Un brindisi alla libertà
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Un brindisi alla libertà
indigo homesick for europe WWW.INDIGOMAG.EU #1 MARZO 2007 SENZA PADRE BANDIERE PER LA LIBERTÀ DELLA BIELORUSSIA. LA RIVOLUZIONE HA INIZIO! LOST IN TRANSLATION DALLE MEZZE MISURE AI LAMPADATI: ALLA RICERCA DELLE PAROLE INTRADUCIBILI IL CERVELLO MULTILINGUE PRONUNCERÒ MAI LA “R” MOSCIA? PROBLEMI ALLE PRESE CON UNA LINGUA STRANIERA CIAO BELLA PROPOSTE INDECENTI DAL BELGIO ALLA BULGARIA… UN AIUTO AI LATIN LOVER EUROPEI Un brindisi alla libertà 50 anni e solo a metà strada Editoriale Autore: Ingo Arzt Caro lettore, Europa non è un luogo, è un sentimento. Si trova da qualche parte tra la voglia di lontananza e la mancanza di casa, ed è molto contagioso. I sintomi riscontrati sono: ricerca di profumi di città sconosciute, a volte sentirsi straniero nel proprio paese, viaggiare dall’altra parte del continente solo per una festa di compleanno, trovare la parola giusta solo in un’altra lingua. Chi comincia a scoprire l’Europa, comincerà anche a considerarsi a casa propria nell’intero continente. Questa è la scintilla dei creatori di Indigo: la rivista verrà pubblicata inizialmente in inglese, tedesco, spagnolo, francese, olandese, polacco e italiano. Stessi contenuti, lingue differenti. Tutto ciò va molto più avanti della tradizionale ‘Europa’ con la sua unione, i suoi trattati, i suoi progetti di costituzione, i suoi uomini e donne di stato. Più di cento giornalisti, fotografi, traduttori, grafic designer provenienti dalla Spagna fino alla Bielorussia hanno lavorato al giornale di forma volontaria. La loro motivazione: fare di Indigo una rivista che superi le frontiere della tipica pubblicazione politica. Per l’occasione abbiamo deciso di riscrivere la storia dell’UE: un vero dramma familiare. La data chiave è il 25 marzo 1957. Proprio in questo giorno, cinquanta anni fa, sei capi di stato firmarono i trattati di Roma, un passo importante nel cammino verso l’UE. Li ringraziamo per il lavoro preliminare. Sfortunatamente l’Europa politica ha perso la determinazione con cui la sua gente ha conquistato un continente. Noi lo abbiamo raccolto in copertina. Il collage include una foto scattata in un vecchio magazzino di Berlino e il quadro “La libertà alla guida del popolo”, il capolavoro di Delacroix che ispirò una dichiarazione del poeta tedesco Heinrich Heine, che illustra perfettamente ciò che rappresenta l’Europa al di là delle discussioni politiche: “Un sentimento immenso traspira da questo dipinto, e si riflette sui nostri visi adottando forme meravigliose”. Indice dei simboli di Indigo Contiene amore e sesso Non contiene temi sull’UE Contiene violenza Contiene cattiveria Contiene umore www.indigomag.eu 3 In Questo Numero fatto 22 25 Marzo La stanza della vergogna Si annunciano dimostrazioni. Questi ragazzi non torneranno – Despoti europei al potere negli ultimi 50 anni 18 Mamma Europa L‘Europa politica compie gli anni – La storia da leggere prima di andare a letto 16 Prima e Dopo Un‘occhiata ai cambiamenti del continente 4 da fare 34 Abdica! Senza Padre La lotta di Valeriya Krasovskaya contro l‘ultimo dittatore europeo 26 Accetta! Homo Exodus Gli omosessuali odiati nell‘Europa dell‘est emigrano nell‘Europa occidentale 61 Abolisci! DJ Paul van Dyk perla di ritmo e povertà C‘è posta per te Storie di francobolli e lettere d‘amore: il romanticismo in Europa differenze 1 2 4 5 6 7 3 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Post-Modern Find each postbox‘s country – no prizes to be won, but maybe you‘ll recognise one when you‘re on holiday! 8 Punti di vista: domanda ai tuoi simili 14 Latvia chi sei veramente 28 Sweden United Kingdom 27 13 Cyprus 26 Czech Republic 12 Italy 25 Spain 11 Hungary 24 Slovakia 10 Denmark 23 Slovenia 9 Greece 22 Romania 8 France 7 Finland 6 Estonia 21 Portugal 20 Poland Netherlands 19 Monaco 18 4 Croatia Malta 17 3 Bulgaria Luxembourg 16 2 Belgium 5 Germany 1 Austria 15 Lithuania 8 9 10 23 24 25 11 12 13 26 27 28 24 Pettegolezzi locali Studenti in rivolta ad Atene, gli inglesi e la loro ignoranza sessuale, e altre storie 74 Post-moderno Imbuca la tua lettera qui 58 La guerra fredda dello stile Est versus Ovest: una vera guerra di frontiera EG Il Cervello Multilingue Perchè da ubriachi ci trasformiamo in geni linguistici? affermazioni 30 Voglia d‘Europa affezionati al nostro continente 9 Finalmente qualcuno ci odia! Potrebbe qualcuno bruciare la nostra bandiera? 31 Trova il pensiero – che fa per te Loesje poster per spiegare il mondo in una frase 6 Bolle di sapone Dove si incontrano gli Europei. 5 stimoli 64 A Pervert’s Guide to Cinema 66 40 Lo psicologo sloveno Slavoj Zizek e il film di Sophie Fienne sulla profondità del cinema La tana di Lordi Sassofoni e automultilazioni. Un viaggio nella musica finlandese Virtual Insanity Second Life viene considerato il prossimo scalino dell‘evoluzione ma tratta solo di pubbliche relazioni. 72 La battaglia dell‘HipHop La Germania e la Francia combattono per la musica peggiore fai da te 42 52 Ciao Bella! Ci avete mai provato con gli svizzeri? Non è poi così difficile. Cogli! Lost in Translation. Alcune parole sfidano le traduzioni più accurate 51 Viaggia! Chernobyl Turismo Nucleare in Ucraina 10 Gioca! Le carte europee – La briscola dei paesi 44 Invecchia! Olio d‘oliva e pecore – Il segreto dei centenari Sardi 73 Cucina! Testicoli lessi – Saporita frittata dal sud della Spagna Suggerimento: il Regno Unito è un asso quando si tratta di Eurovisio una frana nell‘indice dei paesi in sovrappeso Finlandia J: Quante volte a settimana parli con la tua ragazza? Usi Skype un‘altra chat? K: Skype. È più utile perchè si possono fare videoconferenze e ci si può vedere. e tu? J: Io non ci parlo tutti i giorni. Siamo entrambi molto occupati, è difficile. Italia · Francia Valerio: Nizza è il regalo itliano alla Francia. era nostra e ve l‘abbiamo regalata! Anne-Marie: Ogni italiano che incontro mi dice la stessa cosa… 6 Bolle di Sapone Autrice: Carolina Pirola Foto: Carolina Pirola Traduzione: Victor H. Scacchi Italia S: Perchè studi italiano? C: È per i miei studi di turismo all‘università. Abbiamo bisogno di sapere le lingue S: Ma perchè proprio l‘italiano? C: Ummmm...Non lo so! È così facile per noi! Grecia · Francia · Germania M: Las Fallas a Valenzia è la festa più assurda che abbia visto nella mia vita! C: Lo pensi anche tu?! Fanno tutto il lavoro per costruire le statue per bruciarle in due minuti! Non lo capisco M: È una pazzia, ma bella. Ci sono stato lo scorso anno e mi è piaciuto tantissimo. Tutti festeggiando nelle strade, bevendo, ballando…Indimenticabile! Francia · Spagna E: Il patè di quaglia è delizioso! Carlos mi ha portato da qualche parte a provarlo.All‘inizio non volevo neanche assaggiarlo ma adesso lo cerco dovunque vada! C: Anche io lo adoro! V: Bleaaa, non contate su di me... sono vegetariana. C: Cosa?! Non sai cosa ti perdi… Quando gli europei si incontrano è una sola grande cacofonia. A Madrid, ogni domenica decine di persone da tutto il continente, soprattutto gli studenti Erasmus, vanno al parco del Retiro per suonare i bonghi o altri strumenti a percussione fino a che i sole tramonti. Spagna J: Ci sarà una nuova guerra prima che te ne possa rendere conto. Ora Bush sta parlando di non so quale problema in Iran. E: Lo so, l‘ho ascoltato al telegionale. A: Comincia ad essere preoccupante. ogni scusa è buona per andare in guerra. Francia A: Si, penso proprio che nella vita dobbiamo provare tutto. B: Uno non può sempre fare tutto A: L‘esperienza è l‘unica cosa che vale veramente. 7 Spanish: é (23, Madrid): Tetra guerra a la vuelta de la ra va Bush y dice que si Irán no sé qué, ¿sabes? la): Ya, lo he oído en las noticias. id): A mí esto ya me da miedo. Es r mínima excusa es suficiente a montarse una guerra. Mali · Belgio A: Fanno bella musica. Nel mio paese li puoi sentire durante le celebrazioni. Per il compleanno di mio fratello avevamo una banda che li suonò tutta la notte. K: Li adoro. In estate andiamo sulla spiaggia di notte, per suonarli e non disturbare nessuno con la nostra musica. Spagna E: ...di colpo mi dice“ È che tu non hai mai dovuto lottare per le cose, le hai sempre avute li a portata di mano“. Così le rispondo: “Oh, lo pensi davvero? E dimmi, chi ha pagato la tua macchina?” J: Ignorala. Voi due litigate in continuazione Germania M: È così rilassante... P: Si, lo so. Il sud e il nord dell‘europa sono così differenti. Deve essere colpa del clima. Finalmente qualcuno ci odia! Il nostro colonnista annaspa in un mare di dubbi alla ricerca della vera identità Europea. Cerchiamo volontari in grado di odiarci “Ritirata!”, grida l’ufficiale alle orecchie del soldato. Da qualche parte in qualche deserto, una truppa affronta un sparatoria. Gli uomini strisciano al riparo dietro i sacchi della trincea e le mitragliatrici macinano proiettili, mentre un numero indefinito di esplosioni riempie di sabbia gli occhi dei soldati. 8 L‘europeo Autore: Ingo Arzt Foto: Carina C. Kircher Traduzione: Irene Sacchi Che idiozia…me ne sto sdraiato comodamente sulla mia poltrona al cinema, mentre le granate continuano ad esplodere sullo schermo, e in qualche modo mi trovo a riflettere sulla mia identità europea. Già mi immagino la situazione: “Non possiamo abbandonare la bandiera!” il soldato grida di risposta all’ufficiale. In una piccola collinetta sabbiosa nel bel mezzo dello schermo, la bandiera a brandelli sventola coraggiosa. L’ufficiale fa un solo cenno con la testa. Il soldato attacca a correre. Raggiunge la bandiera, la salva, si gira e corre nuovamente al riparo. Un solo piccolo istante prima di raggiungere la salvezza, viene colpito. Ferito a morte e insanguinato, si abbandona tra le braccia dell’ufficiale, sorride e muore, abbracciando coraggiosamente al petto l’amata bandiera azzurra con le dodici stelle gialle. L’Europa. Incredibile. Una vittima immolata in nome del drappo dell’Unione Europea. Naturalmente si tratta della bandiera a stelle e strisce. È un film hollywoodiano, il classico genere in cui si sacrificano interi battaglioni di soldati giovanissimi in un Pro-Iraq-AntiVietnam-Film-Di-Guerra, solo per salvare quella maledetta bandiera. Veri eroi, vittime per l’interesse collettivo, con tanto di pathos e così via. Cerco di immaginare la stessa situazione Insight Out nella nostra realtà: nella scena seguente la bara del soldato viene portata a spalla fino alla tomba, ricoperta dalla bandiera europea. Josè Manuel Barroso, circondato dalle trombe della marcia funebre, ripiega accuratamente il tessuto e lo affida alle mani della giovane bellissima vedova del soldato. Una singola lacrima cade su una stella giallo girasole, accompagnata dalla nona di Beethooven. Nella realtà, nessuno si preoccupa per nostra bandiera. Mentre quella danese, inglese o americana sono già disponibili in versioni auto-infiammabili chi pensa a bruciare la bandiera europea? Come pretendiamo di essere amati se nessuno veramente ci odia? È una situazione deprimente.“Fossi tu pur freddo o fervente” o così riporta la sacra scrittura. Ma non tutto è perduto.. Recentemente, un soldato di guardia all’ottava divisione Missili Leggeri dell’aeronautica militare, a Ginevra, si arrampicò sul tetto dell’edificio dove stava di guardia. Arrivato in cima, abbassò la bandiera a mezz’asta, così, semplicemente, senza che nesuno gliel’avesse chiesto. Un evento! Considerando oltretutto il languido contegno nel comportamento degli svizzeri, il gesto potrebbe essere paragonato ad una bandiera quasi bruciata. O prendiamo l’esempio della Bulgaria, che offre una versione tutta personale del drappo, sostituendo l’undicesima stella per una foglia di marijuana e la dodicesima per una svastica. Nel frattempo, sullo schermo un elicottero polverizzava il nemico. Mi domando, quale risvolto avrebbe preso la versione europea della storia. I soldati atterrano sulla zona del conflitto e costruiscono in fretta la loro base operativa. I sacchi di sabbia vengono posizionati e il filo spinato collocato tutto intorno. Una truppa nemica, attentamente nascosta, li osserva da una montagna vicina: “Comandante, gli invasori hanno finito di costruire la loro base e hanno appena piantato la bandiera blu con le stelle gialle. Dobbiamo aprire il fuoco?”. Il capo lancia un’occhiata attraverso il binocolo: “Bah… no… probabilmente stanno costruendo un pozzo o una riserva di acqua potabile mantenuta ad energia solare.” Segue un film di due ore di estrema profondità etnologica, sensibile alla situazione della pastorizia locale. Alla fine di questo tratta, la vecchia, innocente, scena europea., a contestare ci troviamo immediatamente in una posizione di svantaggio. Se vuoi veramente sapere chi sei, chiedilo ai tuoi simili. Arroganza europea Una volta, un importatore belga ci chiamò. Un intero container era andato a male arrivando a Bruxelles. Una tonnellata e mezza di banane! Sfortunatamente non avevamo nessun rappresentante in Europa in grado di controllare la situazione, e inviare qualcuno dal Rwanda sarebbe risultato troppo costoso. Fummo costretti a credergli. L’intero contrattempo ci costò la bellezza di 20.000 euro. ai nostri clienti europei. Questo è ciò che ho imparato dagli ultimi anni, da quando la mia compagnia cominciò a trasportare “Frutti della passione” a Bruxelles. All’inizio, fu facile creare una rete di distribuzione. Inviavamo banane, fragole e mango in Italia, Germania, Francia e Olanda. Ma gli europei seguono standard di qualità incredibilmente alti. Se noi africani proviamo Oggigiorno non importiamo più frutta fresca in Europa, i prezzi sono troppo bassi e i rischi esageratamente alti. Oggi importiamo succhi di frutta e concentrati di banana in Belgio, Francia e Germania. Sono appena tornato dall’Italia. Ho appena comprato alcune macchine per il valore di 900.000 euro per produrre concentrati di frutta. Abbiamo bisogno di macchinari europei per raggiungere gli standard europei. Gérard Sina (43) vive a Kigala, la capitale del Rwanda, con sua moglie e i suoi A volte ho il presentimento che dovremcinque figli. mo essere doppiamente accondiscendenti per piacere Studia duro, e trovati un lavoro... Se esistesse un posto al mondo dove la gente dovrebbe andare a vivere, questo sarebbe il Regno Unito. La gente che vive lì è educata, esperta, amichevole e semplicemente incredibile. Li chiamo tutti i giorni dal mio call center di Nuova Delhi, cercando di vendere telefoni cellulari UMTS e contratti della “3G – La nuova offerta per i cellulari di terza generazione”. A volte sono un’autentica seccatura. Quando chiamo stanno sempre mangiando. Dico di chiamarmi “Charles” perché nessuno capirebbe il mio vero nome, “Vishnu”. Poi spiego con il mio accento indiano, come possono risparmiare un bel pò di soldi con i nuovi contratti. «Grazie per avermi chiamato, ma non sono interessato», rispondono masticando rumorosamente. Quando invece telefono negli Stati Uniti trovo in una situazione completamente differente. Iniziano ad imprecare, chiamando in causa mia madre e mia sorella, sebbene io abbia solo un fratello. Nonostante tutto, il call centre riscuote un grande successo, anche nella stessa India. E io ne vado orgoglioso. Lavoriamo sempre di più nel mercato europeo, giorno dopo giorno, e facciamo affari miliardari. L’Europa potrebbe essere molto più forte se solo si sforzasse di più. Italia, Francia, Inghilterra, Germania, avete tutti la stessa cultura! Comunque, per il momento va bene così. Per 300 anni siamo stati governati dalla Gran Bretagna e penso che adesso sia il nostro turno. Il futuro è nostro. Tutto quello che posso dirvi è di fare uno sforzo! Concentratevi sul vostro lavoro e sui vostri studi! Se non lo farete, i piccoli uomini gialli dalla Cina e l’India, arriveranno, si faranno gli affari loro e si porteranno via tutta la vostra ricchezza. Recordet by Ingo Arzt Traduzione: Marco Riciputi Vishnu Sharma, 20 anni, quando lavora si fa chiamare “Charles”. Lavora al Neveno, un call center di Nuova Delhi. Studia economia, business ed inglese. 10 10 - 99 Autore: Adam Chrambach Illustrazioni: Jan Steinbach 2-4 20 - 45 Le carte europee Ritagliale, trova qualcuno con cui giocare, e annientali con l‘indice BigMac! 11 Istruzioni Distribuisci un numero di carte uguale per ogni giocatore. Comincia il turno leggendo ad alta voce la statistica di una dei tuoi paesi che pensi possa vincere gli altri. Colui che ha l‘indice migliore vince la carta. Vince chi colleziona il maggior numero di carte Litri di alcol puro pro capite consumati ogni anno. Goccia dopo goccia, etanolo puro consumato a persona . Bevi un paio di birre in più dello scorso anno e la percentuale del tuo paese aumenterà sicuramente. Indice Big Mac: Potere di acquisto. Un BigMac è disponibile quasi ovunque e sono i paesi a determinarne il prezzo. I BigMac vengono dunque utilizzati per comparare prezzi e benessere.. Piazzamento nell’indice del Pianeta Felice: Indice mon- diale del benessere e della felicità personale. Ridi! Primi classificati nella Festival della Canzone Eurovision: Quali paesi hanno ricevuto il maggior numero di medaglie d’oro, argento e di bronzo a Eurovision? Percentuale femminile in parlamento: La domanda rimane una: vince il numero maggiore o minore? Piazzamento nella Classifica OMS dei paesi in soprappeso: Saranno gli abitanti del Lussemburgo più obesi dei lituani? L’organizzazione mondiale della sanità ha fatto il conto.. Membri del Centro di Accoglienza : Il Centro di Accoglienza è un network di persone che si scambiano accoglienza gratuitamente. Questa tessera non è una biglietto gratuito per una villa, ma potresti approfittarne per viaggiare in vari paesi. 12 13 14 15 16 Prima e Dopo Foto: Irene Sacchi © EC/Marcelle Jamar Rotonda Schuman nel 1962 50 anni di cambiamenti. La rotonda di Schuman, Bruxelles La rotonda di Schuman origina il suo nome da uno dei padri fondatori dell’UE, Robert Schuman. Nel 1950, Schuman offrì alla Germania l’opportunità di entrar a far parte della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, gettando le basi di ciò che sarebbe in seguito diventata l’Unione Europea. Oggi, la piazza si trova al centro del quartiere europeo di Bruxelles, dove si trova la sede principale della Commissione Europea. 