Untitled - Rizzoli Libri
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K. Bromberg DRIVEN 2. Travolti dal sentimento Traduzione di Angela Lombardo e Raimondo Pugioni Proprietà letteraria riservata Copyright © 2013 K. Bromberg © 2016 Rizzoli Libri S.p.A. / Fabbri Editori, Milano ISBN 978-88-915-1760-9 Titolo originale dell’opera: fueled Prima edizione Fabbri Editori: ottobre 2016 Realizzazione editoriale: studio pym / Milano 2. Travolti dal sentimento A J.P. Grazie per la pazienza che hai dimostrato mentre io realizzavo il mio sogno di sempre. Tra l’altro, ormai non è più un passatempo… Prologo Colton Maledetti incubi. Sto sognando, lo so che sto sognando, allora come mai Rylee è dappertutto? Mi ruba i pensieri ogni minuto di ogni maledetto giorno, e adesso si è insinuata persino nel mio subconscio. Si è addentrata nelle profondità più oscure della mia anima facendomi credere che le mie ferite, aperte e infette da anni, potrebbero finalmente cicatrizzarsi. Penso che potrei avere davvero una ragione per guarire, per superare le mostruosità che si nascondono in me; forse persino l’abisso nero che ho nel cuore potrebbe imparare ad amare. Lei mi spinge ad andare oltre. Mi rende vulnerabile. Mi consuma. Mi fa vomitare dalla paura. Mi instilla dei pensieri che non dovrei avere. Scava nel buio che ho dentro e rende plausibile l’idea che esista per noi un futuro senza se e senza ma. Merda! Dev’essere veramente un sogno se mi ritrovo a riflettere su stronzate del genere. Quand’è che sono diventato una femminuccia? Becks mi farebbe il culo se lo sapesse. Forse la verità 9 è che ho solo bisogno di entrare di nuovo in lei. Di affondare nel suo corpo caldo. Di sentire le tette sode. La vagina stretta. Allora mi riprenderò e il mio cervello tornerà a funzionare. Una volta soddisfatto riuscirò a concentrarmi su altro, non su cavolate come i sentimenti. Forse sto così perché lei è nuova per me. In Rylee c’è qualcosa di talmente sensuale che mi fa impazzire. Mi accorgo di desiderare più i momenti che trascorriamo insieme prima di scopare che quelli mentre lo facciamo. Be’, più o meno. Lei non è come le solite ragazze che mi si buttano addosso in maniera sfacciata. Con lei è stato diverso fin dall’inizio, dall’istante in cui è sbucata da quello sgabuzzino per entrare nella mia vita. Nei miei sogni passa una sequenza velocissima di immagini. Quando ha alzato lo sguardo su di me con quegli occhi meravigliosi. Quando ho assaggiato il suo sapore. Quando ho osservato il suo sedere mentre se ne andava senza voltarsi indietro. Quando si è chinata su Zander, cercando di convincere quel bambino ferito a fidarsi di lei; lei seduta sulle mie gambe con addosso solo le mutandine e la mia maglietta preferita, sulla terrazza, ieri notte; quando la confusione e la rabbia lottavano sul suo viso splendido in ufficio di fronte alla mia offerta impossibile da rifiutare; davanti a me in lingerie di pizzo. Svegliati, Colton! Stai sognando. Svegliati e prenditi quello che vuoi. Ce l’hai proprio accanto: calda, invitante, erotica. Sono divorato dai ricordi della scorsa notte. Lei che mi guarda con i suoi occhi viola, i denti che mordono il labbro inferiore carnoso e il corpo che reagisce ai miei gesti e coman10 di. Il suo profumo inconfondibile di vaniglia e shampoo. Il suo sapore peccaminosamente dolce. Riesce a essere al contempo irresistibile, innocente, audace, il tutto racchiuso in un corpo sensuale e iperfemminile. Mi diventa duro soltanto a pensarci. Ho bisogno di un’altra dose di lei. Non mi basta mai. Almeno finché l’effetto novità non svanirà e me la lascerò alle spalle, come sempre. Perché affezionarsi a qualcuno che alla fine mi abbandonerà, che scapperà il più lontano possibile appena scoprirà le verità nascoste, il veleno che mi strozza l’anima? No, io sono fatto per i rapporti senza impegno. È l’unica cosa che voglio. L’unica cosa che posso accettare. Sento le mani di Rylee sul mio addome e ripiombo in quella sensazione. Sapere che quel calore stretto