Moldova n. 28 – giugno 2008
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Moldova n. 28 – giugno 2008
Newsletter di aggiornamento sui progetti di Amici dei Bambini in Moldova n. 28 – giugno 2008 “Il Cappello di Guguzza” racconta le avventure di un piccolo ragazzino di nome Guguzza. Questa fiaba ci insegna che facendo piccole cose possiamo riscaldare tanti cuori e contribuire al miglioramento di tante vite. Per riscaldare le nostre anime, invece, dobbiamo aprire il cuore all’accoglienza. Un cappello può difenderci dal freddo, ma solo l’accoglienza può sciogliere il ghiaccio dell’abbandono. Cari sostenitori, lo staff di redazione del giornalino “Cappello di Guguzza” ha deciso di dedicare l’anno 2007 al tema dell’Accoglienza e Adozione. In Moldova, circa 13.000 di bambini, vivono in istituzioni di tipo residenziale e aspettano con ansia il momento in cui potranno tornare a vivere nella famiglia. La loro vita è una continua lotta per il diritto a essere amati. A partire dal numero di marzo abbiamo iniziato raccontarvi capitolo dopo capitolo la storia di adozione della piccola Mirella che è riuscita a ritrovare la sua famiglia dopo un lungo periodo di solitudine. Il libro dal quale è stato tratto questo racconto si chiama “Adozione passo dopo passo” che è stato pubblicato da Amici dei Bambini in Moldova nell’ambito di un progetto finanziato dall’UE per la promozione di servizi volti al processo di reintegrazione dei minori istituzionalizzati. I genitori raccontano… Penso che siate molto curiosi di sapere chi siamo noi? Chi racconta? Bene, siamo quelli che si accontentano della luce dell’amore di questo tesoro inestimabile – Mirella. Coloro che portano nelle proprie anime la gioia diffusa da lei tramite tutto quella che fa, tutto quello che dice e tutto quello che sente. Siamo delle persone semplici, modeste, che consideriamo come valore supremo della vita l’amore e la felicità dei bambini. Ci piace svegliarci la mattina e sentire le voci sonnolenti dei bambini, ricevere dei bacetti pieni di marmellata, spalmare la pomata sulle ferite, portare i bambini dal medico per correggergli la vista, augurargli la buona notte e a volte nascondergli il telecomando. Ci piace, quando qualcuno ci sveglia improvvisamente con gridi di gioia per ricordarci che da un bel po’ non siamo più andati nel bosco o al fiume per rilassarci. Ci piace molto, quando un piccolo dito passa velocemente sulle vetrine dei negozi chiedendo insistente di comprare di tutto… Entrambi siamo nati in famiglie numerose, dove i bambini erano molto uniti, amichevoli e dove ognuno aveva da realizzare un suo compito. Ci siamo sposati nell’amore, con tante passeggiate sotto la luce della luna. Non ci siamo fatti tante promesse, pero abbiamo cominciato a mettere ogni giorno una pietra resistente al fondamento della nostra famiglia. Eravamo molto vicini. Vivevamo nel nostro mondo caldo e stupendo, ma qualcosa mancava. Sono trascorsi tre anni senza che venisse al mondo quella creatura che veramente ci poteva far felice. Soffrivamo ognuno a suo modo fin quando, un giorno, dopo tante discussioni e riflessioni, abbiamo preso una decisione ferma: qualsiasi cosa succeda, cresceremo un bambino, gli daremmo le ali per poi lasciarlo volare. Non potevamo immaginarci la casa senza il balbettio di un bimbo e la casa senza passi rumorosi e risate gorgoglianti. Abbiamo deciso di adottare un bambino. È stato un periodo pieno di belle emozioni, dall’entusiasmo e la gioia per il nuovo membro della nostra famiglia, fino alle preoccupazioni e paura per quello che ci aspettava in futuro. Non sapevamo come sarebbe stato, non l’immaginavamo fisicamente, ma lo desideravamo con trepidazione. La via dell’adozione è stata abbastanza lunga, però ogni momento d’emozioni e di preoccupazioni lo abbiamo accettato con piacere, era in nome di nostro figlio. Sentivamo il bisogno di quel cambiamento che avrebbe portato l’arrivo del bambino, come una boccata d’aria fresca. La nostra famiglia aveva bisogno di quell’energia invadente, sempre in movimento. Avevo bisogno di un vestito con i fiori per far gioire tutto intorno. Avevamo bisogno di riccioli dorati