17 Rotonda Schuman nel 2007 18 Mamma... Autore: Jochen Markett Illustrazioni: Maria Messing Traduzione: Irene Sacchi 1957 − Germania • Belgio • Francia • Italia Lussemburgo • Olanda 1973 − Regno Unito • Danimarca • Irlanda 1981 − Grecia • 1986 − Portogallo • Spagna Mamma Europa ed i suoi Pargoli Dal suo discusso inizio, la famiglia multiculturale dell’Europa non ha interrotto la sua crescita. Tutto ebbe inizio una notte piovosa, tanto, tanto tempo fa… La sera del 25 marzo, del 1957, la famiglia europea si riunì in una festa orgiastica. La pioggia scrosciava sul Campidoglio a Roma, ma nulla sarebbe riuscito a spegnere gli ardenti spiriti nella sala da ballo ornata a festa. Undici eroi si erano riuniti per rappresentare i loro rispettivi paesi. Il proposito ufficiale era firmare un accordo di cooperazione economica e nucleare. Cosa veramente accadde dietro le serrande abbassate della sala da ballo, gli storici non lo rivelarono mai. Indigo non pretende sfatare tale eterno taboo. Ma qualcosa per la prima volta possiamo finalmente rivelarvi: i capi di stato e di governo fecero entrare le loro mogli di nascosto dalla porta sul retro. Queste, rimasero talmente affascinate dalla dimensione storica della serata, che decisero di cogliere l’occasione e ricompensare i rispettivi mariti per il duro lavoro... La “cerimonia”, se così la si può definire, si concluse nel giro di un’ora. Henri Spaak, il ministro degli esteri belga, irruppe nella sala da ballo con i bottoni della camicia non ancora allacciati, e proclamò: “Questo giorno entrerà a far parte della storia europea!” Precisamente nove mesi e sei giorni dopo, il primo gennaio 1958, sei bambini vennero dati alla luce nel dipartimento di pediatria dell’università di Roma: tre figli maschi e tre femmine. Jean il giovane francese, Francesco l’italiano, Michel il tedesco, Emma la belga, Sanne l’olandese e Octavie dal Lussemburgo. I genitori, consapevoli dell’importanza della data di nascita dei loro figli, decisero di affidarli ad un particolare tipo di educazione. Li diedero in affidamento ad una bambinaia internazionalmente conosciuta: Europa, figlia di un rinomato nobile greco. Lei, prese i bambini con se, con la promessa di insegnargli le buone maniere. La stampa esplose di gioia. Solo dieci anni prima tutto ciò sarebbe stato impensabile. Le famiglie in questione erano in un tale stato di crisi che a confronto, i problemi degli Shackespeariani Montecchi e Capuleti, sembravano scaramucce. Ed ora, sei infanti di differenti nazionalità sarebbero cresciuti insieme. Nessuno invidiò la bambinaia per la situazione in cui si era andata a cacciare. Il piccolo Jean si dimostrò sin da subito un bambino molto difficile da educare. Quando, nel 1963, una coppia britannica si recò da Europa per far sì che il loro futuro figlio venisse accettato nella piccola famiglia internazionale, Jean si mise a fare i capricci, “Solo passando sul mio cadavere”. Ma questa non fu l’unica occasione. Mentre gli altri cinque si divertivano a giocare nella giardino del carbone, Jean insisteva nel rimanere rinchiuso nella sua stanza a giocare con il suo crescente arsenale di giocattoli “atomici”. All’età di 8 anni rifiutò di partecipare ai pranzi di famiglia. Il suo seggiolone rimase perennemente vuoto. La bambinaia doveva prendere una decisone, sapeva perfettamente che altrimenti il delicato equilibrio tra i sei sarebbe potuto crollare. Intelligente com’era si mise in testa di riconciliare il gruppo. Durante una vacanza in Lussemburgo, la famiglia decise che ogni membro avrebbe avuto uno spazio a sua disposizione, nonostante gli obbiettivi comuni. Quando i bambini arrivarono al loro nono compleanno, mamma Europa decise di trasferirsi con loro a Bruxelles e convocò immediatamente una riunione di famiglia per risolvere dal principio qualsiasi discussione. Il cambio diede risultati immediati. Addirittura il difficile stadio della pubertà non riuscì ad intaccare l’unione dei sei, al contrario: passata la tempesta ormonale, gli ormai ragazzini e le ragazzette avevano sviluppato una tale maturità che chiesero a mamma Europa di adottare altri quattro bambini. Europa era elettrizzata all’idea, anche perchè negli anni precedenti quattro genitori, dalla Danimarca, Irlanda, Gran Bretagna e Norvegia, avevano espresso il desiderio di partecipare con un figlio alla famosa famiglia internazionale. Sfortunatamente la madre norvegese soffrì un aborto e perse il figlio atteso, così il 1973 vide tre bambini prendere parte della famiglia: Mathilde, Patrick e Emily. Patrick era un bambino con forti problemi di salute. Pesava solo 2.8 kg alla nascita. Ma grazie ad una sana dieta e molto amore materno, il giovane irlandese crebbe ben presto forte e sano. L’armonia della famiglia multiculturale crebbe incessantemente. Nel 1979 Europa decise di introdurre una nuova valuta per la mancetta e la chiamò ECU. Solo l’individualista nipote dei Windsor lo trovò stupido e si oppose al cambio. Le venne concesso di continuare ad utilizzare la vecchia mancetta. La comunità dovette far fronte ad una serie di nuove decisioni. Tre future coppie di genitori parlarono con Europa sulla possibilità di introdurre i loro figli nella famiglia. Ne seguì una difficile discussione, specialmente riguardo il giovane Georgios. 19 I sui genitori greci, solo un paio d’anni prima ancora venivano chiamati “giunta” per il loro metodo educativo autoritario, accusati di fare uso della verga di quando in quando. La famiglia arrivò comunque alla conclusione che i genitori erano cambiati negli ultimi tempi. Non volendo fare a pezzi i loro desideri, la famiglia accolse a braccia aperte i nuovi venuti, nel 1981 20 Cinque anni dopo raggiunsero finalmente la dozzina. Europa accolse gioiosa Rui e Alejandro, nonostante fosse a conoscenza delle crescenti differenze all’interno della famiglia. I sei fratelli maggiori, nel frattempo trentenni, guadagnavano con i loro lavori nell’industria e nei servizi anche se continuavano a vivere a casa, (che soprattutto nel caso di Franceso l’italiano doveva trattarsi di una questione genetica). I due fratelli minori passarono la loro infanzia trotterellando nei giardini e nei campi e avevano ben poco in comune con i più grandi. Europa prese allora una decisione straordinariamente intelligente: decise che era arrivato il momento di smetterla di parlare solo di economia e avrebbero dovuto investire più tempo nelle responsabilità sociali. A questo punto, durante le vacanze invernali di Maastricht del 1991, decisero di cambiare il nome della famiglia in “Unione”. La famiglia decise che da quel momento in poi avrebbero dovuto parlare all’unisono. Conclusero inoltre che un incontro regolare per un guardie e ladri non sarebbe poi stato tanto male. Ebbe oltretutto un’altra idea geniale: fino adesso gli orsetti di peluche di ciascun bambino avevano sempre dormito nel loro rispettivo letto. A partire da quel momento ogni orsetto avrebbe avuto la possibilità di cambiare stanza, anche per molto tempo. Avrebbe potuto dormire dovunque volesse. Il cambio ebbe un immediato effetto positivo per tutti i bambini. Michel, che aveva superato pochi anni prima il suo serio problema di disordine da doppia personalità, non metteva più paura a nessuno, anche se rimaneva comunque il figlio più forte. L’adozione di Elisabetta da Vienna, della piccola Anna dalla Svezia e della finlandese Iida, non sarebbe certo riuscita a disturbare l’e quilibrio familiare. Impressionata dalla grandezza della sua famiglia, Europa annunciò lo stesso anno, di non averne ancora abbastanza. Pianificò di ampliare la proprietà di famiglia, per poter creare lo spazio sufficiente per accogliere altri 10 figli. Catturata dall’ondata di euforia, nessuno dei figli osò contrastare la sua decisone. La nuova direzione era stata presa. Solo durante le vacanze ad Amsterdam, nel 1997, la madre concluse che la decisione doveva essere accolta democraticamente. Tre anni dopo fecero tutti le valigie e si incontrarono sulla Costa Azzurra per discutere le basi della nuova adozione. Alla fine delle vacanze una cosa era chiara a tutti, “abbiamo bisogno di un nuovo ordinamento”. “Non sembrerebbe troppo difficile”, pensò Europa. Accantonando il problema del nuovo regolamento, la madre si concentrò sull’adozione dei nuovi bambini. L’idea le riempiva il suo cuore di gioia. Nel maggio 2004 un pulmino parcheggiò all’entrata della casa ampliata della Famiglia-Unione. Dieci felici coppie di genitori ne scesero, nelle loro brac- cia i bambini appena nati: Erik il piccolo estone dai capelli biondo paglia; Liga la bella, dalla Lettonia; Ona la lituana dagli occhi verdi; Jakub che per essere un bambino era già molto grande; i gemelli Tomas dalla Repubblica Ceca e Pavol dalla Slovacchia; la piccola Marija dalla Slovenia; in nobile Karol dall’Ungheria; il maltese Joseph dal cuore grande; e la cipriota Dimitra, che a causa di complicazioni alla nascita aveva il corpo semi paralizzato, ma la speranza di recuperare mobilità ancora non era andata persa. 25 bambini facevano la felicità di mamma Europa. E siccome lei dedicava tutto il suo tempo all’educazione dei nuovi arrivati, un amico di famiglia – Valèry Giscard, zio di Jean - accorse in suo aiuto per creare il nuovo regolamento. Nell’ottobre del 2004 tutto era pronto. Ogni bambino ricevette una copia delle nuove leggi sul proprio comodino. Alcuni di loro, come la belga Emma e la austriaca Elisabeth, lo lessero tutto d’un fiato e andarono subito dalla mamma per riportarle il loro entusiasmo per nuove scelte. Sempre più bambini si recarono dalla madre per dichiarare il proprio consenso, fino all’imprevista notte del maggio 2005. Jean e Sanne irruppero nella sala da pranzo infuriati. Che idiozie aveva scritto lo zio Valèry. Lui non aveva la più pallida idea di cosa la famiglia avesse bisogno. E oltretutto nessuno negli anni passati li aveva mai interpellati nella decisione finale di un provvedimento tanto importante. E adesso avrebbero dovuto semplicemente accettare il regolamento senza fiatare. No, così non funziona! Fecero il regolamento in mille pezzettini e lo sparpagliarono nella stanza. Il resto della famiglia rimase senza parole. La pacifica madre Europa aveva già dovuto affrontare una situazione simile, ma questa volta non sarebbe stata tanto paziente. Certo era che per il nuovo regolamento aveva bisogno dell’approvazione di tutti i membri della famiglia. Sotto shock, non riuscì a pronunciare parola. “Ho bisogno di tempo”, disse, lasciando la stanza a testa bassa. Un’atmosfera da tagliare con il coltello si aggirò nei mesi seguenti nella casa. Nonostante la nuova adozione di Gabriela da Bukarest e Stefka da Sofia nel gennaio 2007 la situazione non migliorò. Fortunatamente arrivò il 25 Marzo 2007. Michel, uno dei primogeniti, pensò di invitare i fratelli e le sorelle a Berlino, per una festa in famiglia. Sapeva che per ricreare l’armonia familiare dopo la crisi, c’era bisogno di una gran celebrazione. Improvvisamente il fatidico momento arrivò: La cantante italiana Gianna Nannini, in cima al podio di fronte alla porta di Brandenburgo, intonò il suo “Grazie”, e a tutti venne un gran nodo alla gola e le lagrime agli occhi. Tra il pubblico c’era anche la giovane Fatma Doymaz, dalla Turchia. Con un sorriso sulle labbra assisteva alla scena, accarezzando dolcemente il suo pancione, in avanzato stato di gravidanza. 1995 − Svezia • Finlandia • Austria 1995 − Estonia • Lettonia • Lituania • Polonia• Slovenia • Slovacchia • Ungheria • Malta • Cipro 2007 − Romania • Bulgaria 21 www.sjsu.edu www.dictateurs.com www.calvin.edu www.worldexplorer.be www.ceausescu.org www.marxists.org www.vitral.org www.ahistoryofgreece.com La Stanza della Vergogna L’Europa avanza a passo serrato nella sua incessante campagna di valori, mentre questi otto rimangono indietro. Durante l’ultimo mezzo secolo, l’Unione Europea si preoccupò di ristrutturare le libertà di base, una difficile strada da percorrere. Alcune delle buche più profonde si presentavano sotto forma di despoti, uomini potenti alla ricerca del dominio. Pochi per esempio sanno che Nikolae Ceausescu iniziò la sua carriera come calzolaio. Cos’è rimasto di quei leader di un tempo, una volta che i loro visi sono scomparsi dagli schermi della tv? Alcuni vissero in regioni instabili, altri in politiche strampalate: alla morte di Francisco Franco, le donne non avevano il permesso di lavorare, possedere proprietà, aprire un conto in banca o viaggiare senza il consenso del proprio marito. Oppure caddero nell’oscurità: Antonio Salazar dovette rimuovere le foto del suo idolo, Benito Mussolini, dalla sua scrivania alla fine della II Guerra Mondiale. Per non parlare delle rivelazioni: stando a quel che si dice, Georgios Papadopoulos aveva collaborato con la CIA prima del colpo di stato che lo portò al potere. Con il passare degli anni, la maggior parte dei dittatori viene ricordata per i raccapriccianti atti inumani commessi. Wojciech Jaruzelki stava autografando un libro nel 1994, quattro anni prima che abdicasse, quando un contadino scontento gli tirò una pietra rompendogli la mascella. In qualche modo devono ficcarselo in testa, la storia non ci è mai andata leggera con i perdenti. Foto: Luis Carlos Torres • Viorika Prikhodko Realizzazione: Joeri Oudshoorn • Maria Messing • Maik Wiechmann Autore: Adam Chrambach Traduzione: Irene Sacchi 24 Il pettegolezzo Autrice: Carolina Pirola Traduzione: Roberta Penna Il pettegolezzo Tra castelli e formaggio, statue e statuti: Di qualcosa si dovrà pur parlare. Abbiamo raccolto le storie ancora calde... ma cosa si staranno dicendo? Secondo la proposta del 9 febbraio 2007 di Alberto Fernández, agli immigranti che “veramente rispettano la società, la città ed il paese in cui vivono” dovrebbe essere concesso un “certificato di buona condotta” e di “convivenza amichevole”. Fernández è il candidato del “Grupo Municipal Popular” al municipio di Barcellona. Le risposte dei vari gruppi politici e delle associazioni degli immigranti in Catalogna non sono state molto ottimiste. Jordi Hereu, sindaco di Barcellona, ha parlato del pericolo che comporterebbe l’istituzione di tali certificati; egli li ritiene discriminatori “in base al paese d’origine, al colore della pelle, ed al background etnico” di una persona. Hereu ha che diritti e doveri “dovrebbero essere applicati in modo universale”, dal momento che “tali diritti e doveri valgono per ciascuno di noi”. I cittadini di Atene concordano pienamente su una questione: no alle università private. L’emendamento della Costituzione, che propone la riorganizzazione del settore amministrativo di Atene, sostituisce l’articolo che dichiara che tutti i centri di istruzione superiore “si trovano sotto la responsabilità dello Stato”. Tale emendamento rende attualmente possibile l’apertura delle università private. Gli studenti di sinistra sono scesi in strada, con i docenti, per mostrare il loro scontento. Gli scioperi continuano da settimane e, ben lungi dal perdere intensità, diventano via via più violenti. Uno dei maggiori scioperi ha avuto luogo il 23 febbraio 2007, quando oltre 25.000 studenti si sono dati appuntamento ad Atene; il risultato è stato un numero indefinito di feriti ed alcuni arresti eseguiti dalle squadre di sicurezza locali. Dormivano durante le lezioni di educazione sessuale. È questa la conclusione che si può trarre da un sondaggio condotto su 495 adulti britannici, emerso nel bollettino informativo dall’ Associazione britannica per le Questioni Familiari. Le cifre sono piuttosto allarmanti: l’89% non sa che lo sperma può sopravvivere per sette giorni dentro il corpo di una donna; il 50% ha risposto alla domanda che chiedeva quando una donna è maggiormente fertile, dicendo, erroneamente, nel corso del ciclo mestruale; infine il 29% degli intervistati ha affermato che, saltare subito dopo un rapporto sessuale non protetto, può evitare la gravidanza. Ancora una volta scorre sangue nelle vene del celebre castello del conte Dracula in Transilvania. Questa volta tuttavia il motivo non è altro che il tentativo di vendere questa fortezza del XIV secolo; il castello appartiene alla famiglia degli Asburgo dallo scorso anno, in seguito a 50 anni di confisca da parte del regime comunista. I proprietari hanno richiesto 60 milioni di dollari. Il governo teme che il castello venga acquistato da una grande catena alberghiera o che sia trasformato in un parco tematico dedicato a Dracula. Il ministro degli interni russo si è sottratto alle accuse militari avanzate dall’Organizzazione per i Diritti Umani e alcune madri di soldati. Alcuni veterani avrebbero costretto i rispettivi soldati alla prostituzione, per trarne vantaggi finanziari. Uno dei casi più clamorosi fu quello di un 18enne picchiato e ferito in modo talmente grave, che gli vennero amputate le gambe ed i testicoli. Il portavoce dell’Organizzazione per i diritti umani ha confer- 25 mato l’esistenza di un certo numero di clienti disposti a pagare per avere rapporti sessuali con i soldati Il governo sta attualmente svolgendo un‘indagine. Continuano le discussioni linguistiche in Belgio. Il sindaco di una cittadina nei dintorni di Bruxelles, ha vietato l’uso del francese nelle scuole. Secondo Eddie de Block, il sindaco preferisce che i bambini imparino il fiammingo come lingua principale. Secondo questa nuova normativa, tutti coloro che non parleranno fiammingo verranno segnalati ai professori. Il sindaco ha assicurato che verrà nominato un gruppo di aiuto per gli alunni che non parlano la lingua, e che tutti i genitori con problemi a comunicare in lingua fiamminga potranno contare sull’ausilio degli interpreti. Nasr Joeman, membro del gruppo di contatto musulmano nei Paesi Bassi, ha parlato dell‘emigrazione dei musulmani in Spagna e Francia, in seguito alla discriminazione scaturita dell’11 settembre. Il problema maggiore è che le posizioni liberatesi sono destinate ad un clero più estremista del precedente. Si presume perfino che alcuni di loro seguano la dottrina Wahhabi, prima sconosciuta nei Paesi Bassi. La situazione sta aggravando le tensioni esistenti tra i membri della comunità musulmana. Il “Soldato di Bronzo” sta causando problemi alla politica estone. Toomas Hendrik Ilves, presidente dell’Estonia, ha recentemente respinto una legge assai controversa che prevede l’obbligo di rimuovere, entro un mese, la suddetta statua ubicata nel centro di Tallinn. Tale legge vieta qualsiasi monumento che esalti il regime sovietico. Per i cittadini di origine russa la decisone è una mancanza di rispetto: la statua rappresenta per loro il simbolo della liberazione dai nazisti, e non un monumento dell’occupazione sovietica. Il governo apporterà una modifica allo statuto, al fine di risolvere il problema. La Polonia e la Slovacchia discutono di formaggio. L’Unione Europea ha deciso di concedere al formaggio polacco Oscypek un certificato di marchio registrato. Il ministro slovacco si è opposto, poiché secondo loro, questo tipo di formaggio è originariamente slovacco. Per dimostrare la differenza tra i due tipi di formaggio, i polacchi hanno dichiarato che il loro Oscypek è costituito per il 60% da latte di pecora mentre l’Ostiepok contiene per l’80% di latte vaccino. Pertanto questi due formaggi non possono essere considerati un unico tipo. L’Unione Europea ha condotto ricerche sui due formaggi, giungendo alla conclusione che l’unica soluzione era proporre ai due paesi di tentare di raggiungere un accordo amichevole fra di loro. Il governo di Ankara continua a negare l’esistenza della minoranza kurda nel paese, il che rappresenterà un grande ostacolo al momento di decidere se accogliere la prossima richiesta di adesione della Turchia nell’UE. Ripetutamente, casi che dimostrano amare tensioni risvegliano l’opinione pubblica, proprio come l’ultimo incidente. Il presidente del Partito Democratico turco, Ahmet Turk, ed il suo vice Aysel Tegluk, hanno trascorso un anno e mezzo in un carcere turco per aver distribuito volantini nella loro lingua. Secondo il giudice, tale episodio costituisce una violazione della legge del Partito, la quale vieta l’utilizzo di qualsiasi altra lingua al di fuori del turco. NO! 26 Homo Exodus Autore: Etienne Deshoulières Foto: Joab Nist Traduzione: Giorgio Regoli Homo Exodus Discriminati a scuola, nell’esercito e persino all’ospedale. Gli omosessuali dei paesi dell’ex blocco sovietico emigrano in massa. In Lettonia il primo gay pride organizzato a Riga nel 2005 si è tramutato in una catastrofe. Juris Lavrikovs militante gay lettone, racconta: “Prima della manifestazione, un’isterica campagna omofobica era partita della chiesa cattolica, dalla luterana e dall’evangelica, così come da parte di gruppi dell’estrema destra ultranazionalista”. Lo stesso primo ministro, Aigars Kalvitis, si era dichiarato contrario alla manifestazione, considerando che una parata di una minoranza sessuale non aveva niente a che vedere con il centro della capitale. L’opposizione ha ravvivato l’animo dei contro-manifestanti: “Quando ci siamo messi in marcia, migliaia di persone hanno iniziato ad intonare canti omofobici e a brandire manifesti. Si poteva leggere: „Gli omosessuali fottono la nostra patria; I vostri diritti si fermano là Sopra Jaco van den Dool (in rosa) e Sjoerd Warmerdam. Si sono sposati il 6 marzo, 2007. dove comincia il mio culo; la sfilata della vergogna....”