settimana di preghiera per l`unità dei cristiani
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settimana di preghiera per l`unità dei cristiani
LETTURE BIBLICHE PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA CON RIFLESSIONE FRANCESCANA La nostra riflessione durante gli “otto giorni” della Settimana, scaturiti dal testo centrale di Ezechiele, ci porta ad una più profonda consapevolezza di come l’unità della Chiesa sia anche per il bene della comunità umana. Con tale consapevolezza nasce anche una grande responsabilità: tutti coloro che confessano Cristo Signore dovrebbero cercare di realizzare la sua preghiera: “che siano tutti una cosa sola [...] così il mondo crederà che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21). Per questo motivo gli otto giorni cominciano tutti con una riflessione sull’unità dei cristiani. Nel primo, e in tutti gli otto giorni, siamo invitati a pregare per tutte le situazioni in cui sia necessaria una riconciliazione, e ad essere particolarmente attenti al ruolo che l’unità dei cristiani avrà nel realizzarla. Ai riferimenti ai testi biblici ogni giorno è aggiunto un testo tratto dalle Fonti Francescane (FF) in sintonia con il tema del giorno. PRIMO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” Le comunità cristiane di fronte a vecchie e nuove divisioni Meditando sulle nostre divisioni dottrinali, e sulla vergognosa storia di separazione talvolta persino di odio - fra i cristiani, nel primo giorno preghiamo perché Dio, che soffia lo Spirito di vita sulle ossa aride e plasma nelle sue mani la nostra unità nella diversità, soffi vita e riconciliazione sulle nostre sofferenze e divisioni. Ezechiele 37, 15-19.22-24a Salmo 103(102), 8-13 (o 8-18) 1 Corinzi 3, 3-7.21-23 Giovanni 17, 17-21 Uno nella tua mano Il Signore è bontà e misericordia; è paziente, costante nell’amore Le vostre discordie e le vostre divisioni [...] voi invece appartenete a Cristo Fa’ che siano tutti una cosa sola [...] così il mondo crederà Fonti francescane (1 Cel 76-77 - FF 453-455): lo spirito di carità e compassione di S. Francesco 453 76. Padre dei poveri e povero lui stesso, Francesco, facendosi povero con i poveri non poteva sopportare senza dolore di vedere qualcuno più povero di lui, non per orgoglio, ma per intima compassione, e sebbene non vestisse che una sola tonaca misera e rozza, spesso bramava spartirla con qualche bisognoso. Ma poiché era un povero ricchissimo, spinto dalla sua struggente compassione, per poter aiutare i poveri, quando il tempo era gelido, ricorreva ai ricchi chiedendo a prestito un mantello o altri indumenti. Se questi glieli davano con maggior entusiasmo di quello con cui egli li domandava, dichiarava: «Accetto di riceverli, ma a condizione che non vi aspettiate mai più di riaverli ». E col cuore esultante ne rivestiva il primo indigente che gli capitasse di incontrare. 454 Qualunque parola offensiva pronunciata contro i poveri lo feriva al cuore, e non poteva soffrire che qualcuno insultasse o maledicesse qualunque creatura di Dio. Un giorno udì un frate fare una insinuazione ad un poveretto che supplicava l'elemosina: «Non vorrei che tu fossi ricco e ti fingessi bisognoso!». Come l'udì il padre dei poveri, san Francesco, rimproverò molto duramente il frate che aveva pronunciato quelle parole, e gli ordinò di spogliarsi davanti al mendicante e di chiedergli perdono, baciandogli i piedi. Era solito dire: «Chi tratta male un povero fa ingiuria a Cristo, di cui quello porta la nobile divisa, e che per noi si fece povero in questo mondo»(2Cor 8,9). Spesso perciò, incontrando qualche povero con carichi di legna o altri pesi, prendeva sulle sue spalle quei pesi, sebbene fosse assai debole. 