Numero 32: Una scelta per cambiare il futuro

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Numero 32: Una scelta per cambiare il futuro
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46/art. 1, comma 1, DCB Roma - Prezzo copia euro 0,20
ncontri
I idee&fatti
MENSILE DIRFIRST
maggio 2015
anno V
32
PER CAMBIARE IL FUTURO
UNA SCELTA
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Incontri
idee&fatti
Incontri
idee&fatti
Anno V - numero 32 - maggio 2015
Editore: DirCredito
Direttore responsabile: Cristina Attuati
Comitato di direzione: Maurizio Arena, Silvana Paganessi,
Franz Foti, Cristina Attuati
Hanno collaborato a questo numero
Maurizio Arena, Cristina Attuati, Silvio Brocchieri,
Dante Columbro, Tamara De Santis, Elisabetta Giustiniani,
Livio Iacovella, Claudio Minolfi, Rinaldo Rinaldi
Progetto grafico: Claudia Spoletini
Stampa: I&W s.r.l. - Roma
Redazione: Via Principe Amedeo 23 - 00185 Roma
Periodico telematico: Reg. Trib. Roma n. 118/2014
Periodico cartaceo: Reg. Trib. Roma n. 441/2005
Iscrizione al ROC n. 13755
pubblicato il 27 maggio 2015
SOMMARIO
IL PUNTO
Presentazione ufficiale FIRST
L’EDITORIALE
Una scelta per cambiare il futuro
INTERNAZIONALE
Brevi dal mondo
SINDACATO
I bancari tornano padroni del proprio destino
DirCredito in Assemblea. Approvato all’unanimità il progetto FIRST
Prende il via FIRST
Il primo sindacato di tutti
L’INTERVISTA
Paolo Savona - Banca, da “magistrato del credito” ad “ancella dello sviluppo”
La parola ai vertici di FIRST
La banca dal volto umano, è fondamentale
LEGALE
Osservatorio sulla giustizia
Il filo d’Arianna
LAVORO
I precario in banca
SOCIETÀ
Il Pontefice denuncia i pregiudizi sulle donne
PENSIONATI
Il bonus di Renzi un malus per 650.000 pensionati
CURIOS@NDO
È tempo di mettersi a dieta
Facebook lancia i pagamenti via Messanger
TESTAMENTO SOLIDALE
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UNA SCELTA
PER CAMBIARE IL FUTURO
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n I L P U N TO
Il fatto
del mese
IL PRIMO SINDACATO DI TUTTI
presentazione ufficiale FIRST
25 maggio 2015
Roma - The Church Palace - Via Aurelia, 481
PROGRAMMA
10,00 – APERTURA LAVORI
Giulio Romani, Segretario generale First Cisl
Maurizio Arena, Segretario generale aggiunto First Cisl
Annamaria Furlan, Segretario generale CISL
Saluto degli ospiti
ORE
ORE
13,30 – PRANZO AL BUFFET
14,30 – RIPRESA LAVORI
Il lavoro viene “first”: prima l’uomo poi il denaro. La sfida di Papa Francesco
alla finanza internazionale
Piero Schiavazzi, Vaticanista Huffington Post – Direttore Eventi di Elea
ORE
Coinvolgimento dei lavoratori nelle imprese del settore bancario e finanziario
Riccardo Colombani – Ricercatore First Cisl
Tavola Rotonda
Partecipazione e contrattazione per il lavoro protagonista dello sviluppo
Moderatore: Michele Renzulli – Caporedattore TG1 Economia
Partecipano: Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro; Bruno Tabacci, Presidente Commissione Parlamentare
per la Semplificazione; Piero Giarda, Presidente Consiglio di sorveglianza BPM; Carlo Cimbri, A.D. Unipol;
Tiziano Treu, Professore ordinario Università Cattolica Milano; Giulio Romani, Segretario generale First Cisl
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ORE
18,00 - CHIUSURA LAVORI
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I n cont ri
L’ E D I TO R I A L E
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UNA SCELTA
PER CAMBIARE IL FUTURO
rappresentanti e rappresentati. La sfida
è quella di confrontarsi e lavorare con
le aziende e le altre organizzazioni sindacali per rimuovere quei nodi strutturali che condizionano l’efficienza e la
redditività dell’impresa bancaria italiana.
Le banche hanno bisogno di una profonda ristrutturazione dei processi
produttivi e distributivi.Tuttavia il recupero di efficienza e redditività non può
passare attraverso la riduzione di costi
del personale che, se genera effetti positivi nell’immediato, compromette la
capacità dell’azienda di creare valore in
maniera duratura.
Insieme, ne siamo certi, romperemo
definitivamente il tabù di un sindacato
autoreferenziale e da sempre immutabile nel tempo.
E tutto ciò non va inteso come una
“conventio ad excludendum” lavoreremo, infatti, per dare al tavolo unitario un’oppor tunità formidabile di
rafforzarsi ulteriormente, per affrontare al meglio il compito impegnativo
che ci attende nel prossimo futuro,
creando un fronte compatto, capace
di rappresentare ogni sensibilità presente in categoria.
“ ...DirFirst presidierà
le alte professionalità
dando risposte e prospettive
a quei lavoratori
impiegati in aziende dove
il merito, la competenza
e l’abnegazione rappresentano
il resto di niente...
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“
Quando si effettua una scelta, si cambia
il futuro. È questa la sfida che abbiamo
colto nel momento in cui abbiamo deciso, insieme a Fiba Cisl di dare vita a
un sindacato nuovo: FIRST.
Partendo da valori condivisi, ma soprattutto da una forte esigenza di cambiamento, abbiamo deciso di giocare in
anticipo sempre e solo nell’interesse
dei lavoratori.
La scelta di riunire in un’unica organizzazione aree professionali, quadri e dirigenti risponde, appunto, alla necessità
di avere una maggiore rappresentatività, ma anche farsi carico di un approccio sindacale più moderno ed
equilibrato, che coniughi i diritti dei lavoratori con la valorizzazione delle
loro peculiarità professionali.
Ciò sarà possibile grazie all’innovativo
modello organizzativo a cui si ispira
FIRST che prevede al suo interno la
costituzione di settori di mestiere, di
ruolo e di stato per dare voce alla categoria nel suo complesso.
In particolare, DirFirst presidierà le alte
professionalità dando risposte e prospettive a quei lavoratori impiegati in
aziende dove il merito, la competenza e
l’abnegazione rappresentano il resto di
niente e dove vige il principo dell’arroganza, del clientelismo e dell’indifferenza.
DirFirst rappresenterà le ragioni di
quelle decine di Dirigenti licenziati da
aziende che hanno camuffato vere e
proprie operazioni di licenziamento
collettivo in allontanamenti individuali
multipli, in spregio a quanto previsto
dalla normativa europea.
First e i suoi settori considerano la tutela della professionalità un investimento su quell’insostituibile patrimonio che è il fattore umano, troppo
spesso dimenticato e umiliato.
L’obiettivo è quello di ascoltare la voce
dei lavoratori riducendo la distanza tra
di Maurizio Arena
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n INTERNAZIONALE
BREVI DAL MONDO
Notizie, fatti e curiosità oltre i confini
AUSTRIA, IL PRIMO CRAC BANCARIO
PAGATO DAI CORRENTISTI
Hypo Alpe Adria è una banca della Carinzia, nazionalizzata nel 2009 per far
fronte agli ammanchi accumulati per
prestiti ai Balcani.
Il governo austriaco, scoperti ulteriori
buchi per 7,6 miliardi, aggiuntisi ai precedenti 5,5 miliardi confluiti nella Bad
Bank Heta, ha deciso di abbandonare
la banca e di applicare la misura UE
che comporta perdite anche per i creditori. L'autorità di vigilanza austriaca
Fma ha già disposto una moratoria dei
debiti di Heta fino al 31 maggio 2016,
in attesa dell'entrata in vigore della direttiva europea, che prevede la procedura del “bail in”, cioè a dire: nel caso
una banca UE si dichiari insolvente,
soci, creditori e correntisti copriranno
fino all'8% delle sue passività.
Azionisti e sottoscrittori di bond possono perdere fino al 100% di quanto
investito, mentre sul fronte dei correntisti in linea di principio l'onere toccherà prima alle grandi aziende, poi ai
correntisti individuali e infine alle PMI.
Con una sola certezza: i depositi sotto
i 100.000 euro non saranno toccati.
I SINDACATI INTERNAZIONALI
BOCCIANO LE PRIVATIZZAZIONI
La Public Service International, la federazione internazionale che raggruppa
669 sigle (per l'Italia Cgil-Cisl-Uil), 20
milioni di lavoratori dei servizi pubblici,
scende in campo contro il processo di
privatizzazione di energia, acqua, ferrovie e sanità. Lo studio messo a punto
dalla federazione “Why public-private
partnership don't work”, giudica negativamente l'esperienza della privatizzazione che si è affermata in Europa e
propone senza mezzi termini un ritorno al pubblico. Oltre a dimostrare
come i costi del privato siano più elevati del pubblico, lo studio smentisce
anche il mito della maggiore efficienza
del privato.
L’ISIS HA ORA LA SUA BANCA
PRESTITI SENZA INTERESSI
Anche il califfato islamico dello sceicco
Abu Bakr al Baghdadi ha la sua banca,
che ha aperto i battenti in un quartiere
a est di Mosul, con tanto di targa con
la scritta “Banca islamica” dove, come
impongono i precetti dell'Islam puro, i
“prestiti si concedono senza interessi”.
L'Isis ha dovuto aprire la banca
“per far fronte al deterioramento delle
banconote”,
soprattutto quelle di piccolo taglio
“che non vengono più accettate dai
commercianti”. La notizia è riferita dagli
stessi abitanti di Mosul, caduta nelle
mani dello Stato islamico e parzialmente liberata poco tempo fa. L'edificio che ospita la banca ha due ingressi,
uno per gli uomini e uno per le donne.
Gli uomini del califfato hanno cominciato anche a distribuire a ogni cittadino una “tessera annonaria” per il
valore simbolico di 2,6 dollari.