. Più volte i manifestanti hanno cercato di contrapporsi, tenendosi per mano o sedendosi in mezzo alla strada, al fine di bloccare il corteo. Malgrado la protezione della polizia, la sfilata fu rapidamente interrotta. “Ci lanciavano uova, pomodori e persino gas lacrimogeni. Ci siamo dovuti riparare dentro una chiesa”. Testimonia Juris Lavrikovs. Fortunatamente nessun manifestante è rimasto ferito. Non si può dire lo stesso della prima manifestazione omosessuale russa, organizzata a Mosca il 27 maggio 2006. “Molte organizzazioni non governative e la stessa chiesa ortodossa si sono opposte alla marcia”. Riporta l’organizzazione per la difesa dei diritti umani, Human Rights Watch. Nonostante il divieto della polizia e della giustizia, imposto violando gli accordi internazionali ratificati dalla Russia, gli organizzatori avevano deciso che la sfilata avrebbe avuto ugualmente luogo. “Mosca non è sodomita!”, “I froci fuori dalla Russia!”: come in Lettonia, l’apparizione pubblica di gay e lesbiche ha scatenato l’ira di alcune centinaia di nazionalisti. “Dobbiamo uccidere i froci” sosteneva Boris, giovane agente di polizia particolarmente robusto. Benché la polizia abbia cercato di respingere le bande di skinheads, piccoli gruppi di giovani sono riusciti ad aggredire i manifestanti. Tra questi figurava il deputato dei verdi, il tedesco Volker Beck, portavoce dei gay e delle lesbiche nel proprio paese e Pierre Serne militante ecologista francese venuto a sostenere gli omosessuali russi. 27 La situazione non è isolata alla Lettonia e alla Russia. In Bielorussia gran parte della popolazione è contraria alla nascita di un movimento omosessuale. “L’omofobia, il sospetto ed i pregiudizi sono ancora molto diffusi. Secondo uno studio della lega bielorussa per l’uguaglianza dei sessi, il 47% dei cittadini bielorussi pensa che „Gli omosessuali dovrebbero essere imprigionati”, afferma Svyatoslav Sementsov, militante membro dell’organizzazione Vstrecha “Gay e lesbiche sono vittime di molestie, indipendentemente dal loro livello sociale”. I politici sono dello stesso avviso. Nell’aprile del 2005, Viktar Kuchnynski rese pubblica la sua volontà di criminalizzare l’omosessualità. Numerose conferenze sono state vietate dal governo. Alcuni militanti sono stati arrestati. “I media, controllati dallo stato, hanno anche screditato l’organizzazione LGBT”. Questo discredito è stato largamente rilanciato da alcune correnti religiose, che recitano un ruolo importante nella persistenza del sentimento omofobico. Al riguardo, la recente elezione di Benedetto XVI non annuncia modifiche da parte del vaticano. Il cardinale Ratzinger, si era fatto portavoce dell’omofobia durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Secondo l’attuale papa, l’omosessualità è “un’anomalia” contraria “alla legge morale naturale” alla quale bisogna “opporsi in maniera chiara e decisa”. Nel documento rimasto celebre intitolato “Considerazione a proposito dei progetti di riconoscimento giuridico delle unioni tra omosessuali” vengono riportati gli interventi della chiesa nella sfera pubblica. Si tratta in effetti di „affermare chiaramente il carattere immorale di questo tipo di unioni” , di „non esporre le nuove generazioni ad un concetto sbagliato di sessualità” e, più in generale, di „lottare contro l’uguaglianza dei diritti dei gay e delle lesbiche“. La presa di posizione delle istituzioni ecclesiastiche contro le pratiche omosessuali ha riscosso una grande eco nella classe politica polacca. I politici hanno infatti moltiplicato le dichiarazioni e gli atti omofobici. Nel 2005, il primo ministro ha dichiarato: “Se una persona cerca di infettarne un’altra con la sua omosessualità, lo stato deve allora intervenire contro tale attentato alla libertà”. Nel 2006 un alto funzionario è stato congedato dal ministero dell’educazione per aver diffuso Compass, un manuale del Consiglio d’Europa che sensibilizzava i giovani sui problemi delle discriminazioni.Il suo successore ha affermato, poco tempo dopo, di tenere la situazione nuovamente sotto controllo. L’omosessualità è contro la natura umana (...); tali comportamenti non devono essere presenti nelle scuole. L’obbiettivo della scuola è quello di spiegare la differenza tra bene e male, tra bello e brutto(...). La scuola deve spiegare che le pratiche omosessuali conducono al dramma, al vuoto e alla degenerazione. Come se non bastasse, il deputato polacco Wojciech Wierzejski ha pubblicamente incitato ad usare la forza contro i militanti gay e lesbiche nel giorno della marcia annuale organizzata 28 ogni anno a Varsavia: “Se dei deviati si mettono a manifestare, dobbiamo colpirli a bastonate”. Ancora più grave, secondo Amnesty International al momento del raggruppamento a Poznan, i militanti della causa omosessuale sono stati offesi dal Mlodziez Wszechpolska, movimento nazionalista ultracattolico di estrema destra, membro della coalizione al potere. Alcuni membri dell’organizzazione chiedevano lo stermino degli omosessuali. Tra gli insulti, si poteva ascoltare “Gassiamo i froci” e “Vi faremo fare la fine che Hitler ha fatto fare agli ebrei”. Confrontandosi con un ambiente ostile e incontrando difficoltà ad ammettere la loro differenza, gli omosessuali dei paesi dell’est vivono male la loro sessualità. Nell’ambito del programma dell’Unione Europea contro la discriminazione, la International Lesbian and gay Association (ILGA) ha realizzato uno studio sulla popolazione omosessuale dei paesi dell’est. Le statistiche realizzate in dieci nuovi paesi membri dell’Unione (Rep. Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, e Romania) rivelano che circa il 50% dei gay e delle lesbiche di queste regioni decidono di emigrare. Le discriminazioni hanno luogo tanto in famiglia quanto a scuola, sul lavoro, nell’esercito, in ospedale o in chiesa. Più del 40% ha già subito molestie e quasi il 20% è stato vittima di aggressioni fisiche. In Romania, Slovacchia e Slovenia, il 25% degli omosessuali aggrediti dichiarano che la polizia ha avuto una reazione ostile, quando sono andati a sporgere denuncia. Nella maggioranza dei paesi dell’Europa dell’est le violenze contro gli omosessuali non sono episodi isolati. L’omofobia è il più delle volte radicata nella polizia e nell’esercito. Il rapporto dell’ ILGA riporta la testimonianza di un giovane rumeno: “ Durante il servizio militare sono stato violentato da tre ufficiali(...) al fine di iniziarmi al “piacere del servizio”, i tre uomini hanno evidentemente considerato di dovermi dare una lezione sessuale”. Il tempo in cui in Europa occidentale l’omofobia istituzionale era ancora in voga non è in realtà così lontano. Nel 1960 Paul Mirguet, allora deputato del partito di maggioranza al parlamento francese, teneva un discorso apertamente omofobo: “Penso che sia inutile insistere a lungo, perchè voi tutti siete a conoscenza della gravità di questo flagello dell’omosessualità, flagello dal quale dobbiamo proteggere i nostri bambini. Nel momento in cui la nostra civilizzazione, pericolosamente minoritaria in un mondo in piena evoluzione, diviene così vulnerabile, dobbiamo lottare contro tutto quello che può diminuire il nostro prestigio”. Di fronte a questi propositi, lontani dal manifestare la propria contrarietà, i parlamentari francesi adottarono l’emendamento proposto e una nuova categoria “l’oltraggio al pubblico pudore, sotto forma di un atto contro natura, il rapporto con un individuo dello stesso sesso” fu inserito nel codice penale. “Fino alla fine degli anni 70, i mass media non ne parlavano minimamente”, testimonia Jean Michel Bonnet, medico anestesista originario di una piccola città del- 29 la provincia francese. Così il 46% degli omosessuali francesi decise di andare a vivere nella regione parigina. Questo cinquantenne in piena forma fa parte di categorie socio-professionali superiori. “Se non fossi stato gay, probabilmente sarei rimasto in provincia” ammette. “All’epoca, era un tema ancora completamente taboo. Stiamo parlando del 1968, come se tutto ciò a quei tempi non fosse esistito”. Bisognerà infatti attendere la formazione di gruppi organizzati, come il comitato d’urgenza anti-repressione omosessuale, tra gli anni 70 e l’inizio degli anni 80, per far sì che il movimento abbia una reale visibilità. “Quando ho lasciato la provincia per trasferirmi a Parigi, vivevamo ancora come i primi cristiani, con dei codici e dei luoghi d’incontro, c’erano solamente dei bar con i vetri colorati”. Nel corso dei successivi 20 anni le cose sono cambiate. Dalla depenalizzazione del 1982 ai patti civili di solidarietà del 1999, la situazione non ha smesso di migliorare per gli omosessuali parigini. “Adesso esiste il quartiere Marais e il sindaco di Parigi è omosessuale. Sento realmente una normalizzazione che a mio avviso è rassicurante. Dobbiamo comunque rimanere vigili. Una minoranza resterà sempre una minoranza. Basta guardare che cosa succede dal punto di vista religioso, per vedere che nulla è dato per scontato” dell’ovest. Ormai le rivendicazioni dei movimenti omosessuali francesi si basano sull’uguaglianza dei diritti. Matrimonio, fiscalità, adozione, successione, ricongiungimento con il partner ma le discriminazioni che devono subire gli omosessuali sono ancora numerose. “Il prossimo grande traguardo sarà il diritto all’indifferenza. il fatto che io sia omosessuale fa parte della mia vita privata, come la scelta della religione o dell’alimentazione”.Jean Michel tuttavia afferma che non si sente vittima di discriminazioni nella sua vita quotidiana. Si augura che presto anche gli omosessuali dei paesi dell’ex blocco sovietico possano dire altrettanto. E si mostra piuttosto fiducioso riguardo al miglioramento delle loro condizioni negli anni a venire. “Attualmente i paesi dell’est stanno scoprendo la pluralità, che sia politica religiosa o sessuale. La situazione è incoraggiante, viaggiando a Praga oggigiorno, non si ha l’impressione che ci siano delle grandi differenze con Parigi”. Per il medico parigino, la lotta in favore della causa dei diritti omosessuali in atto nell’est Europa deve passare attraverso delle forme d’azione collettive: “Militate! Unitevi! Avvicinatevi! Viaggiate ad ovest. E sopratutto, approfittate dell’Europa!” Se l’omosessualità è sempre più accettata dalla famiglia e dagli amici, non sempre si può dire lo stesso per i gay e lesbiche. I giovani omosessuali francesi tra i 16 e i 39 anni innalzano a tredici volte la possibilità di tentato suicidio, rispetto ai giovani eterosessuali. Questo prova che la lotta non è finita nemmeno nei paesi www.mag-paris.org/magazette. 30 Voglia di Europa Autore: Björn Richter Foto: Carl Berger Traduzione: Victor Hugo Scacchi Forieri Voglia di Europa La sensazione è difficile da mandar via. Nelle settimane seguenti mi sorpresi a scoprire quante persone la pensavano come me. Igor, dalla Moldvia, andò a New York e lo scoprì. Kata, da Budapest, lo sentì durante i suoi studi di legge a Costance. Vegard, da Oslo, prese lezioni di immersioni a Vancouver e desiderò la sua casa in un modo che non aveva mai provato prima. Persino Vitaut, da Hrodna, Bielorussia, lo sentiva: non è come una normale nostalgia per le tue mura, i tuoi amici, il tuo letto. Si trattava di nostalgico orgoglio. Sperimentare la malinconia in scala continentale: Condividendo un nostalgico orgoglio. Un singolare sentimento che nè i miei genitori nè i miei nonni hanno potuto sperimentare. “è meraviglioso che tu possa viaggiare così tanto.”, non mi capiscono, non voglio solo viaggiare, fare esperienze, consumarmi. Voglio immergermi in questo sentimento, voglio sentirmi a casa dovunque vada, nel mio continente. Igor, Kata, Vegard, Vitaut ed io parliamo degli stessi problemi nello studio, ci piace la stessa musica e discutiamo degli stessi problemi di coppia. Quanta intimità. Improvvisamente, so cosa significa esultare per la vittoria di FC Porto nella Champions League, pogare mentre “Lordi” vince il grande Eurovision Song Contest, o incontrare qualcuno o il fratello di qualcuno al Sziget-Festival a Budapest. Aggiungo a tutto questo ore di conferenze skype immerso nella produzione di una rivista Europea. E’ sera qui a Città del Capo. La Table Mountain scompare lentamente, avvolta tra le nubi. Osservo il mio ospite, Jan . Lui beve un sorso di vino; parliamo della vita in Europa e in Africa. Jan è un Sud-Africano istruito con antenati Boeri. Nonostante viva nella nazione più bella del mondo, parla con entusiasmo delle metropoli europee – Berlino, Parigi e Vienna - Le ha visitate tutte negli ultimi anni - „A Berlino, mi fermai ad ammirare lo scorrere della vita. Si poteva toccare con mano“. Racconta di autobus notturni, di caffe aperti oltre la mezzanotte, di clubs, di scelte di carriera, di estrema libertà paragonata allo stile di vita di Città del Capo. Da allora, ho riflettuto molte volte sulle parole di Jan. Sono anche io così ottimista quando parlo della mia città natale, Berlino? Sono felice qui, persino orgoglioso di questo posto, ma è un sentimento che si espande al di là dei confini urbani. È più, una voglia di Europa. L’ultima volta che rimasi catturato da questo sentimento fu durante un viaggio ai Pirenei Francesi. Trascorsi alcuni giorni con degli amici in un piccolo villaggio pieno di persone matte che volevano scappare dalla società. Era un po’ come a Città del Capo. Guardando le montagne lasciai i miei pensieri vagare e, improvvisamente, il sentimento mi afferrò: questa strana brama d’Europa. Tutto questo per me è Europa. Non fraintendermi. Non sono il genere di persona che si emoziona quando qualcuno definisce l’Europa la “fortezza della pace”. È un dato di fatto. La nostra generazione non piange, agisce. No non siamo i politici di Bruxelles che impastano linee guida improvvisate invece di creare durature visioni. Gli ultimi anni sono stati testimoni di una generazione in movimento, una generazione capace di vedere l’Europa come un’idea da vivere. 31 Un Pensiero per un Manifesto Attaccali! Una tradizione ormai in Olanda, Loesje pianifica di ridisegnare l’opinione pubblica attraverso un’intensiva campagna a base di poster. Nessun muro si salverà. Ipnotizzati da ondate di colletti bianchi che vanno e che vengono dalla mattina alla sera, non avete mai avuto l’impressione che i luoghi pubblici vengano sottovalutati? Lasciando da parte i colori ammalianti dei cartelloni pubblicitari e dei segnali stradali, pochi sono coloro che approfittano dei necessari spostamenti come tempo libero fatto per osservare e riflettere. Torniamo indietro nel tempo, ad Arnhem, Olanda, nel 1983, quando strani cartelloni cominciarono a fare le prime apparizioni nella città. Riportavano messaggi positivisti, fornivano ai passanti un’occasione per approfittare del proprio tempo libero per pensare. Quasi venti anni dopo, gli stessi poster e Loesje si sono fatti strada attraverso quasi tutta l’Europa. Iniziato come semplice fenomeno olandese, è diventato un evento internazionale, ma il concetto di base rimane lo stesso. Raggruppate una manciata di menti giovani e critiche attorno ad un tavolo e prendete carta e penna. Normalmente un buon pranzo è incluso nel progetto. Ognuno comincia la fase del cosiddetto lavaggio creativo: scrive qualsiasi frase gli passi per la mente. Due ore, una montagna di argomenti e varie portate dopo, un paio di frasi saranno sopravvissute alla critica selezione. I messaggi verranno poi moltiplicati e messi su internet. Lo scopo è quello di attaccarne il più possibile. Quello dell’attacco è un processo delicato. Scegliete il muro adatto in qualche posto pubblico molto frequentato, più visibile è meglio è. Controllate che il proprietario non vi stia guardando e portate a termine il vostro dovere con tanto di colla da parati. Volatilizzatevi silenziosamente ma abbastanza in fretta e sperate che molte persone riescano a dare un’occhiata al poster prima che il proprietario o altre forme d’arte lo ricoprano. La speranza è quella di occupare più luoghi pubblici possibile. Lo scopo è quello di far fermentare pensieri nella loro forma più pura: chiunque veda il messaggio dovrebbe chiedersi “huh?” allo scoprire un oggetto sconosciuto in un ambiente conosciuto. Solo l’occhio più allenato riuscirà a riconoscere il poster con tanto di frase che subdolamente nasconde un significato divertente e intelligente. Il poster raggiunge la perfezione solo se riesce ad attirare l’attenzione dell’occhio non allenato, di quello passivo. Se sei troppo occupato per attaccare i cartelloni tu stesso, puoi in ogni modo divertirti leggendo un messaggio pungente di quando in quando. Loesje ti permette di aggiungere un miniposter sul tuo sito web, rinnovambile ogni mese. Per saperne di più www.loesje.org 3 1990 1991 1993 1994 27 luglio, la Bielorussia dichiara la sovranità nazionale L’Unione Sovietica crea la “Comunità di Stati Indipendenti” (Commonwealth of Independent States). Lukashenko risulta l’unico a votare contro l’alleanza. Lukashenko viene eletto responsabile del comitato anti-corruzione nel parlamento 10 luglio, Lukashenko vince le elezioni presidenziali e diventa presidente 1996 1999 2000 2001 70 su 199 membri del parlamento bielorusso firmano una petizione che accusa Lukashenko di violare la costituzione. Lukashenko organizza un referendum per accettare la nuova costituzione. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea si oppongono alla legittimazione di tale referendum Durante la guerra del golfo, Lukashenko propone l’Unione Slavica costituita dalla Russia, Bielorussia, Ucraina e Jugoslavia. Il progetto non dura. 7 maggio, l’attivista dell’ opposizione e Ministro degli interni Yury Zakharenko scompare. 16 settembre, il leader dell’ opposizione Victor Gonchar e il suo alleato Anatoly Krasov scompaiono. 