Un brindisi alla libertà

Transcript

Un brindisi alla libertà
indigo
homesick for europe
WWW.INDIGOMAG.EU
#1
MARZO 2007
SENZA PADRE
BANDIERE PER LA LIBERTÀ DELLA BIELORUSSIA. LA RIVOLUZIONE HA INIZIO!
LOST IN TRANSLATION
DALLE MEZZE MISURE AI LAMPADATI: ALLA RICERCA DELLE PAROLE INTRADUCIBILI
IL CERVELLO MULTILINGUE
PRONUNCERÒ MAI LA “R” MOSCIA? PROBLEMI ALLE PRESE CON UNA LINGUA STRANIERA
CIAO BELLA
PROPOSTE INDECENTI DAL BELGIO ALLA BULGARIA… UN AIUTO AI LATIN LOVER EUROPEI
Un brindisi alla libertà
50 anni e solo a metà strada
Editoriale
Autore: Ingo Arzt
Caro lettore,
Europa non è un luogo, è un sentimento. Si
trova da qualche parte tra la voglia di lontananza e la
mancanza di casa, ed è molto contagioso. I sintomi riscontrati sono: ricerca di profumi di città sconosciute,
a volte sentirsi straniero nel proprio paese, viaggiare
dall’altra parte del continente solo per una festa di
compleanno, trovare la parola giusta solo in un’altra
lingua.
Chi comincia a scoprire l’Europa, comincerà anche
a considerarsi a casa propria nell’intero continente.
Questa è la scintilla dei creatori di Indigo: la rivista
verrà pubblicata inizialmente in inglese, tedesco, spagnolo, francese, olandese, polacco e italiano. Stessi contenuti, lingue differenti. Tutto ciò va molto più avanti
della tradizionale ‘Europa’ con la sua unione, i suoi
trattati, i suoi progetti di costituzione, i suoi uomini e
donne di stato. Più di cento giornalisti, fotografi, traduttori, grafic designer provenienti dalla Spagna fino
alla Bielorussia hanno lavorato al giornale di forma
volontaria. La loro motivazione: fare di Indigo una rivista che superi le frontiere della tipica pubblicazione
politica.
Per l’occasione abbiamo deciso di riscrivere la storia
dell’UE: un vero dramma familiare. La data chiave è
il 25 marzo 1957. Proprio in questo giorno, cinquanta
anni fa, sei capi di stato firmarono i trattati di Roma,
un passo importante nel cammino verso l’UE. Li
ringraziamo per il lavoro preliminare. Sfortunatamente l’Europa politica ha perso la determinazione
con cui la sua gente ha conquistato un continente.
Noi lo abbiamo raccolto in copertina. Il collage include una foto scattata in un vecchio magazzino di
Berlino e il quadro “La libertà alla guida del popolo”, il capolavoro di Delacroix che ispirò una dichiarazione del poeta tedesco Heinrich Heine, che
illustra perfettamente ciò che rappresenta l’Europa
al di là delle discussioni politiche: “Un sentimento
immenso traspira da questo dipinto, e si riflette sui
nostri visi adottando forme meravigliose”.
Indice dei
simboli di Indigo
Contiene
amore e sesso
Non contiene
temi sull’UE
Contiene
violenza
Contiene
cattiveria
Contiene
umore
www.indigomag.eu
3
In Questo Numero
fatto
22
25 Marzo
La stanza della vergogna
Si annunciano dimostrazioni.
Questi ragazzi non torneranno –
Despoti europei al potere negli ultimi 50 anni
18
Mamma Europa
L‘Europa politica compie gli anni –
La storia da leggere prima di andare a letto
16
Prima e Dopo
Un‘occhiata ai cambiamenti del continente
4
da fare
34
Abdica! Senza Padre
La lotta di Valeriya Krasovskaya contro l‘ultimo
dittatore europeo
26 Accetta! Homo Exodus
Gli omosessuali odiati nell‘Europa dell‘est
emigrano nell‘Europa occidentale
61
Abolisci!
DJ Paul van Dyk perla di ritmo e
povertà
C‘è posta per te
Storie di francobolli e
lettere d‘amore: il
romanticismo in Europa
differenze
1
2
4
5
6
7
3
14
15
16
17
18
19
20
21
22
Post-Modern
Find each postbox‘s country – no prizes to
be won, but maybe you‘ll recognise one
when you‘re on holiday!
8 Punti di vista: domanda ai tuoi simili
14 Latvia
chi sei veramente
28 Sweden
United Kingdom
27
13 Cyprus
26 Czech Republic
12 Italy
25 Spain
11 Hungary
24 Slovakia
10 Denmark
23 Slovenia
9 Greece
22 Romania
8 France
7
Finland
6 Estonia
21
Portugal
20 Poland
Netherlands
19
Monaco
18
4 Croatia
Malta
17
3 Bulgaria
Luxembourg
16
2 Belgium
5 Germany
1
Austria
15
Lithuania
8
9
10
23
24
25
11
12
13
26
27
28
24
Pettegolezzi locali
Studenti in rivolta ad Atene, gli inglesi e la loro
ignoranza sessuale, e altre storie
74
Post-moderno
Imbuca la tua lettera qui
58 La guerra fredda dello stile Est versus Ovest:
una vera guerra di frontiera
EG
Il Cervello Multilingue
Perchè da ubriachi
ci trasformiamo in geni linguistici?
affermazioni
30 Voglia d‘Europa
affezionati al nostro continente
9 Finalmente qualcuno ci odia!
Potrebbe qualcuno bruciare la nostra bandiera?
31
Trova il pensiero – che fa per te
Loesje poster per spiegare
il mondo in una frase
6 Bolle di sapone Dove si incontrano gli Europei.
5
stimoli
64 A Pervert’s Guide to Cinema
66
40
Lo psicologo sloveno Slavoj Zizek
e il film di Sophie Fienne sulla profondità
del cinema
La tana di Lordi
Sassofoni e automultilazioni. Un
viaggio nella musica finlandese
Virtual Insanity
Second Life viene considerato il
prossimo scalino dell‘evoluzione ma
tratta solo di pubbliche relazioni.
72
La battaglia dell‘HipHop
La Germania e la Francia combattono
per la musica peggiore
fai da te
42
52
Ciao Bella!
Ci avete mai provato con gli svizzeri?
Non è poi così difficile.
Cogli!
Lost in Translation. Alcune parole
sfidano le traduzioni più accurate
51
Viaggia! Chernobyl
Turismo Nucleare in Ucraina
10
Gioca! Le carte europee –
La briscola dei paesi
44
Invecchia! Olio d‘oliva e pecore –
Il segreto dei centenari
Sardi
73
Cucina! Testicoli lessi –
Saporita frittata dal sud della Spagna
Suggerimento:
il Regno Unito è un asso
quando si tratta di Eurovisio
una frana nell‘indice dei paesi
in sovrappeso
Finlandia
J: Quante volte a settimana parli
con la tua ragazza? Usi Skype
un‘altra chat?
K: Skype. È più utile perchè si
possono fare videoconferenze e ci
si può vedere. e tu?
J: Io non ci parlo tutti i giorni.
Siamo entrambi molto occupati,
è difficile.
Italia · Francia
Valerio: Nizza è il regalo itliano
alla Francia. era nostra e ve
l‘abbiamo regalata!
Anne-Marie: Ogni italiano che
incontro mi dice la stessa cosa…
6
Bolle di Sapone
Autrice: Carolina Pirola
Foto: Carolina Pirola
Traduzione: Victor H. Scacchi
Italia
S: Perchè studi italiano?
C: È per i miei studi di turismo
all‘università. Abbiamo bisogno
di sapere le lingue
S: Ma perchè proprio l‘italiano?
C: Ummmm...Non lo so! È così
facile per noi!
Grecia · Francia · Germania
M: Las Fallas a Valenzia è la festa
più assurda che abbia visto nella
mia vita!
C: Lo pensi anche tu?! Fanno tutto il lavoro per costruire le statue
per bruciarle in due minuti! Non
lo capisco
M: È una pazzia, ma bella. Ci
sono stato lo scorso anno e mi
è piaciuto tantissimo. Tutti festeggiando nelle strade, bevendo,
ballando…Indimenticabile!
Francia · Spagna
E: Il patè di quaglia è delizioso!
Carlos mi ha portato da qualche
parte a provarlo.All‘inizio non
volevo neanche assaggiarlo ma
adesso lo cerco dovunque vada!
C: Anche io lo adoro!
V: Bleaaa, non contate su di me...
sono vegetariana.
C: Cosa?! Non sai cosa ti perdi…
Quando gli europei si incontrano è una sola grande cacofonia. A Madrid, ogni domenica decine di persone da tutto il continente, soprattutto gli studenti Erasmus, vanno al parco del Retiro per suonare i
bonghi o altri strumenti a percussione fino a che i sole tramonti.
Spagna
J: Ci sarà una nuova guerra prima
che te ne possa rendere conto.
Ora Bush sta parlando di non so
quale problema in Iran.
E: Lo so, l‘ho ascoltato al telegionale.
A: Comincia ad essere preoccupante. ogni scusa è buona per
andare in guerra.
Francia
A: Si, penso proprio che nella vita
dobbiamo provare tutto.
B: Uno non può sempre fare tutto
A: L‘esperienza è l‘unica cosa che
vale veramente.
7
Spanish:
é (23, Madrid): Tetra guerra a la vuelta de la
ra va Bush y dice que si Irán no
sé qué, ¿sabes?
la): Ya, lo he oído en las noticias.
id): A mí esto ya me da miedo. Es
r mínima excusa es suficiente
a montarse una guerra.
Mali · Belgio
A: Fanno bella musica. Nel mio
paese li puoi sentire durante le
celebrazioni. Per il compleanno
di mio fratello avevamo una banda che li suonò tutta la notte.
K: Li adoro. In estate andiamo
sulla spiaggia di notte, per
suonarli e non disturbare nessuno con la nostra musica.
Spagna
E: ...di colpo mi dice“ È che tu
non hai mai dovuto lottare per le
cose, le hai sempre avute li a portata di mano“. Così le rispondo:
“Oh, lo pensi davvero? E dimmi,
chi ha pagato la tua macchina?”
J: Ignorala. Voi due litigate in
continuazione
Germania
M: È così rilassante...
P: Si, lo so. Il sud e il nord
dell‘europa sono così differenti.
Deve essere colpa del clima.
Finalmente
qualcuno ci odia!
Il nostro colonnista annaspa in un mare di
dubbi alla ricerca della vera identità Europea. Cerchiamo volontari in grado di odiarci
“Ritirata!”, grida l’ufficiale alle orecchie del soldato.
Da qualche parte in qualche deserto, una truppa affronta un
sparatoria. Gli uomini strisciano al riparo dietro i sacchi della trincea e le mitragliatrici macinano proiettili, mentre un
numero indefinito di esplosioni riempie di sabbia gli occhi
dei soldati.
8
L‘europeo
Autore: Ingo Arzt
Foto: Carina C. Kircher
Traduzione: Irene Sacchi
Che idiozia…me ne sto sdraiato comodamente sulla mia
poltrona al cinema, mentre le granate continuano ad esplodere sullo schermo, e in qualche modo mi trovo a riflettere
sulla mia identità europea. Già mi immagino la situazione:
“Non possiamo abbandonare la bandiera!” il soldato grida di
risposta all’ufficiale. In una piccola collinetta sabbiosa nel bel
mezzo dello schermo, la bandiera a brandelli sventola coraggiosa. L’ufficiale fa un solo cenno con la testa. Il soldato attacca a correre. Raggiunge la bandiera, la salva, si gira e corre
nuovamente al riparo. Un solo piccolo istante prima di raggiungere la salvezza, viene colpito. Ferito a morte e insanguinato, si abbandona tra le braccia dell’ufficiale, sorride e muore,
abbracciando coraggiosamente al petto l’amata bandiera azzurra con le dodici stelle gialle. L’Europa. Incredibile. Una
vittima immolata in nome del drappo dell’Unione Europea.
Naturalmente si tratta della bandiera a stelle e strisce. È
un film hollywoodiano, il classico genere in cui si sacrificano
interi battaglioni di soldati giovanissimi in un Pro-Iraq-AntiVietnam-Film-Di-Guerra, solo per salvare quella maledetta
bandiera. Veri eroi, vittime per l’interesse collettivo, con tanto
di pathos e così via. Cerco di immaginare la stessa situazione
Insight
Out
nella nostra realtà: nella scena seguente la bara del soldato
viene portata a spalla fino alla tomba, ricoperta dalla bandiera
europea. Josè Manuel Barroso, circondato dalle trombe della
marcia funebre, ripiega accuratamente il tessuto e lo affida
alle mani della giovane bellissima vedova del soldato. Una
singola lacrima cade su una stella giallo girasole, accompagnata dalla nona di Beethooven.
Nella realtà, nessuno si preoccupa per nostra bandiera.
Mentre quella danese, inglese o americana sono già disponibili in versioni auto-infiammabili chi pensa a bruciare la
bandiera europea? Come pretendiamo di essere amati se nessuno veramente ci odia? È una situazione deprimente.“Fossi
tu pur freddo o fervente” o così riporta la sacra scrittura. Ma
non tutto è perduto..
Recentemente, un soldato di guardia all’ottava divisione
Missili Leggeri dell’aeronautica militare, a Ginevra, si arrampicò sul tetto dell’edificio dove stava di guardia. Arrivato in
cima, abbassò la bandiera a mezz’asta, così, semplicemente,
senza che nesuno gliel’avesse chiesto. Un evento! Considerando oltretutto il languido contegno nel comportamento degli
svizzeri, il gesto potrebbe essere paragonato ad una bandiera quasi bruciata. O prendiamo l’esempio della Bulgaria, che
offre una versione tutta personale del drappo, sostituendo
l’undicesima stella per una foglia di marijuana e la dodicesima per una svastica.
Nel frattempo, sullo schermo un elicottero polverizzava il
nemico. Mi domando, quale risvolto avrebbe preso la versione
europea della storia. I soldati atterrano sulla zona del conflitto
e costruiscono in fretta la loro base operativa. I sacchi di sabbia
vengono posizionati e il filo spinato collocato tutto intorno. Una
truppa nemica, attentamente nascosta, li osserva da una montagna vicina: “Comandante, gli invasori hanno finito di costruire
la loro base e hanno appena piantato la bandiera blu con le stelle gialle. Dobbiamo aprire il fuoco?”. Il capo lancia un’occhiata
attraverso il binocolo: “Bah… no… probabilmente stanno costruendo un pozzo o una riserva di acqua potabile mantenuta ad
energia solare.” Segue un film di due ore di estrema profondità
etnologica, sensibile alla situazione della pastorizia locale.
Alla fine di questo tratta, la vecchia, innocente, scena europea.,
a contestare ci troviamo immediatamente in una posizione di svantaggio.
Se vuoi veramente sapere chi
sei, chiedilo ai tuoi simili.
Arroganza europea
Una volta, un importatore belga ci chiamò. Un intero
container era andato a male arrivando a Bruxelles. Una
tonnellata e mezza di banane! Sfortunatamente non
avevamo nessun rappresentante in Europa in grado di
controllare la situazione, e inviare qualcuno dal Rwanda sarebbe risultato troppo costoso. Fummo costretti a
credergli. L’intero contrattempo ci costò la bellezza di
20.000 euro.
ai nostri clienti europei. Questo è ciò che ho imparato
dagli ultimi anni, da quando la mia compagnia cominciò a trasportare “Frutti della passione” a Bruxelles.
All’inizio, fu facile creare una rete di distribuzione. Inviavamo banane, fragole e mango in Italia, Germania,
Francia e Olanda. Ma gli europei seguono standard di
qualità incredibilmente alti. Se noi africani proviamo
Oggigiorno non importiamo più frutta fresca in Europa, i prezzi sono troppo bassi e i rischi esageratamente
alti. Oggi importiamo succhi di frutta e concentrati di
banana in Belgio, Francia e Germania. Sono appena
tornato dall’Italia. Ho appena comprato alcune macchine per il valore di 900.000 euro per produrre concentrati di frutta.
Abbiamo bisogno di macchinari europei per raggiungere gli standard europei.
Gérard Sina (43) vive a Kigala, la capitale del Rwanda, con sua moglie e i suoi
A volte ho il presentimento che dovremcinque figli.
mo essere doppiamente accondiscendenti per piacere
Studia duro, e trovati un lavoro...
Se esistesse un posto al mondo dove la gente dovrebbe andare a vivere, questo sarebbe il Regno Unito.
La gente che vive lì è educata, esperta, amichevole e
semplicemente incredibile. Li chiamo tutti i giorni dal
mio call center di Nuova Delhi, cercando di vendere
telefoni cellulari UMTS e contratti della “3G – La nuova offerta per i cellulari di terza generazione”. A volte
sono un’autentica seccatura. Quando chiamo stanno
sempre mangiando. Dico di chiamarmi “Charles” perché nessuno capirebbe il mio vero nome, “Vishnu”.
Poi spiego con il mio accento indiano, come possono
risparmiare un bel pò di soldi con i nuovi contratti.
«Grazie per avermi chiamato, ma non sono interessato», rispondono masticando rumorosamente. Quando
invece telefono negli Stati Uniti trovo in una situazione completamente differente. Iniziano ad imprecare,
chiamando in causa mia madre e mia sorella, sebbene
io abbia solo un fratello. Nonostante tutto, il call centre
riscuote un grande successo, anche nella stessa India.
E io ne vado orgoglioso. Lavoriamo sempre di più nel
mercato europeo, giorno dopo giorno, e facciamo affari
miliardari. L’Europa potrebbe essere molto più forte se
solo si sforzasse di più. Italia, Francia, Inghilterra, Germania, avete tutti la stessa cultura! Comunque,
per il momento va bene così. Per 300 anni siamo stati governati dalla Gran Bretagna e penso
che adesso sia il nostro turno. Il futuro è nostro.
Tutto quello che posso dirvi è di fare uno sforzo! Concentratevi sul vostro lavoro e sui vostri
studi! Se non lo farete, i piccoli uomini gialli
dalla Cina e l’India, arriveranno, si faranno gli
affari loro e si porteranno via tutta la vostra ricchezza.
Recordet by Ingo Arzt
Traduzione: Marco Riciputi
Vishnu Sharma, 20 anni,
quando lavora si fa chiamare “Charles”. Lavora al Neveno, un call center di Nuova Delhi. Studia economia,
business ed inglese.
10
10 - 99
Autore: Adam Chrambach
Illustrazioni: Jan Steinbach
2-4
20 - 45
Le carte
europee
Ritagliale, trova qualcuno con cui giocare, e
annientali con l‘indice BigMac!
11
Istruzioni Distribuisci un numero di carte uguale per
ogni giocatore. Comincia il turno leggendo ad alta
voce la statistica di una dei tuoi paesi che pensi possa
vincere gli altri. Colui che ha l‘indice migliore vince la
carta. Vince chi colleziona il maggior numero di carte
Litri di alcol puro pro capite consumati ogni anno.
Goccia dopo goccia, etanolo puro consumato a persona . Bevi un paio di birre in più dello scorso anno e la
percentuale del tuo paese aumenterà sicuramente.
Indice Big Mac: Potere di acquisto. Un BigMac è disponibile quasi ovunque e sono i paesi a determinarne il
prezzo. I BigMac vengono dunque utilizzati per comparare prezzi e benessere..
Piazzamento nell’indice del Pianeta Felice: Indice mon-
diale del benessere e della felicità personale. Ridi!
Primi classificati nella Festival della Canzone Eurovision: Quali paesi hanno ricevuto il maggior numero di
medaglie d’oro, argento e di bronzo a Eurovision?
Percentuale femminile in parlamento: La domanda rimane una: vince il numero maggiore o minore?
Piazzamento nella Classifica OMS dei paesi in soprappeso: Saranno gli abitanti del Lussemburgo più obesi
dei lituani? L’organizzazione mondiale della sanità ha
fatto il conto..
Membri del Centro di Accoglienza : Il Centro di Accoglienza è un network di persone che si scambiano accoglienza gratuitamente. Questa tessera non è una biglietto gratuito per una villa, ma potresti approfittarne
per viaggiare in vari paesi.
12
13
14
15
16
Prima e Dopo
Foto: Irene Sacchi
© EC/Marcelle Jamar
Rotonda Schuman nel 1962
50 anni di cambiamenti. La rotonda di Schuman, Bruxelles
La rotonda di Schuman origina il suo nome da uno dei padri fondatori dell’UE,
Robert Schuman. Nel 1950, Schuman offrì alla Germania l’opportunità di entrar a far
parte della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, gettando le basi di ciò che
sarebbe in seguito diventata l’Unione Europea. Oggi, la piazza si trova al centro del
quartiere europeo di Bruxelles, dove si trova la sede principale della Commissione
Europea.
17
Rotonda Schuman nel 2007
18
Mamma...
