PROGETTO UNA FAMIGLIA DA AMARE
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PROGETTO UNA FAMIGLIA DA AMARE
Associazione Missionaria Internazionale Amici Mondo Indiviso Amici dell’AMI INTRODUZIONE 19 APRILE 2015 Iniziando questa assemblea il pensiero non può non andare al fatto che è la prima volta che l'assemblea viene vissuta senza Pia. Sapevamo tutti della sua malattia e penso che eravamo tutti consapevoli della gravità, ma sembrava che il momento del distacco non dovesse venire mai, anche perché la sua malattia è stata vissuta nella speranza di una guarigione e comunque sempre in un affidamento a Dio che, come diceva Pia, “sa cosa fa”. Vorrei ricordare le parole di Pia tratte dal suo testamento spirituale e dall’introduzione all'assemblea dell'anno scorso, dove già sentiva che se ne sarebbe andata via presto. Parla dell'amore per la Chiesa, delle sofferenze offerte per la Chiesa e con la Chiesa. Pia scrive: “Se il Signore mi sottrae a voi fisicamente sappiate che vi sarò sempre vicino, vi guarderò con gli occhi di Dio, vi amerò col suo cuore, vi consolerò! Siate consapevoli del dono di Dio: l'AMI è dono di Dio.” Ci diceva che ci avvicinavamo al 25° di fondazione e le sue parole sono state: “In questo tempo, oltre a riscoprire la bellezza del germoglio, dobbiamo chiederci se il nostro terreno è fecondo o arido. Chiederci quali sono le aridità che non ci permettono di essere pienamente quello che Dio ci chiede. Siamo tutti povera gente che si sforza di fare quello che può fra tanti limiti e il nostro carisma è particolarmente impegnativo. Quello che ci è chiesto è l'accoglienza del dono e la fedeltà ad esso, la fiducia totale in Dio che opera in noi quello che ci chiede se lo lasciamo fare. La crescita non è una deviazione, il nocciòlo di olivo diventa un olivo, se volesse diventare un cedro del Libano tradirebbe se stesso”. In queste parole colgo l'invito a fare di questi 25 anni di vita AMI la base per andare avanti più consapevolmente. L’AMI Associazione Missionaria Internazionale ha 25 anni. Sembra ieri quando siamo arrivate a Faenza e abbiamo iniziato questa avventura che si è rivelata un cammino entusiasmante con la Chiesa di Faenza e le chiese sorelle in Italia, in India, in Eritrea, in Tanzania. Da subito ci siamo chiamati anche AMICI MONDO INDIVISO e da organismo di volontariato siamo diventati anche ONLUS. Anche questo nome è indicativo del servizio che abbiamo scelto e che vorremmo col vostro aiuto carissimi amici portare avanti. Tenere viva la tensione verso un mondo indiviso dove non ci deve essere fame, sete, guerre, dittature... Dove è restituito al povero il dovuto e dove prevale la Associazione Missionaria Internazionale Amici Mondo Indiviso Amici dell’AMI condivisione e la fratellanza. Come sarebbe bello un mondo senza divisioni e discriminazioni in cui uno dà all'altro l’opportunità di una pari dignità. E invece attorno a noi e a volte dentro di noi ci sono divisioni, discordie, pregiudizi… questa occasione del 25° è dunque per noi motivo per ribadire la volontà di crescere in questa consapevolezza che il dono di noi, in qualunque modo si faccia, ha in sé una bellezza profonda: consapevoli di essere Amati, a nostra volta amiamo tutti gli altri e la nostra associazione vuole privilegiare in questo e mettere al primo posto il povero, l’abbandonato, lo “scarto” delle periferie del mondo. Voi, come tanti altri amici che non sono potuti intervenire, ci aiutate a realizzare un pezzettino di mondo indiviso. Questa è l’occasione in cui normalmente si fanno tanti ringraziamenti, può sembrare banale ma in questa occasione vorrei esprimere un grazie che sgorga davvero dal cuore, che sgorga dalla consapevolezza che questa famiglia, opera prima di tutto di Dio, è stata costruita non solo dai primi, ma da ognuno di voi amici presenti oggi qui e da quelli lontani, ma non meno partecipi a questo momento di comunione. Ricordo e ringrazio tutti quelli che in qualche modo hanno messo un piccolo mattone nella costruzione di questo