da accarezzare con le nostre mani calde d’affetto. Avevo bisogno di una stella che avrebbe giocato, mentre gli altri preparavano la cena. Avevo bisogno di qualcuno che avrebbe cantato con una voce da soprano e saltato come un coniglietto ore intere senza stancarsi mai. Avevo bisogno di un angioletto vero per Natale, che avrebbe illuminato la casa con la sua gioia e la sua bellezza. Avevo bisogno che qualcuno piangesse alla vista di un ragno o di uno scarafaggio, qualcuno che strillasse di gioia alla vista di un cagnolino, di qualcuno che scegliesse la favola da raccontargli la sera. Avevo bisogno di una bambina. E lei è arrivata nella nostra vita come un miracolo, come una benedizione dal cielo. Sapevamo che lei era da qualche parte per noi, che ci aspettava e che noi l’avremmo incontrata. Ho molto vivo il nostro primo incontro, un incontro che non si dimenticherà mai. Quando siamo entrati, lei è stata la prima ad attirarci l’attenzione. Timida, ci guardava con i suoi occhi celesti, pieni di curiosità ma anche paura, con una gran gioia nascosta. Non si è buttata tra le nostre braccia, però ci ha colpito dal primo istante. Da quel momento le nostre anime si sono avvicinate cosi tanto, sognandola tutte le sere, finché non sarebbe entrata nella nostra famiglia. È stato un miracolo avere quella creatura in casa che cercava con tutti gli sforzi di lottare per la vita, stringendo tra le mani un biscottino. Appena visto il suo volto piccolino, abbiamo avuto un solo desiderio – farla felice. Dopo aver sistemato tutti i documenti, abbiamo portato Mirella a casa e da quel momento non ci ha diviso nessuno. Dal primo giorno abbiamo iniziato un diario che ci ricorda anche oggi i bei momenti e le difficoltà superate insieme. Da quel momento per lei è iniziata una nuova vita. Aveva da scoprire un mondo sconosciuto per lei. Nei primi giorni mangiava tutto che li offrivamo e ci chiedeva ”dammi ancora... dammi ancora!!!”. Il dottore ci ha consigliato però di stabilirle un limite altrimenti correvammo il rischio che si ammalasse. Piangeva ogni volta che entrava a contatto con l’acqua, anche quando le lavavo le mani. Piangeva quando vedeva una persona con il cappello sulla testa, quando vedeva dei bambini, quando sentiva il soffio del vento troppo forte, quando sentiva i fiocchi di neve sulle guance. La spaventava tutto quella che non conosceva, però con tanta pazienza e spiegazioni, con tanti racconti inventati all’improvviso, abbiamo imparato a trasformare la paura nell’amore. Non è stato semplice ma lo farei ancora ed ancora di più. Tutte le mattine si sveglia abbracciandoci strettissimo e con un bel sorriso, dicendo: “Quanto mi siete mancati per tutta la notte”. È una bambina moto saggia, che apprende tutto al volo. Ha imparato a parlare velocemente ed adesso, all’età di 6 anni, ha un vocabolario molto ricco. Sa raccontare molto bene, anche grandi favole. È molto insistente e ci porta tutti gli argomenti possibili per ottenere qualcosa. La vediamo come fiorisce ogni giorno di più, come un fiore molto raro, delicato e molto bello, che ti incanta veramente… . Quando dorme, chi la guarda sente come nella sua anima scendesse una pace profonda e benefica. Desidero a volte che questi momenti rimanessero per sempre, però il tempo passa e lei cresce, scoprendo il mondo con i suoi occhi piccolini, pieni di curiosità ed un sacco di domande. Inizialmente si ammalava spesso ma guariva prestissimo con il nostro aiuto, con le vitamine che li compravano, i frutti di bosco e la frutta che l’aspettava ogni pomeriggio, il massaggio e la ginnastica all’aperto. E diventata una bambina ambiziosa con un forte carattere, sa quello che vuole e che non si scorda mai una promessa. Ama molto i vestiti e li cambia sempre dicendo di essere una principessa. È sensibile come un fiore di giglio. La sua pelle è talmente fina che ogni contato con gli animali le provoca allergia, è recettiva ad ogni soffio del vento. Cresce come un bocciolo di rosa che si apre petalo dopo petalo sotto le dolci carezze del sole. È cosi dolce e pura… In autunno ama camminare sopra le foglie e sentire il loro misterioso sussurro, d’inverno