Autore: Jochen Markett
Illustrazioni: Maria Messing
Traduzione: Irene Sacchi
1957 − Germania • Belgio • Francia • Italia
Lussemburgo • Olanda
1973 − Regno Unito • Danimarca • Irlanda
1981 − Grecia • 1986 − Portogallo • Spagna
Mamma Europa
ed i suoi Pargoli
Dal suo discusso inizio, la famiglia
multiculturale dell’Europa non ha interrotto la sua crescita. Tutto ebbe
inizio una notte piovosa, tanto, tanto
tempo fa…
La sera del 25 marzo, del 1957, la famiglia europea si riunì in una festa orgiastica. La pioggia scrosciava sul Campidoglio a Roma, ma nulla sarebbe riuscito
a spegnere gli ardenti spiriti nella sala da ballo ornata
a festa. Undici eroi si erano riuniti per rappresentare i
loro rispettivi paesi. Il proposito ufficiale era firmare
un accordo di cooperazione economica e nucleare.
Cosa veramente accadde dietro le serrande abbassate
della sala da ballo, gli storici non lo rivelarono mai. Indigo non pretende sfatare tale eterno taboo. Ma qualcosa per la prima volta possiamo finalmente rivelarvi:
i capi di stato e di governo fecero entrare le loro mogli
di nascosto dalla porta sul retro. Queste, rimasero talmente affascinate dalla dimensione storica della serata,
che decisero di cogliere l’occasione e ricompensare i
rispettivi mariti per il duro lavoro... La “cerimonia”, se
così la si può definire, si concluse nel giro di un’ora.
Henri Spaak, il ministro degli esteri belga, irruppe
nella sala da ballo con i bottoni della camicia non ancora allacciati, e proclamò: “Questo giorno entrerà a far
parte della storia europea!”
Precisamente nove mesi e sei giorni dopo, il primo
gennaio 1958, sei bambini vennero dati alla luce nel
dipartimento di pediatria dell’università di Roma: tre
figli maschi e tre femmine. Jean il giovane francese,
Francesco l’italiano, Michel il tedesco, Emma la belga,
Sanne l’olandese e Octavie dal Lussemburgo. I genitori, consapevoli dell’importanza della data di nascita
dei loro figli, decisero di affidarli ad un particolare tipo
di educazione. Li diedero in affidamento ad una bambinaia internazionalmente conosciuta: Europa, figlia
di un rinomato nobile greco. Lei, prese i bambini con
se, con la promessa di insegnargli le buone maniere.
La stampa esplose di gioia. Solo dieci anni prima tutto
ciò sarebbe stato impensabile. Le famiglie in questione
erano in un tale stato di crisi che a confronto, i problemi degli Shackespeariani Montecchi e Capuleti, sembravano scaramucce. Ed ora, sei infanti di differenti
nazionalità sarebbero cresciuti insieme.
Nessuno invidiò la bambinaia per la situazione in cui
si era andata a cacciare. Il piccolo Jean si dimostrò
sin da subito un bambino molto difficile da educare.
Quando, nel 1963, una coppia britannica si recò da
Europa per far sì che il loro futuro figlio venisse accettato nella piccola famiglia internazionale, Jean si
mise a fare i capricci, “Solo passando sul mio cadavere”.
Ma questa non fu l’unica occasione. Mentre gli altri
cinque si divertivano a giocare nella giardino del carbone, Jean insisteva nel rimanere rinchiuso nella sua
stanza a giocare con il suo crescente arsenale di giocattoli “atomici”. All’età di 8 anni rifiutò di partecipare ai
pranzi di famiglia. Il suo seggiolone rimase perennemente vuoto. La bambinaia doveva prendere una decisone, sapeva perfettamente che altrimenti il delicato
equilibrio tra i sei sarebbe potuto crollare. Intelligente
com’era si mise in testa di riconciliare il gruppo. Durante una vacanza in Lussemburgo, la famiglia decise
che ogni membro avrebbe avuto uno spazio a sua disposizione, nonostante gli obbiettivi comuni.
Quando i bambini arrivarono al loro nono compleanno, mamma Europa decise di trasferirsi con loro a
Bruxelles e convocò immediatamente una riunione di
famiglia per risolvere dal principio qualsiasi discussione. Il cambio diede risultati immediati. Addirittura
il difficile stadio della pubertà non riuscì ad intaccare l’unione dei sei, al contrario: passata la tempesta
ormonale, gli ormai ragazzini e le ragazzette avevano
sviluppato una tale maturità che chiesero a mamma
Europa di adottare altri quattro bambini. Europa era
elettrizzata all’idea, anche perchè negli anni precedenti quattro genitori, dalla Danimarca, Irlanda, Gran
Bretagna e Norvegia, avevano espresso il desiderio di
partecipare con un figlio alla famosa famiglia internazionale. Sfortunatamente la madre norvegese soffrì un
aborto e perse il figlio atteso, così il 1973 vide tre bambini prendere parte della famiglia: Mathilde, Patrick e
Emily. Patrick era un bambino con forti problemi di
salute. Pesava solo 2.8 kg alla nascita. Ma grazie ad una
sana dieta e molto amore materno, il giovane irlandese
crebbe ben presto forte e sano.
L’armonia della famiglia multiculturale crebbe incessantemente. Nel 1979 Europa decise di introdurre una
nuova valuta per la mancetta e la chiamò ECU. Solo
l’individualista nipote dei Windsor lo trovò stupido e
si oppose al cambio. Le venne concesso di continuare
ad utilizzare la vecchia mancetta.
La comunità dovette far fronte ad una serie di nuove
decisioni. Tre future coppie di genitori parlarono con
Europa sulla possibilità di introdurre i loro figli nella
famiglia. Ne seguì una difficile discussione, specialmente riguardo il giovane Georgios.
19
I sui genitori greci, solo un paio d’anni prima ancora
venivano chiamati “giunta” per il loro metodo educativo autoritario, accusati di fare uso della verga di
quando in quando. La famiglia arrivò comunque alla
conclusione che i genitori erano cambiati negli ultimi tempi. Non volendo fare a pezzi i loro desideri, la
famiglia accolse a braccia aperte i nuovi venuti, nel
1981
20
Cinque anni dopo raggiunsero finalmente la dozzina.
Europa accolse gioiosa Rui e Alejandro, nonostante
fosse a conoscenza delle crescenti differenze all’interno
della famiglia. I sei fratelli maggiori, nel frattempo
trentenni, guadagnavano con i loro lavori nell’industria
e nei servizi anche se continuavano a vivere a casa, (che
soprattutto nel caso di Franceso l’italiano doveva trattarsi di una questione genetica). I due fratelli minori
passarono la loro infanzia trotterellando nei giardini
e nei campi e avevano ben poco in comune con i più
grandi.
Europa prese allora una decisione straordinariamente
intelligente: decise che era arrivato il momento di
smetterla di parlare solo di economia e avrebbero dovuto investire più tempo nelle responsabilità sociali.
A questo punto, durante le vacanze invernali di Maastricht del 1991, decisero di cambiare il nome della
famiglia in “Unione”. La famiglia decise che da quel
momento in poi avrebbero dovuto parlare all’unisono.
Conclusero inoltre che un incontro regolare per un
guardie e ladri non sarebbe poi stato tanto male. Ebbe
oltretutto un’altra idea geniale: fino adesso gli orsetti
di peluche di ciascun bambino avevano sempre dormito nel loro rispettivo letto. A partire da quel momento
ogni orsetto avrebbe avuto la possibilità di cambiare
stanza, anche per molto tempo. Avrebbe potuto dormire dovunque volesse.
Il cambio ebbe un immediato effetto positivo per tutti i bambini. Michel, che aveva superato pochi anni
prima il suo serio problema di disordine da doppia
personalità, non metteva più paura a nessuno, anche se
rimaneva comunque il figlio più forte. L’adozione di
Elisabetta da Vienna, della piccola Anna dalla Svezia e
della finlandese Iida, non sarebbe certo riuscita a disturbare l’e quilibrio familiare. Impressionata dalla grandezza della sua famiglia, Europa annunciò lo stesso
anno, di non averne ancora abbastanza. Pianificò di
ampliare la proprietà di famiglia, per poter creare lo
spazio sufficiente per accogliere altri 10 figli. Catturata
dall’ondata di euforia, nessuno dei figli osò contrastare
la sua decisone. La nuova direzione era stata presa.
Solo durante le vacanze ad Amsterdam, nel 1997, la
madre concluse che la decisione doveva essere accolta
democraticamente. Tre anni dopo fecero tutti le valigie
e si incontrarono sulla Costa Azzurra per discutere le
basi della nuova adozione. Alla fine delle vacanze una
cosa era chiara a tutti, “abbiamo bisogno di un nuovo
ordinamento”. “Non sembrerebbe troppo difficile”,
pensò Europa. Accantonando il problema del nuovo
regolamento, la madre si concentrò sull’adozione dei
nuovi bambini. L’idea le riempiva il suo cuore di gioia.
Nel maggio 2004 un pulmino parcheggiò all’entrata
della casa ampliata della Famiglia-Unione. Dieci
felici coppie di genitori ne scesero, nelle loro brac-
cia i bambini appena nati: Erik il piccolo estone dai
capelli biondo paglia; Liga la bella, dalla Lettonia; Ona
la lituana dagli occhi verdi; Jakub che per essere un
bambino era già molto grande; i gemelli Tomas dalla
Repubblica Ceca e Pavol dalla Slovacchia; la piccola
Marija dalla Slovenia; in nobile Karol dall’Ungheria; il
maltese Joseph dal cuore grande; e la cipriota Dimitra,
che a causa di complicazioni alla nascita aveva il corpo
semi paralizzato, ma la speranza di recuperare mobilità
ancora non era andata persa.
25 bambini facevano la felicità di mamma Europa. E
siccome lei dedicava tutto il suo tempo all’educazione
dei nuovi arrivati, un amico di famiglia – Valèry Giscard, zio di Jean - accorse in suo aiuto per creare il
nuovo regolamento. Nell’ottobre del 2004 tutto era
pronto. Ogni bambino ricevette una copia delle nuove
leggi sul proprio comodino. Alcuni di loro, come la
belga Emma e la austriaca Elisabeth, lo lessero tutto
d’un fiato e andarono subito dalla mamma per riportarle il loro entusiasmo per nuove scelte. Sempre
più bambini si recarono dalla madre per dichiarare il
proprio consenso, fino all’imprevista notte del maggio
2005. Jean e Sanne irruppero nella sala da pranzo infuriati. Che idiozie aveva scritto lo zio Valèry. Lui non
aveva la più pallida idea di cosa la famiglia avesse bisogno. E oltretutto nessuno negli anni passati li aveva
mai interpellati nella decisione finale di un provvedimento tanto importante. E adesso avrebbero dovuto
semplicemente accettare il regolamento senza fiatare.
No, così non funziona! Fecero il regolamento in mille
pezzettini e lo sparpagliarono nella stanza.
Il resto della famiglia rimase senza parole. La pacifica
madre Europa aveva già dovuto affrontare una situazione simile, ma questa volta non sarebbe stata tanto
paziente. Certo era che per il nuovo regolamento aveva bisogno dell’approvazione di tutti i membri della
famiglia. Sotto shock, non riuscì a pronunciare parola.
“Ho bisogno di tempo”, disse, lasciando la stanza a testa bassa. Un’atmosfera da tagliare con il coltello si aggirò nei mesi seguenti nella casa. Nonostante la nuova
adozione di Gabriela da Bukarest e Stefka da Sofia nel
gennaio 2007 la situazione non migliorò.
Fortunatamente arrivò il 25 Marzo 2007. Michel, uno
dei primogeniti, pensò di invitare i fratelli e le sorelle
a Berlino, per una festa in famiglia. Sapeva che per
ricreare l’armonia familiare dopo la crisi, c’era bisogno
di una gran celebrazione. Improvvisamente il fatidico
momento arrivò: La cantante italiana Gianna Nannini,
in cima al podio di fronte alla porta di Brandenburgo,
intonò il suo “Grazie”, e a tutti venne un gran nodo
alla gola e le lagrime agli occhi. Tra il pubblico c’era
anche la giovane Fatma Doymaz, dalla Turchia. Con
un sorriso sulle labbra assisteva alla scena, accarezzando dolcemente il suo pancione, in avanzato stato di
gravidanza.
1995 − Svezia • Finlandia • Austria
1995 − Estonia • Lettonia • Lituania • Polonia•
Slovenia • Slovacchia • Ungheria • Malta • Cipro
2007 − Romania • Bulgaria
21
www.sjsu.edu
www.dictateurs.com
www.calvin.edu
www.worldexplorer.be
www.ceausescu.org
www.marxists.org
www.vitral.org
www.ahistoryofgreece.com
La Stanza della Vergogna
L’Europa avanza a passo serrato nella
sua incessante campagna di valori, mentre questi otto rimangono indietro.
Durante l’ultimo mezzo secolo, l’Unione Europea si preoccupò di ristrutturare le libertà di base, una
difficile strada da percorrere. Alcune delle buche più
profonde si presentavano sotto forma di despoti, uomini potenti alla ricerca del dominio. Pochi per esempio sanno che Nikolae Ceausescu iniziò la sua carriera
come calzolaio. Cos’è rimasto di quei leader di un tempo, una volta che i loro visi sono scomparsi dagli schermi della tv? Alcuni vissero in regioni instabili, altri in
politiche strampalate: alla morte di Francisco Franco,
le donne non avevano il permesso di lavorare, possedere proprietà, aprire un conto in banca o viaggiare
senza il consenso del proprio marito. Oppure caddero
nell’oscurità: Antonio Salazar dovette rimuovere le foto
del suo idolo, Benito Mussolini, dalla sua scrivania alla
fine della II Guerra Mondiale. Per non parlare delle rivelazioni: stando a quel che si dice, Georgios Papadopoulos aveva collaborato con la CIA prima del colpo di
stato che lo portò al potere. Con il passare degli anni,
la maggior parte dei dittatori viene ricordata per i raccapriccianti atti inumani commessi. Wojciech Jaruzelki stava autografando un libro nel 1994, quattro anni
prima che abdicasse, quando un contadino scontento
gli tirò una pietra rompendogli la mascella. In qualche
modo devono ficcarselo in testa, la storia non ci è mai
andata leggera con i perdenti.
Foto: Luis Carlos Torres • Viorika Prikhodko
Realizzazione: Joeri Oudshoorn • Maria Messing • Maik Wiechmann
Autore: Adam Chrambach
Traduzione: Irene Sacchi
24
Il pettegolezzo
Autrice: Carolina Pirola
Traduzione: Roberta Penna
Il pettegolezzo
Tra castelli e formaggio, statue e statuti:
Di qualcosa si dovrà pur parlare. Abbiamo
raccolto le storie ancora calde... ma cosa si
staranno dicendo?
Secondo la proposta del 9 febbraio
2007 di Alberto Fernández, agli immigranti che “veramente rispettano la società, la città ed il paese in cui
vivono” dovrebbe essere concesso un “certificato di
buona condotta” e di “convivenza amichevole”. Fernández è il candidato del “Grupo Municipal Popular” al
municipio di Barcellona.
Le risposte dei vari gruppi politici e delle associazioni
degli immigranti in Catalogna non sono state molto
ottimiste. Jordi Hereu, sindaco di Barcellona, ha parlato del pericolo che comporterebbe l’istituzione di
tali certificati; egli li ritiene discriminatori “in base al
paese d’origine, al colore della pelle, ed al background
etnico” di una persona. Hereu ha che diritti e doveri
“dovrebbero essere applicati in modo universale”, dal
momento che “tali diritti e doveri valgono per ciascuno
di noi”.
I cittadini di Atene concordano pienamente su una questione: no alle università private.
L’emendamento della Costituzione, che propone la
riorganizzazione del settore amministrativo di Atene,
sostituisce l’articolo che dichiara che tutti i centri di
istruzione superiore “si trovano sotto la responsabilità dello Stato”. Tale emendamento rende attualmente
possibile l’apertura delle università private. Gli studenti di sinistra sono scesi in strada, con i docenti, per
mostrare il loro scontento. Gli scioperi continuano da
settimane e, ben lungi dal perdere intensità, diventano
via via più violenti. Uno dei maggiori scioperi ha avuto
luogo il 23 febbraio 2007, quando oltre 25.000 studenti si sono dati appuntamento ad Atene; il risultato
è stato un numero indefinito di feriti ed alcuni arresti
eseguiti dalle squadre di sicurezza locali.
Dormivano durante le lezioni
di educazione sessuale. È questa la conclusione che
si può trarre da un sondaggio condotto su 495 adulti
britannici, emerso nel bollettino informativo dall’ Associazione britannica per le Questioni Familiari.
Le cifre sono piuttosto allarmanti: l’89% non sa che
lo sperma può sopravvivere per sette giorni dentro il
corpo di una donna; il 50% ha risposto alla domanda
che chiedeva quando una donna è maggiormente fertile, dicendo, erroneamente, nel corso del ciclo mestruale; infine il 29% degli intervistati ha affermato che,
saltare subito dopo un rapporto sessuale non protetto,
può evitare la gravidanza.
Ancora una volta scorre sangue nelle
vene del celebre castello del conte Dracula in Transilvania. Questa volta tuttavia il motivo non è altro che
il tentativo di vendere questa fortezza del XIV secolo;
il castello appartiene alla famiglia degli Asburgo dallo
scorso anno, in seguito a 50 anni di confisca da parte
del regime comunista. I proprietari hanno richiesto 60
milioni di dollari. Il governo teme che il castello venga
acquistato da una grande catena alberghiera o che sia
trasformato in un parco tematico dedicato a Dracula.
Il ministro degli interni russo si è sottratto alle accuse militari avanzate
dall’Organizzazione per i Diritti Umani e alcune madri di soldati. Alcuni veterani avrebbero costretto i rispettivi soldati alla prostituzione, per trarne vantaggi
finanziari. Uno dei casi più clamorosi fu quello di un
18enne picchiato e ferito in modo talmente grave, che
gli vennero amputate le gambe ed i testicoli. Il portavoce dell’Organizzazione per i diritti umani ha confer-
25
mato l’esistenza di un certo numero di clienti disposti
a pagare per avere rapporti sessuali con i soldati Il governo sta attualmente svolgendo un‘indagine.
Continuano le discussioni linguistiche in Belgio. Il sindaco di una cittadina nei dintorni
di Bruxelles, ha vietato l’uso del francese nelle scuole.
Secondo Eddie de Block, il sindaco preferisce che i
bambini imparino il fiammingo come lingua principale. Secondo questa nuova normativa, tutti coloro
che non parleranno fiammingo verranno segnalati ai
professori. Il sindaco ha assicurato che verrà nominato
un gruppo di aiuto per gli alunni che non parlano la
lingua, e che tutti i genitori con problemi a comunicare in lingua fiamminga potranno contare sull’ausilio
degli interpreti.
Nasr Joeman, membro
del gruppo di contatto musulmano nei Paesi Bassi, ha
parlato dell‘emigrazione dei musulmani in Spagna e
Francia, in seguito alla discriminazione scaturita dell’11
settembre. Il problema maggiore è che le posizioni liberatesi sono destinate ad un clero più estremista del
precedente. Si presume perfino che alcuni di loro
seguano la dottrina Wahhabi, prima sconosciuta nei
Paesi Bassi. La situazione sta aggravando le tensioni
esistenti tra i membri della comunità musulmana.
Il “Soldato di Bronzo” sta causando
problemi alla politica estone. Toomas Hendrik Ilves,
presidente dell’Estonia, ha recentemente respinto una
legge assai controversa che prevede l’obbligo di rimuovere, entro un mese, la suddetta statua ubicata nel centro di Tallinn. Tale legge vieta qualsiasi monumento
che esalti il regime sovietico.
Per i cittadini di origine russa la decisone è una mancanza di rispetto: la statua rappresenta per loro il simbolo della liberazione dai nazisti, e non un monumento dell’occupazione sovietica. Il governo apporterà una
modifica allo statuto, al fine di risolvere il problema.
La Polonia e
la Slovacchia discutono di formaggio. L’Unione Europea ha deciso di concedere al formaggio polacco Oscypek un certificato di marchio registrato. Il ministro slovacco si è opposto, poiché secondo loro, questo tipo di
formaggio è originariamente slovacco. Per dimostrare
la differenza tra i due tipi di formaggio, i polacchi
hanno dichiarato che il loro Oscypek è costituito per
il 60% da latte di pecora mentre l’Ostiepok contiene
per l’80% di latte vaccino. Pertanto questi due formaggi non possono essere considerati un unico tipo.
L’Unione Europea ha condotto ricerche sui due formaggi, giungendo alla conclusione che l’unica soluzione era proporre ai due paesi di tentare di raggiungere
un accordo amichevole fra di loro.
