N° 03 del 29/01/2011
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N° 03 del 29/01/2011
€ 1,00 Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) - Poste Italiane Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25,00€ Anno XIII n° 03 del 29 Gennaio 2011 0828.720114 - unicosettimanale.it - [email protected] CAPACCIO EBOLI La Statale 19 diventa un imbuto AGRESTI E BUCCELLA NUOVI ASSESSORI DI di Francesco Faenza MARINO Perchè un ingegnere di Cava viene pagato per ridisegnare il piano traffico ebolitano? Se tutte le strade portano a Roma è chiaro che poi Roma si intasa. Lunghe code d’auto ed esasperazione alle stelle. Se tutte le strade sbucano sulla statale 19, anche la CONTINUA A PAGINA BARTOLO SCANDIZZO A PAGINA 5 ALTAVILLA UN PAESE DOVE DA SEMPRE “COMANDANO” 18 BATTIPAGLIA LE DONNE C’è “pista” per te... ORESTE MOTTOLA A PAGINA 10 ROCCADASPIDE MILIONARIO PER di Ernesto Giacomino UN GIORNO PER Ennesimo maxi-sequestro di droga a Battipaglia, ennesimi arresti di insospettabili o quasi tali, ennesimo sgomento della gente che adocchia le locandine, legge, studia, scannerizza mentalmente le foto e alla fine scuote il capo e inspira quegli “ohooo…” di stupore a metà tra il sincero involuto e l’ipocrita dovuto. CONTINUA A PAGINA 20 UN NUMERO SBAGLIATO FRANCESCA PAZZANESE A PAGINA 14 Articoli a pagina 4 e 22 UNA MIGRAZIONE NUOVA: DAL SUD AL NORD PER SALVARSI LA VITA di Aurelio Di Matteo di Tiziana Troisi Dateci un bunga bunga cilentano di Rocco Cardinale E’ quello che serve al Cilento. Immersa nei suoi difetti e nei suoi eterni ed irrisolti problemi. Da sempre una delle regioni più disastrate d’Italia: povertà vecchie e nuove diffuse su tutto il CONTINUA A PAGINA 4 La sera del 31 dicembre 2010 ero in autobus con mia madre, insieme ad un nero che urlava a telefono parole incomprensibili e due ragazzini che decidevano quanti petardi avrebbero fatto esplodere quella notte. Io mi addormentavo sulla spalla di mia madre ad ogni ennesimo semaforo: era il nostro Capodanno quello? Per Rita e Assunta non sarebbe stato molto diverso: la madre sarebbe andata a letto presto stanca e sfatta, la figlia avrebbe atteso la mezzanotte, come tutte le sere, a telefono col suo amore. Le figlie della signora Scognamiglio avrebbero cucinato per il papà, che aveva ancora gli occhi colmi di lacrime, fingendo di non sentire l’assenza della madre e immaginandola riposare serena. La signora foggiana, che col suo dialetto allegro CONTINUA A PAGINA 22 Te lo do io l’ambientalismo! Non sono grillino, ma parafrasare il titolo di una fortunata trasmissione degli anni ottanta dà l’idea di cosa si nasconda dietro ai luoghi comuni del politicamente corretto e agli ideologici innamoramenti di un acritico pre sunto rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Lasciamo da parte i grandi affari CONTINUA A PAGINA 17 2 Economia N°03 del 29 Gennaio 2011 La Bcc di Aquara presenta i suoi dati di bilancio Risultati anno 2010: crescita continua Il Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Aquara ha esaminato i risultati provvisori raggiunti dalla Banca nel corso del 2010. Il primo dato da evidenziare è l’impressionante crescita degli impieghi che ha superato i 111 milioni di euro con un balzo del +9% in un solo anno. Se si considera che la crescita degli impieghi nel sistema bancario italiano è ferma all’8% (fonte Federcasse – circ statistica 10/2010), si percepisce come la Banca continui a investire sul proprio territorio nonostante il perdurare di una crisi senza precedenti. La raccolta diretta, che registra un aumento del 2,5%, ha superato quota 180 milioni di euro. La crescita, di per sè importante, acquista ancora maggiore significato se si considera che è in linea con la crescita media delle banche di credito cooperativo (fonte Federcasse – circ statistica 10/2010). I risultati della raccolta e, soprattutto, degli impieghi fanno registrare una perfor- mance altamente positiva per la BCC di Aquara, confermando un trend che continua a caratterizzare l’istituto cilentano come riferimento, in particolare, per le imprese e i risparmiatori. In particolare la BCC ha inteso imprimere ulteriore spinta all’erogazione del credito sostenendo l’economia in un momento di particolare fragilità. Non di meno va rilevato che la banca continua nella sua politica di prestare poco a molti piuttosto che tanto a pochi; in effetti, la banca affida, in media, soltanto 20 mila euro per singola posizione. Sul fronte economico, come già previsto, è attesa una forte riduzione del risultato d’esercizio. Nonostante la forte crescita del margine d’interesse (+16%), infatti, la Banca ha dovuto fare i conti con un sistema finanziario globale fragile e malato. Il calo degli utili è riferibile al veloce deterioramento dei titoli di stato che le BCC devono “necessariamente” detenere in portafoglio. Negli ul- “Ulisse”, il 29 gennaio al Savoy La banca per i giovani La Bcc di Aquara presenta il progetto di credito agevolato “Ulisse, riservato ai giovani che vogliono restare ed a quelli che vogliono ritornare” : l’incontro si terrà sabato 29 gennaio prossimo, alle ore 18:30, presso il Savoy Beach Hotel di Paestum e vedrà i saluti iniziali del presidente della Banca di Credito Cooperativo aquarese, Luigi Scorziello. Sono previsti gli interventi di Raffaele De Sio, Direttore Generale della Camera di Commercio di Salerno (partner del progetto), di Salvatore FARACE, professore di Programmazione Economica presso l’Università degli Studi di Salerno, e di Sergio NAVA, giornalista e conduttore di Radio 24 - Autore del libro “La fuga dei talenti”. Nel corso del meeting saranno proposte le testimonianze di giovani ricercatori ed imprenditori locali tra cui: Roberto Bellelli, medico/ricercatore, Rosario Pingaro, imprenditore informatico di Capaccio, Maria Carmela D’Angelo, titolare de “Le Delizie di Maria” di Roccadaspide, e Marco Serra, titolare della Cantina “Tenuta Mainardi”. Le conclusioni sono affidate al direttore della BCC di Aquara, Antonio Marino. A moderare l’incontro sarà Alfredo Boccia, giornalista del mensile CILENTO. timi due mesi, infatti, la situazione finanziaria degli stati europei, trascinata al ribasso da Grecia ed Irlanda, si è notevolmente aggravata. Il Direttore della BCC di Aquara, Antonio Marino, ha rimarcato la particolare gravità della congiuntura economica aggiungendo: “Non è stato un anno facile. Questo è ovvio. La verità, anche questa amaramente scontata, è che neppure i prossimi tempi saranno facili. Certo, qualcosa si sta muovendo, ma come avevamo previsto agli inizi del 2010 ci sarà ancora da soffrire, da faticare, da rimboccarsi le maniche. È un’ammissione che dobbiamo all’onestà intellettuale, ad una lettura corretta della realtà; il paese dei balocchi che ci viene raccontato non esiste, prima lo capiamo tutti e prima potremo iniziare a lavorare per un paese migliore. Come Credito Cooperativo siamo serenamente convinti di aver fatto la nostra parte, esercitando quella prossimità alle famiglie, alle imprese, alla comunità che da sempre caratterizza il nostro modo di essere banca. Dal punto di vista economico possiamo vantare una crescita del margine d’interesse sbalorditiva e in controtendenza rispetto alle altre BCC, se non avessimo pagato lo scotto della crisi finanziaria europea, avremmo avuto un Bilancio ancora più in salute. Per l’imminente futuro abbiamo preparato il rilancio economico mediante nuovi investimenti. L’apertura di una nuova filiale, il prossimo 14 febbraio, a Salerno ne è un esempio ma abbiamo molti altri progetti in cantiere. Siamo attenti alla valorizzazione del territorio e pronti a sostenere nuove idee imprenditoriali e progetti capaci di innescare quello sviluppo che tarda ad arrivare. Circa un mese fa abbiamo organizzato un incontro a Roccadaspide con l’imprenditoria cilentana, ne seguirà un altro ad Oliveto Citra e presto presenteremo un progetto dedicato ai giovani che vogliono restare, denominato “ULISSE”. N°03 del 29 Gennaio 2011 Cultura 3 Il libro di Gabriele Bojano, un viaggio nei vizi e nelle virtù della categoria “Come eliminare i giornalisti (senza finire in prima pagina)” Cinquanta sono le tipologie di giornalisti passate in rassegna in questa stravagante antologia di comportamenti bizzarri, deplorevoli o semplicemente... umani, e cinquanta sono anche i modi, diciamo incruenti, elaborati per sbarazzarsene. La dissacrante galleria di ritratti composta da Bojano non dimentica nessuno: dagli ansiosi ai cagionevoli, dai boriosi ai furiosi, dai cronisti ai cronici, dai distratti agli stracotti, dagli evitati agli svitati, dai furbetti ai malandrini, dai parziali agli imparziali, dai tecnologici agli arretrati, dai trendy ai tendenziosi. “Di giornalismo e di giornalisti si parla molto in questi ultimi tempi. Si parla invocando maggiore attenzione nei confronti di una presunta libertà di stampa minacciata. Si parla in quanto, nelle contrapposizioni politiche, i giornali sono diventati non già motivo di informazione, ma punte di diamante di schiarimenti” spiega Maurizio Costanzo nella prefazione “Non credo che negli inte- ressi di Bojano ci sia quello di presentarsi all’attenzione del pubblico come fustigatore della categoria, bensì come addolorato e talvolta divertito osservatore di quel che lo circonda, essendo, ovviamente, giornalista”. Senza cattiveria ma con una buona dose di ironia, Gabriele Bojano spazia dal giornalista Hulk, geniale ed estroverso ma pronto a sterminare chiunque leda i suoi privilegi, al giornalista televisivo descamisado che, con buona pace del bon ton, insiste per andare in onda senza giacca; passa dal reporter talent scout riconoscibile dal giro di ragazze bellocce alle quali propina improbabili consigli per fare carriera (Farò di te una nuova Fallaci! È la sua frase preferita) al collega perennemente imboscato che esibisce patologie da Enciclopedia medica. Irresistibile il giornalista Award, sempre pronto a ritirare (o a consegnare) premi alla carriera fedele al motto: oggi a me domani a te, per non parlare del tipo Welcome, pronto a ogni forma di servilismo per fare carriera. Gabriele Bojano è nato a Sa- lerno, dove vive e lavora. Laureato in Giurisprudenza, giornalista professionista, è stato un pioniere dell’emittenza radiofonica privata nel Sud e ha collaborato con “Il Giornale di Napoli”, “Roma”, “Il Mattino”, “Il Giornale” e “Libero”. Autore di un libro gastronomico “Penna all’arrabbiata”, ha scritto sceneggiature cinematografiche, spettacoli di cabaret e ha lavorato come capo Ufficio Stampa per il Giffoni Film Festival e per altre