BANCA SOTTO PROCESSO
NEGLI STATI UNITI
La banca giordana Arab Bank è stata
rinviata a giudizio dopo le accuse avanzate dai parenti di cittadini USA coinvolti in attacchi in Israele e nei Territori
palestinesi perpetrati da Hamas nella
seconda intifada. La banca avrebbe fornito sostegno al gruppo, finanziando
anche le famiglie dei miliziani e per
questo si stabilirà quanto dovrà versare
come risarcimento. Il giudice non ha
deciso se possa ricorrere in appello
prima del verdetto definitivo. La banca
nega coinvolgimenti diretti nel finanziamento di attività terroristiche, ma il
processo può rappresentare un precedente storico.
ARGENTINA-RUSSIA
ACCORDO INTERBANCARIO
PER MAGGIORI INVESTIMENTI
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n maggi o 20 15 -
I n cont ri
La Banca nazionale argentina (Bna) e
la russa Vnesheconombank hanno firmato un accordo per la mutua collaborazione. L'intesa, nata dopo la visita
della presidente Kirchner a Mosca, ha
come obiettivo l'incremento dell'interscambio bilaterale tra i due paesi, in
particolare nel settore energetico, dell'industria chimica, che vedrà la Russia
esportare i suoi prodotti in Argentina,
e quello dei macchinari ed equipaggiamenti per la produzione.
S I N D A C AT O
n
I BANCARI TORNANO PADRONI
DEL PROPRIO DESTINO
I lavoratori riconoscono il risultato ottenuto dal sindacato e approvano l’ipotesi di rinnovo del Ccnl
Le assemblee dei lavoratori per l’approvazione dell’ipotesi di accordo per
il rinnovo del Contratto nazionale, siglata lo scorso primo aprile, sono
ormai in pieno svolgimento e stanno
producendo risultati confortanti e per
certi versi sorprendenti. Praticamente
ovunque, infatti, i bancari esprimono
gradimento per un risultato che, viste
le premesse e la posizione di forte rigidità espresse dall’Associazione Bancaria, non era certo scontato.
Il risultato positivo, se confermato nelle
prossime settimane – le assemblee si
concluderanno ufficialmente il prossimo 5 giugno – segnerebbe una svolta
importante, non solo per l’azione del
sindacato, ma soprattutto per la percezione che di esso hanno i lavoratori.
Guardando al precedente contratto,
passato tra mille difficoltà con il 60%
dei consensi e caratterizzato da una
tornata assembleare particolarmente
sofferta, sorge spontaneo porsi alcune
domande e, soprattutto, elaborare alcune considerazioni su quanto sta accadendo oggi nel settore.
L’accordo raggiunto dalle Organizzazioni Sindacali sta incontrando tutto
questo favore solo ed esclusivamente
per i contenuti o anche per il metodo
di lavoro che si è deciso di seguire
prima, durante e soprattutto dopo le
trattative?
Sicuramente ci troviamo di fronte a un
mix di fattori che, opportunamente
elaborati e poi trasmessi ai lavoratori,
stanno facendo la differenza. È infatti
evidente che i bancari hanno accolto
favorevolmente l’aumento economico
di 85 euro a regime non tanto per il
valore assoluto della cifra, di per sé
poco significativa, quanto perché
hanno correttamente compreso che
tale aumento è maturato in un contesto di deflazione e, quindi, va inteso
come un punto messo a segno dal sin-
dacato nei confronti di ABI che, in un
primo momento aveva addirittura richiesto una restituzione di quanto erogato in precedenza sulla base di una
previsione di crescita inflattiva.
Altro elemento qualificante è sicuramente rappresentato dal rafforzamento degli ammortizzatori sociali e
dalla sostanziale tenuta dell’area contrattuale, in uno dei momenti più difficili della storia del settore, con diverse
operazioni di fusione da gestire nel
prossimo futuro e con gli inevitabili
esuberi che esse produrranno.
Vincente, soprattutto per coloro che
pensano che il settore, per continuare
a esistere e per fornire una prospettiva
di crescita anche ai nuovi assunti in una
logica di solidarietà nazionale – tema
praticamente ignoto nel resto del sistema-paese – è l’aumento del salario
di ingresso dell’8% e la conferma degli
incentivi per le assunzioni attraverso il
fondo per la nuova occupazione.
Infine, ma non da ultimo, un ruolo importante lo ha giocato la consapevolezza che in assenza di un nuovo
contratto i banchieri avrebbero proceduto senza esitazione alla disapplicazione delle regole sottoscritte in
precedenza, trasformando di fatto una
categoria come la nostra, strategica per
Incon t ri
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il rilancio dell’economia, in un coacervo
di prestatori d’opera senza futuro e
senza prospettive.
Se le assemblee continueranno a produrre consenso sicuramente determineranno un rafforzamento del sindacato
che, in questo caso, probabilmente consapevole dei difetti di comunicazione
che hanno caratterizzato il suo rapporto
con i lavoratori nel recente passato, ha
cambiato verso. Lo ha fatto in maniera
simbolica, ma anche sostanziale decidendo unitariamente di non sottoscrivere l’ipotesi di accordo, se non per
presa visione, in attesa che fossero i lavoratori stessi a pronunciarsi nel corso
delle consultazioni assembleari. Un atto
di correttezza, ma anche di attenzione
nei confronti di tutti quei bancari che
prendendo parte alla discussione e al
confronto sono finalmente ridiventati
padroni del loro destino.
Leggiamo questa nuova consapevolezza della categoria nel suo complesso
come un fatto assolutamente positivo,
ma anche come un’assunzione di responsabilità per il sindacato che, mai
come ora, deve tornare ad ascoltare i
propri associati dando concretezza ai
loro sogni e risposte ai loro bisogni.
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Cristina Attuati
n S I N D A C AT O
DIRCREDITO IN ASSEMBLEA
APPROVATO ALL’UNANIMITÀ IL PROGETTO FIRST
Nasce il sindacato nuovo, l’unico in grado di rappresentare tutti i lavoratori
Il Congresso più importante della storia di DirCredito, che si è tenuto a Riccione il 22 e 23 dello scorso mese di
aprile, ha riconfermato Maurizio Arena
nella sua qualità di Segretario generale.
Il dibattito che si è sviluppato nella due
giorni riccionese può essere riassunto
con cinque aggettivi: frizzante, impegnato, ragionato, spontaneo, totalizzante.
Frizzanti sono stati i delegati e i numerosi ospiti che hanno partecipato contribuendo, con spunti e riflessioni, alla
discussione.
Impegnato rispetto ai temi, l’ipotesi
di rinnovo del Contratto Collettivo
Nazionale di Lavoro e il futuro di
DirCredito, che non hanno consentito divagazioni.
Ragionato per le decisioni da prendere; ognuno doveva assumere, in
prima persona, la responsabilità di
scelte che avrebbero coinvolto il futuro
di molti lavoratori.
Spontaneo come solo poche organizzazioni sanno essere, ovvero persone
che nel “ragionamento” trovano la
“spontaneità” di manifestare liberamente il proprio pensiero.
Totalizzante nell’assorbire tutta l’energia che il momento, di così particolare
rilevanza, richiedeva.
L’avvio dei lavori, aperti da Maurizio
Arena, ha presentato subito una novità
rispetto al recente passato. Paolo Savona, professore emerito di politica
economica, ha brillantemente intrattenuto la platea con una efficace presentazione, e relative riflessioni, di un suo
scritto, appositamente approntato per
l’evento, intitolato “La banca nel mercato finanziario integrato e l’Unione
monetaria europea”.
Il saggio, tra i vari capitoli, tratta anche
dell’etica bancaria. “…la banca svolge
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un ruolo fondamentale per il buon funzionamento dell’economia: quello di
magistratura del credito; ossia sceglie
l’impresa o l’imprenditore… che crea
prodotto e occupazione” svolgendo
nel contempo, sempre che ci siano
buone qualità manageriali in grado di
assumersene la responsabilità, la funzione di “ancella dello sviluppo”.
Annamaria Furlan – Segretario Generale Cisl – ha ribadito la centralità della
dignità del lavoro attribuendo un ruolo
sociale alle banche che devono decidere se “fare credito” o “fare finanza”.
La risposta, alla domanda retorica e un
po’ provocatoria, è che solo facendo
credito “buono”, ci può essere rilancio
e sviluppo.
Riferendosi a FIRST, il sindacato nuovo che è nato ufficialmente il 5 maggio 2015 dal sodalizio tra DirCredito
e Fiba, ha sottolineato come, nel panorama sindacale, sia stato costruito
un primo pezzo di innovazione dove
“da soli si può fare molto poco, insieme si possono costruire grandi
cose”.
n maggi o 20 15 -
I n cont ri
Gli eleganti distinguo alla relazione del
prof. Savona, che il dott. Alfio Filosomi
– Responsabile delle relazioni industriali del Gruppo Intesa Sanpaolo – ha
espresso nel suo intervento, hanno
“animato” i commenti dei delegati sollecitando un dibattito che è proseguito,
nel pomeriggio, anche nei corridoi. Nel
settore del credito esiste una cultura
delle relazioni sindacali, ha affermato Filosomi, dove tutti sono sempre alla ricerca di un accordo, anche se la
concertazione non può sempre essere
ricercata e applicata.
La tecnologia non deve sostituire
l’uomo e la sua professionalità, ma
deve essere uno stimolo al cambiamento perché anche le banche puntano sull’alta professionalità dei propri
uomini. Questo, in sintesi, l’intervento
del dott. Mario Napoli – Gruppo
Unione di Banche Italiane – che è stato
colto dai lavoratori presenti come un
auspicio per il futuro.
Gli interventi dei prestigiosi ospiti che
si sono succeduti, in rappresentanza
dei maggiori gruppi bancari e delle
S I N D A C AT O
sigle sindacali più rappresentative del
primo tavolo, hanno evidenziato e sottolineato l’importanza dell’accordo raggiunto sul rinnovo del Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro.
La firma concede a tutti l’opportunità
di guardare avanti, impegnandosi a cogliere le opportunità che gli strumenti
del contratto ci mettono a disposizione al fine di perseguire soluzioni sostenibili e condivise.
In conclusione dei lavori tutti plaudono
n
al progetto FIRST, il Sindacato nuovo,
l’unico in grado di rappresentare le
istanze di tutti i lavoratori del credito,
dalle aree professionali, ai quadri direttivi, ai dirigenti.