Il governo di Ankara continua a negare l’esistenza della minoranza kurda nel paese, il che
rappresenterà un grande ostacolo al momento di decidere se accogliere la prossima richiesta di adesione
della Turchia nell’UE. Ripetutamente, casi che dimostrano amare tensioni risvegliano l’opinione pubblica,
proprio come l’ultimo incidente. Il presidente del
Partito Democratico turco, Ahmet Turk, ed il suo vice
Aysel Tegluk, hanno trascorso un anno e mezzo in un
carcere turco per aver distribuito volantini nella loro
lingua. Secondo il giudice, tale episodio costituisce
una violazione della legge del Partito, la quale vieta
l’utilizzo di qualsiasi altra lingua al di fuori del turco.
NO!
26
Homo Exodus
Autore: Etienne Deshoulières
Foto: Joab Nist
Traduzione: Giorgio Regoli
Homo
Exodus
Discriminati a scuola, nell’esercito e persino all’ospedale. Gli omosessuali dei
paesi dell’ex blocco sovietico emigrano
in massa.
In Lettonia il primo gay pride organizzato a Riga
nel 2005 si è tramutato in una catastrofe. Juris Lavrikovs militante gay lettone, racconta: “Prima della manifestazione, un’isterica campagna omofobica era partita
della chiesa cattolica, dalla luterana e dall’evangelica,
così come da parte di gruppi dell’estrema destra ultranazionalista”. Lo stesso primo ministro, Aigars Kalvitis,
si era dichiarato contrario alla manifestazione, considerando che una parata di una minoranza sessuale non
aveva niente a che vedere con il centro della capitale.
L’opposizione ha ravvivato l’animo dei contro-manifestanti: “Quando ci siamo messi in marcia, migliaia di
persone hanno iniziato ad intonare canti omofobici e a
brandire manifesti. Si poteva leggere: „Gli omosessuali
fottono la nostra patria; I vostri diritti si fermano là
Sopra Jaco van den
Dool (in rosa) e Sjoerd Warmerdam.
Si sono sposati il 6 marzo, 2007.
dove comincia il mio culo; la sfilata della vergogna....”.
Più volte i manifestanti hanno cercato di contrapporsi,
tenendosi per mano o sedendosi in mezzo alla strada,
al fine di bloccare il corteo. Malgrado la protezione
della polizia, la sfilata fu rapidamente interrotta. “Ci
lanciavano uova, pomodori e persino gas lacrimogeni.
Ci siamo dovuti riparare dentro una chiesa”. Testimonia Juris Lavrikovs. Fortunatamente nessun manifestante è rimasto ferito.
Non si può dire lo stesso della prima manifestazione
omosessuale russa, organizzata a Mosca il 27 maggio 2006. “Molte organizzazioni non governative e la
stessa chiesa ortodossa si sono opposte alla marcia”.
Riporta l’organizzazione per la difesa dei diritti umani, Human Rights Watch. Nonostante il divieto della
polizia e della giustizia, imposto violando gli accordi
internazionali ratificati dalla Russia, gli organizzatori
avevano deciso che la sfilata avrebbe avuto ugualmente
luogo. “Mosca non è sodomita!”, “I froci fuori dalla
Russia!”: come in Lettonia, l’apparizione pubblica di
gay e lesbiche ha scatenato l’ira di alcune centinaia di
nazionalisti. “Dobbiamo uccidere i froci” sosteneva Boris, giovane agente di polizia particolarmente robusto.
Benché la polizia abbia cercato di respingere le bande
di skinheads, piccoli gruppi di giovani sono riusciti
ad aggredire i manifestanti. Tra questi figurava il deputato dei verdi, il tedesco Volker Beck, portavoce dei
gay e delle lesbiche nel proprio paese e Pierre Serne
militante ecologista francese venuto a sostenere gli
omosessuali russi.
27
La situazione non è isolata alla Lettonia e alla Russia. In Bielorussia gran parte della popolazione è
contraria alla nascita di un movimento omosessuale.
“L’omofobia, il sospetto ed i pregiudizi sono ancora
molto diffusi. Secondo uno studio della lega bielorussa
per l’uguaglianza dei sessi, il 47% dei cittadini bielorussi pensa che „Gli omosessuali dovrebbero essere
imprigionati”, afferma Svyatoslav Sementsov, militante
membro dell’organizzazione Vstrecha “Gay e lesbiche
sono vittime di molestie, indipendentemente dal loro
livello sociale”. I politici sono dello stesso avviso.
Nell’aprile del 2005, Viktar Kuchnynski rese pubblica
la sua volontà di criminalizzare l’omosessualità. Numerose conferenze sono state vietate dal governo. Alcuni militanti sono stati arrestati. “I media, controllati
dallo stato, hanno anche screditato l’organizzazione
LGBT”. Questo discredito è stato largamente rilanciato da alcune correnti religiose, che recitano un ruolo
importante nella persistenza del sentimento omofobico. Al riguardo, la recente elezione di Benedetto XVI
non annuncia modifiche da parte del vaticano. Il cardinale Ratzinger, si era fatto portavoce dell’omofobia
durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Secondo
l’attuale papa, l’omosessualità è “un’anomalia” contraria “alla legge morale naturale” alla quale bisogna
“opporsi in maniera chiara e decisa”. Nel documento
rimasto celebre intitolato “Considerazione a proposito
dei progetti di riconoscimento giuridico delle unioni
tra omosessuali” vengono riportati gli interventi della
chiesa nella sfera pubblica. Si tratta in effetti di „affermare chiaramente il carattere immorale di questo tipo
di unioni” , di „non esporre le nuove generazioni ad
un concetto sbagliato di sessualità” e, più in generale, di „lottare contro l’uguaglianza dei diritti dei gay e
delle lesbiche“. La presa di posizione delle istituzioni
ecclesiastiche contro le pratiche omosessuali ha riscosso una grande eco nella classe politica polacca. I politici hanno infatti moltiplicato le dichiarazioni e gli atti
omofobici. Nel 2005, il primo ministro ha dichiarato:
“Se una persona cerca di infettarne un’altra con la sua
omosessualità, lo stato deve allora intervenire contro
tale attentato alla libertà”.
Nel 2006 un alto funzionario è stato congedato dal
ministero dell’educazione per aver diffuso Compass,
un manuale del Consiglio d’Europa che sensibilizzava
i giovani sui problemi delle discriminazioni.Il suo successore ha affermato, poco tempo dopo, di tenere la situazione nuovamente sotto controllo. L’omosessualità
è contro la natura umana (...); tali comportamenti non
devono essere presenti nelle scuole. L’obbiettivo della scuola è quello di spiegare la differenza tra bene
e male, tra bello e brutto(...). La scuola deve spiegare
che le pratiche omosessuali conducono al dramma, al
vuoto e alla degenerazione. Come se non bastasse, il
deputato polacco Wojciech Wierzejski ha pubblicamente incitato ad usare la forza contro i militanti gay e
lesbiche nel giorno della marcia annuale organizzata
28
ogni anno a Varsavia: “Se dei deviati si mettono a manifestare, dobbiamo colpirli a bastonate”. Ancora più
grave, secondo Amnesty International al momento del
raggruppamento a Poznan, i militanti della causa omosessuale sono stati offesi dal Mlodziez Wszechpolska,
movimento nazionalista ultracattolico di estrema destra, membro della coalizione al potere. Alcuni membri dell’organizzazione chiedevano lo stermino degli
omosessuali. Tra gli insulti, si poteva ascoltare “Gassiamo i froci” e “Vi faremo fare la fine che Hitler ha fatto
fare agli ebrei”.
Confrontandosi con un ambiente ostile e incontrando
difficoltà ad ammettere la loro differenza, gli omosessuali dei paesi dell’est vivono male la loro sessualità.
Nell’ambito del programma dell’Unione Europea contro la discriminazione, la International Lesbian and
gay Association (ILGA) ha realizzato uno studio sulla
popolazione omosessuale dei paesi dell’est. Le statistiche realizzate in dieci nuovi paesi membri dell’Unione
(Rep. Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, e Romania) rivelano
che circa il 50% dei gay e delle lesbiche di queste regioni decidono di emigrare. Le discriminazioni hanno luogo tanto in famiglia quanto a scuola, sul lavoro,
nell’esercito, in ospedale o in chiesa. Più del 40% ha
già subito molestie e quasi il 20% è stato vittima di
aggressioni fisiche. In Romania, Slovacchia e Slovenia,
il 25% degli omosessuali aggrediti dichiarano che la
polizia ha avuto una reazione ostile, quando sono andati a sporgere denuncia.
Nella maggioranza dei paesi dell’Europa dell’est le violenze contro gli omosessuali non sono episodi isolati.
L’omofobia è il più delle volte radicata nella polizia
e nell’esercito. Il rapporto dell’ ILGA riporta la testimonianza di un giovane rumeno: “ Durante il servizio militare sono stato violentato da tre ufficiali(...) al
fine di iniziarmi al “piacere del servizio”, i tre uomini
hanno evidentemente considerato di dovermi dare una
lezione sessuale”.
Il tempo in cui in Europa occidentale l’omofobia istituzionale era ancora in voga non è in realtà così lontano. Nel 1960 Paul Mirguet, allora deputato del partito di maggioranza al parlamento francese, teneva un
discorso apertamente omofobo: “Penso che sia inutile
insistere a lungo, perchè voi tutti siete a conoscenza
della gravità di questo flagello dell’omosessualità, flagello dal quale dobbiamo proteggere i nostri bambini.
Nel momento in cui la nostra civilizzazione, pericolosamente minoritaria in un mondo in piena evoluzione, diviene così vulnerabile, dobbiamo lottare contro
tutto quello che può diminuire il nostro prestigio”.
Di fronte a questi propositi, lontani dal manifestare
la propria contrarietà, i parlamentari francesi adottarono l’emendamento proposto e una nuova categoria
“l’oltraggio al pubblico pudore, sotto forma di un atto
contro natura, il rapporto con un individuo dello stesso sesso” fu inserito nel codice penale.
“Fino alla fine degli anni 70, i mass media non ne parlavano minimamente”, testimonia Jean Michel Bonnet,
medico anestesista originario di una piccola città del-
29
la provincia francese. Così il 46% degli omosessuali
francesi decise di andare a vivere nella regione parigina. Questo cinquantenne in piena forma fa parte di
categorie socio-professionali superiori. “Se non fossi
stato gay, probabilmente sarei rimasto in provincia”
ammette. “All’epoca, era un tema ancora completamente taboo. Stiamo parlando del 1968, come se tutto ciò
a quei tempi non fosse esistito”. Bisognerà infatti attendere la formazione di gruppi organizzati, come il
comitato d’urgenza anti-repressione omosessuale, tra
gli anni 70 e l’inizio degli anni 80, per far sì che il movimento abbia una reale visibilità. “Quando ho lasciato
la provincia per trasferirmi a Parigi, vivevamo ancora come i primi cristiani, con dei codici e dei luoghi
d’incontro, c’erano solamente dei bar con i vetri colorati”. Nel corso dei successivi 20 anni le cose sono cambiate. Dalla depenalizzazione del 1982 ai patti civili
di solidarietà del 1999, la situazione non ha smesso di
migliorare per gli omosessuali parigini. “Adesso esiste
il quartiere Marais e il sindaco di Parigi è omosessuale.
Sento realmente una normalizzazione che a mio avviso
è rassicurante. Dobbiamo comunque rimanere vigili.
Una minoranza resterà sempre una minoranza. Basta
guardare che cosa succede dal punto di vista religioso,
per vedere che nulla è dato per scontato”
dell’ovest.
Ormai le rivendicazioni dei movimenti omosessuali
francesi si basano sull’uguaglianza dei diritti. Matrimonio, fiscalità, adozione, successione, ricongiungimento con il partner ma le discriminazioni che devono
subire gli omosessuali sono ancora numerose.
“Il prossimo grande traguardo sarà il diritto
all’indifferenza. il fatto che io sia omosessuale fa parte
della mia vita privata, come la scelta della religione
o dell’alimentazione”.Jean Michel tuttavia afferma che
non si sente vittima di discriminazioni nella sua vita
quotidiana. Si augura che presto anche gli omosessuali dei paesi dell’ex blocco sovietico possano dire altrettanto. E si mostra piuttosto fiducioso riguardo al
miglioramento delle loro condizioni negli anni a venire. “Attualmente i paesi dell’est stanno scoprendo la
pluralità, che sia politica religiosa o sessuale. La situazione è incoraggiante, viaggiando a Praga oggigiorno,
non si ha l’impressione che ci siano delle grandi differenze con Parigi”.
Per il medico parigino, la lotta in favore della causa dei
diritti omosessuali in atto nell’est Europa deve passare
attraverso delle forme d’azione collettive: “Militate!
Unitevi! Avvicinatevi! Viaggiate ad ovest. E sopratutto,
approfittate dell’Europa!”
Se l’omosessualità è sempre più accettata dalla famiglia e dagli amici, non sempre si può dire lo stesso per
i gay e lesbiche. I giovani omosessuali francesi tra i 16
e i 39 anni innalzano a tredici volte la possibilità di
tentato suicidio, rispetto ai giovani eterosessuali. Questo prova che la lotta non è finita nemmeno nei paesi
www.mag-paris.org/magazette.
30
Voglia di Europa
Autore: Björn Richter
Foto: Carl Berger
Traduzione: Victor Hugo
Scacchi Forieri
Voglia
di Europa
La sensazione è difficile da mandar via. Nelle settimane seguenti mi sorpresi a scoprire quante persone la
pensavano come me. Igor, dalla Moldvia, andò a New
York e lo scoprì. Kata, da Budapest, lo sentì durante i
suoi studi di legge a Costance. Vegard, da Oslo, prese
lezioni di immersioni a Vancouver e desiderò la sua
casa in un modo che non aveva mai provato prima.
Persino Vitaut, da Hrodna, Bielorussia, lo sentiva: non
è come una normale nostalgia per le tue mura, i tuoi
amici, il tuo letto. Si trattava di nostalgico orgoglio.
Sperimentare la malinconia in scala
continentale: Condividendo un nostalgico orgoglio.
Un singolare sentimento che nè i miei genitori nè
i miei nonni hanno potuto sperimentare. “è meraviglioso che tu possa viaggiare così tanto.”, non mi
capiscono, non voglio solo viaggiare, fare esperienze,
consumarmi. Voglio immergermi in questo sentimento, voglio sentirmi a casa dovunque vada, nel mio
continente. Igor, Kata, Vegard, Vitaut ed io parliamo
degli stessi problemi nello studio, ci piace la stessa
musica e discutiamo degli stessi problemi di coppia.
Quanta intimità. Improvvisamente, so cosa significa
esultare per la vittoria di FC Porto nella Champions League, pogare mentre “Lordi” vince il grande
Eurovision Song Contest, o incontrare qualcuno o
il fratello di qualcuno al Sziget-Festival a Budapest.
Aggiungo a tutto questo ore di conferenze skype
immerso nella produzione di una rivista Europea.
E’ sera qui a Città del Capo. La Table Mountain scompare lentamente, avvolta tra le nubi.
Osservo il mio ospite, Jan . Lui beve un sorso di vino;
parliamo della vita in Europa e in Africa. Jan è un
Sud-Africano istruito con antenati Boeri. Nonostante
viva nella nazione più bella del mondo, parla con
entusiasmo delle metropoli europee – Berlino, Parigi
e Vienna - Le ha visitate tutte negli ultimi anni - „A
Berlino, mi fermai ad ammirare lo scorrere della vita.
Si poteva toccare con mano“. Racconta di autobus
notturni, di caffe aperti oltre la mezzanotte, di clubs,
di scelte di carriera, di estrema libertà paragonata allo
stile di vita di Città del Capo.
Da allora, ho riflettuto molte volte sulle parole di
Jan. Sono anche io così ottimista quando parlo della
mia città natale, Berlino? Sono felice qui, persino
orgoglioso di questo posto, ma è un sentimento che si
espande al di là dei confini urbani. È più, una voglia
di Europa.
L’ultima volta che rimasi catturato da questo sentimento fu durante un viaggio ai Pirenei Francesi.
Trascorsi alcuni giorni con degli amici in un piccolo
villaggio pieno di persone matte che volevano scappare dalla società. Era un po’ come a Città del Capo.
Guardando le montagne lasciai i miei pensieri vagare
e, improvvisamente, il sentimento mi afferrò: questa
strana brama d’Europa.
Tutto questo per me è Europa.
Non fraintendermi. Non sono il genere di persona
che si emoziona quando qualcuno definisce l’Europa
la “fortezza della pace”. È un dato di fatto. La nostra
generazione non piange, agisce. No non siamo i politici di Bruxelles che impastano linee guida improvvisate invece di creare durature visioni.
Gli ultimi anni sono stati testimoni di una generazione in movimento, una generazione capace di vedere
l’Europa come un’idea da vivere.
31
Un Pensiero per
un Manifesto
Attaccali! Una tradizione ormai in Olanda,
Loesje pianifica di ridisegnare l’opinione
pubblica attraverso un’intensiva campagna
a base di poster. Nessun muro si salverà.
Ipnotizzati da ondate di colletti bianchi che vanno e
che vengono dalla mattina alla sera, non avete mai
avuto l’impressione che i luoghi pubblici vengano
sottovalutati? Lasciando da parte i colori ammalianti
dei cartelloni pubblicitari e dei segnali stradali, pochi
sono coloro che approfittano dei necessari spostamenti come tempo libero fatto per osservare e riflettere.
Torniamo indietro nel tempo, ad Arnhem, Olanda, nel
1983, quando strani cartelloni cominciarono a fare le
prime apparizioni nella città. Riportavano messaggi
positivisti, fornivano ai passanti un’occasione per approfittare del proprio tempo libero per pensare. Quasi
venti anni dopo, gli stessi poster e Loesje si sono fatti
strada attraverso quasi tutta l’Europa. Iniziato come
semplice fenomeno olandese, è diventato un evento
internazionale, ma il concetto di base rimane lo stesso.
Raggruppate una manciata di menti giovani e critiche
attorno ad un tavolo e prendete carta e penna. Normalmente un buon pranzo è incluso nel progetto. Ognuno
comincia la fase del cosiddetto lavaggio creativo: scrive
qualsiasi frase gli passi per la mente. Due ore, una
montagna di argomenti e varie portate dopo, un paio
di frasi saranno sopravvissute alla critica selezione. I
messaggi verranno poi moltiplicati e messi su internet.
Lo scopo è quello di attaccarne il più possibile. Quello
dell’attacco è un processo delicato. Scegliete il muro
adatto in qualche posto pubblico molto frequentato,
più visibile è meglio è. Controllate che il proprietario
non vi stia guardando e portate a termine il vostro dovere con tanto di colla da parati. Volatilizzatevi silenziosamente ma abbastanza in fretta e sperate che molte
persone riescano a dare un’occhiata al poster prima
che il proprietario o altre forme d’arte lo ricoprano.
La speranza è quella di occupare più luoghi pubblici
possibile. Lo scopo è quello di far fermentare pensieri
nella loro forma più pura: chiunque veda il messaggio dovrebbe chiedersi “huh?” allo scoprire un oggetto
sconosciuto in un ambiente conosciuto. Solo l’occhio
più allenato riuscirà a riconoscere il poster con tanto
di frase che subdolamente nasconde un significato divertente e intelligente. Il poster raggiunge la perfezione solo se riesce ad attirare l’attenzione dell’occhio non
allenato, di quello passivo.
Se sei troppo occupato per attaccare i cartelloni tu stesso, puoi
in ogni modo divertirti leggendo un messaggio pungente di
quando in quando. Loesje ti permette di aggiungere un miniposter sul tuo sito web, rinnovambile ogni mese. Per saperne
di più www.loesje.org
3
1990
1991
1993
1994
27 luglio, la Bielorussia dichiara
la sovranità nazionale
L’Unione Sovietica crea la “Comunità di Stati Indipendenti”
(Commonwealth of Independent
States). Lukashenko risulta l’unico
a votare contro l’alleanza.
Lukashenko viene eletto responsabile del comitato anti-corruzione
nel parlamento
10 luglio, Lukashenko vince le
elezioni presidenziali e diventa
presidente
1996
1999
2000
2001
70 su 199 membri del parlamento
bielorusso firmano una petizione
che accusa Lukashenko di violare la costituzione. Lukashenko
organizza un referendum per accettare la nuova costituzione. Gli
Stati Uniti e l’Unione Europea si
oppongono alla legittimazione di
tale referendum
Durante la guerra del golfo, Lukashenko propone l’Unione Slavica
costituita dalla Russia, Bielorussia, Ucraina e Jugoslavia. Il progetto non dura.
7 maggio, l’attivista dell’ opposizione e Ministro degli interni Yury
Zakharenko scompare.
16 settembre, il leader dell’ opposizione Victor Gonchar e il suo
alleato Anatoly Krasov scompaiono.
