Numero 32: Una scelta per cambiare il futuro
Transcript
Numero 32: Una scelta per cambiare il futuro
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46/art. 1, comma 1, DCB Roma - Prezzo copia euro 0,20 ncontri I idee&fatti MENSILE DIRFIRST maggio 2015 anno V 32 PER CAMBIARE IL FUTURO UNA SCELTA www.dircredito.info informati con DirCredito www.dircreditoincontri.it il nuovo sito “esclusivo” del periodico Incontri idee&fatti Incontri idee&fatti Anno V - numero 32 - maggio 2015 Editore: DirCredito Direttore responsabile: Cristina Attuati Comitato di direzione: Maurizio Arena, Silvana Paganessi, Franz Foti, Cristina Attuati Hanno collaborato a questo numero Maurizio Arena, Cristina Attuati, Silvio Brocchieri, Dante Columbro, Tamara De Santis, Elisabetta Giustiniani, Livio Iacovella, Claudio Minolfi, Rinaldo Rinaldi Progetto grafico: Claudia Spoletini Stampa: I&W s.r.l. - Roma Redazione: Via Principe Amedeo 23 - 00185 Roma Periodico telematico: Reg. Trib. Roma n. 118/2014 Periodico cartaceo: Reg. Trib. Roma n. 441/2005 Iscrizione al ROC n. 13755 pubblicato il 27 maggio 2015 SOMMARIO IL PUNTO Presentazione ufficiale FIRST L’EDITORIALE Una scelta per cambiare il futuro INTERNAZIONALE Brevi dal mondo SINDACATO I bancari tornano padroni del proprio destino DirCredito in Assemblea. Approvato all’unanimità il progetto FIRST Prende il via FIRST Il primo sindacato di tutti L’INTERVISTA Paolo Savona - Banca, da “magistrato del credito” ad “ancella dello sviluppo” La parola ai vertici di FIRST La banca dal volto umano, è fondamentale LEGALE Osservatorio sulla giustizia Il filo d’Arianna LAVORO I precario in banca SOCIETÀ Il Pontefice denuncia i pregiudizi sulle donne PENSIONATI Il bonus di Renzi un malus per 650.000 pensionati CURIOS@NDO È tempo di mettersi a dieta Facebook lancia i pagamenti via Messanger TESTAMENTO SOLIDALE Incon t ri 4 5 6 7 8 12 13 10 14 20 16 19 17 18 UNA SCELTA PER CAMBIARE IL FUTURO 22 24 25 26 - maggi o 201 5 n 3 n I L P U N TO Il fatto del mese IL PRIMO SINDACATO DI TUTTI presentazione ufficiale FIRST 25 maggio 2015 Roma - The Church Palace - Via Aurelia, 481 PROGRAMMA 10,00 – APERTURA LAVORI Giulio Romani, Segretario generale First Cisl Maurizio Arena, Segretario generale aggiunto First Cisl Annamaria Furlan, Segretario generale CISL Saluto degli ospiti ORE ORE 13,30 – PRANZO AL BUFFET 14,30 – RIPRESA LAVORI Il lavoro viene “first”: prima l’uomo poi il denaro. La sfida di Papa Francesco alla finanza internazionale Piero Schiavazzi, Vaticanista Huffington Post – Direttore Eventi di Elea ORE Coinvolgimento dei lavoratori nelle imprese del settore bancario e finanziario Riccardo Colombani – Ricercatore First Cisl Tavola Rotonda Partecipazione e contrattazione per il lavoro protagonista dello sviluppo Moderatore: Michele Renzulli – Caporedattore TG1 Economia Partecipano: Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro; Bruno Tabacci, Presidente Commissione Parlamentare per la Semplificazione; Piero Giarda, Presidente Consiglio di sorveglianza BPM; Carlo Cimbri, A.D. Unipol; Tiziano Treu, Professore ordinario Università Cattolica Milano; Giulio Romani, Segretario generale First Cisl 4 ORE 18,00 - CHIUSURA LAVORI n maggi o 20 15 - I n cont ri L’ E D I TO R I A L E n UNA SCELTA PER CAMBIARE IL FUTURO rappresentanti e rappresentati. La sfida è quella di confrontarsi e lavorare con le aziende e le altre organizzazioni sindacali per rimuovere quei nodi strutturali che condizionano l’efficienza e la redditività dell’impresa bancaria italiana. Le banche hanno bisogno di una profonda ristrutturazione dei processi produttivi e distributivi.Tuttavia il recupero di efficienza e redditività non può passare attraverso la riduzione di costi del personale che, se genera effetti positivi nell’immediato, compromette la capacità dell’azienda di creare valore in maniera duratura. Insieme, ne siamo certi, romperemo definitivamente il tabù di un sindacato autoreferenziale e da sempre immutabile nel tempo. E tutto ciò non va inteso come una “conventio ad excludendum” lavoreremo, infatti, per dare al tavolo unitario un’oppor tunità formidabile di rafforzarsi ulteriormente, per affrontare al meglio il compito impegnativo che ci attende nel prossimo futuro, creando un fronte compatto, capace di rappresentare ogni sensibilità presente in categoria. “ ...DirFirst presidierà le alte professionalità dando risposte e prospettive a quei lavoratori impiegati in aziende dove il merito, la competenza e l’abnegazione rappresentano il resto di niente... Incon t ri - maggi o 201 5 n “ Quando si effettua una scelta, si cambia il futuro. È questa la sfida che abbiamo colto nel momento in cui abbiamo deciso, insieme a Fiba Cisl di dare vita a un sindacato nuovo: FIRST. Partendo da valori condivisi, ma soprattutto da una forte esigenza di cambiamento, abbiamo deciso di giocare in anticipo sempre e solo nell’interesse dei lavoratori. La scelta di riunire in un’unica organizzazione aree professionali, quadri e dirigenti risponde, appunto, alla necessità di avere una maggiore rappresentatività, ma anche farsi carico di un approccio sindacale più moderno ed equilibrato, che coniughi i diritti dei lavoratori con la valorizzazione delle loro peculiarità professionali. Ciò sarà possibile grazie all’innovativo modello organizzativo a cui si ispira FIRST che prevede al suo interno la costituzione di settori di mestiere, di ruolo e di stato per dare voce alla categoria nel suo complesso. In particolare, DirFirst presidierà le alte professionalità dando risposte e prospettive a quei lavoratori impiegati in aziende dove il merito, la competenza e l’abnegazione rappresentano il resto di niente e dove vige il principo dell’arroganza, del clientelismo e dell’indifferenza. DirFirst rappresenterà le ragioni di quelle decine di Dirigenti licenziati da aziende che hanno camuffato vere e proprie operazioni di licenziamento collettivo in allontanamenti individuali multipli, in spregio a quanto previsto dalla normativa europea. First e i suoi settori considerano la tutela della professionalità un investimento su quell’insostituibile patrimonio che è il fattore umano, troppo spesso dimenticato e umiliato. L’obiettivo è quello di ascoltare la voce dei lavoratori riducendo la distanza tra di Maurizio Arena 5 n INTERNAZIONALE BREVI DAL MONDO Notizie, fatti e curiosità oltre i confini AUSTRIA, IL PRIMO CRAC BANCARIO PAGATO DAI CORRENTISTI Hypo Alpe Adria è una banca della Carinzia, nazionalizzata nel 2009 per far fronte agli ammanchi accumulati per prestiti ai Balcani. Il governo austriaco, scoperti ulteriori buchi per 7,6 miliardi, aggiuntisi ai precedenti 5,5 miliardi confluiti nella Bad Bank Heta, ha deciso di abbandonare la banca e di applicare la misura UE che comporta perdite anche per i creditori. L'autorità di vigilanza austriaca Fma ha già disposto una moratoria dei debiti di Heta fino al 31 maggio 2016, in attesa dell'entrata in vigore della direttiva europea, che prevede la procedura del “bail in”, cioè a dire: nel caso una banca UE si dichiari insolvente, soci, creditori e correntisti copriranno fino all'8% delle sue passività. Azionisti e sottoscrittori di bond possono perdere fino al 100% di quanto investito, mentre sul fronte dei correntisti in linea di principio l'onere toccherà prima alle grandi aziende, poi ai correntisti individuali e infine alle PMI. Con una sola certezza: i depositi sotto i 100.000 euro non saranno toccati. I SINDACATI INTERNAZIONALI BOCCIANO LE PRIVATIZZAZIONI La Public Service International, la federazione internazionale che raggruppa 669 sigle (per l'Italia Cgil-Cisl-Uil), 20 milioni di lavoratori dei servizi pubblici, scende in campo contro il processo di privatizzazione di energia, acqua, ferrovie e sanità. Lo studio messo a punto dalla federazione “Why public-private partnership don't work”, giudica negativamente l'esperienza della privatizzazione che si è affermata in Europa e propone senza mezzi termini un ritorno al pubblico. Oltre a dimostrare come i costi del privato siano più elevati del pubblico, lo studio smentisce anche il mito della maggiore efficienza del privato. L’ISIS HA ORA LA SUA BANCA PRESTITI SENZA INTERESSI Anche il califfato islamico dello sceicco Abu Bakr al Baghdadi ha la sua banca, che ha aperto i battenti in un quartiere a est di Mosul, con tanto di targa con la scritta “Banca islamica” dove, come impongono i precetti dell'Islam puro, i “prestiti si concedono senza interessi”. L'Isis ha dovuto aprire la banca “per far fronte al deterioramento delle banconote”, soprattutto quelle di piccolo taglio “che non vengono più accettate dai commercianti”. La notizia è riferita dagli stessi abitanti di Mosul, caduta nelle mani dello Stato islamico e parzialmente liberata poco tempo fa. L'edificio che ospita la banca ha due ingressi, uno per gli uomini e uno per le donne. Gli uomini del califfato hanno cominciato anche a distribuire a ogni cittadino una “tessera annonaria” per il valore simbolico di 2,6 dollari. BANCA SOTTO PROCESSO NEGLI STATI UNITI La banca giordana Arab Bank è stata rinviata a giudizio dopo le accuse avanzate dai parenti di cittadini USA coinvolti in attacchi in Israele e nei Territori palestinesi perpetrati da Hamas nella seconda intifada. La banca avrebbe fornito sostegno al gruppo, finanziando anche le famiglie dei miliziani e per questo si stabilirà quanto dovrà versare come risarcimento. Il giudice non ha deciso se possa ricorrere in appello prima del verdetto definitivo. La banca nega coinvolgimenti diretti nel finanziamento di attività