La forma eucaristica della vita sacerdotale Prof. Mons. Rosario La

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La forma eucaristica della vita sacerdotale Prof. Mons. Rosario La
CENTRO DI FORMAZIONE SACERDOTALE
IV SETTIMANA DI STUDIO PER FORMATORI DI SEMINARI
La formazione spirituale dei candidati al sacerdozio
Martedì 2 febbraio 2016
La forma eucaristica della vita sacerdotale
Prof. Mons. Rosario La Delfa
«Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, vivi il
mistero che è posto nelle tue mani, e sii imitatore del Cristo immolato per noi» («Pontificale
Romanum», «De Ordinatione Diaconi, Presbyteri et Episcopi»
1. Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico:
Custode del “traditum”
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso (1 Cor 11,23)
Primato dell’iniziativa divina: Prolessi eucaristica
Azione svolta in persona Christi
Servizio alla mediazione
2. Renditi conto di ciò che farai: consapevolezza
l’Eucaristia fa la Chiesa: due testi del Vaticano II: Lumen gentium 3 e Presbiterorum ordinis 5
1Cor 10,17 “Poiché c’è un solo pane noi pur essendo molti siamo un corpo solo tutti infatti
partecipiamo dell’unico pane”. tre significati diversi della parola corpo.
Dio si è indissolubilmente e irreversibilmente incorporato all’uomo: Corpus triforme Christi
Attenzione al rapporto dell’Eucaristia con la Chiesa si sposta al rapporto tra Cristo e il pane, Cristo
e il vino.
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: l’Eucaristia alla base della Chiesa.
Giovanni Paolo II, Lettera Dominicae cenae (1980) :
• Siamo sacerdoti «da essa» e «per essa»
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• Sacerdozio ministeriale o gerarchico in relazione al sacerdozio comune dei fedeli è
definito dall’Eucarstia
• L'adorazione di Cristo nel sacramento eucaristica trova espressione in diverse forme
di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore di
adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali (quarantore), benedizioni
eucaristiche, processioni eucaristiche, congressi eucaristici, solennità del «Corpo e
Sangue di Cristo»
Giovanni Paolo II, Esortazione Mane Nobiscum Domine (2004):
• Le dimensioni del mistero eucaristico richiamate da Ecclesia de Eucharistia
• Convito eucaristico ha un senso profondamente e primariamente sacrificale. In esso
Cristo Proiezione escatologica
• Il mistero della presenza «reale»
Benedetto XVI, Esortazione postsinodale Sacramentum caritatis (2005):
• L'Eucaristia è costitutiva dell'essere e dell'agire della Chiesa
• Gesù, offrendo se stesso in sacrificio per noi, ha efficacemente preannunciato nel suo
dono il mistero della Chiesa
• L'unità della comunione ecclesiale si rivela concretamente nelle comunità cristiane e
si rinnova nell'atto eucaristico che le unisce e le differenzia in Chiese particolari, « in
quibus et ex quibus una et unica Ecclesia catholica exsistit ».(LG 23)
• Il nuovo culto cristiano abbraccia ogni aspetto dell'esistenza, trasfigurandola: da qui
prende forma la natura intrinsecamente eucaristica della vita cristiana
• Con l'Eucaristia il culto a Dio nell'esistenza umana non è relegabile ad un momento
particolare e privato, ma per natura sua tende a pervadere ogni aspetto della realtà
dell'individuo
• La forma eucaristica dell'esistenza cristiana è una forma ecclesiale e comunitaria
• Eucaristia e senso di appartenenza ecclesiale
• La forma eucaristica dell'esistenza cristiana e la spiritualità sacerdotale: chiamato a
essere continuamente un autentico ricercatore di Dio, pur restando al contempo
vicino alle preoccupazioni degli uomini
• Rapporto tra la santa Messa e l'adorazione del Ss.mo Sacramento: «nemo autem illam
carnem manducat, nisi prius adoraverit; peccemus non adorando»
3. Vivi il mistero che è posto nelle tue mani: spiritualità e azione
L’icona biblica dei discepoli di Emmaus (Lc 24) circolo virtuoso tra esperienza di due Discepoli e
l’esperienza eucaristica della comunità cristiana
• Il cammino catartico dei discepoli verso la comunione riprodotto nell’atto penitenziale
• Gesù si affianca e si mette al passo dei due discepoli, accompagnandoli e dialogando
• La spiegazione dei fatti alla luce della Parola che illumina il mistero della croce di Cristo e il
rapporto dei discepoli con quel mistero
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• Arrivati ad Emmaus lo pregano di restare: Professione della fede, Preghiera dei fedeli,
Presentazione dei doni
• La frazione del pane e la Comunione nell’assenza fisica di Gesù
• Missione: il Cristo Risorto non va trattenuto, va donato, va annunciato. Ritorno a
Gerusalemme
• La missione cristiana misurata dalla carità
L’episodio di Emmaus raccoglie componenti fondamentali della Comunione che sostengono
la nostra vita quotidiana di discepoli e che trovano la loro sorgente, il loro apice nella celebrazione
eucaristica: l’umiltà, l’ascolto, l’accoglienza, l’offerta di sé, la missione, la carità. La verifica
dell’efficacia dell’Eucaristia non è tanto nell’esattezza rituale della successione dei gesti, che pure
ci deve essere, e neppure nell’emozione che il fedele prova durante la Messa che pure può aiutare,
ma nel resto, nella vita quotidiana, nel sacrificio spirituale della propria esistenza. Se l’Eucaristia
rende presente il sacrificio di Cristo, celebrare l’Eucaristia significa immergersi in quello stesso
sacrificio, ecco perché è inseparabile dal dono di sé, ecco perché è l’anima della Comunione.
