàre, cui Scàmozzolo o Scamùzzolo e Scomùzzolo, e Scamorzàre, questi prefissati S intensivo. Con i
pref, si sono ottenuti i vari Accapezzàre con Raccapezzàre, Decapitàre, Incaponìre, Recapitàre, Scaponìre. Accaparràre è il
prefissato (AD allativo) da Capàrra cui Caparràre dalla composizione Capo con Arra-àrra questo dal lat ARRA garanzia un
ellettico di ARRABO già gr ARRHABON di genesi semitica, cui il pref Inarràre con IN illativo “impegnarsi”; in percorso
Caparròne “imbroglione” omn del volg Caparrone. Accapigliàre è il prefissato di base Capìglia dal volg lat CAPILLIA
questo collettivo di CAPILLUM capello cui Capigliatùra o Capillatùra con Scapigliàre, eppoi Capèllo e Capèlli, che vrs è
connesso alla rad di CAPUT, Capellièra “parrucca”, il fig Capellìna, il dim Capellìno, l’accr Capellòne, Capellùto, la
composizione fig Capelvènere dalla locuzione lat CAPELLUM VENERIS (come i) capelli di Venere, Capillàre “sottile come
un capello” cui Capillarità, Capillarizzàre e Capillarizzaziòne, la composizione Capillìfero, Capillìzio,
Ciùffo o Ciùffolo (di capelli), cui Ciùffa o Ciuffètta e il dim Ciuffìno, è l’omologismo dal long ZUPFA, questo svoltosi in
Zùffa “scontro collettivo-rissa” quale versione fig con i denm Acciuffàre da un Ciuffàre “prendere per capelli” estesosi nel
generico “acchiappare” con l’iterativo Riacciuffàre e Azzuffàre “scontrarsi” (pref AD), da questo Azzuffamènto e
Azzuffatòre. Un ciuffo di capelli posticci è comunemente chiamato Tupè o Tuppè, omologismo dal glb franc TOUPET, fig
“spavalderia”; nel volg esiste un Tuppo per Tupè. Questo termine, nel grande serbatoio indoeur, è connesso con l’ingl TOP
sommità, cui il glb Top “indumenbto femminile”, anche quale suffiso o membro di composti che esprime valore di
superlativo, cui i glb Topweight “peso massimo e, in locuzione Top class “classe privilegiata a bordo degli aerei”, Top gun
“pilota col massimo grado di combattente o lo stesso velivolo” (con GUN canna-pistola-arma), Top price “prezzo più alto”,
il bancario Topo rate “tasso più alto”, Top secret “segretissimo”, Top spin “rotazione verso l’alto”, Top ten “classifica dei
primi dieci” con TEN dieci; qualcuno, prima o dopo, se non è stato fatto, potrebbe coniare l’omologismo Topàre con Topàto
dal senso fig “essere al massimo delle prestazioni”. In fisica Top vale “particella tipo quark” snm del glb ingl Truth (pron
truf) “verità”. Ancora, è apparso l’omologismo Toppìno che vale il dim del glb Top “capo di vestiario femminile”.
Dalla locuzione lat CAPUT BREVE sommario principale, l’ital ha adottato Cabrèo mappa catastale, attraverso lo sp
220
CABREO.
CAPUT declinato in ANCEPS ACEPITIS va a formare Ancìpite che composto con AMBI vale bifronte, Bicìpite da BICEPS
BICEPITIS a due capi, Occìpite da OCCIPUT OCCIPITIS che col pref OB vale “controcapo”; col pref PRE, si ha
PRAECEPS PRAECIPITIS a testa in giù-dirupo cui Precìpite con Precipitàre da PRAECIPITARE “cadere con la testa
avanti” e Precipitàto, Precipitatòre, Precipitaziòne, Precipitèvole, Precipitòso e Precipìzio. Eppoi l’anatomico Sincìpite che
col pref corrotto SEMI metà vale “parte superiore del cranio” ovvero il Bregma.
In composizione CAPI l’ital conta Capifòsso o Capofòsso, Capifuòco, Capinèra “sorta di uccello” che vale “dal capo nero”
altrimenti detto Usignolo delle Canarie, Capintèsta, Capiròsso snm di Fischione, Capitecènso, un cittadino censito
unicamente per testa, cioè per la sua sola presenza fisica, essendo un nullatenente.
Una nutrita serie, insomma, in cui CAPO fa da pref 1, quali ancora Capoàrea, Capoàrma, Capobànda, Capobandìto,
Capobàrca, Capobastòne, Capobrànco, Capobrigànte,
Capocàccia, Capocannonière, Capocantière, Capocarcerière,
Capocàrico, Capocàrro, Capocèllula, Capocènso, Capocèntro e Capocentràle, Capochiàtto, Capochiàve, Capocièlo
“baldacchino sospeso”, Capociùrma, Capoclàn, Capoclàque, Capoclàsse, Capoclassìfica, Capocòffa, Capocòmico con
Capocomicàto, Capocommèssa, Capoconvòglio, Capocòrda con Capocordàta, Capocorrènte, Capocòrso, Capocòsca,
Capocròce, Capocrònaca con Capocronìsta, Capocuòco, Capodànno dalla locuzione Capo d’anno, Capodepòsito, la
marinaresca locuzione Capo di banda, l’artistica ceramica Capodimònte (in produzione dal 1743, ma il termine è datato
1955) dal toponimo napoletano, Capodipartimènto, Capodivisiòne, Capodòpera dalla locuzione Capo d’opera, Capofàbbrica
con Capofabbricàto, Capofacchìno, Capofamìglia, Capofficìna o Capoofficìna, Capofìla, Capofìtto, Capoflottìglia,
Capofrèddo snm di Soprassàta, Capogabbière, Capogabinètto, Capogàtto, Capogìro, Capogrùppo, Capoguàrdia, Capolavòro,
Capolèga, Capolèpre, Capolèttera, Capolètto, Capolìnea, Capolìsta, Capoluògo, Capomacchinìsta, Capomaèstro, Capomàfia,
Capomandamènto (termine mafioso), Capomanìpolo, Capomanòvra, Capomàstro, Capomènsa, Capomissiòne, Capomòrto,
Capomovimènto, Capomùsica, la locuzione Capo operaio, Capopàgina, Capopàrte, Capopartìto, il clinico Capopàrto,
Capopattùglia, Capopèsca, Capopèzzo, lo squalo Capopiàtto snm di Notidano grigio, il rivoluzionario Capopòpolo snm di
Guidapopolo, il militaresco Capopòsto, il militaresco Caporàncio, l’equino Caporàzza, Caporedattòre, Caporepàrto,
Caporiòne, Caporivèrso, il militaresco Caporònda, Caporovèscio, Caposàla, Caposàldo, l’architettonico Caposcàla, il termine
aeronautico Caposcàlo, Caposcàrico dalla locuzione Capo scarico “individuo allegro”, Caposcòrta, Caposcuòla,
Caposervìzio, Caposestière omologo veneziano di Capoquartière, il marinaresco Caposèsto (con Sesto “curvatura”),
Caposettòre e Caposeziòne, Capospàlla, Caposquàdra e Caposquadrìglia, Capostànza, Capostaziòne, Capostìpite, Capostòrno
(qui Stornare ha un valore di grave patologia per bovini), Capostràda, Capostruttùra, Capotambùro, il musicale Capotàsto,
l’onorifico Capotàvola, Capotècnico, Capotèsta, Capotoràce, Capotòrto “sorta di uccello” snm di Torcicollo omn del noto
disturbo patologico, Capotrèno, Capotribù, Capotùrno, Capouffìcio o Capuffìcio, Capovillàggio, Capovòga, Capovòlgere o
Capivòlgere (con Volgere) cui Capovolgimènto, Capivoltàre o Capovoltàre (con Voltare) cui Capovòlta, Capovòlto,
Termine pseudoetomologico Caporettiàno relativo alla ritirata di Caporetto, questo toponimo presso Gorizia, cui il fig
Caporètto ad indicare una generica sconfitta.
Capocòllo o Capicòllo col prefissato Scapicollàrsi cui Scapicòllo solo nella locuzione A scapicòllo, Capodòglio o Capidòglio
dalla locuzione fig Capo d’olio.
CAPO è utilizzato anche in qualità di suff, donde Accàpo dalla locuzione A capo, Daccàpo dalla locuzione Da capo.
Il fig Caprìccio è da Caporìccio ovvero Capo riccio, cui Capricciòso e i prefissati Incapricciàre, meglio Incapricciàrsi, o
Incappriccìrsi, Scapricciàre (S sottrattivo); Raccaprìccio, con Raccapricciàre, la variante Raccapriccìre, e Raccapricciànte,
deve essere inteso come “far rizzare i capelli per la paura”.
Il termine Capriòlo, con il lenito Cavriòlo o Cavriuòlo, composto da CAPUT e CAPREOLUS, dim lat di CAPREA capra
selvatica, il termine Capòcchia inc con Pannocchia, cui Capocchiùto e il fig Capòcchio con Capocchierìa.
Capitòmbolo, composto dal lat CAPUT col franc TOMBER cadere, cui il denm Capitombolàre e l’avverbio Capitombolòni
sinm della locuzione avverbiale A capitomboli; da questo, l’ital ha fatto derivare l’omologismo Tombolàre con Tòmbola
(dalla chiusura del gioco “tombola!” che vale “gioco finito, decaduto”), Tombolàta, Tòmbolo (caduta). Non è difficile
credere ad una connessione fig con il tema del lat TUMBA tomba, nel senso di andare giù. L’omn Tòmbolo (cumulo) è il
termine nato dalla sovrapposizione di Tumulo con Tomba, cui il termine fig Tòmbolo nella filatura snm di Rullo . Quale snm
di Tombola, si ricorre a Bìngo, omologismo inv dall’ingl, d’origine onomatopeica ad imitazione sonora del campanello che
va a sostituire l’esclamazione tombola!
Ancora attraverso il franc CADET già guascone CAPDET, dal lat CAPUT, l’ital conta l’esot Cadètto, con Cadetterìa, che
nulla ha di connessione con Accademia, anche se i due termini sono associabili. Cadetto, infatti sta per “capetto”
(secondogenito) che segue il “capo” (primogenito), tradizionalmente vittima del maggiorasco e destinato a frequentare
l’Accademia militare.
In presunta relazione con il termine lat CAPUT-CIPITIS capo-testa, cui CEPA e il dim CEPULLA, l’ital conta Cipòlla cui la
gustosa Cipolla di Tropea, un fig Cèpola “sorta di pesce” e il prefissato Incipollìre; c’è da aggiungere, in piena correttezza,
che il termine Cipolla è di un presunto tema med KEPA cipolla così arcaico, la cui provenienza linguistica è dispersa nella
memoria. Non così per Pòrro, deciso tema med PORRO preindoeur, dal lat PORRUM cui Porràccio, Porrandèllo, Porrìnae e
Porròso. La Cipolla marina è detta Scìlla inv dal lat SCILLA in connessione col gr SKYLLAROS cui Scillàridi “Famiglia di
crostacei”.
\ Dalla buccia di cipolla si ricava un colore rosso per tingere i tessuti. Nella superstizione, la Cipolla protegge dai fulmini \
Sul Capo c’è la Frònte, dal lat FRONS, cui una serie lemmatica quali Frontàle con Frontalità, Frontalìno, Fronteggiàre, eppoi
Frontìno, Frontòne e Frontonàle, il composto Frontespizio o Frontispìzio con il lat SPICIUM del tema di SPECERE
osservare; infine, con i vari pref, Affrontàre, Affrontàbile, Affrontamènto, Affrontàta, Affrontàto, Affrontatòre, Affrontatùra,
e Affrònto, Confrontàre, Confrontàbile, Confrontabilità e Confrònto, Difrònte, Sfrontàre, Sfrontatàggine, Sfrontatèzza e
Sfrontàto.
Frònte è anche fig una struttura avanzata (militare o meteorologica), di confine cui Frontièra questo transitato dal prvz
FRONTIERE cui Frontalière e Frontalièro e Frontièro “ardito” (da Frontiera dove si combatte) sempre attraverso il franc
FRONTIER, eppoi una coalizione politica cui Frontìsmo con Frontìsta.
Una forma espressiva da CAPUT ha condotto a CAPPA berretto in lat tardo, cui Càppa semant “copertura” con il prefissato
Incappàre (IN illativo) anche in senso fig “trovarso in situazione difficile”, il fig Càppa “sorta di mollusco” cui Cappa lunga
o il veneto Capalonga snm di Cannolicchio, eppoi Cappàto, il marinaresco fig Cappèggio con Cappeggiàre, il glb ingl Cap
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“mantello con cappuccio”, il composto Cappamàgna dalla solenne locuzione Cappa magna, il glb franc Kepi (già nel 1882)
“copricapo militare” già svizzero KAPPI dal lat CAPPA, cui gli adattamenti ital Cheppì o Cheppì, eppoi i glb ancora franc
Chaperon (pron scaperò) (adottato dal 1882) per accezione fig “accompagnatori a copertura, a protezione” e Chapeau (pron
sciapò) “cappello” da CHAPE cappa cui i fig omologismi chimici Chaperòne e Chaperonìna (suff ONE e INA).
Il percorso conta Cappèllo con i prefissati Incappellàre (IN illativo) cui i fig marinareschi Incappellàggio o Incappellatùra e
Incappellàta, Scappellàre (S sottrattivo) cui Scappellàta e il fig Scappellòtto (piccola sberla sulla testa nuda) cui
Scappellottàre; un cappellino femminile è chiamato Charlotte in termine glb, in riferimento a Carlotta il personaggio de “I
Dolori del giovane Werther” opera di S. W. Goethe.
Il percorso prosegue con Capperòne “sorta di cappuccio”, Capperùccia, Cappòtto “indumento” ma anche fig “eliminazione
mafiosa del rivale” e “sconfitta al gioco” cui la locuzione fig Fare cappotto corrispondente al franc FAIRE CAPOT e
rintracciabile nel glb ted Kaputt cui Scappottàre (con S sottrattivo vale “evitare il cappotto-sconfitta) ma che pare d’etim
psuedoetim in questo percorso, Cappòtta (transitato dal franc CAPOTE) cui Decappottàre con Decappottàbile ed ancora
Scappottàre o Scapotàre dal franc CAPOTE, Cappùccio cui Cappuccinèsco, Cappuccìno questo anche fig al bar (per il colore
del latte e caffè), i fig botanici Cappùccio e Cappuccìna, e i prefissati Incappucciàre con Incappucciamènto questo anche fig
“sorta di patologia del Trifoglio” e Incappucciàto, Scappucciàre (S sottrattivo) anche fig “inciampare-sbagliare” (cadere e
perdere il cappuccio) cui Scappùccio; in percorso, ancora con i pref, si ha Accappatòio (A allativo) adittato dal 1691, il fig
Scappàre (EX CAPPA fuori della cappa) con Scappamènto, Scappàta e Scappàto, Scappatèlla questo col snm volg Fuitina (la
Fuggitìna degli innamorati), Scappatòia, il composto Scappavìa (sorta d’imbarcazione) con la locuzione A scappavia; fuori
percorso Scappìno “sorta di nodo alla cravatta” da nome del suo ideatore cui la locuzione Nodo alla scappino.
Attraverso l’ingl TO ESCAPE scappare, l’ital conta il glb Escape “tasto per uscire da un programma informatico” con
l’omologismo fig Escapìsmo “scappare dalla realtà”, calco di ESCAPISM e un raro termine da spettacolo Escapologìa cui
Escapòlogo che indica il mago capace di liberarsi da gabbie, manette, catene e così via, insomma come il famoso illusinista
ungherese Harry Houdini pseudonimo di Erich Weiss 1874-1926.
Il termine Capasànta “sorta di mollusco” diffuso nel veneto è la composizione fig di Cappa e Santa, poiché la sua valva era
utilizzata dai pellegrini a mo’ di coppa per bere l’acqua del santuario di S. Giacomo di Compostela; infatti, il mollusco è
anche indicato con Conchiglia dei pellegrini.
Snm di Cappuccio è Cocòlla dal lat CUCULLA già class CUCULLUS cui Cucùllo, donde il toponimo Cocullo fig
“innalzamento del terreno, mucchio”.
In percorso con CUCULLA si conta Còcca “angolo del fazzoletto, punta di freccia” cui Scoccàre, connessi col tema med
KUKKA punta (il cappuccio tradizionale è infatti a punta). Cocca ha i suoi omn nell’onomatopeico Cocca “gallina” e in
Cocca “imbarcazione”.
Snm di Cappotto è Pastràno, con Pastràna e Pastranèlla, dal Duca di Pastrana, in Spagna, che pare l’ideatore così come il
Montgomery, o l’adattamento ital Mongòmeri, dall’omn generale ingl.
Cappa ha un corrispondente nel lat PILLEUS cappuccio, cui Pilèo e il termine botanico Pileorìza questo composto col gr
RHIZA radice snm di Calìptra dal gr KALIPTO nascondo.
Incrociando il lat CAPITIUM cappuccio con TAPETIA tappeti è sorto Tappezzàre con Tappezzerìa e Tappezzière; Tappèto,
infatti, è dal lat TA(P)PETUM il sing di TAPETIA già gr e d’origine iran, cui Tappetàre e il dim Tappetìno; attraverso il
franc si ha il glb Moquette “sorta di tappeto sintetico” cui l’omologismo Moquettìsta (adottato nel XX sec).
Il gr conta STROMA tappeto o coperta da STRONNYNAI stendere cui l’inv Stròma.