terroristiche, ma il processo può rappresentare un precedente storico. ARGENTINA-RUSSIA ACCORDO INTERBANCARIO PER MAGGIORI INVESTIMENTI 6 n maggi o 20 15 - I n cont ri La Banca nazionale argentina (Bna) e la russa Vnesheconombank hanno firmato un accordo per la mutua collaborazione. L'intesa, nata dopo la visita della presidente Kirchner a Mosca, ha come obiettivo l'incremento dell'interscambio bilaterale tra i due paesi, in particolare nel settore energetico, dell'industria chimica, che vedrà la Russia esportare i suoi prodotti in Argentina, e quello dei macchinari ed equipaggiamenti per la produzione. S I N D A C AT O n I BANCARI TORNANO PADRONI DEL PROPRIO DESTINO I lavoratori riconoscono il risultato ottenuto dal sindacato e approvano l’ipotesi di rinnovo del Ccnl Le assemblee dei lavoratori per l’approvazione dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto nazionale, siglata lo scorso primo aprile, sono ormai in pieno svolgimento e stanno producendo risultati confortanti e per certi versi sorprendenti. Praticamente ovunque, infatti, i bancari esprimono gradimento per un risultato che, viste le premesse e la posizione di forte rigidità espresse dall’Associazione Bancaria, non era certo scontato. Il risultato positivo, se confermato nelle prossime settimane – le assemblee si concluderanno ufficialmente il prossimo 5 giugno – segnerebbe una svolta importante, non solo per l’azione del sindacato, ma soprattutto per la percezione che di esso hanno i lavoratori. Guardando al precedente contratto, passato tra mille difficoltà con il 60% dei consensi e caratterizzato da una tornata assembleare particolarmente sofferta, sorge spontaneo porsi alcune domande e, soprattutto, elaborare alcune considerazioni su quanto sta accadendo oggi nel settore. L’accordo raggiunto dalle Organizzazioni Sindacali sta incontrando tutto questo favore solo ed esclusivamente per i contenuti o anche per il metodo di lavoro che si è deciso di seguire prima, durante e soprattutto dopo le trattative? Sicuramente ci troviamo di fronte a un mix di fattori che, opportunamente elaborati e poi trasmessi ai lavoratori, stanno facendo la differenza. È infatti evidente che i bancari hanno accolto favorevolmente l’aumento economico di 85 euro a regime non tanto per il valore assoluto della cifra, di per sé poco significativa, quanto perché hanno correttamente compreso che tale aumento è maturato in un contesto di deflazione e, quindi, va inteso come un punto messo a segno dal sin- dacato nei confronti di ABI che, in un primo momento aveva addirittura richiesto una restituzione di quanto erogato in precedenza sulla base di una previsione di crescita inflattiva. Altro elemento qualificante è sicuramente rappresentato dal rafforzamento degli ammortizzatori sociali e dalla sostanziale tenuta dell’area contrattuale, in uno dei momenti più difficili della storia del settore, con diverse operazioni di fusione da gestire nel prossimo futuro e con gli inevitabili esuberi che esse produrranno. Vincente, soprattutto per coloro che pensano che il settore, per continuare a esistere e per fornire una prospettiva di crescita anche ai nuovi assunti in una logica di solidarietà nazionale – tema praticamente ignoto nel resto del sistema-paese – è l’aumento del salario di ingresso dell’8% e la conferma degli incentivi per le assunzioni attraverso il fondo per la nuova occupazione. Infine, ma non da ultimo, un ruolo importante lo ha giocato la consapevolezza che in assenza di un nuovo contratto i banchieri avrebbero proceduto senza esitazione alla disapplicazione delle regole sottoscritte in precedenza, trasformando di fatto una categoria come la nostra, strategica per Incon t ri - maggi o 201 5 n il rilancio dell’economia, in un coacervo di prestatori d’opera senza futuro e senza prospettive. Se le assemblee continueranno a produrre consenso sicuramente determineranno un rafforzamento del sindacato che, in questo caso, probabilmente consapevole dei difetti di comunicazione che hanno caratterizzato il suo rapporto con i lavoratori nel recente passato, ha cambiato verso. Lo ha fatto in maniera simbolica, ma anche sostanziale decidendo unitariamente di non sottoscrivere l’ipotesi di accordo, se non per presa visione, in attesa che fossero i lavoratori stessi a pronunciarsi nel corso delle consultazioni assembleari. Un atto di correttezza, ma anche di attenzione nei confronti di tutti quei bancari che prendendo parte alla discussione e al confronto sono finalmente ridiventati padroni del loro destino. Leggiamo questa nuova consapevolezza della categoria nel suo complesso come un fatto assolutamente positivo, ma anche come un’assunzione di responsabilità per il sindacato che, mai come ora, deve tornare ad ascoltare i propri associati dando concretezza ai loro sogni e risposte ai loro bisogni. 7 Cristina Attuati n S I N D A C AT O DIRCREDITO IN ASSEMBLEA APPROVATO ALL’UNANIMITÀ IL PROGETTO FIRST Nasce il sindacato nuovo, l’unico in grado di rappresentare tutti i lavoratori Il Congresso più importante della storia di DirCredito, che si è tenuto a Riccione il 22 e 23 dello scorso mese di aprile, ha riconfermato Maurizio Arena nella sua qualità di Segretario generale. Il dibattito che si è sviluppato nella due giorni riccionese può essere riassunto con cinque aggettivi: frizzante, impegnato, ragionato, spontaneo, totalizzante. Frizzanti sono stati i delegati e i numerosi ospiti che hanno partecipato contribuendo, con spunti e riflessioni, alla discussione. Impegnato rispetto ai temi, l’ipotesi di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e il futuro di DirCredito, che non hanno consentito divagazioni. Ragionato per le decisioni da prendere; ognuno doveva assumere, in prima persona, la responsabilità di scelte che avrebbero coinvolto il futuro di molti lavoratori. Spontaneo come solo poche organizzazioni sanno essere, ovvero persone che nel “ragionamento” trovano la “spontaneità” di manifestare liberamente il proprio pensiero. Totalizzante nell’assorbire tutta l’energia che il momento, di così particolare rilevanza, richiedeva. L’avvio dei lavori, aperti da Maurizio Arena, ha presentato subito una novità rispetto al recente passato. Paolo Savona, professore emerito di politica economica, ha brillantemente intrattenuto la platea con una efficace presentazione, e relative riflessioni, di un suo scritto, appositamente approntato per l’evento, intitolato “La banca nel mercato finanziario integrato e l’Unione monetaria europea”. Il saggio, tra i vari capitoli, tratta anche dell’etica bancaria. “…la banca svolge 8 un ruolo fondamentale per il buon funzionamento dell’economia: quello di magistratura del credito; ossia sceglie l’impresa o l’imprenditore… che crea prodotto e occupazione” svolgendo nel contempo, sempre che ci siano buone qualità manageriali in grado di assumersene la responsabilità, la funzione di “ancella dello sviluppo”. Annamaria Furlan – Segretario Generale Cisl – ha ribadito la centralità della dignità del lavoro attribuendo un ruolo sociale alle banche che devono decidere se “fare credito” o “fare finanza”. La risposta, alla domanda retorica e un po’ provocatoria, è che solo facendo credito “buono”, ci può essere rilancio e sviluppo. Riferendosi a FIRST, il sindacato nuovo che è nato ufficialmente il 5 maggio 2015 dal sodalizio tra DirCredito e Fiba, ha sottolineato come, nel panorama sindacale, sia stato costruito un primo pezzo di innovazione dove “da soli si può fare molto poco, insieme si possono costruire grandi cose”. n maggi o 20 15 - I n cont ri Gli eleganti distinguo alla relazione del prof. Savona, che il dott. Alfio Filosomi – Responsabile delle relazioni industriali del Gruppo Intesa Sanpaolo – ha espresso nel suo intervento, hanno “animato” i commenti dei delegati sollecitando un dibattito che è proseguito, nel pomeriggio, anche nei corridoi. Nel settore del credito esiste una cultura delle relazioni sindacali, ha affermato Filosomi, dove tutti sono sempre alla ricerca di un accordo, anche se la concertazione non può sempre essere ricercata e applicata. La tecnologia non deve sostituire l’uomo e la sua professionalità, ma deve essere uno stimolo al cambiamento perché anche le banche puntano sull’alta professionalità dei propri uomini. Questo, in sintesi, l’intervento del dott. Mario Napoli – Gruppo Unione di Banche Italiane – che è stato colto dai lavoratori presenti come un auspicio per il futuro. Gli interventi dei prestigiosi ospiti che si sono succeduti, in rappresentanza dei maggiori gruppi bancari e delle S I N D A C AT O sigle sindacali più rappresentative del primo tavolo, hanno evidenziato e sottolineato l’importanza dell’accordo raggiunto sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. La firma concede a tutti l’opportunità di guardare avanti, impegnandosi a cogliere le opportunità che gli strumenti del contratto ci mettono a disposizione al fine di perseguire soluzioni sostenibili e condivise. In conclusione dei lavori tutti plaudono n al progetto FIRST, il Sindacato nuovo, l’unico in grado di rappresentare le istanze di tutti i lavoratori del credito, dalle aree professionali, ai quadri direttivi, ai dirigenti. Silvio Brocchieri MOZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI DELEGATI Riccione 22/23 aprile 2015 approvata all’unanimità L’Assemblea dei Delegati DirCredito, tenutasi a Riccione nei giorni 22 e 23 aprile 2015, sentita la relazione del Segretario generale, dopo ampio e articolato dibattito, la approva, unitamente alla tesi congressuale “Il futuro