455 77. La sua carità si estendeva con cuore di fratello non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella, ai rettili, agli uccelli, a tutte le creature sensibili e insensibili. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella Scrittura Gesù Cristo è paragonato, spesso e a ragione, per la sua umiltà al mansueto agnello. Per lo stesso motivo il suo amore e la sua simpatia si volgevano in modo particolare a tutte quelle cose che potevano meglio raffigurare o riflettere l'immagine del Figlio di Dio. Preghiera Dio Padre compassionevole, Tu ci hai amato e perdonato in Cristo, e hai voluto, in quell’amore redentivo, perdonare l’intera umanità. Guarda con benevolenza a noi che lavoriamo e preghiamo per l’unità delle comunità cristiane divise. Donaci l’esperienza di essere fratelli e sorelle nel tuo amore, affinché noi possiamo essere uno, uno nella tua mano. Amen. SECONDO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla guerra e alla violenza Il secondo giorno le chiese pregheranno per porre fine alla violenza e alla guerra. Preghiamo che, quali discepoli del Principe della pace, i cristiani che si trovano in mezzo ai conflitti possano portare una riconciliazione fondata sulla speranza. Isaia 2, 1-4 Salmo 74(73), 18-23 1 Pietro 2, 21-25 Matteo 5, 38-48 Cesseranno di prepararsi alla guerra Non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri Le sue ferite sono state la vostra guarigione Pregate per quelli che vi perseguitano Fonti francescane (LegP 35 - FF 1583): di fronte all’arroganza Francesco predice la guerra civile 1583 35. In altra occasione, Francesco predicava nella piazza di Perugia a una grande folla ivi adunata. Ma ecco dei cavalieri perugini irrompere armati in piazza in groppa ai loro cavalli, così da sconvolgere la predicazione. E nonostante le proteste degli uomini e delle donne che ascoltavano attenti il discorso, quegli arroganti non la smettevano. Francesco allora, rivolgendosi ai disturbatori con animo vibrante, disse: « Udite e cercate di capire quello che il Signore vi preannunzia per bocca di me, suo servo. E non state a dire: Quello là è uno di Assisi! ». Il Santo disse questo perché tra assisani e perugini c'era un odio grande. E seguitò: « Il Signore vi ha resi grandi e potenti sopra tutti i vostri vicini. E per questo motivo dovete essere più riconoscenti al vostro Creatore, e mantenervi umili non solo davanti a Dio onnipotente, ma anche nei rapporti con i vostri vicini. Purtroppo, il vostro cuore si è gonfiato di arroganza e, invasati dall'orgoglio e dalla potenza, voi devastate le terre dei vostri vicini e molti ne ammazzate. Ora io vi dico che, se non vi convertite subito a Dio e non riparate ai danni compiuti, il Signore, che nessuna ingiustizia lascia impunita, a maggiore vendetta e castigo e disonore vostro, vi farà insorgere gli uni contro gli altri. Scoppiata la discordia e la guerra civile, patirete tali tribolazioni quante i vostri vicini non potrebbero infliggervi ». Invero, Francesco nelle sue predicazioni non taceva i vizi del popolo che offendevano pubblicamente Dio e il prossimo. Il Signore gli aveva dato tanta grazia che tutti quelli che lo vedevano o udivano, piccoli o grandi che fossero, nutrivano per lui uno straordinario timore e rispetto a causa dei grandi carismi ch'egli aveva ricevuto da Dio. Per cui, anche quando venivano rimproverati da lui, pur vergognandosene, ne restavano edificati. E qualcuno si convertiva al Signore perché il Santo, preoccupato per la sua situazione, pregava intensamente. Pochi giorni dopo, Dio permise che tra nobili e popolo esplodesse un conflitto. Il popolo cacciò dalla città i cavalieri, e costoro con l'aiuto della Chiesa, devastarono molti campi, vigneti, frutteti del popolo, facendo loro tutti i malanni possibili. A