manifestazioni di rilievo nazionale. Attualmente è vicecaposervizio del “Corriere del Mezzogiorno”. EBOLI.Agrario, il nostro giornale partner per un progetto sulla legalità Giglio di mare ed aziende agricole confiscate Il Giglio di mare come simbolo di legalità: questo il titolo del progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo Obiettivo C 3 “LE(g)ALI AL SUD: UN PROGETTO PER LA LEGALITA’ IN OGNI SCUOLA” con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani alle problematiche ambientali, di rafforzare la “coscienza ecologica”, di operare nel rispetto delle regole, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecositema. Le esperienze vissute verranno condivise e comunicate grazie al settimanale Unico, partner del progetto, ed il relativo canale web, per sottolineare la necessità di partecipare, informare, mettere in comune gli obiettivi raggiun- ti.Propagare le piante di Giglio di Mare attraverso attività di vivaismo presso le serre della nostra sede scolastica per poterle, successivamente, reintrodurre nei tratti delle nostre coste in cui la specie è sempre meno presente diventerà la metafora della difesa dell’ecosistema costiero, in particolare delle dune tipiche delle nostre spiagge e della legalità contro l’edilizia selvaggia e la speculazione immobiliare. Il giglio di mare, quindi, come simbolo di legalità: il nome scientifico della pianta, infatti, Pancratium maritimum L., significa “tutta forza”, proprio perché, pianta alofila, si è adattata a vivere in ambienti ostili, com- piendo il suo ciclo vegetativo su dune salmastre proibitive per numerosissime altre specie. Il progetto, da realizzarsi in orario extracurricolare, coinvolgerà diversi Enti Partner: Oasi Dunale di Paestum - Capaccio, Ente Nazionale Legambiente di Paestum, Ente Nazionale Parco del Cilento e Vallo di Diano, Associazione per il recupero del disagio di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) ed alunni delle classi terze dell’Istituto comprensivo Virgilio di S. Cecilia. Gli alunni dell’Istituto Tecnico Agrario coinvolti, inoltre, parteciperanno ad incontri formativi con tutor interni, esperti esterni di chiara fama e, a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), visiteranno aziende agrarie confiscate alla mafia per coniugare obiettivi didattici e competenze trasversali coerenti con gli obiettivi del progetto. Siamo convinti, infatti, che se troviamo semi buoni da piantare le cose possono effettivamente cambiare, come recita la splendida canzone di Carmen Consoli alla sua amata Terra (A’ Finestra) e, soprattutto, che i ragazzi rappresentano il terreno ideale per ottenere l’unico frutto capace di garantire un futuro migliore. Mariano Reina www.dipogas.net Stabilimento imbottigliamento G.P.L. Matinella di Albanella (Sa) Via Bisceglie tel 0828 98 45 88 0828 98 47 59 Primo Piano 4 N°03 del 29 Gennaio 2011 La denuncia arriva dai coordinatori locali ospedalieri e delle Asl per i prelievi d'organi e tessuti Trapianti d’organo a rischio. Vogliono spostare il Crt In Campania sono a rischio i trapianti d'organo. La denuncia arriva dai coordinatori locali ospedalieri e delle Asl per i prelievi d'organi e tessuti che invocano l'intervento della Regione per l'applicazione delle delibere riguardanti l'entrata in funzione del Centro Regionale Trapianti all'ospedale Cardarelli. In particolare, il coordinamento contesta alla Regione la mancata contrattualizzazione del designato direttore della struttura Ernesto Di Florio, nonostante decreti e delibere avessero già stanziato i finanziamenti per l'attività del centro trapianti. Se non saranno applicate le delibere sul Crt, la Campania dovrà fare riferimento per le donazioni d'organi all'Organizzazione Centro Sud trapianti di Roma. Questo, in parole significa tempi dilatati e grave rischio per gli ammalati. SCARSEGGIANO LE DONAZIONI Poche le donazioni di organi in Campania, sempre tante le persone in lista d’attesa per un trapianto. La regione non decolla nonostante le cifre abbastanza positive registrate nel 2010. Un passo avanti ma non ancora sufficiente e che pone la Campania in affanno rispetto al resto del paese. Alla Toscana va il primato della solidarietà con circa il 50 donatori effettivi per milione di abitante, seguita da Friuli Venezia Giulia, 36 donazioni ed Emilia Romagna 32. Dati che si scontrano con quelli della Campania 12,7 donatori per milioni di abitante. Se prendiamo la lente d’ingrandimento queste statistiche si traducono in circa 90 trapianti di rene, 60 di fegato e 25 di cuore. Però un dato positivo c’è: sta lentamente diminuendo il numero degli oppositori, ovvero quelli che hanno detto no al prelievo di organi di un loro familiare. Ma la strada da percorrere è ancora lunga. Così come lunghe sono le liste d’attesa per chi, grazie al trapianto può uscire dal tunnel di malattie gravi, invalidanti e mortali. Circa tre anni è il tempo di attesa per chi attende un rene; 2,14 per chi ha bisogno di un fegato “nuovo”; 2,40 l’attesa per un cuore; 1,85 per un polmone. Se solo si donasse di più… AVEVA UNA VITA. NE HA DONATE SETTE. Questa è la storia di Nicholas Green, in bambino californiano ucciso nel 1994 mentre era in auto con i suoi genitori sulla Salerno Reggio Calabria. La loro automobile fu scambiata per quella di un gioielliere da una banda di rapinatori. Gli uomini fecero fuoco, colpendo Nicholas a morte. I ge- nitori chiesero di poter donare gli organi del loro bambino, un gesto che salvò la vita a cinque italiani e ridiede la vista a due persone grazie al trapianto di cornea. Sono trascorsi diciassette anni da quell’episodio che, in parte, contribuì a raccontare all’Italia e al mondo i risvolti scientifici ed umani del prelievo degli organi. Da allora qualcosa è cambiato. In meglio. Ma sono ancora tanti i dubbi, le incertezze e la necessità di dare ed avere informazioni su un tema che si intreccia con questioni etiche, religiose, legislative. Ma, soprattutto con la paura capace di rendere inerme chiunque. maler Un lettore affaccia una proposta Le nuove opportunità per l’agricoltura sotto serra Cercate un sexygate cilentano Comparto di rilevanza nazionale DALLA PRIMA territorio, disoccupazione, emigrazione, emarginazione, aree industriali abbandonate a se stesse. Una terra più o meno inaccessibile e irraggiungibile per le inadeguate vie di collegamento rimaste perennemente le stesse per secoli. I problemi della Statale 18, ad esempio, risalgano ai tempi del Brigantaggio. Questi ed altre mille preoccupazioni assediano, quotidianamente, la mente dei cilentani. Siamo talmente afflitti e abituati a risolvere le difficoltà importanti della vita che invidiamo chi, a livello nazionale, ha invece la fortuna e “l’onore” di preoccuparsi per cose “di tutt’altro spessore”: festini a luci più o meno rosse, modelle, escort, provini, personaggi dello spettacolo, intrattenitori, show girls, confidenze piccanti..etc. Che bellezza ragazzi miei, e che invidia per coloro che non hanno niente da pensare se non alle performance sessuali di qualche ragazza squillo. E’ proprio vero, bisogna avere fortuna anche nel prendersi le cose negative! E noi siamo proprio sfortunati Per noi solo e sempre problemi veri. Per questo, Vi chiedo, regalateci una tregua, “una vacanza mentale” per le nostre nevrosi quotidiane. Regalate anche a questa terra martoriata ed abbandonata la possibilità di parlare di banalità, di sesso, di bunga bunga, di Ruby, del suo seno rigonfio, delle sue “amiche di mille battaglie”, delle “battaglie”..in tutti i minimi particolari. Che si organizzi “una serata naif” per i nostri sindaci, presidenti, assessori, consiglieri e i loro affini e sodali, con ballerine semi nude, che “si avvinghiano” tra di loro in balli frenetici e conturbanti. Intercettate le conversazioni telefoniche. Immortalate i passaggi di denaro per i conseguenti ed inevitabili rapporti sessuali. Insomma, create un sexygate cilentano! Fate in modo che la nostra mente possa essere invasa e pervasa da argomentazioni di siffatta natura. Regalateci la gioia di capire che il mondo è fatto anche di stupidaggini. E poi, che ci vorrà mai. Basterà fare un giro di telefonate; di bellezze cilentane ne abbiamo tante, anche certificate e timbrate a Salsomaggiore, certo, saranno meno sfrontate di Ruby e company, porteranno nomi più tradizionali, ma con le indicazioni giuste sapranno muoversi e contorcersi come esperte del settore. Infine, bisognerà coinvolgere uno o più politici. Caro direttore, ti prego, fino ad oggi abbiamo apprezzato il tuo impegno anche sociale per la nostra terra, ma se vuoi davvero dare una mano ai cilentani, elabora un siffatto scandalo, scrivine per giorni e giorni con titoli in prima pagina e a caratteri “stracubitali”. Regalaci un po’ di sana e genuina banalità. Rocco Cardinale Le opportunità offerte dalla Legge Regionale 13/2010 sono state al centro di un convegno tenutosi, con straordinario successo di pubblico, martedì 18 gennaio, alle ore 17.30, presso l’Istituto Tecnico Agrario Giustino Fortunato di Eboli (Sa). L’evento, promosso dalla Federazione nazionale Unimpresa Agricoltura, guidata da Emilio Ferrara, ha consentito la divulgazione degli aspetti della legge a favore del comparto agricolo della Regione Campania approvata lo scorso novembre dalla giunta regionale della Campania. Impulso alle strutture di produzione della filiera orticola e florovivaistica, alla competitività delle aziende sul mercato, alla tenuta occupazionale, all’ammodernamento degli impianti serricoli, alla salubrità delle produzioni ed alla tutela della salute dei consumatori gli aspetti più rilevanti della legge. Il convegno si è aperto con i saluti della prof.ssa Laura Maria Cestaro, Dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Agrario Giustino Fortunato, che ne ha sottolineato la lunga e consolidata tradizione nonché l’impulso decisivo dato all’agricoltura della Provincia dai nume- rosi Periti Agrari e Periti Agrari Laureati che per generazioni hanno ricevuto, grazie alla qualità professionale dei docenti e del personale tutto, una formazione rigorosa ed efficace. “Benvenuti e bentornati, siamo lieti di ospitarvi in questa scuola, che si nutre di alleanze e sinergie con il territorio, con l’obiettivo di formalizzare e consolidare rapporti con Enti, decisori politici ed imprese che costituiscano una concreta risposta occupazionale per gli studenti che escono dall’Istituto”, chiosa il Dirigente. Sono seguiti gli interventi di Emilio Ferrara, responsabile nazionale di Unimpresa Agricoltura, di Martino Melchionda, Sindaco di Eboli, la