n. 36 luglio 2009
Transcript
n. 36 luglio 2009
Newsletter di aggiornamento sui progetti di Amici dei Bambini n. 36 luglio 2009 “Il Cappello di Guguzza” racconta le avventure di un piccolo ragazzino di nome Guguzza. Questa fiaba ci insegna che facendo piccole cose possiamo riscaldare tanti cuori e contribuire al miglioramento di tante vite. Per riscaldare le nostre anime, invece, dobbiamo aprire il cuore all’accoglienza. Un cappello può difenderci dal freddo, ma solo l’accoglienza può sciogliere il ghiaccio dell’abbandono. Ritornare figlio I progetti di reintegrazione familiare e sociale VERSO LA FAMIGLIA Il diritto a tornare in famiglia Progetto Verso la Famiglia – Chisinau Le storie dei nostri beneficiari raccontate da loro stessi … Partecipiamo alle conferenze A Bruxelles sono arrivato senza problemi. Ho avuto l’alloggio presso l’albergo “Centralle”. Alla conferenza svoltasi nella prima metà della giornata, ho avuto la possibilità di conoscere qualche cosa sui paesi che fanno parte della rete Il Melograno, tra i quali: Moldova, Francia, Lettonia, Romania, Bulgaria ecc. Ho scoperto anche quali sono i problemi quotidiani che riscontra la gente di questi paesi. Alla conferenza si è parlato inoltre, delle adozioni internazionali e della possibilità di una coppia (ad esempio statunitense) di adottare un bambino in Romania o Moldova. Dopo aver sentito questi discorsi, mi sono convinto che si tratti di una realtà molto dura… Mi riferisco al fatto che le possibilità, per questi bambini, di trovare una famiglia, sono minime rispetto a qualche anno fa. E questo perché può andare in adozione internazionale solo un bambino che non ha nessuna chance nel suo paese. Trattasi di bambini invalidi, con malattie croniche oppure bambini con handicap. Ciò mi rattrista molto, perché dall’esperienza personale so quali sono i tormenti ed i drammi di quei bambini che non hanno problemi di salute, ma che, seppure senza alcuna colpa, hanno avuto la sfortuna di essere abbandonati in un istituto… Cosa se ne fa di loro? Cosa rimane di quei loro desideri ardenti di “incontrare, forse, un giorno”, le loro famiglie e di vivere con una sorella o un fratello, con cui condividere gioie e tristezze? Poi si è parlato dell’allargamento della rete Il Melograno e dei benefici della sua esistenza, vista la possibilità di cambiare in bene i destini di questi poveri bambini. Nella seconda metà della giornata ho potuto ascoltare le opinioni dei rappresentanti delle associazioni che fanno parte di questa rete. Tra i presenti potrei nominare il Presidente dell’Associazione Amici dei Bambini: Signor Marco Griffini, il Presidente dell’Associazione romena “Angel”, con sede a Bucarest : Signore Eugen Lucan. Sono contento per l’occasione incredibile che ho avuto di essere presente in quel posto, in momento e di conoscere tantissime cose interessanti sui miei coetanei degli altri paesi. Per questo devo ringraziare Dio. Un grazie immenso anche all’Associazione Ai.Bi, che può fare dei cambiamenti molto importanti per i bambini del nostro paese e di tutto il mondo. GRAZIE DI CUORE PER TUTTO QUELLO CHE FATE NEI MIEI CONFRONTI!!!!!!!!!!!!! Con affetto e rispetto Stefan Panfil Beneficiario del Gruppo “Care Leavers” Ritornare figlio MEDIAFRIENDS Il diritto alla famiglia, al gioco e all’istruzione Progetto Mediafriends Balti Le impressioni dei nostri volontari in formazione … Figli di nessuno Ognuno di noi ha dei momenti in cui desidera confessare le proprie gioie e preoccupazioni. E quando la persona con cui desideriamo confessarci non si trova vicino a noi, prendiamo un pezzo di carta e mettiamo giù tutto quello che abbiamo nel cuore. Lo fanno tutti: adulti, adolescenti, bambini, indipendentemente della situazione economica o posizione sociale. Un giorno ero al Centro d’Accoglienza di Balti e quando stavo per uscire dalla classe, vidi in un angolo un pezzettino di carta che, nonostante fosse piegato, lasciava trasparire un testo