ama prendere tra le sue manine i fiocchi di neve per fare dei buffi pupazzi, d’estate ama molto ammirare il verde crudo dell’erba e giocare nell’acqua del fiume come una paperina. È diventata subito l’amica di tutta la famiglia, è molto socievole ed allegra. Tante e diverse sono state le emozioni e gli eventi che ci hanno unito molto: il primo giorno d’asilo, il suo primo bagno, il primo incontro con gli animali dal cortile, il primo incontro con la televisione e la perdita del primo dente. È stata una bella sensazione tenere tra le mani il primo dente, piccolo, sano e molto appuntito. La guardavamo come un tesoro senza fermarci. Tante altre sorprese ci aspettano nella nostra vita benedetta dai sogni e dal volo di due stupendi bambini, vivremmo al massimo tutti questi momenti, li aspetteremmo con dignità e pace. Siamo felici che abbiamo una famiglia molto unita, con due stupendi bambini, i più belli del mondo. **************** Questa è la nostra storia, la storia di una famiglia che cresce ed educa due bambini. Nella nostra vita niente è cosi importante come la loro vita e la loro crescita: né la carriera, né i soldi, né le cose più preziose. E’ così che vediamo la nostra missione sulla terra ed il sogno più grande è quello di vedere realizzati i nostri bambini. Ed ora tocca a te… C’era una volta …………………………………………………………………………. Autore: Rodica Gavrilita Disegni: Olesea Kojusko Traduzione: Tatiana Cocias Ritornare figlio I progetti di reintegrazione familiare e sociale VERSO LA FAMIGLIA Il diritto a tornare in famiglia Progetto Verso la Famiglia – Chisinau Le storie dei beneficiari raccontate dai nostri assistenti sociali … L’equipe multidisciplinare e il suo ruolo nella soluzione dei problemi dei bambini istituzionalizzati. Il problema dei bambini istituzionalizzati è attuale in molte comunità, indifferentemente dal livello di sviluppo economico o sociale, e per il nostro paese è ancora un problema difficile che necessita investimenti non solo finanziari, bensì anche umani. L’istituzione di tipo residenziale, nonostante sia stata pensata come una forma di protezione temporanea, alla fine si è trasformata in una forma d’accoglienza di lunga durata, che non cerca nemmeno di riavviare i rapporti tra i piccoli istituzionalizzati ed i loro genitori. Capita spesso che, un bambino che entra in una tale istituzione non esce prima di aver raggiunto l’età di 16-18 anni e, nella maggior parte dei casi, rimane ancora dipendente dall’istituto per tutta la sua vita. Attraverso il CBF, l’associazione Amici dei Bambini, offre servizi di assistenza sociale per questa categoria di bambini. Tali servizi hanno come scopo principale il ripristino dei legami familiari e dei rapporti con la comunità. A tal proposito abbiamo pensato all’elaborazione di una metodologia di lavoro. Per la riattivazione dei rapporti tra il bambino istituzionalizzato e la sua famiglia biologica o allargata, oppure per la sua ri/socializzazione e professionalizzazione, viene applicata una metodologia di lavoro, il cui nucleo è concentrato maggiormente sull’elaborazione ed implementazione del piano individuale d’intervento, ovvero del progetto di vita. Quest’ultimo viene elaborato per ogni caso in parte ed implementato gradualmente. Nonostante ogni piano d’intervento sia individuale, esistono pure voci comuni in tutti i piani, perciò li abbiamo suddivisi in 4 categorie quali: P.I per bambini che possono essere reintegrati senza maggiori ostacoli (si tratta dei casi che si confrontano con una situazione economica difficile, scarse risorse materiali, disoccupazione, ecc.); P.I per bambini che saranno accolti temporaneamente, in quanto i loro genitori non sono ancora pronti e non possono adempire agli obblighi genitoriali per diversi motivi (malattie psichiche, alcolismo, mancato spazio abitativo); P.I per bambini che stanno per lasciare l’istituto e presto e devono quindi, seguire un percorso di professionalizzazione; P.I per bambini piccoli con età compresa tra 7-10 anni, che nono possono tornare in famiglia nel futuro prossimo, a causa dei vari motivi. Tutti questi piani vengono presentati all’equipe multidisciplinare, il