sua volta il popolo guastò le campagne, vigneti e frutteti appartenenti ai nobili. Così i perugini patirono una punizione più grave di quelle da loro inflitte ai vicini. E così si realizzò alla lettera la predizione fatta da Francesco. Preghiera O Signore, che hai dato te stesso sulla croce per l’unità del genere umano, ti offriamo la nostra natura umana deturpata dall’egoismo, dall’arroganza, dalla vanità e dal risentimento. O Signore, non abbandonare gli oppressi che soffrono per le tante forme di violenza, di avversione e di odio, vittime di erronee credenze e ideologie di conflitto. O Signore, nella tua compassione tendici la mano, e prenditi cura del tuo popolo, cosicché possiamo gustare pienamente la pace e la gioia, nell’ordine della tua creazione. O Signore, fa’ che tutti i cristiani possano operare insieme per portare la tua giustizia nel mondo. Dacci il coraggio di aiutare il nostro prossimo a portare la croce, invece che mettere la nostra sulle loro spalle. Signore, insegnaci la saggezza di trattare i nostri nemici con amore, invece che con odio. Amen. TERZO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte all’ingiustizia economica e alla povertà Il terzo giorno offre una meditazione sulla grave disparità fra ricchi e poveri. Il nostro rapporto con il denaro, la nostra attitudine verso i poveri, sono la misura del nostro discepolato e della sequela di Gesù, che è venuto fra noi per liberarci e farci proclamare la buona novella ai poveri, la libertà agli schiavi, la giustizia per tutti. Levitico 25, 8-14 Salmo 146(145), 1-10 1 Timoteo 6, 9-10 Luca 4, 16-21 Il giubileo che libera Il Signore difende la causa dei perseguitati L’amore dei soldi è la radice di tutti i mali Gesù e il giubileo come liberazione Fonti francescane (2 Cel 87 - FF 674): Francesco dona il mantello a un altro povero 674 87. In altra circostanza, mentre ritornava da Siena, si imbatté in un povero. Il Santo disse al compagno: «Fratello, dobbiamo restituire il mantello a questo poveretto, perché è suo. Noi l'abbiamo avuto in prestito(Cfr Lc 6,34) sino a quando non ci capitasse di incontrare uno più povero». Il compagno, che aveva in mente il bisogno del Padre caritatevole, opponeva forte resistenza perché non provvedesse all'altro trascurando se stesso. «Io non voglio essere ladro (Cfr Gv 12,6)--rispose il Santo--e ci sarebbe imputato a furto, se non lo dessimo ad uno più bisognoso». L'altro cedette, ed egli donò il mantello. Preghiera O Dio di giustizia, in questo mondo ci sono luoghi che sovrabbondano di ogni bene, ed altri dove manca il necessario, e sono molti gli affamati e i malati. O Dio di pace, ci sono molti in questo mondo che traggono profitto dalla violenza e dalla guerra, e altri che a causa della guerra e della violenza sono costretti a lasciare le loro case, esuli. O Dio di compassione, aiutaci a comprendere che non possiamo vivere solo per la ricchezza, ma che possiamo vivere per la parola di Dio; aiutaci a comprendere che non possiamo ottenere l’autentica vita e la vera prosperità, eccetto che nell’amore per Dio e nell’obbedienza ai suoi insegnamenti. Ti preghiamo nel nome di Gesù Cristo, nostro Signore. Amen. QUARTO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla crisi ecologica Nel quarto giorno si prega affinché i cristiani comprendano che, solamente insieme, saranno in grado di conservare i doni che Dio ci ha dato nella creazione: l’aria che respiriamo, la terra che produce frutti e la natura che rende gloria al suo Creatore. Genesi 1, 31 - 2, Salmo 148, 1-5 Romani 8, 18-23 E Dio vide che tutto quel che aveva fatto era davvero molto bello A un suo comando foste creati La distruzione della creazione Matteo 13, 31-32 Il più piccolo di tutti i semi Fonti francescane (2 