all’interno. Probabilmente avrei dovuto lasciarlo laggiù e continuare il mio cammino, ma quella scrittura particolare mi ha suscitò una gran curiosità e quindi, finii per cedere alla lettura di quel foglietto abbandonato che ora voglio condividere con voi. „Finalmente silenzio, non dobbiamo più scappare, non dobbiamo più nasconderci. Siamo nella casa dei nonni, ora io e mia sorella siamo al sicuro. Lei dorme tranquilla ma, poverina, trasale di volta in volta, e questo mi fa capire che, probabilmente, la sua piccola anima è imprigionata dalle paure … saranno le paure che sente durante il giorno? Oggi i nostri genitori si sono ubriacati di nuovo. La mattina sembrava che ci aspettasse una bella giornata, nonostante io abbia avuto tutto il giorno una certa ansia. Mi sono abituato a sentire, con un po’ di anticipo, quello che succede ed ho paura per quello che ci porterà l’indomani. Amo i miei genitori, ma allo stesso tempo sento di odiarli. Loro si dimenticano spesso di noi, a volte mi pare che la mamma ci ami e ci voglia molto bene e questo finché non si trova davanti alla bottiglia di vodka. Poi il suo volerci bene sparisce… Il giorno è cominciato molto bene …nessuno di loro aveva ancora consumato bevande alcoliche, il papà ci ha anche sorriso più di una volta. La sera invece, è venuto da noi un vicino di casa. Lui viene molto spesso da noi, quasi ogni giorno, ed ha sempre con se bevande alcoliche. Ho cominciato a sentire più intensamente il pericolo dopo il primo bicchiere di alcol che tutti e tre hanno consumato. Ho sentito di aver perso, i miei genitori dopo quel bicchiere: entrambi ci guardavano ma non ci vedevano … i loro occhi non erano più così chiari come la mattina. Per questo, noi bambini ci dobbiamo nascondere sempre, ovvero stare zitti da qualche altra parte, per non dar fastidio. Anche oggi io e Nina siamo rimasti zitti, in un angolo della stanza, senza nemmeno rivolgerci una parola. Ad un certo punto, il mio sguardo ha incontrato lo sguardo del nostro vicino che guardava Nina con un certo interesse. L’ho sentito dire al mio babbo che, da grande, Nina avrebbe conquistato le anime di tantissimi ragazzi e che nonostante abbia solo 9 anni, già sembra una signorina attraente. Mi sono sembrate strane queste sue parole perché a me Nina, al contrario, sembra troppo timida per una bambina della sua età. Nel momento in cui ha sentito il vicino che parlava di lei, Nina si è avvicinata a me e dallo sguardo che aveva, ho capito lo spavento che provava e ho sentito quel grido di aiuto che non osava esprimere in parole. Poi ho visto mio padre diventare tutto rosso in faccia dall’ira e avvicinarsi a noi gridando e bestemmiando, umiliandoci con brutte parole e minacciando che non avrebbe mai accettato di mantenere una prostituta in casa sua. A quel punto sentivo i battiti forti del cuore di Nina che si aspettava spaventatissima di essere picchiata… non era per la prima volta che succedeva… Non ho potuto sopportare più quel comportamento, mi sono alzato in piedi ed ho spinto il papà, il quale, ubriaco, non è stato in grado di mantenere l’equilibrio ed è caduto per terra. A quel punto è intervenuta anche la mamma, che ha cominciato a picchiarmi coi pugni ed insultarmi per essere andato contro la parola del genitore. Per qualche momento sono rimasto disorientato: intorno a me urli, bestemmie, pianti e quello che mi faceva stringere di più il cuore era il pianto di Nina. In quel momento di perdita e di disperazione l’unica cosa che ho visto è stata la porta nella quale ho posto tutte le nostre speranze di salvezza. Non ricordo più come siamo usciti… Tutto quello che sentivo durante quella corsa infernale fino al raggiungimento della casa della nonna, era il fango freddo e la pioggia che appesantiva ancora di più il nostro movimento. Quanto sono buie le notti autunnali e come fa freddo! Con tutto questo abbiamo continuato a vagare al buio nel silenzio, a piedi nudi e coi pochi stracci che avevamo