èFIRST”. L’Assemblea, preso atto dei profondi mutamenti dello scenario politico, economico e sociale, nazionale e internazionale, conviene sulla necessità di anticipare il cambiamento e di avviare un processo di innovazione, nella continuità delle proprie tradizioni. A tale scopo, individua nel progetto di costituzione di FIRST – Federazione italiana rete dei servizi e del terziario – lo strumento per rafforzare la rappresentanza dell’intera categoria dei bancari. Ciòavviene in un periodo di forti cambiamenti da parte di Abi e da interventi legislativi che tendono a dequalificare il lavoro, andando contro principi sanciti dalla stessa Carta costituzionale. DirCredito e Fiba/Cisl, insieme, daranno vita a un sindacato nuovo che, per la prima volta nella storia, rappresenterài lavoratori di tutta la filiera – aree professionali, quadri direttivi e dirigenti. FIRST, il primo sindacato di tutti, valorizzando ruolo e professionalità nel rispetto delle differenze, interpreteràsogni e bisogni di tutti i bancari. Riccione, 23 aprile 2015 Incon t ri - maggi o 201 5 n 9 n L ’ I N T E R V I S TA BANCA, DA “MAGISTRATO DEL CREDITO” AD “ANCELLA DELLO SVILUPPO” Il sindacato a guida del processo di transizione, per ricondurre la banca alla sua reale funzione Professore emerito di Politica economica. Ha ricoperto importanti incarichi pubblici, tra i quali Ministro dell’Industria, Commercio e Artigianato nel 50° Governo della XI Legislatura, Segretario generale della Programmazione economica al Ministero del bilancio e Capo dipartimento per le politiche comunitarie a Palazzo Chigi. Parliamo di Paolo Savona, per anni ai vertici di primarie banche e imprese italiane e autore di numerose pubblicazioni scientifiche su problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria e su temi di metodologia dell’economia. “ La funzione che dovrà è conoscere il territorio in cui opera e le persone che tratta, la qualcosa non potrà “ essere fatta dalle macchine... n maggi o 20 15 - L’integrazione del mercato finanziario europeo: a che punto siamo? I flussi finanziari intra-europei crescono vertiginosamente, ma le legislazioni, ivi incluso il trattamento fiscale che svolge un ruolo importante nel determinare le scelte, continuano a essere profondamente diverse. Pertanto non abbiamo un mercato finanziario unico coerente con la moneta unica, ma solo un mercato integrato che ha ancora un lungo itinerario da percorrere per poter affermare che esso porta vantaggi a tutti, come dovrebbe. Quanto pesa la mancanza di un’unione politica europea? Ha un peso determinante nella carenza indicata, perché per avere la stessa legislazione occorre l'unificazione politica, ossia un unico Parlamento che legifera e gli stessi meccanismi democratici, che molti paesi rifiutano. L’Unione Europea non è in condizione di uscire da questa incoerenza. Gli egoismi nazionali prevalgono. svolgere la banca 10 A Savona, che ha tenuto all’Assemblea dei delegati DirCredito, a Riccione lo scorso 22 aprile, un’applaudita relazione sul tema “La banca nel mercato finanziario integrato e l’Unione monetaria europea”, abbiamo rivolto alcune domande. I n cont ri Ci illustra come la banca, “magistrato del credito”, può trasformarsi in ancella dello sviluppo e, quindi, essere un fondamentale volano di crescita e occupazione? Le banche dovrebbero svolgere un compito determinante per essere ancelle dello sviluppo, ossia scegliere gli imprenditori e le imprese che sanno gestire bene le risorse. Come per la legge di Grisham della L ’ I N T E R V I S TA n moneta, il credito cattivo scaccia quello buono, perché finanzia gli incapaci e falsa la concorrenza. L’esercizio di questa importante funzione da parte delle banche è difficile in tempi di crisi come quelli in cui viviamo, perché il rischio aumenta; ma esse non possono sottrarsi a questo compito, perché perderebbero la legittimazione a raccogliere depositi. Di fronte a queste situazioni la loro tendenza è razionare il credito, mentre dovrebbero operare sui tassi dell’interesse, chiedendo uno spread proporzionale al rischio che corrono. Le banche sono di fronte a profonde modifiche strutturali: normative e nuove tecnologie, il futuro prossimo venturo. La modifica è profonda. Oggi la macchina, nelle sue conformazioni cibernetiche, è già in condizioni di sostituire l'uomo, soprattutto in banca, ma non nello svolgimento delle due funzioni di magistrato del credito e di ancella dello sviluppo. La vecchia banca fatta di sportelli per gestire il sistema dei pagamenti è già fuori mercato. Vi sono organizzazioni che operano a livello globale che sono in condizioni di farlo a più basso costo e strumenti di agile utilizzo da parte della clientela. Forse lo è anche nel valutare il merito di credito, poiché esistono piccole società che usano i cosiddetti big data, che non sono formati solo da statistiche economiche e colgono meglio la dinamica del mercato. La funzione che dovrà svolgere la banca è conoscere il territorio in cui opera e le persone che tratta, la qualcosa non potrà essere fatta dalle macchine e saper acquistare i servizi tecnici di pagamento da grandi istituzioni, preferibilmente pubbliche, e da piccole istituzioni di valutazione del merito di credito, svolgendo il compito di valutatore delle informazioni e valutazioni acquistate. Sembra poca cosa, ma è compito molto delicato. Se una singola banca tenta di procurarsi in casa questi due servizi, resterà in un’area di inefficienza delle prestazioni, poiché incorre in maggiori costi. La banca non è più la mano del credito, ma il cervello dello stesso. Come deve cambiare il sindacato per essere soggetto attivo del cambiamento? Ha il compito di guidare la transizione dalla vecchia alla nuova banca sopra descritta nell’interesse dei propri associati. Diviene cioè attore politico, ossia si trova nella necessità di governare il processo di transizione impedendo che la banca perda la funzione di ancella dello sviluppo. La solidità della banca non sono i profitti annuali fatti con il trading, ma la solidità delle imprese finanziate. Per raggiungere lo scopo il livello richiesto al lavoro bancario si innalza grandemente e, quindi, il sindacato deve chiedere maggiori corsi di istruzione del personale esistente e maggiori assunzioni di giovani a vocazione informatica. Se gli aggiustamenti alle difficoltà avvengono riducendo il personale e il suo costo, facendo più trading e meno credito, penso che il sistema bancario italiano si troverà presto fuori mercato perché perderà il treno del cambiamento e verrà soppiantata da organizzazioni grandi, più abituate a trattare i grandi numeri a livello globale e lontane dal territorio. Ecco perché considero il sindacato un attore politico importante. a cura di Rinaldo Rinaldi Incon t ri - maggi o 201 5 n 11 n S I N D A C AT O PRENDE IL VIA FIRST Il Consiglio Generale di FIRST, insediato il 6 maggio a Riccione, elegge i vertici della nuova Federazione Dopo il consenso unanime espresso, nel mese di aprile, dall'Assemblea dei delegati DirCredito e dal Congresso straordinario Fiba, FIRST ha definitivamente preso il via. Il 6 e 7 maggio 2015, a Riccione, si è insediato il Consiglio generale della Federazione Italiana Reti dei Servizi del Terziario, che ha eletto Giulio Romani Segretario generale e Maurizio Arena Segretario generale aggiunto. Ha poi proceduto all'elezione della Segreteria e dell'esecutivo nazionale, oltre alla nomina dei responsabili dei vari settori che costituiscono il nuovo soggetto sindacale, ovvero C.A.First, DirFirst, CooperFirst ed EsoFirst. Infine, oltre alla composizione del collegio sindacale e quello dei probiviri, si è provveduto a designare i referenti di comparto, tra i quali quello relativo alle Pari opportunità e ai Quadri direttivi. Il Consiglio ha anche approvato, esaminando e votando i singoli articoli, il regolamento di attuazione della Federazione. Due giorni di lavori no-stop con sessione serale, ma anche un importante occasione di integrazione delle due realtà fondatrici di FIRST, che hanno così iniziato il cammino del percorso deli- 12 neato insieme. Un progetto che muove i suoi primi passi dalla necessità di rinnovarsi per andare incontro al cambiamento che ha ormai investito il sistema bancario, del lavoro in generale e dell'intero sistema Paese. FIRST raccoglie, infatti, con una articolazione del tutto innovativa, i lavoratori di banche, assicurazioni, riscossioni e authorities e, per la prima volta nella storia del settore bancario, rappresenta tutti livelli professionali. Una sinergia di professionalità impegnata nella tutela dei diritti e nella valorizzazione della professionalità L'intero consesso, al termine dei lavori, carico della responsabilità che l'operazione comporta, ha unanimemente salutato con entusiasmo la nascita di questo "sindacato nuovo, il primo sindacato di tutti". LA NUOVA ORGANIZZAZIONE Articolazione a livello nazionale n SETTORE DI MESTIERE C.A.FIRST - Coordinamenti Aziendali Bancari ABI - Assicurativi Riscossione Tributi - Authorities Responsabile Pierluigi Ledda COOPERFIRST - Credito Cooperativo Responsabile Alessandro Spaggiari n SETTORE DI RUOLO DIRFIRST - Alte Professionalità e Dirigenti Responsabile Maurizio Arena n SETTORE DI STATUS ESOFIRST - Esodati Responsabile Sergio Girgenti Articolazione a livello periferico Territoriali, regionali e aziendali n maggi o 20 15 - I n cont ri S. B. S I N D A C AT O n IL PRIMO SINDACATO DI TUTTI 25 maggio 2015. Al Church Palace di Roma, la presentazione ufficiale di FIRST “…sognare assieme a occhi aperti, solo in questo modo