Cel 165 - FF 750): amore di Francesco per tutte le creature 750 165. Desiderando questo felice viandante uscire presto dal mondo, come da un esilio di passaggio, trovava non piccolo aiuto nelle cose che sono nel mondo stesso (Gv 17,11). Infatti si serviva di esso come di un campo di battaglia contro le potenze delle tenebre (Ef 6,12), e nei riguardi di Dio come di uno specchio tersissimo della sua bontà (Sap 7,26). In ogni opera loda l'Artefice; tutto ciò che trova nelle creature lo riferisce al Creatore (Sap 8,6). Esulta di gioia in tutte le opere delle mani del Signore (Sal 91,5), e attraverso questa visione letificante intuisce la causa e la ragione che le vivifica. Nelle cose belle riconosce la Bellezza Somma, e da tutto ciò che per lui è buono (Cfr Gen 1,1) sale un grido: «Chi ci ha creati è infinitamente buono ». Attraverso le orme impresse nella natura, segue ovunque il Diletto (Ct 5,17) e si fa scala di ogni cosa per giungere al suo trono (Gb 23,3). Abbraccia tutti gli esseri creati con un amore e una devozione quale non si è mai udita, parlando loro del Signore ed esortandoli alla sua lode. Ha riguardo per le lucerne, lampade e candele, e non vuole spegnerne di sua mano lo splendore, simbolo della Luce eterna (Sap 7,26). Cammina con riverenza sulle pietre, per riguardo a colui, che è detto Pietra (1Cor 10,4). E dovendo recitare il versetto, che dice: Sulla pietra mi hai innalzato (Sal 60,3), muta così le parole per maggiore rispetto: «Sotto i piedi della Pietra tu mi hai innalzato». Quando i frati tagliano legna, proibisce loro di recidere del tutto l'albero, perché possa gettare nuovi germogli. E ordina che l'ortolano lasci incolti i confini attorno all'orto, affinché a suo tempo il verde delle erbe e lo splendore dei fiori cantino quanto è bello il Padre di tutto il creato. Vuole pure che nell'orto un`aiuola sia riservata alle erbe odorose e che producono fiori, perché richiamino a chi li osserva il ricordo della soavità eterna. Raccoglie perfino dalla strada i piccoli vermi, perché non siano calpestati, e alle api vuole che si somministri del miele e ottimo vino, affinché non muoiano di inedia nel rigore dell'inverno. Chiama col nome di fratello tutti gli animali, quantunque in ogni specie prediliga quelli mansueti. Ma chi potrebbe esporre ogni cosa? Quella Bontà «fontale», che un giorno sarà tutto in tutti, a questo Santo appariva chiaramente fin d'allora come il tutto in tutte le cose (1Cor 12,6). Preghiera O Dio nostro creatore, il mondo è stato creato dalla tua parola e Tu vedesti che era buono, ma oggi noi stiamo diffondendo morte e distruzione nell’ambiente. Concedici il pentimento per la nostra avidità, aiutaci a rispettare tutto ciò che Tu hai fatto. Insieme, desideriamo proteggere la tua creazione. Amen. QUINTO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla discriminazione e al pregiudizio sociale Nel quinto giorno si chiede che cessi ogni pregiudizio e discriminazione che segnano la nostra società. Come riconosciamo che la nostra dignità viene da Dio, così anche la nostra unità come cristiani testimonia l’unità di Colui che ha creato ciascuno di noi come creatura unica del suo amore. Il regno che siamo chiamati a costruire è un regno di giustizia e amore che rispetta le differenze poiché in Cristo siamo uno. Isaia 58, 6-12 Salmo 133(132), 1-4 Galati 3, 26-29 Luca 18, 9-14 Non abbandonare il proprio simile Come è bello e piacevole che i fratelli vivano insieme Uniti a Gesù Cristo tutti voi siete diventati un solo uomo Per alcuni che si ritenevano giusti Fonti francescane (2 Cel 191 - FF 777-778): eliminare ogni discriminazione fra maggiori e minori per creare unità 777 191. Fu suo desiderio costante e vigile premura mantenere tra i figli il vincolo