Marta Stefani - Progetto di ricerca
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Marta Stefani - Progetto di ricerca
Programma di ricerca per la Fondazione Antonio Ruberti Collezionare la scienza CANDIDATA Marta Stefani ([email protected]), via A. Salvadori 29, 50050 MONTAIONE (FI), STFMRT62C66E202K, cell. 335 5789407. PER APPROVAZIONE Prof. Paolo Galluzzi Direttore Museo Galileo, Firenze [email protected] 1 A) Target e finalità perseguite 1) Il presente progetto, “Collezionare la scienza”, si muove su un duplice piano e si pone due obiettivi distinti, anche se strettamente interconnessi. Da un lato intende infatti indurre i ragazzi di età compresa tra i 9 e i 14 anni (triennio della Scuola primaria e totalità della Scuola secondaria di primo grado) a una riflessione sul ruolo ricoperto nella Storia della scienza dal concetto di Collezione. 2) L’altro obiettivo, saldamente legato al precedente, mira alla valorizzazione e alla promozione di alcune delle ricchissime collezioni museali presenti nel territorio il modello sarà ‘ritagliato’ su alcune istituzioni di Firenze, mia zona di appartenenza, ma potrà essere esteso e perfettamente adattato ad altre realtà promuovendo visite e percorsi ad hoc nelle varie sedi museali che ospitano collezioni scientifiche. L’idea di fondo nasce da un’esperienza maturata in anni recenti, esperienza che si inseriva nell’ambito di un finanziamento europeo rivolto alle scuole medie di quattro regioni del Sud Italia al fine di fornire materiali utili a contrastare il fenomeno del cosiddetto ‘analfabetismo scientifico’ (EDUCAZIONE SCIENTIFICA B-10-FSE-2010). Si era trattato, in quell’occasione, di realizzare alcuni brevi video, della durata di 15/20 minuti, dedicati alla ‘storia’ di alcuni strumenti ben rappresentati nelle ricche collezioni del Museo Galileo di Firenze: io mi ero occupata, in quel contesto, delle storie del termometro e del microscopio. I video in questione erano stati concepiti come un materiale diretto ai docenti, prima che ai ragazzi, allo scopo di fornire una sorta di introduzione alla Storia della scienza. Il confronto successivo con molti insegnanti mi ha suggerito l’opportunità di proseguire su questa strada pensando a nuovi video che possano presentarsi sia come basi di ‘progetti didattici’ da utilizzare in classe (e quindi direttamente ‘spendibili’ su un piano curriculare), sia come proposte e inviti alla visita delle collezioni museali presenti nelle zone di destinazione. Proprio allo scopo di rendere il presente progetto praticabile e adattabile alle diverse realtà locali che ospitano musei scientifici e/o di storia della scienza (da strutture di vecchia concezione al recentissimo Muse trentino, per intenderci) si è pensato di far gravitare gli eventuali nuovi video attorno a un unico concettochiave: quello di Collezione. 2 B) Progetto: Collezionare la scienza Raccogliere e conservare oggetti strani, curiosi, fuori dall’ordinario pregustando il piacere di mostrarli agli amici per suscitare la loro meraviglia è un impulso che più o meno tutti, da bambini, abbiamo sperimentato. La conchiglia più grande o più colorata; la punta di una freccia; la pelle abbandonata da un serpente; una moneta romana; una pietra azzurra, un piccolo vaso etrusco o un uovo di struzzo: chi, con tutta onestà, non li avrebbe raccolti da piccolo e non se li sarebbe portati a casa, dando inizio a una collezione? E’ più o meno in questo modo, del resto, che non dei bambini ma degli adulti hanno creato nei secoli passati le raccolte attualmente ospitate e visibili nei vari musei cittadini. Tutti gli ‘oggetti’ insoliti, eccezionali o semplicemente belli erano andati pian piano a popolare, accanto alle opere degli autori del passato, le stanze di re, principi, studiosi continuando ad arricchirle a tal punto - soprattutto dopo la scoperta dell’America - che non solo gli scaffali, ma neppure gli armadi o le stanze delle case o dei palazzi furono più sufficienti a contenere quella quantità caotica di oggetti. Nuovi spazi e nuovi criteri di ordine per raggruppare i reperti: le ‘soluzioni’ fornite a questa duplice esigenza comportarono, com’è noto, la nascita dei musei quali oggi li intendiamo, contribuendo fortemente a sollecitare, verso la fine del Settecento, una seria risposta allo stesso problema della classificazione del vivente, in un percorso tendente a risalire dall’ordine delle collezioni all’ordine stesso della natura. 