i sogni si possono realizzare”, così Annamaria Furlan – Segretario Generale Cisl – alla presentazione ufficiale di FIRST, il sindacato nuovo nato dall’unione tra DirCredito e Fiba, che si è tenuta il giorno 25 maggio a Roma. “…immaginate se non ci fossero le emozioni… se così fosse, probabilmente non staremmo oggi qui per vivere questo straordinario momento… così particolare che segna l’inizio di un viaggio che… sarà denso di soddisfazioni e di nuovi traguardi”. Con queste parole Maurizio Arena – generale aggiunto FIRST – ha esordito nel suo intervento di apertura dei lavori, a cui hanno partecipato, in qualità di ospiti, i rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali di settore e i Responsabili delle relazioni industriali dei più importanti Gruppi bancari italiani. Le linee programmatiche di FIRST, con- tenute nella relazione con la quale ha fatto seguito il Segretario generale, Giulio Romani, si sintetizzano nella proposta di un nuovo modello di contrattazione da coniugare con “bilateralità e partecipazione” dei lavoratori, ossia “Il coinvolgimento partecipativo dei lavoratori… non può essere liquidato solo con la pretesa di contare di più nei processi decisionali, ovvero negli indirizzi aziendali. …i lavoratori, se vogliono percorrere vie che possano condurci alla costruzione di una qualche forma di democrazia economica, debbono… partecipare alla vita dell’impresa anche finanziariamente”. Nel pomeriggio, hanno riavviato i lavori il vaticanista Piero Schiavazzi con “Il lavoro viene “first”: prima l’uomo poi il denaro. La sfida di Papa Francesco alla finanza internazionale” e il ricercatore First Riccardo Colombani con la relazione “Coinvolgimento dei lavoratori nelle imprese del settore bancario e fi- Incon t ri nanziario”. A seguire si è tenuta la tavola rotonda, in tema con gli indirizzi programmatici di FIRST, su: “Partecipazione e contrattazione per il lavoro protagonista dello sviluppo”, moderata da Michele Renzulli, Caporedattore del TG 1. Hanno partecipato Giulio Poletti – Ministro del lavoro, Bruno Tabacci – Presidente della Commissione Parlamentare per la semplificazione, Piero Giarda – Presidente del Consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano, Carlo Cimbri – A. D. di Unipol, Tiziano Treu – Professore ordinario all’Università Cattolica di Milano, e Giulio Romani. Maurizia Arena, prima della conclusione, ha ribadito, con un breve intervento, l’importanza della partecipazione, una scommessa che deve essere fatta, che deve risultare vincente. Il cammino di FIRST – il primo sindacato di tutti – è iniziato. - maggi o 201 5 n S. B. 13 n L ’ I N T E R V I S TA LA PAROLA A VERTICI DI FIRST Intervista ai due protagonisti di quello che gà chiamano il sindacato di tutti Giulio Romani e Maurizio Arena, maremmano di stanza a Verona il primo, napoletano il secondo ma residente a Roma da anni, si sono trovati subito su tutto: la sfida comune immediatamente condivisa, il percorso da fare per ottenerlo, che si è rivelato sorprendentemente netto per un’operazione considerata così complessa, gli obiettivi da raggiungere perché nascesse FIRST. Non crediamo di sbagliare se affermiamo che sentiremo parlare a lungo di loro: il nuovo sindacato, che vuole essere un sindacato nuovo, è una realtà! Ti presenti per favore? Giulio: Sono nato nel '64 a Montichiari, in provincia di Brescia, ma sono cresciuto a Grosseto, dove ho vissuto fino al 1986. Nell'85 ho vinto un concorso al Monte dei Paschi di Siena e, nel 1986 sono stato assunto a Verona, dove ancora abito. Ho due figli, Lorenzo di 21 anni e Greta di 19. Ho cominciato l'at- 14 n maggi o 20 15 - I n cont ri tività sindacale come RSA. del Monte dei Paschi di Siena di Verona nel 1996, ho fatto una bella esperienza nel regionale FIBA del Trentino dal ‘97 al 2001 e, dopo altri quattro anni da segretario territoriale e regionale a Verona e in Veneto, nel 2005 sono entrato in segreteria nazionale. Sono diventato Segretario generale della FIBA CISL nel 2013 e, adesso, sono stato confermato alla guida della FIRST. Maurizio: Vivo a Roma, due figlie ma sono nato a Napoli dove, nel 1979, ho iniziato a lavorare nel Banco di Roma, maturando esperienze in varie sedi della struttura organizzativa e territoriale della banca. Successivamente mi sono occupato della gestione delle risorse umane, prima in Banca di Roma e poi in Capitalia. In particolare, ho approfondito le problematiche connesse allo sviluppo manageriale nelle aziende bancarie. Inizio a dedicarmi all'attività sindacale in DirCredito nel 2006 dove ho ricoperto la carica di Segretario generale fino alla nascita di FIRST. Il primo ricordo sindacale Giulio: Ovviamente da RSA. Avevo accettato l'elezione senza sapere quanto mi sarei impegnato e pensando che sarebbe stato un incarico temporaneo. Dopo poco più di una settimana oltre 30 colleghi erano già venuti a chiedermi l'iscrizione. Capii allora quanto fosse gratificante avere la fiducia dei lavoratori. È una sensazione che non dimenticherò facilmente: la parte più bella del nostro lavoro è quella di stare vicini ai colleghi e di sentire che loro si affidano a te, a volte anche per cose che non c'entrano nulla con il lavoro. Ti fa capire l'utilità del tuo impegno. Quando poi occupi altri ruoli perdi un po' di questo gusto. È per questo che insisto con la mia organizzazione per la valorizzazione di chi sta in mezzo ai lavoratori: il vero sindacato si fa così. L ’ I N T E R V I S TA n Maurizio: È un ricordo legato alla mia precedente vita professionale quando lavoravo in banca e mi occupavo di gestione delle risorse umane. Accadde un giorno, al mio primo contatto con un sindacalista, esponente di una sigla tra le maggiori, ne venne fuori una discussione accesa al cui culmine il futuro collega mi apostrofò con il più classico “Tu non sai chi sono io”. Il motivo del confronto erano, naturalmente, le risorse umane che, devo riconoscere, entrambi consideravamo il più importante patrimonio della banca. Mai avrei pensato, quel giorno, che dopo qualche anno sarei diventato anch’io sindacalista. Le persone erano importanti per me allora, da sindacalista sono le mie persone, appartengono alla sfera più vicina al mio sentire della vita. Per la cronaca, non della stessa sigla del collega minaccioso di tanto tempo fa. Perché FIRST? Giulio: È un progetto diventato realtà. Un progetto lungimirante pensato per rendere più forte la rappresentanza sindacale a tutto campo, attraverso lo sviluppo di nuovi modelli di relazioni industriali. Siamo la prima organizzazione sindacale del mondo bancario e con un'ampia rappresentatività non solo numerica, perché rappresentiamo tutti i livelli professionali. Maurizio: È una scommessa vinta! Mettere a fattor comune la professionalità, le prospettive, i sogni di due organizzazioni sindacali storiche che con FIRST continueranno con forza ancora maggiore a operare per la tutela dei diritti dei lavoratori e la valorizzazione delle competenze, del merito. Ora occorre coraggio ma anche umiltà, l'umiltà per mettersi in gioco e raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. Il prossimo obiettivo di FIRST? Giulio: Il mio obiettivo principale è riuscire a costruire un'unità federale delle organizzazioni sindacali dei nostri settori, sul modello della vecchia FLB. Credo che si debba lavorare insieme tra organizzazioni diverse attraverso luoghi di confronto vero e non solo attraverso la ricerca di equilibri. Dob- biamo provare a convincerci delle nostre idee e farne sintesi, se vogliamo che esse abbiano una prospettiva di realizzazione. Io ho molte proposte che vorrei condividere, ma sarei contento di fare altrettanto con le idee degli altri. Penso che sia il momento di cominciare, almeno per quanto riguarda il sindacato confederale, a sperimentare formule per stare insieme che aiutino l'elaborazione comune delle scelte di politica sindacale, anziché la contrapposizione di pregiudizi, finalizzati alla concorrenza organizzativa. Maurizio: Continuare a rappresentare, ancora più forti, tutte le categorie del settore bancario valorizzandone al massimo le professionalità facendo emergere, una buona volta, il merito, le competenze, la voglia di crescere. Quando riusciremo a raggiungere questo obiettivo, personalmente mi auguro in tempi brevi, avremmo reso un servizio alla gente che rappresentiamo, alle aziende con le quali contrattiamo e in definitiva al nostro Paese. È bello immaginare che questo progetto abbia successo presto, sarà bello quando sarà realtà. a cura di Rinaldo Rinaldi Incon t ri - maggi o 201 5 n 15 n LEGALE OSSERVATORIO SULLA GIUSTIZIA a cura di Claudio Minolfi n Corte di Cassazione - Sezione Lavoro Sentenza n° 2553 del 10 febbraio 2015 “ ...non può riconoscersi la legittimità del provvedimento espulsivo…qualora esso non sia stato preceduto da lettera di contestazione degli addebiti mossi… n Suprema Corte di Cassazione - Sezione Lavoro Sentenza n° 4884 del 11 marzo 2015 16 n maggi o 20 15 - I n cont ri “ “…una discussione accesa con un superiore non costituisce un evento tale da giustificare una sanzione espulsiva” “ ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE CHE HA DISCUSSO CON UNO DEI SUOI SUPERIORI USANDO TONI ASPRI La Corte d’Appello di Roma, con sentenza dell’ottobre 2011, ebbe a confermare la precedente decisione con cui il Tribunale aveva sancito l’annullamento del licenziamento disciplinare di un lavoratore dipendente cui era stato contestato, tra altre circostanze, di aver aggredito verbalmente un suo capo servizio. A seguito del ricorso radicato dal datore di