Stefania Lucamante 290 ELISABETTA RASY L`OMBRA DELLA
Transcript
Stefania Lucamante 290 ELISABETTA RASY L`OMBRA DELLA
Stefania Lucamante E 290 ELISABETTA RASY L'OMBRA DELLA LUNA Milano: Rizzoli, 1999. 203 pp. lisabetta Rasy ha sempre frequentato la saggistica, occupandosi di scrittrici e pensatrici italiane ed europee in testi utili per capire il corso degli studi sulla scrittura femminile in Italia come La lingua della nutrice, oppure Le donne e la letteratura. Ma esiste in lei anche la passione per il romanzo di cui sono esemplari L'altra amante, Mezzi di trasporto, e lo struggente Posillipo, un romanzo legato per molti versi all'infanzia dell'autrice, agli anni trascorsi e alla "presenza di ciò che si è perduto" che si continua ad amare "disperatamente e per sempre". Un romanzo familiare in cui gli argomenti che vengono poeticamente a formare il ritratto di una giovane sullo sfondo degli anni Cinquanta e Sessanta sono l'amicizia fra donne e il trauma della crescita. Oltre a Posillipo vorrei menzionare per un particolare motivo Ritratti di signora. È con questo libro infatti, che Rasy fonde saggistica e narrativa per raccontarci le vite di tre illustri scrittrici italiane, Grazia Deledda, Ada Negri e Matilde Serao. Le loro vite ci appaiono "raccontate" come in un romanzo in cui all'amore per le lettere e l'emancipazione femminile si alternano le passioni solitamente legate alla scrittura femminile, quelle cioè per cui le donne s'immedesimano totalmente nell'eroina, soffrendo e piangendo mentre questa vive invidie, dolori, rabbie e violenti attacchi d'ira contro l'amante. Tre donne brillanti, attive, apparentemente sicure, che pure vivono lo sconforto di passioni sbagliate. Se in Posillipo quindi Rasy operava su un terreno narrativo prevalentemente autobiografico (sia pure rivisitato) in Ritratti di signora ha ricostruito un percorso di emancipazione femminile mediante il racconto dell'esistenza di tre donne che, con tonalità differenti, trattarono spesso nelle loro opere della situazione svantaggiata delle italiane agli inizi del secolo e che vissero in prima persona i problemi di una società essenzialmente patriarcale. Gli orizzonti della scrittura di Rasy si aprono adesso per parlare di un'altra famosa scrittrice, Mary Wollstonecraft. Ambientato in gran parte nella Parigi della Rivoluzione, di Robespierre e di Marat, il nuovo romanzo di Elisabetta Rasy, L'ombra della luna, traccia ancora una volta, come in Ritratti di signora, un racconto d'amore, di sorellanza, di amicizia basato sull'esistenza di una scrittrice. Il personaggio, Mary Wollstonecraft, è conosciuto al pubblico soprattutto per i suoi scritti sui diritti delle donne e sui torti subiti da L'ombra della luna 291 queste nella società, A Vindication of The Rights of Women, e Mary, or the Wrongs of Woman. Una donna definita "eccentrica" per i suoi tempi, ma in realtà essenziale per l'affermazione dei principi di uguaglianza delle donne che Wollstonecraft traeva anche dalla sua ammirazione ed entusiasmo per le idee promosse dalla Rivoluzione francese. L'istitutrice inglese, formatasi appunto nell'insegnamento alle sue studentesse, capì subito l'importanza dell'indipendenza economica e di come questo fosse il fattore principale di una vera autonomia femminile nei confronti dell'uomo. Tutto questo Mary Wollstonecraft lo scrisse alla fine del Settecento, ispirandosi agli scritti di Rousseau, anticipando di molto le teorie di Virginia Woolf di A Room of One's Own, una sua grande ammiratrice e a lei vicina (per certi aspetti) anche nella vita privata se ne paragoniamo l'esistenza di femministe e di mogli, non per amore ο per costrizione societaria, ma divenute tali per un senso di solidarietà e rispetto nei confronti dei loro mariti, entrambi degli intellettuali con i quali avevano contratto un "matrimonio di menti fedeli" (Woolf). Il termine romance che in inglese distingue le storie d'amore che "tanto piacciono alle donne" e di cui l'Emma flaubertiana fu tanto avida lettrice, dal novel, romanzo invece incentrato sullo studio dei personaggi e il loro inserimento nella società, non trova una distinzione