7 luglio, la giornalista televisiva
Dmitry Zavadsky, della Televisione Pubblica Russa ORT, nel
1994-1997 fotografa personale di
Lukashenko, scompare
Lukashenko viene rieletto il 9
settembre, gli Stati occidentali
criticano le elezioni, la Russia le
accetta
2003
2004
Agli ufficiali non ammessi negli
stati uniti dopo la prima guerra
dell’Iraq viene concesso il passaporto bielorusso.
Lukashenko chiama un referendum che permette rielezioni illimitate e vince. Gli stati occidentali
criticano i risultati, l’associazione
degli Stati Indipendenti (CIS)
ammette che non si sia registrata
nessuna violazione
2006
2007
19 marzo, Lukashenko vince le elezioni. L’OSCE (l’Organizzazione
per la sicurezza e la Cooperazione in Europa) non le accetta, CIS
parla di elezioni chiare e trasparenti. Nei giorno seguenti 10000
protestanti organizzano marce
nelle strade, protestando contro
le elezioni. I ragazzi dormono in
tenda e passano le notti nella piazza d’ottobre. Le proteste vengono soffocate dalle autorità.
La Russia cambia il suo programma di distribuzione energetica a
basso costo alla Bielorussia
25 marzo, Dan Voli, giorno della liberazione. Si annunciano un
gran numero di manifestazioni
Senza Padre
Un leader bielorusso scompare misteriosamente. Sua figlia eredita la sua determinatezza e il
suo pubblico. Una rivoluzione dei jeans contro
l’ultimo dittatore europeo
“Cari amici, questo è mio padre, Anatoly Krasovsky e questo è il suo amico Viktor Gonchar. Il 16 di
settembre 1999, le loro vite si sono improvvisamente
(...).”. Così avevo iniziato il mio discorso al settimo
anniversario della scomparsa di mio padre con le loro
foto alle mie spalle. 10.000 erano venuti ad assistere, si
erano radunati per commemorare la memoria di mio
padre e delle altre tre persone “scomparse” in Bielorussia, per l’occasione della Grande Festa dei Jeans in una
giornata di sole a Minsk nella piazza Bangalor. Ho visto
simpatia nei loro occhi, supporto, solidarietà. Mi sono
sentita esultare... non come 6 anni fa, durante il primo
anniversario della scomparsa di mio padre e di Viktor,
quando mia madre, io e altre due persone rimanemmo
in piedi in silenzio, in questa strada Fabrichnaya, dove
era stato visto per l’ultima volta.
36
Tutte le volte che assisto a questo tipo di manifestazione mi domando: “Quante persone ci saranno oggi?”
Avevo paura di trovarmi da sola per strada. E’ per queSenza Padre
sto che mi sentivo così emozionata, mentre tenevo il
mio discorso davanti ai partecipanti alla Grande Festa
Autrice: Valeriya Krasovskaya dei Jeans. Erano venuti, a prescindere dal fatto che il
Foto: Charter97.org
trasporto pubblico non funzionasse, come spesso capiTraduzione: Irina Dinca
ta quando c’è una dimostrazione o una protesta contro
l’autocrate regime di Lukashenko in Bielorussia. Erano
venuti nonostante gli studenti fossero stati obbligati
a recarsi a scuola per alcune attività supplementari,
come le pulizie dei campus. Tutti gli stratagemmi vennero impiegati pur di impedire alla gente di partecipare alla loro festa, per celebrare la commemorazione di quelli che avevano sofferto per la libertà della
Bielorussia. In un certo modo, una giornata felice per
me. Se possiamo utilizzare la parola felicità nella mia
situazione, una situazione di totale incertezza riguardo
quello che è capitato alla persona più importante della
mia vita - mio padre.
Mi ricordo la notte in cui mio padre non tornò a casa,
me lo ricordo come se fosse ieri. Mi ero svegliata alle 4
del mattino e avevo visto mia madre in cucina. Apparentemente non era ancora andata a letto. „Chè è successo?“ Avevo chiesto. „Papà non è ancora rientrato?“
„No“ mi rispose. Il cellulare di mio padre non funzionava e non funzionava neanche quello di Viktor. “Vai a
letto, vedrai, andrà tutto bene“, mi disse. Però, da quella
notte in poi, nulla andò come sarbbe dovuto andare.
Valeriya Krasovskaya
Il mattino seguente chiamammo la polizia, ma non
si mostrarono entusiasti di cooperare con noi. Quella mattina avrei dovuto recarmi all’università, mi ero
appena iscritta, e si teneva una conferenza che aveva
come ospite il Presidente della Televisione bielorussa,
Kisel. Mia madre aveva contattato alcuni amici di mio
padre e di Viktor ed era andata nel posto dove avevano
avuto l’appuntamento la sera precedente – in un bagno
pubblico nella strada Fabrichnaya. Pezzi di vetro appartenenti alla macchina di mio padre, un Jeep Cherokee,
erano stati trovati sul posto dell’incidente insieme a
tracce di sangue, più tardi identificato come sangue di
Viktor Gonchar.
E’ difficile spiegare come mi sentissi in quei giorni.
Forse si accese in me una sorta di meccanismo di autodifesa e stranamente mi feci prendere dal panico: in
poche ore capii quello che stava succedendo. Non avrei
mai immaginato fosse possibile che una persona potesse sparire senza lasciare alcuna traccia di se, era una
cosa al di là della mia capacità di comprensione. Mia
madre, mia sorella ed io aspettavamo il suo ritorno. Lo
sgomento in me fu tale che solamente dopo anni mi
resi conto che non sarebbe più tornato. Tutt’ora, stranamente, non ho ancora perso la speranza.
Che è successo a Anatoly Krasovsky e Victor Gonchar?
Il 1999 fu un anno di aspra lotta tra il governo
di Lukashenko e i suoi oppositori,. Tre anni prima, Lukashenko tenne un referendum per la modificazione
della costituzione della Bielorussia. Il motivo finale
consisteva nell’aumentare il suo potere sul paese e
prolungare la sua permanenza al governo a sette anni.
Controlli internazionali affermarono che il referendum non era conforme agli standard internazionali e
l’opposizione non ne accettò risultati.
Anatoly Krasovsky, missing
Commemoriamo, tutti i 16 del mese, il giorno in cui
il leader dei giovani Nikita Sasim prese a sventolare la
propria camicia jeans durante l’anniversario nel settembre del 2005. La camicia jeans nell’aria diventò il
simbolo della rivoluzione, e dopo 6 anni il governo
non aveva ancora trovato delle risposte valide. Nikita
era diventato così popolare tra i giovani che anche Lukashenko sentì di dover correre ai ripari. Cinque giorni prima delle elezioni del marzo 2006, Nikita venne
arrestato senza processo e tenuto in carcere per 3 mesi
solamente con lo scopo di non lasciare che i giovani
si potessero organizzare. La prima seduta del processo
si tenne il 4 di Maggio.
Il fatto che non fosse apparsa la milizia e che la manifestazione non fosse stata vietata, fu probabilmente
dovuto alla negativa reputazione che Lukashenko si
era conquistato dopo aver soppresso le proteste tenute
in seguito al broglio elettorale e dopo aver arrestato lo
stesso mese mille dimostranti nella Den Voli mentre
festeggiavano l’indipendenza del
25 Marzo. Vietare la manifestazione era nei suoi piani, ma alla fine
non ne ebbe il coraggio. C’erano
manifesti in tutta la città, banner
su internet, adesivi sui lampioni
nelle strade. Camminando per
Minsk ancora adesso, potresti
trovare graffiti con il numero 16.
Organizzammo azioni in vari paesi: in Polonia e negli Stati Uniti,
in Lituania, Estonia, Russia, Ukraina, Repubblica Ceca, Francia,
Svezia, Belgio, Olanda....
che minuto prima e arrestarono la maggior parte dei
partecipanti. Non aveva ancora finito le ultime parole
quando, altri quattro pullman arrivarono, pieni di uomini in tute mimetiche. Volevano arrestare il resto dei
partecipanti venuti a sostenere un’azione di solidarietà.
Tutti cominciarono a correre. Ed io con loro. Mi resi
conto presto che non sarei mai riuscita nel mio intento.
Quegli uomini erano molto più grandi e veloci di me e
i loro occhi erano colmi di odio(...). Mi fermai. Non si
aspettavano una mossa del genere. La cosa li confuse,
mi lasciarono in pace e continuarono a rincorrere gli
altri. E’ così che mi salvai in quell’occasione. Tutta la
sera ricevetti telefonate dagli amici o soltanto da persone che mi conoscevano e che avevano letto sui giornali
che ero stata arrestata insieme agli altri.
Tutta questa attenzione che mi era stata concessa mi
ricordava un ampio articolo dedicato alla scomparsa
di mio padre. Era apparso circa 5 anni prima in un
giornale molto noto in Bielorussia, la “Komsomolskaya pravda”. Con tanto di foto
di me e mia madre sulla prima
pagina dell’articolo. Dopo la sua
pubblicazione ho sperimentato
per la prima volta l’esperienza di
sconosciuti che mi avvicinavano
per strada per confidarmi parole di simpatia o odio. Riconoscevano il mio viso e volevano
esprimere la loro solidarietà al
mio dolore. Purtroppo, un giorno, entrai in un supermercato
mangiando una mela che avevo
comprato in un altro negozio e
venni aggredita da una guardia
che mi accusava di averla rubata. Nonostante le mie spiegazioni e l‘ovvia differenza tra le mele, la guardia chiamò
un agente della polizia e insieme persero 6 ore minacciandomi con scherzi “allusivi“ del tipo: “Adesso vedrai
che cosa faremo alla la tua faccia furba” o “Abbiamo la
notte intera per giocare insieme”. Anche loro mi avevano riconosciuta dall’articolo. Non ero spaventata.
Sapevo che non avrebbero mai avuto il coraggio di farmi niente.
Nessuno
ebbe il coraggio di proibire la
commemorazione.
La Grande Festa dei Jeans fu
una giornata eccezionale anche
per il fatto che nessun agente della milizia aveva osato disturbare la manifestazione , come in genere era
loro abitudine e com’era capitato solo un mese prima
quando io stessa avevo visitato Minsk. Mi ero recata
al posto prestabilito per l’inizio della manifestazione,
di fronte all’ambasciata russa a Minsk. Una decina di
persone stavano già aspettando, tra cui una mia amica.
Quando mi vide mi corse incontro dicendomi che non
dovevo assolutamente perdermi quell’evento. Quattro
pullman della polizia erano già arrivati sul posto qual-
Secondo la vecchia costituzione, le elezioni presidenziali avrebbero dovuto avere luogo nel 1999. il precedente parlamento contava su tali elezioni, ignorando i
piani del dittatore e la nuova versione della costituzione. Nuove elezioni dopo sette anni, non solo rendevano
minacciosa la figura del presidente Lukashenko, ma
avrebbero anche provato l’illegalità della costituzione.
Viktor Gonchar, presidente dei deputati del precedente
parlamento, e il suo amico, il famoso editore Anatoly
Krasovsky, il quale aveva parzialmente finanziato il
movimento di opposizione, furono messi sotto sorveglianza speciale.
Victor Gonchar, missing
37
Dopo il discorso del leader dell’opposizione Alexander Milinkevich, venne il momento dei musicisti rock
bielorussi generalmente proibiti. C’era molta gente che
non vedevo da tanto tempo. Tra loro c’era un collega
del liceo, Denis, che era stato arrestato e aveva ricevuto
una condanna di 15 giorni di prigione perché era in
piazza d’Ottobre dopo le elezioni del marzo del 2006.
Avevo letto il suo nome sui giornali. In prigione si rifiutava di mangiare. Fu allora che mi resi conto che era
uno dei nostri. Alla festa ridemmo dei diversi episodi
che mi confessò sul periodo passato in prigione. Uscito
fu costretto a pagare 40 dollari, per i servizi ricevti.
Aveva perso 15 kg durante il suo sciopero della fame.
38
Alla festa le camicie svolazzavano nell’aria, come bandiere simbolo di libertà. Un’ora prima dalla fine, nonostante tutte le luci furono spente, i partecipanti continuarono a cantare, accesero delle candele e ci furono
anche dei fuochi d’artificio! Alla fine, un gruppo di
musicisti tra cui Krama, Neiro Dubel e Tovarish Mauzer salirono sul palco e cantarono canzoni conosciute a
tutti. Quella finale era dedicata a mio padre: “C’è gente
nascosta nella nostra città, ma la Bielorussia presto libera sarà!”. Era esattamente quello che sentivo dentro
di me.
Commemorazione del 16 settembre 2006: Il leader dell‘opposizione
Alexander Milinkevich per la libertà della Bielorusssia (a sinistra).
e il loro telefoni messi sotto controllo. La sorveglianza
e il controllo telefonico terminarono ufficialmente il 16
settembre 1999. poche ore prima che Viktor Gonchar e
Anatoly Krasovsky furono visti per l‘ultima volta.
Dal 2000 in poi, le Nazioni Unite hanno ordinato differenti mandati ordinando alla Bielorussia di investigare sulla scomparsa, l’ultimo dei quali il 2 novembre
2006. Fino ad ora. Nulla è stato fatto.
Le aziende legali, iniziarono ad investigare sull’accaduto;
tuttavia, tutte le prove finora raccolte sono state collezionate da volontari. Queste includono i frammenti
del finestrino della macchina di Krasovsky, usata lo
stesso giorno e ritrovata nella via Fabrichnaya a Minsk;
vennero ritrovate anche tracce di sangue, identificate
come quelle di Gonchar da un esperto esaminatore
indipendente.
Un ringraziamento speciale a
Katrien Mondt, Philippe Mousty
e Bram Vanderborght
Per saperne di piu‘sullo studio di Katrien
Mondt, la sua pagina web e‘:
http://homepages.vub.ac.be/~kamondt/
“Lukashenko non
mantiene le sue
promesse“
39
Jeanine Hennis-Plasschaert, membro del
Parlamento Europeo per il Partito dei Liberal-Democratici Europei (ELDP), è preoccupata per la posizione dell’Unione Europea
nei confronti della Bielorussia. Illustra a Indigo l’attuale situazione e i movimenti da
intraprendere.
“Fino all’anno scorso, la situazione riguardo la
Bielorussia era chiara. Il dittatore Alexander Lukashenko aveva in pugno il Paese e deteneva sufficiente
potere da mantenere la debole e frammentata opposizione sotto controllo. È riuscito a soffocare le proteste
nel marzo del 2006 dopo aver chiaramente falsificato
le elezioni. Mantenendo una forte posizione all’interno
del suo gruppo politico, era riuscito a frustrare i leader
dell’opposizione. Qualche anno prima aveva persino
ordinato alcune esecuzioni politiche. Dopo le elezioni
del 2006, dietro suo ordine, fece incarcerare uno dei
leader dell’opposizione, Alexander Kosulin, per cinque anni e mezzo.
“L’economia della Bielorussia era stabile. Il paese raffinava il petrolio dalla Russia e lo vendeva a prezzi di
mercato all’Unione Europea. In più, la produzione di
legno è di importante rilievo per il mercato europeo.
Alexander Lukashenko era in buone relazioni con il
presidente Putin, ed era allo stesso tempo riuscito ad
accontentare l’Unione Europea con la distribuzione di
energia.
Il Cavallo Sbagliato
“Putin, alzando il prezzo delle forniture di petrolio e
di gas della Russia a partire dal primo Gennaio del
2007, ha reso la situazione poco chiara. I ruoli già fissati sono improvvisamente cambiati e tutte le parti in
gioco sono state costrette a scegliere nuove posizioni.
Il dittatore Alexander Lukashenko cominciò ad accusare Putin di mancanza di rispetto. L’anno scorso, Lukashenko lottava ancora per un’unione tra la Russia e
la Bielorussia. Questa possibilità è stata ormai accantonata. Lukashenko ha perso fiducia in ulteriori vantag-
gi. Con cautela, dirige il suo sguardo verso occidente.
Aveva recentemente affermato alla stampa: “Imparo in
fretta. Stavo scommettendo sul cavallo sbagliato.” Ma
ovviamente non vuole che qualcuno metta becco nella
politica interna.
Aumentare la pressione
“Pensiamo che l’Europa non dovrebbe credere tanto facilmente alle parole di Lukashenko. L’Unione Europea
può utilizzare strumenti economici per fare pressione
su Lukashenko senza per questo mettere in pericolo il
popolo bielorusso. L’Unione Europea dovrebbe oltretutto fare più pressione sul dittatore per la liberazione
dei prigionieri politici. Il presidente dell’assemblea parlamentare del Concilio Europeo, Renee van der Linde,
ha visitato la Bielorussia all’inizio di quest’anno. Ha
quindi presentato un piano che parte dalla liberazione
dei prigionieri politici, ma la Bielorussia ha affermato
di non avere affatto prigionieri politici. Il Consiglio
Europeo ha proposto alla Bielorussia una squadra di
esperti del Consiglio per indagare sulla presenza o
meno dei prigionieri e sulla loro identità. La Bielorussia ha l’obbligo di rispondere a questo quesito. Sarebbe
bene che l’Unione Europea sia più forte in questo senso e offra un maggiore supporto. Ma la stessa Unione
Europea si trova momentaneamente in un momento
di stallo e gli stati membri si muovono secondo gli
interessi nazionali.
Intervista: Joeri Oudshoorn
Traduzione: Irina Dinca
Virtual
Insanity
Second Life regala una parvenza di
seconda identità, una vita all’interno
di un’altra. Ma, come quella reale,
questa vita è infestata da termiti
assetate di denaro…
40
Virtual Insanity
Autore: Martin Lafréchoux
A fine dicembre il Fronte Nazionale,
un partito dell’estrema destra francese, annunciò l’apertura della sua nuova sede in Second
Life, un universo virtuale in cui chiunque
può dar vita ad avatar (personaggi/alter ego
digitali), oggetti ed edifici. Gli estremisti non
sono però stati accolti a braccia aperte. Secondo il giornalista americano Wagner James Au,
“dopo l’arrivo del Fronte Nazionale, sono nate
due associazioni, AntiFN e SL Left Unit, con
il solo proposito di contrastarli. Queste, munite di manifesti, magliette e cartelloni, hanno
dimostrato chiaramente che l’arrivo del FN in
Second Life non era affatto gradito.”
Second Life consente agli utenti di creare
oggetti e di interagire a fondo con il mondo
circostante, fino al punto da permettere di
distruggere altri oggetti. Come era facile immaginare, le dimostrazioni di protesta assunsero rapidamente toni violenti. Cominciarono
con le armi da fuoco, passarono rapidamente
alle esplosioni e continuarono con le sparatorie, fino al momento in cui “un intraprendente
insurrezionista fabbricò delle bombe maiale,
le fissò a dischi volanti e le lanciò sulla sede
del Fronte Nazionale, facendole esplodere in
un diluvio di schegge suine.” La battaglia andò
avanti per un’intera settimana, fin quando, il 15
gennaio, l’intero edificio della sede del FN fu
raso al suolo.
A prima vista questa può sembrare un buona
notizia. Nel mondo virtuale nessuno è a favore
degli estremisti e gli abitanti della Terra si uniscono per eliminarli! Ma, l’obiettivo del Fronte,
non era trovare nuovi elettori. Era ottenere pubblicità gratuita, e l’hanno avuta. L’episodio è
stato riportato da numerosi giornali, non solo
in Francia ma anche in altri paesi.
Public Relations
In questo consiste Second Life. Il 27 gennaio
un gruppo di utenti americani di SL Netroots
Percentuale degli utenti europei:
Francia 12.73% • Germania 10.46%
Regno Unito 8.09% • Olanda 6.55%
Spagna 3.83% • Belgio 2.63% • Italia 1.93%
ha organizzato una protesta contro la guerra
in Iraq. A detta degli organizzatori, parteciparono alla manifestazione gli avatar di 7 paesi
differenti. In realtà solo 120 persone si erano
presentate e la protesta era solo una maniera
per esprimere un sostegno morale a un fatto
realmente esistente.
Nel dicembre 2006 un’associazione di beneficenza spagnola Mensajeros de la Paz utilizzò
Second Life per raccogliere fondi. Crearono un
personaggio virtuale, un senzatetto che chiedeva l’elemosina con un cartello. Dopo una settimana, l’avatar senzatetto aveva raccolto circa
30 euro, cifra tutt’altro che astronomica. Ma,
come chiarì in seguito il suo rappresentante,
“l’obiettivo principale non era il denaro, ma
una maggiore consapevolezza da parte della
gente”. Una cosa è certa: che siano organizzati dagli stessi cittadini virtuali o da entità
del mondo reale, la grande maggioranza
degli eventi che hanno luogo in Second
Life sono in realtà attività di PR sotto mentite spoglie.
Il 29 gennaio la Svezia annunciò l’imminente
apertura della prima ambasciata virtuale al
mondo. L’iniziativa però non partì dal Ministero degli Esteri svedese, bensì dallo Swedish Institute, un istituto promozionale. In
realtà la cosiddetta ambasciata non emette
passaporti né altri servizi ufficiali: il suo unico scopo è
far conoscere la Svezia ai
cittadini di SL e, naturalmente, promuovere
un’immagine moderna del Paese.
