l`immagine e il suo rovescio - i.i.s. bruno

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l`immagine e il suo rovescio - i.i.s. bruno
STUDI E RISCOPERTE.1
Lateralizzazione destra e sinistra nell’arte
l’immagine
e il suo rovescio
Andrea Pinotti
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È possibile ipotizzare un mondo
speculare a quello reale?
Un mondo che sta al nostro come
la mano destra sta alla sinistra?
Alla scoperta di un universo in cui le
immagini – ribaltate, rovesciate, invertite –
non sono più le stesse
ma possono aprire nuovi orizzonti
conoscitivi. Dalle ricerche in ambito
scientifico a quelle nel contesto
delle arti visive, da Leonardo all’arte
contemporanea.
i
saac Asimov ammirava Louis
Pasteur: li divideva un secolo;
li univa la passione per la chimica e la capacità di immaginare altri mondi. Di concepire
un mondo diverso dal nostro:
magari molto diverso; magari
poco, quasi nulla. Quasi identico a quello in cui viviamo:
non fosse che per il fatto che sta al nostro come la mano destra sta alla mano sinistra. Niente di più uguale delle mie due mani: le posso far perfettamente combaciare.
Eppure il guanto dell’una non calza sull’altra. Pasteur si
era accorto che alcune molecole si rapportano fra loro
allo stesso modo: identiche nella composizione, si distinguono solo perché sono l’una l’immagine speculare dell’altra. Veniva così fondata, nel 1848, la chimica stereometrica, quella branca della chimica che si occupa appunto di molecole levogire e destrogire – dette anche
enantiomeri, isomeri o antipodi ottici, o chirali (dal greco “kheir”, mano). Non si tratta però solo di differenze
nell’orientamento spaziale: per esempio, la chinina ha
un effetto antimalarico; il suo isomero ottico destrogiro, la chinidina, esercita invece un’azione che contrasta le aritmie cardiache. A orientamenti diversi corrispondono funzioni ed effetti diversi: così Pasteur intravide la possibilità di creare in laboratorio un “mondo
Omar Galliani,
nuovo”, un mondo speculare,
Disegno siamese
un antimondo dei cristalli,
(2010).
un’antiflora e un’antifauna.
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Rovesciando l’immagine
tutto cambia, a livello
sintattico, semantico,
simbolico
Come se la passerebbe l’arte in questo mondo nuovo?
Che aspetto avrebbe allo specchio? Che effetto ci farebbe l’antipodo chirale della Gioconda o di Guernica? Che
non si tratti di domande peregrine ce lo conferma proprio l’autore della Monna Lisa, gran maestro di specchi.
Nel paragrafo 401 del suo TrattaNella pagina
to della pittura, fra i vari consia fianco,
gli somministrati a chi voglia esin basso, da sinistra:
sere un buon pittore, Leonardo
Pieter Paul Rubens
annotava: «Devi tenere uno specAssunzione di Maria
chio piano, e spesso riguardarvi
(1626), Anversa,
dentro l’opera tua, la quale lí saOnze-Lieverà veduta per lo contrario, e ti
Vrouwekathedraal;
parrà di mano d’altro maestro,
Schelte Adams
e giudicherai meglio gli errori
Bolswert,
tuoi che altrimenti». E, poco prima di lui, anche Leon Battista
incisione
Alberti nel De pictura consiglia(1626 circa)
va a chi volesse essere un buon
dello stesso dipinto
pittore di prendere a «buono giudi Rubens.
dice lo specchio», per correggere «ogni vizio della pittura».