7 luglio, la giornalista televisiva Dmitry Zavadsky, della Televisione Pubblica Russa ORT, nel 1994-1997 fotografa personale di Lukashenko, scompare Lukashenko viene rieletto il 9 settembre, gli Stati occidentali criticano le elezioni, la Russia le accetta 2003 2004 Agli ufficiali non ammessi negli stati uniti dopo la prima guerra dell’Iraq viene concesso il passaporto bielorusso. Lukashenko chiama un referendum che permette rielezioni illimitate e vince. Gli stati occidentali criticano i risultati, l’associazione degli Stati Indipendenti (CIS) ammette che non si sia registrata nessuna violazione 2006 2007 19 marzo, Lukashenko vince le elezioni. L’OSCE (l’Organizzazione per la sicurezza e la Cooperazione in Europa) non le accetta, CIS parla di elezioni chiare e trasparenti. Nei giorno seguenti 10000 protestanti organizzano marce nelle strade, protestando contro le elezioni. I ragazzi dormono in tenda e passano le notti nella piazza d’ottobre. Le proteste vengono soffocate dalle autorità. La Russia cambia il suo programma di distribuzione energetica a basso costo alla Bielorussia 25 marzo, Dan Voli, giorno della liberazione. Si annunciano un gran numero di manifestazioni Senza Padre Un leader bielorusso scompare misteriosamente. Sua figlia eredita la sua determinatezza e il suo pubblico. Una rivoluzione dei jeans contro l’ultimo dittatore europeo “Cari amici, questo è mio padre, Anatoly Krasovsky e questo è il suo amico Viktor Gonchar. Il 16 di settembre 1999, le loro vite si sono improvvisamente (...).”. Così avevo iniziato il mio discorso al settimo anniversario della scomparsa di mio padre con le loro foto alle mie spalle. 10.000 erano venuti ad assistere, si erano radunati per commemorare la memoria di mio padre e delle altre tre persone “scomparse” in Bielorussia, per l’occasione della Grande Festa dei Jeans in una giornata di sole a Minsk nella piazza Bangalor. Ho visto simpatia nei loro occhi, supporto, solidarietà. Mi sono sentita esultare... non come 6 anni fa, durante il primo anniversario della scomparsa di mio padre e di Viktor, quando mia madre, io e altre due persone rimanemmo in piedi in silenzio, in questa strada Fabrichnaya, dove era stato visto per l’ultima volta. 36 Tutte le volte che assisto a questo tipo di manifestazione mi domando: “Quante persone ci saranno oggi?” Avevo paura di trovarmi da sola per strada. E’ per queSenza Padre sto che mi sentivo così emozionata, mentre tenevo il mio discorso davanti ai partecipanti alla Grande Festa Autrice: Valeriya Krasovskaya dei Jeans. Erano venuti, a prescindere dal fatto che il Foto: Charter97.org trasporto pubblico non funzionasse, come spesso capiTraduzione: Irina Dinca ta quando c’è una dimostrazione o una protesta contro l’autocrate regime di Lukashenko in Bielorussia. Erano venuti nonostante gli studenti fossero stati obbligati a recarsi a scuola per alcune attività supplementari, come le pulizie dei campus. Tutti gli stratagemmi vennero impiegati pur di impedire alla gente di partecipare alla loro festa, per celebrare la commemorazione di quelli che avevano sofferto per la libertà della Bielorussia. In un certo modo, una giornata felice per me. Se possiamo utilizzare la parola felicità nella mia situazione, una situazione di totale incertezza riguardo quello che è capitato alla persona più importante della mia vita - mio padre. Mi ricordo la notte in cui mio padre non tornò a casa, me lo ricordo come se fosse ieri. Mi ero svegliata alle 4 del mattino e avevo visto mia madre in cucina. Apparentemente non era ancora andata a letto. „Chè è successo?“ Avevo chiesto. „Papà non è ancora rientrato?“ „No“ mi rispose. Il cellulare di mio padre non funzionava e non funzionava neanche quello di Viktor. “Vai a letto, vedrai, andrà tutto bene“, mi disse. Però, da quella notte in poi, nulla andò come sarbbe dovuto andare. Valeriya Krasovskaya Il mattino seguente chiamammo la polizia, ma non si mostrarono entusiasti di cooperare con noi. Quella mattina avrei dovuto recarmi all’università, mi ero appena iscritta, e si teneva una conferenza che aveva come ospite il Presidente della Televisione bielorussa, Kisel. Mia madre aveva contattato alcuni amici di mio padre e di Viktor ed era andata nel posto dove avevano avuto l’appuntamento la sera precedente – in un bagno pubblico nella strada Fabrichnaya. Pezzi di vetro appartenenti alla macchina di mio padre, un Jeep Cherokee, erano stati trovati sul posto dell’incidente insieme a tracce di sangue, più tardi identificato come sangue di Viktor Gonchar. E’ difficile spiegare come mi sentissi in quei giorni. Forse si accese in me una sorta di meccanismo di autodifesa e stranamente mi feci prendere dal panico: in poche ore capii quello che stava succedendo. Non avrei mai immaginato fosse possibile che una persona potesse sparire senza lasciare alcuna traccia di se, era una cosa al di là della mia capacità di comprensione. Mia madre, mia sorella ed io aspettavamo il suo ritorno. Lo sgomento in me fu tale che solamente dopo anni mi resi conto che non sarebbe più tornato. Tutt’ora, stranamente, non ho ancora perso la speranza. Che è successo a Anatoly Krasovsky e Victor Gonchar? Il 1999 fu un anno di aspra lotta tra il governo di Lukashenko e i suoi oppositori,. Tre anni prima, Lukashenko tenne un referendum per la modificazione della costituzione della Bielorussia. Il motivo finale consisteva nell’aumentare il suo potere sul paese e prolungare la sua permanenza al governo a sette anni. Controlli internazionali affermarono che il referendum non era conforme agli standard internazionali e l’opposizione non ne accettò risultati. Anatoly Krasovsky, missing Commemoriamo, tutti i 16 del mese, il giorno in cui il leader dei giovani Nikita Sasim prese a sventolare la propria camicia jeans durante l’anniversario nel settembre del 2005. La camicia jeans nell’aria diventò il simbolo della rivoluzione, e dopo 6 anni il governo non aveva ancora trovato delle risposte valide. Nikita era diventato così popolare tra i giovani che anche Lukashenko sentì di dover correre ai ripari. Cinque giorni prima delle elezioni del marzo 2006, Nikita venne arrestato senza processo e tenuto in carcere per 3 mesi solamente con lo scopo di non lasciare che i giovani si potessero organizzare. La prima seduta del processo si tenne il 4 di Maggio. Il fatto che non fosse apparsa la milizia e che la manifestazione non fosse stata vietata, fu probabilmente dovuto alla negativa reputazione che Lukashenko si era conquistato dopo aver soppresso le proteste tenute in seguito al broglio elettorale e dopo aver arrestato lo stesso mese mille dimostranti nella Den Voli mentre festeggiavano l’indipendenza del 25 Marzo. Vietare la manifestazione era nei suoi piani, ma alla fine non ne ebbe il coraggio. C’erano manifesti in tutta la città, banner su internet, adesivi sui lampioni nelle strade. Camminando per Minsk ancora adesso, potresti trovare graffiti con il numero 16. Organizzammo azioni in vari paesi: in Polonia e negli Stati Uniti, in Lituania, Estonia, Russia, Ukraina, Repubblica Ceca, Francia, Svezia, Belgio, Olanda.... che minuto prima e arrestarono la maggior parte dei partecipanti. Non aveva ancora finito le ultime parole quando, altri quattro pullman arrivarono, pieni di uomini in tute mimetiche. Volevano arrestare il resto dei partecipanti venuti a sostenere un’azione di solidarietà. Tutti cominciarono a correre. Ed io con loro. Mi resi conto presto che non sarei mai riuscita nel mio intento. Quegli uomini erano molto più grandi e veloci di me e i loro occhi erano colmi di odio(...). Mi fermai. Non si aspettavano una mossa del genere. La cosa li confuse, mi lasciarono in pace e continuarono a rincorrere gli altri. E’ così che mi salvai in quell’occasione. Tutta la sera ricevetti telefonate dagli amici o soltanto da persone che mi conoscevano e che avevano letto sui giornali che ero stata arrestata insieme agli altri. Tutta questa attenzione che mi era stata concessa mi ricordava un ampio articolo dedicato alla scomparsa di mio padre. Era apparso circa 5 anni prima in un giornale molto noto in Bielorussia, la “Komsomolskaya pravda”. Con tanto di foto di me e mia madre sulla prima pagina dell’articolo. Dopo la sua pubblicazione ho sperimentato per la prima volta l’esperienza di sconosciuti che mi avvicinavano per strada per confidarmi parole di simpatia o odio. Riconoscevano il mio viso e volevano esprimere la loro solidarietà al mio dolore. Purtroppo, un giorno, entrai in un supermercato mangiando una mela che avevo comprato in un altro negozio e venni aggredita da una guardia che mi accusava di averla rubata. Nonostante le mie spiegazioni e l‘ovvia differenza tra le mele, la guardia chiamò un agente della polizia e insieme persero 6 ore minacciandomi con scherzi “allusivi“ del tipo: “Adesso vedrai che cosa faremo alla la tua faccia furba” o “Abbiamo la notte intera per giocare insieme”. Anche loro mi avevano riconosciuta dall’articolo. Non ero spaventata. Sapevo che non avrebbero mai avuto il coraggio di farmi niente. Nessuno ebbe il coraggio di proibire la commemorazione. La Grande Festa dei Jeans fu una giornata eccezionale anche per il fatto che nessun agente della milizia aveva osato disturbare la manifestazione , come in genere era loro abitudine e com’era capitato solo un mese prima quando io stessa avevo visitato Minsk. Mi ero recata al posto prestabilito per l’inizio della manifestazione, di fronte all’ambasciata russa a Minsk. Una decina di persone stavano già aspettando, tra cui una mia amica. Quando mi vide mi corse incontro dicendomi che non dovevo assolutamente perdermi quell’evento. Quattro pullman della polizia erano già arrivati sul posto qual- Secondo la vecchia costituzione, le elezioni presidenziali avrebbero dovuto avere luogo nel 1999. il precedente parlamento contava su tali elezioni, ignorando i piani del dittatore e la nuova versione della costituzione. Nuove elezioni dopo sette anni, non solo rendevano minacciosa la figura del presidente Lukashenko, ma avrebbero anche provato l’illegalità della costituzione. Viktor Gonchar, presidente dei deputati del precedente parlamento, e il suo amico, il famoso editore Anatoly Krasovsky, il quale aveva parzialmente finanziato il movimento di opposizione, furono messi sotto sorveglianza speciale. Victor Gonchar, missing 37 Dopo il discorso del leader dell’opposizione Alexander Milinkevich, venne il momento dei musicisti rock bielorussi generalmente proibiti. C’era molta gente che non vedevo da tanto tempo. Tra loro c’era un collega del liceo, Denis, che era stato arrestato e aveva ricevuto una condanna di 15 giorni di prigione perché era in piazza d’Ottobre dopo le elezioni del marzo del 2006. Avevo letto il suo nome sui giornali. In prigione si rifiutava di mangiare. Fu allora che mi resi conto che era uno dei nostri. Alla festa ridemmo dei diversi episodi che mi confessò sul periodo passato in prigione. Uscito fu costretto a pagare 40 dollari, per i servizi ricevti. Aveva perso 15 kg durante il suo sciopero della fame. 38 Alla festa le camicie svolazzavano nell’aria, come bandiere simbolo di libertà. Un’ora prima dalla fine, nonostante tutte le luci furono spente, i partecipanti continuarono a cantare, accesero delle candele e ci furono anche dei fuochi d’artificio! Alla fine, un gruppo di musicisti tra cui Krama, Neiro Dubel e Tovarish Mauzer salirono sul palco e cantarono canzoni conosciute a tutti. Quella finale era dedicata a mio padre: “C’è gente nascosta nella nostra città, ma la Bielorussia presto libera sarà!”. Era esattamente quello che sentivo dentro di me. Commemorazione del 16 settembre 2006: Il leader dell‘opposizione Alexander Milinkevich per la libertà della Bielorusssia (a sinistra). e il loro telefoni messi sotto controllo. La sorveglianza e il controllo telefonico terminarono ufficialmente il 16 settembre 1999. poche ore prima che Viktor Gonchar e Anatoly Krasovsky furono visti per l‘ultima volta. Dal 2000 in poi, le Nazioni Unite hanno ordinato differenti mandati ordinando alla Bielorussia di investigare sulla scomparsa, l’ultimo dei quali il 2 novembre 2006. Fino ad ora. Nulla è stato fatto. Le aziende legali, iniziarono ad investigare sull’accaduto; tuttavia, tutte le prove finora raccolte sono state collezionate da volontari. Queste includono i frammenti del finestrino della macchina di Krasovsky, usata lo stesso giorno e ritrovata nella via Fabrichnaya a Minsk; vennero ritrovate anche tracce di sangue, identificate come quelle di Gonchar da un esperto esaminatore indipendente. Un ringraziamento speciale a Katrien Mondt, Philippe Mousty e Bram Vanderborght Per saperne di piu‘sullo studio di Katrien Mondt, la sua pagina web e‘: http://homepages.vub.ac.be/~kamondt/ “Lukashenko non mantiene le sue promesse“ 39 Jeanine Hennis-Plasschaert, membro del Parlamento Europeo per il Partito dei Liberal-Democratici Europei (ELDP), è preoccupata per la posizione dell’Unione Europea nei confronti della Bielorussia. Illustra a Indigo l’attuale situazione e i movimenti da intraprendere. “Fino all’anno scorso, la situazione riguardo la Bielorussia era chiara. Il dittatore Alexander Lukashenko aveva in pugno il Paese e deteneva sufficiente potere da mantenere la debole e frammentata opposizione sotto controllo. È riuscito a soffocare le proteste nel marzo del 2006 dopo aver chiaramente falsificato le elezioni. Mantenendo una forte posizione all’interno del suo gruppo politico, era riuscito a frustrare i leader dell’opposizione. Qualche anno prima aveva persino ordinato alcune esecuzioni politiche. Dopo le elezioni del 2006, dietro suo ordine, fece incarcerare uno dei leader dell’opposizione, Alexander Kosulin, per cinque anni e mezzo. “L’economia della Bielorussia era stabile. Il paese raffinava il petrolio dalla Russia e lo vendeva a prezzi di mercato all’Unione Europea. In più, la produzione di legno è di importante rilievo per il mercato europeo. Alexander Lukashenko era in buone relazioni con il presidente Putin, ed era allo stesso tempo riuscito ad accontentare l’Unione Europea con la distribuzione di energia. Il Cavallo Sbagliato “Putin, alzando il prezzo delle forniture di petrolio e di gas della Russia a partire dal primo Gennaio del 2007, ha reso la situazione poco chiara. I ruoli già fissati sono improvvisamente cambiati e tutte le parti in gioco sono state costrette a scegliere nuove posizioni. Il dittatore Alexander Lukashenko cominciò ad accusare Putin di mancanza di rispetto. L’anno scorso, Lukashenko lottava ancora per un’unione tra la Russia e la Bielorussia. Questa possibilità è stata ormai accantonata. Lukashenko ha perso fiducia in ulteriori vantag- gi. Con cautela, dirige il suo sguardo verso occidente. Aveva recentemente affermato alla stampa: “Imparo in fretta. Stavo scommettendo sul cavallo sbagliato.” Ma ovviamente non vuole che qualcuno metta becco nella politica interna. Aumentare la pressione “Pensiamo che l’Europa non dovrebbe credere tanto facilmente alle parole di Lukashenko. L’Unione Europea può utilizzare strumenti economici per fare pressione su Lukashenko senza per questo mettere in pericolo il popolo bielorusso. L’Unione Europea dovrebbe oltretutto fare più pressione sul dittatore per la liberazione dei prigionieri politici. Il presidente dell’assemblea parlamentare del Concilio Europeo, Renee van der Linde, ha visitato la Bielorussia all’inizio di quest’anno. Ha quindi presentato un piano che parte dalla liberazione dei prigionieri politici, ma la Bielorussia ha affermato di non avere affatto prigionieri politici. Il Consiglio Europeo ha proposto alla Bielorussia una squadra di esperti del Consiglio per indagare sulla presenza o meno dei prigionieri e sulla loro identità. La Bielorussia ha l’obbligo di rispondere a questo quesito. Sarebbe bene che l’Unione Europea sia più forte in questo senso e offra un maggiore supporto. Ma la stessa Unione Europea si trova momentaneamente in un momento di stallo e gli stati membri si muovono secondo gli interessi nazionali. Intervista: Joeri Oudshoorn Traduzione: Irina Dinca Virtual Insanity Second Life regala una parvenza di seconda identità, una vita all’interno di un’altra. Ma, come quella reale, questa vita è infestata da termiti assetate di denaro… 40 Virtual Insanity Autore: Martin Lafréchoux A fine dicembre il Fronte Nazionale, un partito dell’estrema destra francese, annunciò l’apertura della sua nuova sede in Second Life, un universo virtuale in cui chiunque può dar vita ad avatar (personaggi/alter ego digitali), oggetti ed edifici. Gli estremisti non sono però stati accolti a braccia aperte. Secondo il giornalista americano Wagner James Au, “dopo l’arrivo del Fronte Nazionale, sono nate due associazioni, AntiFN e SL Left Unit, con il solo proposito di contrastarli. Queste, munite di manifesti, magliette e cartelloni, hanno dimostrato chiaramente che l’arrivo del FN in Second Life non era affatto gradito.” Second Life consente agli utenti di creare oggetti e di interagire a fondo con il mondo circostante, fino al punto da permettere di distruggere altri oggetti. Come era facile immaginare, le dimostrazioni di protesta assunsero rapidamente toni violenti. Cominciarono con le armi da fuoco, passarono rapidamente alle esplosioni e continuarono con le sparatorie, fino al momento in cui “un intraprendente insurrezionista fabbricò delle bombe maiale, le fissò a dischi volanti e le lanciò sulla sede del Fronte Nazionale, facendole esplodere in un diluvio di schegge suine.” La battaglia andò avanti per un’intera settimana, fin quando, il 15 gennaio, l’intero edificio della sede del FN fu raso al suolo. A prima vista questa può sembrare un buona notizia. Nel mondo virtuale nessuno è a favore degli estremisti e gli abitanti della Terra si uniscono per eliminarli! Ma, l’obiettivo del Fronte, non era trovare nuovi elettori. Era ottenere pubblicità gratuita, e l’hanno avuta. L’episodio è stato riportato da numerosi giornali, non solo in Francia ma anche in altri paesi. Public Relations In questo consiste Second Life. Il 27 gennaio un gruppo di utenti americani di SL Netroots Percentuale degli utenti europei: Francia 12.73% • Germania 10.46% Regno Unito 8.09% • Olanda 6.55% Spagna 3.83% • Belgio 2.63% • Italia 1.93% ha organizzato una protesta contro la guerra in Iraq. A detta degli organizzatori, parteciparono alla manifestazione gli avatar di 7 paesi differenti. In realtà solo 120 persone si erano presentate e la protesta era solo una maniera per esprimere un sostegno morale a un fatto realmente esistente. Nel dicembre 2006 un’associazione di beneficenza spagnola Mensajeros de la Paz utilizzò Second Life per raccogliere fondi. Crearono un personaggio virtuale, un senzatetto che chiedeva l’elemosina con un cartello. Dopo una settimana, l’avatar senzatetto aveva raccolto circa 30 euro, cifra tutt’altro che astronomica. Ma, come chiarì in seguito il suo rappresentante, “l’obiettivo principale non era il denaro, ma una maggiore consapevolezza da parte della gente”. Una cosa è certa: che siano organizzati dagli stessi cittadini virtuali o da entità del mondo reale, la grande maggioranza degli eventi che hanno luogo in Second Life sono in realtà attività di PR sotto mentite spoglie. Il 29 gennaio la Svezia annunciò l’imminente apertura della prima ambasciata virtuale al mondo. L’iniziativa però non partì dal Ministero degli Esteri svedese, bensì dallo Swedish