addosso. Quando siamo arrivati a casa della nonna, era passato un quarto dopo la mezzanotte. La nonna stava per chiudere il cancello per andare a letto. Poverina, era talmente stupita che, senza rendersene conto, si è fatta il segno della croce. Forse l’episodio di oggi non sarebbe successo se il nonno avesse accettato di accoglierci nella loro casa. Lui dice che anche se avessero le risorse economiche per mantenerci, non sarebbero andati contro i nostri genitori. Ormai sono passate le 3.00 di mattina. Tutti sono calmi. Silenzio. Si dorme. Io invece, non riesco a dormire: ho paura che presto verranno i genitori a prenderci e portarci in quella casa sporca, della quale si è impadronito l’odore fresco dell’alcol. Chissà come sarà domani? Non voglio tornare a casa, ma sono sicuro, i nonni ci convinceranno di tornarci. Fossi da solo scapperei… non so ancora dove. Ma c’è anche Nina e non la posso lasciare da sola. Aiutami, Signore, ho bisogno della tua protezione! Scioglimi le paure!” Ho capito subito chi era l’autore di questo messaggio e mi sono resa conto anche che questa non era una pagina del diario rotta e caduta a caso per terra… Era stata lasciata appositamente, nella speranza che qualcuno leggesse questo “grido” disperato di aiuto e desse una mano a questi bambini, ormai diventati adulti a soli 9 e 11 anni. In seguito all’intervento degli organi di Polizia, i bambini sono stati presi la sera stessa dalla casa dei nonni e portati al sicuro, nel nostro Centro d’Accoglienza… Daniela Chiriac Assistente sociale Mediafrinds, Istituto di Balti Progetto Mediafriends Straseni Le storie dei beneficiari raccontate dai nostri assistenti sociali … Una famiglia per ogni bambino Tutti abbiamo una famiglia in cui siamo cresciuti ed abbiamo vissuto, passo dopo passo, i primi miracoli della vita. Purtroppo, avere una famiglia è ancora un desiderio che tanti bambini istituzionalizzati non hanno privato e sperano in silenzio che un giorno possa essere esaudito. Diverse volte vi abbiamo parlato di Alexandru, un bambino bellissimo che, a sol idue anni di vita, è stato istituzionalizzato ed ha quindi vissuto l’esperienza amara dell’abbandono. Il suo bisogno di avere una famiglia era ben visibile, soprattutto nei momenti di malattia o di tristezza, quando si avvicinava alla foto della sua sostenitrice e le parlava. Per 5 anni, Alexandru ha vissuto in istituto ed è stato sempre un bambino molto bravo ed amichevole. Quest’anno è stato iscritto a scuola, nella prima elementare. È il primo della sua classe ed è sempre desideroso di studiare. Nei rapporti con i suoi compagni si dimostra molto aperto e sincero. I momenti più duri, invece, sono quelli in cui il piccolino rimane solo in istituto, mentre gli altri bambini tornano nelle loro famiglie durante le vacanze e per le feste. Un bel giorno, è arrivata in istituto una famiglia che voleva adottare un bambino e quando i loro sguardi si sono incontrati con quello di Alexandru, hanno saputo da subito chi sarebbe diventato loro figlio. Presto si è creato tra loro un legame molto forte e si capivano benissimo, nonostante gli incontri tra bimbo e futuri genitori siano stati pochi. Ma Alexandru capiva che quella era e doveva diventare la sua famiglia. Il primo weekend in cui il bambino è stato con la famiglia è stato il momento più felice della sua vita! Un giorno vissuto tutto d’un fiato, un giorno come un sogno dal quale non avrebbe voluto svegliarsi. Al ritorno sapeva già di avere una mamma e si sentiva più simile agli altri bimbi dell’istituto che avevano a casa una mamma ed un papà. La domenica, quando si sono salutati, la separazione è stata molto dura per la mamma, che orma si sentiva madre a pieno diritto e non voleva lasciar andare il suo piccolo neanche per quel breve periodo necessario per ultimare tutti i documenti per l’adozione. Alexandru si trova già nella sua nuova casa. La Pasqua è stata la sua prima festa trascorsa insieme ai genitori. “Si sta bene