cui ruolo è di verificare la loro „validità” e di suggerire alcune idee per renderli migliori. Inoltre, l‘equipe multidisciplinare si propone di prevenire alcuni interventi inefficienti od interventi che potrebbero sottoporre a rischio la sicurezza del bambino o dell’assistente sociale. l‘equipe multidisciplinare è stata creata come risposta alla necessità della soluzione di alcuni casi, coinvolgendo più specialisti attivi nel campo. Alle riunioni dell’equipe partecipano l’autorità tutelare, l’amministrazione dell’istituto, i nostri partner, i nostri colleghi ludotecari e, certamente, il coordinatore del progetto “VF”. Nell’ambito delle riunioni sono messi in discussione più P.I. delle varie categorie riportate sopra, di cui casi dei potenziali bambini che si stanno preparando per l’integrazione nelle famiglie biologiche e/o allargate; casi dei potenziali bambini da ri/socializzare e professionalizzare; casi dei bambini che, al nostro immenso dispiacere, non possono essere reintegrati nelle loro famiglie. I casi più difficili sono discussi e si lavora in equipe, specificandosi il ruolo di ciascun componente per una maggiore efficienza nel lavoro che svolgiamo a favore dell’infanzia disagiata. Grazie a questo lavoro siamo riusciti a regalare a tanti bambini la possibilità di vivere in una famiglia (sia essa biologica che allargata) capace di amare. Abbiamo stabilito lo statuto di alcuni bambini, in base al quale la loro sorte è stata decisa o lo sarà nel futuro; alcuni bambini hanno trovato la felicità essendo stati accolti presso case famiglia; alcuni invece, hanno beneficato di corsi di professionalizzazione. La riunione viene organizzata ogni mese ed i casi da discutere sono scelti in anticipo, cosicché ciascuno avesse già in mente una soluzione quando si presenta all’incontro. Consideriamo benefica e molto necessaria quest’attività, perché solo così riusciamo a risolvere non solo i casi dei bambini istituzionalizzati, ma anche a lavorare in rete per i beneficiari comuni. In seguito alle riunioni con l’eqiuipe siamo riusciti a raggiungere risultati molto belli. E credo, la maggior parte dei successi si deve all’unità dell’equipe ed al sostegno e rispetto che ciascuno dimostra verso gli altri. Tatiana Muntean Assistente sociale Ritornare figlio MEDIAFRIENDS Il diritto alla famiglia, al gioco e all’istruzione Progetto Mediafrinds “Non ci dimenticare” Di ritorno da Vorniceni, un villaggio a nord di Chisinau, compreso nel raion di Straseni, non riesco a smettere di pensare a Sveta, Vova e Micaela. Sono i tre piccoli fratellini che ho visitato insieme all’assistente sociale del progetto Mediafriends a Straseni, poco dopo il mio arrivo in Moldova. Sveta e Vova vivono nell’internat di Straseni, perche’ i loro genitori non possono e non sanno prendersene cura adeguatamente. Solo Micaela, la sorellina piu’ piccola, vive ancora a casa con i genitori. Grazie all’intervento del progetto Mediafriends si e’ decisa la reintegrazione dei due fratellini in famiglia per il periodo delle vacanze estive. Circa un mese fa, durante la prima visita, avevamo incontrato la madre dei bambini, portato alla famiglia la cesta basica mensile, e comprato alcuni giochi per i piccoli: album da colorare, matite e pastelli, una bambola ed un piccolo camion colorato. Nella casa, infatti, non c’erano giochi: nessuna traccia della loro infanzia; solo un divano, un tavolo, e una montagna di stracci e vestiti ammassati sul pavimento. Accanto, un fornello e due letti. Il primo incontro era stato positivo, la mamma aveva mostrato interesse verso i servizi proposti e manifestato la volontà di migliorare le condizioni della casa così da poter accogliere i bambini e pensare di reintegrarli in modo permanente all’interno della famiglia. Va detto che, oltre alla soddisfazione di aver incontrato una madre desiderosa di collaborare con noi, quel che maggiormente mi ha scaldato il cuore e’ stato l’urlo di gioia dei bambini, quando hanno visto Ana (l’assistente sociale) sul cancello di casa. Erano felici del fatto che Ana fosse andata a trovarli a casa, continuando ad interessarsi a loro per sapere come stanno e come si trovano in famiglia, per sentirsi raccontare dei loro giochi e di come trascorrono le giornate, non da ultimo, per portare loro qualche piccolo regalo e “qualcosa di buono da mangiare” - come hanno detto i bambini-… Nel tardo pomeriggio, quando abbiamo lasciato la casa e li abbiamo salutati, i bambini ci hanno accompagnato fin lungo la strada sterrata, seguendoci andare via con lo sguardo, poi, quando ancora non eravamo troppo lontane, hanno gridato: “Ana, non ti dimenticare di noi!”