Institute, un istituto promozionale. In realtà la cosiddetta ambasciata non emette passaporti né altri servizi ufficiali: il suo unico scopo è far conoscere la Svezia ai cittadini di SL e, naturalmente, promuovere un’immagine moderna del Paese. Big business La Svezia è il primo Paese ad avere una sua rappresentanza in Second Life, ma molte aziende vi hanno già tenuto riunioni o aperto punti vendita. Sulla scia di alcune società del calibro di IBM o Adidas, il gruppo bancario olandese ABN ha aperto una filiale in Second Life nel dicembre 2006. La banca offre per il momento solo “consulenza finanziaria”. Dall’ottobre 2006 la prestigiosa agenzia di stampa britannica Reuters ha un ufficio permanente in SL. Un loro reporter riuscì, durante il World Economic Forum di Davos (Svizzera), ad intervistare gli amministratori delegati di EasyJet e Skype e altri dirigenti aziendali di alto profilo. L’agenzia di stampa tedesca Axel Springer si è spinta oltre: dal dicembre 2006 produce una testata, chiamata AvaStar, pubblicata esclusivamente in SL. Se ci sono giornalisti dobbiamo automaticamente supporre che ci siano notizie. Non esattamente. AvaStar non sembra riscuotere molto successo. Nonostante la febbrile attività commerciale e le attività di PR, Second Life ha in realtà un numero di utenti sorprendentemente basso. Gli iscritti sono oltre 3 milioni, ma, secondo il The Guardian, gli utenti attivi, quelli che passano una quantità di tempo significativa nel mondo virtuale, sono solo 100 000, dei quali meno di 60 000 iscritti a pagamento. A febbraio il responsabile di SL, Linden Lab, annunciò sul suo sito web che, per la prima volta, 30 000 utenti si erano collegati contemporaneamente. Nonostante ciò, considerato che SL si estende su una superficie maggiore alla città di Monaco, doveva apparire ancora abbastanza deserta. Queste cifre dimostrano solo che la presenza delle aziende in SL non è semplicemente un mercato virtuale. Le società aprono punti vendita e organizzano eventi nel mondo virtuale per ottenere in modo semplice pubblicità gratuita di prodotti che altrimenti passerebbero inosservati. Gli utenti prima di tutto Tutto questo è possibile perché Linden Lab è già riuscito ad attirare l’attenzione dei media su Second Life. Il segreto è stato il denaro virtuale. Gli utenti di SL usano “soldi veri”, nel senso che esiste un tasso di cambio tra la valuta virtuale e quella reale. Nel maggio 2006 la cittadina di SL Anshe Cheung era sulla copertina del Business Week in quanto “Prima milionaria di Second Life”. Cheung, tedesca d’origine, fondò la sua società in Cina; si occupa di creare e vendere proprietà virtuali in SL e può già contare sull’aiuto di 23 dipendenti. Una rapida occhiata alle statistiche ufficiali di Second Life rivela che i cittadini che guadagnano più di 100 euro al mese sono molto pochi, meno di mille, e che solo una dozzina guadagnano più di 1000 euro al mese. Nessun dubbio sulle capacità di autopromozione di Linden Lab. Dopo che una critica parodia, chiamata “Get a First Life”, fu messa online, Lab non cercò di farla chiudere, anzi, nwn.blogs.com rootscamp.pbwiki.com lindenlab.com terranova.blogs.com getafirstlife.com ha dato la sua autorizzazione ufficiale. Questa mossa a sorpresa ha trasmesso un’immagine di autoironia che, automaticamente, ha attirato l’attenzione di nuovi utenti. Ma la montatura pubblicitaria non durerà per sempre. Paradossalmente, il corrispondente Reuters in SL ha pubblicato di recente un’intervista che ne annunciava la fine. Secondo la società di consulenza Gartner Group, SL si sta avvicinando al cosiddetto “picco di ascolto”, il che significa che c’è da aspettarsi presto un’inversione di marcia. In base a questa teoria, Linden Lab spera di venire rilevato da una società più grande prima che si verifichi il crollo di popolarità. Al momento dunque, i cittadini di SL non sono i clienti di Linden, sono la sua mercanzia. Per quanto riguarda i potenziali compratori, l’analista della Gartner Group Steven Prentice afferma che “Google sarebbe in pole position”. L’ipotesi non sembrerebbe azzardata, dato che il colosso dei motori di ricerca ha recentemente acquistato un’azienda di in-game advertising, Adscape. Ma l’affare deve concludersi in breve; i cittadini sono sempre più scontenti della bassa qualità dell’hardware (a volte il gioco è estremamente lento) e della costante invasione di PR e venditori. Per far sì che SL risponda alle aspettative, Linden Lab dovrebbe concentrare l’attenzione un po’ più sugli utenti e un po’ meno sulle aziende. A fine febbraio, il cosiddetto Esercito per la Liberazione di Second Life bombardò i negozi virtuali di Reebok e American Apparel rivendicando un maggior controllo dei cittadini sul loro mondo virtuale, che rischia di diventare ben presto un mondo pieno di venditori che cercano di piazzare la merce in mezzo al deserto. 41 Ciao Bella! Messaggi erotici tra caffè e sigarette… Quanto siamo veramente perspicaci? Spagna Non si gioca con gli spagnoli… non ci provate neppure a posare gli occhi su una delle amiche di lei, o a lasciarvi trasportare in balli ravvicinati dagli amici di lui. A meno che non cerchiate la lite o di mettere una pietra sopra la vostra relazione. Gli spagnoli hanno il “sangre caliente”, amano o odiano, danno anima e corpo per una storia d’amore ma pretendono altrettanto. Italia 42 Ciao Bella! Dovete avere gli occhi foderati di prosciutto o venire da un altro universo per non notare quando un italiano ha deciso di provarci. Schietti e dritti al punto. Tutte le tattiche sono ammesse. Non esistono messaggi da decifrare. I ragazzi offrono da bere e le ragazze chiedono le sigarette. E non spaventatevi, in alcune regioni i ragazzi si danno due baci sulle guance per salutarsi, non ci stanno provando… Autrice: Irene Sacchi Illustrazioni: Anne Buch Grecia Che i greci siano ospitali, ballino il sirtaki e mangino un po’ troppo d’aglio è cosa risaputa. Quello che magari non sapevate è che la cultura, le zone archeologiche o le passeggiate romantiche in spiaggia, come le gite fuori porta, facciano parte delle tecniche di abbordaggio più utilizzate. Tutti si trasformano in possibili “Platone” o “Einstein” o ancora piccoli “Shakespeare” per fare colpo. Per non parlare delle serenate, che sono tornate in voga. Polonia Bulgaria Una ragazza al centro della pista di una discoteca in Bulgaria funziona meglio del miele con le api. Normalmente sarà assalita da un numero indecifrabile di pretendenti in cerca di una notte d’amore. Se lottare contro tremila avversari non è proprio quello che fa per voi, o se è una storia seria quella che andate cercando, allora rivolgetevi a qualche amico e lasciatevi invitare ad una festa privata. Lì le ragazze si fidano di più, la musica non assordante vi lascerà spazio per parlare, e se sarete fortunati non dovrete lottare contro la “mandria selvaggia” della discoteca. Volete offrire qualcosa da bere? Niente di meglio della famosa Flirting Vodka. Come rimorchiare nella timida, introversa Polonia? Per il primo approccio, cercate un posto dove si possa ballare. Questa scelta, condita con un paio di birre, vi permetterà di ballare abbastanza vicini al partner da lasciargli capire che siete interessati. Il secondo punto fondamentale è il volume della musica. Deve essere alto, tanto alto da lasciarvi la mera possibilità di scambiare solo numeri telefonici o brevi messaggi, dopo aver ballato insieme. Per il primo appuntamento: il classico cinema, un caffè o un concerto, dove poter andare insieme. Svizzera Olanda Gli svizzeri hanno la fonduta e la cioccolata dalla loro parte. Ma se siete stati invitati ad una cena stile indiano probabilmente non è solo per restare amici. È un vero e proprio appuntamento romantico. Il mito dello svizzero timido è passato fuori moda. I ragazzi sembrano aver imparato che “chi dorme non piglia pesci”. Magari con l’aiuto di un paio di birre in più, stanno diventando sempre più diretti. E le svizzere non sembrano certo dispiaciute del cambiamento. Gli olandesi, famosi per essere singles e amare il duro lavoro, hanno una nuova moda per corteggiare. I supermarket per singles sono sempre più in voga, non solo perchè offrono ai clienti una soluzione per un pasto veloce, semplice ed esattamente per una sola persona, ma funzionano anche come meeting point. Dalla spesa all’invito a cena, il passo è breve. 43 Portogallo Germania Ragazzi timidi e ragazze decise. La Germania è il paese in cui lei offre da bere e lui una tazza di caffè. Il primo approccio è difficile. Bisogna essere intelligenti per captare i messaggi in codice che i tedeschi cercano di inviare per cercare di rimorchiare. Fanno molto affidamento sulla conversazione; una caffetteria è il luogo ideale per parlare e vedere se siete veramente fatti l’uno per l’altra. Belgio Dimenticatevi di andare ad una discoteca o ad un bar soli per incontrare qualcuno. Questa tecnica funziona nei paesi del sud o al massimo in quelli dell’est Europa. In Belgio finirete per ubriacarvi e parlare solo con il barista… e solo per chiedere la prossima birra (neanche loro sono troppo eloquenti). Cosa resta da fare? Corsi di lingua, tirocini, lavoretti, qualsiasi cosa che vi faccia correre al ritmo frenetico della città. Gentiluomini I portoghesi aprono gli sportelli delle macchine, aiutano le compagne a mettersi la giacca, pagano la cena. Che lo facciano un po’ con tutte e che vi confondano un poco le idee, fa parte del gioco. Ah, e se vi sentite chiamare con un nome che non sia il vostro per poi assicurarvi che vi hanno scambiato per una cara amica: non ci cascate. È solo una scusa per parlarvi. Turchia Per corteggiare in questo paese avrete bisogno di amici e familiari. Probabilmente nelle grandi città la situazione è molto più europea di quanto crediamo ma nei paesini di campagna o nelle piccole città il peso della famiglia e della società è ancora talmente forte che le ragazze hanno paura a farsi vedere anche solo vicino ad un ragazzo. La fine delle lezioni o la casa di un amico comune, rappresentano i soli momenti in cui si può avere la speranza di incontrare la persona amata. La situazione è in rapido cambio ma “ciò che pensa la società” è ancora un fattore predominante nel comportamenti dei turchi. 44 Chi va piano... Autrice / Foto: Silvia Cravotta Chi va piano, va sano e...vive a lungo L’Europa ha trovato la fonte dell’eterna giovinezza. Silano è uno dei pochi villaggi al mondo dove gli abitanti vivono straordinariamente a lungo. Il segreto? Fortuna, pecore, olio d’oliva e molto altro ancora… Il segreto per vivere a lungo non è mai stato così a portata di mano. Per secoli gli uomini lo hanno cercato inutilmente negli angoli più remoti del globo, mentre oggi basta prendere un aereo e volare in Sardegna. È nel cuore dell’isola mediterranea che si trova Silanus, poco più di 2300 anime ma una popolazione tra le più longeve al mondo. Gente che porta scritta sul viso la propria storia, come Michele Mura: rughe che raccontano un’esistenza fatta di lavoro e fatica, ma che quando chiacchiera si distendono dimostrando che in fondo lui con la vita mica se l’è presa, anzi. Tiu Micheli, come lo chiamano in paese, indossa dei pantaloni troppo grandi per la sua figura esile, ai piedi dei grossi stivaloni di gomma, sotto i quali si stende un manto verde accecante. Sopra la sua testa il cielo, intorno solo tante pecore. Ogni giorno – a 83 anni suonati – porta le bestie al pascolo e coltiva la sua vigna. “L’aria di campagna è la mia salute”, racconta, confidando di sentirsi in pensione perché, rispetto a quand’era giovane, lavora meno, anche grazie all’aiuto del figlio. Tanto lavoro, sin dalla più tenera età, anche per Tonino Tola. Un ragazzino, confrontato ai suoi compaesani. Ma pur sempre un 77enne che ogni giorno cammina per chilometri insieme alla sua somara per stare appresso alle sue pecore e alle sue vacche, con le quali a volte passa la notte per il timore dei furti, molto frequenti nella zona. “Ci vuole passione in quello che si fa” spiega Tonino, l’aspetto fiero di un cavaliere antico, “anche nel lavoro. Tanti che hanno lavorato meno di me, sono molto più stanchi”. Ed elenca con nonchalance la sua dieta quotidiana: carne, formaggio, vino nieddu – cioè rosso – che si fa da solo e verdure di produzione propria, come molti qua in paese, che hanno ricominciato a curare l’orto da quando l’euro è entrato nei loro portamonete. Una dieta da far impallidire un qualsiasi salutista cittadino – tutto pesce e pane integrale – ma che qui sembra essere davvero l’elisir di lunga vita. Anche la memoria fila via come un treno: Tonino può parlare per ore ricostruendo gli alberi genealogici di parenti e compaesani o raccontando le avventure dello zio pilota nella seconda guerra mondiale. Sigarette? Poche, per mancanza di soldi. Medicine? Ancora meno e solo se c’è bisogno, come quando arriva l’influenza. Il farmaco più forte che si sente nominare qui è l’antibiotico. Eppure Silanus è un paese come tanti altri in Sardegna: tanto verde, poca gente per le strade e un’aria che davvero merita di essere respirata. Ma a portarlo alla ribalta internazionale ci hanno pensato gli scienziati dell’Istituto nazionale sull’invecchiamento degli Stati Uniti, che l’hanno indicato – insieme all’isola di Okinawa in Giappone, alla città di Loma Linda in California e ad alcune parti del Costa Rica – tra i detentori della ricetta per una buona vecchiaia, l’unico in Europa. Ma, insieme a questo primato, non hanno saputo dare una spiegazione dell’alto numero di centenari, e di novantenni in lizza per diventarlo, che affollano questo piccolo paese nascosto tra le colline del Marghine, in provincia di Nuoro. Tanto più che, secondo le statistiche comunitarie, Silanus dovrebbe essere cinque volte più grande per avere la certezza di poter vantare almeno un ultracentenario. Inoltre, se nel resto del pianeta c’è un centenario maschio ogni quattro donne, qui la percentuale si dimezza a favore degli uomini, con due centenari ogni donna. Vite tranquille, senza stress e dunque senza le malattie che esso origina, cibo che viene dalla tua terra e che ti costringe a muoverti tutti i giorni per coltivarla (altro che jogging e palestra!): potrebbe essere questa la formula magica per arrivare al secolo in gran forma. Ma la verità è che l’ottima salute e la vita attiva di questi nonnini è anche, e soprattutto, una questione di geni. 45 Geni forgiati dall’isolamento e che potrebbero essere alla base della lunga durata di vita dei sardi. Proprio su questo sono al lavoro gli studiosi dell’Università di Sassari, che da dieci anni portano avanti il progetto scientifico AKeA (da a kent’annos, a cent’anni, tradizionale augurio sardo) alla ricerca di una chiave di lettura che possa svelare questo mistero. “Sicuramente il fattore genetico conta – conferma l’assessore alla Cultura, Gigliola Congiu, davanti a un piatto di delizioso formaggio pecorino – ma non dimentichiamo che queste sono persone che, specie nel periodo della guerra, hanno mangiato poco. E oggi continuano a condurre vite sobrie, ma soprattutto hanno tutti i loro cari intorno che li fanno sentire ancora importanti”. L’ambiente sociale sereno è come una campana di vetro che protegge gli anziani di Silanus dal male della solitudine che tiene invece compagnia a tanti pensionati di città. In effetti qui di ospizi non c’è traccia e non se ne sente proprio l’esigenza. La vede diversamente Francesco Nieddu, fondatore della pro loco ed ex sindaco, che parla di “selezione naturale”. “Gli ottantenni e i novantenni di oggi sono persone che sono sopravvissute alla malaria che infestava queste zone – racconta –. Sono dunque persone fisicamente più resistenti. E non è detto che i loro figli li imitino”. Tanto che oggi sono i padri che aiutano i figli. Come fa Stefano Cossu, 93 anni portati su una faccia da bambino. Quando finisce di lavorare con Andrea all’ovile, raggiunge l’altro figlio Angelo, cantante, e insieme si esibiscono nel canto a tenore, una tipica tradizione sarda dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Insieme stanno anche lavorando a un cd. Davanti all’incredulità di chi gli sta di fronte, sorride con dolcezza e senza alzarsi dal tavolo della sua cucina apre la bocca e intona un canto con voce ferma e profonda. La longevità, viene da pensare, è anche e soprattutto una questione di testa. Fatalità e ironia sembrano essere scritti nei geni di questi vecchietti. È il caso di Andreana Penduzzu, 95 anni. Seduta davanti al camino, affondata nel suo abito nero, all’inizio non sembra contenta di dover raccontare di sé. Le basta un attimo, però - come ogni sardo che si rispetti - per aprirsi al suo visitatore, dimostrando un’energia che farebbe invidia a una trentenne e sfornando battutine disarmanti. Intorno a lei, divertiti, figli e nipoti che fanno a gara per coccolarsela, allungandole così la vita giorno dopo giorno. “Certo, i geni sono in gran parte responsabili della durata dell’esistenza – spiega il dottor Hennig, presidente della fondazione tedesca contro l’invecchiamento –. Ma se non ti reggi in piedi a 70 anni, oppure se sei in gran forma, dipende dal tuo stile di vita. In fondo, invecchiare bene è come risparmiare per la pensione: prima si inizia a vivere in modo salutare, meno sforzo si farà col passare del tempo”. Un consiglio prezioso, certo, e facile da seguire in una piccola realtà come Silanus. La vera sfida, per la nostra generazione, sarà farlo continuando a vivere in grandi metropoli, tra smog e ritmi indiavolati. Riusciremo a vincerla? La risposta non prima di mezzo secolo. Sempre più capelli bianchi nell’Unione europea. Il vecchio continente detiene il primato della più alta proporzione di cittadini anziani rispetto al resto del mondo: più del 17% del totale nel 2005. Un rapporto che secondo le previsioni salirà al 20% entro il 2020. Continuano a crescere anche l’età media degli europei e l’incidenza degli over 65 negli Stati membri: dal 14,6% del 1990 al 17,2 del 2005. L’aumento degli anziani, un fenomeno a livello planetario, significa anche una crescita dei costi delle prestazioni sociali e sanitarie. Anche per questo l’Ue da tempo porta avanti progetti per un’anzianità attiva. E per far sentire più giovani i nostri nonni, lancia il progetto ElderGames, che punta sui giochi per migliorare l’attività mentale nella quarta età. Il Cervello Multilingue Il genio e la frana. Perché imparare una lingua straniera è per alcuni una tortura e per altri una passeggiata? Sei pronto al cambiamento? Sono 10 minuti che provate a spiegare al ragazzo della reception che la tenda della doccia va cambiata. Siete ancora lì a dimenarvi fra gesti strani e frasi fatte, quando arriva la vostra ragazza alla riscossa. Con tre frasette, irritantemente perfette, risolve la situazione. La stessa frustrante storia durante tutte le vacanze. Mentre tu cerchi laboriosamente di mettere insieme due parole, lei ha già fatto amicizia con l’intero villeggio e le sue capacità linguistiche sono migliorate incredibilmente. È ingiusto. La colpa è sicuramente di quell’incapace della professoressa che avete dovuto sopportare per tutti gli anni scolastici. Oppure è perché i vostri genitori non hanno mai potuto permettersi