Testimonianza, apertura, essenzialità
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Testimonianza, apertura, essenzialità
La vocazione rosminiana Grillo parlante o … pensieri sparsi L’impegno primario del rosminiano è un sincero cammino di santità personale, con fiducia in Dio e nella consapevolezza della propria povertà. 19. Testimonianza, apertura, essenzialità. Un invito del Santo Padre per la nuova evangelizzazione Il 14 ottobre il Santo Padre ha incontrato i partecipanti all’assemblea plenaria del dicastero della Nuova evangelizzazione, guidati dall’arcivescovo Rino Fisichella. Nel corso dell’incontro ha ricordato che viviamo in una società veramente bisognosa di vangelo. Ci sono bambini che non sanno più farsi il segno della croce. Questo livello di analfabetismo religioso non ha bisogno di commenti. Tre di primati indicati dal Santo Padre: testimonianza, andare incontro, essenzialità: «La Chiesa è inviata a risvegliare dappertutto […] speranza, specialmente dove è soffocata da condizioni esistenziali difficili, a volte disumane, dove la speranza non respira, soffoca. C’è bisogno dell'ossigeno del Vangelo, del soffio dello Spirito di Cristo Risorto, che la riaccenda nei cuori. La Chiesa è la casa in cui le porte sono sempre aperte non solo perché ognuno possa trovarvi accoglienza e respirare amore e speranza, ma anche perché noi possiamo uscire a portare questo amore e questa speranza. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire dal nostro recinto e ci guida fino alle periferie dell’umanità […]. Non serve disperdersi in tante cose secondarie o superflue, ma concentrarsi sulla realtà fondamentale, che è l’incontro con Cristo, con la sua misericordia, col suo amore e l’amare i fratelli come Lui ci ha amato. Un incontro con Cristo che anche è adorazione, parola poco usata. Adorare Cristo! Un progetto animato dalla creatività e dalla fantasia dello Spirito Santo, che ci spinge anche a percorrere vie nuove, con coraggio, senza fossilizzarci!». Un invito chiaro sia nell’urgenza che nelle modalità. Rosmini ci ricorda che il primato della carità è quello spirituale, perché tutto concorra alla salvezza dell’anima dei fratelli che Dio ci affida. Nella passività, intesa come amore per la vita ritirata e per l’ascesi, ci invita a purificare ogni giorno la nostra testimonianza cristiana, nell’indifferenza, intesa come piena apertura ai segni di Dio nell’esercizio della carità, ci invita ad aprire il nostro cuore ad ogni bisogno dei fratelli, coltivando le capacità necessarie per rispondervi effettivamente, nello spirito di intelligenza ci invita ad agire con ordine e in ascolto dello spirito di Dio, mirando proprio all’essenziale e concentrando verso questo tutte le nostre energie nel modo più efficace. A maggior ragione facciamo nostro l’invito del Santo Padre e continuiamo a rispondere con gioia a Dio che chiama.