relazione del Consigliere Regionale Antonio Marciano, di Pasquale Angione, dirigente del settore tecnico e delle politiche comunitarie del Comune di Battipaglia, di Rosario La Corte, dirigente dell’area Sviluppo del territorio del Comune di Eboli, dei rappresentanti e dei Presidenti delle categorie professionali della Provincia di Salerno: Ordine degli Architetti, Collegio dei Periti Industriali, Collegio degli Agrotecnici, Collegio dei Periti Agrari e Periti agrari laureati, Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Ciro Robustelli, presidente del Collegio dei Geometri, Armando Zambrano, presidente dell’ Ordine degli Ingegneri. A Paolo Longobardi, presidente nazionale di Unimpresa, sono state affidate le conclusioni. Numerosissimi gli interventi ed incisivo il dibattito seguito, aperto dal dott. Vito Busillo, Presidente del Consorzio in destra Sele. Interesse e partecipazione le note distintive del convegno che, come ha sottolineato il dott. Domenico Maisto, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, ha declinato formazione, impresa, professionalità, tradizione, appartenenza in una cornice, quella dell’Istituto tecnico Agrario Giustino Fortunato di Eboli, che è sede privilegiata di convegni di settore di rilevanza nazionale, segno inequivocabile del riconoscimento, da parte di Enti, Istituzioni, Imprese, autorevoli categorie professionali del ruolo strategico che riveste nel territorio di cui, ormai, è parte integrante e di assoluto valore. Mariano Reina Capaccio N°03 del 29 Gennaio 2011 5 Marino cambia il tanto che potrebbe bastare per tirare a campare Agresti e Buccella in giunta per far avanzare il Puc Pasquale Marino, sia pur tentato di azzerare la giunta e ripartire da cinque, ha optato per l’intervento chirurgico revocando i due assessori ribelli, Roberto Ciuccio ed Eugenio Guglielmotti, indisponibili a votare senza cambiamenti il Puc numero tre firmato da Francesco Forte. Pertanto, la soluzione della crisi strisciante che attanaglia l’amministrazione comunale da lui diretta, all’innesto di Giuseppe Agresti e Rosario Buccella, il primo architetto, il secondo avvocato.In verità, Marino avrebbe pure avuto i numeri (tre assessori più il sindaco) per forzare l’approvazione del piano urbanistico, ma per la necessità di alcuni assessori che devono assentarsi al momento del voto delle particelle dove potrebbero esserci in- GIUSEPPE AGRESTI ROSARIO BUCCELLA teressi diretti, non ha voluto rischiare incidenti di percorso con un verbale della seduta che sarebbe sembrata più ad una “porta girevole” che al resoconto di una seduta di giunta. Ecco perché si è reso necessario la ricostituzione di un esecutivo “fresco” di nomina dove sarebbero presenti assessori che, unitamente alla carica accetterebbero anche l’onere di assumersi la responsabilità di votate l’ultima relazione di Forte.L’ipotesi di un azzeramento totale si è infranta, presumibilmente sul muro eretto dal sindaco a “a difesa di Lorenzo Tarallo. Ovviamente, Marino non può Il retroscena di Ciuccio e Guglielmotti “Le nostre motivazioni” Gli ex assessori comunali di Capaccio Paestum, Roberto Ciuccio ed Eugenio Guglielmotti, hanno protocollato una nota al sindaco Pasquale Marino, nella quale hanno spiegato le motivazioni per cui non hanno preso parte alla votazione in Giunta per l’adozione della proposta della relazione programmatica di Puc. Nella missiva, che è stata inviata anche al presidente del Consiglio, Paolo Paolino, i due assessori hanno comunicato di “non essere in condizione di partecipare all’adozione della delibera di proposta in quanto incom- patibili alla votazione”. Ne fanno una questione di rispetto della legge: a sostegno citano il regolamento consiliare, l’articolo 323 del codice penale e l’articolo 78 del decreto legge 18/8/200-267. Quest’ultimo stabilisce che “gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i Piani Urbanistici, se non nei casi in cui Via Magna Graecia 281, 84040 Capaccio Scalo tel 0828 724949 fax 0828 720775 sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado”. L’articolo 323 del codice penale, invece, stabilisce che “il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che nello svolgimento delle funzioni, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”. e non vuole rinunciare al suo più stretto collaboratore che è anche la persona che, ai tempi dell’amministrazione Sica, tenne in lui viva la fiammella della voglia di riscatto. La scelta minimalista adottata non preclude a Marino nessuno sbocco della crisi. Rassicura la parte della maggioranza che, da tempo, chiedeva la “testa” di Guglielmotti che, fin dal primo momento, ha incontrato forti resistenze: solo il sindaco lo ha sempre difeso e responsabilizzato. La situazione è precipitata quando anche il super assessore, Roberto Ciuccio, ha preso altre vie: ha aderito all’associazione Principe Arechi, la “cassaforte elettorale” di Edmondo Cirielli, presidente della provincia di Salerno. Altri “mal di pancia”, in seno a quello che resta della maggioranza e nella stessa giunta, si sono attenuati ma son pronti a riemergere in ogni momento. Per cui l’amministrazione Marino da questo momento in avanti navigherà a vista nel tempestoso mare dell’iter burocratico del Puc. A Capaccio Paestum, non resta che aspettare un mesetto per capire se le rose che fioriranno dopo la potatura invernale saranno così belle da far passare sotto silenzio di (il tempo necessario ai “novizi” di prendere visione della “carte” che dovranno farsi di avallare) le “grida” provocate dalla spine, oppure dovrà prendere atto del fatto che, anche al terzo tentativo, di Forte per emulare l’architetto Arilaldi: l’unico che è riuscito a dare uno strumento urbanistico alla Città dei Templi. Bartolo Scandizzo Capaccio-Paestum 6 N°03 del 29 Gennaio 2011 CAPACCIO. Gerardino Cavaliere, sindaco di Roccagloriosa, è il nuovo direttore generale Sicurezza, il 30 gennaio incontro al Savoy Catarozzi: “Bonifica, c’è la verifica regionale” Il Centro Studi per la Difesa e la Sicurezza (Ce.S.Di.S.) Distretto Regione Campania e la SmartCare s.r.l., in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Napoli e di Salerno, il C.N.R. (Consiglio Nazionale della Ricerca) l’IMAA (Istituto di Monitoraggio per le Analisi Ambientali) l’Amra (Analysis and Monitoring of Environmental Risk) la Geosdi (Network per le Informazioni e Dati Geospaziali) il SIN (Sistema Informativo Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura), organizzano per la Regione Campania, il Workshop: “La Sicurezza Ambientale e Idrogeologica” La Campania è una delle regioni a più elevato rischio ambientale ed idrogeologico: il 92% dei comuni di questa regione si trova in aree a rischio ed eventi come esondazioni, frane e smottamenti non sono rari. La frana di Sarno, le esondazioni del Sele, sono tutti esempi di come la gestione del territorio come semplice riparazione dei danni o erogazione di previdenze non sia più possibile e si debba passare ad una cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari livelli, imperniata sull’individuazione delle condizioni di rischio e volta all’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto degli eventi. PUC. Sica: “Quel copione già lo conosco” Sulle questioni legate al Puc s’infranse anticipatamente l’esperienza dell’amministrazione guidata da Enzo Sica. “Altre due vittime del puc... Ciuccio e Guglielmotti. Nel loro defenestramento si legge la stessa violenza con la quale fu liquidata la mia esperienza amministrativa. Risento in questa vicenda quel cattivo odore di ricatto. Allora a questo punto vorrei che i cittadini sappiano che qualcosa di preoccupante si nasconde dietro tanta tracotanza, e credo sia anche giunta l’ora che chi di dovere accerti cosa si nasconde in quelle carte . Quello che è certo è che chi non ha obbedito è stato rispedito a casa senza tanto complimenti. Cosa alimenta tanta spregiudicata violenza politica? Spero che chi può, risponda , il Paese ha bisogno che la giustizia e la legalità prevalgano. Per il momento stanno soccombendo.” Enzo Sica Continuano le polemiche sull’assunzione al Consorzio di Bonifica Sinistra Sele di Paestum del Direttore Generale, Gerardino Cavaliere, dipendente della Regione, laureato in Scienze della Produzione Animale e sindaco di Roccagloriosa. Arriva, infatti, una nuova lettera dell’avvocato capaccese Rosario Catarozzi (nella foto). Riceviamo e pubblichiamo la missiva ricevuta in redazione: “A seguito del manifesto PDL, che chiedeva a gran voce il commissariamento del Consorzio Bonifica di Paestum per presunte irregolarità gestionali, la Regione ha avviato, ai sensi dell’art. 32 della legge regionale n. 4/2003, una verifica sulla gestione del Consorzio affidata ad una commissione regionale del settore Agricoltura. Gli Organi di Amministrazione, intanto, con la ferma opposizione dei consiglieri Bellelli, Franco, Troncone e Barlotti, strenui difensori della integrità patrimoniale dell’Ente e del rispetto delle regole di trasparenza ed efficienza, e l’astensione di Franco Tarallo, hanno proceduto all’assunzione del Direttore Generale nella persona di Gerardino Cavaliere dipendente della Regione, laureato in Scienze della Produzione Animale e sindaco di Roccagloriosa. L’assunzione, assolutamente estranea al nostro territorio, è avvenuta senza alcun concorso o avviso pubblico; in assenza quindi di una selezione sui titoli e sulla professionalità ed in difetto di ogni regola di trasparenza ed efficienza (art. 16 legge regionale n.4 del 2003 e Decreto legislativo n. 165 del 2001). GIUSEPPE TRONCONE, TRA I RICHIEDENTI DELL’ISPEZIONE REGIONALE Esprimo con forza tutto il disappunto per un atto ingiustificato, ingiustificabile ed offensivo per i tanti validi professionisti del nostro territorio e messo in piedi in tutta fretta nelle festività natalizie. E’ una vicenda strana e confusa! Evidenzio alla pubblica opinione, ed agli Organi Regionali deputati al controllo, l’occupazione di posti di potere in un Ente a personalità giuridica pubblica come se invece fosse un oggetto privato di cui disporre a proprio piacimento, come se chi eletto dai consorziati avesse anche il potere di elargire posti di lavoro con un totale disinteresse per regole di trasparenza ed efficienza e con un’assoluta mancanza di senso istituzionale che questa occupazione di puro potere esprime in tutta la sua volgarità. Come se il denaro dei consorziati fosse il denaro di nessuno e senza nessun rispetto di regole , che pure vi sono, e disprezzo assoluto per il criterio della trasparenza e del merito. Quale