. Queste parole le ho sentite spesso qui, e non sempre pronunciate ad alta voce. E’ stato il grido di ogni bambino che ho incontrato negli internat e, quando il mio pensiero torna a quelle visite, rivedo ogni singolo sguardo, sento viva ogni piccola mano che mi ha stretto forte e rivivo l’emozione di ogni giovane volto che si e’ appoggiato a me per lasciarsi accarezzare. Alle spalle, sempre una storia diversa, sempre una storia di abbandono e solitudine tra le mura di un internat, sempre un’esistenza a metà che trascorre nell’attesa di poter cominciare a vivere con una mamma e con un papà. Ieri siamo ritornate a far visita ai tre fratellini di Vorniceni per verificare se fossero state iniziate le riparazioni, piccole ma significative, all’interno della casa. L’assistente sociale con passione e dedizione torna sul campo ogni volta che la situazione lo richiede per verificare che le promesse siano mantenute, e che ci siano dei segnali positivi per dare inizio ad una collaborazione. Sempre nell’interesse dei bambini. Avevamo con noi l’accordo di partenariato che l’assistente sociale sottoscrive con la famiglia nel caso i genitori siano realmente intenzionati ad impegnarsi e ad assumere obblighi precisi. Appena arrivate siamo state calorosamente accolte dai bambini che erano fuori a giocare, e Vova e’ andato subito a chiamare i genitori (che stavano riposando in casa, dopo aver lavorato la giornata nei campi). La conversazione tra Ana e la famiglia e’ stata lunga, la mamma, ho potuto notare con piacere, era molto interessata a ricevere il nostro aiuto, il padre, invece, meno coinvolto ed apparentemente dubbioso sul fatto di poter cambiare in meglio la propria vita e quella dei propri figli. Prioritaria la riparazione della casa, visibilmente in cattive condizioni sia all’esterno che all’interno, ed il sostegno materiale per migliorare le condizioni di vita generali della famiglia. Non si e’ ancora firmato l’accordo, la famiglia ha promesso di riflettere su come potrebbe migliorare la propria situazione, e Ana farà loro nuovamente visita tra due settimane. Questi aspetti del lavoro sul campo sono molto coinvolgenti, e riflettono la mission dell’associazione in tutte le sue parti: lavorare per garantire ad ogni bambino il diritto alla famiglia. Spesso, come questo caso ha dimostrato, il percorso che s’intraprende richiede molto impegno, una seria capacità di valutazione ed una grande passione. La forza per proseguire e “non mollare” la infondono nel cuore i bambini. Io sto per partire, e nutro la speranza che la famiglia che ho incontrato a Vorniceni, grazie all’aiuto di Amici dei Bambini, torni ad essere unita e fiduciosa nel proprio futuro e in quello dei propri figli. La Moldova e’ una terra accogliente e ricca di fiori, ma i veri ed unici fiori da crescere e coltivare sono, ovunque nel mondo, i bambini. Stefania Morra Volontaria in formazione Ritornare figlio I progetti di reintegrazione familiare e sociale VERSO LA FAMIGLIA Il diritto a tornare in famiglia Progetto Verso la Famiglia – Leova Di seguito riportiamo le riflessioni della nostra volontaria in formazione…. Dal cuore verso il cuore L’anima buona è il più prezioso tesoro dell’uomo, tesoro che può portare il sole nelle case oscure, il calore dei cuori addolorati, la luce negli occhi attristati ed il benessere nelle abitazioni dei poveri. Proprio di questo calore, che sorge dai vostri cuori, ha bisogno in questo momento la famiglia Vicol: la mamma Axinia – 34 anni, la figlia Olga – 13 anni, i figli Istrati e Boris – 8 anni, la figlia Dumitrita – 7 anni ed la bambina minore Sabrina – 6 mesi. Tutti e sei vivono insieme in una stanza al