di mandarvi ad uno di quei viaggi-studio all’estero. „O magari non sono semplicemente portato per le lingue” Esistono davvero persone con talento? Katrien Mondt, linguista presso la Vrije Universiteit di Bruxelles, crede che ogni persona motivata possa imparare una lingua straniera. L’ambiente circostante è importante e deve favorire l’uso frequente della lingua. Prendete per esempio i bambini adottati: la maggior parte di loro, se non tutti, acquisiscono capacità linguistiche simili a quelle dei nativi. Ma perché allora, nonostante immersi nello stesso ambiente, alcuni adulti arrancano ad apprendere una seconda lingua, mentre altri, come per esempio la vostra ragazza, lo trovano così facile? Michael W.L. Chee, dal Laboratorio di Neuroscienza cognitiva del Servizio Sanitario di Singapore, prova a dare una risposta e crede che la soluzione vada ricercata nella “memoria di lavoro fonologica”. La MLF è un concetto che allude ad un sistema di capacità a breve termine che ci permette di immagazzinare e utilizzare suoni a noi sconosciuti. In contrasto, i suoni a noi familiari sono immagazzinati nella nostra memoria a lungo termine. La MLF è localizzata in differenti aree del cervello, come la cosiddetta “area di Broca” o la corteccia parietale inferiore sinistra. Secondo Chee, maggiore è la nostra capacità di MLF, maggiore sarà lo sviluppo del vocabolario e, a sua volta, l’acquisizione di una lingua straniera. Tuttavia, è difficile dire se una vasta MLF sia conseguenza o causa di un facile bilinguismo. La giustificazione che possiamo apportare è che essa rappresenti solo una parte della spiegazione. Svariati elementi entrano in gioco: qualunque sia il vostro talento, motivazione ed uso sono anch’essi motivi chiave. Il cervello multilingue Autrice: Tania Rabesandratana Illustrazioni: Verena Brandt Traduzione: Daniela Castrataro 47 „Non so quanto sia grande la mia memoria fonologica, so solo che mio padre mi ricorda sempre che dovrei essergli grato, secondo lui è tutto merito suo” Katrien Mondt, ricercatrice presso la Vrije Universiteit di Bruxelles, ha permesso ad Indigo di dare un’occhiata alla sua ultima ricerca sul cervello bilingue I fattori genetici hanno un ruolo importante. Ma si combinano con ciò che gli scienziati chiamano il nostro “ambiente”, ovvero quegli elementi che ci circondano: la cultura, l’esposizione alla lingua, ecc. Forse dunque, non tutto dipende dalle capacità dei genitori nelle lingue, ma anche dal loro atteggiamento verso le Katrien lavora con tre differenti gruppi: primo-bilingui (coloro che hanno imparato la seconda lingua da piccoli), tardo-bilingui e monolingui, provando a determinare se e come le loro prestazioni nel linguaggio siano connesse alle loro prestazioni in matematica. Una delle sue sorprendenti scoperte è stata che i bambini primo-bilingui e bilingui bilanciati riscuotono risultati migliori in aritmetica rispetto ai bambini monolingui. La Mondt sta realizzando uno studio simile sugli adulti e mi ha concesso di partecipare come esempio di “tardo-bilingui”. L’esperimento ha avuto luogo nell’Erasmus Hospital a Bruxelles in quanto ha richiesto l’uso di uno speciale scanner per la risonanza magnetica funzionale (FMRI). Con questa tecnica, Katrien ha visualizzato l’attivazione dei neuroni nelle differenti aree del mio cervello mentre io svolgevo una serie di esercizi. Cédric, il tecnico dell’MRI, mi ha dato un pigiama e un sorriso quando sono uscita dallo spogliatoio, nella mia tenuta grigia poco attraente. Improvvisamente non ero più una giovane giornalista ma un’altra cavia impaurita. Contemporaneamente, Katrien mi spiegava i tre tipi di esercizi da svolgere e ciò che sarebbe apparso sullo schermo durante la risonanza: Linguaggio: crea nomi a partire da verbi; Concentrazione: premi il bottone se la parola sullo schermo è uguale al suo colore; Matematica: premi il bottone se il risultato della una somma è corretto. Un gioco da ragazzi, pensavo. Cédric mi ha quindi condotto alla macchina MRI e mi ha dato delle enormi cuffie “per il rumore”. Il rumore? Quale rumore? A mano a mano che il mio corpo scivolava lentamente dentro la macchina, mi sentivo come l’eroina di un film di fantascienza. L’esperimento è cominciato. E così anche il rumore. INASPETTATAMENTE ED INFINATAMENTE ALTO. La mia testa sembrava intrappolata nella sirena di un allarme anti-incendio. Avete presente quei giochi in tv? Riuscite a rispondere a tutte le domande-bonus dalla comoda poltrona di casa vostra, ma di fronte alle telecamere diventa tutto più difficile? Nel momento in cui mi stensi in quel tubo con tutto quel fracasso intorno, abbinare il blu al blu o il 2+3 a 5 fu davvero difficile. Dall’altra parte della finestra Katrien era lì a controllare che io rispondessi correttamente e a registrare le immagini del mio cervello, per vedere quali aree avessi attivato per svolgere gli esercizi. Più tardi, avrebbe elencato tutti i dati relativi ai tre gruppi e quindi avrebbe comparato i nostri modelli di attivazione. Alla fine, sarebbe riuscita a caratterizzare le nostre strategie cognitive e, si spera, a capire meglio come funziona il cervello bilingue. Il corpo cominciò a prudermi nei posti più impensabili. Quando mi distraevo, mi domandavo se Katrien poteva vederlo sullo schermo. Invece sembra che tutto sia andato bene e che il mio cervello funzioni perfettamente. Sono andata via stanca ma illesa, e orgogliosa di aver dato il mio mini-contributo alla neurolinguistica. 48 culture straniere e l’incoraggiamento nello studio. Tutti questi sono fattori in parte responsabili delle abilità linguistiche. „Ad ogni modo, è davvero troppo tardi?” A farla breve, no, non lo è. In teoria, chiunque può imparare una lingua straniera, a qualsiasi età. Si è discusso a lungo su un’età limite dopo la quale una persona non sia più in grado di acquisire un buon comando di una lingua, il cosiddetto “periodo sensibile” o “ critico”. Alcuni scienziati hanno pensato che il punto di non ritorno oscillasse tra i 6 ed i 7 anni, mentre altri hanno definito la pubertà come momento cruciale. “Quest’idea è ormai obsoleta per la maggior parte degli psico-linguisti” afferma Philippe Mousty, ricercatore presso l’Université Libre di Bruxelles. “Non esiste un qualcosa che possa essere definito cambio brutale nei livelli di performance. Ciò a cui assistiamo è un graduale, continuo declino delle capacità di apprendimento di una lingua con l’avanzare dell’età,” continua Mousty. A farla breve: prima si comincia, meglio è, ma non è mai troppo tardi. „Sono d’accordo. Forse potrei imparare una lingua. Ma con la pronuncia sono proprio negato” „È vero che più tardi si comincia ad apprendere una lingua straniera, più difficile risulterà la pronuncia. Dal giorno in cui siamo nati, il nostro cervello continua a maturare; per esempio, se viene sottoposto a qualche tipo di trauma, può recuperare le sue funzioni, riorganizzandosi. Questa plasticità è ciò che ci permette di imparare nel corso di tutta la vita. Ma la maturazione non avviene in modo omogeneo per tutte le funzioni linguistiche. Generalmente le funzioni di vocabolario e di grammatica permangono a lungo nella vita, mentre le funzioni fonologiche, come la rappresentazione e la riproduzione dei suoni, degradano più velocemente. Questo potrebbe spiegare perché molte persone acquisiscono capacità linguistiche eccellenti mantenendo un forte accento. 49 Ma cosa importa? Nel limite del comprensibile, gli accenti sono comunque piacevoli „Perché non riesco a pronunciare la ‘R’ francese?” Alla nascita, un bambino riesce a percepire tutti i suoni, ma con il passare del tempo questa capacità diminuisce. “Persone diverse producono suoni diversi. Crescendo perdiamo la capacità di riconoscere queste variazioni. Mentre facciamo ciò, perdiamo anche la capacità di percepire cose nuove, come i suoni stranieri.” spiega Mousty. Per la stessa ragione, per esempio, i giapponesi hanno problemi a differenziare i suoni europei ‘L’ e ‘R’. Questa distinzione non esiste nella loro lingua. Naturalmente, ci sono delle eccezioni. E rimane sempre la possibilità di esercitarsi. „Va bene, ma per quanto mi possa sforzare, resto sempre un ragazzo. Le ragazze sono più portate nelle lingue. Hai visto la mia ragazza come se la cava con i villeggianti senza mostrare il minimo sforzo?” “Generalmente, le ragazze se la cavano meglio… Ma non è cosi semplice,” avverte Philippe Mousty. Se è vero che il cervello maschile e quello femminile si sviluppano differentemente, non possiamo trarre conclusioni azzardate. Per esempio, i ragazzi e le ragazze utilizzano i loro emisferi in modo differente svolgendo un’attività linguistica. Questo significa che spesso adottano differenti strategie cognitive, non per questo migliori. Di nuovo, è difficile separare le caratteristiche innate dall’influenza dell’ambiente circostante. “Negli anni ’70 e ’80, numerosi studi americani di socio-linguistica hanno dimostrato che le donne avevano più influenza sui cambiamenti linguistici. Al contrario, i ragazzi riscontravano un effetto negativo sull’evoluzione della lingua,” ricorda Mousty. “Alcuni ricercatori hanno supposto che le donne sono più a loro agio nell’interazione e nei compiti comunicativi e interattivi, mentre gli uomini lo sono con la produzione del linguaggio”. Su con la vita: anche se esistono “differenze di sesso” dimostrate nella lingua, non tutte sono a favore delle ragazze. „Sarà. Si tratti comunque di ragazze o ragazzi, quelli che sono così portati per migliaia di lingue mi buttano davvero giù di morale” Una volta che hai imparato una lingua straniera, è più facile impararne una seconda o una terza. “Le competenze che si sviluppano imparando una nuova lingua si trasferiscono alle altre. È come allenare un muscolo” riflette Katrien Mondt. La pratica di passare da una lingua ad un’altra, per esempio, rallenta gli effetti dell’età sul cervello e sulla capacità di apprendimento. Ellen Bialystok, dalla York University di Toronto, ha persino dimostrato che nei bilingui attivi il manifestarsi del morbo di Alzheimer è ritardato di 4 anni rispetto ai monolingui. Questo va a dimostrare che in generale un esercizio regolare è buono per il cervello e in particolare che la pratica linguistica è un buon allenamento. 50 „E che succede se uno diventa davvero bravo in una lingua straniera… può arrivare a dimenticare la sua lingua madre?” Si. Cristophe Pallier, un ricercatore francese, ha dimostrato che bambini coreani adottati in giovane età da famiglie francesi non manifestavano alcuna differenza linguistica rispetto a francesi madrelingua. Per di più, questi bambini non mostravano alcuna attivazione cerebrale quando gli venivano presentati elementi linguistici specifici della loro lingua madre; l’avevano dimenticata. In una prospettiva differente, Katrien Mondt ha studiato bambini in situazioni di immersione linguistica, come il caso di immigrati che fre- „Se mi impegnassi al massimo, riuscirei a PENSARE in una lingua straniera? Sarebbe fantastico” “Ah, qui entriamo nell’ambito della filosofia”, osserva Katrien Mondt. “Abbiamo davvero bisogno di una lingua per pensare? O pensiamo attraverso suoni, immagini e concetti puri?” Innanzitutto, si, possiamo arrivare a pensare in un’altra lingua, ma questo dipende da molti fattori, in particolare dal nostro livello di competenza. Le parole in lingue differenti rappresentano concetti identici,ma noi pensiamo attraverso la nostra lingua più forte? Thierry e Wu hanno realizzato un esperimento, presso quentano una scuola in cui devono parlare una nuova lingua. Dopo un po’, questi ragazzi hanno bisogno di più tempo e concentrazione per svolgere dei compiti nella loro lingua madre. “Si creano così persone bilingui non bilanciate; e questo non è assolutamente un vantaggio cognitivo”, nota Mondt. Ad ogni modo, nel caso di persona già adulta, ciò non è molto probabile, in quanto in genere negli adulti le lingue native sono stabili. l’università del Galles, per provare a spiegare questo meccanismo tra bilingui Cinesi/Inglesi. I partecipanti dovevano indicare quali coppie di parole in inglese erano correlate per significato. Erano inconsapevoli del fatto che alcune coppie di parole, benché non correlate nel significato, nascondevano un carattere ripetuto se tradotte in cinese. Quando si arrivava a queste coppie di parole “truccate”, i soggetti madrelingua cinesi avevano un tempo di reazione più lungo rispetto a quelli madrelingua inglesi. I ricercatori quindi sono giunti alla conclusione che i madrelingua cinesi traducevano inconsciamente in cinese mentre leggevano in inglese. In generale i bilingui “non bilanciati” (cioè i bilingui che hanno livelli diseguali di competenza per le due lingue), usano il loro linguaggio più forte per svolgere alcune attività, come contare. Un ringraziamento speciale a Katrien Mondt, Philippe Mousty e Bram Vanderborght „Per la verità, io riesco molto meglio nelle lingue… quando sono ubriaco” Ha senso. L’alcol dissipa quelle inibizioni che solitamente rallentano la pratica e l’apprendimento di una lingua. “Forse le persone estroverse apprendono più velocemente delle persone che hanno timore a parlare, solo perché in definitiva fanno più pratica”, si chiede Katrien Mondt. Accettare gli errori, come parte del processo di apprendimento, può essere più economico, meno nocivo e tanto efficace che una caipirinha. Quindi fattevi coraggio e chiedete voi stessi alla reception di riparare la tenda della doccia. Non avete niente da perdere all’infuori di un po’ di orgoglio linguistico, mentre guadagnerete una sincero gesto affettuoso da parte della gente del posto. Per saperne di piu‘ sullo studio di Katrien Mondt, vai sul suo sito personale: http://homepages.vub.ac.be/~kamondt/ Un Saluto da... ...Chernobyl Il turismo “nucleare”, è l’ultima frontiera dello svago. Tra le macerie di una società collassata e le rovine del disastro, affluiscono ondate di viaggiatori incuriositi 20 anni dopo l‘accaduto: tre Americani, quattro Ucraini ed io ci lasciamo alle spalle Kiev a bordo di un piccolo furgoncino bianco. Siamo diretti nella cosiddetta zona “30-km” circostante la precedente centrale elettrica nucleare di Chernobyl. La nostra guida lavora per il Ministero degli Interni. Un serio ed onesto uomo con i baffi, indossa una mimetica militare. Puzza di sudore e non ama essere interrotto quando parla. Seduti in uno squallido ufficio con un vecchio telefono in bachelite e la carta da parati ingiallita ascoltiamo per un’ora un monologo sul grande disastro della centrale nucleare e della famigerata fusione di Chernobyl del 26 aprile del 1986. Dopo l’introduzione, la nostra guida ci porta nell’abbandonata città di Pripyat. Era stata costruita intorno agli anni ‘70 come città sovietica modello di vita benestante. Una gigantesca ferrovia circolare, un finto orsacchiotto di fronte ad una biglietteria fatiscente. Entriamo in un appartamento. Segni di saccheggio dappertutto; ogni mattonella della cucina era stata rimossa. Alla fine degli anni ottanta, i mobili radioattivi provenienti da Pripyat venivano venduti al mercato nero ucraino. Probabilmente, ancora oggi, centinaia di persone continuano a cucinare con i fornelli radioattivi o si riposano su divani altamente contaminati. La cosa che più mi sorprende della “zona” è l’opprimente presenza della natura. Dei campi di patate e di cavoli Ucraini non rimane nulla, solo prati e foresta. Un silenzio di tomba. Tutte le costruzioni sono state abbandonate e sono derelitti. All’entrata di un condominio vuoto, un albero si è fatto strada attraverso il marciapiede. Il mio rilevatore geiger inizia a cicalare in maniera allarmante quando lo avvicino sopra il muschio che ricopre i larghi pezzi di asfal- http://www.pripyat.com/en http://www.chernobyl.info to e cemento. La pianta sembra trattenere una grande quantità di radiazioni. Molti giorni dopo il disastro, più di 200.000 persone furono evacuate dall’area circostante Chernobyl. All’epoca, gli dissero che sarebbero potuti tornare dopo pochi giorni. Alcuni non tornarono più, altri solo dopo 18 anni. Oggi circa 2000 persone vivono nell‘ area all’interno dei “30-km”. Ritornarono per nostalgia dei campi e delle fattorie. Specialmente gli anziani scelsero di tornare. Non gli importava delle radiazioni e dissero che il poco tempo a loro disposizione, preferivano viverlo a casa propria. Un saluto da... Autore: Florence Tonk Foto: Martijn de Vries Traduzione: Victor H. Scacchi F. Dopo la nostra visita a Pripyat, il furgoncino ci riprende per andare alla centrale. Il reattore numero 4, quello fuso, è racchiuso in un sarcofago di Viaggiare Informati: cemento armato costruito dopo il disastro. Il mio contatore Geiger scatta. Brutto segno. La - A Kiev, molte organizzaguida limita la nostra permanenza a 5 minuti. zioni si occupano di tour Alla fine del giro, ci offrono un pasto caldo all’interno dell’area 30-km nell’ufficio del Mistero degli Interni, nella seattorno a Chernobyl. Il coszione delle Calamità. Una donnona ci serve to scende in base al numequattro portate di zuppa di pollo, carne fredro delle persone nel gruppo. da, purè, cavoli e budino. Gli Americani delPer una persona si aggira sui la nostra compagnia giocano con il cibo nel 300 dollari, per sei persone loro piatto. Che vergogna. Hanno paura che il costo può scendere fino a il cibo sia contaminato, ma il mio appetito è maggiore della mia paura. circa 100 dollari a testa. - Per il tour a Chernobyl si Sono stato a Chernobyl. All’ultimo posto di consiglia di prenotare una controllo ci fanno passare attraverso un bizsettimana di anticipo per rizarro marchingegno d’acciaio che mi ricorda chiedere l’autorizzazione dell’apparecchiatura che ha creato il mostro di le autorità competenti Frankestein. Qui esaminano la radioattività - La zona “30-km” è a 2 ore accumulata. Ogni cosa sembra essere in regodi macchina dalla capitale la. Una sentinella impugna uno speciale conKiev tatore Geiger e controlla le gomme del nostro bus: non contaminato. Siamo diretti a Kiev. Solo un chilometro oltre il posto di controllo, vedo una babushka (contadina) china sul suo orto di patate. Dall’altra parte della strada, donne sedute sugli sgabelli, vendono secchi di mirtilli e lamponi appena colti. Qual è la differenza del livello delle radiazioni tra questo posto e l’accuratamente sigillata zona “30-km”? Nessuno sa rispondermi. http://www.tourkiev.com/chernobyl.php http://www.newlogic.com.ua/en/services/tours/chernobil 51 Lost in Translation Un Lampadato viaggia attraverso il Weißwurstäquator – Quante volte avete avuto a che fare con parole intraducibili? 52 Lost in Translation Autore: Frida Thurm Illustrazioni: Anne Buch Traduzione: Irene Sacchi Kweesten (Olanda): Henry Reed Stiles nel 1871, scrisse un libro in cui faceva riferimento ad una strana forma di romanticismo praticata sulle isole olandesi. La donna lasciava le finestre e le porte aperte durante la notte, prima di coricarsi. L’amante entrava senza fare il minimo rumore e le parlava con la speranza che i suoi poteri di persuasione avessero la meglio su di lei. Oggigiorno internet parla di „Queesting“ e gli amati olandesi lo hanno da lungo tempo cancellato dai loro vocabolari. Qualsiasi versione usiate della parola, invariabile ne rimane il significato: autocontrollo. 