L`estate «bruciata» del 2007

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L`estate «bruciata» del 2007
TurismoOnBoard
NUOVI ORMEGGI
Italia Navigando
arriva
a Trapani
Massimo Maccheroni
C
i siamo quasi. Questa
torrida estate ha quasi
finito di bruciare il suo
tempo. Gli ultimi vacanzieri, a
malincuore, stanno preparandosi
per il grande rientro nel tran tran
quotidiano: il lavoro, la scuola, le
bollette da pagare, tutte cose che
fanno svanire più in fretta l’abbronzatura.
Una lunga estate calda, questa
del 2007, nel vero senso della
parola in cui l’odore delle creme
abbronzanti è stato a volte coperto
da quello acre del fuoco per le
centinaia di incendi che l’hanno
accompagnata e caratterizzata,
creando panico e, ahimè, lutti,
tra migliaia di turisti intrappolati
dalle fiamme sulle spiagge con a
volte un’ unica via di scampo: il
mare.
L’episodio più grave a Peschici
dove, all’inizio di luglio, oltre 4.000
villeggianti sono stati salvati
dalla Guardia Costiera e dalle
altre forze di Polizia, volontari
e Vigili del Fuoco. Il gran caldo,
accompagnato dalla scarsa
piovosità, ha creato i presupposti, ma non è stato, come già
ampiamente analizzato, la causa
di quanto è successo. È sempre
colpa di comportamenti quanto
meno avventati, se non proprio
dolosi, di quello strano animale
che si crede «er mejo» ma che,
gratta gratta, tanto bravo, intelligente, rispettoso, lungimirante
ed educato non è.
Basta, fermandoci al mare e
alle spiagge, riavvolgere il nastro
di quest’estate per rivedere le
parti salienti. C’era bisogno, per
esempio, di costringere la Guardia costiera a sorvegliare costantemente il mare per sanzionare
comportamenti incivili dovuti
al modo scriteriato con cui molti
acqua scooteristi, circa uno su sei,
pretendevano di guidare il proprio
mezzo - a elevata velocità,vicino
alla costa con slalom tra le teste
dei bagnanti - senza neanche la
patente nautica o la copertura
assicurativa peraltro ambedue
obbligatorie?
O non si sarebbero potuti
evitare quegli incidenti mortali tra
i bagnanti dovuti alla scarsa osservanza di quelle norme basilari
che sin da piccoli siamo abituati
a sentirci ripetere - non fare il
bagno se il mare è agitato, non
lo fare se non sei in buone condizioni fisiche o se hai da poco finito
di mangiare? A questo proposito,
per aiutare bagnanti e diportisti a
ricordare i giusti comportamenti
e le regole principali per vivere
il mare in sicurezza, la Guardia
Costiera in collaborazione con il
Ministero dell’Ambiente, all’inizio di agosto ha distribuito nelle
spiagge e lungo i litorali italiani,
l’opuscolo «L’ambiente e il tuo
mare (un mare più sicuro)»,
stampato in 500 mila copie sia in
italiano sia nelle principali lingue
IL CONSORZIO Trapani Marina costituito da Italia Navigando S.r.l.
e Trapani Yacht Club - ha ottenuto
in concessione demaniale temporanea per la stagione velico
sportiva 2007 la gestione della
banchina ex sommergibili ubicata
nella zona di Ponente del porto di
Trapani, subito dopo le banchine
Garibaldi, Dogana e Marinella.
I posti barca per yacht e navi da
diporto dotati di acqua, corrente
elettrica e Wi-Fi Hot Spot (servizio carburante limitrofo) sono
disponibili fino al 30 ottobre.
Pur avendo raggiunto un grande
obiettivo al sud, Italia Navigando
registra al centro una sonora
sconfitta.
Il sindaco di Anzio Candido De
Angelis, infatti, ha chiuso i rapporti con la società controllata da
1 - 31 AGOSTO 2007
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Sviluppo Italia, che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale avrebbe dovuto far decollare
il progetto del nuovo porto neroniano, entrando in società con il
Comune nella «Capo d’Anzio»,
nata per portare avanti l’iter del
bacino portuale. Tra le ragioni
principali forse i mutati orientamenti politici nelle istituzioni
nazionali e locali.