quarto piano di in una casa dello studente nella città di Cantemir. La famiglia fa parte delle famiglie numerose socialmente vulnerabili ed è molto povera. Non ha un’abitazione propria. La stanza in cui vivono è affittata dallo Stato. Non ci sono nemmeno le comodità elementari per una vita decente: acqua corrente, gas, riscaldamento centrale. Non c’è una cucina. Il cibo (se c’è da che cosa prepararlo) è preparato nella stessa camera nella quale vivono grazie a un fornello elettrico che serve nel frattempo a riscaldare l’abitazione durante il periodo invernale. La stanzina serve anche da bagno, allo stesso qui, la famiglia lava i suoi vestiti. Dato che l’edificio della casa dello studente ha solo 4 piani e il tetto non è stato riparato da molto tempo, mentre fuori piove, piove anche nella casa della famiglia Vicol. Però, questa situazione non commuove nessuno e nessuno pensa alla sorte di questi bambini. E tanto difficile figurarsi in che modo dormono i cinque bambini e la loro madre solo su tre letti affollati in una piccola stanza “multifunzionale” – bagno, cucina, ... Alla famiglia Vicol mancano molte cose elementari. L’unico reddito è costituito dall’assegno mensile ricevuto da parte dello stato per il mantenimento della figlia di 6 mesi. Tutti e quattro bambini scolarizzati studiano alla scuola internat di Leova e tornano a casa solo per le feste e le vacanze. Il padre dei bambini è morto senza che riconoscesse la sua paternità. Proprio questo è il motivo per il quale i bambini non possono ricevere un assegno mensile per la perdita del mantenitore. I parenti materni della famiglia non possono e non manifestano nessun interesse per questi cinque bambini. Spesso, la madre è costretta a prendere la figlia minore ed a andare per fare dei lavori occasionali. Lei lavora qualche ora per poter comprare del pane o del latte per alimentare i figli. La famiglia non ha il puro necessario per vivere. Mancano i prodotti alimentari tanto importanti per l’alimentazione e lo sviluppo fisico dei bambini, i vestiti per il periodo invernale e anche per il periodo estivo, le calzature. Nella stanza sono necessari un armadio, una tavola e qualche sedia. Sarebbe benvenuta anche la biancheria da letto e biancheria per i bambini. La stanza necessita lavori di riparazione, ed anche la costruzione di un cammino per riscaldare la casa durante l’inverno. Per fare tutto questo sono necessari i materiali di costruzione: latte di calce, cemento, vernice, mattoni. Facciamo una domanda da parte di questi cinque bambini e della loro madre a tutti quelli che hanno un cuore generoso sperando dall’anima che Voi potete fare delle meraviglie, Voi potete cambiare verso il bene la sorte di questa famiglia, Voi potete renderla felice così come l’avete fatto tante volte... Saremo contenti di ogni piccolo segno dalla Vostra parte. Vi ringraziamo in anticipo! Che Dio vi benedica e vi porti salute! Aglaia Tomilin Tutore Altro… Qui abbiamo pensato di scrivere le storie che non possono essere inserite in nessun progetto, ma che ci colpiscono lo stesso … Si sono dedicati al pubblico ed al Paese. Hanno rappresentato la Moldova sui migliori palcoscenici del mondo, nell'ambito di vari festival e concorsi di danza internazionali, senza però, raccogliere grandi tesori. Dopo ogni rappresentazione tornavano a casa soddisfatti per aver conquistato il riconoscimento del pubblico. Durante i dieci anni di attività sulla scena, i coniugi Golovnea si sono accontentati di quello che gli spettatori hanno saputo loro offrire –soprattutto fiori ed applausi. Oggi invece, sono costretti a chiedere di più, ed hanno osato farlo, ma non per se stessi. Adesso hanno bisogno di soldi, non di applausi. Olga e Serghei Golovnea, uno dei più celebri coreografi moldavi, hanno bisogno di 10.000 dollari per salvare la vita del proprio figlio. Il bambino ha un tumore al cervello ed ogni giorno che resta a casa è un passo verso la fine della sua giovane vita. La coppia, che ha stupito il mondo intero con la sua grazia e il suo talento, sta vivendo in questi momenti il peggior dramma della sua vita. La settimana scorsa, i due coreografi moldavi