a casa!!” dice spesso Alexandru. È molto felice perché il suo sogno è stato esaudito! Tatiana Dogotari Assistente sociale Istituto di Straseni Progetto Mediafriends Carpineneni Le storie dei beneficiari raccontate dai nostri assistenti sociali … Due ali per i genitori all’estero Sole! Caldo! Primavera! Intorno è tutto molto bello. Pure gli alberi portano i vestiti della festa coperti di bellissimi fiori bianchi. L’odore primaverile dei primi fiori apparsi si è diffuso dappertutto, mentre sotto le grondaie degli edifici, sono tornati gli uccellini ad occupare nuovamente i nidi abbandonati qualche mese prima. Oltrepassando mari e paesi, montagne e colline, da migliaia e migliaia di chilometri distanza, le rondini sono tornate “a casa”, al “nido materno” per crescervi un’altra generazione di pulcini... Così, come gli uccelli migratori, anche i genitori torneranno dai loro bambini, abbandonati negli istituti, lasciati a vicini di casa o a loro stessi… “Torneranno!” – è il grido di speranza dei piccoli, perché “i loro cari li aspettano!”. Lo diceva David, perché da anni, ormai, aspettava questo benedetto giorno. David faceva la terza elementare presso la scuola dell’istituto nel quale è stato accolto dopo la partenza della madre all’estero. Il piccolino, anno dopo anno, riponeva le sue speranze nel suono dell’ultimo campanello che segnava la fine dell’anno scolastico, perché il ritorno della mamma avrebbe potuto coincidere proprio con quel momento, che preannunciava l’inizio alle vacanze estive! Ed allora sarebbe stata festa! “Perché ogni giorno trascorso con la mamma è un’occasione di festa vera e propria” – diceva David mentre appoggiava ancora una volta la sua guancia alla finestra, nella speranza che tra la gente che passava fuori dall’internat, potesse vedere la sua cara mamma che stava tornando da lui. Ma tante altre guance si appoggiano tutti i giorni dell’anno alle finestre fredde dell’internat, guance di bambini come David che aspettano e sperano con tutto il loro cuore il ritorno dei genitori, spesso scomparsi senza alcuna notizia! Speriamo e vogliamo che al più presto ci possa essere una giornata di festa per ciascuno di questi cuccioli abbandonati che sono ancora speranzosi di rivedere il volto caro di mamma e papà! Finalmente è arrivata l’estate! Questa è una stagione assai attesa sia dai grandi che dai piccoli. Arrivati a fine anno scolastico, i grandi non vedono l’ora di prendere le ferie, anticipando il periodo di riposo sulle spiagge, od in cima ai monti, oppure dedicandosi ai lavori domestici e, non per ultimo, ai momenti di riposo in famiglia, rimandati da tanto tempo o quasi dimenticati. I piccoli invece, aspettano l’estate, perché coincide con il periodo della grande vacanza, quando si va in colonia, si gioca tutto il giorno senza essere costretti a rientrare per finire i compiti, si sta in campagna dai nonni e, la cosa più importante, si sta con la propria famiglia. Tornando al nostro piccolo David, il bimbo disciplinato e molto amichevole, dalle guance rossastre, quasi sempre appiccicate alla finestra dell’istituto, che riponeva le sue speranze nel suono dell’ultima campanella…. Siccome è stato bravo durante l’anno, David è stato nominato il premo della classe. Alla riunione generale, come di solito avviene il 25 di maggio di ogni anno, David ha ricevuto il diploma di merito che attestava le sue ottime capacità intellettuali ed il comportamento esemplare dimostrati durante l’anno scolastico. Il diploma gli è stato consegnato nella presenza di sua madre che, tornata da poco dall’estero, ha voluto fare una sorpresa al piccolino e non si è fatta vedere fino al momento della consegna del diploma, momento che è stato accompagnato anche dalla bella notizia che il bambino sarebbe tornato a casa non solo per il periodo delle vacanze, bensì per sempre. È stata una vera e propria esplosione di emozioni per il piccolo David che, con gli occhi scintillanti e con le guance ormai rosse dall’emozione saltava in su dalla gioia, correva e non smetteva di gridare “Vado a casa! Vado a casa!!!”