Incontro e cambiamento Riccardo Muro – Febbraio 2013 Ho

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Incontro e cambiamento Riccardo Muro – Febbraio 2013 Ho
Incontro e cambiamento
Riccardo Muro – Febbraio 2013
Ho conosciuto A. molto tempo fa, era un amico di una coppia di amici in comune, lui
musicista, lei architetto. Ci conoscemmo ad una cena e si creò subito quel filing etilico,
rara da riconoscere al primo colpo. Ma lui era in gran forma e quella sera mi stese.
Passò qualche tempo e ci incontrammo ad un concerto di questo nostro amico: parlammo
poco, nel locale, piccolo, il dub del nostro amico ci faceva molta compagnia. Fu però la
conferma, per me, di avere incontrato una persona interessante, molto più grande di me
(seppi solo dopo che era coetaneo di mia madre, ma ne dimostrava venti di meno). La
cosa che più mi affascinava erano le sue storie, la sua curiosità e capacità di adattarsi.
Aveva poi una particolare attenzione per il senso di reciprocità, voleva in ogni situazione
donarmi qualcosa e, in qualche modo, amava essere ricambiato.
Iniziammo a frequentarci assiduamente, feste, amici, spesso restavo a dormire da lui e
viceversa.
Con il tempo, però, quel rapporto di reciprocità mi inizio a pesare, ad essere vissuto da
parte mia come un obbligo nei suoi confronti.
Voleva un rapporto esclusivo, forse doveva smettere di giocare a fare il ventenne e
guardare in faccia il suo tempo.
Ci siamo persi di vista e non mi manca.
La pagina bianca
La sensazione predominante è quella del suicidio.
Confusione, indeterminatezza; poi però metto insieme i pezzi del ragionamento e provo a
scrivere le premesse.
La pagina bianca si trasforma nel luogo ideale per definire le premesse, quelle frasi, frutto
del ragionamento, “messe prima”, sulle quali non hai timore di sbagliare, di fare passi falsi.
Inizia a passare la sensazione di baratro, di porta aperta nel vuoto e puoi appoggiare il
passo successivo sulla pagina, come Aladino sul tappeto volante, vai fin dove ti spinge il
desiderio.