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donde las cuestiones sexuales y afectivas emergen y reclaman, como dice una de
las intervenciones, “un discernimiento delicado y complejo”. allí tiene lugar también el proceso de aclarar los elementos constitutivos de la identidad de la hija de
maría auxiliadora, lo mismo que el encuentro existencial con Cristo cada día.
Sorprende en esta obra su triple perspectiva: 1) apertura apostólica a la realidad del mundo y de la cultura de nuestros días, 2) la centralidad de la opción
consagrada por Cristo dentro de la Iglesia y según el carisma de las hijas de maría
auxiliadora y, 3) el cuidado de la formación tanto de las novicias como de sus
maestras.
al lector no salesiano le queda insatisfecho el apetito despertado por el título de una de las conferencias: El acompañamiento en estilo salesiano. en realidad, el contenido debe satisfacer, sin ser muy detallado, a las maestras de
novicias que han participado en este Congreso. La autora tenía que pensar en ellas
y dirigirse a ellas, no a los lectores interesados en saber un poco más sobre el estilo salesiano de acompañamiento.
La riqueza de las distintas aportaciones seleccionadas para aparecer en
este volumen dejan a la vista dos cosas: 1) la excelencia y esmero con que las
hijas de maría auxiliadora forman a sus formadoras, y 2) la formación multidimensional y excelente que procuran ofrecer a sus novicias y hermanas.
LuIS JoRGe GonZáLeZ, oCd
G. de LuCa, La misericordia di Gesù. Percorsi di umanesimo nel Vangelo di Luca,
Libreria editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2013, 388 pp., 24x17 cm.
molti anni or sono, il noto scrittore e drammaturgo siciliano Leonardo
Sciascia (1921-1989) scriveva, con l’angoscia propria di chi non ebbe il dono
d’incontrarsi con dio e di avere da Lui una risposta consolatoria nei confronti del
tanto male presente nel mondo: «Talvolta penso che dio c’è davvero ma che,
forse, non ne sapremo mai nulla. C’è, ma non può o non vuole occuparsi di noi,
né adesso né dopo la morte. magari, siamo un suo incidente, qualcosa che gli è
sfuggito di mano».
Chi legge il racconto della vita di Gesù fattoci dall’evangelista Luca, davanti a dio non si sente, certo, un suo imprevisto o, peggio ancora, qualcosa che
gli è sfuggito di mano. Tutt’altro! Procedendo, passo passo nella sua lettura, s’accorge e si convince con sempre maggiore lucidità – come scrivemmo in un nostro
commento del 1994 – che il dio resosi manifesto e operante in Gesù è un dio vicino agli uomini e cammina, realmente, al loro fianco per incoraggiarli, ritemprarli, liberarli e consolarli.
Ci si trova, infatti, davanti a una persona verso la quale si potrebbe e si dovrebbe rivolgere, da cristiani, la preghiera che il mistico arabo ali Ben husayn rivolgeva ad allah: «o dio, nel presentarmi a Te, non ho altro titolo che la tua
indulgente pietà, né altro mezzo per essere introdotto alla tua presenza che la prodigalità della tua misericordia. Fa’ che essa mi procuri il tuo perdono e mi dia di
godere della tua generosità. Per coloro che sono in viaggio, non c’è ospite più generoso di Te. Tu sei il miglior compagno del solitario che si isola per Te. Tu, il rifugio più accogliente per l’esiliato che cerca asilo in Te».
nella sua presente opera titolata “La misericordia di Gesù. Percorsi di
umanesimo nel Vangelo di Luca”, Gesualdo de Luca non si propone altro scopo
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se non quello di mostrare come tale Vangelo sia tutto incentrato sulla figura di
Gesù in qualità di persona che riflette in sé, nel suo agire, nel suo parlare, nel suo
morire, nel suo risorgere e nel suo ascendere in cielo questo volto infinitamente
misericordioso di dio.
L’a. non si limita tuttavia a percorrere il racconto evangelico inserendo,
di volta in volta, considerazioni più o meno già sapute e motivate, con evidenza,
dallo stesso testo sacro.
Il suo è un affrontare il testo evangelico di Luca in maniera estremamente
articolata e comprendente, nello snodarsi dei diversi capitoli, differenti livelli di
lettura.
un primo e basilare livello di lettura è quello di un’analisi attenta e corretta
del testo che si propone di commentare e che, seguendo le diverse unità narrative
di cui si compone il Vangelo, espone in venti corposi capitoli.
un secondo livello di lettura è quello che l’a. chiama livello estensivo di
ciò che il testo biblico direttamente dice e che viene approfondito attraverso ulteriori riflessioni in chiave teologica, cristologica, ecclesiologica e antropologica.
Il terzo e ultimo livello ha carattere eminentemente e volutamente pastorale, in quanto l’a. tenta di applicare all’uomo di oggi ciò che è stato esposto
nelle precedenti considerazioni e di convincerlo che lui, l’uomo, diventa uomo
sempre più vero, sempre più autentico nella misura in cui si apre all’amore misericordioso di dio, ne comprende il valore e, una volta accolto, lo vive nei confronti degli altri, di tutti gli altri.