lavoro, la Corte di Cassazione non ha potuto fare a meno di confermare, a sua volta, le conclusioni di entrambi i precedenti gradi del giudizio, risultando, anche per ammissione nella deposizione testimoniale del superiore “aggredito”, che tutto sommato non si era verificata alcuna aggressione verbale, ma unicamente una discussione con toni aspri. Ritenuto, quindi, che gli altri fatti addebitati al lavoratore non costituivano grave inadempimento dei doveri di fedeltà e diligenza, non ravvisandosi alcun danno arrecato all’impresa, i giudici della Suprema Corte hanno escluso la gravità dell’illecito, puntualizzando che una discussione accesa con un superiore non costituisce un evento tale da giustificare una sanzione espulsiva. Sia pure non negata la sussistenza dell’elemento soggettivo, coscienza e volontà del comportamento, lo stesso è stato giudicato irrilevante rispetto alla carenza di gravità dell’elemento oggettivo; le circostanze del resto hanno evidenziato l’assenza di dolo specifico, dell’intenzione cioè di voler mortificare il collega o di arrecare danni. Non è, pertanto, sufficiente rivolgersi con modi e toni aspri nei confronti dei superiori per mettere in dubbio la possibilità di mantenere integro il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore dipendente, tanto da giustificare il licenziamento di quest’ultimo. “ LEGITTIMITÀ DEL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE PER MANCATA APPLICAZIONE DELLA PROCEDURA PREVISTA DALL’ART. 7 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI Ferma restando la peculiarità della posizione rivestita dal dirigente rispetto alle altre figure professionali, in caso di licenziamento, laddove ne ricorrano i presupposti, deve essere sempre garantito il suo diritto alla difesa e, pertanto, il ricorso alle procedure previste dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori. È quanto sancito, con la sentenza in esame, dalla Corte di Cassazione che, in accoglimento di una decisione della Corte d’Appello di Roma, ha riaffermato il principio che non può riconoscersi la legittimità del provvedimento espulsivo, ancorché di un dirigente, qualora esso non sia stato preceduto da lettera di contestazione degli addebiti mossi a suo carico. Sia pur tenendo conto della particolare natura del rapporto di lavoro, radicato su un contratto individuale e di durata temporanea, non rilevandosi dal tenore delle comunicazioni inviate al dipendente altre motivazioni se non quelle disciplinari, la Suprema Corte ha giustamente ritenuto senz’altro applicabile il dettato dell’articolo 7 della Legge 300/1970, non già sulla scorta di normativa collettiva, quanto come principio generale di garanzia. Le garanzie procedimentali dettate dallo Statuto dei Lavoratori, soprattutto per ciò che concerne il tema della preventiva contestazione e della tutela del diritto alla difesa del lavoratore, nelle ipotesi di licenziamento disciplinare, devono trovare comunque applicazione anche nei confronti del dirigente, indipendentemente dalla sua collocazione nell’impresa. L AV O RO n I PRECARI IN BANCA Il sindacato a guida del processo di transizione, per ricondurre la banca alla sua reale funzione La prima cosa che mi sono domandata, quando ho letto della stabilizzazione/assunzione, da parte delle banche, di 10.379 giovani, è stata quanti di questi giovani si sentissero rappresentati dal sindacato e quanti fossero o si sarebbero iscritti a una organizzazione sindacale. Poi, ovviamente, mi sono detta che, a parte il dato numerico complessivo, non avevo alcun riscontro, se non che il Foc, il fondo nazionale di settore per il sostegno dell’occupazione, a dispetto dei suoi detrattori, si è rivelato un valido strumento per creare nuovi posti di lavoro stabile in tempi di crisi. Anche questo pensiero però non mi ha convinto del tutto. Allora torniamo un passo indietro. Il Foc è uno strumento nato con il rinnovo dell'ultimo CCNL, quello del 2012, con lo scopo di sostenere la “nuova occupazione”, mediante l'erogazione di un incentivo economico alle banche che assumono nuova forza lavoro in maniera stabile, cioè con contratto a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato, rivolgendosi ai disoccupati fino a 32 anni di età o di lungo periodo di qualsiasi età, cassaintegrati, donne in aree geografiche particolarmente svantaggiate, lavoratrici e lavoratori nelle regioni del Mezzogiorno con i più elevati tassi di disoccupazione. È finanziato dai dipendenti attraverso la rinuncia di 7,5 ore delle 23 di riduzione di orario cosiddetta banca delle ore per le aree professionali e, per i quadri direttivi, a una giornata di ex festività, oltre a un contributo pari a circa il 4% della retribuzione fissa, versato dai dirigenti. All'inizio del 2014 il comitato amministratore del Foc, composto da Abi e sindacati, aveva raccolto 87 milioni, rendendo possibili 11 mila e 605 assunzioni “sostenute”, mai avvenute. Causa la crisi tra banchieri e sindacati, lo sciopero, forse il jobs act? Di fatto arriviamo al 28 aprile 2015, quando il comitato di gestione del Foc annuncia di aver deliberato finanziamenti per 10.379 assunzioni/stabilizzazioni, su domande presentate dalle aziende dal 2012. Costo dell'operazione 83 milioni di euro, in cassa dovrebbero esserci altri 90 milioni, si presume per altret- Incon t ri - maggi o 201 5 n tante assunzioni. Diecimila e passa giovani bancari precari, di cui il 57% donne, hanno quindi dovuto aspettare 3 anni, per avere un contratto “stabile”. Ma poi, lo è veramente? Siamo infatti nel 2015, al 28 di aprile, epoca a partire dalla quale è già entrato in vigore il Jobs Act, che oltre a prevedere ulteriori incentivi per le aziende che fruiscono dell'esonero contributivo, implica anche le tutele crescenti e, quindi, l'esclusione dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori. Quanti di questi giovani sono sindacalizzati? Era la domanda che mi frullava in testa sin dall'inizio, perché le statistiche ci dicono che i giovani mediamente non si iscrivono, a maggior ragione se hanno un lavoro precario. E non sono soltanto loro a essere “precari”, ci sono anche gli esternalizzati. Migliaia di bancari in questi ultimi anni sono infatti “migrati” in società di servizi, rendendo di fatto precario non il loro contratto di lavoro, ma il lavoro stesso, essendo legato alle capacità della società di outsourcing di sopravvivere al mercato. Dal 2007, usando una brutta parola, abbiamo “gestito” oltre 15.000 uscite volontarie, in parte incentivate economicamente, ora è arrivato il tempo di tornare alla vera anima del “fare sindacato”, la rappresentanza. Questi nuovi “precari”, giovani ed “esternalizzati” hanno bisogno di tutela e di riconoscere la capacità e la forza di chi sa, per esperienza, esprimere i loro bisogni e affermare i loro diritti. Un “sindacato nuovo” deve raccogliere la sfida, mantenendo il contatto con questo mondo frammentato e fragile, difendendo il lavoro, la professionalità e sviluppando la capacità di capire l'evoluzione dei modelli organizzativi, la struttura... evitando, per primo, di essere una sovrastruttura. 17 Elisabetta Giustiniani n SOCIETÀ IL PONTEFICE DENUNCIA I PREGIUDIZI SULLE DONNE Il femminismo “cattolico” appare più autentico e più moderno di quello “storico” È già da qualche tempo che Papa Francesco affronta tematiche che riguardano le donne, dicendo di fatto cose normali, ma forse poco digeribili per chi, nell’ambito ecclesiastico e nelle frange più conservatrici della società civile, mantiene posizioni di chiusura per i diritti delle donne. Durante una delle consuete udienze del mercoledì, in Piazza San Pietro, davanti a 20.000 persone, il Pontefice ha affermato: “Perché per le donne è scontato che devono guadagnare di meno degli uomini? No. Lo stesso diritto! La disparità è puro scandalo”. È colpa della disparità sociale e non dell’emancipazione femminile se molte donne rinunciano a metter su famiglia e ad avere figli. Esiste un maschilismo sociale che schiaccia e indebolisce le donne che, invece, vanno difese e rispettate anche per il loro stesso ruolo sociale. Si tratta di un maschilismo che impedisce loro di essere economicamente attive, quindi libere di scegliere e libere anche di essere madri. Papa Francesco ha denunciato i danni 18 che, con i suoi pregiudizi, compie la nostra società civile e moderna, evidentemente poco evoluta, incapace di realizzare quei passi in avanti necessari a concretizzare una vera emancipazione della donna. Una questione che non si risolve nella sola eguaglianza con l’altro sesso, ma nel riconoscimento di specificità e peculiarità, tra le quali quella di essere madre e quindi di donare la vita. In questo senso, paradossalmente, il femminismo “cattolico“, valorizzando la bellezza delle differenze tra uomini e donne, appare più autentico e più moderno di quello “storico“. Quest'ultimo, infatti, tendendo a cancellare le differenze biologiche tra i sessi per affermare un’uguaglianza integrale, ha in parte fallito. L'emancipazione femminista degli anni '70 non ha mantenuto nessuna promessa di “felicità”, perché nel corso del tempo, i valori e i principi di uguaglianza hanno condotto a una deriva che le forze politiche non hanno saputo adattare all’evoluzione della società. n maggi o 20 15 - I n cont ri Sono nate nuove forme di sfruttamento del lavoro femminile, è progredita in misura preoccupante la commercializzazione del corpo della donna nella pubblicità, nel cinema e nella televisione. Oppure, la più recente forma di femminismo manageriale, che ha fatto della