dell'unità (Cfr Ef 4,3), in modo che vivessero concordi nel grembo di una sola madre quelli che erano stati attratti dallo stesso spirito e generati dallo stesso padre (Cfr Gb 34,14; Pr 23,22). Voleva che si fondessero maggiori e minori, che i dotti si legassero con affetto fraterno ai semplici, che i religiosi pur lontani tra loro si sentissero uniti dal cemento dell'amore. [778 Una volta raccontò loro questa parabola ricca di significato. «Ecco, supponiamo che si faccia un Capitolo generale di tutti i religiosi che sono nella Chiesa! Poiché vi sono dotti e ignoranti, sapienti ed altri che sanno piacere a Dio (Eb 11,6), pur essendo senza cultura, viene incaricato a parlare uno dei sapienti e uno dei semplici». Il sapiente riflette--non per niente è dotto!--e pensa tra sé (Cfr Mt 16,7): «Non è questo il luogo di fare sfoggio di dottrina, perché vi sono qui luminari di scienza, e neppure farmi notare per ricercatezza nell'esporre cose sottili fra persone di ingegno sottilissimo. Forse sarà più fruttuoso parlare con semplicità». Arriva il giorno fissato e si radunano insieme tutte le comunità dei santi (Cfr Est 8,11; Sal 110,1) assetate di udire il discorso. Avanza il sapiente vestito di sacco, la testa cosparsa di cenere (Cfr Gen 3,5; Lam 2,10) e, con meraviglia di tutti, predicando più con l'atteggiamento, dice brevemente: «Abbiamo promesso grandi cose, maggiori sono promesse a noi; osserviamo quelle ed aspiriamo a queste. Il piacere è breve, la pena eterna, piccola la sofferenza, infinita la gloria. Molti i chiamati, pochi gli eletti, ma tutti avranno la retribuzione!». Scoppiano in lacrime (Cfr Gen 43,30) gli ascoltatori col cuore compunto (Sal 108,17) e venerano come santo quel vero sapiente. «Ecco--esclama in cuor suo il semplice--questo sapiente mi ha portato via tutto ciò che avevo stabilito di fare e di dire. Ma so io cosa fare (Lc 16,4). Conosco alcuni versetti dei salmi. Farò io la parte del sapiente, giacché lui ha fatto quella del semplice ». Giunge la sessione del giorno dopo, il frate semplice si alza a parlare e propone come tema un salmo. E, infervorato dallo Spirito di Dio, parla con tanto calore, acume e dolcezza, seguendo il dono dell'ispirazione celeste, che tutti sono pieni di stupore ed esclamano giustamente: «Con i semplici parla il Signore»(Pr 3,32). 192. Dopo aver esposto la parabola, l'uomo di Dio la commentava così]: «La grande assemblea è il nostro Ordine, quasi un sinodo generale che si raccoglie da ogni parte del mondo sotto una sola norma di vita. In questo i sapienti traggono a loro vantaggio le qualità proprie dei semplici, perché vedono persone senza cultura cercare con ardore le cose celesti e, pur senza istruzione umana, raggiungere per mezzo dello Spirito la conoscenza delle realtà spirituali (At 11,28; Mt 16,23). «In questo Ordine anche i semplici traggono profitto da ciò che è proprio dei sapienti, quando vedono umiliarsi con loro allo stesso modo uomini illustri, che potrebbero vivere carichi di onori in questo mondo. Da qui -- concluse -- risalta la bellezza di questa beata famiglia, che per le sue molteplici qualità forma la gioia del padre di famiglia». Preghiera O Signore, aiutaci a riconoscere la discriminazione e l’emarginazione che reca danno alla società; dirigi il nostro sguardo e aiutaci a riconoscere i nostri pregiudizi. Insegnaci a bandire ogni disprezzo e a gustare la gioia di vivere insieme in unità. Amen. SESTO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla malattia e alla sofferenza Il sesto giorno ricordiamo in preghiera tutti coloro che soffrono e coloro che li assistono. I salmi ci svelano che anche il grido disperato, elevato a Dio nel dolore o nella rabbia, può essere un’espressione di profonda e fedele relazione con lui. La risposta compassionevole dei cristiani alla situazione di coloro che soffrono è una testimonianza del regno. Insieme le chiese cristiane possono fare la differenza ed aiutare ad ottenere per i poveri il sostegno, sia materiale che spirituale, di cui necessitano. 