Big business
La Svezia è il primo Paese ad avere
una sua rappresentanza in Second
Life, ma molte aziende vi hanno già
tenuto riunioni o
aperto punti vendita.
Sulla scia di alcune
società del calibro di
IBM o Adidas, il gruppo bancario olandese
ABN ha aperto una filiale in Second Life nel
dicembre 2006. La banca
offre per il momento solo
“consulenza finanziaria”. Dall’ottobre 2006 la
prestigiosa agenzia di stampa britannica Reuters ha un ufficio permanente in SL. Un loro
reporter riuscì, durante il World Economic
Forum di Davos (Svizzera), ad intervistare gli
amministratori delegati di EasyJet e Skype e
altri dirigenti aziendali di alto profilo.
L’agenzia di stampa tedesca Axel Springer si è
spinta oltre: dal dicembre 2006 produce una
testata, chiamata AvaStar, pubblicata esclusivamente in SL. Se ci sono giornalisti dobbiamo
automaticamente supporre che ci siano notizie. Non esattamente. AvaStar non sembra riscuotere molto successo. Nonostante la febbrile
attività commerciale e le attività di PR, Second
Life ha in realtà un numero di utenti sorprendentemente basso. Gli iscritti sono oltre
3 milioni, ma, secondo il The Guardian, gli
utenti attivi, quelli che passano una quantità di tempo significativa nel mondo virtuale,
sono solo 100 000, dei quali meno di 60 000
iscritti a pagamento.
A febbraio il responsabile di SL, Linden Lab,
annunciò sul suo sito web che, per la prima volta, 30 000 utenti si erano collegati
contemporaneamente. Nonostante ciò, considerato che SL si estende su una superficie maggiore alla città di Monaco, doveva
apparire ancora abbastanza deserta. Queste
cifre dimostrano solo che la presenza delle aziende in SL non è semplicemente un
mercato virtuale. Le società aprono punti
vendita e organizzano eventi nel mondo virtuale per ottenere in modo semplice pubblicità
gratuita di prodotti che altrimenti passerebbero inosservati.
Gli utenti prima di tutto
Tutto questo è possibile perché
Linden Lab è già riuscito ad
attirare l’attenzione dei media
su Second Life. Il segreto è
stato il denaro virtuale. Gli
utenti di SL usano “soldi
veri”, nel senso che esiste
un tasso di cambio tra la
valuta virtuale e quella
reale. Nel maggio 2006
la cittadina di SL Anshe
Cheung era sulla copertina del Business Week in
quanto “Prima milionaria
di Second Life”. Cheung,
tedesca d’origine, fondò la
sua società in Cina; si occupa di creare e vendere proprietà virtuali in SL e può
già contare sull’aiuto di 23
dipendenti. Una rapida occhiata alle statistiche ufficiali di Second Life rivela che i
cittadini che guadagnano più
di 100 euro al mese sono molto
pochi, meno di mille, e che solo una dozzina
guadagnano più di 1000 euro al mese.
Nessun dubbio sulle capacità di autopromozione di Linden Lab. Dopo che una critica
parodia, chiamata “Get a First Life”, fu messa
online, Lab non cercò di farla chiudere, anzi,
nwn.blogs.com
rootscamp.pbwiki.com
lindenlab.com
terranova.blogs.com
getafirstlife.com
ha dato la sua autorizzazione ufficiale. Questa
mossa a sorpresa ha trasmesso un’immagine
di autoironia che, automaticamente, ha attirato l’attenzione di nuovi utenti.
Ma la montatura pubblicitaria non durerà
per sempre. Paradossalmente, il corrispondente Reuters in SL ha pubblicato di recente un’intervista che ne annunciava la fine.
Secondo la società di consulenza Gartner
Group, SL si sta avvicinando al cosiddetto
“picco di ascolto”, il che significa che c’è da
aspettarsi presto un’inversione di marcia.
In base a questa teoria, Linden Lab spera di
venire rilevato da una società più grande prima che si verifichi il crollo di popolarità. Al
momento dunque, i cittadini di SL non sono
i clienti di Linden, sono la sua mercanzia.
Per quanto riguarda i potenziali compratori,
l’analista della Gartner Group Steven Prentice afferma che “Google sarebbe in pole position”. L’ipotesi non sembrerebbe azzardata,
dato che il colosso dei motori di ricerca ha recentemente acquistato un’azienda di in-game
advertising, Adscape.
Ma l’affare deve concludersi in breve; i cittadini sono sempre più scontenti della bassa
qualità dell’hardware (a volte il gioco è estremamente lento) e della costante invasione di
PR e venditori. Per far sì che SL risponda alle
aspettative, Linden Lab dovrebbe concentrare
l’attenzione un po’ più sugli utenti e un po’
meno sulle aziende. A fine febbraio, il cosiddetto Esercito per la Liberazione di Second
Life bombardò i negozi virtuali di Reebok
e American Apparel rivendicando un maggior controllo dei cittadini sul loro mondo
virtuale, che rischia di diventare ben presto
un mondo pieno di venditori che cercano di
piazzare la merce in mezzo al deserto.
41
Ciao Bella!
Messaggi erotici
tra caffè e sigarette…
Quanto siamo veramente perspicaci?
Spagna
Non si gioca con gli spagnoli… non ci provate neppure a posare gli occhi su una delle amiche di lei, o
a lasciarvi trasportare in balli ravvicinati dagli amici
di lui. A meno che non cerchiate la lite o di mettere
una pietra sopra la vostra relazione. Gli spagnoli
hanno il “sangre caliente”, amano o odiano, danno
anima e corpo per una storia d’amore ma pretendono altrettanto.
Italia
42
Ciao Bella!
Dovete avere gli occhi foderati di prosciutto o venire da un altro universo per non notare quando
un italiano ha deciso di provarci. Schietti e dritti al
punto. Tutte le tattiche sono ammesse. Non esistono
messaggi da decifrare. I ragazzi offrono da bere e le
ragazze chiedono le sigarette. E non spaventatevi, in
alcune regioni i ragazzi si danno due baci sulle guance per salutarsi, non ci stanno provando…
Autrice: Irene Sacchi
Illustrazioni: Anne Buch
Grecia
Che i greci siano ospitali, ballino il sirtaki e mangino un po’ troppo d’aglio è cosa risaputa. Quello
che magari non sapevate è che la cultura, le zone
archeologiche o le passeggiate romantiche in spiaggia, come le gite fuori porta, facciano parte delle
tecniche di abbordaggio più utilizzate. Tutti si trasformano in possibili “Platone” o “Einstein” o ancora
piccoli “Shakespeare” per fare colpo. Per non parlare
delle serenate, che sono tornate in voga.
Polonia
Bulgaria
Una ragazza al centro della pista di una discoteca in Bulgaria funziona meglio del miele con le api. Normalmente sarà
assalita da un numero indecifrabile di pretendenti in cerca
di una notte d’amore. Se lottare contro tremila avversari
non è proprio quello che fa per voi, o se è una storia seria quella che andate cercando, allora rivolgetevi a qualche
amico e lasciatevi invitare ad una festa privata. Lì le ragazze
si fidano di più, la musica non assordante vi lascerà spazio
per parlare, e se sarete fortunati non dovrete lottare contro
la “mandria selvaggia” della discoteca. Volete offrire qualcosa da bere? Niente di meglio della famosa Flirting Vodka.
Come rimorchiare nella timida, introversa Polonia? Per il primo approccio, cercate un posto dove
si possa ballare. Questa scelta, condita con un paio
di birre, vi permetterà di ballare abbastanza vicini
al partner da lasciargli capire che siete interessati.
Il secondo punto fondamentale è il volume della
musica. Deve essere alto, tanto alto da lasciarvi la
mera possibilità di scambiare solo numeri telefonici
o brevi messaggi, dopo aver ballato insieme. Per il
primo appuntamento: il classico cinema, un caffè o
un concerto, dove poter andare insieme.
Svizzera
Olanda
Gli svizzeri hanno la fonduta e la cioccolata dalla
loro parte. Ma se siete stati invitati ad una cena stile
indiano probabilmente non è solo per restare amici. È un vero e proprio appuntamento romantico. Il
mito dello svizzero timido è passato fuori moda. I
ragazzi sembrano aver imparato che “chi dorme non
piglia pesci”. Magari con l’aiuto di un paio di birre
in più, stanno diventando sempre più diretti. E le
svizzere non sembrano certo dispiaciute del cambiamento.
Gli olandesi, famosi per essere singles e amare il
duro lavoro, hanno una nuova moda per corteggiare.
I supermarket per singles sono sempre più in voga,
non solo perchè offrono ai clienti una soluzione per
un pasto veloce, semplice ed esattamente per una
sola persona, ma funzionano anche come meeting
point. Dalla spesa all’invito a cena, il passo è breve.
43
Portogallo
Germania
Ragazzi timidi e ragazze decise. La Germania è il
paese in cui lei offre da bere e lui una tazza di caffè.
Il primo approccio è difficile. Bisogna essere intelligenti per captare i messaggi in codice che i tedeschi
cercano di inviare per cercare di rimorchiare. Fanno
molto affidamento sulla conversazione; una caffetteria è il luogo ideale per parlare e vedere se siete
veramente fatti l’uno per l’altra.
Belgio
Dimenticatevi di andare ad una discoteca o ad un
bar soli per incontrare qualcuno. Questa tecnica
funziona nei paesi del sud o al massimo in quelli
dell’est Europa. In Belgio finirete per ubriacarvi e
parlare solo con il barista… e solo per chiedere la
prossima birra (neanche loro sono troppo eloquenti). Cosa resta da fare? Corsi di lingua, tirocini, lavoretti, qualsiasi cosa che vi faccia correre al ritmo
frenetico della città.
Gentiluomini I portoghesi aprono gli sportelli delle
macchine, aiutano le compagne a mettersi la giacca,
pagano la cena. Che lo facciano un po’ con tutte
e che vi confondano un poco le idee, fa parte del
gioco. Ah, e se vi sentite chiamare con un nome che
non sia il vostro per poi assicurarvi che vi hanno
scambiato per una cara amica: non ci cascate. È solo
una scusa per parlarvi.
Turchia
Per corteggiare in questo paese avrete bisogno di
amici e familiari. Probabilmente nelle grandi città la
situazione è molto più europea di quanto crediamo
ma nei paesini di campagna o nelle piccole città il
peso della famiglia e della società è ancora talmente
forte che le ragazze hanno paura a farsi vedere anche
solo vicino ad un ragazzo. La fine delle lezioni o la
casa di un amico comune, rappresentano i soli momenti in cui si può avere la speranza di incontrare
la persona amata. La situazione è in rapido cambio
ma “ciò che pensa la società” è ancora un fattore
predominante nel comportamenti dei turchi.
44
Chi va piano...
Autrice / Foto:
Silvia Cravotta
Chi va piano, va
sano e...vive a lungo
L’Europa ha trovato la fonte dell’eterna giovinezza. Silano è uno dei pochi villaggi al
mondo dove gli abitanti vivono straordinariamente a lungo. Il segreto? Fortuna, pecore,
olio d’oliva e molto altro ancora…
Il segreto per vivere a lungo non è mai stato
così a portata di mano. Per secoli gli uomini lo hanno
cercato inutilmente negli angoli più remoti del globo,
mentre oggi basta prendere un aereo e volare in Sardegna. È nel cuore dell’isola mediterranea che si trova
Silanus, poco più di 2300 anime ma una popolazione
tra le più longeve al mondo. Gente che porta scritta sul
viso la propria storia, come Michele Mura: rughe che
raccontano un’esistenza fatta di lavoro e fatica, ma che
quando chiacchiera si distendono dimostrando che in
fondo lui con la vita mica se l’è presa, anzi.
Tiu Micheli, come lo chiamano in paese, indossa dei
pantaloni troppo grandi per la sua figura esile, ai piedi
dei grossi stivaloni di gomma, sotto i quali si stende un
manto verde accecante. Sopra la sua testa il cielo, intorno solo tante pecore. Ogni giorno – a 83 anni suonati
– porta le bestie al pascolo e coltiva la sua vigna. “L’aria
di campagna è la mia salute”, racconta, confidando di
sentirsi in pensione perché, rispetto a quand’era giovane, lavora meno, anche grazie all’aiuto del figlio. Tanto
lavoro, sin dalla più tenera età, anche per Tonino Tola.
Un ragazzino, confrontato ai suoi compaesani. Ma pur
sempre un 77enne che ogni giorno cammina per chilometri insieme alla sua somara per stare appresso alle
sue pecore e alle sue vacche, con le quali a volte passa
la notte per il timore dei furti, molto frequenti nella
zona. “Ci vuole passione in quello che si fa” spiega
Tonino, l’aspetto fiero di un cavaliere antico, “anche
nel lavoro. Tanti che hanno lavorato meno di me, sono
molto più stanchi”. Ed elenca con nonchalance la sua
dieta quotidiana: carne, formaggio, vino nieddu – cioè
rosso – che si fa da solo e verdure di produzione propria, come molti qua in paese, che hanno ricominciato
a curare l’orto da quando l’euro è entrato nei loro portamonete. Una dieta da far impallidire un qualsiasi salutista cittadino – tutto pesce e pane integrale – ma che
qui sembra essere davvero l’elisir di lunga vita. Anche
la memoria fila via come un treno: Tonino può parlare
per ore ricostruendo gli alberi genealogici di parenti e
compaesani o raccontando le avventure dello zio pilota
nella seconda guerra mondiale. Sigarette? Poche, per
mancanza di soldi. Medicine? Ancora meno e solo se
c’è bisogno, come quando arriva l’influenza. Il farmaco
più forte che si sente nominare qui è l’antibiotico.
Eppure Silanus è un paese come tanti altri in Sardegna: tanto verde, poca gente per le strade e un’aria
che davvero merita di essere respirata. Ma a portarlo
alla ribalta internazionale ci hanno pensato gli scienziati dell’Istituto nazionale sull’invecchiamento degli
Stati Uniti, che l’hanno indicato – insieme all’isola
di Okinawa in Giappone, alla città di Loma Linda in
California e ad alcune parti del Costa Rica – tra i detentori della ricetta per una buona vecchiaia, l’unico
in Europa. Ma, insieme a questo primato, non hanno saputo dare una spiegazione dell’alto numero di
centenari, e di novantenni in lizza per diventarlo, che
affollano questo piccolo paese nascosto tra le colline
del Marghine, in provincia di Nuoro. Tanto più che,
secondo le statistiche comunitarie, Silanus dovrebbe
essere cinque volte più grande per avere la certezza
di poter vantare almeno un ultracentenario. Inoltre, se
nel resto del pianeta c’è un centenario maschio ogni
quattro donne, qui la percentuale si dimezza a favore
degli uomini, con due centenari ogni donna.
Vite tranquille, senza stress e dunque senza le malattie
che esso origina, cibo che viene dalla tua terra e che ti
costringe a muoverti tutti i giorni per coltivarla (altro
che jogging e palestra!): potrebbe essere questa la formula magica per arrivare al secolo in gran forma. Ma
la verità è che l’ottima salute e la vita attiva di questi
nonnini è anche, e soprattutto, una questione di geni.
45
Geni forgiati dall’isolamento e che potrebbero essere alla base
della lunga durata di vita dei sardi. Proprio su questo sono al
lavoro gli studiosi dell’Università di Sassari, che da dieci anni
portano avanti il progetto scientifico AKeA (da a kent’annos,
a cent’anni, tradizionale augurio sardo) alla ricerca di una
chiave di lettura che possa svelare questo mistero.
“Sicuramente il fattore genetico conta – conferma l’assessore
alla Cultura, Gigliola Congiu, davanti a un piatto di delizioso formaggio pecorino – ma non dimentichiamo che queste sono persone che, specie nel periodo della guerra, hanno
mangiato poco. E oggi continuano a condurre vite sobrie,
ma soprattutto hanno tutti i loro cari intorno che li fanno
sentire ancora importanti”. L’ambiente sociale sereno è come
una campana di vetro che protegge gli anziani di Silanus dal
male della solitudine che tiene invece compagnia a tanti pensionati di città. In effetti qui di ospizi non c’è traccia e non se
ne sente proprio l’esigenza.
La vede diversamente Francesco Nieddu, fondatore della pro
loco ed ex sindaco, che parla di “selezione naturale”. “Gli ottantenni e i novantenni di oggi sono persone che sono sopravvissute alla malaria che infestava queste zone – racconta
–. Sono dunque persone fisicamente più resistenti. E non è
detto che i loro figli li imitino”. Tanto che oggi sono i padri
che aiutano i figli. Come fa Stefano Cossu, 93 anni portati
su una faccia da bambino. Quando finisce di lavorare con
Andrea all’ovile, raggiunge l’altro figlio Angelo, cantante, e
insieme si esibiscono nel canto a tenore, una tipica tradizione
sarda dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Insieme stanno anche lavorando a un cd. Davanti
all’incredulità di chi gli sta di fronte, sorride con dolcezza e senza alzarsi dal tavolo della sua cucina apre
la bocca e intona un canto con voce ferma e profonda.
La longevità, viene da pensare, è anche e soprattutto
una questione di testa. Fatalità e ironia sembrano essere scritti nei geni di questi vecchietti. È il caso di
Andreana Penduzzu, 95 anni. Seduta davanti al camino, affondata nel suo abito nero, all’inizio non sembra
contenta di dover raccontare di sé. Le basta un attimo,
però - come ogni sardo che si rispetti - per aprirsi al
suo visitatore, dimostrando un’energia che farebbe invidia a una trentenne e sfornando battutine disarmanti. Intorno a lei, divertiti, figli e nipoti che fanno a gara
per coccolarsela, allungandole così la vita giorno dopo
giorno.
“Certo, i geni sono in gran parte responsabili della durata dell’esistenza – spiega il dottor Hennig, presidente
della fondazione tedesca contro l’invecchiamento –.
Ma se non ti reggi in piedi a 70 anni, oppure se sei
in gran forma, dipende dal tuo stile di vita. In fondo,
invecchiare bene è come risparmiare per la pensione:
prima si inizia a vivere in modo salutare, meno sforzo
si farà col passare del tempo”. Un consiglio prezioso,
certo, e facile da seguire in una piccola realtà come Silanus. La vera sfida, per la nostra generazione, sarà farlo continuando a vivere in grandi metropoli, tra smog
e ritmi indiavolati. Riusciremo a vincerla? La risposta
non prima di mezzo secolo.
Sempre più capelli bianchi nell’Unione europea. Il vecchio continente detiene il primato
della più alta proporzione di cittadini anziani
rispetto al resto del mondo: più del 17% del
totale nel 2005. Un rapporto che secondo
le previsioni salirà al 20% entro il 2020.
Continuano a crescere anche l’età media degli europei e l’incidenza degli over 65 negli
Stati membri: dal 14,6% del 1990 al 17,2 del
2005. L’aumento degli anziani, un fenomeno a livello planetario, significa anche una
crescita dei costi delle prestazioni sociali e
sanitarie. Anche per questo l’Ue da tempo
porta avanti progetti per un’anzianità attiva. E per far sentire più giovani i nostri nonni, lancia il progetto ElderGames, che punta
sui giochi per migliorare l’attività mentale
nella quarta età.
Il Cervello
Multilingue
Il genio e la frana. Perché imparare una
lingua straniera è per alcuni una tortura
e per altri una passeggiata? Sei pronto al
cambiamento?
Sono 10 minuti che provate a spiegare al ragazzo
della reception che la tenda della doccia va cambiata.
Siete ancora lì a dimenarvi fra gesti strani e frasi fatte,
quando arriva la vostra ragazza alla riscossa. Con tre
frasette, irritantemente perfette, risolve la situazione.
La stessa frustrante storia durante tutte le vacanze.
Mentre tu cerchi laboriosamente di mettere insieme
due parole, lei ha già fatto amicizia con l’intero villeggio e le sue capacità linguistiche sono migliorate
incredibilmente. È ingiusto. La colpa è sicuramente
di quell’incapace della professoressa che avete dovuto
sopportare per tutti gli anni scolastici. Oppure è perché i vostri genitori non hanno mai potuto permettersi
di mandarvi ad uno di quei viaggi-studio all’estero.
„O magari non sono semplicemente portato per le lingue”
Esistono davvero persone con talento? Katrien Mondt,
linguista presso la Vrije Universiteit di Bruxelles, crede che ogni persona motivata possa imparare una lingua straniera. L’ambiente circostante è importante e
deve favorire l’uso frequente della lingua. Prendete per
esempio i bambini adottati: la maggior parte di loro,
se non tutti, acquisiscono capacità linguistiche simili
a quelle dei nativi. Ma perché allora, nonostante immersi nello stesso ambiente, alcuni adulti arrancano
ad apprendere una seconda lingua, mentre altri, come
per esempio la vostra ragazza, lo trovano così facile?