piccolo edificio che vuole ancora crescere. Ringrazio dunque la Chiesa di Faenza: Mons. Bertozzi ci ha accolti e il Vescovo Claudio Stagni ci ha approvati definitivamente e ci resta accanto come un padre nel nostro cammino. I Vescovi dell’India, dell’Eritrea e della Tanzania che ci hanno accolto nelle loro rispettive diocesi. Il nuovo Vescovo di Faenza Mons. Mario Toso che ci ha accolti e benedetti quando il Consiglio dell'AMI è andato recentemente a conoscerlo e presentare l'associazione. Ringrazio il Signore per Don Mario e per Pia, che hanno messo tutte le loro energie per dare una veste spirituale e istituzionale alla famiglia, per tutte le missionarie che hanno lavorato in Italia, in India e in Africa, per il Gruppo Apostolico, per i giovani del GIMA speranza del futuro, per i ragazzi e i bambini gioia delle loro famiglie e di tutta la famiglia AMI. Grazie per i 183 volontari, che hanno costruito la prima missione AMI in Africa a Digsa, tanti amici che sono partiti e che continuano a partire. Grazie per tutte le persone che ci hanno sostenuto e ci sostengono, ci vogliono bene, ci accompagnano con la preghiera, il sostegno economico e il lavoro, per le opere e i progetti che portiamo avanti a favore dei più abbandonati. Ringrazio il Signore per tutto quello che sono stati questi anni per ognuno di noi: i momenti belli entusiasmanti degli inizi delle prime missioni, i momenti di stanchezza, di sofferenze che hanno accompagnato l’AMI come qualsiasi famiglia. La cosa che ci ha sempre sorpreso è che nei periodo Associazione Missionaria Internazionale Amici Mondo Indiviso Amici dell’AMI di maggiore stanchezza succedeva qualcosa di bello, di non aspettato, questo ci ha sempre rivelato che la famiglia è voluta da Dio e non dipende dalla nostra voglia di fare o meno. Proprio nei momenti più difficili il Signore ci vuole educare a camminare non poggiando il tutto sulle nostre forze ma solo su di Lui. Così la Provvidenza di aiuti inaspettati, ma anche di persone disponibili, di vocazioni nuove, sono venute per ridarci coraggio, per invitarci ad andare avanti nella strada intrapresa. Così dopo l’incidente del 2003, così dopo l’espulsione del 2009, così dopo malattie e morti che ci hanno distaccato da persone care. Vorrei ringraziare anche per il nuovo progetto in Tanzania che sta sbocciando con tante ed entusiasmanti speranze per il futuro e tante persone che hanno ricominciato ad aiutarci per la costruzione e i vari servizi che facciamo. Persone che stanno accettando l’invito ad uscire che Papa Francesco fa continuamente. Grazie a tutte le persone che ci danno la possibilità di dare un'opportunità a chi viene continuamente dimenticato dalla vecchia e sempre nuova cultura egoistica dell’indifferenza. Voglio pensare che siamo sparsi come un piccolo seme insignificante che vuole portare frutto... Alcune persone dopo la morte di Pia mi hanno chiesto quale sarà il futuro della famiglia. Nella nostra spiritualità rifacendoci a San Giovanni Calabria abbiamo sempre tenuto presente il vangelo di Matteo (6, 25-34) Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?... Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. E mi piace ripetere la frase che don Mario ci diceva sempre: non vi preoccupate del futuro: voi sarete ciò che vorrà Dio: potete essere un fiorellino di campo che nasce e muore nello stesso giorno, oppure un alberello oppure ancora un cedro del Libano. Non vi mettete in punta di piedi a guardare al futuro ma vivete l’oggi intensamente. Ecco vorrei rispondere così alle persone che ci chiedono quale è il futuro dell’AMI: spero sia superato il discorso del fiorellino di campo, e quindi possiamo considerarci un alberello ancora piccolo e con pochi rami ma con tanta speranza di portare molto frutto. La cosa che chiedo al Signore è che questi frutti siano buoni non per vantarcene o per tenerceli stretti, ma per metterli a disposizione degli altri perché il seme del bene si sparga e il Regno di Dio cominci già da questa terra. Antonietta