Termine fuori percorso dovrebbe essere Tàppa, dal franc ETAPE deposito, ma tornando all’origine del tema TAPETIA
TAPETUM di Tappeto, nulla vieta però di credere in una connessione indoeur con ETAPE di Tappa, visti in configurazione
di “sosta” e con l’ingl TO TAPE pestare (il terreno durante la sosta). Il mas Tàppo, cui il devb Tappàre, d’altro percorso
semant, discende, quale omologismo, dal got TAPPA, vedi la coincidenza, cui il franc TAMPON tappo svolto nell’ital
Tampòne con Tamponàre, Tamponamènto, Tamponatòre e Tamponatùra; il milanese conta un Tampinà con valore di
“infastidire” cui l’ital Tampinàre “incalzare-tallonare” e nulla vieta di credere in un’associazione fig tra questo e Tamponare,
nel senso che tampinare non è ancora tamponare, ma vicinissimo a farlo. Da Tappo e Tappare, l’ital conta Tapparèlla,
Tappàto, Tappatrìce,
Infine, il long avrebbe mutato TAPPA in ZAPFO, cui l’omolgismo ital Zàffo (per accezione, il tappo delle botti) con Zaffàre,
Zaffàta (odore sgradevole nel togliere lo zaffo), i prefissati Inzaffàre e Inzaffardàre, questo inc con Infardare, l’iterativo
Rizzaffàre.
Dall’ingl PLUG tappo, ancora, l’ital conta l’omologismo Plùgo, metaf “esca artificiale” e il linguaggio glb (informatica)
conta PLUG IN che s’inserisce (come un tappo).
Cappa vale anche per “mantello”, cui Cappèlla, luogo sacro dove in origine era custodita la Cappa, ovvero il mantello di S.
Martino, e il Cappellàno n’era il custode, cui, in locuzione, A cappella “musica per sole voci” e Tempo a cappella snm di
Tempo tagliato in terminologia musicale.
E nel significato di “copertura” sarebbero arrivati Capànna, con il lenito veneto Cavana; l’omn Cavana di voce veneziana
vale “canaletto” dal lat CAVUM concavità. Eppoi Caprùggine (dove s’incastrano i fondi delle botti) e Cabìna, questo un
termine rientrato dopo un’escursione nel franc CABINE (ingl CABIN), cui Gabinètto con la c lenita in g dal franc
CABINET, comunque attinti al tema med KABANNA-KAPANNA capanna riversatosi nel medv CABANNA, al quale vrs è
connesso il vitigno triveneto Cabernet.
Dal lat medv CUPPA, già lat class CAPIS coppa connesso con CUPA botte-tino, e da un tema med KAPA coppa, l’ital conta
Chiàppa “natica” (omn di Chiappa “rupe”) dal lat CAPULA coppa cui Chiappùto col pref Inchiappettàre sia semant che
metaf, eppoi Còppa termine che, tra derivati semant e fig, vale “recipiente-trofeo-borchia” ed anche, col dim Coppìno, snm di
Nuca o Collottola, attraverso il lat CUPA cui fig “carne insaccata”; Còppa è ancora dal gr KOPPA (lettera d’origine
dell’alfabeto fenicio corrispondente all’ital Q). Il percorso prosegue con Coppàia, Coppatùra, Coppèlla con Coppellàre e
Coppellaziòne, Coppètta, Coppière, Còppo con Coppàia, il volg Còppola, Cùpola, metaf Cùpo “opprimente, scuro”,
Cupolìno, Cupolòne, il termine archeologico Cuppèlla volg da Coppetta, i composti Cupolìfere o Cupulìfere (botanica),
Cupolifòrme snm di Domiforme; il prefissato Intercapèdine è composto con un CAPEDO recipiente, questo ampliato da
CAPIS coppa come Dulcedo da DULCIS dolce.
Dal gr KOTYLE coppa, cui il lat COTTABUS già gr KOTTABOS l’ital conta Cottàbo, un ant gioco con il lancio del
contenuto di una coppa verso il bersaglio, Còtile attraverso il lat COTULA o COTYLA “contenuto di una coppa per misura”
222
cui Cotilòide o Cotiloidèo: l’omn Còtile quale ellittico di Cotilèdone “foglia embrionale” è dal lat COTYLEDON già gr
KOTYLEDON, cui Dicotilèdone “pianta o embrione vegetale” e Dicotilèdoni (la Classe) col pref DIS due volte (due
cotiledoni), alla quale appartiene la Famiglia delle Icaninàcee questo omologismo dall’arawak attraverso lo sp HICACO, e
delle Losàcee questo di voce sudamericana; eppoi Monocotiledòne (col pref MONO vale un cotitedone) con Monocotiledòni
(la Classe) alla quale appartiene la Famiglia delle Ciperàcee dal gr KYPEIROS in ital Cìpero altrimenti detto Babbagìgi o
volg veneto Bagigi, omologismo dall’ar HABB AZIZ mandorla buona, snm di Noccioline americane.
Alla Classe delle Dicotiledoni appartiene ancora la Famiglia delle Pedaliàcee dal gr PEDALION (vrs connesso con il rad
PED di Peduncolo per la loro peluria, la quale tra l’altro secerne mucillagine) della quale appartiene il Sèsamo dal lat
SESAMUM già gr SESAMON d’origine orientale, cui il composto anatomico Sesamòide dalla locuzione gr SESAMOEIDE
OSTEA osso a forma (di seme) del sesamo col suff OEIDES simile a…
Alla stessa Classe appartiene la Famiglia delle Cuscutàcee, la cui etim è medv attraverso l’ar KUSUT, cui Cùscuta “la
pianta” con il prefissato Decuscutàre e Decuscutaziòne.
La Coppa è anche la parte posteriore del capo, donde il termine Accoppàre, nato dalla pratica di uccidere gli animali per la
macellazione.
Termini pseudoetim, gli omologismi Copàive (botanica) o Copàiba o ancora Copàibe attraverso il ptg COPAIBA, Copàle o
Coppàle (resina) dall’azteco COPALLI attraverso lo sp COPAL, Copàta “mandorlato” attraverso l’ar QUBBAYTA cui il
volg pugliese Copeta, Copèco dal ted KOPEJE già russo KOPEJCA “moneta russa”.
1
Quando la composizione lemmatica va al plur, solo il pref CAPO dovrebbe seguire il numero: Capofìla e Capifìla - Capolìsta e Capilìsta Capobànda e Capibànda... ove s'intenda però “capo di...”
Qualora sia invece legato ad un mestiere, andrebbe tutto al plur, come Capocannonière e Capicannonièri (quando la logica indicherebbe
Capocannonièri al sing, poiché sta per “capo dei cannonieri”) e come Capocarcerière e Capicarcerièri. Capocuòco diventa al plur Capocuòchi
(che la logica vorrebbe sing intendendo “il capo dei cuochi”) o Capicuòchi. Capolìsta diventa Capilìsta al mas e inv al fem, le Capolìsta
(quando per via logica dovrebbe essere le Capelìsta). Capoluògo diventa indifferentemente Capoluòghi e Capiluòghi. Non esiste dunque una
regola determinata e questo provoca inquietudine a chi scrive o vuol parlare correttamente. Purtroppo, una lingua può ritrovarsi con parole
consolidatesi anche al di fuori delle regole, imposte o presunte dalla propria logica, privilegiando l’esot.
\ Pellerossa Ficodindia
Un esempio eclatante di plurale composto è il termine Pelleròssa che al plur assume aspetti diversificati: i Pellerossa (forma
corretta, invariabile), i Pelliròsse (meno corretta), includendo i Pellerosse (scorretto) o altro, secondo le convinzioni di chi
scrive. Il termine, invero, nasce già plur dal franc PEAUX ROUGES le pelli rosse, dunque Pellirosse, e l’equivoco nasce
dalla trasposizione al sing pelle rossa e da qui ancora ad un plur pelle rosse che dimentica quello originale.
Il snm di Indiani per Pellerossa s’è erroneamente attesto poiché, come si sa, C. Colombo credeva, nel fare il giro della Terra,
d’essere sbarcato nelle Indie; oggi identifica i popoli e la cultura precolombianache, discriminandoli in Indiani d’America, o
del desueto Indie Occidentali.
Da questo equivoco è nata la locuzione Fico d’India, pianta delle Cactacee, in realtà importato dall’America Centrale
(Messico), sovente riportato in Ficodìndia col plur Fichidìndia; la sua notorietà mediterranea (avanti il 1547) è dovuta al fatto
ch’era trasprtato sulle navi considerato terapeutico per lo Scorbuto, diffusosi nel meridione d’Italia complice l’occupazione
aragonese-spagnola. Il suo fusto si ramifica in Cladodi, indicati fig con Pàle, termine Cladòdio questo dal gr KLADODES
ramoso da KLADOS ramo; le sue penetranti spine sono invece indicate fig con Glochidi, termine quest’altro Glochìdio dal
gr GLOKHIS punta di freccia. Le bacche del Ficodindia squisitamente carnose sono in loco pugliese classificate fig in
Sulfarìna di colore giallo-arancione (che ricorda il colore dello zolfo), in Sanguìgna di colore rosso-porpora come il sangue, e
in Muscarèdda “piccola mosca” di colore bianco Il Ficodindia è scientificamente indicato con Opunzia ficus-indica dove
Opunzia è un coronimo greco.
\ Decasillabo Endecasillabo
\ Suffisso *MENTE
La più lunga parola ital è Precipitevolissimevolmènte, di undici sillabe, composta dall’aggettivo Precipitèvole questo col suff
di aggettivo verbale EVOLE, col suff di superlativo assoluto ISSIMO dal lat ISSIMUS (Precipitevolìssimo), seguito dal
secondo suff EVOLE (Precipitevolissimèvole), in aggiunta infine il suff avverbiale di massima parte MENTE dal lat MENS
che dal significato originale di mente s’è attestato fig in modo. Il termine è logicamente virtuale, poiché nessuno si
sognerebbe di inserirlo in una frase se non in lingua parlata e in senso canzonatorio.
Il termine è dunque un Endecasìllabo, un termine composto dal gr HENDEKA undici con SYLLABE sillaba, più corrente
per definire un verso di undici sillabe (Ge-nu-flès-so sul grèm-bo del-la tèr-ra da “Nuovo argine” SA ). L’Endecasillabo
è la massima lunghezza di un verso, oltre alla quale si ricadrebbe nei segmenti di narrativa poetica, che non è poesia. Tra gli
endecasillabi, si conta il Falècio, altrimenti detto Falècio o Falèucio o ancora Falèuco, dalla locuzione gr PHALAIKEION
METRON “il metro poetico ideato dal poeta Falecio”.
Nel percorso, l’ital conta Endecacòrdo (col gr KHORDE corda vale “arpa” a undici corde), Endecaèdro (col gr HEDRA
sedia-base svoltosi fig in “faccia geometrica”), Endecàgono (col gr GONIA angolo).
L’endecasillabo ha una sillaba in più rispetto al Decasìllabo questo di dieci sillabe (Par-ve la gior-na-ta del giu-di-zio da “I
crani vuoti” SA), composto col gr DEKA DEKADOS dieci, cui il lat DECAS DECADIS e il percorso ital di derivati e
composti quali Dèca, Decacòrdo (col gr KHORDE corda vale “arpa” a dieci corde)), Dècade con Decadàle e Decàdico,
Decaèdro (col gr HEDRA sedia-base svoltosi fig in “faccia geometrica”), Decàgono (col gr GONIA angolo), Decagràmma o
Decagràmmo, Decàlitro, Decàlogo, Decarchìa, Decàstico (col gr STIKHOS verso vale componimento di dieci versi),
Decàstilo (col gr STYLOS colonna), Dècathlon o Dècatlo con Decathlonèta (col gr ATHLON gara), Declatèta (con Atleta);
eppoi Decèmviro con Decemviràle e Decemviràto (col lat VIR uomo), Decennàle con Decènne e Decènnio (col lat ANNUS
anno) tutti questi attraverso il lat DECEM dieci cui ancora il cardinale Dièci con Decàna, Decània, Decàno e Decanàto cui la
locuzione Decano dell’umanità (il più vecchio in vita al mondo), Decìle, Diecimìla (con il lat MILIA migliaia), Diecìna o
Decìna e Diecìno (dall’tal Dieci), attraverso il lat DECIMUS di DECEM cui Decìle, Dècima dalla locuzione lat DECIMA
PARS con Dècimo, Decimàle, Decimalizzàre, Decimàre con Decimaziòne e Addecimàre.
\ La Decima è un’eredità di ant storia. Tra gli ebrei era per legge la decima parte del raccolto da erogare alla trbù dei Leviti, tra i romani la
decima parte dei prodotti dell’agro pubblico da consegnare allo Stato, tra i cattolici, infine, era la decima parte del reddito dovuta alla
Chiesa.\
Il Decumàno dal lat DECUMANUS era il soldato della decima legione, oppure l’appaltatore della Dècima, questo dal lat
DECUMA “decima parte dei prodotti agricoli” pagati a Roma dai siciliani, ma è più noto come la linea stradale est-ovest
223
negli accampamenti e nelle città, che incrociava il Cardine, cui la Porta decumana, principale rispetto alla Porta pretoria
La locuzione Onda decumana o Flutto decumano identifica oggi la decima onda, che sarebbe la più impetuosa rispetto alle
nove precedenti.
Decùria era una suddivisione amministrativa e militare romana “dieci cittadini” cui Decurionàle, Decurionàto e Decuriòne.
Infine, tramite il pref DECI decima parte, le composizioni quali Decibèl 1, Decìgrado, Decigràmma o Decigràmmo, Decìlitro,
Decìmetro, eppoi Deciprìmo, Decimosecòndo, Decimotèrzo o Terzodècimo… questi con valore di Undici, Dodici, Tredici...
Bèl è l’unità di misura adimensionale per potenze, il cui simbolo è B, ed esprime il logaritmo di base 10 tra il valore da misurare e quello di
riferimento; in acustica è il logaritmo di rapporto tra l’intensità di un suono e quella di riferimento utilizzato in Decibel (dB).
1
\ Fitto Frequente Scalfire Scaltro Caustico
Il lemma Fìtto (sostantivo ed aggettivo, con valore di “fissato, elementi assai ravvicinati-incomprensibile -inesistentefrequente-immerso-termine araldico, ellittico di Affittato”), con Fìtta, Fittàbile, Fittaiòlo o Fittaiuòlo, Fittàre, Fittàvolo,
Fittèzza, Fittòne con Fittonànte, il composto Fittacàmere, è dal lat FICTUM Pp di Fìggere dal lat FIGERE fissareinchiodare, da rad DHIGW, cui i prefissati Affìggere con Affissiòne e Affìsso (in morfololgia, gli Affissi identificano
Prefissi, Suffissi e Infissi), Affittàre con Affittànza ed Affìtto nel senso di “fissato”, Affittìre con Infittìre, Defìggere con
Defissiòne con cambio di pref da Affiggere, con l’omn Defissiòne “artificio di magia” da DEFIXIO di DEFIGERE
configgere, Ranfittìre, Rinfittìre e Sfittìre da Fitto “estrememente ravvicinato”, Infìggere con Infìsso 1, Confìggere con
Confìtto dal valore di “conficcare” cui l’opposto Sconfìggere (S sottrattivo) “sconficcare” omn di Sconfiggere “abbattere”,
Prefìggere con Prefìsso dal Pp lat PRAEFIXUS cui Prefissàle, Prefissòide, Prefissàre (omn-snm di Prefissare da Fissare) e
Prefissaziòne (composizione di un lessema con un prefisso); infine Trafìggere con Trafìtta, Trafittìvo e Trafittùra. Il percorso
continua con Fìbula (omn di Perone in anatomia) cui Infibulàre con Infibulamènto, Infibulaziòne, Infìbulo e la sua mutazione
in Fìbbia dal lat FIBULA (simile alla mutazione di Coppia da COPULA, Rabbia da RABULA) tratto dal nome di strumento
FIVIBULA di FIGERE, cui i prefissati Affibbiàre snm di Appioppare con Affibbiàto, Affibbiatùra e Sfibbiàre con
Sfibbiatùra, Ficcàre questo dall’intensivo FIGICARE con Ficcànte, il glb Fiche “gettone da gioco-chiodo da conficcaretagliando bancario” attraverso il franc FICHER fissare-gettare addosso cui ancora un Fichu “scialletto” (pron fisciù) con
l’omologismo Fisciù, il prefissato Conficcàre con Conficcàto, l’iterativo Rificcàre, l’opposto Sconficcàre con
Sconficcamènto e Sconficcàto (S sottrattivo), i composti fig Ficcanàso e Ficcanasàre; eppoi Fìsso dal lat FIXUS cui la
variante Fìso da un Fisàre e vrs Fìsima “idea fissa”, il denm Fissàre con Fissàggio, Fissatìvo, Fissàto, la locuzione Fissato
bollato, Fissatòre, Fissaziòne, Fissìsmo, Fissìstico Fissità, la locuzione Fisso mobile e il prefissato Prefissàre (omn-snm di
Prefissare da Prefisso), ancora, con i pref, Antefìssa dal lat ANTEFIXA (neutro plur), Sfissàre (S sottrattivo), Soffìtta con
Soffìtto, Soffittàre e Soffittatùra da SUFFICTUM Pp di SUFFIGERE appendere sotto col pref SUB, Suffìsso dal lat
SUFFIXUS ovvero SUB FIXUS, cui Suffissàle con Suffissàre, Suffissaziòne (composizione di un lessema col suffisso) e
Suffissòide col suff OIDE “somiglianza”. Fitto può essere snm di Frequente e di Sovente; Frequènte è dal lat FREQUENS
spesso, fitto Ppres di un FREQUERE, cui Frequentàre, Frequentàbile, Frequentatìvo, Frequentàto, Frequentatòre,
Frequentaziòne, Frequènte, Frequènza con Frequenziàle, il composto Frequenzìmetro o Frequernziòmetro, la locuzione
elettromagnetica Onde a modulazione di frequenza. Sovènte è dalla composizione lat SUB INDE subito dopo; dal lat INDE
l’ital ha ricalcato l’avverbio Indi-ìndi in connessione con l’avverbio e congiunzione UNDE da dove, entrambi in relazione
con la locuzione lat EX EO, quest’ultimo (EO) prima persona singolare presente del verbo IRE andare.