. Non era più quel bambino tranquillo che, una volta stava con lo sguardo triste e con le guance appiccicate alla finestra in attesa della mamma. Era il bambino che ha ritrovato lo spirito dell’infanzia, era il bambino che aveva appena ritrovato sua madre! La gioia di questo bambino con i buchi nelle guance, ha avvolto tutti i presenti nella sala e presto è diventata anche la loro gioia, anche se tanti dei bambini sapevano che per loro “l’estate” non era ancora cominciata. Come nel caso di David, continueremo a lavorare con gli altri bambini e, soprattutto, con i loro genitori e speriamo di far arrivare “il sole dell’estate”, anche se un po’ più tardi, in quelle piccole anime dei bimbi rinchiusi ancora tra le pareti buie dell’istituto. Nina Secrieru, Assistente sociale MF, Istituto di Carpineni Progetto Mediafriends Falesti Le storie dei beneficiari raccontate dai nostri assistenti sociali … L’essere genitori L’amore è uno dei passi più importanti nella trasformazione dell’essere umano da organismo solo biologico a sociale e da questo ragionamento si crede che i bambini siano il frutto dell’amore. Purtroppo, quando guardo i bambini istituzionalizzati di cui ci siamo presi carico, mi rendo conto che i loro genitori non hanno ancora compreso e fatto proprio l’amore di cui parlo e sono ancora gli istinti primari a dominare la loro ragione e il loro animo. Vi presentiamo la storia di Aliona Mesina, madre di due bambini – Dorin (5 anni) e Mihai (3 anni). La signora è una brava madre che, nonostante tutte le difficoltà, fino all’istituzionalizzazione dei piccoli si è presa molta cura di loro ed ha fatto tutto il possibile per assicurar loro una vita dignitosa. Purtroppo, il suo stato di salute è peggiorato molto ultimamente e non avendo al suo fianco un parente disponibile ad aiutarla, è stata costretta ad istituzionalizzare i due bambini. È passato un anno e mezzo da quando i piccoli non vivono più con la madre. Durante questo periodo lei li ha visitati in istituto ed ogni tanto i piccoli tornano a casa per passare un po’ di tempo in famiglia. Ma la casa di proprietà dei nonni non ha sempre le porte aperte per questi piccoli. I nonni si sono rifiutati persino di ricevere qualsiasi aiuto da parte nostra che volevamo collaborare per far tornare i bimbi a casa. Nonostante ciò, Aliona è molto decisa ad andare avanti e lottare per i propri figli. Pertanto ha provveduto a risolvere i problemi legati alla dimora e spera che un giorno potrà riprendere i piccoli a casa con sè. Intanto ha consultato anche un medico russo il quale ha diagnosticato ad Aliona l’ipermetropia che, se non trattata, potrebbe avere conseguenze gravi. Quindi, la donna ha subito cominciato a preparare la documentazione per la partenza per Mosca insieme ai due ragazzini. Per le pratiche, Aliona ha usufruito di servizi giuridici messi a disposizione dall’associazione e prima di partire ha ricevuto il nostro supporto informativo. I bambini, ancora in istituto, nonostante la loro tenera età, hanno dimostrato di essere molto autonomi e sicuri di loro stessi. La loro maturità psicologica è visibilmente superiore a quella degli altri bambini anche di quelli più grandi. Ma al di là della loro indipendenza, abbiamo notato un grande bisogno di amore ed affetto genitoriale. La distanza dai i loro cari li ha resi ancora più freddi e distanti, ma nei momenti di sincerità si è notata la debolezza e il bisogno d’amore che riempie i loro cuori. Con il passar del tempo, le visite a casa erano sempre più frequenti e, per non farli sentire mai soli, la madre ospitava anche altri bambini dell’istituto così, nei pochi momenti di ritrovo, la casa si riempiva di risate e bambini gioiosi. I bambini rappresentano l’eternità, ovvero la nostra continuità, in quanto sono parte di noi stessi. Non a caso si dice che il legame tra i genitori ed