merito infatti può essere ascritto al prescelto sig. Cavaliere se non l’appartenenza al gruppo di potere piuttosto che la competenza ? Quali titoli, quali meriti se non sono stati mai comparati con altri possibili candidati? Gli Organi di Amministrazione del Consorzio, ancora una volta, sono tenuti a spiegare le motivazioni di tale scelta! Basterebbe dare evidenza al precedente Bilancio approvato, con una relazione dei revisori al richiamo del rigore finanziario ed alla facilità con la quale il nuovo collegio dei revisori (il cui presidente dr. Fortunato è , caso strano, della stessa area geografica del fortunato nuovo direttore generale) rilascia pareri di congruità sui quali, richiamando i documenti dei consiglieri di opposizione e del PDL di CapaccioPaestum, chiedo che siano verificate la legalità contabile e giuridica in uno al bilancio approvato nel quale sembra non esservi alcuna previsione di copertura finanziaria per la detta assunzione. Non resta che invocare le dimissioni del Presidente Fraiese (che dovrebbe spiegare questa spallata ai suoi sbandierati precedenti comportamenti di rigore e trasparenza, la sua precedente difesa alle imprese e dei professionisti del territorio come evidenziato nel manifesto dei consiglieri di opposizione), del vice presidente Roberto Ciuccio (sostenitore dell’assunzione), la revoca della delibera di assunzione del Direttore Generale (che deve rendere conto, con evidenza pubblica, dei suoi titoli e delle sue capacità professionali) e l’invito ai consiglieri consortili di sfiduciare la maggioranza. Sono anche pronto, sul punto, ad un confronto pubblico con il Presidente Fraiese ed il vice Presidente Ciuccio! Tuttavia non manco, come ha già fatto il PdL di Capaccio-Paestum, di ribadire alla Giunta Regionale, una formale richiesta di COMMISSARIAMENTO del Consorzio Bonifica di Paestum”. Rosario Catarozzi, già Vice Sindaco di Capaccio-Paestum LOGISTICA LETTIERI S.r.l. Ritiro e consegna in tutta Italia entro 48 ore tel 0828 742699 fax 0828 943356 [email protected] Contatti Via della Lusa, 10 Loc. Fonte di Roccadaspide (Sa) N°03 del 29 Gennaio 2011 Capaccio-Paestum 7 L’ANALISI. Tutti contro tutti, ma una logica c’è: fare sempre peggio Il Puc di Capaccio è un inferno pieno di trabocchetti Oramai siamo alla soluzione finale, tutti contro tutti. Il sindaco contro gli assessori. Gli assessori incompatibili con se stessi. Due assessori contro il sindaco, con la loro defezione garantiscono il fallimento del Puc in giunta. Il primo cittadino contro la giunta. La “signora giunta”, per evitare di perdere la propria verginità, minaccia di autoriformarsi con nuovi e più fedeli componenti. Gli amministratori contro gli interessi propri dei loro parenti e affini. I pubblici ufficiali che si astengono contro il proprio interesse e dei propri congiunti. Il presidente contro il professore. I consiglieri in ordine sparso contro la giunta. Il consiglio contro se stesso e le sue deliberazione, perennemente contraddette. I professionisti contro i tecnici. La LiPA (liberi professionisti associati) contro il professor Forte contro i Capaccesi, accusati di vivere della loro “grassa ignoranza”. La LiPA contro il compenso di Forte, che il sindaco non rende noto. Il Professore che si arroga il merito, col suo libro, della scoperta di Capaccio-Paestum, mentre noi cittadini dell’ameno sito inconsapevoli vivevamo come “ciucci tra i suoni”. I Capaccesi contro il Professore e la voglia di conoscere quanti soldi pubblici hanno contribuito all’edizione del testo cui Forte fa riferimento, per non passare per fessi ed essere al contempo “cornuti e mazziati”. Il tempo è passato, passa e passerà , ma le pietre doriche si ritrarranno sempre, dall’abbraccio mortale dei barbari contemporanei. L’amministrazione Comunale chiamata a nominare un “Gran Giurì’” che verifichi gli onorari percepiti dal tecnico incaricato e la rispondenza del PUC alle leggi e alle volontà del consiglio comunale. La cementificazione del territorio, prevista dal piano, fondata su una previsioni di crescita demografica raddoppiata rispetto agli ultimi vent’anni , che fa a “cazzotti” con lo sviluppo sostenibile e la conservazione del suolo agricolo e del paesaggio. Una cementificazione che fa perno su Cannito e Capaccio Scalo, che il sindaco si affretta a smentire coi numeri e le percentuali, senza precisare però, le volumetrie e le quadrature. I consiglieri di minoranza, con una folta schiera di ex sodali, che scrivono al Prefetto, mettendolo al corrente della diffida nei confronti del sindaco e degli assessori, affinché i terreni agricoli trasformati in edificabili di proprietà degli amministratori, vengano esclusi dal PUC. I consiglieri di maggioranza arroccati nella loro torre d’avorio a difendere l’indifendibile. Un Puc che sembra un “casino” pieno di scelte urbanistiche discutibili, un caos edilizio, una promiscuità di destinazioni d’uso, una metodologia edificatoria che privilegia gli uomini al potere. Gli amministratori ciechi, muti e sordi ai suggerimenti migliorativi che provengono da menti illuminate presenti sul territorio. Il tutto condito dal convincimento e dalla determinazione, proveniente da vari settori politici, professionali ed associativi, delle dimissioni di Forte. Il mio contro il tuo. Alla fine non si capisce “una cippa lippa” .Beata ignoranza che ci fa vivere nella speranza. Lucio Capo LA BUONA NOTIZIA. Da Sterpinia a Poseidonia: completata la posa dell’asfalto sulla via del mare di Paestum La via Sterpinia, rinominata in via Poseidonia, oggi passa dalla condizione di strada della vergogna (intesa verso i tanti turisti che la praticano per raggiungere il mare di Paestum) alla dignità di un’arteria degna di questo nome. Per la prima volta diventa il degno anche il toponimo Po- seidonia, con cui veniva chiamata Paestum nell’antichità, che gli amministratori le hanno voluto intestare a testimonianza dell’importanza che ha assunto per il settore turistico. Ci sarebbe da completare l’opera con le vie che scendono perpendicolari ad essa e al mare, anch’esse impraticabili per le buche e i rattoppi con cui ci si è accaniti a tentare di rianimarle. Ma questo sarà il naturale lavoro di complemento che sarà certamente nelle intenzioni programmatiche di chi ne ha la responsabilità. biesse Agropoli-Castellabate 8 N°03 del 29 Gennaio 2011 Le aree senza automobili sono gradite dai turisti Ampliare non eliminare l’isola pedonale Spesso e non solo d’estate, con piacere mi reco in Agropoli per godere di una tranquilla passeggiata, ammirare un bel panorama, visitare qualche negozio e magari, poi, consumare una gustosa cena, fosse anche fatta di sola pizza napoletana. E perché Agropoli, mi chiederà qualcuno dei miei incauti dieci lettori? Perché ci sono un corso e una piazza dove si può camminare senza il pericolo di auto che sfrecciano o il rischio di un motorino che agganci la borsetta della tua compagna; perché lì è possibile incontrare, fermarsi con qualche amico e scambiare qualche parola senza alzare il tono della voce affinché non sia sopraffatta dal rumore dei motori. Insomma perché lì c’è un’isola pedonale! Per quanto riportato dalla stampa, leggiamo in questi giorni che si sta valutando la proposta, pare venuta dai commercianti, di riportare auto, moto e rumori sulla piazza e sul corso. Il motivo? Si presume che il ripristino del traffico sia strumento di crescita e promo- zione del commercio. E per intanto una considerazione generale e di premessa. Le città non appartengono solo alla categoria dei commercianti, ma all’intera Comunità, ai bambini come ai vecchi, ai giovani come agli anziani, all’impiegato come al libero professionista, e se essa basa il grosso della sua economia e la sua immagine sul flusso turistico, essa appartiene per intero al turista. E l’economia del turismo non è solo quella estiva, ma anche quella destagionalizzata, sempre che la governance del territorio sia capace di promuoverla. Quanto al merito, quella dell’attività commerciale legata alla circolazione dell’auto è la vecchia e falsa illusione del commerciante che addebita ad altri la sua incapacità di attrarre clienti, quella falsa opinione, non suffragata dalla realtà e da serie ricerche, che sempre ha accompagnato le decisioni di riservare ai pedoni tratti delle aree urbane, quasi sempre centri storici. I commercianti do- vantaggi che esse comportano. Oltre a quello economico, una piazza e una strada non invase da auto e motorini, per prima cosa sono restituite alla loro tradizionale ed essenziale funzione, che era quella di uno spazio d’incontro, un luogo di aggregazione sociale, un momento del festoso napoletano struscio o del più compassato milanese passeggio serale; ma è anche strumento per attrarre il turista, sia esso dell’area contermine o di altra lontana, per qualche ora di salutare camminata o di pacifico consumo commerciale e culinario, senza contare i vantaggi per la qualità della vita e la riqualificazione della zona. E allora non si stia a discutere per farsi del male: si riqualifichi la zona, si ampli e si dia avvio a un restyling complessivo unitamente alle altre più visitate e panoramiche, che ormai denotano segni evidenti di degrado e abbandono. Aurelio Di Matteo Società Italiana di Scienze del Turismo vrebbero almeno conoscere l’unico studio attendibile, anche se vecchio di alcuni anni, prodotto proprio da Confcommercio, da cui risulta che nelle zone pedonalizzate si hanno una notevole rivalutazione del mercato immobiliare e l’incremento del volume d’affari che si attesta sopra il 20%. Proprio nel 2010 appena finito è stato ricordato il trentesimo anno della prima isola pedonale cittadina istituita in Italia: area dei Fori imperiali, a ridosso del Colosseo. Oggi nelle città prese a campione dal monitoraggio, siamo giunti ad avere per ogni 100 abitanti 34 mq di area pedonalizzata. In Europa le Amministrazioni civiche più attente hanno già realizzato interi nuovi quartieri senza auto. Figuriamoci in un centro urbano che, legittimamente, aspira a essere il polo turistico a Sud di Salerno! Le pedestrian zone dovrebbero costituire il fiore all’occhiello di ogni realtà urbana, un grosso attrattore di presenze umane per gli indubbi aspetti e Incontri con l’arte presso il centro culturale “Keramos” L’ “ArteNativa del martedì” Ritornano, dopo la pausa natalizia, gli appuntamenti dedicati all’arte che, nel corso dei secoli, ha interessato il territorio cilentano e salernitano. In occasione dell’incontro di martedì 25 gennaio, Unico ha intervistato Milena Esposito, presidente dell’associazione