Silvio Brocchieri
MOZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI DELEGATI
Riccione 22/23 aprile 2015
approvata all’unanimità
L’Assemblea dei Delegati DirCredito, tenutasi a Riccione nei giorni 22 e 23 aprile 2015, sentita
la relazione del Segretario generale, dopo ampio e articolato dibattito, la approva, unitamente
alla tesi congressuale “Il futuro èFIRST”.
L’Assemblea, preso atto dei profondi mutamenti dello scenario politico, economico e sociale,
nazionale e internazionale, conviene sulla necessità di anticipare il cambiamento e di avviare
un processo di innovazione, nella continuità delle proprie tradizioni. A tale scopo, individua
nel progetto di costituzione di FIRST – Federazione italiana rete dei servizi e del terziario – lo
strumento per rafforzare la rappresentanza dell’intera categoria dei bancari. Ciòavviene in un
periodo di forti cambiamenti da parte di Abi e da interventi legislativi che tendono a dequalificare il lavoro, andando contro principi sanciti dalla stessa Carta costituzionale.
DirCredito e Fiba/Cisl, insieme, daranno vita a un sindacato nuovo che, per la prima volta
nella storia, rappresenterài lavoratori di tutta la filiera – aree professionali, quadri direttivi e
dirigenti.
FIRST, il primo sindacato di tutti, valorizzando ruolo e professionalità nel rispetto delle differenze, interpreteràsogni e bisogni di tutti i bancari.
Riccione, 23 aprile 2015
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n L ’ I N T E R V I S TA
BANCA, DA “MAGISTRATO DEL CREDITO”
AD “ANCELLA DELLO SVILUPPO”
Il sindacato a guida del processo di transizione, per ricondurre la banca alla sua reale funzione
Professore emerito di Politica economica. Ha ricoperto importanti incarichi
pubblici, tra i quali Ministro dell’Industria, Commercio e Artigianato nel 50°
Governo della XI Legislatura, Segretario generale della Programmazione
economica al Ministero del bilancio e
Capo dipartimento per le politiche comunitarie a Palazzo Chigi.
Parliamo di Paolo Savona, per anni ai
vertici di primarie banche e imprese
italiane e autore di numerose pubblicazioni scientifiche su problemi dell’economia reale, monetaria e
finanziaria e su temi di metodologia
dell’economia.
“
La funzione che dovrà
è conoscere il territorio
in cui opera
e le persone che tratta,
la qualcosa non potrà
“
essere fatta dalle macchine...
n maggi o 20 15 -
L’integrazione del mercato finanziario
europeo: a che punto siamo?
I flussi finanziari intra-europei crescono
vertiginosamente, ma le legislazioni, ivi
incluso il trattamento fiscale che svolge
un ruolo importante nel determinare
le scelte, continuano a essere profondamente diverse.
Pertanto non abbiamo un mercato finanziario unico coerente con la moneta unica, ma solo un mercato
integrato che ha ancora un lungo itinerario da percorrere per poter affermare che esso porta vantaggi a tutti,
come dovrebbe.
Quanto pesa la mancanza di un’unione
politica europea?
Ha un peso determinante nella carenza indicata, perché per avere la
stessa legislazione occorre l'unificazione politica, ossia un unico Parlamento
che legifera e gli stessi meccanismi democratici, che molti paesi rifiutano.
L’Unione Europea non è in condizione
di uscire da questa incoerenza. Gli
egoismi nazionali prevalgono.
svolgere la banca
10
A Savona, che ha tenuto all’Assemblea
dei delegati DirCredito, a Riccione lo
scorso 22 aprile, un’applaudita relazione sul tema “La banca nel mercato
finanziario integrato e l’Unione monetaria europea”, abbiamo rivolto alcune
domande.
I n cont ri
Ci illustra come la banca, “magistrato del
credito”, può trasformarsi in ancella dello
sviluppo e, quindi, essere un fondamentale volano di crescita e occupazione?
Le banche dovrebbero svolgere un
compito determinante per essere ancelle dello sviluppo, ossia scegliere gli
imprenditori e le imprese che sanno
gestire bene le risorse.
Come per la legge di Grisham della
L ’ I N T E R V I S TA n
moneta, il credito cattivo scaccia quello
buono, perché finanzia gli incapaci e
falsa la concorrenza.
L’esercizio di questa importante funzione da parte delle banche è difficile
in tempi di crisi come quelli in cui viviamo, perché il rischio aumenta; ma
esse non possono sottrarsi a questo
compito, perché perderebbero la legittimazione a raccogliere depositi.
Di fronte a queste situazioni la loro
tendenza è razionare il credito, mentre
dovrebbero operare sui tassi dell’interesse, chiedendo uno spread proporzionale al rischio che corrono.
Le banche sono di fronte a profonde modifiche strutturali: normative e nuove tecnologie, il futuro prossimo venturo.
La modifica è profonda. Oggi la macchina, nelle sue conformazioni cibernetiche, è già in condizioni di sostituire
l'uomo, soprattutto in banca, ma non
nello svolgimento delle due funzioni di
magistrato del credito e di ancella dello
sviluppo.
La vecchia banca fatta di sportelli per
gestire il sistema dei pagamenti è già
fuori mercato.
Vi sono organizzazioni che operano a
livello globale che sono in condizioni di
farlo a più basso costo e strumenti di
agile utilizzo da parte della clientela.
Forse lo è anche nel valutare il merito
di credito, poiché esistono piccole società che usano i cosiddetti big data,
che non sono formati solo da statistiche economiche e colgono meglio la
dinamica del mercato.
La funzione che dovrà svolgere la
banca è conoscere il territorio in cui
opera e le persone che tratta, la qualcosa non potrà essere fatta dalle macchine e saper acquistare i servizi tecnici
di pagamento da grandi istituzioni, preferibilmente pubbliche, e da piccole
istituzioni di valutazione del merito di
credito, svolgendo il compito di valutatore delle informazioni e valutazioni acquistate.
Sembra poca cosa, ma è compito
molto delicato. Se una singola banca
tenta di procurarsi in casa questi due
servizi, resterà in un’area di inefficienza
delle prestazioni, poiché incorre in
maggiori costi. La banca non è più la
mano del credito, ma il cervello dello
stesso.
Come deve cambiare il sindacato per essere soggetto attivo del cambiamento?
Ha il compito di guidare la transizione
dalla vecchia alla nuova banca sopra
descritta nell’interesse dei propri associati. Diviene cioè attore politico, ossia
si trova nella necessità di governare il
processo di transizione impedendo
che la banca perda la funzione di ancella dello sviluppo.
La solidità della banca non sono i profitti annuali fatti con il trading, ma la solidità delle imprese finanziate.
Per raggiungere lo scopo il livello richiesto al lavoro bancario si innalza
grandemente e, quindi, il sindacato
deve chiedere maggiori corsi di istruzione del personale esistente e maggiori assunzioni di giovani a vocazione
informatica.
Se gli aggiustamenti alle difficoltà avvengono riducendo il personale e il
suo costo, facendo più trading e meno
credito, penso che il sistema bancario
italiano si troverà presto fuori mercato
perché perderà il treno del cambiamento e verrà soppiantata da organizzazioni grandi, più abituate a trattare i
grandi numeri a livello globale e lontane dal territorio.
Ecco perché considero il sindacato un
attore politico importante.
a cura di Rinaldo Rinaldi
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n S I N D A C AT O
PRENDE IL VIA FIRST
Il Consiglio Generale di FIRST, insediato il 6 maggio a Riccione, elegge i vertici della nuova Federazione
Dopo il consenso unanime espresso,
nel mese di aprile, dall'Assemblea dei
delegati DirCredito e dal Congresso
straordinario Fiba, FIRST ha definitivamente preso il via.
Il 6 e 7 maggio 2015, a Riccione, si è
insediato il Consiglio generale della Federazione Italiana Reti dei Servizi del
Terziario, che ha eletto Giulio Romani
Segretario generale e Maurizio Arena
Segretario generale aggiunto.
Ha poi proceduto all'elezione della Segreteria e dell'esecutivo nazionale,
oltre alla nomina dei responsabili dei
vari settori che costituiscono il nuovo
soggetto sindacale, ovvero C.A.First,
DirFirst, CooperFirst ed EsoFirst.
Infine, oltre alla composizione del collegio sindacale e quello dei probiviri, si
è provveduto a designare i referenti di
comparto, tra i quali quello relativo alle
Pari opportunità e ai Quadri direttivi.
Il Consiglio ha anche approvato, esaminando e votando i singoli articoli,
il regolamento di attuazione della
Federazione.
Due giorni di lavori no-stop con sessione serale, ma anche un importante
occasione di integrazione delle due realtà fondatrici di FIRST, che hanno così
iniziato il cammino del percorso deli-
12
neato insieme. Un progetto che
muove i suoi primi passi dalla necessità
di rinnovarsi per andare incontro al
cambiamento che ha ormai investito il
sistema bancario, del lavoro in generale
e dell'intero sistema Paese.
FIRST raccoglie, infatti, con una articolazione del tutto innovativa, i lavoratori
di banche, assicurazioni, riscossioni e
authorities e, per la prima volta nella
storia del settore bancario, rappresenta
tutti livelli professionali.
Una sinergia di professionalità impegnata nella tutela dei diritti e nella valorizzazione della professionalità
L'intero consesso, al termine dei lavori,
carico della responsabilità che l'operazione comporta, ha unanimemente salutato con entusiasmo la nascita di
questo "sindacato nuovo, il primo sindacato di tutti".
LA NUOVA ORGANIZZAZIONE
Articolazione a livello nazionale
n SETTORE DI MESTIERE
C.A.FIRST - Coordinamenti Aziendali Bancari ABI - Assicurativi Riscossione Tributi - Authorities
Responsabile Pierluigi Ledda
COOPERFIRST - Credito Cooperativo
Responsabile Alessandro Spaggiari
n SETTORE DI RUOLO
DIRFIRST - Alte Professionalità e Dirigenti
Responsabile Maurizio Arena
n SETTORE DI STATUS
ESOFIRST - Esodati
Responsabile Sergio Girgenti
Articolazione a livello periferico
Territoriali, regionali e aziendali
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IL PRIMO SINDACATO DI TUTTI
25 maggio 2015. Al Church Palace di Roma, la presentazione ufficiale di FIRST
“…sognare assieme a occhi aperti,
solo in questo modo i sogni si possono
realizzare”, così Annamaria Furlan – Segretario Generale Cisl – alla presentazione ufficiale di FIRST, il sindacato
nuovo nato dall’unione tra DirCredito
e Fiba, che si è tenuta il giorno 25 maggio a Roma.