i figli è il legame più forte. Sono questi i genitori – le persone che si prendono cura dei bambini fino al tramonto della propria vita, anche quando il “bambino” ha più di sessanta anni ed il genitore più di ottanta. Tatiana Lupu Assistente Sociale Istituto di Falesti Ritornare figlio I progetti di reintegrazione familiare e sociale VERSO LA FAMIGLIA Il diritto a tornare in famiglia Progetto Verso la Famiglia – Leova Le storie dei beneficiari raccontate dai nostri assistenti sociali …. Il sogno di Maria Non esiste niente di più importante e cristiano che crescere in una famiglia accanto ai propri cari, godere dell’amore dei genitori, ammirare all’alba la nascita del sole, emozionarsi al bacio di buona mattina... E’ tanto piacevole crescere insieme ai coetanei vicini nel villaggio natale, essere uguale ai compagni di scuola, ai bambini del sobborgo che, grazie agli scherzi ed ai giochi ti arricchiscono la vita, la rendono più interessante e facile e ti regalano molti momenti indimenticabili. Però, ogni tanto la sorte ci mette alla prova... Così è successo anche in famiglia Botosan dove sono nati tre bambini Maria, Iulian e Vladimir. La mano della sorte ha modificato le cose, ma non a favore dei bambini. Loro padre è morto e la madre ha scelto di seguire una via più facile, una via nella quale non ha voluto farsi accompagnare dai figli. Così Maria, che è una bambina generosa e delicata, è stata istituzionalizzata nell’internat di Leova dove si è ambientata difficilmente. Ogni giorno aspettava il ritorno della madre. Dal momento della sua istituzionalizzazione è passato tantissimo tempo e la madre non è venuta in istituto neanche per visitare la figlia. L’unica gioia e carezza per Maria è sua zia. Sebbene i loro incontri siano rari, il calore ricevuto durante la visita è conservato per molto tempo. Gli attimi piacevoli regalati da sua zia aiutano Maria a credere nel futuro, sperare che il sogno di vedere sua madre si realizzi, di ricevere un consiglio, di essere amata ed aspettata, di confidarsi perché una ragazza ha molte cose da confessare a sua madre. L’ammiro spesso come gioca insieme agli amici o alle bambole ed ogni volta osservo che il ruolo che assume è quello di una madre premurosa, tenera e dolcissima. Parla con le bambole così come parlerebbe alle proprie figlie: “Come stai mia cara? Hai bisogno che ti stia accanto? Non ti preoccupare – sono con te, e non ti lascerò mai!” Tutto questo mi fa pensare che da grande, Maria sarà una buona madre, capace di amare, che non farà mai quanto ha fatto sua madre. Cocervei Severina Istituto di Leova Altro… Qui abbiamo pensato di scrivere le storie che non possono essere inserite in nessun progetto, ma che ci colpiscono lo stesso … Il sogno di stare in piedi Sergiu è venuto al mondo 10 anni fa, dalla maternità di Chisinau. Purtroppo, sin dai primi giorni di vita, al bambino è stata diagnosticata una paralisi cerebrale infantile. Sua madre era infetta dall’AIDS e quando le è stata comunicata la diagnosi del bambino, lo ha abbandonato e da allora non si è più fatta sentire. Dopo un mese Sergiu è stato trasferito in stato grave, all’Ospedale Clinico Municipale e Li ha passato un anno e quattro mesi, finché è stato accolto sotto la tutela della Fondazione “Salvati Copiii” Moldova, ove è stato ospitato presso la Casa Aschiuta. È seguito poi un periodo di varie analisi mediche, in Francia, tra le quali il test per la Sindrome Immuno – Deficitaria, che è risultato negativo, ma le preoccupazioni da parte del personale della Casa, per il piccolo Sergiu, sono state sciolte solo dopo altri tre anni, quando il test è stato ripetuto ed in seguito riconfermato il risultato di prima. Nel frattempo, il bambino è stato ricoverato più volte in ospedale per vari trattamenti, ma vista la vulnerabilità del suo organismo, Sergiu si ammalava spesso e questo rendeva ancora più deboli le condizioni della sua salute. Ciò ha portato ad un ritardo nello sviluppo psico - fisiologico del bambino. Nonostante avesse un anno e mezzo, il piccolino non era capace neanche di girarsi dalla pancia sulla schiena, cosa specifica per i bambini di 3 mesi. Ma essendo circondato dall’amore e dal supporto del personale della Casa Aschiuta, che voleva tanto bene a Sergiu, il piccolino ha cominciato a fare alcuni progressi. Prima di tutto, non appena le condizioni di salute sono migliorate, Sergiu è stato iscritto ad un programma di recupero cinesi-terapeutico e psicologico e ciò è stato il motivo per il trasferimento definitivo del bambino nella Casa Aschiuta, che era ormai diventata la sua casa. A due anni e cinque mesi, accompagnato da uno dei dipendenti della casa, cui il bimbo si sentiva particolarmente legato, Sergiu ha cominciato a frequentare un centro di ricupero per i bambini disabili. Dopo un anno, i risultati raggiunti dal bambino erano molto buoni e questo ha favorito la sua iscrizione presso un altro centro specializzato nell’offrire assistenza ai bambini come Sergiu. Grazie alla presenza di specialisti stranieri, che oltre a lavorare con il bambino, offrivano anche corsi d’istruzione per le persone accompagnatrici dei bambini e/o degli adulti disabili. In tal modo, il programma di riabilitazione di Sergiu è stato prolungato e, grazie all’impegno costante e molto assiduo della signora che si occupava di lui, il piccolo è riuscito a fare grossi progressi, durante gli anni, nel processo di riabilitazione, così che a sei anni Sergio era capace di muoversi da solo, aiutandosi con una bicicletta speciale. È riuscito inoltre ad avere l’equilibrio per mantenersi ed ha sviluppato anche la forza nelle mani, non solo per poter mangiare, ma anche giocare e svolgere altre azioni ed esercizi. Più tardi, grazie all’iscrizione in un progetto di sostegno sociale e materiale, è stato possibile l’inserimento di Sergiu in una famiglia. È proprio da qui che la crescita di Sergiu ha conosciuto cambiamenti notevoli. Il bambino ha cominciato a pensare diversamente, ha ripreso la fiducia ed è diventato molto aperto nei confronti di chi gli voleva molto bene. Dopo due anni e mezzo, l’organismo del bambino era pronto per il primo intervento, che si è svolto nella città di Tula. È stato un intervento, ovvero una terapia con laser, in seguito alla quale sono diminuiti gli spasmi ed è migliorata anche la pronuncia delle parole. Tale intervento è stato fatto grazie al sostegno di alcuni sponsor locali e stranieri. Insieme alla crescita, sono apparsi, purtroppo, alcuni problemi legati al peso del bambino, per cui Sergiu è dovuto tornare al Centro di recupero. Ma vista la crisi economica, il centro ha diminuito le ore di lavoro con i bambini ed il programma di recupero sta per finire. In queste condizioni, il bambino rischia di essere istituzionalizzato in una struttura per i ragazzi con disabilità sia fisiche che psichiche – l’unica in Moldova. Purtroppo, per mancanza di spazio abitativo, la signora che seguiva il bambino e che voleva istituire la tutela, è stata rifiutata dagli organi di tutela e quindi, il rischio che il bambino venga inserito nella suddetta istituzione è ancora più grande, questo nonostante gli anni trascorsi in famiglia, il ricupero del bambino e il suo legame e affetto verso le persone che (anche se non sulla carta), sono ormai diventati i suoi genitori. Durante gli anni è stata valutata la possibilità dell’istituzione della tutela, ma solo se la famiglia che sarebbe stata disposta a farlo, avesse avuto un appartamento di 3 stanze. Un’alternativa era quella infatti, di trasferirsi, insieme alla famiglia, nella casa ereditata dalla potenziale madre, nella campagna, ma le circostanze e le condizioni abitative nel villaggio non avrebbero permesso al bambino di frequentare il Centro di riabilitazione e neanche gli avrebbe offerto la possibilità di fare nei tempi indicati tutte le cure mediche con gli interventi speciali degli specialisti. In più, per i