african fantasy faida

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AFRICAN FANTASY FAIDA
Giovedì 05 Marzo 2009 14:30
di mazzetta
In Guinea-Bissau la realtà si è occupata ancora una volta di realizzare le fantasie più estreme.
La storia racconta di un lungo confronto tra il presidente e il capo dell'esercito che risaliva ai
tempi della dittatura (peraltro recente, visto che la transizione a una specie di democrazia è
avvenuta nel 2005) e che lo scorso fine settimana è trasceso fino alla morte dei due antichi
rivali. All'assassinio del capo dell'esercito Batista Tagme Na Waie, saltato insieme alla sua auto
in un attentato, i militari hanno reagito poche ore dopo uccidendo il presidente. I ribelli non
sembrano aver interesse alla presa del potere, ora assunto ad interim dallo speaker del
Parlamento in attesa di nuove elezioni presidenziali. L'azione è sembrata una vendetta,
piuttosto che un golpe, la rappresaglia tra clan rivali che si rumoreggia si contendano anche il
lucroso traffico della droga Raccontata così la storia non sembra per niente eccezionale, ma
assolutamente in linea con quella delle altre sorelle guineane; in fin dei conti in Guinea-Conakry
sono freschi di golpe militare succeduto alla fine della dittatura ultra-decennale di Lansana
Contè, mentre in Guinea Equatoriale il feroce Teodoro Obiang ha respinto un attacco al palazzo
presidenziale appena qualche settimana fa.
A mettere il tocco d'artista ci ha pensato Frederick Forsyth, che è arrivato domenica a Bissau,
la capitale guineana, nello spazio tra l'uccisione del capo dell'esercito e quella del presidente
avvenuta il lunedì mattina. Forsyth deve molto all'Africa Occidentale, molti dei suoi vendutissimi
thriller sono ricalcati sugli intrighi tra potenze coloniali, multinazionali e feroci personaggi africani
facilmente riconoscibili. Anche lo stesso Forsyth ha avuto una bella parte nelle disgrazie di
questi paesi, lui stesso ha ammesso di aver finanziato un golpe in Guinea Equatoriale nel 1973:
si spera solo che non lo abbia fatto unicamente per offrirsi nuovi spunti, visto che
dall'esperienza trasse “The Dogs of War”, uno dei suoi maggiori successi.
Forsyth è un personaggio molto attivo, fin da quando nel 1968 lasciò la BBC dopo essere
stato accusato di aver falsificato alcuni reportage e spesso ha attraversato con disinvoltura la
linea che separa il cronista dal protagonista e mescolato il romanzo con la realtà, contaminando
entrambi in modo da rendere difficile distinguere il confine tra realtà e fantasia. Nella sua vita
non si è limitato a raccontare sordidi intrighi, ma vi ha preso parte con un certo entusiasmo.
Tanto che nell'intervista ha ritenuto opportuno premettere che il suo nuovo romanzo non
racconta di colpi di stato e che “Posso assicurare che non ho niente a che fare con il colpo di
stato”.
Giunto in Guinea per alcune ricerche sul suo nuovo libro, Forsyth si è trovato vicinissimo agli
eventi e li ha raccontati alla BBC. La sequenza della morte del presidente Vieira ricorda una
notissima barzelletta che ha per protagonista un vecchietto che non vuole morire nonostante
un'impressionante catena d'incidenti: “ Sono andati alla sua villa, hanno tirato una bomba
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dentro una finestra, che lo ha ferito, ma non lo ha ucciso. Il tetto è caduto, ferendolo, ma senza
ucciderlo. A fatica è riuscito ad uscire in piedi dalle macerie, ma solo per essere prontamente
colpito da una fucilata. Tuttavia nemmeno questo lo ha ucciso. Allora lo hanno portato nella
vicina casa di sua suocera e lo hanno fatto a pezzi con i machete."
Forsyth, che risiedeva tanto vicino alla residenza presidenziale da sentire l'esplosione, ha
parlato con il medico legale e con molti testimoni - e sicuramente ha fonti di prima mano - anche
se resta la possibilità che abbia colorato la vicenda. Il cinismo con il quale ha definito gli eventi
“la ciliegina sulla torta” del suo prossimo libro segnala uno spiccato e compiaciuto
egocentrismo, non esattamente l'animo dell'incorruttibile reporter anglosassone. Resta che la
fine del presidente Joao Fernando Vieira passerà alla storia in questa versione romanzesca e
che la Guinea-Bissau deve trovare nuovi equilibri in fretta, la perdita dei due pessimi soggetti
può essere una fortuna per il paese, ma anche spalancare la porta ad un periodo di violenze e
alla destabilizzazione regionale.
La situazione nel paese sembra per ora stabile e nel paese è subito arrivato il ministro degli
esteri del Portogallo, paese colonizzatore di riferimento, seguito da una rappresentanza
dell'Unione Africana e dall'attenzione di altre istituzioni internazionali, che cercheranno
d’ìindirizzare l'evoluzione politica Guineana sul piano del confronto politico e di evitare la
possibilità di confronti armati.
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