culturale “Gli Occhi di Argo”. ‹‹Questi appuntamenti nascono dalla collaborazione con il “Centro Studi Hemera”. Insieme - spiega la Esposito - abbiamo iniziato una serie di incontri il primo dei quali è stato (a novembre) dedicato ai latini e greci››. Gentile dott.ssa Esposito, come nascono questi incontri? ‹‹Questi appuntamenti nasco- MILENA ESPOSITO no dal ritrovo di un gruppo di amici innanzi tutto, che si incontrano per poter parlare liberamente di argomenti che solitamente sono un po’ “out” rispetto a incontri diciamo di tipo più salottiero. Nascono dalla voglia di condividere e approfondire dei discorsi e trattano non solo di storia ma di arte in generale: la lettura di brani di letteratura e poesie dà spunto ad approfondimenti biografici e commenti critici; si ripercorrono, così, i vari periodi storici sotto i diversi aspetti artistici, anche attraverso le immagini››. Il luogo scelto per questi incontri non è casuale? ‹‹No, infatti. L’ “ArteNativa del mArtedì” è non soltanto un mo- mento di studio, di approfondimento ma anche di svago. Abbiamo scelto il centro culturale “Keramos”, dove da anni Andrea Guida si occupa di pittura e Antonio Guida cura il laboratorio di ceramica, perché luogo d’arte, originale e stimolante, che ci permette di sviluppare incontri il più possibile istruttivi e coinvolgenti. Di volta in volta concordiamo i successivi appuntamenti e argomenti, anche in base a quello che è lo studio che ognuno di noi vuole fare, approfondire. Nascono così delle sinergie molto prolifiche, anche perché ci condizioniamo a vicenda nelle ricerche. Serena Sgroi di DOMENICO MARINO e GIUSEPPE TROTTA Trentinara (SA) Via Roma 181 - bivio info 330 502757 329 6329525 CARNI provenienti da allevamenti del Cilento SALUMI di produzione propria SPECIALITAʼ Cerca per i propri clienti: appartamenti, ville, capannoni, attività commerciali Via Magna Graecia, 335 / Capaccio Paestum / tel 0828 1842558 - 345 7740236 [email protected] N°03 del 29 Gennaio 2011 Agropoli-Castellabate 9 COMMERCIO. Il sindaco avvia la consulta di settore OMICIDIO VASSALLO. Avviare la collaborazione tra gli operatori Il sindaco pescatore sarà il protagonista della puntata del 30 gennaio di Presadiretta Un’importante iniziativa fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Agropoli si terrà il 3 febbraio 2011. Si tratta della “Consulta per il commercio, il turismo e l’artigianato”. Verranno eletti il presidente, il vice presidente e i membri del consiglio direttivo. «La consulta – afferma il sindaco Franco Alfieri – è uno strumento fondamentale per un reale e concreto confronto tra l’amministrazione comunale e il tessuto commerciale, artigianale e turistico della città. L’obiettivo è attivare sinergie con gli operatori per individuare strategie di sviluppo economico». Per venire incontro a queste esigenze, convinti della necessità di un maggior dialogo tra le componenti della nostra città, è stato creato questo strumento su proposta del sindaco FRANCO ALFIERI Alfieri e dell’assessore allo sviluppo Eugenio Benevento. All’assemblea, convocata da Tommaso Battaglini, responsabile dello Sportello Impresa, prenderanno parte tutti gli operatori economici, i rappresentanti per il commercio in sede fissa, i rappresentanti dei pubblici esercizi, i rappresentanti delle attività ricettive alberghiere ed extralberghiere, il rappresentante degli artigiani, il rappresentante per il commercio su area pubblica, i rappresentanti designati dalle associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative a livello locale, il rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, maggiormente rappresentative a livello Locale, il rappresentante del commercio per ogni quartiere, designato dal rispettivo comitato di quartiere, A PARER MIO i rappresentanti delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello istituzionale, il rappresentante dei mercati rionali presenti sul territorio, il rappresentante del mercato settimanale, nonchè il rappresentante del Consiglio Comunale dell’opposizione perché in quest’ambito c’è bisogno che la città sia davvero unita. «La finalità della consulta – spiega l’assessore Eugenio Benevento – quale organismo di partecipazione, è quello di collaborare con l’amministrazione comunale con funzioni propositive, consultive e di studio nella elaborazione di politiche di programmazione e di sviluppo delle attività economiche». Su Rai 3, da domenica 30 gennaio in prima serata alle 21,30, andranno in onda le nuove inchieste di Riccardo Iacona e della sua squadra e la prima sarà incentrata su Angelo Vassallo, il sindaco pescatore. “LABELLAPOLITI- Filippo Romanelli DI CATELLO NASTRO Il nostro pane quotidiano Una delle preghiere più belle, del nostro mondo religioso, s’intende, è il “Pater Noster”, quando parla del pane quotidiano. Se ad Agropoli, nel Cilento, in Campania o in tutta l’Italia, il pane aumenta del dieci, del venti, o anche del trenta per cento, nessuno se ne accorgerà. Forse qualche avara casalinga dedita solo a risparmiare per lasciare un piccolo gruzzolo agli eredi, una volta volata all’altro mondo, forse qualche vecchietto con la pensione sociale minima che deve pagare pure l’affitto, forse qualche disoccupato cronico alla finta ricerca di un lavoro finto pure esso. L’aumento del pane in alcuni paesi del nord Africa, ha fatto addirittura scoppiare la ri- volta. La rivolta del pane…Ricordiamoci che anche in Italia, molti, ma molti anni fa ci fu una rivolta per eliminare la tassa sul macinato. Parliamo di quasi due secoli fa. Ma questi paesi, cosiddetti emergenti, con gas, petrolio, pesca e turismo, non si trovano al nostro livello dei secoli passati. Qualcuno ruba!!! Questa caratteristica europea o, comunque, dei paesi industrializzati con gli abitanti che godono di un reddito medio, come il nostro, ad esempio, si sta sviluppando anche in altri paesi assieme ad altri fenomeni sociali, culturali e civili. La prostituzione, ad esempio…Un mestiere vecchio come il mondo che si è evoluto ed internazionalizzato. Certamente non per un tozzo di pane. Ma per l’incontro di uno sfilatino con una rosetta o addirittura una ciambella da alcune migliaia di euro. Se dalle nostre parti un alto dirigente politico mio coetaneo, non facciamo il nome per la legge sulla privacy, ha sborsato una somma superiore di gran lunga alla mia pensione di impiegato statale per andare a letto con una “escort”, una sua compaesana, (N.B. della escort, naturalmente) moglie di un alto dirigente politico, è scappata con una tonnellata e mezzo di oro. Certamente non lo portava al collo, ma in colli su un cargo internazionale. Si dice che in Cina ci sono i nuovi miliardari che nelle loro esotiche ville hanno fatto costruire la vasca da bagno in oro massiccio. Forse anche i loro volatili sono d’oro? La storia non l’ha ancora svelato… Alcuni anni fa un villeggiante, volgarmente detto bagnante, ma nella fattispecie correttamente, in pescheria, mi faceva notare che l’aragosta costava troppo. “Scusate, ma pecchè nun v’accattate (trad:comprate) alici ca’ costano quatte sorde ‘o chilo? ‘O pesce azzurro fa pure bene ‘a salute, mentre ‘a ragosta fa aumentà ‘o colesterolo…” E meno male che la discussione in pescheria non andò a finire a…pesci in faccia! Morale della favola? Si domanderà, come sempre, il lettore attento ed oculato… Mangiare tutti, mangiare di meno. Fa anche bene alla salute:chi mangia poco muore di fame, chi mangia troppo muore di colesterolo. Quando parliamo di “equa ripartizione del reddito pubblico” vogliamo, scherzosamente, affermare, seriamente, che il pane deve essere assicurato a tutti gli abitatori del pianeta. Il companatico, in ultima analisi, può anche variare. Il caviale, oppure un uovo fritto!!! Vanno bene parimenti. ANGELO VASSALLO CA”Speculazioni immobiliari? Narcotraffico? A chi dava fastidio Angelo Vassallo? Quali loschi affari stava cercando di bloccare? Chi lo ha ucciso e perché? Riccardo Iacona è andato nel Cilento per seguire le indagini sull’ omicidio del sindaco di Pollica.Presadiretta torna di nuovo ad occuparsi di ‘ndrangheta, tema di una delle puntate gia’ andate in onda. L’operazione di polizia e carabinieri contro la cosca Commisso in Calabria getta nuova luce sulla commistione tra l’organizzazione criminale e la politica. Ci sara’ anche la storia e la testimonianza di un sindaco che rischia la vita cercando di opporsi alla dilagante illegalita’. Altavilla 10 N°03 del 29 Gennaio 2011 Echi e storie dal paese dove, non tanto segretamente, comandano le donne Una comunità orgogliosamente matriarcale 1799: “Le donne altavillesi presto si armarono di roncole, schidioni , scuri e mortai”, narrano le cronache, ed andarono a combattere contro la banda sanfedista che voleva prendere il paese dalla parte del bosco “Foresta”. Il resto della storia viene raccontato ogni anno da una bella rievocazione storica (l’unica operazione culturale seria che è ascrivibile all’amministrazione comunale uscente). Sì, perché Altavilla (che, detto incidentalmente, è il mio borgo natale) è un paese tradizionalmente matriarcale. La storia delle donne protagoniste comincia ancora da più lontano. Da quelle antenate che fortunosamente scampate alla strage ordinata, del 1246, da Federico di Svevia, e che ripopolarono il paese dopo che i maschi – uomini: e bambini – furono tutti passati per le armi. Ci volle allora davvero una gran forza per far ripartire la vita nel nostro paese e – probabilmente – da quella terribile prova viene la straordinaria forza e tenacia delle nostre donne. Molto spazio hanno avuto le nostre donne anche nella letteratura: dalla Sofia che incanta il giovane seminarista Antonio Bennato alla bella bionda adolescente che strega il maturo don Aurelio Pipino, mentre appaiono tranquille, assennate e gran lavoratrici le donne de “Le novelle dell’Acquafetente”. Le contemporanee sono invece le vere protagoniste dei romanzi di Francesco Di Venuta. Un’aura romantica hanno conservato Mariangela Cantalupo che nel 1799 sposerà un ufficiale francese facendo tre giri intorno all’Albero della Libertà nell’allora Largo del Castello, ma si ignora come sia SIMONA ED ANTONELLA, ANIMATRICI DI UNA BAND TUTTA AL FEMMINILE, “BLUEYES”. UNA DONNA ULTIMAMENTE HA SCRITTO UN LOBRO TUTTO IN DIALETTO, ROSARIA DI LUCIA proseguita la liason quando il graduato dovette lasciare il paese, e poi la “briganta ” Francesca Cerniello che – oltre ad esserne stata l’amante – sarà anche il vero “uomo forte” della banda di Gaetano Tranchella. Dopo la storia delle donne diventa un fatto più corale e meno individualistico. S’intreccerà