3 C) Sviluppo L'idea di fondo, che nasce dall'esperienza maturata nell'ambito del progetto EDUCAZIONE SCIENTIFICA B-10-FSE-2010, consiste nella progettazione e nel reperimento dei materiali utili a realizzare un certo numero di video brevi (della durata massima di 15/20 minuti) da utilizzare in classe, nello spazio solitamente dedicato ai progetti integrativi dell’attività didattica, per approfondire e riflettere sulla storia, sulla valenza e sulle problematiche inerenti il tema centrale della Collezione. Saranno prese in considerazione collezioni di varia tipologia, rivolgendo sempre lo sguardo ai temi trattati dai programmi curriculari: da quelle inerenti gli ‘oggetti naturali’ (Naturalia) agli artificiali (Artificialia) purché, nell’uno e nell’altro caso, strettamente connessi alla scienza o alla sua storia. Rientreranno in questo ambito, per esemplificare, tanto raccolte botaniche, zoologiche, mineralogiche quanto raccolte di strumenti scientifici o di riproduzioni di oggetti naturali a scopo scientifico (si pensi, per fare un esempio, alle bellissime cere anatomiche conservate alla Specola). Tanto collezioni di esemplari viventi quanto quelle di ‘non più viventi’, siano essi reperti fossili o si tratti di esemplari estinti. Il progetto mira a trattare il tema della collezione, si è detto, in stretta connessione con il problema dell’ordine: lo stesso criterio di distribuzione di una collezione di strumenti scientifici all’interno di un museo – si pensi alle collezioni del Museo Galileo di Firenze - potrebbe, di per sé, costituire l’oggetto di un video (strumenti per misurare cosa? il peso dell’aria; il tempo; l’umidità; la temperatura, la velocità e così via). Si tratterebbe, in sostanza, di ideare e progettare, nell’arco di tempo previsto dalla durata della borsa, la struttura di 4 o 5 video che prevedano come parte integrante del progetto didattico di cui si fanno promotori anche una o più visite alle collezioni delle sedi museali più vicine, dove potrebbero peraltro essere comunemente impiegati anche per ragioni di didattica interna. Ipotizziamo, ad esempio, di voler dedicare un video proprio alla storia del collezionismo scientifico. Ripercorrendone gli albori con l’occhio rivolto alla dicotomia “naturale/artificiale”, “vivente/non vivente” il video potrebbe ben esemplificare la realtà del primo collezionismo scientifico – rimanendo in area Toscana - con la proposta di una visita alle collezioni del museo della Specola di Firenze (o di quello di Calci, in provincia di Pisa), dove sono presenti teche che rendono ancora ben visibile l’affastellamento indiscriminato delle prime forme di collezionismo. 4 Bibliografia essenziale La scienza a corte. Collezionismo eclettico, natura e immagine a Mantova fra Rinascimento e Manierismo (Roma: Bulzoni, 1979) Maria Franca Spallanzani, “Le «Camere di storia naturale» dell’Istituto delle Scienze di Bologna nel Settecento”, in Scienza e letteratura nella cultura italiana del Settecento, edited by Renzo Cremante, Walter Tega (Bologna: Il Mulino, 1984), pp. 149-183 The origins of museums: the cabinet of curiosities in sixteenth- and seventeenth-century Europe, edited by Oliver. Impey, Arthur MacGregor(Oxford: At Clarendon Press, 1985) Krzysztof Pomian, Collectionneurs, amateurs et curieux, Paris, Venice: XVIe-XVIIIe siècle (Paris: Gallimard, 1987) Antoine Schnapper, Le géant, la liocorne et la tulipe. Les cabinets de curiosités en France au XVIIIe siècle (Paris: Champion, 1988) Pietro Olmi, L’inventario del mondo: catalogazione della natura e luoghi del sapere, Bologna, Il Mulino, 1992 Paula Findlen, Possessing nature. Museums, Collecting, and Scientific Culture in Early Modern Italy, Berkeley and Los Angeles, University of California Press, 1994 Lorraine Daston, Katharine Park, Wonders and the Orders of Nature 1150-1750 (New York: Zone Books, 1998) La curiosità e l’ingegno: collezionismo scientifico e metodo sperimentale nel Settecento (Padova: Università degli studi di Padova, Centro musei scientifici, 2000) Scienziati a corte. L’arte della sperimentazione nell’Accademia galileiana del Cimento 1657-1667, a c. di Paolo Galluzzi, Livorno, Sillabe, 2001 Irene Baldriga, L’occhio della lince: i primi lincei tra arte, scienza e collezionismo, Roma, Accademia nazioanle dei lincei, 2002 From Private to Public: Natural Collections and Museums, edited by Marco Beretta (Sagamore Beach: Science History Publications, 2005) Adalgisa Lugli, Naturalia et Mirabilia. Il collezionismo enciclopedico nelle Wunderkammern d’Europa (Milano: Mazzotta, 2006 [1 ed. 1983]) Curiosity and Wonder from the Renaissance to the Enlightenment, edited by R.J.W. Evans, A. Marr (Aldershot: Ashgate, 2006) Patricia Falguières, “Qu’est-ce qu’ une Kunst- undWunderkamer? Régime d’objects et questions de method”, in Le trésor au Moyen Âge. Discours, pratiques et objects, edited by Lucas Burkart, Philippe Cordez, Pierre A. Mariaux, Yann Potin (Florence: SISMEL, 2010), pp. 242-262. From Books to Bezoars: Sir Hans Sloane and His Collections, edited by Michael Hunter, Alison Walker, Arthur MacGregor (London: The British Library Publishinf Division, 2012). 5