L’a. riassume, in maniera concisa ed estremamente chiara, la presenza di
questi tre livelli di lettura del Vangelo di Luca in ordine al tema propostosi nel titolo, allorché scrive (pp. 7-8): «L’approccio (da noi fatto al testo evangelico) è di
teologia biblica. Si tratta cioè di quella riflessione teologica che intende accogliere il testo sacro nel contesto dell’unità della S. Scrittura, dell’analogia della
fede e della tradizione ecclesiale (dV, 12). In altri termini, di una riflessione teologica che si ispira alla metodologia usata da Benedetto XVI nel Gesù di Nazaret, “al di là della mera interpretazione storico-critica”, senza con ciò volere e
potere per nulla rinunciare alla serietà storica. nel nostro studio viene così analizzato quasi interamente il testo del Vangelo di Luca in dialogo con diversi esegeti e con il Santo Padre Benedetto XVI per far emergere il tema della
misericordia nella vita di Gesù come tema che manifesta e testimonia l’amore del
Padre».
«alla luce di questa premessa, si ricava poi, volta per volta, un aspetto
specifico della carità, della misericordia e dell’amore, per poi proporre, in maniera sintetica e quasi lapidaria, questo contenuto all’uomo d’oggi, nella speranza
che, accogliendolo e vivendolo, egli realizzi, all’interno del cammino della
Chiesa, l’uomo nuovo in cammino costante verso la sua piena realizzazione con
la forza proveniente dallo Spirito di dio».
nel muoversi alla luce dei tre suddetti livelli di lettura, l’a., inoltre, ritiene indispensabile, data la natura del tema, sottolineare con particolare attenzione un duplice fatto.
Il fatto che, a ben guardare, l’intera storia della salvezza si muova nel
segno dell’amore misericordioso di dio, anche quando potrebbe sembrare in diverse circostanze che dio si comporti più da persona in preda all’ira anziché da
persona aperta al perdono, e il fatto che nel Vangelo di Luca, interamente ispirato,
nel suo insieme, al tema della divina misericordia, emergano testi a contenuto
narrativo e didattico dove questa misericordia emerge in maniera del tutto speciale
o, talvolta, addirittura scioccante.
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È il caso dei brani concernenti l’infanzia di Gesù (Lc 1-2), la visita di Gesù
alla sinagoga di nazaret (4,14-30); il discorso della pianura, con incluso l’annuncio delle Beatitudini (6,17-42); gli incontri di Gesù con il centurione di Cafàrnao, con la vedova di naim e con la peccatrice in casa di Simone (7,1-50); la
parabola del buon Samaritano e l’atteggiamento da lui assunto nel rendere l’aiuto
prestato il più completo possibile (10,25-37); le tre parabole denominate, appunto,
della misericordia e aventi per protagonisti, rispettivamente, la pecorella smarrita, la dramma perduta e il padre del cosiddetto figliol prodigo (15,1-32); gli ammonimenti contro la disonesta ricchezza, contro il fare del denaro l’unico vero
dio da adorare e contro quel ricco epulone che, oltre a ridurre la propria vita a un
gozzovigliare continuo, tratta il povero Lazzaro peggio di un cane (16,1-31); la
parabola del fariseo e del pubblicano nel tempio (18,9-14); l’incontro con il pubblicano Zaccheo e la piena salvezza entrata, con Gesù, la salvezza in persona,
dentro a quella casa (19,1-10); l’istituzione dell’eucaristia e i vari messaggi che
ne fanno da contorno (22,1-34); Gesù nell’orto degli ulivi, durante il suo arresto
e lo sguardo di amore da lui rivolto a Pietro dopo che questi, più per debolezza
che per cattiveria, lo aveva rinnegato (22,39-62); le parole di perdono e di implorante salvezza pronunciate sulla croce (23,26-34.39-43); l’annuncio della risurrezione di Gesù fatta dagli angeli e le successive apparizioni del Risorto ai
discepoli di emmaus, ai discepoli radunati nel Cenacolo e l’annuncio di una prossima discesa su di loro da parte dello Spirito Santo (24,1-50).
da sottolineare, infine, la linea rossa che l’a. segue come una stella-guida
durante l’intero percorso del suo lavoro e che ha come punto di riferimento sia il
Gesù raccontato specificamente dal Vangelo di Luca, sia la legge fondamentale
data da Gesù alla sua Comunità. a pagina 374, l’a. esprime bene, a mo’ di sintesi, la natura di questa linea rossa allorché scrive:
«(Secondo il Vangelo di Luca), Cristo è colui che in ogni modo e sotto ogni forma
manifesta la misericordia del Padre: nella predicazione, nell’invito a tornare nella
casa paterna, nei miracoli. (Colui che) tutto opera per misericordia e compassione.