donna-professionista il proprio punto di arrivo, ingabbiandola in seguito nella trappola della maternità, perché ne limita l’autonomia gestionale e la progressione della carriera. È innegabile che le conquiste dei diritti civili, di cui oggi le donne beneficiano, siano dovute alle lotte del movimento femminista che ha cambiato radicalmente la società civile, ma è altrettanto innegabile, che si è tuttora lontani da una vera parità, soprattutto politica. Oggi c’è ancora molta strada da fare. E, anche se il Papa ha pronunciato parole di valorizzazione e affermazione dei diritti delle donne, la parità invocato resta un obiettivo da raggiungere, nella società laica e religiosa. Tamara De Santis LEGALE n IL FILO D’ARIANNA Suggerimenti per districarsi nel labirinto della vita quotidiana BENEFICI FISCALI “PRIMA CASA” SALVI SE LA RESIDENZA NON VIENE TRASFERITA NEI TERMINI PER MOTIVI NON IMPUTABILI AL CONTRIBUENTE Come previsto dalla normativa vigente, è possibile, con l’acquisto di un immobile, usufruire dei benefici fiscali previsti per la “prima casa” purché si dichiari nell’atto di volerlo destinare ad abitazione principale, ivi trasferendo la residenza anagrafica o, qualora ciò non fosse possibile nell’immediatezza, di farlo entro i successivi diciotto mesi. Qualora tale impegno non venisse rispettato, il contribuente decadrebbe dal privilegio concessogli, trovandosi esposto a dover pagare la differenza per le imposte non corrisposte, o corrisposte in misura ridotta, con tutte le maggiorazioni applicabili a titolo di sanzione e non sarà impresa facile potersi adeguatamente tutelare dall’azione avviata da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Recenti decisioni giurisprudenziali, infatti, hanno confermato l’ipotesi di decadenza dai benefici prima casa per il mancato trasferimento di residenza dell’acquirente di un immobile ancora in costruzione, tenuto conto che il tempo concesso dal legislatore, per l’attuazione dell’impegno assunto (18 mesi), è stato ritenuto congruo anche per l’esecuzione dei lavori. La Suprema Corte di Cassazione, però, respingendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate con ordinanza dell’11/09/2014 n. 19247, ha inteso dare accoglimento alle ragioni di un contribuente che giustificava il mancato trasferimento di residenza, non perché la ristrutturazione dell’immobile acquistato si fosse protratta oltre il termine dei diciotto mesi, ma in quanto essa era stata sospesa per opere di messa in sicurezza, necessarie a seguito di smottamenti della casa e del terreno verificatisi per le abbondanti piogge, evento a lui per nulla imputabile. RISCHI DA CIRCOLAZIONE DI AUTOVEICOLI PRIVI DI COPERTURA ASSICURATIVA Per molteplici motivi, inclusi quelli economici, un’enorme quantità di veicoli, tra il 5% e il 10% di quelli circolanti, viaggia sprovvista di copertura assicurativa. Considerato che molte volte è il proprietario del mezzo che decide, consapevolmente, di non sottoscrivere polizze assicurative preferendo non circolare, giova ricordare che anche in tal caso non si è indenni da responsabilità. Le norme impongono il vincolo assicurativo anche per i veicoli non circolanti qualora sostino in spazi pubblici, ritenendo inapplicabile l’obbligo solo per quelli parcheggiati in aree private e interdette alla circolazione. Il Codice della Strada prevede che tutti i veicoli a motore senza guida di rotaia, inclusi filoveicoli e rimorchi, siano assicurati sulla responsabilità civile verso terzi, stabilendo per chi viola tale disposizione una sanzione di € 848, oltre il sequestro del veicolo che verrà trasportato e depositato, a spese del trasgressore, in luogo non soggetto a pubblico passaggio. Chi invece, per sua sventura, venisse coinvolto in incidenti con veicoli non assicurati, oppure non identificati o assicurati con compagnie in liquidazione, potrà avviare le pratiche per risarcimento danni presso il “Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada “, istituito nel 1969 e gestito dalla CONSAP SpA, con l’intervento delle compagnie all’uopo territorialmente designate. Il Fondo, finanziato dalle società d’assicurazione con il 2,50% dei premi pagati dagli automobilisti, interverrà nel limite dei massimali imposti dalla Legge, attualmente € 2,5 milioni per danni a persone, € 500 mila per danni a cose. Incon t ri Claudio Minolfi - maggi o 201 5 n 19 n L ’ I N T E R V I S TA LA BANCA DAL VOLTO UMANO, È FONDAMENTALE La tecnologia va usata come uno strumento, non possiamo trasformarla in un “dominio” Abbiamo incontrato la dott.ssa Maria Rita Parsi, scrittrice e psicologa, che il pubblico conosce per le sue molteplici apparizioni televisive. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza professionale con il mondo delle banche, che lei conosce molto bene, per averle incontrate sotto molteplici forme. Maria Rita Parsi, lei ha avuto occasione di conoscere dipendenti di banca? “Sì, ne ho conosciuti diversi, perché per la mia professione è stato molto importante avere un contatto continuo con la banca. Mi è capitato di fare anche dei corsi di formazione con il personale delle banche. La formazione è importante per chi lavora allo sportello, per il rapporto con il cliente e le dinamiche interne. Ma è importante 20 n maggi o 20 15 - I n cont ri anche per i dirigenti che hanno a che fare con situazioni spesso difficili. Ci sono sempre più persone che vanno in banca a chiedere sostegno per un problema e loro si trovano a decidere della vita delle persone. Chi ha il potere decisionale si trova spesso ad avere di fronte le sofferenze e le difficoltà della gente. Il risvolto è altamente psicologico. Infatti, si parla sempre più spesso di psicoeconomia e di potere del denaro, del potere delle banche e di come le banche sono più o meno vicine ai bisogni della gente”. Ecco, ci spieghi cosa succede a quei colleghi che si trovano a operare in uno scenario come quello che lei ha descritto “C’è un coinvolgimento molto forte che genera senso di colpa e paura. L ’ I N T E R V I S TA n Chi è Maria Rita Parsi Paura di essersi sbilanciati. Molte persone devono dire di no e poi sono preda dei sensi di colpa e delle preoccupazioni per lo stato dell’altra persona. Altri non sanno dire di no e si immedesimano al punto che continuano a dare il contributo e il sostegno ma si assumono una forte responsabilità; sono persone che vivono con una grande tensione. Quindi c’è sempre un grosso problema per mantenere l’equilibrio fra senso di colpa e paura. Le persone che hanno scelto di rischiare risultano molto empatiche, ma vivono in difficoltà, come quelle costrette a dire no perché non se la sentono o perché non hanno l’autorità per decidere. Rimane comunque una profonda amarezza che accresce la durezza d’animo. Ci sono tante persone che mi hanno detto: “è duro questo lavoro, nessuno capisce che rapporto stabiliamo con i clienti”. Il denaro è una fonte di molte problematiche, sia per chi ce l’ha che per chi non ce l’ha, sia per chi lo chiede che per chi lo deve dare… È qualcosa che ti mette a dura prova; ci sono situazioni limite come “licenziare i propri dipendenti se non ottiene il credito”. Di fronte a queste situazioni le decisioni prese lasciano delle tracce. La società non ha ancora compreso fino in fondo il significato del denaro. Io ho trovato anche delle persone che avevano acceso un mutuo per abitazioni che poi sono state costrette a vendere; quindi mi sono state rappresentate le difficoltà nate per la vendita della casa a seguito dell’impossibilità di ripagare il mutuo. Anche in questi casi le dinamiche passavano sempre attraverso la banca e i bancari. Maria Rita Parsi di Lodrone (Roma, 5 agosto 1947) è una scrittrice, psicologa e psicoterapeuta italiana. Divenne nota al grande pubblico alla fine degli anni settanta con la pubblicazione di Animazione in Borgata (Savelli, 1976) a cui fece seguito un libro di grande successo sugli adolescenti difficili: Lo scarico (Savelli, 1978) pubblicato l'anno successivo in Germania, col titolo di Abfall (Rowohlt, 1979) e anche in Germania fu un grande successo. Negli anni novanta ci fu la pubblicazione del libro I quaderni delle bambine, una raccolta di testimonianze di casi di violenza. Collabora a molti quotidiani e periodici con rubriche settimanali e ha partecipato a numerose trasmissioni televisive in qualità di esperta di psicologia e opinionista. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni di tipo scientifico e divulgativo. Nel 1986 è stata insignita del titolo di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Questi problematiche si ripercuotono poi nelle relazioni con i colleghi e in famiglia Direi proprio di sì. Nei periodi di crisi molte persone assorbono la difficoltà altrui. Tutti noi affrontiamo e viviamo la crisi, ma la banca è il luogo dove la crisi emerge. È sempre più raro andare in banca a depositare il denaro. Ma anche in quel caso l’intermediazione fa sì che il dipendente finisca per assorbire la crisi. Cosa dovrebbe fare la società per alleviare il disagio? Quello che si può ragionevolmente fare è mettere in condizione le banche di dare più credito. Naturalmente laddove è possibile, anche sulla fiducia. Io credo che le banche debbano dare fiducia alle persone, cominciando con le piccolissime imprese. Io vengo da una di quelle: mio papà iniziò una piccola attività di costruzione di macchine per la preparazione della pasta fresca e io, piccolissima, ero terrorizzata dalle cambiali. Sentivo in famiglia che se ne parlava sempre più, man mano che si avvicinava la scadenza ed io sognavo questa cambiale enorme che finiva per soffocarmi. Mio papà ottenne la fiducia della banca. L’azienda di famiglia cresceva e la banca era sempre al fianco di mio padre e mia madre. Loro non sono mai stati abbandonati. Incon t ri - maggi o 201 5 n Ecco, in questo periodo di crisi le banche dovrebbero aiutare chi è volenteroso, per esempio gli artigiani e le piccole aziende. La capacità produttiva del Paese si deve esprimere attraverso le donne e gli uomini migliori. È importantissimo che le donne facciano impresa, anche la più piccola. Oggi come oggi, però le banche stanno usando sempre più la rete e sembrano tralasciare il rapporto con le persone. Il rapporto con le persone non va mai lasciato; dico con tutto il cuore che la banca si deve umanizzare sempre più. Anche nella realtà virtuale l’umanizzazione è fondamentale . Accade spesso che i giovani vivano in un mondo parallelo. Questi giovani sempre connessi, abbandonano i rapporti scolastici, i rapporti di gioco, gli sport. Questi ragazzi si ritirano nelle loro stanza insieme ai loro aggeggi elettronici. La nostra società si sta strutturando sui contatti a distanza che hanno futuro, perché il futuro va in quella direzione. Ma non va verso il futuro umano. Dobbiamo usare la tecnologia come uno strumento, ma non possiamo trasformare la tecnologia in un dominio che impedisca il contatto umano. Nel caso della banca, a maggior ragione. La banca dal volto umano è fondamentale. Livio Iacovella 21 n PENSIONI IL BONUS DI RENZI UN MALUS PER 650.000 PENSIONATI Come viene (dis)applicata una chiara sentenza della Corte Costituzionale "Se una legge è incostituzionale, non possiamo fermarci se la nostra decisione provoca delle spese, noi valutiamo le leggi, non i governi". Questa è l'affermazione secca e riassuntiva di Alessandro Criscuolo, Presidente della Corte Costituzionale in un'intervista rilasciata, a seguito della sentenza relativa all'annullamento del blocco della perequazione deciso dal governo Monti per gli anni 2012-2013. Ma anche e soprattutto, dopo che Matteo Renzi aveva informato di un decreto confezionato ad hoc, in fretta e furia, per attenuare al minimo, indispensabile ed elettorale – stante il periodo dei rinnovi regionali... – le conseguenze nefaste per il suo governo della bomba lanciata da Monti e deflagrata per mano della Consulta. Pronta la risposta del Ministro Padoan: "La Corte avrebbe dovuto valutare i costi della sentenza sulle pensioni", invocando addirittura "un dialogo di cooperazione tra organi dello stato". 22 n maggi o 20 15 - I n cont ri Non era mai successo che una sentenza della Suprema Corte fosse criticata così aspramente da un Ministro della Repubblica. La prima considerazione che viene spontanea nel leggere il "quantum" delle cifre prospettate – dagli iniziali 5 miliardi ai recenti 18 – relative a questo potenziale terremoto nei conti pubblici è questa: nel 2011, con il blocco biennale della perequazione, i pensionati hanno salvato l'Italia e solo oggi ce ne rendiamo conto. All'epoca del provvedimento partorito dall'accoppiata Monti-Fornero, nessuno aveva quantificato oneri di questa portata o, forse, erano stai tenuti appositamente occultati nelle segrete stanze di palazzo Chigi per non evidenziare, alla pubblica opinione, che proprio la bistrattata categoria dei pensionati, in compagnia degli esodati, avrebbe provveduto, con dolorose rinunce, a puntellare la frana dei conti statali. La sentenza della Suprema Corte ha creato non poco scompiglio e il primo oppositore della stessa è stato il governo Renzi, in particolare nella persona del premier, il quale, alla sua furbesca maniera, per un paio di settimane, ha cinguettato su twitter e sui mass media che sarebbe stata trovata una soluzione che salvaguardasse sia i conti pubblici che i pensionati, i veri destinatari della sentenza. Alla fine, invece, viene sfornato un decreto legge che, attraverso una nuova rivalutazione dei trattamenti pensionistici, concede, un’una tantum. Si osservi bene il termine usato, un "bonus", decrescente in rapporto all'entità pensionistica da 833 fino 267€ lordi per le pensioni da tre a sei volte l'importo minimo lordo, oltre il quale non verrà concesso "alcunché" (altro termine, testuale, adottato da Renzi). Peccato che gli sfortunati pensionati che rientrano nel contesto di questo pronome indefinito siano una platea di sole 650.000 persone che, a detta del governo, usufruendo di pensioni superiori a detto minimo, potevano essere esclusi dai rimborsi, forse perché considerati privilegiati, agiati, benestanti quindi, non bisognosi di alcuna integrazione… Così, in nome di una presunta, pretesa, equità governativa, si decideva una parziale applicazione della sentenza legiferando un quantum discriminatorio che, per certi versi, andava contro le motivazioni della sentenza stessa. Se si tiene conto che, con il decreto Monti, i pensionati che avevano usufruito del 100% delle rivalutazioni erano stati circa 19 milioni (pari all'80%,), che quelli beneficiati, ora, dal generoso bonus, equivalente a uno zuccherino consolatorio che tanto bene fa nel periodo elettorale, sono intorno ai 3,7 milioni (pari a circa il 17%), i 650 mila citati da Renzi come esclusi rappresenterebbero il residuo per un modesto 3%. Da queste cifre, appare chiaro che l'unica fascia maggiormente colpita dal mancato ripristino della perequazione sia la terza, quella comunemente rappresentata come medio-alta, nella quale, va rimarcato, nell'ambito del nostro settore bancario, rientrano gli ex Funzionari – quadri ma anche gran parte delle aree professionali – oltre, ovviamente, i Dirigenti. È, inoltre, maggiormente assurdo che, su oltre 23,2 milioni di pensionati (dato 2013), invocando arbitrari diritti di equità, se ne lascino fuori dalla restituzione 650.000, dopo aver sforbiciato altri 3,7 milioni, con queste conclusioni: il 20% dei pensionati italiani non può rientrare in toto nel dispositivo della Suprema Corte la quale, invocando i tre articoli di cui a latere, aveva stabilito che non possono esistere cittadini, nella fattispecie pensionati, di serie A e serie B. Il Governo Renzi, col suo provvedimento, va oltre, non solo non tenendo conto di queste osservazioni, ma cre- ando anche i pensionati di serie C, ossia la percentuale più piccola alla quale, però viene appioppato un "alcunché" risolutivo della questione. Le motivazioni, parlano di un possibile sforamento del tetto stabilito dall'Europa, che avrebbe comportato l'apertura di un procedimento di infrazione per il nostro paese. Nessuno che abbia almeno ipotizzato la ricerca di fondi attraverso una riduzione drastica e straordinaria di elevati costi, quelli sì iniqui, tipo gli incredibili stipendi erogati fra le alte cariche dello Stato e nella pletora di inutili enti, i vitalizi cumulo, le Regioni mangiasoldi, i tanti sprechi pubblici che giornalmente si apprendono dai mass media: tutto questo alla faccia della spending review. Oppure, in subordine, si sarebbe potuto prospettare un rimborso rateale, magari con titoli di stato. PENSIONI n Ancora una volta, si è ignorato un diritto – "irragionevolmente sacrificato in nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio" dice la Corte – pure in presenza di una dichiarazione di incostituzionalità e, quindi, sovvertendo le regole. Da parte nostra, per ora, restiamo in attesa delle sentenze delle tre cause avviate per eliminare tutti i blocchi, pregressi, presenti e futuri, valutando ulteriori azioni rivendicative, nel contesto del neonato sindacato First, attraverso la FNP-CISL. Dante Columbro ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA CITATI DALLA CONSULTA Al punto 5 della sentenza la Corte afferma: "La questione prospettata con riferimento agli artt. 3, 36, primo comma e 38 secondo, Cost. è fondata" spiegandone, nel dispositivo, le motivazioni, secondo i principi lesi di "ragionevolezza e proporzionalità". Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 36, primo comma - Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Art. 38, secondo comma - I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Incon t ri - maggi o 201 5 n 23 n CURIOS@NDO È TEMPO DI METTERSI A DIETA Con l’estate alle porte si cerca il rimedio per buttare giù i chili di troppo La primavera corre veloce incontro all’estate ed è dunque naturale iniziare a pensare, sempre più seriamente, ai chili di troppo e all’appuntamento con la spiaggia. Appuntamento che mette sempre un po’ di ansia. Tanti, infatti, corrono ai ripari moltiplicando i sacrifici in palestra e tantissimi si accingono a provare l’ennesima dieta. Proviamo a vedere quante e quali sono quelle che vanno per la maggiore. Diciamo subito che ne esistono tantissime e c’è davvero forte imbarazzo nella scelta. Quella ipocalorica è la classica dieta che viene prescritta dai dietologi. È la più semplice dal punto di vista nutrizionale, ma occorre una volontà di ferro perché bisogna stare attenti a pesare con attenzione tutti gli alimenti. Si mangia di tutto, ma in quantità moderata. La dieta dissociata è semplice, permette un'alimentazione variata ed è considerata curativa perché tende a eliminare le sostanze tossiche dall'organismo. Prevede l'assunzione di cibi naturali e integrali accompagnati da contorni di verdura cruda o cotta. Questa dieta distingue tre categorie di cibi: i carboidrati, le proteine e i cibi neutri (verdure, oli, spezie). Il principio fondamentale è quello di non associare mai, in uno stesso pasto, un alimento appartenente al gruppo dei carboidrati con uno appartenente a quello delle proteine. C’è poi la dieta Scarsdale. Si tratta di un metodo di dimagrimento per persone sane e deve essere seguita per massimo 14 giorni (due settimane) per poi passare a una dieta di mantenimento. La dieta last minute, invece, viene seguita solitamente per non più di 5 giorni e serve per perdere al massimo 2 o 3 chili. È molto criticata dai dietologi perché sottopone l'organismo a uno stress notevole. 