53 Uitwaaien (Olanda): 3000 Chilometri di dighe non sono di nessun aiuto in questo caso. Il vento in Olanda soffia inesorabile e piega tulipani e ciclisti. Non sono solo i mulini a vento ad approfittarne: gli olandesi amano uscire di casa a fare una passeggiata quando c’è vento, e lo chiamano Uitwaaien. Lagom (Svedese): Se il corno per bere era abbastanza grande da permettere a tutti nel circolo di riceverne un sorso, gli svedesi lo chiamavano Laget om. La parola si modificò leggermente attraverso i secoli, quello che comunque rimane invariato è il gusto degli svedesi per le mezze misure. Lagom: né troppo, né troppo poco. 54 Talkoot (Finlandese): Quando in qualsiasi comune finlandese un alce blocca la strada di acceso o il tetto di una casa deve essere riparato, i cittadini si riuniscono per il Talkoon, un lavoro volontario collettivo. Naturalmente per finire la giornata in bellezza mangiano, bevono e si dimenticano della stanchezza rilassandosi in una sauna. Ølfrygt (Danese): La neve cade leggera sui tetti delle case dei Vichinghi. Il freddo si condensa sulle finestre. Nonostante tutto, all’interno, al tenero calduccio, bicchieri di birra si innalzano e brindano “Skåll!” all’unisono . sarebbe la festa perfetta se non fosse per il terrore paralizzante che attanaglia gli invitati. La parola Vichinga, tradotta letteralmente con “paura della birra” origina la sua parola dalla tempesta: Ølfrygt, la paura che la birra finisca. Esprit d‘escalier (Francese): “Si, ehm,… questo…” Quando la terribile segretaria vi lancia un altro dei suoi commenti gratuiti sulla lunghezza della vostra gonna, naturalmente non si aspetterà di ricevere un sorriso in cambio. Eccola lì, la risposta giusta vi viene in mente solo quando già state scendendo le scale – 50 scalini di ritardo per poter dimostrare la vostra acutezza mentale. 55 Koshatnik (Russo): Chiunque si aggiri verso certi posti come Nishnij Nowogorod, farebbe meglio a portarsi il proprio spuntino. Non è raccomandabile lasciarsi trascinare dall’impulso di comprarne uno per fame, specialmente da un venditore di “koshatnik”. Ciò che può risultare a uno sconosciuto come un venditore di merendine è in realtà uno spacciatore di gatti rubati. Lampadato (Italiano): Ogni stato ha il suo. Pantalone sportivo, biondo, macchina fiammante, ah, la parte più importante: è il classico tipo che si incontra nei luoghi in cui il tempo gli permette di arrostirsi ben bene. Il “Lampadato” è abbronzato tutto l’anno, è un cliente fisso dell’estetista. 56 Yakamoz (Turkish): “Amore, guarda, come la luna d‘orata si riflette sull’acqua del mare…”. Mentre i piccioncini perdono tempo tubando, tutto sarebbe più facile se il romanticismo potesse esprimersi più brevemente. Peccato che non tutti parlino turco, la questione si risolverebbe con una sola parola. Evgi, ask, sevda, tutku, karasevda, hoslanmak, di vane (Turco): “No, non è che non ti ami, solo che ti amo a volte, mentre a Tina l’ho amata sempre”. Confuso? Forse sarebbe meglio continuare la conversazione in turco. Ogni forma di amore ha la sua propria definizione.. Weißwurstäquator (Tedesco): La Weißwurst – Salsiccia bianca di carne di vitello e pancetta – ha appena compiuto il suo 150esimo anniversario. La famosa salsiccia ha anche dato inizio a un fenomeno geografico. Il Weißwurstäquator divide la Germania in due parti. Nel sud, soprattutto in Bavaria, la mangiano a colazione. Nel nord, molti pensano che succhiare carne di vitello cotta in pelle di maiale condita con senape dolce è un delitto (quelli del nord non addolciscono la senape, ma questa è un’altra storia). Non si sa bene dove finisca la frontiera ma difficilmente troverete persone che appartengano a entrambi i lati. 57 La Guerra Fredda dello Stile I pregiudizi si scontreranno in questa dura battaglia tra le sexy orientali e le bombe occidentali. Tacco a spillo contro scarpe da ginnastica, si incontrano sul ring. 58 La Guerra... Autrici: Julia Fuhr, Marzena Lesinska Foto: Ralph Pache Traduzione: Alessandra d‘Angelo Per lo meno sono stata avvisata. Il tacchettio discontinuo dei tuoi stivali dal tacco a spillo è un avvertimento di ciò che sta per arrivare, e i miei occhi non cadranno nella trappola. Fermati. So che dovrei diffidare pregiudizi e stereotipi. Political correctness è buona per alcuni, ma mi permette di giocare un po’ sull’antagonismo stilistico tra le donne dell’est e quelle dell’ovest europeo. Un tacchettio sospetto si aggira per le strade europee. Tu, mia carissima donna dell’Europa dell’est, hai sfilato felicemente sulle strade dell’Europa dell’ovest troppo a lungo ormai. Qual’è il significato di una scarpa appuntita e altissima? Un lanciatore di giavellotto mi spaventerebbe meno. Le tue gambe magre e nude in quelle scarpe da caricatura sono la prova che nessuno da niente per niente. A chi gliene importa della pelliccia, che diavolo pensi di fare per la crisi energetica? Se non vuoi sembrare inadeguata per lo meno sii coerente. Minimalismo può essere interessante quando si tratta di arte ma quel pezzo di stoffa avvinghiato attorno al tuo sedere non può certo passare per una gonna. E spiegami il significato di una borsetta in cui entra solo la fodera stessa. Oh, ho dimenticato la scritta Prada sul davanti. Adori le firme costose, ammettilo, ti fanno sentire bene nel tuo mondo senza significato. Tutto quello che hai sacrificato tra i piedi e il sedere, lo arrotoli attorno al busto! Leopardi, tigri, serpenti e altri animali, potresti proporti come lezione ambulante di zoologia avanzata! Tutta quell’abbondanza, è la biodiversità dell’industria tessile unita alla seta rosa e a lacci neri. Se esistesse un premio per l’esagerazione senza gusto, vinceresti tutte le categorie. La sezione dei vestiti è la tua, giù le mani. E non ho ancora neanche nominato quella tinta multicolorata in cui ti immergi tutte le mattine. L’ultima volta che ho indossato tanti colori avevo cinque anni e giocavo agli indiani! Dovrei avere pena per te come per un albero di natale, deve essere un gran lavoro sopportare il peso di tutte quelle decorazioni. Dai un’occhiata al cielo. Vedi il sole? No? Che diavolo stai facendo quindi con quegli occhiali – specialmente con quelle lenti che potrebbero sembrare dei dischi volanti? Il tuo trucco crea un effetto talmente travolgente che un uragano scapperebbe a ripararsi. Non pensi che durante l’ultima delle tue visite settimanali al parrucchiere il tuo biondo sia diventato un po’ troppo appariscente? Sei così inconsistente che devo chiudere gli occhi… momento ideale per pensare: perché tutta questa mascherata? Pensi davvero di poter calcolare il valore di una donna moltiplicando l’ampiezza delle sue caviglie per taz- ze di caffé? Siccome osi giudicare noi gallinelle dell’Europa Occidentale per il nostro non stile, cara mia, prova a fare un salto nelle nostre scarpe basse ma stilose e a guardarti allo specchio – se non lo stai già facendo. Lo stile non ha bisogno di cose superlative ma della dose adeguata. Non mi oppongo agli accessori alla moda fintando che mi facciano sentire comoda. Addosso voglio la mia di pelle, non quella di leopardo. Sono sexy senza la minigonna. Noi donne non abbiamo lottato a lungo e duramente per la nostra emancipazione per mandare tutto all’aria in un batter d’occhi. Può sembrare un clichè, ma la vera bellezza splende dentro. La vera bellezza splende dentro – ti piacerebbe! Puo’ anche darsi che i valori siano tenuti in alta considerazione. Ma cos‘ è un bel prodotto senza un bel punto vendita? Conosci il modo di dire „Non esistono donne brutte, è solo una questione di mancanza di vino“? Guardando le europee occidentali mi sembra difficile credere che la Vodka possa risolvere la situazione. Dove guardi guardi, poche speranze all’orizzonte. I problemi inziano con le scarpe: senza tacchi possono essere confortevoli, ma io penserei piuttosto di metterle alla mia lezione di aerobica. Il mio fratellino indossa jeans piu’ sexy e il mio un taglio ordinato” . E non voglio sapere da quanto tempo i tuoi capelli devono vedere un fono. Perché non sfruttare i vantaggi della tecnologia? Lettini solari e palestre sono li’, pronti per essere usati. I tuoi stupidi comportamenti ascetici sono una scusa. Le tue guance stanno disperatamente gridando per un po’ di colore. E se le ciglia potessero scrivere una lista di desideri metterebbero MASCARA al primo posto, in grassetto. E che ne dici di quella cosa senza forma che tu ti ostini a chiamare giacca? I bambini di 12 anni non fanno i tuoi stessi errori di stile, e tu sei una donna adulta. A cosa stavi pensando? Hai forse dimenticato il significato della parola stile? Stai correndo disperatamente alla ricerca della tua autenticità, ecco il perchè di quelle orribili scarpe. Mia cara, cerca di accettare che la tua personalità. Con tutto il rispetto, il tuo look è brutto e poco femminile. Sono sicura che lo stile non può sopravvivere ai tuoi attentati. Credi che la tua forza stia nell’essere naturale. Una donna deve voler mostrare quello che é. Sei così brava a parlare di emancipazione. E allora non permettere che questa ti porti via la tua femminilità. Usa le tue armi! Un po’ piu’ stretto e un po’ meno coperto, ok? Sexy, non unisex. Ammettilo, un libro alla fin fine viene pur giudicato dalla sua copertina. Top 5 Spese europee in vestiti e scarpe, percentuale complessiva del 2004 yorkshire ha piu’ gioelli di te. Il tuo colore preferito é sbiadito (o scolorito) e le tue magliette sono semplicemente inguardabili. Avanti, ammettilo, ci sono collezioni che vanno oltre la t-shirt di cotone in tre diversi colori o i jeans a cinque tasche. Naturalmente, la tua povertà nella scelta delle marche viene solo peggiorata dalla tua generale avversione allo shopping. La tua massima : povero per scelta o scelte povere? Non capisco quale sia il punto di una borsa gigante, che potrebbe facilmente passare per una busta della spesa. Stilisticamente, dimenticatelo! Sulla tua fronte c’e stampato “non ho bisogno di Grecia 10.1 Italia 8.2 Portogallo 7.6 Lettonia 6.9 Estonia & Austria 6.7 www.eurostat.eu 59 Imprint Direttore Ingo Arzt 60 Direttore Artistico: Hermann Radeloff Direttore della Fotografia: Ralph Pache, Carina C. Kircher Organizzatori delle Traduzioni: Susanne Wallenöffer, Irene Sacchi Organizzazione: Hans Maria Heÿn, Jona Hölderle, Björn Richter Capo redattori delle differenti lingue: inglese Adam Chrambach – [email protected] spagnolo Carolina Pirola – [email protected] polacco Zuza Szybisty – [email protected] phone: +48 663 728 472 francese Tania Rabesandratana – [email protected] Etienne Deshouliere italiano Irene Sacchi – [email protected] olandese Joeri Oudshoorn – [email protected] phone: +31 6 454 72 961 tedesco see below Redazione Indigo Dolziger Straße 39 D-10247 Berlino tel: +49 174 967 55 50 (Ingo Arzt) fax: +49 30 420 262 75 Editori e Autori: Silvia Cravotta, Jochen Markett, Valeriya Krasovskaya, Frida Thurm, Martin Lafréchoux, Heike Schröder, Katharina Lötzsch, Miriam Frömel, Björn Richter, Florence Tonk, Chloé Belloc, Aaron Schuster, Julia Fuhr, Marzena Lesinska, Michael Schnackers Illustrazioni / Ritocco / Grafica: Maria Messing, Maik Wiechmann, Christoph Mayer, Benjamin von Zobeltitz, Nina Weber, Anne Buch, Christoph Mayer, Verena Brandt, Jan Steinbach Foto: Mikula Lüllwitz, Wil van den Dool, Martijn de Vries, Annet Voskamp, charter97, Joab Nist, Marcelle Jamar, Carl Berger, Razzo Campanelli, Verena Brandt, Irene Sacchi, Joeri Oudshoorn, Silvia Cravotta Titolo: Ralph Pache, Carina C. Kircher, Benjamin von Zobeltitz Traduttori: Diana Kaniewska, Piotr Kaczmarek, Karina Wojas, Robert Karsznia, Zofia Bluszcz, Maria Zawadzka, Victor Hugo Scacchi Forieri, Alessandra D’Angelo, Jorge Teunissen, Elke Zonder, Irina Dinca, Roberta Penna, Daniela Castrataro, Marco Riciputi, Giorgio Regoli, Michael Schnackers, Helmer van der Heide, Mark Petimezas, Bart van Bael, Irene Accardo, Elise van Ditmars, Amber van der Chijs, Nele Bulckaert, László Huszar, Marina ter Woort, Melissa Valso Contribuenti: Talia Delgado, Ingela West, Alba González Sanz, Vasilis Psichoyios, Timo Burmeister, Marcela Maidaniuc, Marko Andrejic, Jana Wriedt, François Angaer, Ali Egilmez, Christoph Suter, Laura Casielles, Stefan Kägebein, Tomek Szczesniak, François Gaertner, Rumen Dimitranov, Ulla Kaja Radeloff, Rainer Burggraf, Niels Richter, Carl Berger, Dana Radloff, Loesje.org Un ringraziamento speciale a: Anne Richter, cafebabel.com, Doeko Pinxt, European Youth Press, Forum for European Journalism Students, Plotki, Lutz, Roland Schröder, Erich-Brost-Institut für Journalismus in Europa, Karol Krzyczkowski, 25xEurope.com INDIGO HA BISOGNO DI AIUTO! CERCHIAMO ESPERTI DI INSERZIONE PUBBLICITARIA E CASE EDITRICI. Contro la Povertà Paul van Dyk, DJ numero uno al mondo, ha lasciato il segno sulla scena della musica mondiale, e anche oltre. Adesso, rallenta la sua corsa per un faccia a faccia e diventa portavoce di giustizia sociale. Indigo: New York – Stoccolma – Shangai – come DJ, devi aver visto il mondo intero dalla prospettiva più luminosa, quella delle discoteche, e dalla prospettiva più oscura, quella delle strade di giorno. Paul van Dyk: È vero. Sono già stato nelle favelas di Rio de Janeiro, di San Paolo o del Messico durante i miei viaggi. La molla che mi ha fatto aprire gli occhi, comunque, viene dalla mia visita a Bombay, in India. Da quel momento ho cominciato ad occuparmi della povertà infantile. La miseria che mi sono trovato di fronte era semplicemente inaccettabile. Ho immediatamente contattato il consolato tedesco alla ricerca di un’associazione di beneficenza. Per me Akansha era quella che offriva il programma più tangibile. Hanno istituito vere e proprie scuole nelle baraccopoli, ma si occupano soprattutto di distribuire cibo. Akansha permette ai bambini di avere accesso all’educazione e gli offre una speranza di un futuro migliore. 62 Contro la Povertà Autrice: Miriam Frömel Foto: Harry Schnitger Verena Brandt Traduzione: Irene Sacchi Indigo: Non dobbiamo spingerci fino in India per incontrare problemi di povertà infantile. UNICEF ha recentemente pubblicato un rapporto dai risultati scioccanti: nelle nazioni europee più ricche, come la Germania, la Gran Bretagna o l’Italia, i beni di prima necessità ancora scarseggiano. Paul van Dyk: Si, la Germania rappresenta ancora una delle nazioni più ricche del mondo, ma se avessero accesso al nostro sistema di sicurezza sociale esclusivamente le persone veramente bisognose, ci sarebbero abbastanza soldi per tutti i nostri bambini. Non voglio fare il polemico, parlo solo in base all’esperienza accumulata nel campo della beneficenza. Indigo: Con il tuo progetto Rückenwind aiuti i bambini della tua città natale, Berlino. Puoi fare un paragone Bevanda gassata marrone contenente caffeina = CocaCola; Pezzo di carta autoadesivo = Post-it; Msica elettronica = Paul van Dyk. Alcune marche sono riuscite a confondere il significato con il significante. Nato nel 1971, Paul van Dyk è cresciuto nella Berlino Est ed è diventato uno dei più famosi DJ. Dopo essere stato nominato Miglior Produttore di musica Tecno / House (British DJ Magazine), DJ più famoso dell’anno 2005/2006 ed essere stato selezionato per il Grammy 2005 nella categoria Miglior Album Elettronico/Dance, ha anche ricevuto il Landesverdienstorden (medaglia di merito) della città di Berlino. Quando non si trova di fronte ai dischi, investe tempo e denaro in progetti sociali e politici. È il fondatore di Rückenwind, un progetto di aiuto per l’infanzia. Attraverso l’iniziativa americana Rock the Vote ha chiamato in appello i giovani a fare un uso appropriato del loro diritto al voto. Il suo ultimo album, The Politics of Dancing 2, risale al 2005. La sua versione remix del singolo di Justin Timberlake, What Goes Around...Comes Around, è attualmente in vendita. tra la situazione dei bambini in Germania e quelli in Inida? Paul van Dyk: È un tipo di povertà completamente differente. Ci sono persone che affermano che la situazione in India sia peggiore che in Germania. Per me il paragone non regge, tutto dipende da circostanze soggettive. Indigo: Secondo il tuo ragionamento, chi potrebbe considerarsi povero in Germania? Paul van Dyk: Per esempio, noi del Rückenwind abbiamo scoperto che varie famiglie non hanno un com- puter in casa e neppure accesso all’internet. Molti professori o maestri chiedono agli alunni: “Vedi quello che trovi su internet e scrivi qualcosa al riguardo.” I bambini non vogliono ammettere di essere poveri, non fanno i compiti e prendono un cattivo voto. Il nostro proposito è dare a questi bambini la sensazione che per noi siano importanti. Se non credi in te stesso non sarai mai spinto ad imparare qualcosa. Indigo: Akansha in India, Rückenwind in Geramania, Ground Zero Kids negli Stati Uniti, questi sono solo alcuni nomi di organizzazioni di cui fai parte. Con il poco tempo a disposizione di una vita da famoso DJ, trovi effettivamente tempo per dedicarti a tutte queste organizzazioni? Paul van Dyk: Per dire la verità sono solo un membro di un gruppo di persone che si occupano di tali progetti. Cosa potrei offrire a questi bambini individualmente, a parte fare il pagliaccio o giocare con loro? Questo fa parte del mio lavoro, ma abbiamo bisogno di pedagoghi con esperienza. La mia partecipazione reale si limita alle donazioni e alle idee. Indigo: Ci fai un esempio di una tua ultima idea? Paul van Dyk: Stiamo pianificando di portare i bambini in campagna per mostrargli una vera mucca, un vero maiale o semplicemente alberi veri – e non questi “cosi” sporchi che vedono nella città. Indigo: È stata questa sporca città a premiarti lo scorso anno con il Landesverdienstorden (medaglia in merito della città di Berlino) la fascia rossa e bianca. Tenendo conto degli innumerevoli premi ricevuti come DJ, questo riconoscimento è solo uno in più che si aggiunge alla tua mensola o ne vai ancora fiero? Paul van Dyk: Non posso non ammettere che mi piaccia riceverli, ma non sono la fonte di ispirazione per quello che faccio. Non cambierei una singola nota semplicemente per ricevere un premio. Indigo: Nonostante il tuo successo, non ti dai delle arie e ti occupi di scoprire nuovi successi nel campo della musica. Supporti giovani artisti con la tua propria etichetta VANDIT Records. Chi ti interessa dunque? Paul van Dyk: La musica elettronica non è poi tanto differente dalla musica punk; ci sono pochi gruppi veramente buoni e molti altri che cercano di esserlo. Ammiro molto il lavoro di Santiago Niño al momento. Originario del Guatemala, vive attualmente in Colombia. Santiago è un vero esperto di musica elettronica e mi ha accompagnato nell’ultima tournée in Sud America. Indigo: Cosa mi racconti degli artisti europei? Paul van Dyk: Eddie Halliwell o Adam Sharadon hanno fatto dei pezzi niente male. Comunque sia, con l’avvento di internet non è più importante da che parte del mondo vieni. Puoi comporre nel tuo piccolo paesino e diventare un successo internazionale. Non è più importante trovarsi in posti cruciali come a Londra o a Barcellona. È difficile dare delle preferenze, è come rispondere alla domanda: qual’è la tuo club preferito? Per esempio la Galleria Turnmills a Londra è un ottimo evento, ma non potrei mai consigliarlo come club. È stato costruito in maniera orribile. L’atmosfera è completamente inappropriata. Sono stato anche a Glasgow e la situazione era delle migliori. Abbiamo anche il nostro evento, il Kasselhaus a Berlino. La cosa strana è che il giorno prima può ospitare un concerto di musica classica e il giorno dopo uno show. Non posso criticarlo. La musica elettronica è un fenomeno globale con ripercussioni in Europa. Per questo puoi trovare gente in tutto il mondo che ne va pazza. Indigo: Il tuo ultimo disco, una compilation con altri artisti, The Politics of Dancing 2, si riferisce a questo? Paul van Dyk: Concepisco la musica elettronica come un importante punto d’incontro tra persone con storie, culture, religioni e ambienti completamente differenti che semplicemente si divertono insieme. Dovremmo considerare il numero di diplomatici necessari per raggiungere lo stesso risultato. Indigo: Fammi un esempio di un ambiente perfetto Paul van Dyk: La stagione estiva a Ibiza è semplicemente fantastica. È in Europa, ma non interessante solo da un punto di vista europeo. Si ha la possibilità di incontrare persone che vengono da tutto il mondo. Quelli di Beirut festeggiano con quelli di Tel Aviv e insieme fanno fuochi d’artificio. La religione o il credo perdono importanza. Si tratta solo di puro divertimento. 