con la prima guerra mondiale e gli inizi dell’emigrazione verso l’America, eventi che proietteranno le donne altavillesi sempre più verso il mondo del lavoro per sostituire gli uomini assenti. Con il fascismo sono di nuovo risospinte verso il tradizionale ruolo di “produttrici di figli” ed arriverà poi la tragedia dell’ultimo conflitto con il suo corollario di figli, mariti e fidanzati stroncati dalla follia bellica e – nel settembre del 1943 – i tristi bombardamenti su Alta- settori specializzati MICROBIOLOGIA IMMUNOMETRIA villa con donne, bambini ed anziani uccisi dalle bombe. Le donne, nel secondo dopoguerra, avranno un ruolo di primo piano nelle fabbriche locali, nel tabacchificio ed al conservificio di Borgo Carillia. Ma qualche anno prima è una giovane altavillese tra le prime ad infrangere il tabù che vedeva le donne escluse dalla professione medica. E’ la dottoressa Vittoria Belmonte, madre del docente universitario Renato Aymone. Sarà anche lei la prima donna ad affacciarsi – sfortunatamente – sulla scena della vita politica locale. Tenterà infatti, nel 1948, con la lista del Mulino, d’infrangere il duopolio tra Mottola e Galardi. Di lì a qualche decennio, grazie ai sacrifici dell’emigrazione e ad una situazione sociale più aperta, anche ad Altavilla le donne conquistano posizioni nel mondo della scuola e della so- www.laboratorionuovaalba.com laboratorio accreditato SSN tel-fax 0828.984155 cell. 329 4241226 [email protected] Matinella (Sa),viale Europa 97, pal Cammarano cietà nel suo complesso. Un nome su tutte: Carmela Di Agresti, che diventa dapprima docente ordinario presso l’Università di Bari e poi preside di una Facoltà della Lumsa di Roma. LA “MALA” NOMEA DELLO SCIVOLIATURO. Un tempo Altavilla Silentina era un paese soprannominato “lo scivoliaturo” sia per l’accidentata conformazione urbanistica ed alti metrica del suo centro antico che per alludere ad una supposta e tutta da dimostrare abitudine alla trasgressione – nei tempi andati – in fatto d’amore delle sue giovani donne. Quel che oggi resta di questo pregiudizio sono due filastrocche che dimostrano cose diverse. La prima è diffusa nel Cilento interno (sconosciuta ad Altavilla) e dice: “Me sò partuto apposta ra la Puglia, Pè me veni a nzurà a l’Autavilla. ‘Nzinga arrivato ‘nge fici ‘na imbroglia, I ‘mbrugliai la mamma cò tutta la figlia. Te preo bella mia nun te fa ‘mbrug1iare, Ca l’uomini sò tutti ‘ngannaturi”. La strofetta fa pensare alla generosità delle nostre donne che capitolano davanti “all’erba più verde del giardino del vicino sconosciuto” che ad altro. La poesiola vorrebbe dimostrare che sono sempliciotte, fino al punto di farsi imbrogliare a due…l’esperta madre e la giovane figlia! Le altavillesi si riscattano poi con un canto del Sette – Ottocento, arrivato fino a noi grazie al libro del 1898 dei fratelli Ferrara e che veniva cantato dalle nostre donne mentre lavoravano nei campi: “Oh uocchi niuri, core di diamante, Nun ti pozzo luvare da sta mente; lli nimici tuoi ni ricino tante! E vonno ca ti lasso Via Giunta 15 Borgo San Cesareo Albanella 0828944855/984816 www.caseificioledelizie.it [email protected] ntortamente. I prego Diu e tutte l’aute sante, ca resse lume a tutta chesta gente. Quannu ti vego, mi scappa lu chiantu. Lu sape st’arma mia che pena sente. ” E sono sempre i Ferrara a descrivercele, fin de siecIe, ad Ottocento tramontante come: “piuttosto economiche, laboriose, religiose fino alla superstizione ed eminentemente gelose del proprio onore, ma piace loro di abbigliarsi caricandosi di gingilli d’oro e di corallo, e hanno il peccatuccio di essere molto ciarliere”. Cambiato qualcosa di sostanziale, dopo oltre 110 anni? Oreste Mottola Comunità Montane, il 3 se ne discuterà a Cerrelli Dello stato di salute delle comunità montane si discuterà presso l’aula consiliare di Cerrelli di Altavilla Silentina, giovedì 3 febbraio, alle ore 18. L’organizzatore del dibattito è Germano Di Chiara, della direzione provinciale del Pd. La discussione sarà preceduta dal saluto del sindaco Antonio Di Feo. Sono previsti gli interventi di Edi Cembalo, in rappresentanza dei lavoratori forestali, e del geometra Antonio Marra. In conclusione gli interventi di Sandro Giardullo, Alfonso Andria, Carmelo Conte, Donato Pica e Antonio Valiante. Le conclusioni saranno affidate a Nicola Landolfi, segretario provinciale Pd. Il dibattito sarà coordinato dal giornalista Oreste Mottola. Alburni N°03 del 29 Gennaio 2011 11 Una testimonianza diretta sulla frana di Roscigno da parte di chi vi ha perso la casa Luciana Di Mieri: come ho vissuto la tragedia attimo per attimo Lo scorso 3 dicembre l’abitazione della mia famiglia ed i 30 ettari dell’azienda agricola connessa, sono andati distrutti per via di una gigantesca frana che ha interessato la zona. La situazione, di per sé tragica, mi ha portato a prestare attenzione all’argomento “dissesto idrogeologico” della zona Alburni-Calore, che è quella che mi riguarda più da vicino. Sono venuta a conoscenza, spulciando fra documenti ufficiali, di cui i comuni tengono ovviamente all’oscuro i propri cittadini, che l’intera area è ad “alto rischio potenziale”, ma ovviamente nessuno degli amministratori locali vuole affrontare la questione, neanche per informare i cittadini sul “piano di protezione civile” e cioè su quello che va fatto in caso di emergenza. Posso dettagliare quanto è accaduto a Roscigno, essendo una testimone diretta dei fatti. Un importante movimento franoso, che ha interessato complessivamente LUCIANA DI MIERI 70 ettari di terreni coltivati, era a ridosso della mia abitazione, a circa 200 m più in basso, il tecnico comunale ed i tecnici dell’Enel, compreso il comandante dei vigili urbani, erano già intervenuti sul posto per “monitorare”. La frana aveva già divelto i tralicci dell’alta tensione ormai da diverse ore (proprio sotto casa), ma a nessuno di queste persone era venuto in mente di avvertirci del potenziale pericolo. Mi sono accorta da me che qualcosa non andava, e credevo fosse un problema limitato alle fondamenta dell’edificio, giacchè qualche giorno prima eravamo stati già colpiti dall’alluvione che a novembre ha causato anche la rottura dell’acquedotto di Salerno, con l’esondazione del Sele e del Tanagro. Il risultato è che sono uscita di casa, con la mia famiglia, non sapendo quale fosse l’entità del problema, senza portare via con me niente, comprese le medicine (necessarie a mio marito in trattamento chemioterapico), i vestiti, i documenti. Tutto perchè gli amministratori comunali si sono preoccupati “di non farci preoccupare”, non volendo creare “allarmismi” Anche per questo motivo, infatti, i Vigili del fuoco non erano stati all’ertati e li ho dovuti chiamare io l’indomani!. In seguito a que- ALTAVILLA SILENTINA. Il 30 la consegna della borsa di studio Nel nome di Giovanni Saponara C’è un film di qualche anno fa che si intitolava “Un sogno per domani”, con un grande Kevin Spacey nei panni di un professore di studi sociali che in una scuola media dava un compito particolare ai suoi allievi: “Come fare a cambiare il mondo”. E un suo allievo molto sensibile e con tanti problemi familiari alle spalle lanciava un’idea rivoluzionaria in cui tutti erano responsabilizzati. E’ quello che ha fatto anche la Banca di Credito Cooperativo di Altavilla Silentina e Calabritto che nel corso del 2010 ha bandito una Borsa di Studio intitolandola al compianto presidente e fondatore di quella Bcc, Giovanni Saponara. Ai ragazzi, figli di soci e non, il tema assegnato è stato infatti “Se potessi cambiare il mondo”. E i lavori che sono stati presentati all’at- tenzione della commissione, sembra siano stati davvero interessanti. Anche perché, dalla fantasia e dalla bontà di cuore dei più piccoli arrivano sempre idee e pensieri positivi. E così la commissione si è trovata in grande difficoltà nel giudicare i lavori, ma alla fine la graduatoria è stata stilata. Verrà resa nota domenica 30 gennaio, alle ore 17, presso il Salone Melagrana di Altavilla Silentina, nel corso di una serata speciale, in cui il ricordo del presidente Saponara sarà fortissimo, anche perché proprio lui era uno dei primi a credere e ad agire perché le idee, i valori del lavorare insieme, si concretizzassero. “Non è un caso – sottolinea l’attuale presidente, Romeo Mario Iuorio - che proprio Saponara abbia guidato la nascita e la crescita di una Banca di Credito Cooperativo come quella di Altavilla Silentina prima e, dopo la fusione con quella di Calabritto, con la grande realtà che ne era derivata”. Una realtà fatta di oltre 2000 soci, di 4 sportelli, e tante tesorerie. “Ma soprattutto - ricorda il direttore della banca, Giuseppe Sica - di una realtà che mette da sempre al primo posto lo sviluppo dei propri territori, delle proprie comunità. Sempre, anche quando le condizioni storiche ne frenano lo sviluppo”. E così, pure in un periodo certamente non facile per l’economia locale e in cui molte iniziative sociali segnano il passo, la Banca di Credito Cooperativo di Altavilla Silentina e Calabritto, ha inteso onorare la memoria del presidente Saponara con un evento che ne ricordasse nel sto piccolo episodio personale, ho cercato di seguire le varie riunioni “tecniche”, venendo a scoprire che il “centro abitato di Roscigno risulta a rischio molto elevato potenziale” (verbale del tavolo tecnico allegato a delibera di giunta n° 4 del 05/01/2011), discutendo con i geologi dell’Autorità di Bacino del fiume Sele, scopro che la frana che ha interessato la mia abitazione è una delle più grosse e importanti dell’ultimo periodo e che loro avevano sotto controllo 13 diversi movimenti franosi della zona, ma non li avevano messi in correlazione, pertanto la zona dove era stato edificata la casa risultava essere a rischio lieve o irrilevante (fino al giorno prima della frana, ma ancora oggi consultando le mappe su internet, queste non risultano aggiornate). Nello stesso periodo vi sono state frane importanti nei comuni di Sacco, Piaggine, Bellosguardo, Aquara, Castel San Lorenzo, Corleto Monforte, San Rufo, Sala concreto gli ideali e al tempo stesso stimolasse le giovani generazioni a riflettere sull’importanza dell’impegno di ognuno per “cambiare il mondo”. “E sarà un impegno che proseguirà – ha rassicurato il presidente Iuorio – è stato infatti già lanciato il tema per le Borse di Studio Giovanni Saponara per il 2011. Quest’anno i ragazzi dovranno preparare lavori su “Insieme si può. Cooperare per crescere”. Un discorso in continuità quindi con quello del 2010, per dare un segno concreto