Michael W.L. Chee, dal Laboratorio di Neuroscienza
cognitiva del Servizio Sanitario di Singapore, prova
a dare una risposta e crede che la soluzione vada ricercata nella “memoria di lavoro fonologica”. La MLF
è un concetto che allude ad un sistema di capacità a
breve termine che ci permette di immagazzinare e utilizzare suoni a noi sconosciuti. In contrasto, i suoni a
noi familiari sono immagazzinati nella nostra memoria a lungo termine. La MLF è localizzata in differenti
aree del cervello, come la cosiddetta “area di Broca” o
la corteccia parietale inferiore sinistra. Secondo Chee,
maggiore è la nostra capacità di MLF, maggiore sarà lo
sviluppo del vocabolario e, a sua volta, l’acquisizione
di una lingua straniera. Tuttavia, è difficile dire se una
vasta MLF sia conseguenza o causa di un facile bilinguismo. La giustificazione che possiamo apportare è
che essa rappresenti solo una parte della spiegazione.
Svariati elementi entrano in gioco: qualunque sia il
vostro talento, motivazione ed uso sono anch’essi motivi chiave.
Il cervello multilingue
Autrice: Tania Rabesandratana
Illustrazioni: Verena Brandt
Traduzione: Daniela Castrataro
47
„Non so quanto sia grande la mia memoria fonologica, so
solo che mio padre mi ricorda sempre che dovrei essergli
grato, secondo lui è tutto merito suo”
Katrien Mondt, ricercatrice presso la Vrije Universiteit
di Bruxelles, ha permesso ad Indigo di dare un’occhiata
alla sua ultima ricerca sul cervello bilingue
I fattori genetici hanno un ruolo importante. Ma si
combinano con ciò che gli scienziati chiamano il nostro “ambiente”, ovvero quegli elementi che ci circondano: la cultura, l’esposizione alla lingua, ecc. Forse
dunque, non tutto dipende dalle capacità dei genitori
nelle lingue, ma anche dal loro atteggiamento verso le
Katrien lavora con tre differenti gruppi: primo-bilingui (coloro che hanno imparato la seconda lingua
da piccoli), tardo-bilingui e monolingui, provando
a determinare se e come le loro prestazioni nel linguaggio siano connesse alle loro prestazioni in matematica. Una delle sue sorprendenti scoperte è stata
che i bambini primo-bilingui e bilingui bilanciati
riscuotono risultati migliori in aritmetica rispetto ai
bambini monolingui. La Mondt sta realizzando uno
studio simile sugli adulti e mi ha concesso di partecipare come esempio di “tardo-bilingui”.
L’esperimento ha avuto luogo nell’Erasmus Hospital a Bruxelles in quanto ha richiesto l’uso di uno
speciale scanner per la risonanza magnetica funzionale (FMRI). Con questa tecnica, Katrien ha visualizzato l’attivazione dei neuroni nelle differenti
aree del mio cervello mentre io svolgevo una serie
di esercizi.
Cédric, il tecnico dell’MRI, mi ha dato un pigiama
e un sorriso quando sono uscita dallo spogliatoio,
nella mia tenuta grigia poco attraente. Improvvisamente non ero più una giovane giornalista ma
un’altra cavia impaurita.
Contemporaneamente, Katrien mi spiegava i tre
tipi di esercizi da svolgere e ciò che sarebbe apparso
sullo schermo durante la risonanza:
Linguaggio: crea nomi a partire da verbi;
Concentrazione: premi il bottone se la parola sullo
schermo è uguale al suo colore;
Matematica: premi il bottone se il risultato della una
somma è corretto.
Un gioco da ragazzi, pensavo.
Cédric mi ha quindi condotto alla macchina MRI
e mi ha dato delle enormi cuffie “per il rumore”. Il
rumore? Quale rumore? A mano a mano che il mio
corpo scivolava lentamente dentro la macchina, mi
sentivo come l’eroina di un film di fantascienza.
L’esperimento è cominciato. E così anche il rumore.
INASPETTATAMENTE ED INFINATAMENTE
ALTO. La mia testa sembrava intrappolata nella sirena di un allarme anti-incendio. Avete presente quei
giochi in tv? Riuscite a rispondere a tutte le domande-bonus dalla comoda poltrona di casa vostra, ma
di fronte alle telecamere diventa tutto più difficile?
Nel momento in cui mi stensi in quel tubo con tutto
quel fracasso intorno, abbinare il blu al blu o il 2+3
a 5 fu davvero difficile. Dall’altra parte della finestra
Katrien era lì a controllare che io rispondessi correttamente e a registrare le immagini del mio cervello,
per vedere quali aree avessi attivato per svolgere gli
esercizi. Più tardi, avrebbe elencato tutti i dati relativi ai tre gruppi e quindi avrebbe comparato i nostri
modelli di attivazione. Alla fine, sarebbe riuscita a
caratterizzare le nostre strategie cognitive e, si spera,
a capire meglio come funziona il cervello bilingue.
Il corpo cominciò a prudermi nei posti più impensabili. Quando mi distraevo, mi domandavo se
Katrien poteva vederlo sullo schermo. Invece sembra
che tutto sia andato bene e che il mio cervello funzioni perfettamente. Sono andata via stanca ma illesa,
e orgogliosa di aver dato il mio mini-contributo alla
neurolinguistica.
48
culture straniere e l’incoraggiamento nello studio. Tutti questi sono fattori in parte responsabili delle abilità
linguistiche.
„Ad ogni modo, è davvero troppo tardi?”
A farla breve, no, non lo è. In teoria, chiunque può
imparare una lingua straniera, a qualsiasi età. Si è
discusso a lungo su un’età limite dopo la quale una
persona non sia più in grado di acquisire un buon
comando di una lingua, il cosiddetto “periodo sensibile” o “ critico”. Alcuni scienziati hanno pensato che
il punto di non ritorno oscillasse tra i 6 ed i 7 anni,
mentre altri hanno definito la pubertà come momento
cruciale. “Quest’idea è ormai obsoleta per la maggior
parte degli psico-linguisti” afferma Philippe Mousty,
ricercatore presso l’Université Libre di Bruxelles. “Non
esiste un qualcosa che possa essere definito cambio
brutale nei livelli di performance. Ciò a cui assistiamo
è un graduale, continuo declino delle capacità di apprendimento di una lingua con l’avanzare dell’età,” continua Mousty. A farla breve: prima si comincia, meglio
è, ma non è mai troppo tardi.
„Sono d’accordo. Forse potrei imparare una lingua. Ma con
la pronuncia sono proprio negato”
„È vero che più tardi si comincia ad apprendere una
lingua straniera, più difficile risulterà la pronuncia.
Dal giorno in cui siamo nati, il nostro cervello continua a maturare; per esempio, se viene sottoposto a
qualche tipo di trauma, può recuperare le sue funzioni, riorganizzandosi. Questa plasticità è ciò che ci
permette di imparare nel corso di tutta la vita. Ma la
maturazione non avviene in modo omogeneo per tutte
le funzioni linguistiche. Generalmente le funzioni di
vocabolario e di grammatica permangono a lungo nella vita, mentre le funzioni fonologiche, come la rappresentazione e la riproduzione dei suoni, degradano più
velocemente. Questo potrebbe spiegare perché molte
persone acquisiscono capacità linguistiche eccellenti
mantenendo un forte accento.
49
Ma cosa importa? Nel limite del comprensibile, gli
accenti sono comunque piacevoli
„Perché non riesco a pronunciare la ‘R’ francese?”
Alla nascita, un bambino riesce a percepire tutti i suoni, ma
con il passare del tempo questa capacità diminuisce. “Persone
diverse producono suoni diversi. Crescendo perdiamo la capacità di riconoscere queste variazioni. Mentre facciamo ciò, perdiamo anche la capacità di percepire cose nuove, come i suoni
stranieri.” spiega Mousty. Per la stessa ragione, per esempio, i
giapponesi hanno problemi a differenziare i suoni europei ‘L’
e ‘R’. Questa distinzione non esiste nella loro lingua. Naturalmente, ci sono delle eccezioni. E rimane sempre la possibilità
di esercitarsi.
„Va bene, ma per quanto mi possa sforzare, resto sempre
un ragazzo. Le ragazze sono più portate nelle lingue. Hai
visto la mia ragazza come se la cava con i villeggianti
senza mostrare il minimo sforzo?”
“Generalmente, le ragazze se la cavano meglio… Ma
non è cosi semplice,” avverte Philippe Mousty. Se è
vero che il cervello maschile e quello femminile si
sviluppano differentemente, non possiamo trarre conclusioni azzardate. Per esempio, i ragazzi e le ragazze
utilizzano i loro emisferi in modo differente svolgendo un’attività linguistica. Questo significa che spesso
adottano differenti strategie cognitive, non per questo
migliori. Di nuovo, è difficile separare le caratteristiche innate dall’influenza dell’ambiente circostante. “Negli anni ’70 e ’80, numerosi studi americani
di socio-linguistica hanno dimostrato che le donne
avevano più influenza sui cambiamenti linguistici. Al
contrario, i ragazzi riscontravano un effetto negativo
sull’evoluzione della lingua,” ricorda Mousty. “Alcuni
ricercatori hanno supposto che le donne sono più a
loro agio nell’interazione e nei compiti comunicativi e
interattivi, mentre gli uomini lo sono con la produzione del linguaggio”. Su con la vita: anche se esistono
“differenze di sesso” dimostrate nella lingua, non tutte
sono a favore delle ragazze.
„Sarà. Si tratti comunque di ragazze o ragazzi, quelli che
sono così portati per migliaia di lingue mi buttano davvero
giù di morale”
Una volta che hai imparato una lingua straniera, è più
facile impararne una seconda o una terza. “Le competenze che si sviluppano imparando una nuova lingua
si trasferiscono alle altre. È come allenare un muscolo”
riflette Katrien Mondt. La pratica di passare da una lingua ad un’altra, per esempio, rallenta gli effetti dell’età
sul cervello e sulla capacità di apprendimento. Ellen
Bialystok, dalla York University di Toronto, ha persino
dimostrato che nei bilingui attivi il manifestarsi del
morbo di Alzheimer è ritardato di 4 anni rispetto ai
monolingui. Questo va a dimostrare che in generale un
esercizio regolare è buono per il cervello e in particolare che la pratica linguistica è un buon allenamento.
50
„E che succede se uno diventa davvero bravo in una lingua straniera… può arrivare a dimenticare la sua lingua
madre?”
Si. Cristophe Pallier, un ricercatore francese, ha dimostrato che bambini coreani adottati in giovane età
da famiglie francesi non manifestavano alcuna differenza linguistica rispetto a francesi madrelingua. Per
di più, questi bambini non mostravano alcuna attivazione cerebrale quando gli venivano presentati elementi
linguistici specifici della loro lingua madre; l’avevano
dimenticata. In una prospettiva differente, Katrien
Mondt ha studiato bambini in situazioni di immersione linguistica, come il caso di immigrati che fre-
„Se mi impegnassi al massimo, riuscirei a PENSARE in una
lingua straniera? Sarebbe fantastico”
“Ah, qui entriamo nell’ambito della filosofia”, osserva Katrien
Mondt. “Abbiamo davvero bisogno di una lingua per pensare?
O pensiamo attraverso suoni, immagini e concetti puri?” Innanzitutto, si, possiamo arrivare a pensare in un’altra lingua, ma
questo dipende da molti fattori, in particolare dal nostro livello di competenza. Le parole in lingue differenti rappresentano
concetti identici,ma noi pensiamo attraverso la nostra lingua più
forte? Thierry e Wu hanno realizzato un esperimento, presso
quentano una scuola in cui devono parlare una nuova
lingua. Dopo un po’, questi ragazzi hanno bisogno di
più tempo e concentrazione per svolgere dei compiti
nella loro lingua madre. “Si creano così persone bilingui non bilanciate; e questo non è assolutamente un
vantaggio cognitivo”, nota Mondt. Ad ogni modo, nel
caso di persona già adulta, ciò non è molto probabile,
in quanto in genere negli adulti le lingue native sono
stabili.
l’università del Galles, per provare a spiegare questo meccanismo
tra bilingui Cinesi/Inglesi. I partecipanti dovevano indicare quali
coppie di parole in inglese erano correlate per significato. Erano
inconsapevoli del fatto che alcune coppie di parole, benché non
correlate nel significato, nascondevano un carattere ripetuto se
tradotte in cinese. Quando si arrivava a queste coppie di parole
“truccate”, i soggetti madrelingua cinesi avevano un tempo di
reazione più lungo rispetto a quelli madrelingua inglesi. I ricercatori quindi sono giunti alla conclusione che i madrelingua
cinesi traducevano inconsciamente in cinese mentre leggevano
in inglese. In generale i bilingui “non bilanciati” (cioè i bilingui
che hanno livelli diseguali di competenza per le due lingue), usano il loro linguaggio più forte per svolgere alcune attività, come
contare.
Un ringraziamento speciale a
Katrien Mondt, Philippe Mousty
e Bram Vanderborght
„Per la verità, io riesco molto meglio nelle lingue… quando
sono ubriaco”
Ha senso. L’alcol dissipa quelle inibizioni che solitamente
rallentano la pratica e l’apprendimento di una lingua. “Forse le persone estroverse apprendono più velocemente delle
persone che hanno timore a parlare, solo perché in definitiva fanno più pratica”, si chiede Katrien Mondt. Accettare
gli errori, come parte del processo di apprendimento, può
essere più economico, meno nocivo e tanto efficace che
una caipirinha. Quindi fattevi coraggio e chiedete voi stessi
alla reception di riparare la tenda della doccia. Non avete
niente da perdere all’infuori di un po’ di orgoglio linguistico, mentre guadagnerete una sincero gesto affettuoso da
parte della gente del posto.
Per saperne di piu‘ sullo studio di Katrien
Mondt, vai sul suo sito personale:
http://homepages.vub.ac.be/~kamondt/
Un Saluto da...
...Chernobyl
Il turismo “nucleare”, è l’ultima frontiera
dello svago. Tra le macerie di una società
collassata e le rovine del disastro, affluiscono ondate di viaggiatori incuriositi
20 anni dopo l‘accaduto: tre Americani, quattro
Ucraini ed io ci lasciamo alle spalle Kiev a bordo di un
piccolo furgoncino bianco. Siamo diretti nella cosiddetta zona “30-km” circostante la precedente centrale
elettrica nucleare di Chernobyl. La nostra guida lavora
per il Ministero degli Interni. Un serio ed onesto uomo
con i baffi, indossa una mimetica militare. Puzza di
sudore e non ama essere interrotto quando parla. Seduti in uno squallido ufficio con un vecchio telefono
in bachelite e la carta da parati ingiallita ascoltiamo
per un’ora un monologo sul grande disastro della centrale nucleare e della famigerata fusione di Chernobyl
del 26 aprile del 1986.
Dopo l’introduzione, la nostra guida ci porta
nell’abbandonata città di Pripyat. Era stata costruita
intorno agli anni ‘70 come città sovietica modello di
vita benestante. Una gigantesca ferrovia circolare, un
finto orsacchiotto di fronte ad una biglietteria fatiscente. Entriamo in un appartamento. Segni di saccheggio
dappertutto; ogni mattonella della cucina era stata rimossa. Alla fine degli anni ottanta, i mobili radioattivi
provenienti da Pripyat venivano venduti al mercato
nero ucraino. Probabilmente, ancora oggi, centinaia di
persone continuano a cucinare con i fornelli radioattivi o si riposano su divani altamente contaminati.
La cosa che più mi sorprende della “zona” è
l’opprimente presenza della natura. Dei campi di patate e di cavoli Ucraini non rimane nulla, solo prati
e foresta. Un silenzio di tomba. Tutte le costruzioni
sono state abbandonate e sono derelitti. All’entrata di
un condominio vuoto, un albero si è fatto strada attraverso il marciapiede. Il mio rilevatore geiger inizia
a cicalare in maniera allarmante quando lo avvicino
sopra il muschio che ricopre i larghi pezzi di asfal-
http://www.pripyat.com/en
http://www.chernobyl.info
to e cemento. La pianta sembra trattenere una grande
quantità di radiazioni.
Molti giorni dopo il disastro, più di 200.000 persone furono evacuate dall’area circostante Chernobyl.
All’epoca, gli dissero che sarebbero potuti tornare dopo
pochi giorni. Alcuni non tornarono più, altri solo dopo
18 anni. Oggi circa 2000 persone vivono nell‘ area
all’interno dei “30-km”. Ritornarono per nostalgia dei
campi e delle fattorie. Specialmente gli anziani scelsero di tornare. Non gli importava delle radiazioni e dissero che il poco tempo a loro disposizione, preferivano
viverlo a casa propria.
Un saluto da...
Autore: Florence Tonk
Foto: Martijn de Vries
Traduzione: Victor H. Scacchi F.
Dopo la nostra visita a Pripyat, il furgoncino ci riprende per andare alla centrale. Il reattore numero
4, quello fuso, è racchiuso in un sarcofago di
Viaggiare Informati:
cemento armato costruito dopo il disastro. Il
mio contatore Geiger scatta. Brutto segno. La
- A Kiev, molte organizzaguida limita la nostra permanenza a 5 minuti.
zioni si occupano di tour
Alla fine del giro, ci offrono un pasto caldo
all’interno dell’area 30-km
nell’ufficio del Mistero degli Interni, nella seattorno a Chernobyl. Il coszione delle Calamità. Una donnona ci serve
to scende in base al numequattro portate di zuppa di pollo, carne fredro delle persone nel gruppo.
da, purè, cavoli e budino. Gli Americani delPer una persona si aggira sui
la nostra compagnia giocano con il cibo nel
300 dollari, per sei persone
loro piatto. Che vergogna. Hanno paura che
il costo può scendere fino a
il cibo sia contaminato, ma il mio appetito è
maggiore della mia paura.
circa 100 dollari a testa.
- Per il tour a Chernobyl si
Sono stato a Chernobyl. All’ultimo posto di
consiglia di prenotare una
controllo ci fanno passare attraverso un bizsettimana di anticipo per rizarro marchingegno d’acciaio che mi ricorda
chiedere l’autorizzazione dell’apparecchiatura che ha creato il mostro di
le autorità competenti
Frankestein. Qui esaminano la radioattività
- La zona “30-km” è a 2 ore
accumulata. Ogni cosa sembra essere in regodi macchina dalla capitale
la. Una sentinella impugna uno speciale conKiev
tatore Geiger e controlla le gomme del nostro
bus: non contaminato. Siamo diretti a Kiev.
Solo un chilometro oltre il posto di controllo, vedo una babushka (contadina) china sul
suo orto di patate. Dall’altra parte della strada, donne
sedute sugli sgabelli, vendono secchi di mirtilli e lamponi appena colti. Qual è la differenza del livello delle
radiazioni tra questo posto e l’accuratamente sigillata
zona “30-km”? Nessuno sa rispondermi.
http://www.tourkiev.com/chernobyl.php
http://www.newlogic.com.ua/en/services/tours/chernobil
51
Lost in
Translation
Un Lampadato viaggia attraverso il
Weißwurstäquator – Quante volte
avete avuto a che fare con parole intraducibili?
52
Lost in Translation
Autore: Frida Thurm
Illustrazioni: Anne Buch
Traduzione: Irene Sacchi
Kweesten (Olanda):
Henry Reed Stiles
nel 1871, scrisse un libro in cui faceva riferimento ad una strana forma di romanticismo
praticata sulle isole olandesi. La donna lasciava le finestre e le porte aperte durante la
notte, prima di coricarsi. L’amante entrava
senza fare il minimo rumore e le parlava
con la speranza che i suoi poteri di persuasione avessero la meglio su di lei. Oggigiorno internet parla di „Queesting“ e gli amati
olandesi lo hanno da lungo tempo cancellato dai loro vocabolari. Qualsiasi versione
usiate della parola, invariabile ne rimane il
significato: autocontrollo.
53
Uitwaaien (Olanda): 3000 Chilometri di
dighe non sono di nessun aiuto in questo
caso. Il vento in Olanda soffia inesorabile
e piega tulipani e ciclisti. Non sono solo i
mulini a vento ad approfittarne: gli olandesi
amano uscire di casa a fare una passeggiata
quando c’è vento, e lo chiamano Uitwaaien.
Lagom (Svedese):
Se il corno per bere
era abbastanza grande da permettere a tutti
nel circolo di riceverne un sorso, gli svedesi
lo chiamavano Laget om. La parola si modificò leggermente attraverso i secoli, quello
che comunque rimane invariato è il gusto
degli svedesi per le mezze misure. Lagom:
né troppo, né troppo poco.
54
Talkoot
(Finlandese): Quando in
qualsiasi comune finlandese un alce blocca
la strada di acceso o il tetto di una casa deve
essere riparato, i cittadini si riuniscono per
il Talkoon, un lavoro volontario collettivo.