63 The Perverts Guide to Cinema 64 The Perverts... L’ultimo film di Sophie Fiennes omaggio al filosofo sloveno Slavoj Žižek (foto) rivela i segreti oscuri della psicanalisi e come il cinema può farci credere di poter controllare la realtà. Autrice: Chloé Belloc Traduzione: The Pervert’s Guide to Cinema è l’interrogazione di Zizek riguardo al cinema attraverso la psicanalisi: egli invita lo spettatore a pensare a cosa il cinema rivela di noi. La regista Sophie Fiennes ha posto Zizek nella condizione di invitare il cinema dal suo psicanalista, dal momento che ciò che Zizek fa è esattamente spiegare la sua analisi teoretica mediante la cultura popolare - e soprattutto tramite il cinema -. Il suo libro Everything You Always Wanted to Know about Lacan (But Were Afraid to Ask Hitchcock) costituisce un caso esemplare. Fedele ai suoi accenti provocatori, Zizek apre la sua guida attraverso il cinema con queste parole: “il cinema è l’arte perversa per eccellenza: non ti dà quello che desideri, ti insegna a desiderare”. Se c’è qualcosa di perverso in questo documentario è proprio questa prima affermazione: “il cinema è l’arte perversa per eccellenza”. Zizek svela cosa rivelano Hitchcock, Lynch, Chaplin, Tarkovsky, Kubrick ed altri, della nostra relazione con l’inconscio, del rapporto tra fantasia e realtà, delle apparenze, della sessualità, eccetera. La sessualità, chiede Zizek in sostanza; perché abbiamo bisogno di fantasmi per sentire l’eccitazione sessuale? Poi, interpretando il fantasma di Melanie nel film Gli Uccelli, conducendo la barca a Bodega bay proprio nel momento in cui lei stava per raggiungere Mitch: “Voglio scopare Mitch”. In questa scena, Zizek è ripreso nei panni di Melanie ne Gli Uccelli nella stessa posizione Foto: www.thepervertsguide.com e con lo stesso scenario. Zizek, mentre spiega i suoi film preferiti, occupa fisicamente lo scenario. prende ad esempio una scena del film Fight Club, in cui il narratore (Edward Norton) continua a prendere a calci se stesso. Zizek spiega sostanzialmente che in questo caso non si tratta di un‘espressione di masochismo perverso, piuttosto del fatto che il narratore, per poter resistere ai suoi nemici, deve anzitutto lottare contro se stesso, contro ciò che lo ha costretto alla condizione di schiavitù in cui si trova, e così via… In fondo nulla è poi tanto perverso – tranne il “caratteristico godimento osceno proprio di Zizek” (Aaron Schuster). Le idee di Zizek non sono sempre pertinenti e brillanti, ma dopo aver visto il documentario The Pervert’s Guide to Cinema, non andremo più al cinema con lo stesso godimento passivo. In questo documentario, la problematica attivo/passivo nei confronti del cinema è una questione davvero saliente. Il cinema, grazie alla sua natura di finzione e alla sua distanza dello schermo, è sicuro: rispecchia le nostre ansie e i nostri desideri “mantenendoli tuttavia ad una distanza di sicurezza, addomesticandoli” come afferma Zizek. Lynch rappresenta uno dei momenti più intensi del documentario proprio perché la vera tensione in lui sta nel fatto che egli oltrepassa il confine oltre il quale ci sentiamo al sicuro. Il documentario termina con un appello ad intendere il cinema come un’arte essenziale della nostra realtà: grandi registi giocano un ruolo cruciale in quanto ci consentono di affrontare dimensioni per cui non siamo ancora pronti. Sophie Fiennes riesce a trasformare un documentario in una vera performance, nella quale lo spettatore è invitato non soltanto ad osservare ma anche a vivere, l’arte perversa. È un uccello, è un aeroplano, no è... Slavoj Žižek SF: Sono d’accordo sulla presenza di questa tensione all’interno del cinema. Non penso però possa trasformare l’insopportabile in sopportabile. Insopportabile è la stessa ansia di colpevolezza, di mancanza di significato, di finitezza. Ma forse il cinema ci aiuta in qualche modo a credere di essere capaci di sopportare la realtà – e così ci aiuta a controllare l’ansia. Ci da una sorta di “Coraggio olandese” – una specie di falsa credenza di essere capaci di tenere la situazione sotto controllo. Per questo è così divertente, come l’alcol. E probabilmente dovremmo cercare di essere più modesti e ammettere che questo falso coraggio non è nient’altro che un tentativo di sopravvivenza. Non dovremmo vergognarcene ma comportarci come gli eroi di Beckett: pronti a ridere della nostra miseria e in questo modo liberarci dell‘insostenibile – attraverso la stessa perdita. Adoro quando Zizek afferma di voler rappresentare la ferita della realtà. Il cinema ci mostra così la doppia faccia della medaglia. Gioca con i nostri desideri e paure partendo da questo punto. Fa del regista una specie di personaggio-Dio capace di dispensare gioie e dolori. AS: “ L’unica donna onesta è una donna morta”... Aaron Schuster ha intervistato la regista Sophie Fiennes sul suo documentario The Pervert’s Guide to Cinema attualmente in proiezione nei festi val del film internazionale. AS: Come sei arrivata a sviluppare l’idea del progetto, e che scopo vuoi raggiungere? Sei interessata soprattutto a Zizek o nella psicoanalisi e nella teoria del cinema in generale? SF: Tutto è cominciato con il sentimento di voler capire meglio qualcosa che sembri disegnato per... non lo so precisamente qual’era il mio scopo. So solo che stavo cercando di andare più in profondità nell’argomento e cercare di fare un film che servisse allo spettatore per lo stesso obbiettivo. Il rischio è sempre grande. Sono sempre stata interessata alla psicoanalisi. Penso che sia qualche cosa di cui abbiamo estremamente bisogno se cerchiamo di analizzarci come specie. Non mi interesso molto di teoria del cinema al di fuori di Zizek (...). Come regista mi interessa il punto di vista di Zizek sul film e per me è tutto estremamente tangibile, la stessa teoria e filosofia. Non mi ritrovo nella posizione di dover fare un documentario su qualche artista o filosofo che parla di se stesso cercando di nascondersi dietro una maschera di obbiettività. Preferisco descriverli nella realtà, riportare ciò che loro vermamente fanno. AS: Il film finisce con Zizek domandandosi se il cinema può soddisfare un definitivo desiderio di piacere, o se nasconde il tutto dietro una bellissima illusione. Da una parte, questo si avvicina all’idea di Nietzche “l’arte è la nostra scusa per non morire di verità”; dall’altra, si riconnette alla famosa linea di Jack Nicholson: “vuoi la verità? Non la potrai sopportare!”. Il cinema sembra diviso tra rivelare la realtà delle cose e offuscarle, un problema sul quale molti si interrogano al momento. Cosa dobbiamo aspettarci oggigiorno dal cinema, e che ne pensi dell’affermazione „Il compito dell’arte è quello di rivelare la verità in una maniera (un po’ più) sopportabile?“ SF: È lo stesso desiderio della donna a spaventare l’uomo. Scottie (da Vertigo di Hitchcock) deve cancellare l’identità di Judi e trasformarla in una donna fittizia (che è morta ma in realtà non è mai esistita) mentre che la stessa Judy è disperatamente innamorata di Scottie, ma non può dimostrarlo e l’unica maniera che le rimane per fare sesso con lui è sottomettersi ai suoi desideri. Il suo sguardo quando esce dalla doccia è talmente carico di desiderio e di odio, che penso che sia molto più scioccante delle affermazioni di Slavoj , e ciò che Slavoj dice non fa altro che dimostrare la terrificante dimensione della brutalità tra i due sessi. È interessante notare fino a che punto la figura della donna morta all’interno del film è letteraria. Se si pensa per esempio alla scena del negozio di vestiti in cui Judi è seduta sul sofà con Scottie... senza reggiseno, il suo seno voluminoso spicca sotto il verde maglione di cashmere e proprio nel bel mezzo spunta un mazzo di fiori. Se i fiori sono in qualche modo il simbolo della sessualità femminile, non dovrebbe mancare nulla agli occhi di Scottie. Ma Scottie distrugge tutto a favore di uno sguardo grigio e maschile e alla sua aria innocentemente materna. Ho paura che questo aspetto della teoria non venga recepito dallo spettatore maschile della Pervert’s Guide to Cinema. Loro ascoltano la voce di Zizek e cancellano tutto il resto – e si chiedono il perchè il pubblico femminile ama tanto questa parte. È una grande dimostrazione della differenza dell’uomo. Penso sia un’idea estremamente provocatoria. AS: Qual’è stata la reazione a The pervert’s Guide fino adesso? SF: Sembra piacere al pubblico. È questo mi rallegra, perchè si tratta di venti ora di pura adattazione, con la quale ho lottato durante molti mesi (...) è incredibile come la linea completa del film possa cambiare, affilarsi o smussarsi, o diventare eccitante dal taglio di una parola, qua o là... questo è fare cinema. È come se Slavoj fosse Cristo e io San Paolo. 65 Il nascondiglio di Lordi Alla ribalta nel 2006, Lordi hanno dimostrato al mondo intero che la musica finlandese non si ferma a Humppa. Va anche oltre... 66 Musica Foto: Mikula Lüllwitz 67 Enochian Crescent Quasi Lordi. Musica semi-blackmetal-goth, ma senza l’orchestra. In famoso stile automutilazione. “La performance più breve che io abbia mai fatto fu quando utilizzai un coltello tradizionale finlandese, il lapinleuku, per tagliarmi. Abbandonai il palco per recarmi all’ospedale dopo solo due canzoni.” Wrath, Cantante 68 Kimmo Pohjonen Famoso per la sua musica puritana e i sui balli quasi spastici, Kimmo Pohjonen, suona musica d’avanguardia ed elettronica alla fisarmonica.. “Sono il masochista internazionalmente urbano, schiavo dei desideri metropolitani” Tuomas, rapper e compositore Giant Robot produce una via di mezzo tra musica rock, dub, electro e dance. “Helsinki Rock City” era il tormentone dell’estate 1999 in Scandinavia. Hanno annunciato l’arrivo di un nuovo album in primavera. 69 “In Finlandia puoi vi vere con la tranquilla consapevolezza che nessuno verrà mai ad attaccarti o che questo paese non andrà mai in guerra.” Janne, Vocalist Endstand Intenso punk hardcore, melodiche chitarre e lunghi acuti. Jimi Tenor Jimi Tenor iniziò con una specie di jazz ironico e rilassante; oggi suona tutti i tipi di musica da sassofono. Il suo album “Europa” fu pubblicato nel 1995 “Facciamo parte del tuo triste culo” Il messaggio di Jimi Tenor dalla Finlandia all‘Europa Maggiori informazioni? Vai al Funky Elephant at www.funk.fi The Micragirls Duro Rock‘n Roll finlandese in stile anni 50 – vengono anche chiamate The new queens of lo-fi trashrock. L’ultimo CD, “Jungle Run“, è conosciuto in tutto il paese. . 70 I finlandesi avevano mantenuto a lungo una pessima autostima nel “Festi val della canzone europea”, ma ora le cose sono cambiate grazie a Lordi! Mari, Cantante Bushido Lui è l’incubo peggiore di ogni insegnante e genitore. E’ sorto apparentemente dalle profondità dell’ inferno per tormentare i tredicenni con testi che trasudano violenza e sesso. Ma il rapper berlinese è stato preso dal suo ‘lato umano’ e nel frattempo parla alla gioventù sul ‘rispetto’ e l’importanza di una buona laurea. In questo caso, nessuno sembra curarsi del fatto che abbia abbandonato la scuola o della sua detenzione per stupro. 72 Musica Autrice:Frida Thurm Illust..:Christoph Mayer Traduzione: Victor Hugo Scacchi Forieri Mi fotto tua madre Il Rap utilizza un linguaggio tutto suo per dire la propria su, diciamo, questioni sociali e politiche. Vedremo Bushido (Bu), rapper tedesco, contro Booba (BO), rapper francese contendersi il premio per il peggior testo. Tutte le frasi sono state tratte da loro canzoni. Bu: Parlo di esperienza, di buonsenso nel mio cuore Bo: Non ti fare i cazzi miei Bu: Le mie strade sono cupe, i miei occhi sono lucidi Bo: Sono un donatore di urina, e disseto la Francia intera Bu: Parli parli e ti rinchiudi in bagno, con i biscottini alla soia e il tuo te verde Non nominare il rap se non vuoi passartela male.. Bo: Questa è la mia maniera di mandarti a farti fotteBu: Facciamo tutti schifo, e ti farò la rima perché ho pestato tuo zio ma lui la mia ancor prima. Bo: oh, oh, davanti a me l’umiliatore, fotteto, devasta tore, pestatore, viaggiatore in prima classe Bu: Voglio fottere tua madre, rotto‘n culo, è guerra Bo: Se vuoi sparar stronzate, fai il serio. Le tue stron zate sono a mezzo, provaci senza il tanga. Bu: Senza via d’uscita e ti sei preso il mio rap nel culo, yeah Bo: Sono nell’angolo dei VIP, e vengo dal pugno VIP Bu: Volevi strafare, ma ti ho fottuto col mio pugno Bo: Prendi l’autobus e vattene a ciuccia’ i cazzi al mercatino delle pulci Bu: Yeah, sputando sangue, perché le vittime come te io le mangio Bo: E’ finita per te, Yankee, io ti ho, io ti ho, io ti ho fottuto! Bu: Yeah! La vita ‘n inculata! Boopa I suoi fans descrivono il suo “rap impressionista” strano, aggressivo e le sue canzoni, metaforiche. Elie Yaffa, nome d’arte Booba, nato nella periferia parigina di Boulogne-Billancourt, passò la sua adolescenza nella periferia hiphop di Detroit. Contemporaneamente il Duke of Boulogne diventa uno dei più favoriti nei talk-show. Continua con il suo credo della strada incidendo dischi con i suoi amici Akon, Cassie e P. Diddy, solo per citarne alcuni. Preparazione Far bollire le cervella e i testicoli, precedentemente ben lavati, in una pentola con acqua, sale, erbette e un bicchiere di vino bianco. Soffriggere la cipolla con le carote tagliate a rondelle e il peperoncino in una padella ampia e profonda. Sbattere le uova separatamente. Aggiungere le cervella, i testicoli (pelati e sminuzzati) con le uova e lasciar cuocere come una normale frittata Ingredienti (per 6 persone) 1 etto di cervella di toro o d’agnello 1 etto di testicoli di toro o d’agnello Olio extra vergine di oliva Un bicchiere di vino bianco 6 uova 1 cipolla peperoncino carote sale Ricetta Autrice: Irene Sacchi Foto: Claude Dagenais, Sieto Verver, Matthew Cole La risposta spagnola al Viagra La „Tortilla Sacromonte“. Ovvero, cosa siamo disposti ad ingurgitare pur di aumentare le nostre prestazioni sessuali. L’uomo di chiesa si ricordò allora della ricetta letta nel De Medicamentis Liber, in cui Marcello Empirico suggeriva di alimentarsi per tre giorni consecutivi di ghiandole genitali maschili di toro condite con miele e olio d’oliva, per risollevare l’animo e le energie. Mentre la popolazione europea invecchia, il tasso di natalità cola a picco, i giovani rimangono sempre di più a casa e i divorzi sono più numerosi dei matrimoni, in un ridente quartiere dell’Andalusia, in Spagna, la vita scorre tranquilla tra sole, banchetti, vino, tapas e flamenco. E mentre i francesi ci provano con le rane, gli italiani con le ostriche, i tedeschi con il sedano, i polacchi con la birra, gli ungheresi con il sangue di maiale e il resto del mondo con le famose pilloline azzurre, loro custodiscono silenziosamente l’afrodisiaco segreto. Tutto ebbe inizio nel diciottesimo secolo, nel quartiere gitano del Sacromonte, Granada, dimora di artigiani e artisti, di poeti e ballerini. Come ogni primo febbraio, per la festa di San Cecilio, l’abate della città stava organizzando il gran banchetto in onore dell’alta società granadina. La notte del 31 gennaio, secondo la leggenda, un gruppo di ladri entrò nell’abbazia e rubò tutta la selvaggina. Disperato per il furto e vagando per le cantine alla ricerca di una soluzione e di provviste, il buon uomo si imbatté nel sacchetto in cui il macellaio aveva scartato i “gioielli” degli animali rubati. Il priore in persona decise allora di rimboccarsi le maniche e di mettersi ai fornelli. Lessò le cervella e i testicoli dell’animale (sembra che la versione più efficace sia di toro) per cinque minuti. Fece soffriggere in una padella ampia e profonda della cipolla sminuzzata, delle carote tagliate a rondelle e del peperoncino. Pelò i testicoli come vere e proprie patate, li fece a pezzettini con le cervella, li aggiunse al soffritto con tante uova quanti invitati. Lasciò cuocere gli ingredienti come una normale frittata ben sugosa e la servì agli invitati per cena. Che l’abate abbia pensato in quel momento di fornire all’alta società granadina una notevole ragione per credere ai miracoli di Dio o che l’abbia fatto per contribuire alle nascite del quartiere o per la semplice felicità dei suoi invitati, queste rimangono solo supposizioni. Fatto sta, che diede vita ad una ricetta dai poteri miracolosamente afrodisiaci, una ricetta che, tramandata da padre in figlio e da figlio in figlio e così via, arrivò intatta fin sulla nostra tavola. Il piatto, con il nome di “Tortilla Sacromonte”, dal quartiere di Granada, viene servito come piatto tipico nella maggior parte dei ristoranti andalusi e soprattutto durante la festa di San Cecilio. Molti suppongono che la carne abbia lo stesso sapore del pollo, altri che la frittata sia una vera prelibatezza; sapori o schifezze a parte, rimane il fatto che la regione Andalusa, secondo la statistica ufficiale tratta dal “Instituto Nacional de Estadística”, mantiene il tasso di natalità più alto di tutta la Spagna. 73 1 Austria Malta 17 3 Bulgaria Lussemburgo 16 2 Belgio Lituania 15 13 Monaco 12 18 11 4 Croazia 10 Olanda 9 19 8 5 Germania 7 6 Estonia 6 Finlandia 5 7 4 20 Polonia 21 Portogallo 27 13 Cipro 26 Repubblica Ceca 12 Italia 25 Spagna 11 Ungheria 24 Slovacchia 10 Danimarca 23 Slovenia 9 Grecia 22 Romania 8 Francia 14 Lettonia Regno Unito 28 Svezia Trova la cassetta delle lettere dei rispettivi paesi non si vince niente ma almeno avrete la possibilita di riconoscerne qualcuna quando andrete in vacanza! Post-Modeno 1 2 3 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Photos: Joeri Oudshoorn This magazine was made possible thanks to the kind support of cafebabel.com. cafebabel.com is the first multilingual European current affairs magazine, designed for readers across borders. Writer and Translators are welcome to join the team.