“…immaginate se non ci fossero le
emozioni… se così fosse, probabilmente non staremmo oggi qui per vivere questo straordinario momento…
così particolare che segna l’inizio di un
viaggio che… sarà denso di soddisfazioni e di nuovi traguardi”.
Con queste parole Maurizio Arena –
generale aggiunto FIRST – ha esordito
nel suo intervento di apertura dei lavori, a cui hanno partecipato, in qualità
di ospiti, i rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali di settore e i Responsabili delle relazioni industriali dei
più importanti Gruppi bancari italiani.
Le linee programmatiche di FIRST, con-
tenute nella relazione con la quale ha
fatto seguito il Segretario generale,
Giulio Romani, si sintetizzano nella proposta di un nuovo modello di contrattazione da coniugare con “bilateralità e
partecipazione” dei lavoratori, ossia “Il
coinvolgimento partecipativo dei lavoratori… non può essere liquidato solo
con la pretesa di contare di più nei
processi decisionali, ovvero negli indirizzi aziendali. …i lavoratori, se vogliono percorrere vie che possano
condurci alla costruzione di una qualche forma di democrazia economica,
debbono… partecipare alla vita dell’impresa anche finanziariamente”.
Nel pomeriggio, hanno riavviato i lavori
il vaticanista Piero Schiavazzi con “Il lavoro viene “first”: prima l’uomo poi il
denaro. La sfida di Papa Francesco alla
finanza internazionale” e il ricercatore
First Riccardo Colombani con la relazione “Coinvolgimento dei lavoratori
nelle imprese del settore bancario e fi-
Incon t ri
nanziario”. A seguire si è tenuta la tavola rotonda, in tema con gli indirizzi
programmatici di FIRST, su: “Partecipazione e contrattazione per il lavoro
protagonista dello sviluppo”, moderata
da Michele Renzulli, Caporedattore del
TG 1. Hanno partecipato Giulio Poletti
– Ministro del lavoro, Bruno Tabacci –
Presidente della Commissione Parlamentare per la semplificazione, Piero
Giarda – Presidente del Consiglio di
sorveglianza della Banca Popolare di
Milano, Carlo Cimbri – A. D. di Unipol,
Tiziano Treu – Professore ordinario
all’Università Cattolica di Milano, e Giulio Romani. Maurizia Arena, prima della
conclusione, ha ribadito, con un breve
intervento, l’importanza della partecipazione, una scommessa che deve essere fatta, che deve risultare vincente.
Il cammino di FIRST – il primo sindacato di tutti – è iniziato.
- maggi o 201 5 n
S. B.
13
n L ’ I N T E R V I S TA
LA PAROLA A VERTICI DI FIRST
Intervista ai due protagonisti di quello che gà chiamano il sindacato di tutti
Giulio Romani e Maurizio Arena, maremmano di stanza a Verona il primo,
napoletano il secondo ma residente a
Roma da anni, si sono trovati subito su
tutto: la sfida comune immediatamente
condivisa, il percorso da fare per ottenerlo, che si è rivelato sorprendentemente netto per un’operazione considerata così complessa, gli obiettivi da
raggiungere perché nascesse FIRST.
Non crediamo di sbagliare se affermiamo che sentiremo parlare a lungo di loro: il nuovo sindacato, che
vuole essere un sindacato nuovo, è
una realtà!
Ti presenti per favore?
Giulio: Sono nato nel '64 a Montichiari,
in provincia di Brescia, ma sono cresciuto a Grosseto, dove ho vissuto fino
al 1986. Nell'85 ho vinto un concorso
al Monte dei Paschi di Siena e, nel 1986
sono stato assunto a Verona, dove ancora abito. Ho due figli, Lorenzo di 21
anni e Greta di 19. Ho cominciato l'at-
14
n maggi o 20 15 -
I n cont ri
tività sindacale come RSA. del Monte
dei Paschi di Siena di Verona nel 1996,
ho fatto una bella esperienza nel regionale FIBA del Trentino dal ‘97 al 2001
e, dopo altri quattro anni da segretario
territoriale e regionale a Verona e in
Veneto, nel 2005 sono entrato in segreteria nazionale. Sono diventato Segretario generale della FIBA CISL nel
2013 e, adesso, sono stato confermato
alla guida della FIRST.
Maurizio: Vivo a Roma, due figlie ma
sono nato a Napoli dove, nel 1979, ho
iniziato a lavorare nel Banco di Roma,
maturando esperienze in varie sedi
della struttura organizzativa e territoriale della banca. Successivamente mi
sono occupato della gestione delle risorse umane, prima in Banca di Roma
e poi in Capitalia. In particolare, ho approfondito le problematiche connesse
allo sviluppo manageriale nelle aziende
bancarie. Inizio a dedicarmi all'attività
sindacale in DirCredito nel 2006 dove
ho ricoperto la carica di Segretario generale fino alla nascita di FIRST.
Il primo ricordo sindacale
Giulio: Ovviamente da RSA. Avevo accettato l'elezione senza sapere quanto
mi sarei impegnato e pensando che sarebbe stato un incarico temporaneo.
Dopo poco più di una settimana oltre
30 colleghi erano già venuti a chiedermi l'iscrizione. Capii allora quanto
fosse gratificante avere la fiducia dei lavoratori. È una sensazione che non dimenticherò facilmente: la parte più
bella del nostro lavoro è quella di stare
vicini ai colleghi e di sentire che loro si
affidano a te, a volte anche per cose
che non c'entrano nulla con il lavoro.
Ti fa capire l'utilità del tuo impegno.
Quando poi occupi altri ruoli perdi un
po' di questo gusto. È per questo che
insisto con la mia organizzazione per la
valorizzazione di chi sta in mezzo ai lavoratori: il vero sindacato si fa così.
L ’ I N T E R V I S TA n
Maurizio: È un ricordo legato alla mia
precedente vita professionale quando
lavoravo in banca e mi occupavo di gestione delle risorse umane. Accadde un
giorno, al mio primo contatto con un
sindacalista, esponente di una sigla tra
le maggiori, ne venne fuori una discussione accesa al cui culmine il futuro
collega mi apostrofò con il più classico
“Tu non sai chi sono io”. Il motivo del
confronto erano, naturalmente, le risorse umane che, devo riconoscere,
entrambi consideravamo il più importante patrimonio della banca. Mai avrei
pensato, quel giorno, che dopo qualche
anno sarei diventato anch’io sindacalista. Le persone erano importanti per
me allora, da sindacalista sono le mie
persone, appartengono alla sfera più
vicina al mio sentire della vita. Per la
cronaca, non della stessa sigla del collega minaccioso di tanto tempo fa.
Perché FIRST?
Giulio: È un progetto diventato realtà.
Un progetto lungimirante pensato per
rendere più forte la rappresentanza
sindacale a tutto campo, attraverso lo
sviluppo di nuovi modelli di relazioni
industriali. Siamo la prima organizzazione sindacale del mondo bancario e
con un'ampia rappresentatività non
solo numerica, perché rappresentiamo
tutti i livelli professionali.
Maurizio: È una scommessa vinta! Mettere a fattor comune la professionalità,
le prospettive, i sogni di due organizzazioni sindacali storiche che con
FIRST continueranno con forza ancora
maggiore a operare per la tutela dei diritti dei lavoratori e la valorizzazione
delle competenze, del merito. Ora occorre coraggio ma anche umiltà,
l'umiltà per mettersi in gioco e raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo.
Il prossimo obiettivo di FIRST?
Giulio: Il mio obiettivo principale è riuscire a costruire un'unità federale delle
organizzazioni sindacali dei nostri settori, sul modello della vecchia FLB.
Credo che si debba lavorare insieme
tra organizzazioni diverse attraverso
luoghi di confronto vero e non solo attraverso la ricerca di equilibri. Dob-
biamo provare a convincerci delle nostre idee e farne sintesi, se vogliamo
che esse abbiano una prospettiva di
realizzazione. Io ho molte proposte
che vorrei condividere, ma sarei contento di fare altrettanto con le idee
degli altri. Penso che sia il momento di
cominciare, almeno per quanto riguarda il sindacato confederale, a sperimentare formule per stare insieme
che aiutino l'elaborazione comune
delle scelte di politica sindacale, anziché
la contrapposizione di pregiudizi, finalizzati alla concorrenza organizzativa.
Maurizio: Continuare a rappresentare,
ancora più forti, tutte le categorie del
settore bancario valorizzandone al
massimo le professionalità facendo
emergere, una buona volta, il merito, le
competenze, la voglia di crescere.