Scalfìre, con un Scalfìggere, è connesso col gr SKARIPHDOMAI dalla rad DHIGW, passato nel lat volg SCARFIRE
variante di SCARIFARE incidere cui Scalfìto o Scalfìtto e Scalfittùra. Esplicitamente dal gr è pervenuto Scarificàre dal lat
SCARIFICARE con Scarificaziòne e il fossile lemmatico Scarifìcio, cui Scalficcàre questo un inc con Ficcare e Scarificare.
Scalfire è l’effetto su una pietra focaia dell’azione di strofinare, pertanto non è inverosimile una connessione con la rad base
SK di SKWENTH scintilla o S-KAND ardere omonima di SKAND salire, forse fig dal fatto che le fiamme e fumo salgono;
viepiù, la rad di Caligine (fumo) è KAL, un tema rad che può aver connessione con Scarlàtto dal lat SCARLATUS, già ar
SAQIRLAT, cui Scarlattìna, Scarlattinifòrme e Scarlattinòso, fig dal colore rossastro che ricorda il fuoco. Nel volg mer,
Scarfare sta per “scaldare” da un ant Scalfàre cui Scalfaròtto o Scalferòtto; non è spontaneo credere in una connessione con il
long FALKAN togliere cui l’omn omologismo Scalfàre (S intensivo) quale termine di sartoria.
Dal lat tardo CANTERIRE è pervenuto Calterìre verbo denm da Cauterio attestatosi in bruciare cui Scaltrìre con Scàltro
(pref S intensivo) “bruciare del tutto” eppoi attestatosi fig in “divenire esperto del tutto”. Da KAO brucio, l’ital conta Cautère
o Cautèrio, con Cauterizzàre e Cauterizzaziòne, dal lat CAUTERIUM già gr KAUTERION cui ancora Càustica, Càustico lat
CAUSTICUS, gr KAUSTIKOS bruciante cui Causticàre, Causticaziòne, Causticità, i composti Caustificàre con
Caustificaiòne, Criocautère o Criocautèrio (col pref CRIO gelo); il lemma Càlta “sorta di pianta palustre” è dal lat CALTHA
già etrusco CAUTHA, il Dio del sole.
Inchiòstro dal prefissato gr ENKAUSTON cui il lat ENCAUSTUM e l’ital Inchiostràre, Inchiostratòre e Inchiostraziòne.
La locuzione Inchiostro dei sette gioielli è una particolare miscela di sette componenti pregiati storicamente adottata in
oriente per elaborare manoscritti di valore.
\ Il Test di Rorschach in psichiatria consiste far “leggere” al paziente delle macchie d’inchiostro su apposite dieci tavolette \
Occorre una sosta sul termine Inchiostro dal lat EN-CAUSTUM, che vale “di un colore come se fosse bruciato dentro” dal gr
KAUSTIKOS, con un raro suff STRO, che ritroviamo in Registro dal lat REGESTA, in Ginèstra dal lat GINESTA questo
con Ginestrèlla, Ginestrìno e Ginestròne; Ginestra possiede un complanare tema med NEPA ginestrone, cui Nèpa e Nepetèlla
o Nepitèlla o Nipitèlla.
Il suff STRO si ritrova ancora in Giòstra dal franc JOSTE devb di JOSTER dal lat volg IUXTARE appressarsi cui Giostràio,
Giostrànte, Giostràre e Giostratòre. Dal prvz ant BEORT giostra derivato da BAGORDAR, l’ital ha ricalcato l’omologismo
Bagòrdo, meglio Bagòrdi, con Bagordàre; in vrs connessione il termine Bagònghi “nano da circo” generalizzato in “individuo
sgraziato”.
1
In linguistica, Infìsso è il morfema che, a differenza del Prefisso e Suffisso o Desinenza, che si saldano rispettivamente all’inizio e alla fine
di un lessema, viene in esso interposto, nella sua radice; ne è ricco il gruppo ugrofinnico le cui lingue sono appunto identificate
“agglutinanti”. Nella lingua lat, dalla rad IUG cui IUGUM e l’ital Giogo, si è ottenuto IUNGERE con l’inserimento dell’infisso nasale n, cui
l’ital Giungere.
\ Mantello Berretto Giaccone
Mantèllo, invece, è dal tema med MANTA cui il lat MANTELLUM estratto dal lat tardo MANTUS, l’ital Mantellàre
(aggettivo) con Mantellàta, Mantellàto, Mantellètto e Mantellìna, Mànto ed il verbo in senso fig Smantellàre. Esiste anche un
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Mànto chre vale “molto”, dal franc MAINT un inc sintetico dalla locuzione lat MAGNUS TANTUS. In Spagna esiste
MANTILLA, donde la nostra Mantìglia. Da Manto (indumento), oltre a Mantello, sono derivati i snm Màntaco e Màntice dal
lat MANTICA, che in origine stanno per “sacco”, quindi una copertura. La voce fem Manta, che sta per “coperta” (come
quella da letto), è ancora ricorrente nel volg mer. Mànta è anche il grande pesce dei Mobùliti (la famiglia, dal lat
MOBULIDAE ma di genesi caribica) di forma romboidale, il cui nome è fig connesso con Manta-Manto.
Alieni in questo percorso Mantèca, cui Mantecàre e Mantecàto, dallo sp MANTECA inv dal tema med MANTEKA burro e
una ricetta veneta è il Baccalà mantecato, eppoi il termine matematico Mantìssa, inv dal lat MANTISSA che vale “aggiunta”
e che vanta un rad antichissimo, dall’etrusco. Baccalà è l’omologismo dall’ol KABELJAU svoltosi in metatesi BAKELJAU e
attraverso lo sp BACALAO.
Il gr conta KHLAMYS sopravveste passato nel lat in CHLAMYS CHLAMYDIS cui l’ital Clàmide “manto-mantello
(simbolo d’autorità)” adottato in botanica con Clamidàto questo con valore “fornito di Perianzio”, opposto a Aclamidàto
questo da Aclàmide prefissato A privativo; eppoi Clamìdia (Generi di batteri) e Clamidiàcee (la Famiglia), Clamidiòsi (suff
patologico OSI) e Clamidospòra.
Dal lat SAGUM mantello, il franc ha coniato SAIE cui l’ital Sàia, con una variante Sàglia, Saiètta, Sàio con Saiòne, mentre
dal tema med TABARRO cui il lat TABAE, l’tal ha ricalcato Tabàrro con un eccezionale suff euro-africano ARRO omn del
suff peggiorativo mer come in Bizzarro, di presunta connessione.
Dal lat BIRRUM rosso per il colore del mantello, dal gr PYRROS, di tema med BIRRO mantello il prvz ha tratto BERRET,
cui l’ital Berrètto o Berrètta col prefissato Sberrettàrsi e Sberrettàto, Birràcchio “ giovane vitello per il colore del manto ” e il
sopravvissuto Bìrro “mozzetta” ovvero “copricapo vescovile”; in percorso fig e non, Birràglia con Sbirràglia, Birrèsco con
Sbirrèsco, Sbìrro e Sbirreggiàre.
Giaccòne, infine, è l’accr di Giàcca, a sua volta coniato con i dim Giacchètta e Giacchètto, omologismo dal franc
JACHETTE, attinto all’ar SHAKK, cui l’ital Giàco “maglia d’acciaio d’uso bellico” dal franc JAQUE. Una diversa ricerca, a
ogni buon conto, vuole che il termine sia stato in realtà ispirato dall’indumento che indossava abitualmente un certo
Giacomo, ovvero JACQUES, lo stereotipo del contadino. Da qui l’appellativo di Giacobìni, cui Giacobinìsmo, dal loro club
sorto nel convento di S. Giacomo, in lat JACOBUS, eppoi Giacobìta quale amico e fautore del rientro dell’esiliato Giacomo
II Stuart eppoi dei suoi discendenti. Giacòmo è ancora nella locuzione Far giacomo giacomo (già dal XVII sec) in riferimeno
alle gambe traballanti, vrs una sovrapposizione onomatopeica ad una espressione fig relativa ad un Giacomo che incedeva in
tale maniera. Giaconètta, invece, che sta per “tessuto leggero di cotone” è l’omologismo dal franc JACONAS questo coniato
dal toponimo ind Jagannah.
Dal franc PALETOT, un calco dell’ingl PALTOK giacca corta, l’ital conta l’omologismo Paletò e Paltò, i quali non hanno
nulla del termine Paltonière, con Paltòne, dal franc PAUTONIER servo-individuo senza pregi, questo vrs connesso fig (e
offensivo) col tema med Palta “fango” o a questo sovrapposto.
Sorta di abito con giacca corta è la Marsìna, termine in onore del conte belga J. De Marsin (1601/1673), il cui corrispondente
è l’ingl FRACK già franc FROC e l’omologismo itera Frac.
\ Falisci Etruschi
La lingua Falìsca, molto vicino al latino, era parlata dagli etruschi Falisci, un popolo italico che occupava la regione
ETRURIA o TUSCIA, cui il toponimo Etruria o Tuscia eppoi Tusci. La Tuscia, in origine l’Etruria meridionale,
corrispondeva all’attuale territorio del viterbese. Il loro fulcro nazionale era Falerii, dove oggi sorge Civita Castellana (Vt).
Nel 241 aC furono sottomessi da Roma e la loro capitale distrutta. Un esempio di lemmi falisci, che sarebbero risuonati nel
lat, riversandosi nell’ital, comprovando l’immenso patrimonio indoeuropeo, è in MAATIR, cui MATER e Madre, in
PUKLUM cui PULCHER grazioso e Pùlcro con Pulcritùdine.
Gli Etruschi, che i colonizzatori greci chiamavano Tirreni, i TYRRHENOI e i TURSCOS cui il popolo Tosco, ovvero i
Toschi o Etruschi, con Toscana e Toscàno, l’onomastico Tosca da TUSCUS toscano, costituivano una straodinaria civiltà di
gente italica maturata con la cultura importata da immigrati orientali, una stirpe proveniente dalla Lidia, in Anatolia.
Questa provenienza turca pare avvalorata da un esame del DNA effettuato tra cittadini toscani (Volterra) e anatolici.
Successivamente avrebbero subito l’incalzante influsso magnogreco, smarrendo così la loro orientalizazione, ma
influenzando la nascente civiltà di Roma.
Il magistrato etrusco era indicato con Lucumòne attraverso il lat LUCUMO LUCUMONIS cui Lucumonìa “la carica” (suff
MONIU ciò che compete”).
Altro raro snm di Etrusco è Rasènio (diffuso nel XIX sec) relativo a Rasenna “civiltà etrusca”.
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PENA PENE PENATI
PENA
Pèna, dal lat POENA, traslitterato dal gr POINT e questo da K(W)OINA prezzo con rad L(W)EI pagare di aree
iran, slava, bal. Certamente sono in connessione con l’ancor più ant indoeur DA(P-NO) cui lat DAMNUM
danno. Oggi, semant, il Danno è un sacrificio arrecato a se stesso o ad altri, astratto o concreto. Pena, rispetto a
Danno, ha seguito un secondo percorso, che lo ha trasformato in multa, punizione, sentenza... cui la locuzione
Pena capitale snm di Condanna a morte, ma anche in sofferenza nell’accezione plur Pène. Derivati: Appèna
(congiunzione o avverbio) questo saldatura della locuzione A pena da A mala pena cui Malapèna, Penàce, Penàle
con Penalizzàre e Penalizzaziòne, Penalità, Penalìsta (avvocato) con Penalìstico, Penànza, Penàre; Penalty è
l’esot in ambito sportivo, che indica un calcio di punizione o di rigore, miracolosamente in disuso. In percorso, il
verbo Punìre con Punibilità, Punitìvo, Punitòre e Puniziòne; col pref IN privativo si ha Impùne, Impunità.
Termini pseudoetim Punicàcee (famiglia botanica cui il Melograno) connesso con Punicèo, questo dal lat
PUNICEUS già gr PHOINIKEIOS rosso scuro, eppoi Pùnico dal lat PUNICUS relativo ai Poeni “cartaginesi”
cui, di scolatica memoria, la locuzione Guerre puniche.
In ar SHAQ vale Pena, d’origine onomatopeica, donde gli omologismi Acciaccàre, Acciaccamènto, Acciaccàta,
Acciaccàto, Acciaccatùra e Acciàcco questo attraverso lo sp ACHAQUE “malattia abituale” cui Acciaccòso.
\ La Funzione della Pena è oggetto di annosi dibattiti nel diritto penale e se ne interessò Beccaria, in quel suo indimenticabile trattato che
sconvolse ogni logica dei tempi relativa alla vendetta di stato, questo un retaggio della vendetta dei padroni. Le teorie moderne hanno
sempre fatto capo a tre concezioni fondamentali: 1. Pena quale retribuzione per l’illecito commesso. 2. Pena quale intimidazione allo scopo
ultimo di prevenire altri reati. 3. Pena quale strumento correzionalistico \
PENE
Pène, dal lat PENIS, originariamente coda-appendice, in riferimento al membro maschile, ampliato da PES, cui
Pènico e Penièno, che riappare nella forma PESOS in sct e gr. Dalla funzione naturale dell’introduzione del
Pene, è derivato in connessione Penetràre dall’avverbio lat PENITUS addentro, cui Penetràbile con
Penetrabilità, Penetràle, Penetramènto, Penetràmetro (strumento per misurare la sensibilità radiografica),
Penetrànte, Penetrànza (geneticamente è la frequenza con cui un gene dominante si manifesta), Penetraziòne,
Penetratìvo, Penetratòre, ma anche, sorprendentemente, Penicillìna questo dal lat scient PENICILLIUM,
denominazione di un genere di funghi derivata dal lat class PENICILLUM, dim di PENICULUS piccola
spazzola o meglio a forma di piccola coda (PENIS) cui Penecillinàsi o Penecillàsi (suff medico ASI), Penicìllio
(Genere di funghi), Penicìllo “pennello” con Penicillàto. In percorso i prefissati Compenetràre cui
Compenetràbile con Compenetrabilità, Compenetràto e Compenetraziòne (CUM associativo), Impenetràbile e
Incompenetràbile (IN negativo).
Da PENIS, il lat volg ha tratto PEDINUS, cui Pènero e Peneràta (estremo filo dell’ordito e l’insieme d’essi per
conformare la frangia), Pennècchio “codino” dal dim lat PENICULUM fatto incrociare con Penna, Pennèllo “lo
strumento per pitturare” (omn di Pennello “bandiera”) dal volg PENELLUS quale dim di PENIS “coda”
sovrapposto a Penna cui Pennellàre, Pennellàta, Pennellatùra, Pennelleggiàre, il fig Pennellèssa e Pennellifìcio.
In connessione, Penèidi (Famiglia di crostacei) relativo a PENEUS, il dio fluviale dell’idronimo Peneo (vrs nel
senso di acqua che scorre e penetra lungo il terreno), e Penèio che sarebbe snm di Alloro in riferimento a Dafne,
figlia di Peneo, tramutata in alloro.
Pene (adottato dal XVIII sec) ha il suo snm in Fàllo questo adottato dal 1630 (omn di Fallo “errore”) è dal lat
tardo PHALLUS dal gr PHALLOS, connesso col tema della rad DHE di Fecondità, cui Fallàcee (famiglia di
funghi), Fallocèfalo (snm di Testa di fallo o Testa di cazzo in locuzioni offensive), Fallocèntrico con
Fallocentrìsmo, Fallocrazìa con Fallòcrate e Fallocràtico, un Itifàllo, con Itifàllico, composto col gr ITHYS dritto
per accezione “simulacro fallico” cui Falloforìa “processione col simulacro del fallo” questo composto col suff
FORIA dal gr PHERO portare, come in Euforìa “che si porta bene”, questo col pref gr EU bene, cui Eufòrico,
Euforizzàre, Euforizzànte e Euforizzaiòne; eppoi Fallòide e Falloidèo (suff OIDE somiglianza), Falloplàstica.
Il Pene dà l’idea immediata dell’introduzione, mentre il Fallo quella della simbologia del potere maschile, quindi
l’ital conta Penetraziòne e Fallocrazìa con Fallòcrate.
La parte terminale del Pene è il Glànde, lat GLANS GLANDIS ghianda di rad GELE globulo, cui, in
complanare, Ghiànda, Ghiandàia “sorta di uccello” detto anche Pica o Gazza, Ghiandàio, Ghiandàtico o
Glandàtico, Ghiandìfero, Ghiàndola o Glàndola e Glàndula con Ghiandolàre o Glandolàre e Glandulàre,
Ghiandolòso o Glandolòso e Glandulòso, Ghiandòne, Glandìfero,. Da una specifica rad NGWEN ghiandola, il
lat ha ottenuto INGUEN, cui Inguine-ìnguine con Inguinàle; il gr conta lo specifico ADEN ghiandola cui
Adenìna, Adenìte, Adenòidi con Adenoidèo, Adenòma (suff patologico OMA) e il pref ADENO per
composizioni quali Adenocèle, Adenoidectomìa, Adenopatìa, Adenotomìa, Adenivìrus con Adenoviròsi. Dal gr
BALANOS ghianda-glande l’ital conta Balànico e Balanìte (suff medico ITE) relativi al Glande, i fig Balàno
“crostaceo” cui Balànidi (la Famiglia), Balanìno “sorta di coleotteri”,’omn Balanìte “sorta di alberello” relativi a
Ghianda; eppoi Mirabolàno o Mirobalàno o Mirobolàno “sorta di susino” e fig “spaccone” cui Mirabolànte, dal
gr MYROBALANOS composto col gr MYROS unguento, attraverso il franc MYROBOLAN già lat
MYROBALANUM,
Termini pseudoetim il minerale Balàscio o Balàsso “sorta di spinello” omologismo dall’ar BALAKHSH relativo
al toponimo BALAKHSHAN, eppoi Balàta “materiale gommoso” omologismo di genesi tupi attraverso lo sp
BALATA.