24 La dieta vegetariana è spesso connessa a fattori di tipo ideologico. È necessario are molta attenzione perché quando viene seguita in maniera troppo stretta, anche in mancanza dei prodotti lattiero-caseari, produce delle gravi carenze alimentari. La dieta vegetariana che esclude solo le carni animali, invece, è assolutamente completa sotto tutti i punti di vista. La dieta metabolica è basata su una drastica diminuzione dell'assunzione di carboidrati; in realtà può creare notevoli problemi all'organismo, che ha bisogno di carboidrati per sopravvivere. Si tratta di un approccio estremistico che mira a simulare una sorta di "fame da carestia" che costringerebbe il corpo a bruciare le riserve di grasso accumulate. La dieta colesterolo si basa sulla riduzione dell'uso di grassi saturi cioè quelli di origine animale, zuccheri e di altri cibi con alto valore di colesterolo. La dieta del minestrone è una delle diete più richieste e di successo. È efficace, veloce, facile da seguire e con- n maggi o 20 15 - I n cont ri sente di conservare i risultati ottenuti con la dieta. Prevede una riduzione – e in alcuni giorni addirittura l'eliminazione – dei grassi e dei carboidrati (pane, pasta, riso), fonti di energia per l'organismo, che è così costretto ad attingerla dai grassi di deposito. La dieta dei Gruppi Sanguigni è la dieta più in voga in Italia in questi ultimi anni. Ideata dal dottor Piero Mozzi, si basa sul principio che i gruppi sanguigni si sono differenziati grazie al differente isolamento geografico e alla diversa alimentazione adottata dalle varie popolazioni durante l'evoluzione del genere umano. II gruppo sanguigno è dato da un'impronta genetica precisa che distingue ogni individuo dagli altri, lo caratterizza e permette di capire come è fatto e come si comporta il suo sistema immunitario. È possibile utilizzare i quattro gruppi sanguigni 0, A, B, AB come una guida attendibile per scegliere un'alimentazione idonea per ognuno. L. I. CURIOS@NDO n FACEBOOK LANCIA I PAGAMENTI VIA MESSANGER Un modo più conveniente e sicuro per inviare e ricevere denaro fra “amici” Le banche perdono un altro pezzetto del loro business. Facebook, infatti, sta per lanciare i pagamenti via Messenger e rendere così più semplice lo scambio di denaro attraverso la rete. Il nuovo servizio arriverà a breve negli Stati Uniti e consentirà le transazioni via chat. Tra pochi mesi, dunque, sarà possibile inviare somme di denaro agli amici in modo tanto facile quanto inviargli un messaggio. Il servizio non è in sé nuovo perché già Snapchat ha lanciato un sistema per spedire somme direttamente dalle conversazioni in corso. Inoltre ci sono già app per questo tipo di trasferimento di denaro, ma la potenza di Facebook sta in una platea già consolidata di oltre un miliardo di utenti. L'obiettivo, spiega Facebook, è "offrire alle persone un modo più conveniente e sicuro per inviare e ricevere denaro fra amici". Al momento Facebook processa oltre un milione di transazioni al giorno, ad esempio per i giochi. Gli esperti osservano che questo servizio potrebbe essere l'anticamera di altri servizi, come lo shopping online. E c'è già chi si chiede quando arriverà anche su WhatsApp. Il sistema funziona così: si apre la chat su Messenger con l'amico al quale si vuole inviare denaro. Si preme la nuova icona col simbolo del dollaro e si inserisce la somma da trasferire. Poi un altro tocco sul pulsante "paga" e il gioco è fatto. La prima volta che si effettua o si riceve una donazione Messenger chiederà di collegare il proprio account a una carta di debito Visa o Mastercard. Per le transazioni successive si utilizzerà un codice Pin per autorizzare il pagamento, mentre sui dispositivi Apple di ultima generazione basterà l'impronta digitale. Livio Iacovella CHE COSA È FACEBOOK Facebook è un servizio lanciato nel febbraio del 2004 da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di università Eduardo Saverin, Dustin Moskovitz e Chris Hughes. Progettato esclusivamente per gli studenti dell'Università di Harvard, Facebook fu presto aperto a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni di età. Facebook è il sito più visitato al mondo, è disponibile in oltre 70 lingue e conta più di 1 miliardo di utenti attivi. Completata la registrazione, gli utenti possono creare un profilo personale, includere altri utenti nella propria rete sociale, aggiungendoli come "amici", e scambiarsi messaggi, anche via chat, incluse le notifiche automatiche quando questi aggiornano i propri profili. Inoltre gli utenti possono fondare e unirsi a gruppi per condividere interessi in comune con altri utenti, condividere contenuti multimediali e utilizzare varie applicazioni presenti sul sito. Recentemente, però, si è notata una crisi di popolarità tra i giovanissimi che preferiscono applicazioni più "private", come Snapchat, Whatsapp, Line o Ask.fm. Snapchat, ad esempio, sta crescendo tantissimo: ha 30 milioni di utenti attivi solo negli Stati Uniti e 400 milioni di foto che passano di cellulare in cellulare ogni giorno; circa il doppio rispetto a sei mesi fa, tanto che Facebook ha provato a comprarlo per tre miliardi di dollari e si è vista rispondere con un rifiuto. Gli utenti italiani di Facebook sono circa 26 milioni. Una curiosità: i ricavi di Facebook, per l’anno fiscale 2013, hanno raggiunto un totale di 7,87 miliardi di dollari, in aumento del 55 per cento anno su anno. L. I. Incon t ri - maggi o 201 5 n 25 n SOCIETÀ TESTAMENTO SOLIDALE Un atto di generosità sempre più diffuso tra gli italiani Fare un lascito solidale significa lasciare un segno di noi e dei nostri valori quando non ci saremo. Un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato, modificato in qualsiasi momento e senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari. E senza che siano necessari ingenti patrimoni, perché per sostenere il lavoro quotidiano di associazioni impegnate nelle più impor tanti cause umanitarie e scientifiche, anche un piccolo lascito può fare la differenza. “Il Comitato Testamento Solidale nasce 3 anni fa con un obiettivo ambizioso, quello di portare in Italia un vero e proprio cambiamento culturale per superare le barriere psicologiche sul testamento e sui lasciti. Oggi questo progetto può contare sull’attenzione e il supporto di un numero sempre più ampio di organizzazioni del mondo del terzo settore per continuare a sostenere migliaia di progetti rivolti ad anziani, disabili e portatori di handicap, donne e bambini in povertà estrema, malati di sclerosi multipla, leucemia e cancro, chi è affetto da gravi e rare patologie, comunità che lottano contro le mafie, oltre a medici e ricercatori impegnati nella ricerca scientifica più all’avanguardia” racconta Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale. IL LASCITO SOLIDALE IN CRESCITA NELLE SCELTE DEGLI ITALIANI 26 n maggi o 20 15 - I n cont ri Il lascito solidale è un atto di generosità che già oggi – secondo l’indagine GFK Eurisko-Testamento Solidale – il 9% degli italiani over 55 è intenzionato a compiere concretamente. A confermare il dato positivo è la crescita negli ultimi 10 anni del 10% il numero degli italiani che inseriscono un lascito nelle loro ultime volontà. A donare sono soprattutto donne, in oltre il 60% dei casi. Il fenomeno – rilevato da un sondaggio su un campione di 700 notai dal Comitato Testamento Solidale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato – riguarda in larga parte donazioni di medie e piccole entità: in oltre il 50% dei casi, ci dicono i notai italiani, il valore del lascito è sotto i 20 mila euro. Il 25% ammonta a una cifra compresa tra i 20mila e i 50mila euro. Il 18,1% di quanto viene destinato ha un valore economico importante che va dai 50mila ai 100mila euro, e una piccola fetta pari al 8,5% dei lasciti effettuati va oltre i 100mila euro. esaustiva panoramica sul tema del lascito, dalle tipologie di testamento (olografo, pubblico, segreto) alla quota “disponibile” di patrimonio che può essere destinata ad un lascito solidale (una qualsiasi somma di denaro, un bene mobile o immobile, la polizza vita, azioni o titoli d’investimento). SOCIETÀ n LA CAMPAGNA INFORMATIVA PARTITA TRE ANNI FA Il Comitato promosso da 6 grandi organizzazioni – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro e Save the Children – a cui oggi aderiscono: Aiuto alla Chiesa che soffre, Amref, Cesvi, Libera, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Telefono Azzurro e Università Campus BioMedico di Roma è nato per diffondere la cultura dei lasciti solidali. Per rispondere a quanti ancora non sanno a chi rivolgersi le organizzazioni hanno creato un sito www.testamentosolidale.org e l’omonima guida. Due strumenti che offrono una Incon t ri - maggi o 201 5 n 27 al riparo con PACCHETTO ASSICURATIVO DIRCREDITO POLIZZA RC PROFESSIONALE POLIZZA CASSIERI POLIZZA INFORTUNI POLIZZA TUTELA GIUDIZIARIA (VITA PROFESSIONALE) POLIZZA TUTELA GIUDIZIARIA (VITA PRIVATA) POLIZZA RC CAPOFAMIGLIA e ancora... Polizza Long Term Care Prodotti Vita n Polizza RC Auto Polizza Viaggi n Polizza Casa Progetto Welfare Spese Odontoiatriche Consulta la pagina AON su www.dircredito.info