L’estate «bruciata» del 2007
Interventi straordinari e di routine per la Guardia Costiera. Diportisti disciplinati
Oltre 4.000 villeggianti salvati a Peschici da Guardia
Costiera, forze di polizia, volontari e vigili del fuoco
straniere.
Particolare attenzione è stata
posta sul corretto uso dell’ambiente marino e, per i diportisti,
su come e dove navigare in prossimità o all’interno di un’area
marina protetta.
Proprio il popolo dei diportisti,
tutto sommato, è quello che meno
problemi ha avuto nella stagione
che sta per concludersi.
Considerando
l’elevato
numero delle unità che solcano
i mari italiani, di incidenti se ne
contano, in proporzione, veramente pochi, mentre è rimasto
pressoché costante il numero
dei soccorsi effettuati dalla Guardia Costiera (circa 2.000 a fine
agosto) la cui causa principale
rimane l’avaria al motore con
oltre il 30% dei casi. Segno di poca
attenzione nei controlli prima di
lasciare la banchina? Mah! Forse
un esame di coscienza può
aiutare, magari davanti al caminetto acceso durante i giorni
del lungo inverno, aspettando
l’estate del 2008.
Per salvare l’ecosistema comincia ad essere chiaro che «la scelta è d’obbligo»
L
Costa Smeralda, sicurezza e mondanità
e baie della Costa Smeralda
non subiranno più le ingiurie dei
maxi yacht: troppe ancore ad arare
i fondali di preziosa «posidonia»,
traffico indiscriminato e troppi nodi
di velocità a sconvolgere il mondo
sottomarino e mettere in pericolo la
salvezza dei bagnanti. Tom Barrak,
proprietario di Smeralda Holding,
aveva un’idea ben chiara: il patrimonio della «costa» non sono gli immobili, ma l’ambiente. Uno studio del
Consorzio Interuniversitario per le
Scienze applicate al Mare ha confermato un alto grado di sofferenza
della prateria di posidonia. Dopo l’intesa con Italgest Mare, che detiene
il brevetto Marpark, sistema di boe
telematiche, intelligenti, prenotabili
su internet, ma soprattutto rispettose
dei fondali, già adottato dal ministero
dell’Ambiente nelle aree marine protette e promosso da Legambiente,
nel 2005 nasce SafeBay, progetto
approvato dalla Regione Sardegna
per 40 ormeggi a Cala di Volpe, 10
in rada a Porto Cervo, possibili altri
50 fra Golfo del Pevero e Liscia di
Vacca. I gavitelli telematici di Porto
Cervo fanno il tutto esaurito dal primo
giugno e le barche senza ormeggio
SafeBay non possono più gettare
l’ancora. Malauguratamente a Cala
di Volpe le boe di SafeBay si sono
ridotte a 19, di cui 11 operative
dai primi di agosto. Ci ha messo lo
zampino Flavio Briatore, sfavillante
manager e animatore della Costa
che da utente di approdi con il suo
megayacht si è trasformato in «progettista» di ormeggi ben diversi dal
sistema Marpark, con evidenti difficoltà a renderli sicuri. È di un mese
fa il pericoloso distacco di una boa.
«Ci siamo trovati in una situazione
di condivisione della Baia di Cala di
Volpe con un operatore improvvisato
e con tecnologie non raffrontabili alle
nostre» racconta Valerio Lombardi,
amministratore di Italgest Mare, ma
«siamo disponibili ad aiutarli a rendere gli ormeggi sicuri e non dannosi
e a gestire tutta la baia come se
fosse un unico MarPark». SafeBay
è un’oasi dove il limite di velocità è
3 nodi. Ormeggiatori sui gommoni
mantengono l’ordine 24 ore su 24
ed è vietato l’attracco a yacht non
registrati. I servizi di prenotazione e
accesso passano per la «conciergerie». Pare che sia questo servizio, più
delle boe, ad avere stuzzicato la fantasia del manager. A ciascuno il suo.