Il Pene è lo strumento naturale per Fornicare. Il verbo Fornicàre, adottato nel linguaggio cristiano, è il denm da
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Fòrnice, dal lat FORNIX arco, volta; Fornice è snm di “sotterraneo”, dove appunto operavano le meretrici. In
anatomia, Fornice è fig la formazione simile ad arco, vedi il Fornice oculo-palpebrale. Dall’inc di FORNIX con
FORMUS caldo l’ital conta Fòrno da FORNUS, la cui apparizione risale ai tempi dei Faraoni. A Gerusalemme
c’era l’usanza di assegnare interi quartieri ai Forni pubblici. Fu Roma, tuttavia, che fondò e incrementò
l’Industria della panificazione.
Il percorso prosegue con il prefissato Infornàre con Infornàta e Infornatòre, un desueto Soffornàto con valore di
“incavato” (pref SUB-SO sotto), il composto Infornapàne “la specifica pala”; eppoi ancora Fornàce, con una
variante Fornàcchia dal dim lat FORNACULA, Fornaciàio, Fornaciàta, Fornàio o Fornàro con i propri dim
Fornarètto e Fornarìno, Fornàta, il dim Fornèllo con Fornellàta e Frugnòlo o Frugnuòlo da un precedente
Fornuòlo “lanterna da caccia” dal volg FURNIOLUM questo dim di aggettivo da FURNUS cui Frugnolàre e
Frugnolatòre, eppoi il prefissato Infornaciàre con Infornaciàta. A sua volta, FORMUS inc con FORCEPS
tenaglia ha prodotto Fòrcipe. I romani celebravano i Fornacàlia, festeggiamenti in onore di Fornax, la dea del
fornello. Ancora, dal lat PRISTINUM forno quale “panetteria” (annesso quindi al mulino), l’ital conta Prestìno o
Pristìno (già dal 1500) con Prestinàio o Pristinàio dal lat PISTINARIUS volg PRISTINARIUS, attraverso il volg
milanese Prestin, veneto Prestiner “panettiere”.
Il verbo Fornìre, con Fornìbile, il prefissato Rifornìre con Rifornìto e Rifornimènto, è dal franc ant FORNIR e
nulla osta credere ad una connessione rad con il lat FORNUS nel senso di riempire il forno-avere il forno pieno,
successivamente attestatosi nel generico significato corrente.
Il franc del XV sec ha ancora LIVRER fornire, cui LIVREE e l’ital Livrèa che sta per veste fornita (al
domestico).
La rad di FORNIX-Fornice è DHER solido, la stessa che, successivamente ampliata in DHER-MO, avrebbe
portato a Fèrmo da FIRMUM stabile col denm FIRMARE di derivazione fig dal lat FERRUMEN saldatura a
fuoco, cui Firmàre col devb Fìrma eppoi Fermàre con Fermàta, Fermàto, Fermatùra, Fermèzza, Fermàglio
atraverso il prvz FERMALH già dim lat FIRMACULUM, i prefissati Affermàre, Affermatìvo e Affermaziòne,
Confèrma e Confermàre, Confèrva (alga) e Infermàre, Infermerìa, Infermità, Infermière, Infèrmo, Infirmàre,
questi dal lat INFIRMARE indebolire, composto dal suff di negazione IN e FIRMUS fermo fig sano, l’iterativo
Rifermàre, Soffermàre, i composti Fermacalzòni, Fermacampiòne o Fercampiòne (snm di Fermaglio),
Fermacapèlli, Fermacàrro, Fermacàrte, Fermacravàtta o Fermacravàtte, Fermanèllo, Fermapàlle, Fermapièdi,
Fermapòrta o Fermapòrte, Fermascàmbio o Fermascàmbi snm di Fermadeviatòio, Fermatovàglie, Fermopòsta.
In ingl TO STOP vale fermare, cui i glb Stòp, Stopover “fare tappa”, Stopper (snm marinaresco di Arrestatoio),
e Nonstop dalla locuzione ingl NO-STOP “senza sosta”, gli omologismi Stoppàre (omn di Stoppàre da Stoppa),
Stoppàta, Stoppatòre.
La stessa radice DHER solido, ampliata diversamente, avrebbe condotto ancora al lat FORTIS già FORCTIS, cui
Fòrte sia aggettivo sia sostantivo tratto dalla locuzione Luogo forte (fortificato), Fortemènte, Fortèto, Fortèzza,
Fortìccio, Fortièra, Fortificàre con Forticàbile, Forticamènto, Fortificànte, Fortificatìvo, Fortificatòrio e
Fortificaziòne, Fortìgno (relativo al sapore o all’odore), Fortilìzio attraverso il prvz FORTALEZA eppoi franc
ant FORTALECE, Fortìno, il superlativo assoluto Fortìssimo, Fortitùdine, Fortòre (questo anche idronimo di un
fiume meridionale); termine alieno adottato in informatica, l’omologismo Fòrtran (dal 1967) questo ellittico
dalla locuzione ingl FORMULA TRANSLATION “traduttore di formule”
L’ingl conta STRONG forte di origine indoeur connesso vrs con Stròngilo “parassita intestinale” per la proprietà
di una “forte persistenza” cui Strongìlidi (la Famiglia), già dal gr STRONGYLOS rotondo.
Il percorso dalla rad DHER continua con Fòrza dal lat FORTIA plur di FORTIS, cui Forzàglia, Forzàre, Forzàto,
Forzière, Forzùto e, con i pref, Afforzàre (AD allativo), Confortàre con Confortàbile, Confortànte, Conforterìa,
Confortèvole, Confortatòre, Confortatòrio, Confortìno fig “spuntino”, Confòrto e i glb ingl Confort o Comfort
(pref associativo CUM), Infortìre (IN illativo) con Infortimènto, Inforzàre, il doppio prefissato Sconfortàre con
Sconfortànte, Sconfortàto e Sconfòrto (pref S sottrattivo), Rafforzàre con Rafforzamènto, Rafforzatìvo e
Rafforzàto (pref RAD), Rinforzàre con Rinforzamènto, Rinforzàndo (termine musicale), Rinforzàto e Rinfòrzo
(pref RIN illativo-intensivo), Sforzàre cui Sfòrzo (pref S intensivo).
Eppoi, attraverso il franc, la locuzione glb Force de frappe “forza d’urto”, attraverso l’ingl il glb sportivo
Forcing da TO FORCE forzare. La composizione Pianofòrte, già Fòrte-piàno nell’800, è l’ipocoristico di
“Clavicembalo con il piano e il forte”.
Dal prvz BALOART, attinto all’ol BOLWERC fortificazione, l’ital ha tratto l’omologismo Baluàrdo già
Baloàrdo snm di Vallo e il glb Boulevard attraverso il franc.
Termine assimilato a Forzuto è Ercùleo, omologato dall’eroe gr HERAKLES, noto per la sua forza fisica,
tradotto nel lat HERCULEUS e in ital Ercole-èrcole, che ricorre oggi nell’onomastica con Ercole; anche un suo
figlio Olinto ha avuto l’onore d’essere acolto nell’onomastica, grazie a Tasso che lo ha italianizzato Olindo.
Il gr conta DYNAMIS forza, donde Dinamìte questo coniato dal suo inventore A. B. Nobel (1833-1896), il cui
suff ITE di terminologia minerale è stato esteso ad altri esplosivi quali Cheddìte (dal toponimo Chedde in
Savoia, luogo dove fu fabbricata) da non equivocare con il glb ingl Cheddar “sorta di formaggio” relativo al
toponimo della zone di origine; eppoi Cordìte (da Corda poiché fabbricata in fili). In percorso da DYNAMIS si
ha Dìna o Dìne “forza” attaraverso il franc DYNE, Dinàmica, Dinamicità, Dinàmico con Dinamicamènte,
Dinamìsmo, Dinamizzàre, con Dinamizzàto e Dinamizzaziòne, i relativi a Dinamite quali Dinamitàrdo,
Dinamìtico,il composto Dinamitifìcio, eppoi Dìnamo tratto dalla locuzione ted DYNAMO ELEKTRISCHE
MASCHINE apparecchio dinamoelettrico e il pref DINAMO adattato in composizioni quali Dinàmetro,
227
Dinamoelèttrico, Dinamògrafo con Dinamoergogràfo (col gr ERGON lavoro), il geologico
Dinamometamorfìsmo, Dinamòmetro con Dinamomètrico, Dinamoscopìa.
In vrs connessione il gr conta ADYNATON cosa impossibile, inv in ital Adynaton, dove il pref A privativo
s’oppone al significato di forza e che, quale figura retorica, sta per “assenza di forza realistica” ovvero mettere in
relazione l’impossibilità che si verifichi un evento con l’accadimento di un secondo che non potrà mai avvenire “
...quando avrò \…\ asciutti gli occhi, vedrem \...\ arder la neve” (F. Petrarca).
\ Tiroide
Tra le ghiandole umane endocrine c’è la Tiròide, questo dalla composizione gr THYROEIDES che sta per EIDES a forma di
THYREO scudo oblungo In percorso medico, l’ital conta Tiroidectomìa (col gr EKTOME resezione), l’aggettivo Tiroidèo,
Tiroidìsmo con valore di “ipertiroidismo”, Tiroidìte (suff medico ITE per infiammazione), Tirosìna (suff medici OSI e INA),
l’ormone principale Tiroxina attraverso l’ingl TIROXYNE (THYROID tiroide con OXINE ossina) italianizzato Tirossìna,
l’ormone ipofisario Tirotropìna o Tireotropìna (col gr TROPO volgere) o ancora la locuzione Ormone tireostimolante cui
l’acronimo TSH dall’ingl THYROID STIMULATING HORMONE che controlla la Tiroide; eppoi, in relazione al
funzionamento, Distiroidìsmo (pref DIS male), Eutiroidìsmo (pref EU “bene”), Ipertiroidìsmo (pref IPER “oltre” la norma)
cui Ipertiroidèo, Ipotiroidìsmo (pref IPO “al di sotto” della norma) con Ipotiroidèo, Tireoprìvo o Tiroprìvo “privo di tiroide”;
eppoi il composto Iotiroidèo con Ioide (l’osso) cui la locuzione Muscolo iotiroideo.
\ Alce Alcione Alcol
Il gr conta ALKE forza cui ALKEA col quale è vrs connesso il termine ital Alcèa “erba” e forse in correlazione fig con il lat
ALCES già ted ant ALHA e moderno ELCH donde l’ital Alce-àlce, i composti Alcèlafo “antilope africana” col gr
ELAPHOS cervo, questo snm di Bùbalo.
Dal lat ALCYON già gr ALKYON, l’ital conta Alciòne o il poetico Alcèdine con Alcedìnidi (la Famiglia) alla quale
appartiene il Kookaburra questo un termine di genesi australiana, Alcionàri (la Sottoclasse), Alciònio questo anche fig
relativo ai i giorni del solstizio invernale, quando una certa tradizione vuole che sia il periodo delle bonacce e quindi della
nidificazione degli alcioni, pertanto il termine vale anche “quieto, non perturbato”. Snm di Alciòne è Cèrilo “mitico volatile
marino” dal gr KERYLOS col quale è vrs connesso il lat QUERULUS cui l’ital Querulo.
Alcol-àlcol o Alcool-àlcool con Alcole-àlcole o Alcoole-àlcoole è l’omologismo dall’ar AL KUHUL ombretto attestatosi
quale Polvere finissima dal 1361 eppoi “essenza” attraverso la locuzione ALCOHOL VINI essenza del vino voluta da
Paracelso (1493/1541, cui, in complanare, Alcolàto e Alcoolàto, Alcolicità e Alcoolicità, Alcòlico e Alcoòlico, Alcolìsmo e
Alcoolìsmo, Alcolìsta e Alcoolìsta, Alcolizzàre e Alcoolizzàre cui Alcolizzàto e Alcoolizzàto e Alcolizzaziòne, e una teoria
di composizioni quali Alcoldipendènte con Alcoldipendènza, Alcolemìa e Alcoolemìa (suff EMIA sangue) cui Alcolèmico,
Alcolimetrìa o Alcoolimetrìa o ancora Alcolometrìa con Alcolìmetro, Alcolòmetro e Alcoolìmetro, cui il relativo
Alcolomètrico, Alcologìa cui Alcològico e un Alcologìsta, Alcotèst o Alcooltèst; ancora Alcàno (suff chimico ANO), snm di
Paraffina, in percorso con Alchène, Alchìne con Alchilàre, Alchilànte, Alchilaziòne, Alchìlico, Alchìno. Alcalòide 1 con suff
OIDE “somiglianza”, da Alcali-àlcali, è l’omologismo dall’ar AL QALI potassa, cui Alcalescènte e Alcalescènza,
Alcalimetrìa, Alcalìno con Alcalinità e Alcalinizzàre, Alcalòsi, Alcaptòne questo composto con Alcali e un suff dal lat
CAPTARE prendere, Alcaptonurìa (suff URIA per “urina”); termini alieni Alcantàra questo un tipo di tessuto dal nome del
toponimo sp Alcantara, il glb Alcazàr dall’ar AL QASR fortezza questo una traduzione del lat CASTRUM.
Tra gli Alcaloidi, si conta la Stricnìna (col suff chimico INA), altamente velenoso, dal gr STRYKHNOS, una sorta di piante dalle quali si
ricava, e questo vrs in connessione con l’onomatopeico STR C. di Strisciare.
1
PENATI
Penàti, dal lat PENATES, le Divinità della casa, derivato da PENUS parte interna della casa che nel lat arcaico
intende anche provviste domestiche. Idealmente, allora, segue il percorso semantico penetrare in casa e
custodire, cui gli dei della casa, della famiglia, ascendenza e discendenza incluse. La derivazione da Pene è
semant corretta: è l’organo per eccellenza che procrea ascendenza e discendenza; un culto di esaltazione
maschile, patrilineare, che considera il grembo femminile un semplice contenitore.
\ Lemmi e locuzioni maschilistici
L’etimologia evidenzia temi maschilistici profondamente radicati nei linguaggi e in rare occasioni si decide di intervenire a
beneficio di un’onomasiologia paritaria. Le conquiste sociali femminili non hanno cancellato l’onta impressa dalle lingue. La
nostra non n’è esente e non poteva essere altrimenti, nata da un popolo che, in nome del maschio, aveva dato l’avvio al potere
e alla conquista del mondo allora conosciuto; le stesse leggi e il diritto erano essenzialmente in linea fallocratica [Diritto
romano], per cui al Pater familias “capo-famiglia” deteneva il potere di vita o di morte sulla moglie e sui figli.
Sono lemmi ufficiali e volgari, ma che raccontano tutta la nostra storia di maschilisti: Penetrazione (nel senso d’appropriarsi
della femmina tramite il pene) e Impenetrabile (femmina non idonea al pene), Paternale (mai Maternale), Paternità (quale
detenzione di proprietà), Patria (terra dei padri), Patria podestà (mai la matria...), Castrazione (quale perdita del pene, metaf
del potere), Adultera, Procreazione omologa (figlio legittimo di coppia ma nato da utero diverso e assimilato (omologato) a
quello proprio della compagna, profeta Abramo docet...); la scienza non omologistica però definisce, al contrario,
Fecondazione omologa con seme della stessa coppia (del compagno) e Fecondazione eterologa con seme diverso (ignoto).
Il percorso prosegue con Ripudiare, Infemminire, Succube (il nome della figura demoniaca femminile seduttrice
nottetempo)... poi Virtuòso e Virtuosità, proprietà esclusivamente maschili, grazie alla costruzione lemmatica con VIR uomo.
È fin troppo chiaro che questi lemmi stanno ad indicare una società in cui la proprietà è esclusivamente del maschio; la
nazione, quella ufficiale, è costituita dai maschi ed è impensabile una procreazione omologa con pene diverso; i sentimenti
positivi sono sempre virili e le malefatte del maschio sono sempre causate da una seduzione femminile.
Il Patrimònio, dal lat PATER padre con suff MONIUM ciò che compete, italianizzato MONIO, è la proprietà che dev’essere
esclusivamente maschile, il Matrimònio, invece, dal lat MATER madre è la condizione esclusivamente femminile, in cui una
donna va a legalizzare il suo compito di madre. Infatti, in regime patrilineare, ove la femmina non riesca a procreare, il
matrimonio è da annullare e al maschio è concesso di ripudiarla.
Il suff lat MONIUM ciò che compete s’è svolto dal lat MUNUS di MUNERE proteggere, pertanto, in origine, Matrimonio
sta per MATREM MUNERE “proteggere lo stato di madre”, così come Patrimonio sta per “a protezione della proprietà (di
famiglia) nella figura del padre”.
Attraverso il ted, si conta Mùndio che è il potere (di competenza) del genitore, omologo del lat PATRIA POTESTAS patria
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podestà; la donna protetta dal Mundio era indicata con FREA cui l’attuale FRAU e FRAULEIN signora e signorina.