Quando riusciremo a raggiungere questo obiettivo, personalmente mi auguro in tempi brevi, avremmo reso un
servizio alla gente che rappresentiamo,
alle aziende con le quali contrattiamo
e in definitiva al nostro Paese. È bello
immaginare che questo progetto abbia
successo presto, sarà bello quando sarà
realtà.
a cura di Rinaldo Rinaldi
Incon t ri
- maggi o 201 5 n
15
n LEGALE
OSSERVATORIO SULLA GIUSTIZIA
a cura di Claudio Minolfi
n Corte di Cassazione - Sezione Lavoro
Sentenza n° 2553 del 10 febbraio 2015
“
...non può riconoscersi
la legittimità
del provvedimento
espulsivo…qualora
esso non sia stato
preceduto da lettera
di contestazione
degli addebiti mossi…
n Suprema Corte di Cassazione - Sezione Lavoro
Sentenza n° 4884 del 11 marzo 2015
16
n maggi o 20 15 -
I n cont ri
“
“…una discussione accesa con un superiore
non costituisce un
evento tale da giustificare una sanzione
espulsiva”
“
ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE CHE HA DISCUSSO CON UNO DEI SUOI SUPERIORI USANDO TONI ASPRI
La Corte d’Appello di Roma, con sentenza dell’ottobre 2011, ebbe a confermare
la precedente decisione con cui il Tribunale aveva sancito l’annullamento del licenziamento disciplinare di un lavoratore dipendente cui era stato contestato,
tra altre circostanze, di aver aggredito verbalmente un suo capo servizio. A seguito
del ricorso radicato dal datore di lavoro, la Corte di Cassazione non ha potuto
fare a meno di confermare, a sua volta, le conclusioni di entrambi i precedenti
gradi del giudizio, risultando, anche per ammissione nella deposizione testimoniale
del superiore “aggredito”, che tutto sommato non si era verificata alcuna aggressione verbale, ma unicamente una discussione con toni aspri. Ritenuto, quindi, che
gli altri fatti addebitati al lavoratore non costituivano grave inadempimento dei
doveri di fedeltà e diligenza, non ravvisandosi alcun danno arrecato all’impresa, i
giudici della Suprema Corte hanno escluso la gravità dell’illecito, puntualizzando
che una discussione accesa con un superiore non costituisce un evento tale da
giustificare una sanzione espulsiva. Sia pure non negata la sussistenza dell’elemento
soggettivo, coscienza e volontà del comportamento, lo stesso è stato giudicato
irrilevante rispetto alla carenza di gravità dell’elemento oggettivo; le circostanze
del resto hanno evidenziato l’assenza di dolo specifico, dell’intenzione cioè di
voler mortificare il collega o di arrecare danni. Non è, pertanto, sufficiente rivolgersi con modi e toni aspri nei confronti dei superiori per mettere in dubbio la
possibilità di mantenere integro il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore dipendente, tanto da giustificare il licenziamento di quest’ultimo.
“
LEGITTIMITÀ DEL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE PER MANCATA
APPLICAZIONE DELLA PROCEDURA PREVISTA DALL’ART. 7 DELLO
STATUTO DEI LAVORATORI
Ferma restando la peculiarità della posizione rivestita dal dirigente rispetto alle
altre figure professionali, in caso di licenziamento, laddove ne ricorrano i presupposti, deve essere sempre garantito il suo diritto alla difesa e, pertanto, il ricorso
alle procedure previste dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori. È quanto sancito,
con la sentenza in esame, dalla Corte di Cassazione che, in accoglimento di una
decisione della Corte d’Appello di Roma, ha riaffermato il principio che non può
riconoscersi la legittimità del provvedimento espulsivo, ancorché di un dirigente,
qualora esso non sia stato preceduto da lettera di contestazione degli addebiti
mossi a suo carico. Sia pur tenendo conto della particolare natura del rapporto
di lavoro, radicato su un contratto individuale e di durata temporanea, non rilevandosi dal tenore delle comunicazioni inviate al dipendente altre motivazioni se
non quelle disciplinari, la Suprema Corte ha giustamente ritenuto senz’altro applicabile il dettato dell’articolo 7 della Legge 300/1970, non già sulla scorta di
normativa collettiva, quanto come principio generale di garanzia. Le garanzie procedimentali dettate dallo Statuto dei Lavoratori, soprattutto per ciò che concerne
il tema della preventiva contestazione e della tutela del diritto alla difesa del lavoratore, nelle ipotesi di licenziamento disciplinare, devono trovare comunque
applicazione anche nei confronti del dirigente, indipendentemente dalla sua collocazione nell’impresa.
L AV O RO n
I PRECARI IN BANCA
Il sindacato a guida del processo di transizione, per ricondurre la banca alla sua reale funzione
La prima cosa che mi sono domandata,
quando ho letto della stabilizzazione/assunzione, da parte delle banche, di
10.379 giovani, è stata quanti di questi
giovani si sentissero rappresentati dal
sindacato e quanti fossero o si sarebbero iscritti a una organizzazione sindacale. Poi, ovviamente, mi sono detta
che, a parte il dato numerico complessivo, non avevo alcun riscontro, se non
che il Foc, il fondo nazionale di settore
per il sostegno dell’occupazione, a dispetto dei suoi detrattori, si è rivelato
un valido strumento per creare nuovi
posti di lavoro stabile in tempi di crisi.
Anche questo pensiero però non mi
ha convinto del tutto.
Allora torniamo un passo indietro. Il
Foc è uno strumento nato con il rinnovo dell'ultimo CCNL, quello del
2012, con lo scopo di sostenere la
“nuova occupazione”, mediante l'erogazione di un incentivo economico alle
banche che assumono nuova forza lavoro in maniera stabile, cioè con contratto a tempo indeterminato o con
contratto di apprendistato, rivolgendosi ai disoccupati fino a 32 anni di età
o di lungo periodo di qualsiasi età, cassaintegrati, donne in aree geografiche
particolarmente svantaggiate, lavoratrici e lavoratori nelle regioni del Mezzogiorno con i più elevati tassi di
disoccupazione. È finanziato dai dipendenti attraverso la rinuncia di 7,5 ore
delle 23 di riduzione di orario cosiddetta banca delle ore per le aree professionali e, per i quadri direttivi, a una
giornata di ex festività, oltre a un contributo pari a circa il 4% della retribuzione fissa, versato dai dirigenti.
All'inizio del 2014 il comitato amministratore del Foc, composto da Abi e
sindacati, aveva raccolto 87 milioni, rendendo possibili 11 mila e 605 assunzioni “sostenute”, mai avvenute.
Causa la crisi tra banchieri e sindacati,
lo sciopero, forse il jobs act? Di fatto
arriviamo al 28 aprile 2015, quando il
comitato di gestione del Foc annuncia
di aver deliberato finanziamenti per
10.379 assunzioni/stabilizzazioni, su domande presentate dalle aziende dal
2012. Costo dell'operazione 83 milioni
di euro, in cassa dovrebbero esserci
altri 90 milioni, si presume per altret-
Incon t ri
- maggi o 201 5 n
tante assunzioni.
Diecimila e passa giovani bancari
precari, di cui il 57% donne, hanno
quindi dovuto aspettare 3 anni, per
avere un contratto “stabile”. Ma poi,
lo è veramente?
Siamo infatti nel 2015, al 28 di aprile,
epoca a partire dalla quale è già entrato in vigore il Jobs Act, che oltre a
prevedere ulteriori incentivi per le
aziende che fruiscono dell'esonero
contributivo, implica anche le tutele
crescenti e, quindi, l'esclusione dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori.
Quanti di questi giovani sono sindacalizzati? Era la domanda che mi frullava
in testa sin dall'inizio, perché le statistiche ci dicono che i giovani mediamente non si iscrivono, a maggior
ragione se hanno un lavoro precario.
E non sono soltanto loro a essere
“precari”, ci sono anche gli esternalizzati. Migliaia di bancari in questi ultimi
anni sono infatti “migrati” in società di
servizi, rendendo di fatto precario non
il loro contratto di lavoro, ma il lavoro
stesso, essendo legato alle capacità
della società di outsourcing di sopravvivere al mercato.
Dal 2007, usando una brutta parola,
abbiamo “gestito” oltre 15.000 uscite
volontarie, in parte incentivate economicamente, ora è arrivato il tempo di
tornare alla vera anima del “fare sindacato”, la rappresentanza.
Questi nuovi “precari”, giovani ed
“esternalizzati” hanno bisogno di tutela
e di riconoscere la capacità e la forza
di chi sa, per esperienza, esprimere i
loro bisogni e affermare i loro diritti.
Un “sindacato nuovo” deve raccogliere
la sfida, mantenendo il contatto con
questo mondo frammentato e fragile,
difendendo il lavoro, la professionalità
e sviluppando la capacità di capire
l'evoluzione dei modelli organizzativi, la
struttura... evitando, per primo, di essere una sovrastruttura.
17
Elisabetta Giustiniani
n SOCIETÀ
IL PONTEFICE DENUNCIA
I PREGIUDIZI SULLE DONNE
Il femminismo “cattolico” appare più autentico e più moderno di quello “storico”
È già da qualche tempo che Papa Francesco affronta tematiche che riguardano le donne, dicendo di fatto cose
normali, ma forse poco digeribili per
chi, nell’ambito ecclesiastico e nelle
frange più conservatrici della società civile, mantiene posizioni di chiusura per
i diritti delle donne.
Durante una delle consuete udienze
del mercoledì, in Piazza San Pietro, davanti a 20.000 persone, il Pontefice ha
affermato: “Perché per le donne è
scontato che devono guadagnare di
meno degli uomini? No. Lo stesso diritto! La disparità è puro scandalo”.
È colpa della disparità sociale e non
dell’emancipazione femminile se molte
donne rinunciano a metter su famiglia
e ad avere figli. Esiste un maschilismo
sociale che schiaccia e indebolisce le
donne che, invece, vanno difese e rispettate anche per il loro stesso ruolo
sociale. Si tratta di un maschilismo che
impedisce loro di essere economicamente attive, quindi libere di scegliere
e libere anche di essere madri.
Papa Francesco ha denunciato i danni
18
che, con i suoi pregiudizi, compie la nostra società civile e moderna, evidentemente poco evoluta, incapace di
realizzare quei passi in avanti necessari
a concretizzare una vera emancipazione della donna.
Una questione che non si risolve nella
sola eguaglianza con l’altro sesso, ma
nel riconoscimento di specificità e peculiarità, tra le quali quella di essere
madre e quindi di donare la vita.
In questo senso, paradossalmente, il
femminismo “cattolico“, valorizzando la
bellezza delle differenze tra uomini e
donne, appare più autentico e più moderno di quello “storico“. Quest'ultimo, infatti, tendendo a cancellare le
differenze biologiche tra i sessi per affermare un’uguaglianza integrale, ha in
parte fallito.
L'emancipazione femminista degli anni
'70 non ha mantenuto nessuna promessa di “felicità”, perché nel corso del
tempo, i valori e i principi di uguaglianza
hanno condotto a una deriva che le
forze politiche non hanno saputo adattare all’evoluzione della società.
n maggi o 20 15 -
I n cont ri
Sono nate nuove forme di sfruttamento del lavoro femminile, è progredita in misura preoccupante la commercializzazione del corpo della donna
nella pubblicità, nel cinema e nella televisione. Oppure, la più recente forma
di femminismo manageriale, che ha
fatto della donna-professionista il proprio punto di arrivo, ingabbiandola in
seguito nella trappola della maternità,
perché ne limita l’autonomia gestionale
e la progressione della carriera.