genitori, trovare un lavoro che potrebbe coprire tutte le spese è quasi impossibile, soprattutto se si tratta delle zone rurali. Attualmente il bambino frequenta la seconda classe ed è seguito con molto amore dalla sua “famiglia”. Nonostante non abbia ancora i materiali necessari per svolgere a casa i corsi di terapia, Sergiu è contento che ci sono persone che gli stanno accanto e non lo abbandonano proprio in questi momenti di crescita e della sua maturazione. Il ragazzo ha compiuto ormai 10 anni e si sta avvicinando al suo secondo intervento, sempre a Tula, in seguito al quale, si presuppone, che Sergiu sarà in grado di muoversi. Purtroppo la famiglia non è riuscita ancora a raccogliere tutta la somma di 700 euro. Ad ora, grazie alla generosità degli impiegati del Centro di ricupero, sono stati raccolti solo 350, ma l’altra metà della somma è ancora un sostegno insperato per la famiglia. Nonostante siano tanti i soldi che vogliamo raccogliere e nonostante la crisi economica che colpisce tutti, non vogliamo rinunciare all’idea di far camminare il bambino e non vogliamo togliergli la sua speranza. Insieme possiamo essere una forza come lo siamo stati anche in altri casi di successo. Per coloro interessati a contribuire in qualsiasi modo, lasciamo i nostri dati di contatto: Associazione Amici dei Bambini Via Marignano 18 - 20098 Mezzano di San Giuliano Milanese (Milano) Apertura: da Lunedì a Venerdì 9.00 - 18.00 Tel.: 02988221 Oppure rimaniamo disponibili all’indirizzo di posta elettronica locale in Moldova: [email protected] Amici dei Bambini Moldova Via Constantin Stere, 1 MD – 2009 Chisinau Tel.: +373 22 23 21 12 Tatiana Cociaş Resp. Ufficio Stampa Amici dei Bambini Moldova _________________________________________________________________________________ INVIO CORRISPONDENZA Negli ultimi mesi si sono purtroppo verificati spiacevoli inconvenienti nell’invio di corrispondenza in Moldova e alcuni pacchi sono stati rimandati al mittente. Visto che il nostro ex collaboratore - Mihai Gavrilita, che ritirava la posta ed il cui nome portava la casella postale, non lavora più con noi, tutta la corrispondenza che arriva per i bambini dei nostri progetti dovrà essere, da adesso in poi, indirizzata a: Associazione Amici dei Bambini, Moldova Cutia Postala nr. 418 2004 Chisinau. Tutta la corrispondenza deve comunque riportare il nome e l'indirizzo del mittente. L'indicazione del nominativo del minore o del progetto a cui consegnare la corrispondenza vanno invece messi all'interno del pacco o della busta. Vi chiederemmo inoltre di non inviare pacchi superiori ai 2 kg in quanto oltre questo peso si verificano spesso problemi di sdoganamento non sempre risolvibili e comunque la tassa da pagare al ritiro del pacco supera di molto il valore del suo contenuto. Ringraziandovi per la comprensione, ci auguriamo così di ovviare ai disagi che si sono venuti a creare. La Newsletter “IL CAPPELLO DI GUGUZZA” è stata pensata per tenere aggiornati tutti i sostenitori dei progetti di Amici dei Bambini in Moldavia. Si tratta di un servizio che abbiamo denominato SOL (Sostegno On Line). L’idea è di trasmettere via e-mail la newsletter contenente estratti dei report settimanali redatti dalla nostra Equipe e notizie relative all’andamento del progetto. Abbiamo pensato di utilizzare la posta elettronica, poiché è uno strumento che consente di raggiungere un grande numero di utenti ad un costo minimo. Se l’idea riscontrasse il Suo interesse e desiderasse aderire a questa iniziativa è necessario che comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta elettronica del nostro ufficio di Chisinau: [email protected] affinché possa ricevere, direttamente da noi in Moldova, i prossimi numeri del notiziario. La newsletter è comunque disponibile anche sul sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo www.aibi.it nelle pagine dedicate ai nostri progetti in Moldavia. Affettuosamente, LO STAFF DI AMICI DEI BAMBINI MOLDOVA