Col suffisso MONIO ciò che compete la lingua ital conta Pinzimònio (snm di Cacimperio), questo l’inc tra Pinzare e
Matrimonio, in Cerimònia o Ceremònia o ancora il volg Cirimonia, con Cerimoniàle, Cerimonialìsmo, Cerimonière,
Cerimoniòso con Cerimoniosotà, dal lat CAERIMONIA (rito) di competenza della città etrusca di CAERE e in Querimònia
dal lat inv composto sul calco di Cerimonia e vale pratica di culto caratterizzata da lamenti, dal lat QUERI lamentarsi,
chiedere; termine alieno Ceremìsso relativo ai Ceremissi cui la locuzione Lingua ceremissa della famiglia ugro-finnica.
Con il Matrimonio morganatico, questo dal ted MORGEN mattino e GABE dono, MORGENGABE, una non nobile accede
ufficialmente nel talamo nobiliare; la locuzione, vista in una società fallocratica, sta in pratica ad intendere il grande dono
elargito ad una simile donna da parte dell’uomo di averla in isposa. Oggi, la semant ha trasformato il termine Matrimonio in
un legame paritario di coppia, smarrendo l’ant significato di sudditanza maschilista. Il nome Morgana della mitologica maga
celt, in epoca del re Artù, è vrs connesso con MORGEN; personaggio e le sue magie che hanno ispirato il termine
Fatamorgàna relativa al fenomeno ottico di rifrazione.
Direttamente dal lat, nel diritto (IUS) feudale era contemplato lo Ius primae noctis, la facoltà del signore e padrone di giacere
la prima notte, sostituendosi al legittimo coniuge, con la donna delle sue terre andata in nozze; l’opzione dipendeva
logicamente dalle fattezze della femmina. Ciò avrebbe indotto capifamiglia di nuclei retti da un rigido patriarcato, disseminati
tra le campagne, ad assumere l’uguale diritto nei riguardi delle nuore, raggiungendo l’acme attraverso l’incesto con le figlie,
con la madre; un costume purtroppo perpretato (verbo questo che qui calza perfettamente, data la sua origine da PATER
padre) in età più moderna nelle buie contrade montane ed agricole.
Altro diritto è lo Ius corrigendi, per il quale il marito era libero di percuotere la moglie ai fini di una sua correzione ove lei si
sviasse dalle regole imposte dalle convenzioni e dal potere; un ant costume maschilistico fatto decadere dalla legge ma
purtroppo sopravvissuto nei geni per cui tante volte riemerge anche tragicamente dall’uomo in famiglia, sia contro la moglie,
sia contro le figlie, riversandosi nei figli maschi contro le sorelle.
Un diritto che ha origine in una trapassato remoto, diffuso vrs in ogni società e che quindi non appartiene in esclusiva al
mondo occidentale, tant’è che esiste un aforisma cinese che recita (parafrasi): Quando torni a casa, percuoti tua moglie; tu
puoi anche non saperlo, ma lei sa bene il perché.
\ Adultero Adulto
Adùltero cui Adultèrio questo con la variante in accentazione piana Adultèro, e Adulterìno, dal lat ADULTER, lemma devb
da Adulteràre cui Adulteràbile, Adulteramènto, Adulterànte, Adulteràto e Adulteraziòne composto dal suff AD con Alteràre
rendere diverso cui Alteràto, Alteraziòne e Alterità, dal lat ALTER secondo tra due, col normale passaggio della vocale
interna a in u, come nel termine Adulto che segue. L’Adulterio in termini di giurisprudenza può essere considerato in
Adulterio affettivo, Adulterio apparente, Adulterio effettivo e Adulterio presunto.
Adùlto, invece, è dal lat ADULTUS cresciuto, Pp di ADOLSCERE, incoativo del lat ALERE dare alimento cui un desueto
Alere-àlere, donde Alùnno, Adolescènte in via di crescita con Adolescènza, Adolescenziàle; particolare stereotipo di
adolescente è Lolìta “sessualmente precoce” dall’omonima protagonista del noto romanzo Lolita di V. V. Nabokov (1955),
cui Lolitìsmo.
Il termine Adulto è pertanto composto dal suff AD e dal lat ALTUS allevato-cresciuto, questo svoltosi in celt con ALTA
forte, cui Altòre “colui che dà nutrimento” e in ted ALT vecchio (vrs da “forte di esperienze”). Da ALERE deriva il lemma
Alimènto dal lat ALIMENTUM nutrimento, cui Alimentàre aggettivo e verbo e da questo il prefissato Disalimentàre (DIS
dispersivo), Alimentàrio, Alimentarìsta, Alimentatòre e Alimentaziòne questi anche in senso fig nella terminologia tecnica.
Dal termine ALTUS, come cresciuto e su base di misura, deriva il percorso di Alto-àlto cui Altèzza, Altàna, Altàno, Alticaàltica “sorta di coleotteri” dal gr HALTIKOS con valore di “idoneo al salto” sovrapposto a Salto, Altìsta (atleta), Altitùdine,
Altùra con la locuzione Pesca d’altura eppoi Alturière o Alturièro, in senso fig Alterèzza o Alterìgia e Altèro, Altìccio, i
desueti Altierèzza e Altièro, Altezzòso (suff OSO peggiorativo) con Altezzosità; il lemma Altalèna, con Altalenamènto,
Altalenànte ed Altalenàre, è la composizione del lat TOLLENO gru con l’aggiunta di Alto e Lèna “sforzo-vigoria”, questo
con un desueto Lenànza, da ANHELARE respirare, cui Anelàre, Anèlito, svoltosi con metatesi in Alèna-Alenàre,
“Allenamènto con Allenàre ed Allenatòre; una certa confusione sorge con il termine Lene o Leno “debole, lieve” quale
contrario di Lena “vigoria”, poiché Lene dal lat LENIS appartiene al rad di Lasso dal lat LASSUS stanco” (ved Inciso…).
da TOLLENO, connesso con il verbo TOLLERE levare, l’ital conta Tollenòne “ant macchina bellica, argano”. Il percorso
delle composizioni continua con il prefisso adattato ALTO cui Altàzimut, Altimetrìa con Altìmetro e Altimètrico,
Altocùmulo, Altofòrno, Altolocàto, Altolocàto, Altòmetro, Altoparlànte, Altopiàno, Altorilièvo, Altisonànte, Altostràto e
Contràlto, con Mezzocontràlto, con Contra “rimpetto”, eppoi i prefissati Esaltàre con Esaltamènto, Esaltàto, Esaltatòre,
Esaltatòrio ed Esaltaziòne dal lat EXALTARE denm da ALTUS, un glb ingl Enhancer “termine biologico” da TO
ENHANCE esaltare; col pref DE è sorto DEALERE svoltosi in DELERE distruggere, cancellare, ovvero fermare la
crescita, cui Delèbile, Deleziòne. Con il pensiero fisso sulla nemica Cartagine, i romani esclamavano DELENDA EST! È da
distruggere (cancellare) e così è stato. Nel linguaggio glb è entrato l’ingl TO DELETE cancellare, riportato abbreviato nei
computer col tasto DEL.
D’altro percorso sembrerebbe il lemma Deletèrio, dal lat di scuola medica salernitana DELETERIUM che è nocivo, tratto dal
gr DELETERIOS, ma è vrs una connessione, tale che pare vada a richiamarsi ad una rad comune, DEL di Dolere, Dolore.
Dal lat volg ALTIARE da ALTRUS, l’ital conta ancora Alzàre, Alzo-àlzo con i prefissati Innalzàre o Inalzàre cui
Innalzamènto o Inalzamènto, I(nnalzatròre o Inalzatòre, l’iterativo Rialzàre, Rialzamènto e Riàlzo con Rialzìsta (termine
borsistico), il toponimo veneziano Ponte di Rialto. Lo sp conta GUINDAR alzare cui GUINDA cavo in termini marinareschi
e l’omologismo Ghìnda con Ghindàre; Ghinda è snm di Fiònco (entrambi dal XIX sec) omologismo dal catalano FLONCH.
Si dovrebbe contare in questo percorso il verbo Innanzàre che ha assunto in ial il valore di aumentàre-innalzare; in realtà è un
esot dal prvz ENANSAR da ENANS innazi.
Alzàre ha il suo snm in Issàre, cui Issa-ìssa suvvia! dal franc HISSER rintracciabile nell’ol HIJSEN; dal franc si ha ancora
l’omologismo Agghindàre fig da GUINDER issare, con Agghindamènto, Agghindatèzza. Il franc, viepiù, conta PIMPER
agghindare dalla cui rad ha coniato PIMPANT seducente, elegante cui l’omologismo Pimpànte svoltosi fig in
“sgargiante-euforico”.
Dal gr IPSOS altezza-sommità è derivato il pref ital IPSO in composizioni quali Ipsodònte col gr ODONTOS dente, Ipsofìllo
(col gr PHYLLON foglia) questo snm di Bràttea o di Gluma, il botanico e lo zoologico Ipsòfilo, Ipsogràfico, Ipsometrìa con
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Ipsomètrico e Ipsòmetro. Il termine Ipsofòno, alieno nel percorso, è la composizione col il lat IPSE che vale da sé
L’ar conta un volg GEBEL già class GABEL altopiano-monte cui l’omologismo Gèbel che ridonda nella toponomastica ar.
Il babilonese contava ZAQARU essere alto connesso con l’assiro ZIK(K)URR ATU donde la storica costruzione Ziqqurat o
meglio Ziggurat, termini glb; la rad è ZKR elevare. La biblica Torre di Babele era uno Ziggurat.
\ Altare Alzaia
Il lemma Altàre non ha nulla del pecorso di Alto, è invece dal lat ALTARIA derivato dal Pp di AD-OLEO faccio ardere vrs
connesso con OLEO olio, data la sua proprietà di bruciare, pertanto il verbo ADOLEO si tradurrebbe in utilizzo-aggiungo
olio (per ardere); il gr conta AITHO io ardo cui AEDES il tempio con l’altare (Ved Edile…); fuori percorso, infine, Altèa,
dal lat ALTHAEA già gr ALTHAIA snm di Alcea con remota probabilità di connessione se non una sovrapposizione.
Alzàia, che sembrerebbe derivato da Alzare, in realtà è dal lat HELCIARIA chi tira la fune; fuori percorso è anche Alzàvola
(o Alzàgola, Arzàgola, Arzàvola) della Famiglia degli Anatidi, con un snm in Germano, nome d’uccello, il cui suff starebbe
per Apula con alcune lenizioni, ovvero l’uccello ANAS anatra della Puglia; entrambi questi termini, comunque, sarebbero
stati inc con Alzare.
\ Pubertà Pubblicità
Adolescenza vale Pubertà, questo dal lat PUBES pelo della crescita da un ant PUMES donde il sct PUMAMSAM uomo
virile, cui il percorso Pùbe, Pùbere con Puberàle, Pubescènte con Pubescènza dal Ppres lat incoativo PUBESCERE diventare
pubere, Pùbico, il prefissato aggettivo o sostantivo Impùbere o Impùbe, i composti Pubalgìa, Pubàrca (col gr ARKHE inizio).
\ La pubertà maschile incomincia dagli angoli sopra il labbro superiore. \
Nel risvolto fig, PUBES sta per gioventù pronta alle armi, cui PUBLICUS, questo assimilato a “popolazione matura” dall’inc
tra un arcaico POPLICUS popolo e PUBES, e il percorso con Pùbblico, già Pùblico con un volg Piùvico, Pubblicamènto,
Pubblicàno “appaltatore dell’erario” da PUBLICUM tesoro statale (di tutti), Pubblicàre, Pubblicatòre, Pubblicaziòne,
Pubblicità attraverso il franc PUBLIC pubblico cui Pubblicìsmo, Pubblicìsta, Pubblicìstica, Pubblicitàrio, Pubblicizzàre,
Pubblicizzaziòne.
\ Dondolo
Altalena vale Dòndolo cui Dondolàre, Dondolamènto, Dondolìno “sorta di arbusto” snm di Emero, Dondolìo, il sostantivo
Dondolòne e l’avverbio Dondolone meglio Dondolòni sul modello di Carponi, l’origine è dalla serie onomatopeica DN DN
cui Dìndo e Dindòn. La serie con base D s’estende in D L “voce infantile” cui Dàddolo, in DR N “trillo” cui Drìn.
CUBO CONCUBINA CONCUPIRE
CUBO
Dal lat CUBUS riscritto dal gr KYBOS dado, cui Cùbo in percorso con Cubàre ”termine matematico”, Cubàbile,
Cubatùra, Cubettìsta, il dim Cubètto con Cubettatrìce e Cubettìsta, vrs Cubìa “termine marinaresco che vale
“foro nella murata”, Cùbica e Cùbico con Cubicità, il composto Cubifòrme, vrs Cubilòtto attraverso il franc
CUBILOT attestatosi in forno cilindrico, Cubitàle, Cubòide, Cubìsmo “arte” con Cubìsta e Cubìstico, l’omn
Cubìsta “ballerino da discoteca”. Cubare, immutato dal lat CUBARE è anche giacere, cui Cubìcolo o Cubìculo
con Cubicolàrio o Cubiculàrio, i leniti Còva, Covaccìno, Covàccio, Covàre, Còvo, Covìle già Cubìle, e, col pref,
Accovacciàre meglio Accovacciàrsi. CUBARE ha ancora condotto a Cubìa (questo ipocoristico del lat EX
CUBARIA che giace fuori), Cubìcolo, questo da CUBICULUM nome di strumento, Cubiculàrio.
Fuori percorso, il termine Cùba omologismo dall’ar QUBBA volta e vale “costruzione a cupola”, Cubèbe
omologismo dall’ar KABABA “rampicante delle Piperacee”,
Gòmito sarebbe sorto dall’inc lat CUBITUS GUMBUS piegato, ossia che giace piegato, riavvolto; l’osso
dell’avambraccio, snm di Ulna, infatti, si chiama Cùbito 1 cui l’aggettivo Cubitàle snm di Ulnare, Cubitièra o
Cubitière (parte dell'armatura per proteggere il gomito) e, in questo percorso, l’ital conta ancora Gòmena o
Gòmona, Gòmbito (gobbo), Gomìtolo con Gomitolatrìce, Aggomitolàre e Aggomitolatùra, Raggomitolàre con
Raggomitolamènto e Raggomitolàto, Sgomitolàre; dallo specifico gr KALOS gomena, l’ital conta Calòrna o
Caliòrna “paranco” attraverso il fran c CALIORNE già prvz CALIOURNO. La connessione di KYBOS dado
con KYBITON cubito (gomito, piegato), dovuta ad un tema merd KUB gomito, va ricercata nella notte dei
tempi; per associazione, immaginiamo una figura in cui la materia è piegata tale da formare un cubo. Decùbito
stato di giacenza (distensione delle membra) è il derivativo del lat DE-CUMBERE coricare, cui la triste
locuzione Piaghe da decubito. Eppoi Procòmbere da PRO CUMBERE con Procombènte “cadere bocconi” o fig
“morire in combattimento”, privo dei tempi verbali composti per la mancanza del Pp. In ogni caso, Cubàre e
Decùmbere o meglio Decòmbere con Decombènte (anche questo privo di Pp) appaiono snm, nel significato
comune di pendere verso il basso cui la locuzione Ramo decombente. Recumbènte, poi da RE-CUMBERE è il
termine che identifica la statua antropomorfa, comunemente statuina, in posizione di rilassamento delle membra,
simile alla Paolina Borghese del Canova e alle tante statuine ereditate dalla Magna Grecia.
1
Il Cubito era l’unità di misura di lunghezza presso greci e romani corrispondente a 44,4 cm, tratta dalla distanza media campione tra
gomito e dito medio, cui Cubitale, il sopravvissuto etoipico KUBI importato dal colonialismo ital ; gli arabi, invece, lo utilizzavano in
astronomia per le misure angolari.
\ Cubismo
Il Cubìsmo, considerato il più rivoluzionario movimento artistico del ventesimo secolo, contava artisti - i Cubìsti - quali
Braque, Gris, Leger... guidati da Picasso. Il Cubismo tendeva a configurare la realtà come si vede, rendendo le immagini più
tangibili con tecnica stilizzata e simbolismi. In un secondo periodo, l’oggetto-immagine si scisse in una rappresentazione
vista simultaneamente da diversi punti spaziali. Successivamente, il Cubismo s’identificò con la tecnica del Collage sino a
divenire sintetico nel mostrare una complicata ripetizione di forme ed un linguaggio di segni visivi. Una derivazione è il
Cubismo Orfico, così definito dal poeta Apollinaire, che vedeva nelle opere dei cubisti, come Duchamp, un piacere estetico
puramente astratto, richiamandosi al movimento religioso fondato da Orfeo nell’Antica Grecia. Il Cubismo sfociò nel
Cubismofuturìsmo in area russa, negli anni 1912-18, coinvolgendo pittori e poeti. Il nostro futurista Marinetti non esitò a
visitarli nella loro patria il 1914. Poi, tutti dovettero fare i conti con la Rivoluzione d’Ottobre e con la Grande Guerra, che
230
attanagliarono l’intera Europa.