Naturalmente per finire la giornata in bellezza mangiano, bevono e si dimenticano
della stanchezza rilassandosi in una sauna.
Ølfrygt (Danese): La neve cade leggera sui tetti delle case
dei Vichinghi. Il freddo si condensa sulle finestre. Nonostante
tutto, all’interno, al tenero calduccio, bicchieri di birra si innalzano e brindano “Skåll!” all’unisono . sarebbe la festa perfetta
se non fosse per il terrore paralizzante che attanaglia gli invitati. La parola Vichinga, tradotta letteralmente con “paura della
birra” origina la sua parola dalla tempesta: Ølfrygt, la paura
che la birra finisca.
Esprit d‘escalier (Francese):
“Si,
ehm,… questo…” Quando la terribile segretaria vi lancia un altro dei suoi commenti
gratuiti sulla lunghezza della vostra gonna,
naturalmente non si aspetterà di ricevere un
sorriso in cambio. Eccola lì, la risposta giusta vi viene in mente solo quando già state
scendendo le scale – 50 scalini di ritardo per
poter dimostrare la vostra acutezza mentale.
55
Koshatnik (Russo):
Chiunque si aggiri verso certi posti come Nishnij Nowogorod, farebbe meglio a portarsi il proprio
spuntino. Non è raccomandabile lasciarsi
trascinare dall’impulso di comprarne uno
per fame, specialmente da un venditore di
“koshatnik”. Ciò che può risultare a uno sconosciuto come un venditore di merendine è
in realtà uno spacciatore di gatti rubati.
Lampadato (Italiano):
Ogni stato ha
il suo. Pantalone sportivo, biondo, macchina
fiammante, ah, la parte più importante: è il
classico tipo che si incontra nei luoghi in cui
il tempo gli permette di arrostirsi ben bene.
Il “Lampadato” è abbronzato tutto l’anno, è
un cliente fisso dell’estetista.
56
Yakamoz (Turkish): “Amore, guarda,
come la luna d‘orata si riflette sull’acqua
del mare…”. Mentre i piccioncini perdono
tempo tubando, tutto sarebbe più facile
se il romanticismo potesse esprimersi più
brevemente. Peccato che non tutti parlino
turco, la questione si risolverebbe con una
sola parola.
Evgi, ask, sevda, tutku, karasevda, hoslanmak, di vane (Turco):
“No, non è che non ti ami, solo che ti amo
a volte, mentre a Tina l’ho amata sempre”.
Confuso? Forse sarebbe meglio continuare
la conversazione in turco. Ogni forma di
amore ha la sua propria definizione..
Weißwurstäquator
(Tedesco): La
Weißwurst – Salsiccia bianca di carne di vitello e pancetta – ha appena compiuto il suo
150esimo anniversario. La famosa salsiccia
ha anche dato inizio a un fenomeno geografico. Il Weißwurstäquator divide la Germania in due parti. Nel sud, soprattutto in
Bavaria, la mangiano a colazione. Nel nord,
molti pensano che succhiare carne di vitello
cotta in pelle di maiale condita con senape
dolce è un delitto (quelli del nord non addolciscono la senape, ma questa è un’altra
storia). Non si sa bene dove finisca la frontiera ma difficilmente troverete persone che
appartengano a entrambi i lati.
57
La Guerra Fredda
dello Stile
I pregiudizi si scontreranno in questa dura
battaglia tra le sexy orientali e le bombe
occidentali. Tacco a spillo contro scarpe da
ginnastica, si incontrano sul ring.
58
La Guerra...
Autrici: Julia Fuhr, Marzena
Lesinska Foto: Ralph Pache
Traduzione: Alessandra d‘Angelo
Per lo meno sono stata avvisata. Il tacchettio discontinuo dei tuoi stivali dal tacco a spillo
è un avvertimento di ciò che sta per arrivare, e i
miei occhi non cadranno nella trappola. Fermati. So che dovrei diffidare pregiudizi e stereotipi.
Political correctness è buona per alcuni, ma mi
permette di giocare un po’ sull’antagonismo stilistico tra le donne dell’est e quelle dell’ovest europeo. Un tacchettio sospetto si aggira per le strade europee. Tu, mia carissima donna dell’Europa
dell’est, hai sfilato felicemente sulle strade
dell’Europa dell’ovest troppo a lungo ormai.
Qual’è il significato di una scarpa appuntita e
altissima? Un lanciatore di giavellotto mi spaventerebbe meno. Le tue gambe magre e nude
in quelle scarpe da caricatura sono la prova che
nessuno da niente per niente. A chi gliene importa della pelliccia, che diavolo pensi di fare
per la crisi energetica? Se non vuoi sembrare inadeguata per lo meno sii coerente. Minimalismo
può essere interessante quando si tratta di arte
ma quel pezzo di stoffa avvinghiato attorno al
tuo sedere non può certo passare per una gonna.
E spiegami il significato di una borsetta in cui
entra solo la fodera stessa. Oh, ho dimenticato la
scritta Prada sul davanti. Adori le firme costose,
ammettilo, ti fanno sentire bene nel tuo mondo
senza significato.
Tutto quello che hai sacrificato tra i piedi e il sedere, lo arrotoli attorno al busto! Leopardi, tigri,
serpenti e altri animali, potresti proporti come
lezione ambulante di zoologia avanzata! Tutta
quell’abbondanza, è la biodiversità dell’industria
tessile unita alla seta rosa e a lacci neri.
Se esistesse un premio per l’esagerazione senza
gusto, vinceresti tutte le categorie. La sezione dei
vestiti è la tua, giù le mani. E non ho ancora neanche nominato quella tinta multicolorata in cui
ti immergi tutte le mattine.
L’ultima volta che ho indossato tanti colori avevo
cinque anni e giocavo agli indiani! Dovrei avere
pena per te come per un albero di natale, deve
essere un gran lavoro sopportare il peso di tutte
quelle decorazioni. Dai un’occhiata al cielo. Vedi
il sole? No? Che diavolo stai facendo quindi con
quegli occhiali – specialmente con quelle lenti
che potrebbero sembrare dei dischi volanti? Il tuo
trucco crea un effetto talmente travolgente che
un uragano scapperebbe a ripararsi. Non pensi
che durante l’ultima delle tue visite settimanali al
parrucchiere il tuo biondo sia diventato un po’
troppo appariscente?
Sei così inconsistente che devo chiudere
gli occhi… momento ideale per pensare: perché tutta questa mascherata?
Pensi davvero di poter calcolare il
valore di una donna moltiplicando
l’ampiezza delle sue caviglie per taz-
ze di caffé? Siccome osi giudicare noi gallinelle
dell’Europa Occidentale per il nostro non stile,
cara mia, prova a fare un salto nelle nostre scarpe
basse ma stilose e a guardarti allo specchio – se
non lo stai già facendo. Lo stile non ha bisogno
di cose superlative ma della dose adeguata. Non
mi oppongo agli accessori alla moda fintando
che mi facciano sentire comoda. Addosso voglio
la mia di pelle, non quella di leopardo. Sono
sexy senza la minigonna. Noi donne non
abbiamo lottato a lungo e duramente per
la nostra emancipazione per mandare
tutto all’aria in un batter d’occhi.
Può sembrare un clichè, ma la
vera bellezza splende dentro.
La vera bellezza splende dentro – ti piacerebbe! Puo’ anche darsi che i valori siano
tenuti in alta considerazione. Ma cos‘ è
un bel prodotto senza un bel punto
vendita? Conosci il modo di dire
„Non esistono donne brutte, è
solo una questione di mancanza
di vino“? Guardando le europee
occidentali mi sembra difficile
credere che la Vodka possa risolvere la situazione. Dove guardi guardi, poche speranze all’orizzonte.
I problemi inziano con le scarpe: senza tacchi possono essere confortevoli,
ma io penserei piuttosto di metterle
alla mia lezione di aerobica. Il mio fratellino indossa jeans piu’ sexy e il mio
un taglio ordinato” . E non voglio sapere da quanto tempo i tuoi capelli devono vedere un fono.
Perché non sfruttare i vantaggi della tecnologia?
Lettini solari e palestre sono li’, pronti per essere
usati. I tuoi stupidi comportamenti ascetici sono
una scusa. Le tue guance stanno disperatamente
gridando per un po’ di colore. E se le ciglia potessero scrivere una lista di desideri metterebbero
MASCARA al primo posto, in grassetto. E che ne
dici di quella cosa senza forma che tu ti ostini a
chiamare giacca? I bambini di 12 anni non fanno
i tuoi stessi errori di stile, e tu sei una donna
adulta. A cosa stavi pensando? Hai forse dimenticato il significato della parola stile?
Stai correndo disperatamente alla ricerca della
tua autenticità, ecco il perchè di quelle orribili
scarpe. Mia cara, cerca di accettare che la tua personalità. Con tutto il rispetto, il tuo look è brutto
e poco femminile. Sono sicura che lo stile non
può sopravvivere ai tuoi attentati. Credi che la
tua forza stia nell’essere naturale. Una donna deve
voler mostrare quello che é. Sei così brava a parlare di emancipazione. E allora non permettere
che questa ti porti via la tua femminilità. Usa le
tue armi! Un po’ piu’ stretto e un po’ meno coperto, ok? Sexy, non unisex. Ammettilo, un libro alla
fin fine viene pur giudicato dalla sua copertina.
Top 5
Spese europee in vestiti e scarpe,
percentuale complessiva del 2004
yorkshire ha piu’ gioelli di te. Il
tuo colore preferito é sbiadito
(o scolorito) e le tue magliette
sono semplicemente inguardabili. Avanti, ammettilo, ci sono collezioni che vanno oltre la t-shirt
di cotone in tre diversi colori o
i jeans a cinque tasche. Naturalmente, la tua povertà nella scelta
delle marche viene solo peggiorata
dalla tua generale avversione allo shopping.
La tua massima : povero per scelta o scelte povere? Non capisco quale sia il punto di una borsa
gigante, che potrebbe facilmente passare per una
busta della spesa. Stilisticamente, dimenticatelo!
Sulla tua fronte c’e stampato “non ho bisogno di
Grecia
10.1
Italia
8.2
Portogallo
7.6
Lettonia
6.9
Estonia &
Austria
6.7
www.eurostat.eu
59
Imprint
Direttore
Ingo Arzt
60
Direttore Artistico:
Hermann Radeloff
Direttore della Fotografia:
Ralph Pache, Carina C. Kircher
Organizzatori delle Traduzioni:
Susanne Wallenöffer, Irene Sacchi
Organizzazione:
Hans Maria Heÿn, Jona Hölderle, Björn Richter
Capo redattori delle differenti lingue:
inglese
Adam Chrambach – [email protected]
spagnolo
Carolina Pirola – [email protected]
polacco
Zuza Szybisty – [email protected]
phone: +48 663 728 472
francese
Tania Rabesandratana – [email protected]
Etienne Deshouliere
italiano
Irene Sacchi – [email protected]
olandese
Joeri Oudshoorn – [email protected]
phone: +31 6 454 72 961
tedesco
see below
Redazione Indigo
Dolziger Straße 39
D-10247 Berlino
tel: +49 174 967 55 50 (Ingo Arzt)
fax: +49 30 420 262 75
Editori e Autori:
Silvia Cravotta, Jochen Markett, Valeriya Krasovskaya, Frida
Thurm, Martin Lafréchoux, Heike Schröder, Katharina Lötzsch,
Miriam Frömel, Björn Richter, Florence Tonk, Chloé Belloc, Aaron
Schuster, Julia Fuhr, Marzena Lesinska, Michael Schnackers
Illustrazioni / Ritocco / Grafica:
Maria Messing, Maik Wiechmann, Christoph Mayer, Benjamin von
Zobeltitz, Nina Weber, Anne Buch, Christoph Mayer, Verena
Brandt, Jan Steinbach
Foto:
Mikula Lüllwitz, Wil van den Dool, Martijn de Vries, Annet Voskamp, charter97, Joab Nist, Marcelle Jamar, Carl Berger, Razzo
Campanelli, Verena Brandt, Irene Sacchi, Joeri Oudshoorn, Silvia
Cravotta
Titolo:
Ralph Pache, Carina C. Kircher, Benjamin von Zobeltitz
Traduttori:
Diana Kaniewska, Piotr Kaczmarek, Karina Wojas, Robert Karsznia, Zofia Bluszcz, Maria Zawadzka, Victor Hugo Scacchi Forieri,
Alessandra D’Angelo, Jorge Teunissen, Elke Zonder, Irina Dinca,
Roberta Penna, Daniela Castrataro, Marco Riciputi, Giorgio Regoli,
Michael Schnackers, Helmer van der Heide, Mark Petimezas, Bart
van Bael, Irene Accardo, Elise van Ditmars, Amber van der Chijs,
Nele Bulckaert, László Huszar, Marina ter Woort, Melissa Valso
Contribuenti:
Talia Delgado, Ingela West, Alba González Sanz, Vasilis Psichoyios, Timo Burmeister, Marcela Maidaniuc, Marko Andrejic,
Jana Wriedt, François Angaer, Ali Egilmez, Christoph Suter, Laura
Casielles, Stefan Kägebein, Tomek Szczesniak, François Gaertner,
Rumen Dimitranov, Ulla Kaja Radeloff, Rainer Burggraf, Niels
Richter, Carl Berger, Dana Radloff, Loesje.org
Un ringraziamento speciale a:
Anne Richter, cafebabel.com, Doeko Pinxt, European Youth Press,
Forum for European Journalism Students, Plotki, Lutz, Roland
Schröder, Erich-Brost-Institut für Journalismus in Europa, Karol
Krzyczkowski, 25xEurope.com
INDIGO HA BISOGNO DI AIUTO! CERCHIAMO ESPERTI DI INSERZIONE PUBBLICITARIA E CASE EDITRICI.
Contro la Povertà
Paul van Dyk, DJ numero uno al mondo, ha lasciato il
segno sulla scena della musica mondiale, e anche oltre. Adesso, rallenta la sua corsa per un faccia a faccia
e diventa portavoce di giustizia sociale.
Indigo: New York – Stoccolma – Shangai
– come DJ, devi aver visto il mondo intero dalla prospettiva più luminosa, quella delle discoteche, e dalla
prospettiva più oscura, quella delle strade di giorno.
Paul van Dyk: È vero. Sono già stato nelle favelas di
Rio de Janeiro, di San Paolo o del Messico durante i
miei viaggi. La molla che mi ha fatto aprire gli occhi,
comunque, viene dalla mia visita a Bombay, in India.
Da quel momento ho cominciato ad occuparmi della
povertà infantile. La miseria che mi sono trovato di
fronte era semplicemente inaccettabile. Ho immediatamente contattato il consolato tedesco alla ricerca di
un’associazione di beneficenza. Per me Akansha era
quella che offriva il programma più tangibile. Hanno
istituito vere e proprie scuole nelle baraccopoli, ma
si occupano soprattutto di distribuire cibo. Akansha
permette ai bambini di avere accesso all’educazione e
gli offre una speranza di un futuro migliore.
62
Contro la Povertà
Autrice: Miriam Frömel
Foto: Harry Schnitger
Verena Brandt
Traduzione: Irene Sacchi
Indigo: Non dobbiamo spingerci fino in India per incontrare problemi di povertà infantile. UNICEF ha
recentemente pubblicato un rapporto dai risultati
scioccanti: nelle nazioni europee più ricche, come la
Germania, la Gran Bretagna o l’Italia, i beni di prima
necessità ancora scarseggiano.
Paul van Dyk: Si, la Germania rappresenta ancora una
delle nazioni più ricche del mondo, ma se avessero
accesso al nostro sistema di sicurezza sociale esclusivamente le persone veramente bisognose, ci sarebbero
abbastanza soldi per tutti i nostri bambini. Non voglio
fare il polemico, parlo solo in base all’esperienza accumulata nel campo della beneficenza.
Indigo: Con il tuo progetto Rückenwind aiuti i bambini della tua città natale, Berlino. Puoi fare un paragone
Bevanda gassata marrone contenente caffeina = CocaCola; Pezzo di carta autoadesivo = Post-it; Msica elettronica = Paul van Dyk. Alcune marche sono riuscite a confondere il significato con il significante. Nato nel 1971, Paul van Dyk è cresciuto nella
Berlino Est ed è diventato uno dei più famosi DJ. Dopo essere stato nominato Miglior
Produttore di musica Tecno / House (British DJ Magazine), DJ più famoso dell’anno
2005/2006 ed essere stato selezionato per il Grammy 2005 nella categoria Miglior
Album Elettronico/Dance, ha anche ricevuto il Landesverdienstorden (medaglia di
merito) della città di Berlino. Quando non si trova di fronte ai dischi, investe tempo e
denaro in progetti sociali e politici. È il fondatore di Rückenwind, un progetto di aiuto
per l’infanzia. Attraverso l’iniziativa americana Rock the Vote ha chiamato in appello
i giovani a fare un uso appropriato del loro diritto al voto. Il suo ultimo album, The
Politics of Dancing 2, risale al 2005. La sua versione remix del singolo di Justin Timberlake, What Goes Around...Comes Around, è attualmente in vendita.
tra la situazione dei bambini in Germania e quelli in
Inida?
Paul van Dyk: È un tipo di povertà completamente differente. Ci sono persone che affermano che la situazione in India sia peggiore che in Germania. Per me
il paragone non regge, tutto dipende da circostanze
soggettive.
Indigo: Secondo il tuo ragionamento, chi potrebbe
considerarsi povero in Germania?
Paul van Dyk: Per esempio, noi del Rückenwind abbiamo scoperto che varie famiglie non hanno un com-
puter in casa e neppure accesso all’internet. Molti professori o maestri chiedono agli alunni: “Vedi quello
che trovi su internet e scrivi qualcosa al riguardo.” I
bambini non vogliono ammettere di essere poveri, non
fanno i compiti e prendono un cattivo voto. Il nostro
proposito è dare a questi bambini la sensazione che
per noi siano importanti. Se non credi in te stesso non
sarai mai spinto ad imparare qualcosa.
Indigo: Akansha in India, Rückenwind in Geramania,
Ground Zero Kids negli Stati Uniti, questi sono solo
alcuni nomi di organizzazioni di cui fai parte. Con il
poco tempo a disposizione di una vita da famoso DJ,
trovi effettivamente tempo per dedicarti a tutte queste
organizzazioni?
Paul van Dyk: Per dire la verità sono solo un membro di
un gruppo di persone che si occupano di tali progetti.
Cosa potrei offrire a questi bambini individualmente,
a parte fare il pagliaccio o giocare con loro? Questo
fa parte del mio lavoro, ma abbiamo bisogno di pedagoghi con esperienza. La mia partecipazione reale si
limita alle donazioni e alle idee.
Indigo: Ci fai un esempio di una tua ultima idea?
Paul van Dyk: Stiamo pianificando di portare i bambini in campagna per mostrargli una vera mucca, un
vero maiale o semplicemente alberi veri – e non questi
“cosi” sporchi che vedono nella città.
Indigo: È stata questa sporca città a premiarti lo scorso
anno con il Landesverdienstorden (medaglia in merito
della città di Berlino) la fascia rossa e bianca. Tenendo conto degli innumerevoli premi ricevuti come DJ,
questo riconoscimento è solo uno in più che si aggiunge alla tua mensola o ne vai ancora fiero?
Paul van Dyk: Non posso non ammettere che mi piaccia
riceverli, ma non sono la fonte di ispirazione per quello che faccio. Non cambierei una singola nota semplicemente per ricevere un premio.
Indigo: Nonostante il tuo successo, non ti dai delle arie
e ti occupi di scoprire nuovi successi nel campo della musica. Supporti giovani artisti con la tua propria
etichetta VANDIT Records. Chi ti interessa dunque?
Paul van Dyk: La musica elettronica non è poi tanto
differente dalla musica punk; ci sono pochi gruppi
veramente buoni e molti altri che cercano di esserlo.
Ammiro molto il lavoro di Santiago Niño al momento.
Originario del Guatemala, vive attualmente in Colombia. Santiago è un vero esperto di musica elettronica e
mi ha accompagnato nell’ultima tournée in Sud America.
Indigo: Cosa mi racconti degli artisti europei?
Paul van Dyk: Eddie Halliwell o Adam Sharadon hanno fatto dei pezzi niente male. Comunque sia, con
l’avvento di internet non è più importante da che parte
del mondo vieni. Puoi comporre nel tuo piccolo paesino e diventare un successo internazionale. Non è più
importante trovarsi in posti cruciali come a Londra o
a Barcellona. È difficile dare delle preferenze, è come
rispondere alla domanda: qual’è la tuo club preferito? Per esempio la Galleria Turnmills a Londra è un
ottimo evento, ma non potrei mai consigliarlo come
club. È stato costruito in maniera orribile. L’atmosfera
è completamente inappropriata. Sono stato anche a
Glasgow e la situazione era delle migliori. Abbiamo
anche il nostro evento, il Kasselhaus a Berlino. La cosa
strana è che il giorno prima può ospitare un concerto di musica classica e il giorno dopo uno show. Non
posso criticarlo. La musica elettronica è un fenomeno
globale con ripercussioni in Europa. Per questo puoi
trovare gente in tutto il mondo che ne va pazza.