2 Re 20, 1-6 Salmo 22(21), 1-12 Giacomo 5, 13-15 Ricordati di me, o Signore! Perché mi hai abbandonato? Questa preghiera, fatta con fede, salverà il malato Marco 10, 46-52 Gesù gli domandò: Che cosa vuoi che io faccia per te? Fonti Francescane (LM 8.5 - FF 1142): tenerezza e compassione di Francesco verso tutti i sofferenti 1142 5. Si chinava, con meravigliosa tenerezza e compassione, verso chiunque fosse afflitto da qualche sofferenza fisica e quando notava in qualcuno indigenza o necessità nella dolce pietà del cuore, la considerava come una sofferenza di Cristo stesso. Aveva innato il sentimento della clemenza, che, la pietà di Cristo, infusa dall'alto, moltiplicava. Sentiva sciogliersi il cuore alla presenza dei poveri e dei malati, e quando non poteva offrire l'aiuto, offriva il suo affetto. Un giorno, un frate rispose piuttosto duramente ad un povero, che chiedeva l'elemosina in maniera importuna. Udendo ciò, il pietoso amatore dei poveri comandò al frate di prostrarsi nudo ai piedi del povero, di dichiararsi colpevole, di chiedergli in carità che pregasse per lui e lo perdonasse. Il frate così fece, e il Padre commentò con dolcezza: « Fratello, quando vedi un povero, ti vien messo davanti lo specchio del Signore e della sua Madre povera. Così pure negli infermi, sappi vedere le infermità di cui Gesù si è rivestito ». In tutti i poveri, egli, a sua volta povero e cristianissimo, vedeva l'immagine di Cristo. Perciò, quando li incontrava, dava loro generosamente tutto quanto avevano donato a lui, fosse pure il necessario per vivere; anzi era convinto che doveva restituirlo a loro, come se fosse loro proprietà. Preghiera O Dio, ascolta il tuo popolo quando grida a te nella malattia e nel dolore. Possano i sani renderti grazie per la loro salute, e intendano servire i malati con cuore amorevole e mani aperte. O Dio, fa’ che tutti noi viviamo nella tua grazia e provvidenza, divenendo una vera comunità che sana e ti loda insieme. Amen. SETTIMO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” I cristiani di fronte alla pluralità delle religioni Nel settimo giorno i cristiani, di fronte al pluralismo, pregano per la loro unità in Dio. Senza di essa sarebbe difficile costruire un regno di pace con uomini e donne di buona volontà. Isaia 25, 6-9 Salmo 117(116), 1-2 Romani 2, 12-16 Marco 7, 24-30 Egli è il Signore! Abbiamo riposto in lui la nostra fiducia Lodate il Signore, nazioni tutte! Sono giusti non quelli che ascoltano la Legge, ma quelli che la mettono in pratica Hai risposto bene. Torna a casa tua felice Fonti Francescane (Rnb 16 - FF 43-45): il modo di annunciare il vangelo 6 I frati poi che vanno fra gli infedeli, possono ordinare i rapporti spirituali in mezzo a loro in due 43 modi. 7 Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio (1Pt 2,13) e confessino di essere cristiani. 8 L’altro modo è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio 9 perché credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore e Salvatore, e 10 siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non rinascerà per acqua e Spirito Santo non potrà entrare nel regno di Dio (Gv 3,5). 11 Queste ed altre cose che piaceranno al Signore possono dire ad essi e ad altri; 12 poiché dice il 44 Signore nel Vangelo: Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli (Mt 10,32), 13 e: Chiunque si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando tornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli (Lc 9,26). 