fantasticavano ancora sul loro futuro. Oggi, all'improvviso, quel futuro è scomparso e non se ne può più parlare. Al loro unico figlio è stato diagnosticato un tumore al cervello. Nel filmato il padre tiene in mano la tomografia che è stata fatta al bambino e con la voce rotta tenta di spiegare quanto gli è stato riferito dai dottori, ma non riesce a parlare della morte del proprio figlio... I medici, invece,lo fanno. “Se tra qualche settimana non sarà operato, il piccolo non ce la farà”. Alexei deve fare un intervento al laser, che potrebbe essere fatto a Mosca. Tale intervento ha un costo di $10.000 – una somma enorme per i due artisti, nonostante il successo e la notorietà. Alla domanda: “Che cosa sono riusciti a realizzare fino ad ora?”, la madre ha rivolto lo sguardo verso il bambino, dicendo “Abbiamo dato vita a questa meraviglia e comprato l'appartamento in cui adesso viviamo”. Ad ora, le uniche persone che sono accanto alla famiglia, sono gli amici della coppia. La somma che è stata raccolta, ha appena raggiunto qualche centinaio di dollari, sufficienti solo per coprire le spese di ricovero di Alexei presso l’ospedale di Mosca. Aliosha non sa ancora della sua malattia ed è felice per la partenza. Ha preparato la valigia e crede di partire per trascorrere una vacanza. Tra due settimane Alexei compirà 5 anni, i primi 5 anni della sua vita. Senza il nostro aiuto però, potrebbero anche essere gl’ultimi. Amici dei Bambini Moldova non può rimanere indifferente rispetto la storia di questo bambino ed ha iniziato una campagna di raccolta fondi, nella quale vogliamo coinvolgere collaboratori, amici, partners e tutti coloro che vorranno contribuire alla salvezza del piccolo Aliosha. Ogni piccolo versamento potrà essere effettuato sul conto di Golovnea Tatiana: 22339114530 VICBMD2x883 "Victoriabank" Tatiana Cocias, Coordinatrice Sostegno a Distanza _________________________________________________________________________________ INVIO CORRISPONDENZA Negli ultimi mesi si sono purtroppo verificati spiacevoli inconvenienti nell’invio di corrispondenza in Moldova e alcuni pacchi sono stati rimandati al mittente. Visto che il nostro ex collaboratore - Mihai Gavrilita, che ritirava la posta ed il cui nome portava la casella postale, non lavora più con noi, tutta la corrispondenza che arriva per i bambini dei nostri progetti dovrà essere, da adesso in poi, indirizzata a: Associazione Amici dei Bambini, Moldova Cutia Postala nr. 418 2004 Chisinau. Tutta la corrispondenza deve comunque riportare il nome e l'indirizzo del mittente. L'indicazione del nominativo del minore o del progetto a cui consegnare la corrispondenza vanno invece messi all'interno del pacco o della busta. Vi chiederemmo inoltre di non inviare pacchi superiori ai 2 kg in quanto oltre questo peso si verificano spesso problemi di sdoganamento non sempre risolvibili e comunque la tassa da pagare al ritiro del pacco supera di molto il valore del suo contenuto. Ringraziandovi per la comprensione, ci auguriamo così di ovviare ai disagi che si sono venuti a creare. La Newsletter “IL CAPPELLO DI GUGUZZA” è stata pensata per tenere aggiornati tutti i sostenitori dei progetti di Amici dei Bambini in Moldavia. Si tratta di un servizio che abbiamo denominato SOL (Sostegno On Line). L’idea è di trasmettere via e-mail la newsletter contenente estratti dei report settimanali redatti dai volontari espatriati e notizie relative all’andamento del progetto. Abbiamo pensato di utilizzare la posta elettronica, poiché è uno strumento che consente di raggiungere un grande numero di utenti ad un costo minimo. Se l’idea riscontrasse il Suo interesse e desiderasse aderire a questa iniziativa è necessario che comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta elettronica del nostro ufficio di Chisinau: [email protected] affinché possa ricevere, direttamente dai nostri volontari in Moldavia, i prossimi numeri del notiziario. La newsletter è comunque disponibile anche sul sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo www.amicideibambini.it, nelle pagine dedicate ai nostri progetti in Moldavia. LO STAFF DI AMICI DEI BAMBINI MOLDAVIA