Cubìsta - in aggiunta al legittimo relativo omn - è un termine alieno nella discendenza di Cubo; il termine è composto con la
contrazione nella sigla C.U.B. (Comitati Unitari di Base) ed indicava l’aderente sindacalista che si dissociava dai compagni
revisionisti. \
\ Anca Angolo Sciatica
Altro tema che sta per piegare viene dal gr ANKON piegatura ad angolo acuto, ampliato dal rad ANK-ANG punta, cui il
gbz EIKONA immagine (Ved Icona in Mago…) e il toponomastico Ancona (Marche). Nel percorso tematico si conta Ancaànca dal long HANKA cui Ancheggiàre e Ancheggiamènto, Sciancàre-Sciancàto (col pref SCI variante di EX), Anchilòsi
(stato patologico d’essere piegato), Ancia-ància (franc ANKJA anca), Ancora-àncora o Ancola-àncola dal gr ANKYRA con
Ancoràggio, Ancoràre, Ancoràtico, il Pp Ancoràto, Ancorèssa, Ancorètta, Ancoròtto; dell’ancora l’arrestatoio della catena è
indicato con Gnàra o Gnàrra, d’etimo non conosciuto, ma vrs un particolare ellittico di Ancoraggio, fig la punta è indicata
con Diamante mentre il braccio con Cicala ovvero la Marra la cui estremità è detta Patta. Attraverso il lat ANQUINA già lat
ANKOINE “oggetto ripiegato” l’ital conta il marinaresco Anchìno. Attraverso l’ingl ANCHOR àncora si contano, in
locuzione glb fig, Anchor man e Anchor woman “conduttore e conduttrice di programmi televisivi”.
Il gr conta ANKYLOSYS curvatura cui Anchilòsi (suff medico OSI), con Anchilosàre, Anchilosànte, Anchilosàto, i
composti Anchilostòma (col gr STOMA bocca) con Anchilostomiàsi (suff patologico IASI dal gr IASIS).
Fuori percorso il termine Anciràno questo relativo alla citta di Ancyra, l’ant Ankara; da questa la corruzione in Angoraàngora o Angòra per le locuzioni Capra d’Angora, Coniglio d’Angora, Gatto d’Angora, Razza d’Angora,Maglia d’Angora,
Lana d’Angora…
Eppoi Angolo-àngolo da ANGOLUS, con Angolàre, Angolàto Angolatùra, Angolaziòne, Angolòso con Angolosità,
Angolièra, Angolìsta, Angolòide, l’inv lat Angor-àngor “soffocamento” snm della locuzione Angina pectoris, anche in
composizioni o prefissati quali Rettàngolo angoli retti, (90°), Triàngolo tre angoli, Quadràngolo quattro angoli nelle figure
geometriche, cui Rettangolàre e Rettangolòide, Triangolàre questo aggettivo e verbo con Triangolarità, Triangolàto e
Triangolaziòne, e Quadrangolàre; dal tema ANKON piegatura, con lenizione in g, oltre ad Angolo con ed Angùsto, ci sono
pervenuti fig Angue-àngue da ANGUS serpente, Anguicrinìto (serpi per capelli come la mitica Medusa), Anguidi-ànguidi,
Anguìlla da ANGUILLA dim di ANGUS, Anguìneo; Anguinàia è dal lat INGUINALIA parti dell’inguine da INGUEN
inguine, vrs sovrapposto ad ANKJA anca o con questo connesso.
Il termine Sciàtico-Sciàtica è dal gr ISKHIADIKOS da ISKHION osso dell’anca. Da ISKHION deriva l’ital Ischio-ìschio
elemento scheletrico cui Ischiàdico, Ischiàtico, Ischialgìa; fuori percorso Ischio-ìschio con la variante Eschia-èschia o Eschioèschio o ancora Escolo-èscolo o Esculo-èsculo, questi dal lat AESCULUM quercia, tutti assonanti con il dim lat ISCHIA
isoletta (vedi Prefisso TOPO in Tela…).
CONCUBINA
Concubìna, col mas Concubìno, dal lat CUM CUBARE giacere, questo termine vale tradizionalmente al fem per
colei che giace con... Un ant eufemismo, oggi sostituito da un dolciastro quella che dorme con… cui Concùbito
“amplesso” in percorso con Concubinàggio, Concubinàrio, Concubinàto, Concubinèsco.
Snm di Concubina o Amante, concorre il volg Gànza, usato anche al mas Gànzo col dim Ganzerìno in onore alla
parità, dal lat medv GANGIA prostituta.
CONCUPIRE
In binomio con Concubina appaiono sovente i termini Concupìre, Concupiscènte, Concupiscènza,
Concupiscìbile, dal lat volg CONCUPERE, dal class CUPERE desiderare intensamente, da rad KUP, cui
Cupidèzza, Cupidìgia, Cupidità, Cupìdo e, vrs, Cùpo (triste per desiderio inappagato), di presunta connessione
con un CUPIO tratto dal nome della dea del piacere Volpia.
\ Tristezza
Trìste è dal lat TRISTEM cui Tristèzza, con la variante Trìsto dal lat tardo TRISTUM cui Tristìzia; in percorso i prefissati
Contristàre con Contristamènto, già Contristaziòne, e Contristatòre, Intristìre con Intristimènto, Rattristìre o Rattristàre con
Rattristamènto. Termine alieno (pseudoetim) è Trìstico dal gr TRSTIKHOS composto da TRI e STIKHOS verso ma anche
riga (Ved Quadro…).
Snm di Triste è Mèsto dal lat MAESTUS Pp di MAERERE essere afflitto, cui Mestìzia.
L’onomastico Tristano non ha nulla di questo percorso, poiché è dal ted TRISTAN connesso con lo scozzese DRUSTAN
“patto di consolazione”.
\ Incubo Soccombuto Succube
Incubo-ìncubo, o Incube-ìncube (questo modellato come Succube) dal lat tardo INCUBUS, in origine è l'essere che giace su
chi dorme, con Incùbico e Incubòso Dalla superstizione dell’INCUBUS, ci vengono Incubàre giacere sopra con i fig
Incubatòrio e Incubatrìce, Incubaziòne da INCUBATIO. Il primo modello di Incubatrice fu presentato da S. Tarnier nel 1883,
il quale si era ispirato a precedenti marchingegni per far schiudere le uova.
Incòmbere stare per accadere cui Incombènte, Incombènza e Incombenzàre (privo del Pp) è dal prefissato lat IN
CUMBERE questo snm lat di CUBARE giacere - i quali oppongono il movimento dall’alto in basso col pref illativo IN - e
Soccòmbere da SUB-CUMBERE cui Soccombènte e Soccombènza, eppoi Sùccube o Sùccubo che oppongono quello dal
basso in alto, col pref SUB (ormai è accaduto e giace sotto). Soccombùto, il Pp di Soccombere, come per ogni verbo in
percorso prefissato da CUMBERE, foneticamente fastidioso, scomparso dalle coniugazioni a beneficio d’esotismi, pare stia
timidamente riaffiorando. Qualcuno vorrebbe addolcirlo trasformandolo nello sdrucciolo Soccòmbuto.
Sùccube è un aspetto del demonio, il quale si trasfigura nella femmina per sedurre il malcapitato maschio. È evidente che
Incubo è l’immagine paurosa del ritrovarsi prigioniero in un fig cubo, ancora più forte del ritrovarsi nel metaf glb franc Cul
de sac, che intende “prigioniero nel fondo di un sacco”, come la selvaggina, e va ad indicare una situazione priva di vie di
scampo.
DEMONE DEMOCRAZIA DEMOLIRE
DEMONE
Dèmone, dal lat DAEMON confluito dal gr DAIMON (spritito-divinità) questo anche fig destino così sancito da
231
Shakespeare che ha coniato l’onomastico Desdemona (pref DYS male) dal significato azzeccato (nell’opera) di
“male destino”. La variante Demònio o Dimònio è del tardo lat DAEMONIUM, dal gr DAIMONIOS
appartenente alla divinità. Il lat aveva la voce DETER per cattivo, composto da DE e suff TERO nel significato
di deviato, il cui superlativo era DEMUM, donde appare vrs una sovrapposizione semantica.
Dal tema DAEMON, sono derivati Demonologìa (studio dei fenomeni demoniaci di competenza dell’esorcista) e
Demonofobìa (il terrore del demone, da trattare in psichiatria). Il passaggio di DAIMON da divinità positiva a
negativa avviene all’avvento di nuove religioni, allo scopo di favorire la conversione popolare. Socrate
impersonificava il Demone nella propria coscienza, una sorta di una benefica autocensura. Eudemonìa in gr
EUDAIMONIA (col pref EU bene, suff MONIUM ciò che compete) vale “felicità”, con Eudemonìsmo che è
felicità sia individuale sia collettiva, cui Eudemònico, Eudemonìsmo, Eudemonìsta, Eudemonìstico,
Eudemonologìa e Eudemonològico. E, così, in corsa dall’ant simbolo del Bene a quello successivo del Male,
DAIMON s’è impresso nell’inconscio collettivo, a rappresentarne l’archetipo delle trasgressioni, l’impulso
atavico al peccato, che viene esorcizzato indossando le vesti demoniache nei riti riepilogativi e nelle
configurazioni folcloristiche.
Il snm Diàvolo, dal lat DIABOLUS, dal gr DIABOLOS, è stato imposto per stigmatizzare un suo
comportamento tra gli uomini, in altre parole gettarsi in mezzo per scompigliare, calunniare, dal gr DIABALLO, cui Diabòlico e Diabolicità, il fig Diàbolo “sorta di gioco” attraverso il franc DIABOLIQUE diabolico.
I termini volg mer Diavolillo e Diavolicchio stanno fig per “peperoncino piccante”. L’associazione d’idea tra il
demonio e il diavolo scompigliatore ha coniato Pandemònio gran confusione, neologismo ideato dallo scrittore J.
Milton nel “Paradiso perduto”. L’interiezione Diàmine! è l’inc eufemistico di Diavolo con Domine.
Il termine gr BALLO metto-pongo lo ritroviamo in Problèma con Problemàtica, Problematicìsmo,
Problematicità, Problemàtico e Problematizzàre, inv dal lat PROBLEMA PROBLEMATIS già gr PROBLEMA
PROBLEMATOS questione dal gr PRO-BALLO propongo.
Dal lat MEPHITIS puzzo e dal suo relativo MEPHITICUS sono derivati Mefìte acque solforose e Mefìtico,
Mofèta “fumi puzzolenti” attestatosi nel mer dal lat MEPHITEM esalazione infetta, donde Moffètta “sorta di
mammifero che emana odore sgradevole” snm del glb ingl SKUNK di genesi algonchina, eppoi un volg
garganico Moffarda “donna trasandata e pettegola”. Il percorso semantico da MEPHITIS si sarebbe avviato a
seguito dalla mutazione latina della dea positiva italica Mefiste in una figura malefica, infernale.
con l’aferesi del gruppo lettrale Me il lat conta ancora FOETERE puzzare (snm di PUTERE puzzare cui Putire e
derivati), donde Fetènte dal Ppres FOETENS cui Fetenzìa, Fètido dal relativo FOETIDUS cui Fetidùme (suff
UME per collettivi), Fetòre dal nome d’agente FOETOR puzzo, il volg napoletano Fetècchia da Fetere
“puzzare”, il pugliese Fieto “peto” vrs con influssso iberico, il siciliano Fitusu cui l’adattamento ital Fetùso che
vale “puzzolente” e fig “spregevole” in area malavitosa. Una certa connessione dovrebbe esserci con il gr
METHY bevanda inebriante rintracciabile nel percorso di Metile. I tedeschi ne hanno tratto, per associazione,
una denominazione per il Diavolo, MEPHISTOPHELES, cui Mefistòfele, Mefistofèlico e Mefìsto (copricapo a
tra punte).
Belzebù è d’antica datazione: gli ebrei lo avevano copiato dai Filistei, il loro dio delle mosche BAAL-ZEBUL,
trasformandolo nel padrone degli Inferi, così ripreso dai greci sino ai nostri giorni.
Satana o Satan o ancora Satanno, infine, è il nome proprio, inerente all’onomastica demoniaca, dal lat tardo eccl
SATAN, attinto immutato al gr, a sua volta all’ebraico SATAN nemico, avversario, cui la forma popolare
Satanàsso dal gr-lat eccl SATANAS, e i derivati Sataneggiàre, il fig Satanèllo (giocatore di calcio del Foggia,
per la figura del diavolo sul logo della squadra), Satànico dal gr eccl SATANIKOS, il neologismo Satanìsmo con
Satanìsta (coniato nel 1913) oggi di tragica attualità, il grido di Gesù tr4adotto in lat VADE RETRO ME
SATANA! (Arretri da me Satana!) e l’arcana formula dantesca Pape satan aleppe; termine alieno Satang “unità
monetaria della Thailandia” .
Ancora appartenente all’onomastica demoniaca è Lucifero, cui Luciferìno, l’angelo portatore della luce,
ribellatosi a Dio e quindi precipitato nelle viscere infernali, dove alberga il male (l’allegoria della parte malefica
o maligna che è nella natura umana); Dante lo assimila a Dite, il signore dell’Oltretomba nella mitologia class da
DIS DITIS, svoltosi nell’indicazione di tutto il regno dei morti.
\ A Salisburgo, sui campi nevosi dei monti Gaisberg, nei giorni che precedono il 6 dicembre, S. Nicola, un gruppo di tradizionali figuranti
diavoli e spiriti vaga nella pretesa di impaurire abitanti e turisti. \
\ Esorcista
Esorcizzàre (adottato nel Cattolicesimo dal XIV sec), con Esorcizzatòre e Esorcizzaziòne, dal gr EKSORKIZO scongiuro
composto da EKSO fuori e HORKIZO giuro, cui Esorcìsmo dal gr EKSORKISMOS con Esorcìsta, Esorcìstico ed
Esorcistàto questo ordine minore della Chiesa con funzioni di esorcismo, introdotto dal XVII sec. La cinematografia ne ha
tratto una serie a seguito del successo dello storico “The exorcist” del regista W. Friedkin, prodotto negli USA il 1973.
DEMOCRAZIA
Democrazìa, dal gr DEMOKRATIA, composto di DEMOS popolo e KRATIA esercitare il potere, signoria cui
Democràtico con Democraticìsmo, Democraticità, Democratìsmo, Democratizzàre con Democratizzaziòne,
Democristiàno (dal partito politico Democrazia cristiana). I due termini hanno proliferato una moltitudine di
lemmi a loro volta in composizione (per KRATIA Ved Rad CR GR KR in Grande…); particolare è DEMARCO
comando del popolo, costituito da DEMOS e da ARKHO comando, semant stabilire autorevolmente,
specialmente riferito ai confini territoriali, cui Demarcàre. La particolarità viene dalla similitudine di ARKHO
comando con ARKHAIOS antico, il quale, viepiù, scende da ARKHE principio, pertanto sarebbero in relazione
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con una persona più vecchia (antica o principale); da quest’ultima rad discende Arcàico cui Arcaicità,
Arcaizzàre con Arcaizzànte o Arcaicizzàre con Arcaicizzànte, Arcaìsmo, Arcaìsta, Arcaìstico. Dal tema DEMOS
popolo, l’ital conta DEMO quale pref nelle composizioni quali Demodossologìa (studio dell’opinione pubblica),
Demofobìa (il panico della folla), Demografìa (studio della quantità della popolazione) cui Demogràfico e
Demògrafo, con, tra gli altri, i ricorrenti isituti Demoskopea e Demo Polis, Demologìa (studio delle tradizioni
popolari) ed ancora Demoplutocrazìa (regime democratico, ma gestito dala classe più ricca), Demopsicologìa
(studio della psicologia di popolo), Demoscopìa (indagini sulle opinioni di una comunità) cui Demoscòpico,
Demospònge o Demospòngie proliferazione spugnosa con Demospongiàri (la Classe), qui, il primo membro sta
per moltitudine, popolosità, Demòtico da DEMOTIKOS questo “scrittura e\o linguaggio d’uso popolare” snm di
Volgare, oppure relativo a Dèmo dal gr DEMOS quale ”territorio circoscritto abitato” cui Dèmico con la
locuzione Centro demico, Demotìsmo (nello studio delle lingue sta per un termine d’origine popolare).
DEMOS è utilizzato quale suff in Pandèmio che sta per appartiene a tutto il popolo, come l’amore e il sano
erotismo; così in Ecdemìa estraneo al popolo, dove il pref EC (gr EK) è una forma d’adattamento dal gr
assimilato al lat estrattivo EX, cui Ecdèmico da EKDEMICOS. Nel percorso semantico di DEMOS popolo quale
suff, troviamo quei termini comunemente riferiti alle grandi diffusioni di malattie infettive, cui EpidemìaEpidèmico (che ricade sul popolo), Endemìa (gr EN in) con Endèmico e Endemicità, in percorso con
Endemìsmo (qualsiasi fenomeno circoscritto in un’area geografica), eppoi Pandemìa (che include tutto il popolo)
con Pandèmico e Pandèmio, cui l’Influenza suina del XXI sec. Il termine Democrazia, si ritrova comunemente
accoppiato: Democrazia cristiana (storico partito politico del XX sec, erede di un Partito popolare), Democrazia
guidata (alla russa, nel postcomunismo), Democrazia ideale (che appare utopia), Democrazia industriale,
Democrazia liberale, Democrazia proletaria, Democrazia parlamentare, Democrazia plebiscitaria, Democrazia
occidentale,... Democrazia popolare, definizione costituzionale amata dai paesi del vecchio blocco comunista, è
un gran pasticcio semantico: Democrazia vuol dire governo del popolo e, di conseguenza, l’accoppiata con
Popolare è un pleonasmo.
Democritèo, questo relativo al filosofo gr Democrito (470\360 aC), è considerabile indirettamente nel percorso
poiché l’onomastico è ispirato a DEMOS.