Stando a questi due autorevoli nomi, dalla specularità non
dovrebbe dunque che venire del
bene all’arte: grazie allo specchio si emendano gli errori, e in più si prova un benefico piccolo choc che induce a guardare la propria opera come se l’avesse fatta un
altro. Riconoscibile, sì, ma non più la stessa. Identica,
ma al contempo totalmente differente. Ma davvero si
tratta di uno choc sempre benefico? Non ne era molto
convinto l’anonimo uditore delle conferenze del gran-
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de storico dell’arte Heinrich Wölfflin, che dal buio di
una sala di Monaco di Baviera, nei primi anni Venti del
XX secolo, puntualmente lanciava irritato un grido di
protesta: «Giratela! È montata al contrario!». Non si era
ancora nell’era di PowerPoint, e chiunque abbia avuto
modo di manovrare un diaproiettore sarà senz’altro caduto nello stesso errore commesso dal conferenziere:
capovolgere la diapositiva, in modo che l’immagine risulti invertiDall’alto:
ta destra-sinistra.
Raffaello,
Wölfflin – e qui sta la sua granLa consegna
delle chiavi a san Pietro, dezza – non si limitò a usare il diaproiettore (cosa peraltro non sconcartone (1514-1515),
tata per quegli anni), né a rimonLondra, Victoria
tare la diapositiva nel verso giusto
and Albert Museum;
per tacitare l’indignato spettatore:
arazzo dal cartone
ci pensò su e pubblicò le sue riflesdi Raffaello
sioni in un piccolo saggio uscito
(prima del 1557),
nel 1928 dal titolo Destra e sinistra
Mantova,
nell’arte. A scorrerlo si rimane colPalazzo ducale.
piti dal ruolo giocato dal ribaltamento speculare nella storia delle
arti visive, al punto che verrebbe voglia di riscrivere una
storia dell’arte “sub specie dexterae et sinistrae”: Citando in ordine sparso, troviamo soggetti controlateralizzati (in cui si invertono sinistra e destra, cioè): nel medesimo artista (la Madonna sistina e la Madonna di Foligno
in Raffaello); nel medesimo artista ma in un medium diverso (la Deposizione di Rembrandt, dipinta e poi incisa
in controparte); nel rapporto fra artista e incisore (talora fedele, talaltra infedele all’orientamento del maestro,
come nel caso di Rubens in Gesù in croce tra i ladroni, il
colpo di lancia e Assunzione di Maria), o fra artista e arazziere (come avviene per esempio tra il cartone di Raffaello La consegna delle chiavi a san Pietro e il corrispondente arazzo della bottega di Jan van Tieghem); nell’omaggio (o plagio?) tributato da un allievo nei confronti del maestro (la Comunione di san Girolamo del Domenichino che rovescia quella di Agostino Carracci).
Abbiamo citato solo opere figurative: forse che la questione della lateralità non interessa l’arte cosiddetta
astratta? Piuttosto il contrario. Basta prendere il capitolo del testo Punto, linea, superficie (1926) dedicato appunto a «Destra e sinistra», in cui Kandinskij pone esplicitamente il problema per le forme in generale, riflettendo sulle modificazioni del carattere di una curva «ostinata» provocate dalla sua inversione laterale.
Abbiamo citato solo grandi maestri del passato: forse che il ricorso all’immagine speculare ha fatto il suo
tempo? Piuttosto il contrario,
anche qui, se pensiamo a quegli
artisti contemporanei che conducono stimolanti ricerche sulla controlateralizzazione: per
esempio Omar Galliani con i
suoi Siamesi, o Paolo Bottarelli
con i suoi dipinti ispirati ai paAl centro, da sinistra:
radossi della fisica quantistica.
Pieter Paul Rubens,
Abbiamo citato solo opere
Gesù in croce
d’arte: forse che il problema non
tra i ladroni,
può venire esteso all’ambito delil colpo di lancia
l’immagine nel suo complesso,
(1620), Anversa,
a quella che oggi viene chiamaKoninklijnk Museum
ta iconosfera? Piuttosto il convoor Schone Kunsten;
trario, ancora, come sa bene chi
Boëtius à Bolswert,
ha osservato con attenzione il
incisione (1631 circa)
recente photobook su Berluscodello stesso
ni Noi amiamo Silvio.
dipinto di Rubens.