14 E tutti i frati, ovunque sono, si ricordino che hanno consegnato e abbandonato il loro corpo al 45 Signor nostro Gesù Cristo, e per il suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili, 15 poiché dice il Signore: Colui che perderà l’anima sua per causa mia la salverà per la vita eterna (Mc 8,35) (Lc 9,24). 16 Beati quelli che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,10). 17 Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15,20). 18 Se poi vi perseguitano in una città fuggite in un’altra (Mt 10,23). 19 Beati sarete, quando vi odieranno e vi perseguiteranno e vi bandiranno e vi insulteranno e il vostro nome sarà proscritto come infame e falsamente diranno di voi ogni male per causa mia; 20 rallegratevi in quel giorno e esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5,11-12) (Lc 6,22-23). 21 Dico a voi amici miei: non lasciatevi spaventare da loro e non temete coloro che uccidono il corpo e dopo di ciò non possono far niente di più (Mt 10,28) (Lc 12,4). 22 Guardatevi di non turbarvi. Con la vostra pazienza salverete le vostre anime. 23 E chi persevererà sino alla fine, questi sarà salvo (Mt 24,6) (Lc 21,19) (Mt 10,22). Preghiera O Signore Dio nostro, Ti ringraziamo per la saggezza che apprendiamo dalle Scritture. Infondici il coraggio di aprire il nostro cuore e la nostra mente al prossimo, ai vicini di altre confessioni cristiane e di altre fedi. Concedici la grazia di superare le barriere dell’indifferenza, del pregiudizio o dell’odio; donaci la visione degli ultimi giorni, quando i cristiani potranno camminare insieme verso la festa finale, quando le lacrime e il dissenso saranno superati attraverso l’amore. Amen. OTTAVO GIORNO: “Essere riuniti nella tua mano” Proclamazione cristiana della speranza in un mondo di separazione Le nostre intenzioni di preghiera si concentrano l’ottavo giorno, quando preghiamo che lo spirito delle Beatitudini vinca lo spirito di questo mondo. I cristiani testimoniano la speranza che tutte le cose possano essere rese nuove nell’ordine istituito da Cristo. Ciò permette ai cristiani di essere portatori di speranza e artefici di riconciliazione fra guerre, discriminazioni, e in tutti i contesti in cui gli esseri umani soffrono e la creazione geme. Ezechiele 37, 1-14 Salmo 104(103), 24-34 Apocalisse 21, 1-5a Matteo 5, 1-12 Aprirò le vostre tombe Rinnovi la faccia della terra Ora faccio nuova ogni cosa Beati siete voi... Fonti francescane (3 Cel 1 - FF 823 ): la speranza riposta nella propria debolezza 823 È da ammirare, inoltre, la fecondità della donna sterile (Cfr 1Sam 2,5). Sterile, ripeto e arida questa Religione poverella, perché ben lontana dal terreni umidi. Sterile davvero, perché non miete non ammassa nei granai non porta sulla strada del Signore una bisaccia ricolma (Cfr Mt 6,26; Lc 9,3). E tuttavia, contro ogni speranza, questo Santo credette nella speranza che sarebbe diventato erede del mondo e non considerò privo di virilità il suo corpo né sterile il seno di Sara, certo che la divina potenza poteva generare da essa il popolo ebreo(Rm 4,18.13,19; Gen 11,36). Questa Religione infatti non si sostiene con cantine ricolme, dispense abbondantemente fornite (Cfr Lc 12,24; Is 19,2), amplissimi poderi, ma dalla stessa povertà per la quale si rende degna del cielo, viene meravigliosamente alimentata nel mondo O debolezza di Dio, più forte dell'umana fortezza (1Cor 1,25), che porta gloria alla nostra croce e somministra abbondanza alla povertà! Preghiera O Dio ricco di grazia, Tu sei sempre con noi, anche in mezzo alle sofferenze e alle fatiche, e sarà così fino alla fine dei tempi. Aiutaci ad essere un popolo profondamente permeato di speranza, che viva le beatitudini e serva l’unità che Tu desideri. Amen.