È innegabile che le conquiste dei diritti
civili, di cui oggi le donne beneficiano,
siano dovute alle lotte del movimento
femminista che ha cambiato radicalmente la società civile, ma è altrettanto
innegabile, che si è tuttora lontani da
una vera parità, soprattutto politica.
Oggi c’è ancora molta strada da fare.
E, anche se il Papa ha pronunciato parole di valorizzazione e affermazione
dei diritti delle donne, la parità invocato resta un obiettivo da raggiungere,
nella società laica e religiosa.
Tamara De Santis
LEGALE n
IL FILO D’ARIANNA
Suggerimenti per districarsi nel labirinto della vita quotidiana
BENEFICI FISCALI “PRIMA CASA” SALVI SE LA RESIDENZA NON VIENE TRASFERITA
NEI TERMINI PER MOTIVI NON IMPUTABILI AL CONTRIBUENTE
Come previsto dalla normativa vigente, è possibile, con l’acquisto di un immobile,
usufruire dei benefici fiscali previsti per la “prima casa” purché si dichiari nell’atto
di volerlo destinare ad abitazione principale, ivi trasferendo la residenza anagrafica
o, qualora ciò non fosse possibile nell’immediatezza, di farlo entro i successivi diciotto mesi.
Qualora tale impegno non venisse rispettato, il contribuente decadrebbe dal privilegio concessogli, trovandosi esposto a dover pagare la differenza per le imposte
non corrisposte, o corrisposte in misura ridotta, con tutte le maggiorazioni applicabili a titolo di sanzione e non sarà impresa facile potersi adeguatamente tutelare dall’azione avviata da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Recenti decisioni giurisprudenziali, infatti, hanno confermato l’ipotesi di decadenza
dai benefici prima casa per il mancato trasferimento di residenza dell’acquirente
di un immobile ancora in costruzione, tenuto conto che il tempo concesso dal
legislatore, per l’attuazione dell’impegno assunto (18 mesi), è stato ritenuto congruo anche per l’esecuzione dei lavori.
La Suprema Corte di Cassazione, però, respingendo il ricorso dell’Agenzia delle
Entrate con ordinanza dell’11/09/2014 n. 19247, ha inteso dare accoglimento alle
ragioni di un contribuente che giustificava il mancato trasferimento di residenza,
non perché la ristrutturazione dell’immobile acquistato si fosse protratta oltre il
termine dei diciotto mesi, ma in quanto essa era stata sospesa per opere di messa
in sicurezza, necessarie a seguito di smottamenti della casa e del terreno verificatisi
per le abbondanti piogge, evento a lui per nulla imputabile.
RISCHI DA CIRCOLAZIONE DI AUTOVEICOLI PRIVI DI COPERTURA ASSICURATIVA
Per molteplici motivi, inclusi quelli economici, un’enorme quantità di veicoli, tra il 5%
e il 10% di quelli circolanti, viaggia sprovvista di copertura assicurativa.
Considerato che molte volte è il proprietario del mezzo che decide, consapevolmente, di non sottoscrivere polizze assicurative preferendo non circolare, giova ricordare che anche in tal caso non si è indenni da responsabilità.
Le norme impongono il vincolo assicurativo anche per i veicoli non circolanti qualora
sostino in spazi pubblici, ritenendo inapplicabile l’obbligo solo per quelli parcheggiati
in aree private e interdette alla circolazione.
Il Codice della Strada prevede che tutti i veicoli a motore senza guida di rotaia, inclusi
filoveicoli e rimorchi, siano assicurati sulla responsabilità civile verso terzi, stabilendo
per chi viola tale disposizione una sanzione di € 848, oltre il sequestro del veicolo
che verrà trasportato e depositato, a spese del trasgressore, in luogo non soggetto
a pubblico passaggio. Chi invece, per sua sventura, venisse coinvolto in incidenti con
veicoli non assicurati, oppure non identificati o assicurati con compagnie in liquidazione, potrà avviare le pratiche per risarcimento danni presso il “Fondo di Garanzia
per le Vittime della Strada “, istituito nel 1969 e gestito dalla CONSAP SpA, con l’intervento delle compagnie all’uopo territorialmente designate.
Il Fondo, finanziato dalle società d’assicurazione con il 2,50% dei premi pagati dagli
automobilisti, interverrà nel limite dei massimali imposti dalla Legge, attualmente €
2,5 milioni per danni a persone, € 500 mila per danni a cose.
Incon t ri
Claudio Minolfi
- maggi o 201 5 n
19
n L ’ I N T E R V I S TA
LA BANCA DAL VOLTO UMANO,
È FONDAMENTALE
La tecnologia va usata come uno strumento, non possiamo trasformarla in un “dominio”
Abbiamo incontrato la dott.ssa Maria
Rita Parsi, scrittrice e psicologa, che il
pubblico conosce per le sue molteplici
apparizioni televisive. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza
professionale con il mondo delle banche, che lei conosce molto bene, per
averle incontrate sotto molteplici
forme.
Maria Rita Parsi, lei ha avuto occasione
di conoscere dipendenti di banca?
“Sì, ne ho conosciuti diversi, perché
per la mia professione è stato molto
importante avere un contatto continuo con la banca. Mi è capitato di fare
anche dei corsi di formazione con il
personale delle banche. La formazione
è importante per chi lavora allo sportello, per il rapporto con il cliente e le
dinamiche interne. Ma è importante
20
n maggi o 20 15 -
I n cont ri
anche per i dirigenti che hanno a che
fare con situazioni spesso difficili. Ci
sono sempre più persone che vanno
in banca a chiedere sostegno per un
problema e loro si trovano a decidere
della vita delle persone. Chi ha il potere decisionale si trova spesso ad
avere di fronte le sofferenze e le difficoltà della gente. Il risvolto è altamente psicologico. Infatti, si parla
sempre più spesso di psicoeconomia
e di potere del denaro, del potere
delle banche e di come le banche
sono più o meno vicine ai bisogni della
gente”.
Ecco, ci spieghi cosa succede a quei colleghi che si trovano a operare in uno
scenario come quello che lei ha descritto
“C’è un coinvolgimento molto forte
che genera senso di colpa e paura.
L ’ I N T E R V I S TA n
Chi è Maria Rita Parsi
Paura di essersi sbilanciati. Molte persone devono dire di no e poi sono
preda dei sensi di colpa e delle preoccupazioni per lo stato dell’altra persona. Altri non sanno dire di no e si
immedesimano al punto che continuano a dare il contributo e il sostegno ma si assumono una forte
responsabilità; sono persone che vivono con una grande tensione.
Quindi c’è sempre un grosso problema per mantenere l’equilibrio fra
senso di colpa e paura. Le persone
che hanno scelto di rischiare risultano
molto empatiche, ma vivono in difficoltà, come quelle costrette a dire no
perché non se la sentono o perché
non hanno l’autorità per decidere. Rimane comunque una profonda amarezza che accresce la durezza d’animo.
Ci sono tante persone che mi hanno
detto: “è duro questo lavoro, nessuno
capisce che rapporto stabiliamo con i
clienti”. Il denaro è una fonte di molte
problematiche, sia per chi ce l’ha che
per chi non ce l’ha, sia per chi lo
chiede che per chi lo deve dare… È
qualcosa che ti mette a dura prova; ci
sono situazioni limite come “licenziare
i propri dipendenti se non ottiene il
credito”. Di fronte a queste situazioni
le decisioni prese lasciano delle tracce.
La società non ha ancora compreso
fino in fondo il significato del denaro.
Io ho trovato anche delle persone che
avevano acceso un mutuo per abitazioni che poi sono state costrette a
vendere; quindi mi sono state rappresentate le difficoltà nate per la vendita
della casa a seguito dell’impossibilità di
ripagare il mutuo. Anche in questi casi
le dinamiche passavano sempre attraverso la banca e i bancari.
Maria Rita Parsi di Lodrone (Roma, 5 agosto 1947) è una scrittrice, psicologa e psicoterapeuta italiana. Divenne nota al grande pubblico alla
fine degli anni settanta con la pubblicazione di Animazione in Borgata
(Savelli, 1976) a cui fece seguito un libro di grande successo sugli adolescenti difficili: Lo scarico (Savelli, 1978) pubblicato l'anno successivo in
Germania, col titolo di Abfall (Rowohlt, 1979) e anche in Germania fu
un grande successo. Negli anni novanta ci fu la pubblicazione del libro I
quaderni delle bambine, una raccolta di testimonianze di casi di violenza.
Collabora a molti quotidiani e periodici con rubriche settimanali e ha
partecipato a numerose trasmissioni televisive in qualità di esperta di
psicologia e opinionista. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni di tipo
scientifico e divulgativo. Nel 1986 è stata insignita del titolo di Cavaliere
dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Questi problematiche si ripercuotono
poi nelle relazioni con i colleghi e in famiglia
Direi proprio di sì. Nei periodi di crisi
molte persone assorbono la difficoltà
altrui.
Tutti noi affrontiamo e viviamo la crisi,
ma la banca è il luogo dove la crisi
emerge. È sempre più raro andare in
banca a depositare il denaro. Ma
anche in quel caso l’intermediazione fa
sì che il dipendente finisca per assorbire la crisi.
Cosa dovrebbe fare la società per alleviare il disagio?
Quello che si può ragionevolmente
fare è mettere in condizione le banche
di dare più credito. Naturalmente laddove è possibile, anche sulla fiducia. Io
credo che le banche debbano dare fiducia alle persone, cominciando con
le piccolissime imprese.
Io vengo da una di quelle: mio papà
iniziò una piccola attività di costruzione di macchine per la preparazione
della pasta fresca e io, piccolissima, ero
terrorizzata dalle cambiali. Sentivo in
famiglia che se ne parlava sempre più,
man mano che si avvicinava la scadenza ed io sognavo questa cambiale
enorme che finiva per soffocarmi. Mio
papà ottenne la fiducia della banca.
L’azienda di famiglia cresceva e la
banca era sempre al fianco di mio
padre e mia madre. Loro non sono
mai stati abbandonati.
