Cronaca: ultime notizie di cronaca - Corriere della Sera

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IL CONVEGNO
Solidarietà, l’Italia è al primo posto«Più bravi di Francia e
Inghilterra»
Parla il braccio destro di Ban Ki Moon, l’irlandese Peter Sutherland, protagonista a Siracusa del
primo evento della appena nata «Ortygia Business School»: «Grande riconoscimento a voi
come a Germania e Svezia. Meno per Usa, Austria e Ungheria»
Felice Cavallaro
Dopo lo sgomento avvertito sulle
trincee dell’immigrazione, dopo la
folla di disperati davanti al filo spinato
di Calais, passando da un centro
accoglienza di Roma e infine in Sicilia
da quello di Mineo, il braccio destro di
Ban Ki Moon, l’irlandese Peter
Sutherland, Rappresentante speciale
del segretario Onu, protagonista a
Siracusa del primo evento della
appena nata «Ortygia Business
School», stila una sorta di tabella
della solidarietà. E si scopre che per l’Onu ai primi posti c’è l’Italia, con Germania e
Svezia: «Grande riconoscimento a quanto fatto dall’Italia. Meno per quanto fanno gli
Usa. Meno il Giappone. Ancora meno Francia e Inghilterra. In coda tanti altri. Fino
all’Austria o all’Ungheria delle barriere».
Guardia costiera e un gruppo di bagnanti in una
spiaggia del Siracusano soccorrono dei migranti un
gruppo di migranti (Ansa)
Eccoli per Sutherland i simboli di «una
negazione dell’essenza delle cose in cui
L’EUROPA NEGATA DALLE BARRIERE
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diciamo di credere, cioè di una Europa senza frontiere». Il rischio? «Un prevedibile
danno che costerà all’Europa da 50 a 150 miliardi l’anno». Di qui l’appello alle forze
più xenofobe, «ai limiti del razzismo»: «Anche se da un punto di vista morale non vi
importa niente, anche se ignorate il dilemma etico di dovere aiutare chi fugge dalle
guerre, pensate a quanti quattrini perderete senza migranti che lavorano con
mansioni poco ambite e senza le rimesse che stanno nelle vostre banche prima di
passare nei loro Paesi...».
E’ un primo grande tema di riflessione offerto alla
platea della nuova Scuola presieduta da Lucrezia Reichlin, l’economista della
London Business School che gioca a Siracusa la sfida di costruire un centro di
formazione per manager con il cervello in Sicilia e il cuore oltre il Mediterraneo. La
sfida riguarda proprio le due sponde di questo mare circondato da conflitti incrociati.
Come spiega l’economista arrivata da Londra: «Da una parte, la civiltà della vecchia
LA SFIDA DI LUCREZIA REICHLIN
Europa. Dall’altra, spesso, il vuoto. Inglesi e francesi hanno capito. Da tempo
operativi con università e centri studio in Paesi come Egitto e Libano. Luoghi in cui si
approfondisce, si tessono relazioni. L’Italia è indietro...». E ci prova partendo da
Siracusa. Con l’entusiasmo di un giovane avvocato, Piero Fillioley, e un docente di
Economia a Messina, Francesco Drago, punti di riferimento di Lucrezia Reichlin,
decisa a lavorare «anche per catalizzare eccellenze, favorire il rientro dei cervelli».
In una terra attraversata da mille contraddizioni, come sa la professoressa: «Qui si
porta roba buona. Basta con le schifezze in Sicilia. L’ambizione è avere qui il meglio
del mondo».
Si andrà a regime il prossimo anno, come
spiegano i promotori, dopo la raccolta fondi avviata fra banche, imprenditori, siciliani
UN PALAZZO NEL GIARDINO DI PIETRA
d’America. Sensibile, l’amministrazione comunale, con il sindaco Giancarlo Garozzo,
pronta a donare come sede operativa una antica dimora di Siracusa, Palazzo
Impellizzeri. Ma la Regione dovrebbe restaurarla. Frattanto, si lavora alle spalle della
Cattedrale, nella sede provvisoria a due passi dalla Fonte Aretusa, nel cuore di quel
giardino di pietra che è l’isola di Ortigia.
PLAUSO ALLA MERKEL
Da questo cuore pulsante della civiltà antica la Scuola
comincia lanciando l’appello del Rappresentate Onu perché «l’Europa contenga i
nazionalismi, argini posizioni xenofobe, a volte razziste, facendo capire che è una
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questione globale, non locale o regionale». Parole dure di Sutherland che rivela un
aneddoto dopo l’ultimo convegno sull’Africa dove si è constatato come «Libano,
Giordania e Turchia stiano ricevendo la quantità maggiore di migranti, mentre è una
storia che riguarda tutti». E è il racconto di una conversazione con Angela Merkel:
«Eravamo seduti vicini, mi sono complimentato per il gran bel lavoro fatto, anche
rischiando voti: “E’ stata pronta ad accettare uno svantaggio politico”. E lei:
“Importante è tenere unita l’Europa”. Ecco il modello da seguire». E lascia la Sicilia
deciso a inserire queste note nel rapporto al quale lavora per presentarlo entro
novembre a Ban Ki Moon, prima della fine del suo mandato, in modo che venga
trasferito al nuovo vertice Onu.
Felice Cavallaro
19 aprile 2016 | 17:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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