nel lessico italiano. In L'ombra della luna se ne percepisce invece la sua sagoma di tradizione settecentesca (ad esempio, nel motivo dell'incontro nella locanda in una notte buia con uno sconosciuto interlocutore che dà inizio al racconto di Marguerite) in una brillante manipolazione che trova negli schemi postmoderni i suoi più brillanti elementi di rinnovamento, tra i quali menzioniamo almeno i vari punti di vista e il gioco dei narratori che riprendono gli eventi sciogliendoli da una certa rigidezza, e infondendo nuovo vigore alla storia della protagonista. Al romance si sovrappone quindi il novel in una forma assai contemporanea, e si arricchisce così la costruzione psicologica che dà spessore ai personaggi nel sapiente intreccio della tormentata storia delle vicende private di Mary Wollstonecraft con il ruolo pubblico da lei svolto, sia come commentatrice della Rivoluzione francese, sia di esempio di dignità per le donne di generazioni a venire, con il suo agire da donna indipendente e volitiva che seppe convincere molte donne della diseguaglianza dei loro diritti. "Spesso ho avuto giovani compagne accanto a me...una dolce creatura che ormai non è più e di cui ho ascoltato il suono indimenticabile dell'ultimo respiro...le mie care e sfortunate sorelle...le mie pupille...Tutte ho cercato di sollevarle dai meandri oscuri del fato femminile...". Con queste parole Mary Wollstonecraft allaccia nel racconto della sua esperienza parigina Stefania Lucamante 292 l'amicizia con la più giovane Marguerite, un'amicizia destinata a restare tale per tutta la breve vita dell'inglese in cui la seconda, per ammirazione e amore, viene destinata a condividere le debolezze di donna innamorata della scrittrice, ma anche ad imparare da lei a pensare a se stessa in quanto donna in modo radicalmente diverso. In L'ombra della luna Mary viene osservata e poi descritta da un'attentissima Marguerite che la coglie nell'atto della scrittura, a volte persino forsennata, con quella penna che sostituisce l'ago nelle mani dell'inglese e che le consente la propria interpretazione dell'essere donna, di cui emerge il lato più emotivamente femminile, la consapevolezza della fallibilità dell'amore senza il quale però non ha senso esistere. Marguerite condivide l'amore di Mary per il bell'americano Imlay, vedono nascere Fanny, viaggiano insieme verso il Nord Europa, la prima per conoscere meglio se stessa attraverso gli insegnamenti di Mary, e quest'ultima per cercare sino all'ultimo di salvare il proprio infinito amore per Imlay riposto, come da copione, nelle mani sbagliate. È il privato insomma a prevalere sul lato reso pubblico dagli scritti di questa famosa inglese, madre di Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein. Come spesso accade, la donna finisce infatti per essere vittima delle proprie passioni. In quanto donna, ed in quanto avida lettrice di Rousseau, Mary sa valutarne in pieno l'enorme importanza, ma ne segue inesorabilmente il loro corso. Questo le comporta una serie di paradossali sconfitte, sopratutto alla luce delle basi teoriche stese nei suoi lavori. "Non resta che cambiare la società, e di conseguenza i suoi costumi e le sue opinioni. È perciò che io ho scritto!" dice Mary a Marguerite. La sua stessa esistenza diventa un paradosso che molte madri della scrittura conoscono e che non fa che ristabilire il profondo contrasto fra la prassi e la teoria della ragione contro le passioni, l'impossibilità cioè di capire se stesse e di reclamare anche nel privato i propri diritti di donne. Come Marguerite dice al suo interlocutore nella locanda "la donna di cui ho parlato non era che un sogno essa stessa, ogni cosa che fece fu un errore, tutto finì in un soffio, il piacere non nutrì che dolore, infine dalla vita stessa nacque la morte" ma nel fondo l'ispirazione e gli insegnamenti di questa romantica donna inglese rimangono e Marguerite fonderà nel Nuovo Mondo una scuola per ragazze dedicandola a questa amica che visse nella convinzione che le "passioni nascessero dal decadimento della ragione". STEFANIA LUCAMANTE The Catholic University of America, Washington, D. C.