e bagnato è a portata di mano mi risveglia. Ancora pochi istanti e sprofonderò in lei dimenticando lo schifo che ho in testa. L’erezione si indurisce ancora di più, tanto da essere dolorosa. Mi irrigidisco nell’istante in cui mi accorgo che le braccia che mi stanno cingendo non sono morbide e lisce, né sanno di vaniglia come quelle di Rylee. Brividi di disgusto mi corrono lungo la schiena e mi scombussolano lo stomaco. La bile mi sale in gola. Il suo alito puzza di sigarette e alcol da due soldi, la sua eccitazione sta montando. Il grasso della sua pancia spinge contro il mio dorso mentre lui muove le dita grosse e spietate sul mio ventre. Stringo forte gli occhi: il battito martellante del mio cuore sovrasta ogni suono, inclusi i miei deboli lamenti di protesta. Spiderman. Batman. Superman. Ironman. Sono così affamato e debole per la mancanza di cibo da 11 quando mamma è partita per il suo ultimo «viaggio» che mi impongo di non opporre resistenza. Lei ha detto che se mi comporterò da bravo bambino e farò quello che mi chiedono entrambi otterremo qualcosa. Se faccio questa cosa lei mi amerà; lui le darà la sua dose di «Mamma sta bene» e io potrò avere la mela mezza mangiata e il pacchetto di cracker che lei ha scovato da qualche parte e ha portato a casa. Mi viene l’acquolina in bocca all’idea di mettere qualcosa sotto i denti dopo giorni. Spiderman. Batman. Superman. Ironman. Devo solo fare il bravo. Devo solo fare il bravo. Mi ripeto questo mantra e intanto la sua mandibola barbuta mi gratta il collo. Cerco di soffocare i conati di vomito. Lui mi grugnisce nell’orecchio – la mia paura lo eccita – mentre le lacrime iniziano a sgorgare: scorrono lungo il viso per cadere sul materasso ammuffito che la mamma ha appoggiato sul pavimento. Non devo resistergli, anche se il suo coso si indurisce e preme contro il mio sedere. Ricordo fin troppo bene cosa succede se ci provo. Chissà se esiste il dolore dopo la morte. Spiderman. Batman. Superman. Ironman. «Ti amo, Colty. Fallo per la mamma, così ti amerò ancora di più, okay? Un bravo bambino fa qualsiasi cosa per la sua mamma. Qualsiasi cosa. Amare significa fare cose del genere. Se mi vuoi davvero bene, e sai che io te ne voglio, farai questa cosa così la mamma si sentirà di nuovo meglio. So che hai fame. Anch’io. Gli ho detto che stavolta non ti saresti opposto, perché ami la tua mamma.» La sua voce implorante mi tormenta. So che posso urlare quanto voglio, lei non aprirà mai la porta per aiutarmi, nono12 stante sia seduta là dietro. So che sente le mie grida – il dolore, il terrore, la perdita dell’innocenza –, ma è talmente annebbiata dall’astinenza da divenire insensibile. Le serve la droga che lui le darà appena avrà finito con me: il suo pagamento. Le interessa soltanto quello. Spiderman. Batman. Superman. Ironman. Spiderman. Batman. Superman. Ironman. Ripeto di nuovo i loro nomi, pregando che uno di questi supereroi arrivi a salvarmi per combattere contro il male. «Dimmelo» grugnisce. «Dillo, altrimenti ti farà più male.» Mi mordo il labbro e sento il sapore metallico del sangue. Lui mi stringe forte. Fa malissimo. Crollo: «Ti voglio bene… ti amo, ti amo, ti amo…». Il suo respiro accelera per l’eccitazione che gli provocano le mie parole. Le sue dita ruvide trovano l’elastico delle mie mutande consumate e le strappano. Tremo violentemente perché so cosa accadrà dopo. Una mano si chiude sull’inguine, l’altra invece mi sta spalancando le gambe da dietro. Spiderman. Batman. Superman. Ironman. Non posso. Scalcio con rabbia. Colpisco alla rinfusa e balzo fuori dal letto per scappare. La paura mi divora, lui intanto si alza dal materasso macchiato e mi si avvicina con una smorfia in faccia e il desiderio negli occhi. Mi sembra di sentire chiamare il mio nome, però la mia mente è confusa. Cosa ci fa lei qui? Deve andarsene o lui le farà del male. No, cazzo! A Rylee no! I miei pensieri scomposti le urlano di correre, di andarsene via, ma non riesco a far uscire le parole. «Colton.» 13