Incon t ri
- maggi o 201 5 n
Ecco, in questo periodo di crisi le banche dovrebbero aiutare chi è volenteroso, per esempio gli artigiani e le
piccole aziende.
La capacità produttiva del Paese si
deve esprimere attraverso le donne e
gli uomini migliori. È importantissimo
che le donne facciano impresa, anche
la più piccola.
Oggi come oggi, però le banche stanno
usando sempre più la rete e sembrano
tralasciare il rapporto con le persone.
Il rapporto con le persone non va mai
lasciato; dico con tutto il cuore che la
banca si deve umanizzare sempre più.
Anche nella realtà virtuale l’umanizzazione è fondamentale .
Accade spesso che i giovani vivano in
un mondo parallelo. Questi giovani
sempre connessi, abbandonano i rapporti scolastici, i rapporti di gioco, gli
sport. Questi ragazzi si ritirano nelle
loro stanza insieme ai loro aggeggi
elettronici.
La nostra società si sta strutturando
sui contatti a distanza che hanno futuro, perché il futuro va in quella direzione. Ma non va verso il futuro
umano. Dobbiamo usare la tecnologia
come uno strumento, ma non possiamo trasformare la tecnologia in un
dominio che impedisca il contatto
umano. Nel caso della banca, a maggior ragione. La banca dal volto umano
è fondamentale.
Livio Iacovella
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n PENSIONI
IL BONUS DI RENZI
UN MALUS PER 650.000 PENSIONATI
Come viene (dis)applicata una chiara sentenza della Corte Costituzionale
"Se una legge è incostituzionale, non
possiamo fermarci se la nostra decisione provoca delle spese, noi valutiamo le leggi, non i governi".
Questa è l'affermazione secca e riassuntiva di Alessandro Criscuolo, Presidente della Corte Costituzionale in
un'intervista rilasciata, a seguito della
sentenza relativa all'annullamento del
blocco della perequazione deciso dal
governo Monti per gli anni 2012-2013.
Ma anche e soprattutto, dopo che
Matteo Renzi aveva informato di un
decreto confezionato ad hoc, in fretta
e furia, per attenuare al minimo, indispensabile ed elettorale – stante il periodo dei rinnovi regionali... – le conseguenze nefaste per il suo governo
della bomba lanciata da Monti e deflagrata per mano della Consulta.
Pronta la risposta del Ministro Padoan:
"La Corte avrebbe dovuto valutare i
costi della sentenza sulle pensioni", invocando addirittura "un dialogo di cooperazione tra organi dello stato".
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n maggi o 20 15 -
I n cont ri
Non era mai successo che una sentenza della Suprema Corte fosse criticata così aspramente da un Ministro
della Repubblica.
La prima considerazione che viene
spontanea nel leggere il "quantum"
delle cifre prospettate – dagli iniziali 5
miliardi ai recenti 18 – relative a questo
potenziale terremoto nei conti pubblici
è questa: nel 2011, con il blocco biennale della perequazione, i pensionati
hanno salvato l'Italia e solo oggi ce ne
rendiamo conto.
All'epoca del provvedimento partorito
dall'accoppiata Monti-Fornero, nessuno aveva quantificato oneri di questa
portata o, forse, erano stai tenuti appositamente occultati nelle segrete
stanze di palazzo Chigi per non evidenziare, alla pubblica opinione, che proprio la bistrattata categoria dei pensionati, in compagnia degli esodati,
avrebbe provveduto, con dolorose rinunce, a puntellare la frana dei conti
statali.
La sentenza della Suprema Corte ha
creato non poco scompiglio e il primo
oppositore della stessa è stato il governo Renzi, in particolare nella persona del premier, il quale, alla sua
furbesca maniera, per un paio di settimane, ha cinguettato su twitter e sui
mass media che sarebbe stata trovata
una soluzione che salvaguardasse sia i
conti pubblici che i pensionati, i veri destinatari della sentenza.
Alla fine, invece, viene sfornato un decreto legge che, attraverso una nuova
rivalutazione dei trattamenti pensionistici, concede, un’una tantum.
Si osservi bene il termine usato, un
"bonus", decrescente in rapporto all'entità pensionistica da 833 fino 267€
lordi per le pensioni da tre a sei volte
l'importo minimo lordo, oltre il quale
non verrà concesso "alcunché" (altro
termine, testuale, adottato da Renzi).
Peccato che gli sfortunati pensionati
che rientrano nel contesto di questo
pronome indefinito siano una platea di
sole 650.000 persone che, a detta del
governo, usufruendo di pensioni superiori a detto minimo, potevano essere
esclusi dai rimborsi, forse perché considerati privilegiati, agiati, benestanti
quindi, non bisognosi di alcuna integrazione…
Così, in nome di una presunta, pretesa,
equità governativa, si decideva una parziale applicazione della sentenza legiferando un quantum discriminatorio che,
per certi versi, andava contro le motivazioni della sentenza stessa.
Se si tiene conto che, con il decreto
Monti, i pensionati che avevano usufruito del 100% delle rivalutazioni erano stati circa 19 milioni (pari all'80%,),
che quelli beneficiati, ora, dal generoso
bonus, equivalente a uno zuccherino
consolatorio che tanto bene fa nel
periodo elettorale, sono intorno
ai 3,7 milioni (pari a circa il 17%), i
650 mila citati da Renzi come esclusi
rappresenterebbero il residuo per un
modesto 3%.
Da queste cifre, appare chiaro che
l'unica fascia maggiormente colpita dal
mancato ripristino della perequazione
sia la terza, quella comunemente rappresentata come medio-alta, nella
quale, va rimarcato, nell'ambito del nostro settore bancario, rientrano gli ex
Funzionari – quadri ma anche gran
parte delle aree professionali – oltre,
ovviamente, i Dirigenti.
È, inoltre, maggiormente assurdo che,
su oltre 23,2 milioni di pensionati (dato
2013), invocando arbitrari diritti di
equità, se ne lascino fuori dalla restituzione 650.000, dopo aver sforbiciato
altri 3,7 milioni, con queste conclusioni:
il 20% dei pensionati italiani non può
rientrare in toto nel dispositivo della
Suprema Corte la quale, invocando i
tre articoli di cui a latere, aveva stabilito
che non possono esistere cittadini,
nella fattispecie pensionati, di serie A e
serie B.
Il Governo Renzi, col suo provvedimento, va oltre, non solo non tenendo
conto di queste osservazioni, ma cre-
ando anche i pensionati di serie C,
ossia la percentuale più piccola alla
quale, però viene appioppato un "alcunché" risolutivo della questione.
Le motivazioni, parlano di un possibile
sforamento del tetto stabilito dall'Europa, che avrebbe comportato l'apertura di un procedimento di infrazione
per il nostro paese.
Nessuno che abbia almeno ipotizzato
la ricerca di fondi attraverso una riduzione drastica e straordinaria di elevati
costi, quelli sì iniqui, tipo gli incredibili
stipendi erogati fra le alte cariche dello
Stato e nella pletora di inutili enti, i vitalizi cumulo, le Regioni mangiasoldi, i
tanti sprechi pubblici che giornalmente
si apprendono dai mass media: tutto
questo alla faccia della spending review.
Oppure, in subordine, si sarebbe potuto prospettare un rimborso rateale,
magari con titoli di stato.
PENSIONI n
Ancora una volta, si è ignorato un diritto – "irragionevolmente sacrificato in
nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio" dice la Corte – pure
in presenza di una dichiarazione di incostituzionalità e, quindi, sovvertendo
le regole.
Da parte nostra, per ora, restiamo in
attesa delle sentenze delle tre cause
avviate per eliminare tutti i blocchi, pregressi, presenti e futuri, valutando ulteriori azioni rivendicative, nel contesto
del neonato sindacato First, attraverso
la FNP-CISL.
Dante Columbro
ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
CITATI DALLA CONSULTA
Al punto 5 della sentenza la Corte afferma: "La questione prospettata con riferimento agli artt. 3, 36, primo comma e 38 secondo,
Cost. è fondata" spiegandone, nel dispositivo, le motivazioni, secondo i principi lesi di "ragionevolezza e proporzionalità".
Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.
Art. 36, primo comma - Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione
proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso
sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Art. 38, secondo comma - I lavoratori hanno diritto che siano
preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita
in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione
involontaria.
Incon t ri
- maggi o 201 5 n
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n CURIOS@NDO
È TEMPO DI METTERSI A DIETA
Con l’estate alle porte si cerca il rimedio per buttare giù i chili di troppo
La primavera corre veloce incontro
all’estate ed è dunque naturale iniziare
a pensare, sempre più seriamente, ai
chili di troppo e all’appuntamento con
la spiaggia. Appuntamento che mette
sempre un po’ di ansia.
Tanti, infatti, corrono ai ripari moltiplicando i sacrifici in palestra e tantissimi
si accingono a provare l’ennesima
dieta.
Proviamo a vedere quante e quali
sono quelle che vanno per la maggiore. Diciamo subito che ne esistono
tantissime e c’è davvero forte imbarazzo nella scelta.
Quella ipocalorica è la classica dieta che
viene prescritta dai dietologi. È la più
semplice dal punto di vista nutrizionale,
ma occorre una volontà di ferro perché bisogna stare attenti a pesare con
attenzione tutti gli alimenti. Si mangia di
tutto, ma in quantità moderata.
La dieta dissociata è semplice, permette un'alimentazione variata ed è
considerata curativa perché tende a
eliminare le sostanze tossiche dall'organismo. Prevede l'assunzione di cibi
naturali e integrali accompagnati da
contorni di verdura cruda o cotta.
Questa dieta distingue tre categorie di
cibi: i carboidrati, le proteine e i cibi
neutri (verdure, oli, spezie). Il principio
fondamentale è quello di non associare
mai, in uno stesso pasto, un alimento
appartenente al gruppo dei carboidrati
con uno appartenente a quello delle
proteine.
C’è poi la dieta Scarsdale. Si tratta di un
metodo di dimagrimento per persone
sane e deve essere seguita per massimo 14 giorni (due settimane) per poi
passare a una dieta di mantenimento.