Wölfflin ci aveva avvertito: la
semplice inversione laterale non
è affatto semplice; rovesciando
l’immagine tutto cambia, a livello sintattico, semantico, simbolico. Non è questione da poco,
anzi «ha radici profonde, radici
che scavano nella più intima natura della nostra sensibilità», e in primo luogo nel fatto che abbiamo una mano destra e una mano sinistra con le quali impariamo
a orientarci nello spazio (Kant ha scritto pagine molto
belle al riguardo), e dunque anche nello spazio dell’immagine. Una stella marina, configurata diversamente
da noi umani, non avrebbe questo problema.
Qui sopra, da sinistra:
Rembrandt van Rijn,
Deposizione
dalla croce (1633),
dipinto e incisione,
Monaco,
Alte Pinakothek.
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Un mondo quasi
identico a quello
in cui viviamo:
non fosse che per
il fatto che sta
al nostro come
la mano destra sta
alla mano sinistra
Capire però quali siano
Qui sopra, a sinistra,
Raffaello,
davvero queste radici profonde è un altro paio di Madonna sistina (1512-1514),
Dresda,
maniche. L’abbondante letGemäldegalerie.
teratura che si è accumulata dai tempi di Wölfflin e
Kandinskij si è polarizzata
fra due indirizzi principali:
a un estremo, i modelli fisiologici che cercano di ricondurre il problema alla preferenza per una mano o per
un occhio (a sua volta dipendente dalla dominanza di
un emisfero cerebrale sull’altro); all’altro, i modelli antropologici che riportano la questione ai condizionamenti culturali, specialmente quelli dovuti alla direzione della lettura e della scrittura dei testi. Tutti, immancabilmente,
tendono però a illecite generalizzazioni, e soprattutto cadono vittime del fascino della Legge, sognando di formulare una norma che valga per tutta l’arte; o almeno per
l’arte occidentale; o almeno per l’arte occidentale prodotta e fruita dai destrimani, e così via. La storia dell’arte è
però troppo ricca di controesempi per poter venire incasellata in questi goffi esperimenti di normativizzazione. E allora? Falliti i tentativi di regolamentare con leggi la questione, non ci resta se non il compito più sti-
In alto, a destra,
Raffaello,
Madonna di Foligno
(1511-1512),
Città del Vaticano,
Musei vaticani.
A fianco, da sinistra:
Domenichino,
Ultima comunione
di san Girolamo
(1614), Città del Vaticano,
Musei vaticani;
Agostino Carracci,
Ultima comunione di san
Girolamo (1591-1597),
Bologna, Pinacoteca nazionale.
Nella pagina a fianco,
in basso, foto dal testo
Noi amiano Silvio, che ritrae
Silvio Berlusconi durante
un comizio in piazza Duomo
a Milano il 18 aprile 1998.
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molante: studiare l’immagiQui sopra, da sinistra
Paolo Bottarelli,
ne, comprenderla nel suo peEntanglement ‫ א‬+ 1
culiare orientamento laterae Entanglement ‫ א‬- 1
le, capirne la composizione e
(2010).
la distribuzione dei pesi ri‫( א‬aleph) è la prima lettera
spetto a destra e sinistra. E,
dell’alfabeto ebraico
perché no, ribaltarla con
Photoshop o con PowerPoint
(nipoti degli specchi di Alberti e Leonardo) per vedere
l’effetto che fa: per cogliere cioè l’effetto che farebbe
se l’artista l’avesse dipinta o incisa alla rovescia, per me-
glio afferrare, disposti a perderlo, il significato dell’orientamento che in effetti possiede; il senso del suo senso.
Non dunque: «Giratela perché è montata al contrario!»,
come protestava l’anonimo ascoltatore delle conferenze
di Wölfflin. Ma piuttosto: «Giratela, perché è montata
nel verso giusto!». Perché occorre rovesciare l’immagine
per cominciare a capirla. ▲
* Chi scrive ha appena pubblicato un libro sull’argomento di questo articolo: A. Pinotti, Il rovescio dell'immagine. Destra e sinistra nell’arte, con testi di Heinrich Wölfflin, Julius von Schlosser, Boris Uspenskij, Anton Faistauer; Tre Lune, Mantova 2010.
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