4. Sii imitatore del Cristo immolato per noi: responsabilizzazione
da un cuore indurito a un cuore grato
Ci inoltriamo in ogni celebrazione con un cuore pentito e preghiamo il Kyrie eleison. Ascoltiamo la
Parola - le letture della Sacra Scrittura e l’omelia -, professiamo la nostra fede, offriamo a Dio i
frutti della terra e del lavoro dell’uomo e riceviamo da Dio il corpo e il sangue di Gesù e, infine,
siamo inviati al mondo con il compito di rinnovare la faccia della terra.
L’evento eucaristico rivela le esperienze umane più profonde, quelle della tristezza, della
sollecitudine, dell’invito, dell’intimità e dell’impegno.
Riassume la vita che siamo chiamati a vivere nel Nome di Dio. Solamente quando riconosciamo la
ricca rete di connessioni tra l’eucaristia e la nostra vita nel mondo l’eucaristia può essere del mondo
e la nostra vita ‘eucaristica’.
L’episodio di Emmaus riletto dalla prospettiva del “forestiero” parla di perdita, presenza, invito,
comunione e missione, e abbraccia i cinque aspetti principali della celebrazione eucaristica dalla
prospettiva del celebrante.
Insieme formano un movimento, il movimento che va dal risanamento del risentimento alla
gratitudine, vale a dire, da un cuore indurito a un cuore grato.
Mentre l’eucaristia esprime questo movimento spirituale in modo molto conciso, la vita eucaristica
è una vita in cui siamo invitati a far esperienza di e ad affermare questo movimento in ogni
momento della nostra esistenza quotidiana.
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Le cinque fasi di questo movimento che va dal risentimento alla gratitudine mostrano chiaramente
che ciò che celebriamo e ciò che siamo chiamati a vivere sono essenzialmente la stessa cosa.
• Risanare le nostre perdite «Signore, pietà»
• Discernere la presenza «Parola di Dio»
• Invitare lo sconosciuto «Credo»
• Entrare in comunione «Prendete e mangiate»
• Andare in missione «Andate e annunziate»
Conclusione
La parola ‘eucaristia’ significa letteralmente ‘rendimento di grazie’. Una vita eucaristica è
una vita vissuta nella gratitudine. La storia, che è anche la nostra storia, dei due amici in cammino
per Emmaus ha mostrato che la gratitudine non è un atteggiamento ovvio verso la vita. La
gratitudine va scoperta e va vissuta con grande attenzione interiore. Le nostre perdite, le nostre
esperienze di rifiuto e di abbandono e i nostri tanti momenti di disillusione continuano ad attirarci
nella rabbia, nell’amarezza e nel risentimento. Gesù ci ha dato l’eucaristia per renderci capaci di
scegliere la gratitudine. È una scelta che noi stessi dobbiamo fare. Nessuno può farla per noi. Ma
l’eucaristia ci induce a invocare la misericordia di Dio, ad ascoltare le parole di Gesù, a invitarlo in
casa nostra, a entrare in comunione con lui e a proclamare buone notizie al mondo. La celebrazione
eucaristica continua a invitarci a quest’atteggiamento.
L’eucaristia - il rendimento di grazie - dopo tutto, viene dall’alto. E il dono che non
possiamo fabbricarci da soli. Deve essere ricevuta. È offerta liberamente e chiede di essere ricevuta
liberamente. È qui che sta la scelta! Possiamo scegliere di lasciar continuare il viaggio allo
sconosciuto, rimanendo così egli uno sconosciuto. Ma possiamo anche invitarlo nella nostra vita
intima, lasciarlo toccare ogni parte del nostro essere e quindi trasformare i nostri risentimenti in
gratitudine. Non dobbiamo lasciarlo andare. Ogni volta che facciamo quella scelta, ogni cosa, anche
le cose più insignificanti, diventano nuove.
La nostra vita di poco conto diventa grande parte dell’opera misteriosa della salvezza di Dio.
Quando ciò avviene, niente è più accidentale, casuale o futile. Persino l’evento più insignificante
parla il linguaggio della fede, della speranza e, soprattutto, dell’amore. Questa è la vita eucaristica,
la vita in cui ogni cosa diventa un modo per dire ‘grazie’ a lui che si è unito a noi lungo il cammino.
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