non c’è niente della sua vita e del suo insegnamento che non sia frutto e manifestazione di infinita misericordia. La misericordia è il suo manto, il suo atteggiamento quotidiano […]. È inoltre la carità la legge fondamentale data da Cristo
alla sua Comunità. una legge che essa vive al suo interno seguendo le regole dettate dall’amore, dando testimonianza della propria missione come riflesso vivo
della misericordia di Cristo e come manifestazione dell’amore del Padre».
una volta esposti a grandi linee sia il contenuto che lo snodarsi progressivo, sul piano redazionale, della presente opera di Gesualdo de Luca titolata “la
misericordia di Gesù” e sottotitolata “percorsi di umanesimo nel Vangelo di
Luca”, non si può non rilevare che la nostra analisi si è fermata alla corteccia,
alla superficie del lavoro. Per comprenderne invece appieno il valore a livello
tanto dottrinale che spirituale e pastorale, occorre, oltre che leggerlo per intero, sostare a riflettere sui tanti messaggi che ne scaturiscono e che inducono il lettore a
scorgervi importanti spunti di vera e propria meditazione.
L’a., infatti, non si accontenta di dare dei testi lucani una lettura la più
completa ed esauriente possibile. questa lettura egli l’accompagna e l’arricchisce
servendosi, in linea di massima, di tutti i collegamenti diretti e indiretti a cui essa
può richiamarsi, anche se, sul piano strettamente esegetico, detti collegamenti lasciano, talvolta, alquanto a desiderare e conducono la riflessione sul tema della
misericordia in ambiti di lettura interpretativa piuttosto lontani da ciò che, di fatto,
il testo sacro si propone di trasmettere.
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naturalmente, questo genere di lettura seguito dall’a. non inquina né tanto
meno offusca la bellezza, la ricchezza e l’originalità del presente lavoro. Bellezza,
ricchezza e originalità che spingono il lettore a innamorarsi realmente del Gesù
misericordioso presentato dal Vangelo di Luca e a capire che, in fondo, vivere da
cristiani o da uomini autentici significa prendere coscienza d’essere, da sempre,
creature generate dalla misericordia di dio, accogliere con gratitudine questo continuo fluire di misericordia dal cuore di dio attraverso la persona di Gesù e farsi
essi pure davanti al mondo, a imitazione di Gesù, testimoni di amore, costi quello
che costi.
In tal senso, il principale messaggio trasmesso dal presente scritto di de
Luca può essere ottimamente concentrato e unificato, cristianizzandolo, nello straordinario appello lanciato all’intera umanità da mahatma Gandhi (1869-1948):
«Prendi un sorriso / e regalalo a chi non l’ha mai avuto. / Prendi un raggio di sole
/ e fallo volare là dove regna la notte. / Scopri una sorgente e porta a bagnarvi chi
vive nel fango. / Prendi il coraggio / e mettilo nell’animo di chi non sa lottare. /
Scopri la vita e raccontala a chi non sa capirla. / Prendi la bontà / e dàlla a chi non
sa donarla. / Prendi l’amore / e fallo conoscere al mondo».
VIRGILIo PaSqueTTo, oCd
S. SaBuGaL, Il primo lavoro di Dio. Il libro della Genesi, Libreria editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2014, 364 pp., 21x14 cm.
Santos Sabugal, autore di numerose pubblicazioni concernenti l’ambito
biblico, in questa sua ultima opera titolata Il primo lavoro di Dio. Il libro della Genesi, offre un ampio e particolareggiato studio su tutto ciò che i cinquanta capitoli, di cui si compone appunto il libro della Genesi, raccontano a proposito della
creazione del cosmo e dell’uomo, delle conseguenze derivanti al genere umano
dal peccato di adamo ed eva e dei fatti aventi per protagonisti i Patriarchi
abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe.
questo per quanto riguarda uno sguardo d’insieme dell’opera qui segnalata. Se la si percorre, tuttavia, passo dopo passo e con accorta attenzione, si nota
che, pur affrontando temi in buona parte già universalmente conosciuti, la lettura
della Genesi fatta dal Sabugal risulta essere molto articolata e approfondita sia a
livello di analisi testuale che a livello di messaggi collegati a detta analisi o da essa
derivanti.
Ciò posto, per ottenere una visione la più oggettiva possibile tanto del
modo di procedere dell’opera che del suo contenuto, occorre aver presente i due
piani entro i quali si muove l’a., vale a dire il piano strettamente narrativo e il
piano di ciò che il testo biblico intende trasmettere, di volta in volta, nella sua
qualità di parola di dio ordinata al bene dei credenti in Lui.
osservato dal punto di vista meramente narrativo, il presente studio del
Sabugal, escludendo una breve introduzione riguardante le caratteristiche essenziali della rivelazione biblica e la natura propria dell’esateuco, con incluso il libro
della Genesi (pp. 16-26), si divide in due grandi parti: la parte concernente i primi