\ L’assonanza di DAIMON divinità con DEMOS popolo potrebbe celare l’illuminazione di raffigurare la divinità in forma antropologica (ad
immagine e somiglianza umana), abbandonando la primordialità monoteistica del sole, del serpente, del totem, e quella politeistica delle
stelle.\
\ Marca
C’è da aggiungere, ancora, che il franc ed il got avevano MARKA, il ted medv MARK, che indicava il segno del confine,
termine che si sarebbe esteso in MARCA, ovvero “il territorio di confine”, cui Marchèse con Marchesàna e Marchesàto,
Marchionàle, il toponimo Marca (la provincia trevigiana), il toponimo regionale Marche (il plur è giustificato dalla
coesistenza in loco delle Marche di Ancona, di Camerino e di Fano); eppoi Marchiàno questo anche fig “madornale”, ed
ancora, fig o meno, Màrca “termine nautico” che segna la linea della murata dal piano di galleggiamento cui la locuzione
Marca di bordo libero, Màrca nel senso di “bollo” cui Marcofilìa, il dim Marchètta svoltosi fig in ambito della prostituzione
con i volg Marchettara “prostituta” e Marchettàro in risvolto omosessuale, Màrco “segno” (sia moneta tedesca sia
“marchio”), Marcàre con Marcàto, Marcatòre questo anche in campo sportivo snm di Cannoniere e del glb Goleador,
Marcatùra, Marcàggio e Marcamènto, i composti Marcapèzzi, Marcapiàno, Marcapùnti, Marcatèmpo… eppoi Màrchio con
Marchiàre e Marchiàto, rientrati dal franc MERCHIER, prvz MERCAR bollare l’animale cui Mercàre e Mèrco; la
connessione tra MARKA confine e Marchio è da attribuire alla pratica di marchiare le bestie, gli oggetti di proprietà, per il
riconoscimento fuori confini propri. Eppoi il prefissato Rimarcàre (RI iterativo) con Rimarcàre “sottolineare” attraverso cil
franc REMARQUER cui Rimarcàbile, Rimarchèvole e Rimàrco. Il nobile termine feudale Margràvio “conte di confine” è dal
ted MARK confine e GRAF conte.
Dal verbo denm MARKON, dal franc MARKA segno, sarebbero derivati i vari Màrcia con l’abbreviazione di comando
militare Màrc! o Màrch!, Marciàre (lasciare i segni) e i composti Marcialònga, Marciapiède o Marciapièdi. In provincia di
Venezia esiste una contrada topodenominata Marcon. Il termine Màrgine, cui Marginàle, Marginàlia, Marginalìsmo con
Marginalìsta e Marginalìstico, Marginalità, Marginalizzàre e Marginalizzaziòne, Marginàto, Marginatòre, Marginatùra e
Marginòso, dal lat tardo MARGO, sarebbe il prodotto di una lenizione MARKA-MARCO-MARGO, cui ancora i prefissati
Emarginàre con Emarginàto e Emarginaziòne, Rimarginàre o Rammarginàre o ancora Rimmarginàre; termine alieno
Margòne “gora” (di scolo dell’acqua dei mulini) d’etimo prelatino, ma nulla vieta di credere ad una ant connessione indoeur
nel senso di “canale, fossa tracciata quale margine, confine”.
Marcanziàcee “piante epatiche” è dal nome del botanico N. Marchant (sec XVII) che tradotto suonerebbe marciandocamminando, pertanto il termine è in connessione indiretta; e in connessione indiretta appare ancora il sostantivo
Marcantònio questo ispirato al triumviro romano Marco Antonio (I sec aC), il cui primo nome è ispirato a Marco questo con
valore di “marchio-segno”, così pure Marcòlfo “rozzo” questo omologismo fig dall’onomastica ted vrs connesso in
composizione con MARKA.
Nel percorso si contano Marcasìte o Marcassìte “minerale” omologismo dal persiano MARQASITA e non è incredibile una
connessione con il tema indoeur MARKA MARCA.
In ambito indoeur, in ingl MARK vale segno cui lo pseudonimo Mark Twain dello scrittore Samuel L. Clemens (1835/1910)
che sta per “segna due (volte)”, adottato dal gergo marinaresco relativo a uno strumento per la misurazione della profondità
delle acque.
DEMOLIRE
Col pref DE, Demolìre leggasi De-Muòvere, dal lat DE-MOLIRI; quindi nulla a che fare con i rad di demone o
democrazia. L'elenco continuerebbe con Demodè, il francesismo per fuori moda o disusato, Demonetizzare,
Demoralizzare, Demostrare...
\ Prefissi *DIA *PAN
DIA
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La preposizione gr DIA separazione-differenza, sovente nel valore di attraverso-mediante, concorre a comporre termini quali
il fisico Diabàtico con l’opposto Adiabàtico (A privativo) dal gr DIABATIKOS che oltrepassa le altezze fig da DIABAINO
passo attraverso cui ancora Diabète dal gr DIABETES con Diabètico, i composti Diabetògeno, Diabetologìa e Diabetòlogo,
eppoi Diabàse “sorta di roccia eruttiva” snm di Epidiorìte questo col doppio pref EPI a Diorìte “sorta roccia eruttiva” dal gr
DIORIZO delimito cui Diorìtico, Diacronìa, cui Diacrònico, formato con KHRONOS “differenza di tempi” e contrario di
Sincronìa “a tempo”, Diàcope col gr KOPE taglio snm di Tmesi, Diàfora dal gr DIAPHOROS diverso composta con
PHOROS che porta e che vale una figura retorica per cui una parola vene ripetuta nella frase impromendole una seconda
sfumatura o addiruttura un nuovo significato. Il percorso prosegue con Diafràmma composto con PHRASSO ostruzione vale
“divisore di uno spazio”, Dialèmma inv dal gr DIALEMMA intervallo (separazione tra due assunti) svoltosi in campo
medico quale “interruzione della febbre”.
Diàllage è col gr ALLASSO io cambio connesso con ALLOS altro, che vale una figura retorica per cui più argomenti
raggiungono una identica conclusione, oppure l’insieme di parti di un discorso che abbia almeno due sinonimi; in ambito
scientifico (mineralogia) si conta Diallàggio. Diallèlo o Diallèle, invece, composto col gr ALLELON del valore di l’un l’altro
vale “circolo vizioso”. Il verbo ALLASSO si ritrova in termini prefissati che indicano ancora figure retoriche, quali Enàllage
dal gr ENALLAGEN (EN con valore d’inversione) per cui viene scambiata una parte del discorso con un’altra, come ad
esempio l’uso verbale del tempo presente nel trattare segmenti di avvenimenti passati (presente storico o narrativo), eppoi
Ipàllage dal gr HYPALLAGE (HYPO sotto), spesso assimilata all’Enallage, per cui viene attibuito ad un termine ciò che
sarebbe logicamente confacente ad un termine vicino, quale \...\ il divino del pian silenzio verde \...\ (G. Carducci) dove
“verde” è in riferimento a “pian”. Comunque entrambi odorano di metafora.
L’ital conta ancora il termine Endìade o Endìadi dalla locuzione gr HEN DIA DYOIN una cosa per mezzo di due, che indica
la figura retorica per la quale un solo concetto è espresso mediante due termini coordinati “ Mi mancano i sapori e la cucina
di casa” che sta per “Mi mancano i sapori della cucina di casa”.
Il percorso DIA prosegue con Diàlogo “discorso a più soggetti” cui Dialogàre, Dialògico, Dialogìsmo, Dialogìsta,
Dialogìstico, Dialogizzàòre e il prefissato Interdiàlogo con Interdialògico, Diàpason con PA(SO)N tutto vale “mediante tutte
(le corde)”, Dièresi “separazione di suono per due vocali contigue” in opposizione alla Sineresi, con Dierètico e Dièsis
“intervallo” dal gr DIAIRESIS; Dialèfe “iato” in opposizione a Sinalèfe (pref gr SYN insieme con LOIPHE dal tema di
fondere) cui ancora i prefissati Diesinalèfe con Diesinalèfico (combinazione di Dieresi e Sinalefe) 1, Episinalèfe (pref EPI),
entrambi nella terminologia della retorica, donde nel caso della Sinalefe avviene la fusione metrica in un’unica sillaba con la
vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva, mentre il fenomeno dell’Episinalefe avviene tra due versi. In
composizione col pref DIA, l’ital conta ancora una ricca sequenza, cui Diàdoco “attraverso il ricevere”, da rad DEK ricevere,
vale Successore, da non equivocare con Diàdico (Ved sotto). Diafanità o Diafaneità con Diàfano “ col gr PHAINEIN
mostrare vale “passare attraverso, trasparente”. Diafonìa-Diafònico è “voce che è diversa, dissonante”. Diascopìa con
Diascòpio “sorta di proiettore”. Diàspora è la dispersione di un popolo, comunemente in relazione agli Ebrei, col gr
SPEIREIN seminare. Diapositìva è un’immagine fotografica in positivo da vedere attraverso una lastra trasparente, ma
proiettabile… ed ancora Diaforèsi-Diaforètico “dispersione” (col gr PHORESIS trasporto), Diàgnosi con Diagnòstica e
Diagnòstico “il riconoscere mediante (sintomi)”, Diagonàle “attraverso gli angoli”, Diàmetro dal gr METRON misura, cui
Diametràle, Diametralmènte. Diàstasi, “separazione” di elementi normalmente vicini dal gr DIASTATIS (suff biologico ASI
“enzima”, con un desueto Diastàsi, snm di Amilàsi da AMILO amido. Diàstole dal gr DIASTELLEIN porre in mezzo,
adottato nella medicina quale “distensione del muscolo cardiaco” e nella metrica classica quale “avanzamento dell’accento”
in un lemma per ragioni metriche, cui Diastolìa, in opposizione a Sìstole (dal gr SYN insieme e STELLEIN porre) anche
questo sia termine medico “contrazione del muscolo cardiaco” sia poetico “arretramento dell’accento”. Diàtesi dal gr
DIATHESIS disposizione con THESIS (in linguistitca indica la funzione del verbo tra soggetto ed azione, in medicina una
predisposizione ereditaria morbosa) cui Diatèsico o Diatètico. Diatomèe (Divisione di piante cui le Alghe, con il gr TOME
taglio) cui Diatomìte “sorta din roccia”. Il musicale Diatònico dal lat DIATONICUS già gr DIATONIKOS da DIATONOS
scala diatonica con Diatonìa e Diatonìsmo, eppoi Diàtono questo termine archeologico. Diatopìa con Diatòpico (col gr
TOPOS luogo). Eppoi Diencèfalo che è parte del cervello, termine composto con Encefalo. Infine, i termini ottici Dioràma
(col gr HORAMA vista), Diòttra dal gr DIOPTRA con Diottrìa, Diòttrica e Diòttrico, eppoi Diòttro questo da DIOPTRON
specchio, quali composizioni di DIA attraverso con il rad OP e il suff TR questo per nomi d’agente. Diottria (simbolo D), in
campo oculistico è sovente considerato snm di Decimo o Grado; in realtà, Diottria è l’entità del difetto visivo corretto dalla
lente, Decimo è l’unità di misura dell’acuità visiva in una scala sino a 10, Grado, infine, indica la misura in diottrie della
potenza di una lente da vista.
Il percorso conta ancora Dialetto, Dialettica e Dialettico sembrano di percorso differente (Ved riporto seguente).
Il cardinale Dùe, che parrebbe fuori percorso, è dalla rad DWOU, che ritroviamo nel gr DYO, nell’ingl TWO, è invece
connesso con DIA separazione; infatti, Diàdico, aggettivo di Dìade dal lat DYAS, che sta per “elementi in coppia”, ovvero
“separati”, s’incrocia col gr DYO due.
In percorso di Due, cui volg e obsoleti Dùa, Dòl, Dùl, Dùo e Dùol, si contano Dièdro, Duàle, Dualìsmo con Dualìsta e
Dualìstico, Dualità, Duèrno (su calco di Quaderno), Duètto con Duettàre, i falsi dim Duìna (musicale) e Duìno (punti a dadi e
moneta da due centesimi), Dùo (aggettivo e sostantivo). Altri, fra tanti composti in percorso di Due, troviamo Dilèmma “tra
due lemmi”, Diarchìa “due a governare” sul calco di Monarchia, Duàlberi da Due alberi (nave), il costume femminile
Duepèzzi da Due pezzi glb Bikini questo in correlazione con un Trikini Tre pezzi, Duepònti (nave), il linguistico Duìsono, i
gbl ingl Dual band (tecnologia, con BAND banda di frequenza), Dual feed (tecnologia, con FEED alimentazione), Dual
income tax (con INCOME reddito e TAX tassa), il perfissato Adduàre (AD allativo) snm di Raddoppiare, Dupòndio (fiscale,
con il lat PONDIUS peso” ) era un’ant moneta romana pari a “due assi”, Sindiotàttico “termine chimico” con Tattico e pref
unificato SYNDYO da SYN insieme e DYO due del valore di a due la volta.
La preposizione gr DIA separazione assume la forma estesa di DIKHA due parti cui il pref ital DICO per composizioni quali
Dicòcco “due granelli” col gr KOKKOS chicco, Dicòcero “sorta di uccello” (col gr KERAS corno), Dicogamìa “sorta di
organismo ermafrodita”, Dicotermìa “termine geofisico”.
Il gr DIA separazione con DIKHA due parti e il lat DI dal gr DIS due volte appaiono sovrapposti o assimiliati nei termini
quali Dicanapulàre da Canapule, Dicèntra “due pungiglioni” (col gr KENTROS centro con valore di aculeo), Dìcero “sorta di
rinoceronte a due corna” (col gr KERAS testa cornuta), Dicerorìno “sorta di rinoceronte” (col gr KERAS testa cornuta e
RHIS RHINOS naso), Dicroìsmo con Dicròico dal gr DIKHROOS “birifrangente a due colorazioni-bifido” relativo ad una
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proprietà dei cristalli, Dicrùridi “Famiglia d’uccelli” col gr URA coda; eppoi Dicromìa (snm di Bicromia) con Dicromatìsmo,
Dicromàtico, e Dicromìsmo col gr KROMA colore, ancora Dicròto e Dicrotìsmo dal gr DIKROTOS “con due battiti
irregolari del polso” da KROTOS rumore; infine Dicoriàle “gravidanza gemellare”col gr KHORION placenta, membrana vrs
connesso con il rad KER, cui l’ital Còrion o Còrio, eppoi Coròide con Coroidèa, Coroidèo e Coroideàle, Coroidìte (suff
medico ITE), il composto Coroidopatìa.
\...\ che ‘l cibo ne solëa^essere addotto \...\ in questi versi di Dante il gruppo vocale ea di “solea” è separato in dieresi ma la a è saldata
(sinalefe) alla e della parola successiva “essere” e pertanto metricamente si ottiene un endecasillabo \...\ che’l-ci-bo-ne-so-le-aes-se-read-dotto\...\
Il segno diacritico d’unione ^ , simile all’accento circonflesso, è indicato col gr HYPHEN che si traduce in insieme.
1
PAN
Viene dal tema aggettivale gr PAS PASA PAN e sta per tutto-intero-interamente, con il genitivo PANTOS, e si ritrova in
molteplici composizioni ital sia in PAN che in PANTO questo anche adattato foneticamente: Panafricàno, Panamericàno,
Panàrabo (rispettivamente relativo a tutti i popoli africani, americani, arabi), Panasiatìsmo (movimento che tende all’unione
politica culturale ed economica dei paesi asiatici) ed ancora Pancristiàno (che non è il pane della Comunione), Panellenìsmo,
Paneuropèo, Pangermanìsmo, Panislàmico, Panserbìsmo, Panslavìsmo, Pantedèsco. Panacèa (dal gr PANAKS PANAKOS
composto con AKEOMAI guarisco, vale “medicina universale”; in connessione mitologica con Panàcea la figlia del dott
Asclepio) cui Opopònaco o Opopànaco “sorta d’erba delle Ombrellifere” (prefissato OPOS succo), Panarterìte (dal gr
ARTAO vale infiammazione delle arterie), Panatenàica “sorta di anfora greca con immagini della dea Atena (Minerva),
Pancitopenìa (col gr KYTOS cavità e PENIA povertà, vale riduzione delle cellule del sangue), Panclastìte dal gr KLASTOS
rotto (rottura di tutto), Pancòsmico (Dio è l’universo fisico). Pancràtico (col gr KRATOS forza sta per sistema ottico pro
ingrandimenti) con Pancràzio tutto sforzo (anche nome personale) “competizione” nell’ant Grecia comprendente lotta e
pugilato, Pancrazìa e Pancraziàste “atleta”. Pàncreas tutta carne (dal gr KREAS carne) cui Pancreàtico, Pancromàtico
(relativo a tutti i colori), Pancronìa con Pancrònico (col gr KHRONOS tempo vale quale ambito universale in opposizione
alla Temporaneità), Pandètte (col gr DEKHOMAI accolgo) cui Pandettìsta e Pandettìstica, Panegìrico (dal gr AGYRIS
adunanza di tutto il popolo, semant va ad indicare un discorso pubblico in lode di un santo o di una personalità di rilievo),
Panenteìsmo (dal gr THEOS-Dio, ogni realtà è in Dio), Pangèa (dal gr GE terra, vale il continente unico primordiale),
Panoplìa (dal gr HOPLON armatura vale armi assortite o l’intero corredo d’armi), Panòrpa (dal gr ORPE falce vale la
mosca-scorpione), Pansessualìsmo con Pansessuàle (il sesso al centro dell’esistenza), Pantalàssico (da Talasso e suff
aggettivale ICO), Panùrgo (dal gr ERGON, vale “scaltro” o fig “furfante”, Panzoozìa con Panzoòtico (malattia che colpisce
la totalità degli animali in un territorio come la peste bovina, la “mucca pazza”, l’aviaria).