La dieta last minute, invece, viene seguita solitamente per non più di 5
giorni e serve per perdere al massimo
2 o 3 chili. È molto criticata dai dietologi perché sottopone l'organismo a
uno stress notevole.
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La dieta vegetariana è spesso connessa
a fattori di tipo ideologico. È necessario
are molta attenzione perché quando
viene seguita in maniera troppo stretta,
anche in mancanza dei prodotti lattiero-caseari, produce delle gravi carenze alimentari. La dieta vegetariana
che esclude solo le carni animali, invece, è assolutamente completa sotto
tutti i punti di vista.
La dieta metabolica è basata su una
drastica diminuzione dell'assunzione di
carboidrati; in realtà può creare notevoli problemi all'organismo, che ha bisogno di carboidrati per sopravvivere.
Si tratta di un approccio estremistico
che mira a simulare una sorta di "fame
da carestia" che costringerebbe il
corpo a bruciare le riserve di grasso
accumulate.
La dieta colesterolo si basa sulla riduzione dell'uso di grassi saturi cioè quelli
di origine animale, zuccheri e di altri
cibi con alto valore di colesterolo.
La dieta del minestrone è una delle
diete più richieste e di successo. È efficace, veloce, facile da seguire e con-
n maggi o 20 15 -
I n cont ri
sente di conservare i risultati ottenuti
con la dieta. Prevede una riduzione –
e in alcuni giorni addirittura l'eliminazione – dei grassi e dei carboidrati
(pane, pasta, riso), fonti di energia per
l'organismo, che è così costretto ad attingerla dai grassi di deposito.
La dieta dei Gruppi Sanguigni è la dieta
più in voga in Italia in questi ultimi anni.
Ideata dal dottor Piero Mozzi, si basa
sul principio che i gruppi sanguigni si
sono differenziati grazie al differente
isolamento geografico e alla diversa alimentazione adottata dalle varie popolazioni durante l'evoluzione del genere
umano. II gruppo sanguigno è dato da
un'impronta genetica precisa che distingue ogni individuo dagli altri, lo caratterizza e permette di capire come
è fatto e come si comporta il suo sistema immunitario. È possibile utilizzare i quattro gruppi sanguigni 0, A, B,
AB come una guida attendibile per
scegliere un'alimentazione idonea per
ognuno.
L. I.
CURIOS@NDO n
FACEBOOK LANCIA
I PAGAMENTI VIA MESSANGER
Un modo più conveniente e sicuro per inviare e ricevere denaro fra “amici”
Le banche perdono un altro pezzetto
del loro business. Facebook, infatti, sta
per lanciare i pagamenti via Messenger
e rendere così più semplice lo scambio
di denaro attraverso la rete.
Il nuovo servizio arriverà a breve negli
Stati Uniti e consentirà le transazioni
via chat. Tra pochi mesi, dunque, sarà
possibile inviare somme di denaro agli
amici in modo tanto facile quanto inviargli un messaggio.
Il servizio non è in sé nuovo perché già
Snapchat ha lanciato un sistema per
spedire somme direttamente dalle conversazioni in corso. Inoltre ci sono già
app per questo tipo di trasferimento di
denaro, ma la potenza di Facebook sta
in una platea già consolidata di oltre un
miliardo di utenti. L'obiettivo, spiega Facebook, è "offrire alle persone un
modo più conveniente e sicuro per inviare e ricevere denaro fra amici".
Al momento Facebook processa oltre
un milione di transazioni al giorno, ad
esempio per i giochi. Gli esperti osservano che questo servizio potrebbe essere l'anticamera di altri servizi, come
lo shopping online. E c'è già chi si
chiede quando arriverà anche su
WhatsApp. Il sistema funziona così: si
apre la chat su Messenger con l'amico
al quale si vuole inviare denaro. Si
preme la nuova icona col simbolo del
dollaro e si inserisce la somma da trasferire. Poi un altro tocco sul pulsante
"paga" e il gioco è fatto.
La prima volta che si effettua o si riceve una donazione Messenger chiederà di collegare il proprio account a
una carta di debito Visa o Mastercard.
Per le transazioni successive si utilizzerà
un codice Pin per autorizzare il pagamento, mentre sui dispositivi Apple di
ultima generazione basterà l'impronta
digitale.
Livio Iacovella
CHE COSA È FACEBOOK
Facebook è un servizio lanciato nel febbraio del 2004 da Mark Zuckerberg
e dai suoi compagni di università Eduardo Saverin, Dustin Moskovitz e Chris
Hughes. Progettato esclusivamente per gli studenti dell'Università di Harvard, Facebook fu presto aperto a chiunque dichiarasse di avere più di 13
anni di età.
Facebook è il sito più visitato al mondo, è disponibile in oltre 70 lingue e
conta più di 1 miliardo di utenti attivi. Completata la registrazione, gli utenti
possono creare un profilo personale, includere altri utenti nella propria rete
sociale, aggiungendoli come "amici", e scambiarsi messaggi, anche via chat,
incluse le notifiche automatiche quando questi aggiornano i propri profili.
Inoltre gli utenti possono fondare e unirsi a gruppi per condividere interessi
in comune con altri utenti, condividere contenuti multimediali e utilizzare
varie applicazioni presenti sul sito.
Recentemente, però, si è notata una crisi di popolarità tra i giovanissimi che
preferiscono applicazioni più "private", come Snapchat, Whatsapp, Line o
Ask.fm. Snapchat, ad esempio, sta crescendo tantissimo: ha 30 milioni di
utenti attivi solo negli Stati Uniti e 400 milioni di foto che passano di cellulare
in cellulare ogni giorno; circa il doppio rispetto a sei mesi fa, tanto che Facebook ha provato a comprarlo per tre miliardi di dollari e si è vista rispondere con un rifiuto. Gli utenti italiani di Facebook sono circa 26 milioni.
Una curiosità: i ricavi di Facebook, per l’anno fiscale 2013, hanno raggiunto
un totale di 7,87 miliardi di dollari, in aumento del 55 per cento anno su
anno.
L. I.
Incon t ri
- maggi o 201 5 n
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n SOCIETÀ
TESTAMENTO SOLIDALE
Un atto di generosità sempre più diffuso tra gli italiani
Fare un lascito solidale significa lasciare un segno di noi e dei nostri
valori quando non ci saremo.
Un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato,
modificato in qualsiasi momento
e senza che vengano in alcun
modo lesi i diritti legittimi dei
propri cari e familiari. E senza
che siano necessari ingenti patrimoni, perché per sostenere il lavoro quotidiano di associazioni
impegnate nelle più impor tanti
cause umanitarie e scientifiche,
anche un piccolo lascito può fare
la differenza.
“Il Comitato Testamento Solidale
nasce 3 anni fa con un obiettivo
ambizioso, quello di portare in Italia un vero e proprio cambiamento culturale per superare le
barriere psicologiche sul testamento e sui lasciti.
Oggi questo progetto può contare sull’attenzione e il supporto
di un numero sempre più ampio
di organizzazioni del mondo del
terzo settore per continuare a sostenere migliaia di progetti rivolti
ad anziani, disabili e portatori di
handicap, donne e bambini in povertà estrema, malati di sclerosi
multipla, leucemia e cancro, chi è
affetto da gravi e rare patologie,
comunità che lottano contro le
mafie, oltre a medici e ricercatori
impegnati nella ricerca scientifica
più all’avanguardia” racconta Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale.
IL LASCITO SOLIDALE
IN CRESCITA NELLE SCELTE
DEGLI ITALIANI
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n maggi o 20 15 -
I n cont ri
Il lascito solidale è un atto di generosità che già oggi – secondo
l’indagine GFK Eurisko-Testamento Solidale – il 9% degli italiani
over 55 è intenzionato a compiere concretamente.
A confermare il dato positivo è la
crescita negli ultimi 10 anni del
10% il numero degli italiani che inseriscono un lascito nelle loro ultime volontà.
A donare sono soprattutto
donne, in oltre il 60% dei casi.
Il fenomeno – rilevato da un sondaggio su un campione di 700
notai dal Comitato Testamento
Solidale, in collaborazione con il
Consiglio Nazionale del Notariato – riguarda in larga parte donazioni di medie e piccole entità:
in oltre il 50% dei casi, ci dicono i
notai italiani, il valore del lascito è
sotto i 20 mila euro. Il 25% ammonta a una cifra compresa tra i
20mila e i 50mila euro. Il 18,1% di
quanto viene destinato ha un valore economico importante che
va dai 50mila ai 100mila euro, e
una piccola fetta pari al 8,5% dei
lasciti effettuati va oltre i 100mila
euro.
esaustiva panoramica sul tema
del lascito, dalle tipologie di testamento (olografo, pubblico,
segreto) alla quota “disponibile”
di patrimonio che può essere
destinata ad un lascito solidale
(una qualsiasi somma di denaro,
un bene mobile o immobile,
la polizza vita, azioni o titoli
d’investimento).
SOCIETÀ n
LA CAMPAGNA INFORMATIVA
PARTITA TRE ANNI FA
Il Comitato promosso da 6 grandi
organizzazioni – ActionAid, AIL,
AISM, Fondazione Don Gnocchi,
Lega del Filo d’Oro e Save the
Children – a cui oggi aderiscono:
Aiuto alla Chiesa che soffre,
Amref, Cesvi, Libera, Fondazione
Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione
Umberto Veronesi, Telefono Azzurro e Università Campus BioMedico di Roma è nato per
diffondere la cultura dei lasciti solidali.
Per rispondere a quanti ancora
non sanno a chi rivolgersi le organizzazioni hanno creato un sito
www.testamentosolidale.org e
l’omonima guida.
Due strumenti che offrono una
Incon t ri
- maggi o 201 5 n
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al riparo con
PACCHETTO ASSICURATIVO DIRCREDITO
POLIZZA RC PROFESSIONALE
POLIZZA CASSIERI
POLIZZA INFORTUNI
POLIZZA TUTELA GIUDIZIARIA (VITA PROFESSIONALE)
POLIZZA TUTELA GIUDIZIARIA (VITA PRIVATA)
POLIZZA RC CAPOFAMIGLIA
e ancora...
Polizza Long Term Care
Prodotti Vita n Polizza RC Auto
Polizza Viaggi n Polizza Casa
Progetto Welfare Spese Odontoiatriche
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