alle giovani generazioni sul tipo di impegno richiesto ad ognuno per far crescere i propri territori. Nel corso della serata del 30 gennaio sarà anche presentato il libro “La bonifica”, del professor Domenico Chieffallo. Un contributo di studio importante alla storia delle nostre comunità e l’ennesimo attestato di attenzione che la Banca dà alla storia locale. Consilina, Montesano ecc. insomma tutta una vastissima area che va dagli Alburni-Calore al Vallo di Diano... e che salvo qualche sollecitazione inascoltata di qualche politico locale, viene del tutto ignorata dalle istituzioni “per mancanza di fondi”... o forse più semplicemente per evitare che vengano ampliate le “zone rosse”, cioè quelle non edificabili, per favorire qualche piccola speculazione edilizia. Il governo centrale, il ministro Tremonti, ha bocciato l’indennizzo per calamità naturale, negando ai cittadini che abitano in queste zone diritti sanciti da leggi nazionali che dovrebbero essere uguali per tutti. La discriminazione è palese: in Veneto dopo solo 3 giorni dall’alluvione sono stati presi provvedimenti, e sono state finanziate anche le piscine comunali, da noi dopo due mesi e oltre ci viene detto che non c’è indennizzo... forse le nostre disgrazie valgono meno, o forse il silenzio dei nostri amministratori, cui viene raccomandato di non allarmare la popolazione, viene ripagato così? Sono indignata e offesa dalla disparità di trattamento, perchè la zona del salernitano danneggiata dalle piogge alluvionali di novembre e dal dissesto idrogeologico che ne è conseguito, è una delle più produttive del sud Italia, e viene messa in ginocchio, perchè la ripresa senza aiuti sarà rallentata... anche se qui ci si è rimboccate le maniche, si è spalato fango e si cerca di riprendere il lavoro, esattamente come si è fatto in Veneto: siamo forse cittadini di serie B? Siamo forse una colonia da sfruttare per vendere prodotti delle aziende agricole del nord (quelle per le quali abbiamo pagato anche noi le multe per le quote latte)?... Ese il federalismo lo facessimo per davvero, lasciando l’IVA e l’IRPEF nella regione dove avviene la commercializzazione del prodotto, non in quella dove è ubicata la sede degli uffici amministrativi? Luciana Di Mieri Cilento 12 N°03 del 29 Gennaio 2011 I beni del parco per il bene dei comuni. Insomma, si è scelto do non scegliere Ai sindaci l’onere e onori. Ma con quali risorse? Non è ancora dato sapere quanti comuni hanno risposto, manifestando interesse, al bando per l’assegnazione dei beni del parco. Siamo certi, però, che gli stessi amministratori che quei beni li hanno avuti sotto gli occhi per anni ma non si sono preoccupati di chiedere conto all’ente parco dimettere a frutto. I motivi possono essere svariati: dalla mancata ristrutturazione, alla mancanza di risorse per metterli in “produzione”. Dopo anni e molti consigli dell’ente che hanno rinviato l’argomento, gli uffici del parco hanno partorito il topolino di chiamare proprio i comuni ad essere protagonisti nella messa in produzione degli immobili. Si è deciso, insomma, di riconsegnare agli amministratori locali dei piccoli comuni le strutture che da essi l’ente aveva assunto nella sua responsabilità perché le comunità locali non erano state in grado di ristrutturarle e rivalutarle. L’atto di fede che il consiglio di palazzo Mainenti fa nei confronti dei sindaci è encomiabile, quanto dilatatorio. Infatti, molti dei comuni potenziali affidatari di case, palazzi, torri... nel loro organico hanno tecnici e dirigenti a mezzo servizio, e non si capisce come possano occuparsi di redigere progetti e seguirne l’attuazione. Ma la cosa più difficile che potrà accadere sarà in merito al AMILCARE TROIANO reperimento delle risorse necessarie per attivare ogni qualsivoglia idea in proposito. Nel migliore dei casi, gli immobili resteranno lì a disposi- zione di enti che facendo già fatica a sostituire le lampadine della pubblica illuminazione, a rifornire di gasolio le scuole oppure a garantire un minimo di assistenza domiciliare agli anziani, li lasceranno lì come saranno loro consegnati con buona pace delle roboanti premesse poste come premesse nel bando e nella lettera citata. Ma anche nell’ipotesi di affidamento ad associazioni di cittadini volontari assisteremo alla solita disputa tra amici e amici degli amici. L’esempio più eclatante ci arriva direttamente da Piaggine: ai piedi del Cervati c’è un rifugio che potrebbe essere messo a disposizione dei tanti amanti della montagna. Non si riesce a “liberarlo” dai lacciuoli burocratici in cui lo hanno avvolto amministratori miopi e burocrati incapaci. Nel caso dei beni del parco, ci guadagnerà certamente l’ente parco che non dovrà più assumersi l’onere della loro manutenzione né, i suoi amministratori, dovranno rispondere, di fronte all’opinione pubblica, della mancata utilizzazione. In fondo, sembrerebbe che il bando di assegnazione possa essere considerato un escamotage per allontanare dalla propria “bocca” la responsabilità di dover assumere un’iniziativa in prima persona. velina VALLO DELLA LUCANIA. Ci vuole più “dialogo“ per la comunità capace di orizzonti futuri Sarà l’avvicinarsi della campagna elettorale, sarà il clima di rinnovamento, la volontà e voglia di partecipare, lo stimolo di crescere e camminare insieme, Vallo della Lucania ha inaugurato, con l’incontro organizzato dalla neo costituita Associazione “Scusate il Ritardo”, la stagione del “dialogo”. Ieri, 24 gennaio 2011, si sono incontrati intorno alle sollecitazioni della citata Associazione presieduta da Dino Ruocco, i rappresentanti politici Antonio Aloia, Luigi Cobellis, Antonio D’Agosto, Emilio Romaniello, Maurizio Puglisi, Simone Valiante (in ordine alfabetico) presso la sala del Consiglio Comunale di Vallo della Lucania per discutere di Metodo, Trasparenza, Programmazione. Tanti giovani, uomini e donne, rappresentati delle associazioni culturali e cittadini interessati come me ad ascoltare, oltre la trasparenza e il metodo, su quale progetto intendono confrontarsi per il futuro di Vallo. Felice Pugliese, il bravo conduttore, pur sollecitando più volte il dibattito sulla necessità di parlare di futuro, ha dovuto convenire sulla difficoltà di distogliere i “contendenti” sulle occasioni mancate, sulla scarsa partecipazione dei cittadini di vallo alla gestione della cosa pubblica, sulle improprie destinazioni di stabilimenti artigianali, sulle politiche economiche e sociali, ma soprattutto sulla “SANITA” vero “interesse trasversale” che da ormai troppi anni è il vero campo di scontro politico dei “diversi e spesso concordi schieramenti”, nella assoluta e incolpevole indifferenza della Città. Insomma i vallesi per alcuna parte della politica dominante sono “mediocri” e “malpensanti”. Il tutto senza chiedersi perché, senza interrogarsi quali siano state e quali siano le colpe della politica per l’appiattimento della cultura politica a Vallo e della scarsa partecipazione dei cittadini alla vita e al futuro della Città. “Dialogo” (dal greco dià, “attraverso” e logos, “discorso”) indica il confronto verbale tra due o più persone, mezzo utile per esprimere sentimenti diversi e discutere idee contrapposte. Come pratica sociale, modello ideologico e forma letteraria, il dialogo appare carat- teristico di società a larga facilità di comunicazione. L’impressione e stata che più che di “dialogo” nell’occasione si sia trattato di “monologhi” a difendere posizioni indifendibili da una parte e dall’altra, frutto solo di una incapacità di prospettare un progetto politico, uno straccio di idea per il futuro, una prospettiva intorno alla quale avviare un vero “dialogo”. Pancia piena non può pensare a quella vuota, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammuce u passato non c’è pensammo chiu’. Si ricomincia con le promesse per tutti (di nuova generazione) e mantenute per pochi, il rischio in questa occasione è stato il malcelato intendimento di un possibile accordo tra le parti sull’orgoglio di sentirsi “vallesi” per rimuovere e sottrarsi alle responsabilità. E chi ha affrontato problemi concreti (tra i partecipanti nel pubblico) come ritardi sulle opere pubbliche, assenza di idee e prospettive, sul gravissimo decremento demografico degli ultimi anni, assenza di programmazione urbanistica ed infrastrutturale, ha avuto solo risposte di rimandi e riproposizioni d’intenti di vecchia data, di burocrazie lente e norme asfissianti, di ricreare le condizioni dell’attesa come vecchio e antico modello di “controllo” politico, economico e sociale. Domenico Nicoletti N°03 del 29 Gennaio 2011 Cilento 13 Gianni Palladino, autore di un libro intervista al leader no global Francesco Caruso, trentacinque anni sovversivi “35 Anni Sovversivi - Intervista Biografica a Francesco Caruso” è il primo libro di Gianni Palladino, giornalista di Vallo della Lucania, con un occhio sempre attento ai fenomeni della società. Il giovane cilentano ha voluto incontrare il famoso esponente del movimento NoGlobal e ripercorrere così la vita del candidato da Rifondazione Comunista alle elezioni politiche del 2006 e “sovversivo a tempo pieno”. Nell’intervista, un testo scorrevole pubblicato per le edizioni Galzerano, si ripercorre la vita di Francesco Caruso attraverso le sue battaglie sociali e politiche. “Mi ha ispirato un libro che lessi qualche tempo fa, Ignacio Ramonet - Fidel Castro: autobiografia a due voci, dove l’autore riprende tutta la vita di Castro tramite domande e risposte. Mi è piaciuto il taglio perché con le domande e le risposte il testo è scorrevole e agile”. Gianni, pizzetto alla Che Gue- cavolo (sic!) non me ne sarebbe fregato niente”. Il giornalista è stato attivo partecipante delle manifestazioni tenute per non far dimenticare il caso Mastrogiovanni, il maestro di Pollica internato al San Luca di Vallo della Lucania e morto in circostanze che attendono DA SINISTRA FRANCESCO CARUSO giustizia. In quel contesto E GIANNI PALLADINO ha incontrato il professor Galzerano, uno vara, idolo che porta spesso sulla sua maglietta rossa, ha dei leader del movimento e atuna personalità schietta e sin- tivo editore cilentano. Per Giancera, e non nasconde per nulla ni Franco “Mastrogiovanni è le sue idee politiche. “Caruso è stato incredibilmente torturato”. una persona attiva, impegnata. Attraverso Emergency da anni Intervistare un politicante del manifesta contro i soprusi che VALLO DELLA LUCANIA. Iniziativa per le elezioni 2011 “Scusate il ritardo”ma le proposte latitano Tre buone notizie arrivano da Vallo della Lucania. La prima è che un