Attenzione a non equivocare con termini d’altre etim, quali Panatica, Pancarrè, Pancotto, Pandispagna, Pandolce, Panforte,
Pangrattato, Panùnto (da Pane unto) e Panzanèlla, oppure Pancaccia, Pancaccio, Pancale e Pancàta da Panca.
Il percorso PAN prosegue con Panteìsmo (corrente filosofica, Dio è l’Universo), Pànteon o Pàntheon (termine dal gr, tempio
dedicato a tutti gli dei - in versione laica, ai re o ai grandi uomini defunti, in complanare con il lat Famedio), Pantoclastìa
(impulso morboso di rompere tutto, che pare latente in ognuno e che può esplodere a seguito di una crisi acuta d’ira - Gesù
stesso ne fu colpito a Gerusalemme), Pantocràtore “onnipotente” (dal gr KRATOS forza), Pantòfago (dal gr PHAGEIN
mangiare, vale “che mangia di tutto”), Pantofòbia (che ha paura di tutto), Pantògrafo (strumento che ricopia i disegni in tutte
le scale richieste e l’apparecchio che serve a trasferire nei mezzi di locomozione tutta l’alimentazione elettrica necessaria),
l’omologismo ingl Pantòne (con TONE colore), Pantomìma (col gr MIMOS mimo vale rappresentazione teatrale d’origine
romana con il solo utilizzo di tutta la gestualità, inclusa la danza), Pantoptòsi (col gr PTSOSIS caduta, vale abbassamento
degli organi), Pantotènico (dal gr PANTOTHEN ogni parte, vale diffuso dappertutto) cui Acido Pantotenico (Vitamina B5,
ne fegato, rene, tuorlo d’uovo, lievito, cereali, vegetali), Pantropicàle (diffuso in tutte le zone tropicali); anche in questo
percorso, occorre fare attenzione a non equivocare con i termini dìaltre etim quali Pantagònna (gonna-pantalone), Pantàna
(“uccello del pantano” dei Scolopacidi), il volg Pantegàna (derivato dal lat PONTICUS vale quale topo del Ponto). Il termine
Pantalòni deriva dal capo d’abbigliamento della maschera veneziana Pantalon, ispirato a S. Pantaleone, il cui onomastico
potrebbe tuttavia essere tradotto “tutto come un leone” nel senso di coraggio, pertanto non sarebbe pseudoetim puro. Termini
ancora pseudoetim, Pantagruèlico “ di grande appetito” (dal personaggio Pantagruel del romanzo “Gargantua et Pantagruel”
di F. Rabelais), Pantèsco (di Pantelleria),
\ Iconoclasta
Dal gr KLAO rompo da KLASTOS rotto sono pervenuti Clàstico di frammenti, Clastìte “specie di roccia”, compreso il suff
CLASTA come in Iconoclasta.
\ Dialetto Gergo Vernacolo
Dialètto è il parlare proprio di un determinato territorio, contrapposto alla lingua nazionale. Dal franc DIALECTE (XVI sec),
a sua volta dal lat DIALECTOS, derivano tutti dal gr DIALEKTOS lingua - DIALEGESTHAI conversare. La rad è l’indoeur
DEIK-DIK indicare, dire. Dialèttica e Dialèttico - sostantivo ed aggettivo - infatti, sono dal lat DIALECTICE e dal gr
DIALEKTIKE arte-tecnica (da TECHNE) del conversare e si riferiscono, più accademicamente, all’arte della capacità logica
e convincente del parlare. Rimarrebbe da chiarire etim la connessione con la preposizione gr DIA separazione, differenza, ma
tutto lascia supporre che Dialetto potrebbe tradursi nell’arte del parlare separato (da quello ufficiale).
Snm di Dialetto è l’omologismo Gèrgo, estratto fig da Gergòne dal franc JERGON linguaggio degli uccelli, cinguettio, cui
Gergàle, Gergalìsmo, Gergalìsta, Gergànte.
Vernàcolo è il parlare inteso come uso popolare. Per accezione, è la parlata toscana. Può essere usato come snm di Dialetto
quando si riferisce alla letteratura (dialettale) moderna, per esempio alla poesia. È un termine che ha assunto un sottinteso
intellettuale, potrebbe quindi risultare impreciso dire parlare in vernacolo, nel senso del parlare quotidiano in dialetto.
Vernàcolo è dal lat VERNACULUS derivato da VERNA schiavo-domestico nato in casa di origine estrusca, etim dalla rad
indoeur WER servo.
Dialetti settentrionali: si possono dividere in Galloitalici, comprendenti i dialetti piemontesi, lombardi, liguri (per Ligure,
Ved Lingue non indoeuropee in Epilogo) ed emiliano-romagnoli; Veneti comprendente il friulano; Trentini.
Dialetti toscani: si distinguono da tutti gli altri dialetti per il loro carattere decisamente più conservatore. Di tipo toscano sono
i dialetti parlati in Corsica.
Altri dialetti dell’Italia centro-mer: Gruppo marchigiano \ umbro \ laziale sett. comprendente Roma; Gruppo abruzzese \
molisano \ pugliese sett \ laziale mer \ campano \ lucano; Gruppo pugliese mer (salentino) \ calabro \ siculo.
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Oggi, in un’ottica socio-politica, si tende a definire il dialetto Lingua regionale.
\ Pleonasmo
Pleonàsmo, con Pleonàsto, dal lat PLEONASMUS già gr PLEONASTOS sovrabbondante, da PLERES pieno, è
un’espressione linguistica di sovrabbondanza semant, che se utilizzata con proprietà di controllo letterario, imprime al
discorso un maggiore effetto. Pleonàstico è anche il ricorso troppo ripetitivo al pronome personale Io nello scrivere e nel
parlare. Un pensiero di nuova generazione vorrebbe il più insistente uso del pronome Io, allo scopo di comprovare amore per
se stesso, nella logica “chi si ama, ama gli altri”; l’importante è non ricadere nella trappola della troppa fiducia di sé.
Pseudoetim il lemma Pleopòdio che è la composizione gr di PLEO navigo con POUS PODIS piede.
Esempio di pleonasmo è l’uso della locuzione Tutto quanto, come nella frase “Ho mangiato del cibo tutto quanto era a
tavola” quando è più corretto dire “Ho mangiato tutto il cibo che era a tavola” oppure “ Ho mangiato il cibo quanto ne era a
tavola”, poiché Tutto e Quanto qui appaiono ripetitivi.
A parte l’arcinoto uso errato della locuzione Ma però, tra le meno osservate quale pleonasmo è “Per poter andare” quando
basterebbe linguisticamente “Per andare” .
\ Prefisso *DE
Decremènto e Decrèscere con DE negativo-sottrattivo, dal lat incoativo CRESCERE, rad KERE, cui Creànza, attraverso lo sp
CRIANZA da CRIAR allevare, con Creanzàto e Screanzàto (pref S sottrattivo), Creàre inv dal lat CREARE con un desueto
Criàre eppoi Creatìvo, Creàto, Creatòre, Creatùra e Creaziòne con Creazionìsmo, Crèscere con Crescènza, Crèscita ed
Accrèscere (pref allativo AD) con Accrescimènto e Accrescitìvo, Scrèscere (S sottrattivo); la Crescentìna è una sorta di
focaccia. Cereàle, meglio Cereàli (da Cerere, la dea delle messi) con i composti Cereagrìcolo, Cerealìcolo, Cerealicoltòre o
Cerealicultòre, Cereacoltùra e Ceracultùra: eppoi l’elemento chimico Cèrio (simbolo Ce) ispirato all’asteroide al quale è stato
dato il none di Cerere, cui Cèrico, i composti Cerimetrìa. Concreàre con Concreàto, Concrèscere con Concrescènza e
Concrescimènto, Concrèto con Concretàre, Concretèzza, Concretìsmo, Concretìsta, Concretìstico, Concretizzàre,
Concretizzaziòne, Concreziòne 1 con Concrezionàle e Concrezionàto composti col pref associativo COM. Escrèscere con
Escrescènza col pref EX fuori. Ricrèscere con Ricrescimènto e Ricrèscita col pref RI iterativo. Scrèscere col pref S
sottrattivo. Sopraccrèscere; eppoi Incrementàre con Incrementàle, Incrementàre, Incrementatìvo e Incrememtìvo dal tardo
INCREMENTARE da INCRESCERE cui ancora Incrèscere, Increscèvole, Increscimènto, Incresciòso (pref IN illativo) e il
doppio prefissato Rincrèscere dal lat RECRESCERE con Rincrescèvole, Rincrescimènto e Rincresciòso col pref RI
intensivo-iterativo adattato foneticamente; eppoi Ricreàre con Recreàre e un Ricriàre, Ricreamènto e Ricreamènto,
Ricreànte, Ricreatìvo, Ricreatòre, Ricreatòrio e Ricreaziòne, anche nel senso fig di “ristorare”, col pref RI iterativo. Sincerità
e Sincèro (omn di Sincero da “corna”) composti con SEM uno solo e vale di una sola ascendenza, puro, cui la citazione
pirandelliana “Nulla è più complicato della sincerità”. Al percorso partecipa il termine Crèolo, esot attraverso il franc
CREOLE, il quale vanta una lunga storia: dallo sp CRIAR svoltosi dal lat CREARE, il ptg ha tratto CRIOULO meticcio
brasiliano, servo nato in casa cui l’adattamnto sp CRIOLLO che il franc ha adottato in CRIOLE eppoi in CREOLE; da
Creolo il derivato Creolìna (termine chimico, fig dal colore della pelle creola), eppoi Creolizzàrsi con Creolizzaziòne quale
fenomeno di ibridazione linguistica e culturale nelle colonie. Attraverso il franc RECRUE ricrescita già lat RECRESCERE
aumentare, lo sp aveva tratto RECLUTA cui l’adozione ital Rècluta, Reclutamènto, Reclutàre, Reclutatòre.
Definìre, variante desueta Diffinìre, con DE durativo e conclusivo (intensivo), dal lat FINIRE cui Definitìvo e Definiziòne;
con il secondo pref IN privativo si ha Indefinìre, Indefinìto, col secondo pref PRE si ha Predefinìre con l’iterativo Ridefinìre
con Ridefiniziòne.
Degradàre con DE di abbassamento (analizzato altrove). Denaturàre, con DE francesismo corrispondente a DIS-S, dal franc
DENATURER, questo dal lat NATUS.
Depilàre con DE privazione, dal lat PILUS pelo, cui Depilàto, Depilatòre, Depilatòrio e Depilaziòne.
Depletìvo con Depleziòne dal lat PLERE riempire con DE sottrattivo.
Deportàre con DE allontanamento, dal lat PORTARE, già gr PHOREIN, inv in ital Portàre, cui Deportànte, Deportànza,
Deportàto, Deportaziòne, Depòrto attraverso il fran DEPORT e, con altri pref, Apportàre (pref AD) con Apportatòre e
Appòrto (questo transitato dal franc APPORT dono), Asportàre (pref ABS ampliato da AB e successivamente ridotto in AS)
con Asportàbile, Asportaziòne e Aspòrto, Comportàre (pref COM) con Comportamènto, Comportamentàle,
Comportamentìsmo e Comportamemtìstico questi snm di Behaviorìsmo e Behaviorìstico dall’ingl BEHAVIOR
comportamento, eppoi Comportamentìsta, Compòrto, Diportàrsi (pref DI) con Diportamènto, e Dipòrto cui Diportìsmo con
Diportìsta, Esportàre (pref EX) con Esportàbile, Esportatòre ed Esportaziòne, Importàre (pref IN) con il glb ing Import
associato nella locuzione Import-Export “importazione ed esportazione”, Importàbile (omn di Importàbile “non portabile, col
pref IN negativo) con Impòrto e Importaziòne, Rapportàre (pref RI intensivo ridotto a R) con Rapportàbile, Rapportatòre e
Rappòrto, Riportàre (pref RI iterativo) dal lat REPORTARE cui Riportàbile, Riportànte, il Pp aggettivato Riportàto, Ripòrto
cui il sostantivo Riportato e Riportatòre, Sopportàre già lat SUPPORTARE col per SUB sotto con Sopportatòre,
Sopportaziòne, Sopportèvole e Soppòrto, eppoi Supportàre con Suppòrto quale calco franc-ingl SUPPORT cui il glb
Supporter, Trasportàre (pref TRANS ridotto TRAS) con Trasportàbile, Trasportatòre cui la locuzione Nastro trasportatore,
Trasportaziòne, Traspòrto. Attraverso l’ingl TO REPORT riportare, l’ital adotta i glb Report con Reporter e Reportage
questo dal passaggio franc; insomma, il lemma glb Reportage parte dal lat REPORTARE, attraversa l’ingl REPORT per poi
flettere nel franc. Il percorso ital Portàre, dal lat PORTARE, conta un sostantivo Pòrta “facchino” omn di Porta “passaggio”,
Portàbile cui Importàbile (pref IN negativo, omn di Importabile da Importare “introdurre”) con Portabilità, Portànte,
Portantìna e Portantìno, Portànza, Portàta, Portatìvo, Portàto con Portàbile, Portatòre cui la locuzione medica Portatore sano,
Portatùra, i glb ingl Portal “portale”, Porter “sorta di birra” fig da PORTER portatore-facchino poiché in origine era
l’abituale bevanda di questo lavoratore, un sostantivo Pòrto “disponibilità-prezzo di trasporto”(omn di Porto Pp di Porgere e
di Porto “riparo per natanti”), il pref PORTA anche adattato foneticamente per numerose composizioni da Portaàbiti a
Portavòce, passando da Portabòrse con Portaborsìsmo, Portavàso, i glb ingl Portacontainer meglio in ital Portacontenitòri e
Portfolio “cartella per fogli illustrativi”, eppoi Portincènso, Portinfànte italianizzato dal franc PORTE ENFANT “porta
bambino” questo termine glb, Portinnèsto, Portinsègna. Il prefissato Importàre svoltosi in “significare” cui Importànte,
Importànza o Importània.
Il verbo Portare, a scorretta ragione, è sovente adottatto quale snm di Recarsi, Lodare, Sostenere, Indurre, Dimostrare, Sentire
e Prestare.
Nel persorso, pertanto, si ha Adiaforìa indifferenza con Adiàforo indifferente rispettivamente dal gr ADIAPHORIA e
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ADIAPHORO conl pref A privativo.
1
In linguistica, la Concrezione sta per saldatura di un elemento etim estraneo (articolo o altro) con una unità successiva, e che pertanto
l’insieme va a costituire il termine. come Affare da A Fare, Lasca da L’Asca. La definizione è anche utilizzata in mineralogia qualle
“aggregato di minerali” cui lla Concrezione visibile nella Grotta di Montenero sul Gargano, e in medicina quale deposito di materiale
organico in una cavità o tra i tessuti anatomici, quale il contenuto nell’Appendice che provoca l’Appendicite..
\ Popolo
Da un tema med POPLO-BOBLO crescita, il lat conta POPULUS da una base del tema med POPLO crescita che ha portato
anche a Pioppo, cui l’ital Pòpolo o Pòpulo e il percorso di Popolàccio (peggiorativo), Popolàglia snm di Plebaglia,
Popolamènto, Popolàno, il verbo Popolàre con l’aggettivo Popolàre o Populàre, Popolareggiànte, Popolarèsco, Popolarìsmo,
Popolarità, Popolarizzàre questo passando dal franc POPULARISER cui Popolarizzaiòne, Popolarmènte, Popolàto,
Popolatòre, Popolaziòne questo dal lat POPULATIO che in origine valeva saccheggio, Popolèsco, il sociale Popolìno, e
Popolòso; eppoi, fedeli al lat, Populazionìsmo con Populazionìsta, Popùlìsmo attraverso l’ingl POPULIST con Populìsta e
Populìstico; l’ingl conta infatti PEOPLE popolo
Termini alieni Poplìte con Poplitèo dal lat POPLES POPLITIS “regione dell’arto inferiore”, il glb ingl Popper “sostanza
chimica” attraverso TO POP scoppiare cui Popcorn dalla locuzione POPPED CORN grano scoppia
\ La popolazione mondiale è passata dal possibile 1 miliardo nel 1804 a 6 miliardi nel 1999 quando a Sarajevo, il 12 ottobre, nacque il
seimiliardesimo individuo. \
\ Biada Blu Blue jeans Jersey
Termine lat specifico per Cereali è BLADA (plur) connesso col franc BLAD cereali, cui Biàda con Biadaiòlo o Biadaiuòlo,
Biadàre, Biadùle questo sul modello di Canapule e Favule dove il suff ULE vale “gambo-stelo”, il fig Blàdo “pallido”, il fig
Sbiadìre con Sbiadìto, e Biàvo “azzurro chiaro” questo passato alla forma lat BLAVUS, al prvz BLAU, al franc BLAOBLEU, all’ital Blu.
Attraverso il long BLAIH sbiadito – da notare una connessione rad indoeur con BLAD BLADA - l’ital conta l‘omologismo
Biàcca “sostanza colorante” e Biàcco “sorta di serpente dei Colubridi”.
Dalla città di Genova deriverebbe un tipo di tela colorata generalmente blu che, attraverso il franc GENES, si sarebbe
attestato nel glb ingl Blue jeans, cui l’omologismo Jeanserìa.
Jersey, invece, è una sorta di tessuto a maglia, normalmente di lana, che prende il nome dal toponimo dell’isola
dove è prodotto in quantità.
\ Sport
Spòrt è l’esot dal franc ant DESPORT diporto, d’origine però chiaramente lat PORTARE, l’ingl ha tratto SPORT, questo
omologato inv nell’ital, cui Sportività, Sportìvo.
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