Indigo: Il tuo ultimo disco, una compilation con altri
artisti, The Politics of Dancing 2, si riferisce a questo?
Paul van Dyk: Concepisco la musica elettronica come
un importante punto d’incontro tra persone con storie,
culture, religioni e ambienti completamente differenti
che semplicemente si divertono insieme. Dovremmo
considerare il numero di diplomatici necessari per
raggiungere lo stesso risultato.
Indigo: Fammi un esempio di un ambiente perfetto
Paul van Dyk: La stagione estiva a Ibiza è semplicemente fantastica. È in Europa, ma
non interessante solo da un punto
di vista europeo. Si ha la possibilità
di incontrare persone che vengono
da tutto il mondo. Quelli di Beirut
festeggiano
con
quelli di Tel Aviv e insieme
fanno fuochi d’artificio. La religione
o il credo perdono importanza. Si tratta solo
di puro divertimento.
63
The Perverts
Guide to
Cinema
64
The Perverts...
L’ultimo film di Sophie Fiennes omaggio al filosofo sloveno Slavoj Žižek (foto)
rivela i segreti oscuri della psicanalisi
e come il cinema può farci credere di
poter controllare la realtà.
Autrice: Chloé Belloc
Traduzione:
The Pervert’s Guide to Cinema è l’interrogazione
di Zizek riguardo al cinema attraverso la psicanalisi:
egli invita lo spettatore a pensare a cosa il cinema rivela di noi. La regista Sophie Fiennes ha posto Zizek
nella condizione di invitare il cinema dal suo psicanalista, dal momento che ciò che Zizek fa è esattamente
spiegare la sua analisi teoretica mediante la cultura
popolare - e soprattutto tramite il cinema -. Il suo libro
Everything You Always Wanted to Know about Lacan
(But Were Afraid to Ask Hitchcock) costituisce un caso
esemplare.
Fedele ai suoi accenti provocatori, Zizek apre la sua
guida attraverso il cinema con queste parole: “il cinema è l’arte perversa per eccellenza: non ti dà quello
che desideri, ti insegna a desiderare”. Se c’è qualcosa
di perverso in questo documentario è proprio questa
prima affermazione: “il cinema è l’arte perversa per eccellenza”. Zizek svela cosa rivelano Hitchcock, Lynch,
Chaplin, Tarkovsky, Kubrick ed altri, della nostra relazione con l’inconscio, del rapporto tra fantasia e realtà,
delle apparenze, della sessualità, eccetera. La sessualità,
chiede Zizek in sostanza; perché abbiamo bisogno di
fantasmi per sentire l’eccitazione sessuale? Poi, interpretando il fantasma di Melanie nel film Gli Uccelli,
conducendo la barca a Bodega bay proprio nel momento in cui lei stava per raggiungere Mitch: “Voglio
scopare Mitch”. In questa scena, Zizek è ripreso nei
panni di Melanie ne Gli Uccelli nella stessa posizione
Foto: www.thepervertsguide.com
e con lo stesso scenario. Zizek, mentre spiega i suoi
film preferiti, occupa fisicamente lo scenario. prende
ad esempio una scena del film Fight Club, in cui il
narratore (Edward Norton) continua a prendere a calci
se stesso. Zizek spiega sostanzialmente che in questo
caso non si tratta di un‘espressione di masochismo
perverso, piuttosto del fatto che il narratore, per poter
resistere ai suoi nemici, deve anzitutto lottare contro se
stesso, contro ciò che lo ha costretto alla condizione di
schiavitù in cui si trova, e così via…
In fondo nulla è poi tanto perverso – tranne il “caratteristico godimento osceno proprio di Zizek” (Aaron
Schuster). Le idee di Zizek non sono sempre pertinenti
e brillanti, ma dopo aver visto il documentario The
Pervert’s Guide to Cinema, non andremo più al cinema con lo stesso godimento passivo. In questo documentario, la problematica attivo/passivo nei confronti
del cinema è una questione davvero saliente. Il cinema,
grazie alla sua natura di finzione e alla sua distanza
dello schermo, è sicuro: rispecchia le nostre ansie e i
nostri desideri “mantenendoli tuttavia ad una distanza
di sicurezza, addomesticandoli” come afferma Zizek.
Lynch rappresenta uno dei momenti più intensi del
documentario proprio perché la vera tensione in lui
sta nel fatto che egli oltrepassa il confine oltre il quale
ci sentiamo al sicuro. Il documentario termina con un
appello ad intendere il cinema come un’arte essenziale
della nostra realtà: grandi registi giocano un ruolo cruciale in quanto ci consentono di affrontare dimensioni
per cui non siamo ancora pronti. Sophie Fiennes riesce a trasformare un documentario in una vera performance, nella quale lo spettatore è invitato non soltanto
ad osservare ma anche a vivere, l’arte perversa.
È un uccello, è un aeroplano, no è...
Slavoj Žižek
SF: Sono d’accordo sulla presenza di questa tensione
all’interno del cinema. Non penso però possa trasformare l’insopportabile in sopportabile. Insopportabile è
la stessa ansia di colpevolezza, di mancanza di significato, di finitezza. Ma forse il cinema ci aiuta in qualche
modo a credere di essere capaci di sopportare la realtà
– e così ci aiuta a controllare l’ansia. Ci da una sorta di
“Coraggio olandese” – una specie di falsa credenza di
essere capaci di tenere la situazione sotto controllo. Per
questo è così divertente, come l’alcol. E probabilmente
dovremmo cercare di essere più modesti e ammettere
che questo falso coraggio non è nient’altro che un tentativo di sopravvivenza. Non dovremmo vergognarcene
ma comportarci come gli eroi di Beckett: pronti a ridere della nostra miseria e in questo modo liberarci
dell‘insostenibile – attraverso la stessa perdita. Adoro
quando Zizek afferma di voler rappresentare la ferita
della realtà. Il cinema ci mostra così la doppia faccia
della medaglia. Gioca con i nostri desideri e paure partendo da questo punto. Fa del regista una specie di
personaggio-Dio capace di dispensare gioie e dolori.
AS: “ L’unica donna onesta è una donna morta”...
Aaron Schuster ha intervistato la regista Sophie Fiennes sul
suo documentario The Pervert’s Guide to Cinema attualmente
in proiezione nei festi val del film internazionale.
AS: Come sei arrivata a sviluppare l’idea del progetto, e
che scopo vuoi raggiungere? Sei interessata soprattutto
a Zizek o nella psicoanalisi e nella teoria del cinema
in generale?
SF: Tutto è cominciato con il sentimento di voler capire meglio qualcosa che sembri disegnato per... non lo
so precisamente qual’era il mio scopo. So solo che stavo
cercando di andare più in profondità nell’argomento e
cercare di fare un film che servisse allo spettatore per
lo stesso obbiettivo. Il rischio è sempre grande. Sono
sempre stata interessata alla psicoanalisi. Penso che sia
qualche cosa di cui abbiamo estremamente bisogno se
cerchiamo di analizzarci come specie. Non mi interesso molto di teoria del cinema al di fuori di Zizek (...).
Come regista mi interessa il punto di vista di Zizek sul
film e per me è tutto estremamente tangibile, la stessa
teoria e filosofia. Non mi ritrovo nella posizione di dover fare un documentario su qualche artista o filosofo
che parla di se stesso cercando di nascondersi dietro
una maschera di obbiettività. Preferisco descriverli nella realtà, riportare ciò che loro vermamente fanno.
AS: Il film finisce con Zizek domandandosi se il cinema può soddisfare un definitivo desiderio di piacere, o
se nasconde il tutto dietro una bellissima illusione. Da
una parte, questo si avvicina all’idea di Nietzche “l’arte
è la nostra scusa per non morire di verità”; dall’altra,
si riconnette alla famosa linea di Jack Nicholson: “vuoi
la verità? Non la potrai sopportare!”. Il cinema sembra
diviso tra rivelare la realtà delle cose e offuscarle, un
problema sul quale molti si interrogano al momento.
Cosa dobbiamo aspettarci oggigiorno dal cinema, e
che ne pensi dell’affermazione „Il compito dell’arte è
quello di rivelare la verità in una maniera (un po’ più)
sopportabile?“
SF: È lo stesso desiderio della donna a spaventare
l’uomo. Scottie (da Vertigo di Hitchcock) deve cancellare l’identità di Judi e trasformarla in una donna
fittizia (che è morta ma in realtà non è mai esistita)
mentre che la stessa Judy è disperatamente innamorata
di Scottie, ma non può dimostrarlo e l’unica maniera
che le rimane per fare sesso con lui è sottomettersi ai
suoi desideri. Il suo sguardo quando esce dalla doccia
è talmente carico di desiderio e di odio, che penso che
sia molto più scioccante delle affermazioni di Slavoj
, e ciò che Slavoj dice non fa altro che dimostrare la
terrificante dimensione della brutalità tra i due sessi.
È interessante notare fino a che punto la figura della
donna morta all’interno del film è letteraria. Se si pensa per esempio alla scena del negozio di vestiti in cui
Judi è seduta sul sofà con Scottie... senza reggiseno, il
suo seno voluminoso spicca sotto il verde maglione di
cashmere e proprio nel bel mezzo spunta un mazzo di
fiori. Se i fiori sono in qualche modo il simbolo della
sessualità femminile, non dovrebbe mancare nulla agli
occhi di Scottie. Ma Scottie distrugge tutto a favore di
uno sguardo grigio e maschile e alla sua aria innocentemente materna. Ho paura che questo aspetto della teoria non venga recepito dallo spettatore maschile della
Pervert’s Guide to Cinema. Loro ascoltano la voce di
Zizek e cancellano tutto il resto – e si chiedono il perchè il pubblico femminile ama tanto questa parte. È
una grande dimostrazione della differenza dell’uomo.
Penso sia un’idea estremamente provocatoria.
AS: Qual’è stata la reazione a The pervert’s Guide fino
adesso?
SF: Sembra piacere al pubblico. È questo mi rallegra,
perchè si tratta di venti ora di pura adattazione, con la
quale ho lottato durante molti mesi (...) è incredibile
come la linea completa del film possa cambiare, affilarsi o smussarsi, o diventare eccitante dal taglio di una
parola, qua o là... questo è fare cinema. È come se Slavoj
fosse Cristo e io San Paolo.
65
Il nascondiglio di Lordi
Alla ribalta nel 2006, Lordi hanno dimostrato al mondo intero che la musica
finlandese non si ferma a Humppa. Va anche oltre...
66
Musica
Foto: Mikula Lüllwitz
67
Enochian Crescent
Quasi Lordi. Musica semi-blackmetal-goth, ma senza l’orchestra. In famoso stile automutilazione.
“La performance più breve che io abbia mai fatto
fu quando utilizzai un coltello tradizionale finlandese, il lapinleuku, per tagliarmi. Abbandonai
il palco per recarmi all’ospedale dopo solo due
canzoni.”
Wrath, Cantante
68
Kimmo Pohjonen
Famoso per la sua musica puritana
e i sui balli quasi spastici, Kimmo Pohjonen, suona musica
d’avanguardia ed elettronica alla fisarmonica..
“Sono il masochista internazionalmente urbano, schiavo dei desideri metropolitani”
Tuomas, rapper e compositore
Giant Robot produce una via di mezzo tra musica rock,
dub, electro e dance. “Helsinki Rock City” era il tormentone
dell’estate 1999 in Scandinavia. Hanno annunciato l’arrivo
di un nuovo album in primavera.
69
“In Finlandia puoi vi vere con la tranquilla consapevolezza che nessuno verrà mai ad attaccarti o
che questo paese non andrà mai in guerra.”
Janne, Vocalist
Endstand
Intenso punk hardcore, melodiche chitarre e
lunghi acuti.
Jimi Tenor
Jimi Tenor iniziò con una specie di jazz ironico
e rilassante; oggi suona tutti i tipi di musica da sassofono.
Il suo album “Europa” fu pubblicato nel 1995
“Facciamo parte del tuo triste culo”
Il messaggio di Jimi Tenor dalla Finlandia all‘Europa
Maggiori informazioni? Vai al
Funky Elephant at www.funk.fi
The Micragirls Duro Rock‘n Roll finlandese in stile
anni 50 – vengono anche chiamate The new queens of
lo-fi trashrock. L’ultimo CD, “Jungle Run“, è conosciuto
in tutto il paese. .
70
I finlandesi avevano mantenuto a lungo una pessima autostima nel “Festi val della canzone europea”,
ma ora le cose sono cambiate grazie a Lordi!
Mari, Cantante
Bushido Lui è l’incubo peggiore di ogni
insegnante e genitore. E’ sorto apparentemente dalle profondità dell’ inferno
per tormentare i tredicenni con testi
che trasudano violenza e sesso. Ma il
rapper berlinese è stato preso dal suo
‘lato umano’ e nel frattempo parla alla
gioventù sul ‘rispetto’ e l’importanza di
una buona laurea. In questo caso, nessuno
sembra curarsi del fatto che abbia abbandonato
la scuola o della sua detenzione per stupro.
72
Musica
Autrice:Frida Thurm
Illust..:Christoph Mayer
Traduzione: Victor
Hugo Scacchi Forieri
Mi fotto tua madre
Il Rap utilizza un linguaggio tutto suo per dire la
propria su, diciamo, questioni sociali e politiche. Vedremo Bushido (Bu), rapper tedesco, contro Booba
(BO), rapper francese contendersi il premio per il
peggior testo. Tutte le frasi sono state tratte da
loro canzoni.
Bu: Parlo di esperienza, di buonsenso nel mio cuore
Bo: Non ti fare i cazzi miei
Bu: Le mie strade sono cupe, i miei occhi sono lucidi
Bo: Sono un donatore di urina, e disseto la Francia
intera
Bu: Parli parli e ti rinchiudi in bagno, con i biscottini
alla soia e il tuo te verde
Non nominare il rap se non vuoi passartela male..
Bo: Questa è la mia maniera di mandarti a farti fotteBu: Facciamo tutti schifo, e ti farò la rima
perché ho pestato tuo zio ma lui la mia ancor
prima.
Bo: oh, oh, davanti a me l’umiliatore, fotteto, devasta
tore, pestatore, viaggiatore in prima classe
Bu: Voglio fottere tua madre, rotto‘n culo, è guerra
Bo: Se vuoi sparar stronzate, fai il serio. Le tue stron
zate sono a mezzo, provaci senza il tanga.
Bu: Senza via d’uscita e ti sei preso il mio rap nel
culo, yeah
Bo: Sono nell’angolo dei VIP, e vengo dal pugno VIP
Bu: Volevi strafare, ma ti ho fottuto col mio pugno
Bo: Prendi l’autobus e vattene a ciuccia’ i cazzi al
mercatino delle pulci
Bu: Yeah, sputando sangue, perché le vittime
come te io le mangio
Bo: E’ finita per te, Yankee, io ti ho, io ti ho, io ti
ho fottuto!
Bu: Yeah! La vita ‘n inculata!
Boopa I suoi fans descrivono il suo “rap impressionista”
strano, aggressivo e le sue canzoni, metaforiche. Elie
Yaffa, nome d’arte Booba, nato nella periferia parigina
di Boulogne-Billancourt, passò la sua adolescenza nella periferia hiphop di Detroit. Contemporaneamente
il Duke of Boulogne diventa uno dei più favoriti nei
talk-show. Continua con il suo credo della strada incidendo dischi con i suoi amici Akon, Cassie e P. Diddy,
solo per citarne alcuni.
Preparazione
Far bollire le cervella e i testicoli, precedentemente ben lavati, in una pentola con
acqua, sale, erbette e un bicchiere di vino
bianco. Soffriggere la cipolla con le carote
tagliate a rondelle e il peperoncino in una
padella ampia e profonda. Sbattere le uova
separatamente. Aggiungere le cervella, i
testicoli (pelati e sminuzzati) con le uova e
lasciar cuocere come una normale frittata
Ingredienti (per 6 persone)
1 etto di cervella di toro o d’agnello
1 etto di testicoli di toro o d’agnello
Olio extra vergine di oliva
Un bicchiere di vino bianco
6 uova
1 cipolla
peperoncino
carote
sale
Ricetta
Autrice: Irene Sacchi
Foto: Claude Dagenais, Sieto Verver, Matthew Cole
La risposta spagnola al
Viagra
La „Tortilla Sacromonte“. Ovvero, cosa siamo disposti ad ingurgitare pur di aumentare
le nostre prestazioni sessuali.
L’uomo di chiesa si ricordò allora della ricetta letta nel
De Medicamentis Liber, in cui Marcello Empirico suggeriva di alimentarsi per tre giorni consecutivi di ghiandole
genitali maschili di toro condite con miele e olio d’oliva, per
risollevare l’animo e le energie.
Mentre la popolazione europea invecchia, il tasso
di natalità cola a picco, i giovani rimangono sempre di
più a casa e i divorzi sono più numerosi dei matrimoni, in un ridente quartiere dell’Andalusia, in Spagna,
la vita scorre tranquilla tra sole, banchetti, vino, tapas
e flamenco. E mentre i francesi ci provano con le rane,
gli italiani con le ostriche, i tedeschi con il sedano, i
polacchi con la birra, gli ungheresi con il sangue di
maiale e il resto del mondo con le famose pilloline azzurre, loro custodiscono silenziosamente l’afrodisiaco
segreto.
Tutto ebbe inizio nel diciottesimo secolo, nel quartiere
gitano del Sacromonte, Granada, dimora di artigiani e
artisti, di poeti e ballerini. Come ogni primo febbraio,
per la festa di San Cecilio, l’abate della città stava organizzando il gran banchetto in onore dell’alta società
granadina. La notte del 31 gennaio, secondo la leggenda, un gruppo di ladri entrò nell’abbazia e rubò tutta
la selvaggina. Disperato per il furto e vagando per le
cantine alla ricerca di una soluzione e di provviste, il
buon uomo si imbatté nel sacchetto in cui il macellaio
aveva scartato i “gioielli” degli animali rubati.
Il priore in persona decise allora di rimboccarsi le maniche e
di mettersi ai fornelli. Lessò le cervella e i testicoli dell’animale
(sembra che la versione più efficace sia di toro) per cinque
minuti. Fece soffriggere in una padella ampia e profonda della cipolla sminuzzata, delle carote tagliate a rondelle e del
peperoncino. Pelò i testicoli come vere e proprie patate, li fece
a pezzettini con le cervella, li aggiunse al soffritto con tante
uova quanti invitati. Lasciò cuocere gli ingredienti come una
normale frittata ben sugosa e la servì agli invitati per cena.
Che l’abate abbia pensato in quel momento di fornire all’alta
società granadina una notevole ragione per credere ai miracoli di Dio o che l’abbia fatto per contribuire alle nascite del
quartiere o per la semplice felicità dei suoi invitati, queste
rimangono solo supposizioni. Fatto sta, che diede vita ad una
ricetta dai poteri miracolosamente afrodisiaci, una ricetta che,
tramandata da padre in figlio e da figlio in figlio e così via,
arrivò intatta fin sulla nostra tavola.
Il piatto, con il nome di “Tortilla Sacromonte”, dal quartiere
di Granada, viene servito come piatto tipico nella maggior
parte dei ristoranti andalusi e soprattutto durante la festa di
San Cecilio. Molti suppongono che la carne abbia lo stesso
sapore del pollo, altri che la frittata sia una vera prelibatezza; sapori o schifezze a parte, rimane il fatto che la regione
Andalusa, secondo la statistica ufficiale tratta dal “Instituto
Nacional de Estadística”, mantiene il tasso di natalità più alto
di tutta la Spagna.
73
1
Austria
Malta
17
3 Bulgaria
Lussemburgo
16
2 Belgio
Lituania
15
13
Monaco
12
18
11
4 Croazia
10
Olanda
9
19
8
5 Germania
7
6 Estonia
6
Finlandia
5
7
4
20 Polonia
21
Portogallo
27
13 Cipro
26 Repubblica Ceca
12 Italia
25 Spagna
11 Ungheria
24 Slovacchia
10 Danimarca
23 Slovenia
9 Grecia
22 Romania
8 Francia
14 Lettonia
Regno Unito
28 Svezia
Trova la cassetta delle lettere dei rispettivi paesi non si vince niente ma almeno avrete la possibilita di
riconoscerne qualcuna quando andrete in vacanza!
Post-Modeno
1
2
3
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
Photos:
Joeri Oudshoorn
This magazine was made possible thanks to the kind support of cafebabel.com.
cafebabel.com is the first multilingual European current affairs magazine, designed for readers across borders.
Writer and Translators are welcome to join the team.