gruppo di giovani ha promosso una pubblica assemblea per discutere sulla città; la seconda che l’incontro ha visto una buona partecipazione oltre che dei politici invitatati anche di molti cittadini; la terza che ci sarà un altro incontro, più programmatico, per discutere sul da farsi. In un momento in cui le critiche si alzano sul “si poteva fare”, e le elezioni incombono, è senza dubbio un segnale positivo. L’Associazione “Scusate il Ritardo”, presieduta da Dino Ruocco, ha invitato Antonio Aloia, Luigi Cobellis, Antonio D’Agosto, Emilio Romaniello, Maurizio Puglisi, Simone Valiante presso la sala del Consiglio Comunale di Vallo della Lucania per discutere di Metodo, Trasparenza e Programmazione. Tanti giovani, uomini e donne, rappresentati delle associazioni culturali e cittadini interessati ad ascoltare su quale progetto intendono confrontarsi per il futuro di Vallo hanno affollato l’aula. Nella stessa giornata il Movimento “Liberi è più Bello” aveva affisso alle mura cittadine un manifesto sul Puc. “Perché il PUC a Vallo non viene approvato? Perché si fa continuo ricorso alle varianti urbanistiche? – scrive Antonio D’agosto -. Probabilmente perché conviene così e anche perché, in barba agli interessi collettivi, non si vuole portare a compimento uno strumento che può essere oggetto di verifica e controllo da parte degli stessi cittadini che ne stanno peraltro sostenendo gli oneri economici”. Partecipazione e trasparenza, dunque, propositi e azioni che erano state il cavallo di battaglia della lista Vallo+ che aveva vinto le scorse amministrative cittadine. Lo stesso D’Agosto ha suggerito una raccolta delle proposte dei cittadini da conservare e suggerire per lo sviluppo e il miglioramento della vita a Vallo della Lucania. L’idea ha avuto successo e c’è stata l’accoglienza dei politici presenti. Non sono mancate le critiche. “L’impressione è stata che più che di “dialogo” nell’occasione si sia trattato di “monologhi” a difendere posizioni indifendibili da una parte e dall’altra, frutto solo di una incapacità di prospettare un pro- vengono esercitati in tutto il mondo e si batte contro torture e violenze. Ma il suo libro vuole essere uno stimolo alla “stagnante situazione politicoculturale del Cilento”, come egli stesso la definisce. “Qui non esiste il concetto di meritocrazia, i voti si danno a chi conviene e non a chi si crede possa migliorare le cose. Non si valorizza niente, manca la mentalità di crescere culturalmente e socialmente. Basta vedere i giovani che per trovare lavoro se ne vanno tutti fuori”. Il libro è anche un contributo affiche qualcosa cambi. “Bisogna cambiare il modo di pensare. Applaudiamo a chi fa qualcosa di veramente utile per il territorio, non a chi per un voto ti regala un lavoro di tre mesi del cavolo, che una volta finiti torni punto e daccapo!Il libro, spiega, è stato scritto per passione e non per soldi. “Non sono neanche sicuro di riuscire a coprire le spese. Il guadagno? sarà una cifra irrisoria”. getto politico, uno straccio di idea per il futuro, una prospettiva intorno alla quale avviare un vero dialogo”. Afferma l’architetto Domenico Nicoletti, direttore della Scuola di Alta Formazione per la Pubblica Amministrazione delle Aree Protette. “Chi ha affrontato problemi concreti come ritardi sulle opere pubbliche, assenza di idee e prospettive, sul decremento demografico degli ultimi anni, assenza di programmazione urbanistica ed infrastrutturale, ha avuto solo risposte di rimandi e riproposizioni d’intenti, per ricreare le condizioni dell’attesa come vecchio e antico modello di “controllo” politico, economico e sociale”. Aspettiamo e rimaniamo fiduciosi affinché, oltre al problema Sanità, si discuta e programmi tutto il resto delle urgenze che Vallo della Lucania attende, paziente, da tempo. Pagina a cura di Nicola Nicoletti w w w . t o r r e i n p i e t r a . n e t tel. 0828 651313 / cel. 320 4945592 / mail: [email protected] PRODOTTI PER Bar, Ristoranti, Pizzerie, Osterie, Pub, Wine Bar, Birrerie, Rummerie, Alberghi e Discoteche INFO&CONTATTI lunedì/venerdì tel 0828 730510 8.00 - 13.00 fax 0828 72805 14.30 - 19.30 S.S 18, Km 89,700 sabato Capaccio 8.00 - 13.00 [email protected] ORARIO APERTURA www.planetbeverage.it Calore 14 N°03 del 29 Gennaio 2011 ROCCADASPIDE. Milionario per un giorno: “Non avevo gli occhiali, non ho visto bene” In banca la sorpresa, un solo numero non corrisponde Il noto imprenditore 50enne, residente a Roccadaspide, presunto miliardario per effetto di un colpaccio al gratta e vinci, smentisce con forza la vicenda, anche se a malincuore, per la mancata fortuna. L’uomo, più precisamente, nega di aver vinto 500 mila euro con un biglietto del concorso de “il Miliardario” acquistato, il 24 gennaio, presso il bar tabacchi “Cristal 2”, a Roccadaspide. E pensare che il primo a crederci e a festeggiare era stato proprio lui. «Quella mattina mi sono recato al bar in questione ed ho acquistato un biglietto del gratta e vinci da 5 euro del Miliardario, esordisce l’uomo. Non avevo gli occhiali e mi sono fatto aiutare dagli amici. All’inizio, sembrava che avessi vinto 50, poi 500 e, alla fine, addirittura 500 mila euro. Ho mostrato il biglietto al titolare del bar che ha confermato la vincita e voleva la fotocopia del tagliando, ma io me ne sono andato per ovvi motivi. Ho creduto, davvero, di essere diventato miliardario per tutta la giornata ed ho festeggiato con alcuni amici a Rocca ed altri a Castel S. Lorenzo, di cui sono originario». Miliardario per un giorno, ma poi arriva la doccia fredda la mattina seguente, quando l’imprenditore vuole portare il biglietto in banca. IL SIGNOR CRISCI, GESTORE DEL BAR CRISTAL 2 ROCCADASPIDE. Arrivano i mediatori conciliatori professionisti Obbligatorio interpellarli prima di denunciare Presto Roccadaspide avrà una nuova figura giuridica: il mediatore conciliatore professionale. E, lo scorso 22 gennaio, si è concluso il relativo corso per la sua formazione, organizzato dall’avvocato Lorenzo Iannone e tenuto dall’.avvocatessa Cira Di Feo, responsabile dell’organismo di conciliazione Adr (Alternative dispute resolution) Conciliando. Iniziativa cui hanno aderito e che ha qualificato diverse persone, anche fuori Roccadaspide, con l’unico requisito della laurea di qualsiasi tipo, anche triennale. Il corso segue l’entrata in vigore del decreto legislativo n 28 del 4.3.2010, in materia di mediazione, per conciliare le controversie nel settore civile e commerciale. Con l’opportunità di ricorrere a strumenti di risoluzione alternativa nelle ci- tate questioni, rispetto al Tribunale e al Giudice di pace, grazie al conciliatore mediatore. A decorrere dal 20.3.2011, inoltre, entrerà in vigore un articolo di tale provvedimento legislativo, che prevede l’obbligo di mediazione per le con- troversie in materia di condominio, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Pertanto, in tali materie, prima di agire in giudizio, si dovrà tentare la mediazione col conciliatore che avrà la sede a Roccadaspide. Il ruolo di tale figura non è decisionale: egli, difatti, non stabilisce chi ha ragione o torto, ma mette in comunicazione le parti per individuare la soluzione ottimale del problema e raggiungere un accordo vantaggioso per entrambe. Il mediatore conciliatore è un sog- getto imparziale ed indipendente esperto oltre che in materia giuridica, anche di tecniche di comunicazione. La conciliazione, inoltre, è una procedura per semplificare la risoluzione delle controversie. Una terza figura, il conciliatore per l’appunto, assiste le parti in causa alla ricerca di accordi soddisfacenti per entrambe. Un servizio finalizzato allo snellimento della burocrazia della giustizia e alla rapida risoluzione delle varie dispute che, altrimenti, si trascinerebbero per anni. Resta da stabilire il numero esatto dei mediatori conciliatori che assisteranno nelle controversie in materia i cittadini di Roccadaspide, della Valle del Calore e del Cilento. FraPaz «Volevo controllarlo meglio, perché avevo grattato solo la parte di sopra ed ho fatto l’amara scoperta, continua l’uomo. Non mi ero reso conto, infatti, che grattando con un portachiavi piuttosto pesante la pellicola argentata era andata via, tant’è che il numero sottostante che all’inizio sembrava un 10, in realtà era un 16 come attesta la relativa scritta, anche se continua a sembrare un 10». Lui smentisce, ma nessuno crede al miliardario per un giorno. « Nessuno crede che non abbia vinto, tutti mi chiamano per complimentarsi e alcuni mi chiedono soldi. Ho avuto persino paura che qualche malintenzionato venisse a casa mia dove c’eravamo solo mia moglie ed io, miliardario per un giorno, sono finito sulla stampa dalla sera alla mattina ». Con dei particolari che l’imprenditore ha gradito poco. «Da una parte sono stato descritto quasi come un nulla facente e, quindi, bisognevole dei soldi della vincita e questo non mi ha dato tanto fastidio. Al contrario, ho poco gradito di essere tacciato per una persona ricca baciata anche dalla fortuna miliardaria per sentirmi dire che i soldi vanno dagli altri soldi. Senza dire che io sarei svenuto e avrei tremato per effetto della presunta vincita, cosa non vera. La cosa positiva è che mi hanno dato 40 anni, invece di 50». Ed, alla fine, dichiara che «se c’è stata una vincita di tale portata, si potrà verificare nei prossimi giorni». Questa la versione del miliardario, ma la cronista gli chiede un prestito e lui sorride e se ne va con il cellulare in fibrillazione! Francesca Pazzanese Albanella N°03 del 29 Gennaio 2011 15 ALBANELLA. All’alberghiero parte il corso per gli Osa Assicurerà nuovi sbocchi professionali” E’ imminente la conferma dell’attivazione del nuovo corso di studi presso l’Istituto Professionale Aldo Moro di Albanella, il nuovo corso “SocioSanitario” è la conclusione di un iter intrapreso dall’Amministrazione di Albanella ed in particolar modo dal sindaco Giuseppe Capezzuto. <<Non è una scelta politica o di propaganda elettorale – afferma il primo cittadino raggiunto dalla redazione – ma una scelta di cultura e di opportunità che con questo nuovo indirizzo il Comune vuole offrire a tutti i ragazzi che si iscriveranno. L’iter burocratico è stato lungo e non semplice ma grazie all’intervento dell’Ass.re provinciale Carpentieri ed al Presidente della Provincia On. Edmondo Cirielli, stiamo per portar a casa un nuovo risultato. L’ufficializzazione arriverà a giorni dalla Regione L’ISTITUTO ALBERGHIERO DI ALBANELLA Campania, dove, mi hanno assicurato della buona riuscita di tutta la procedura – conclude Capezzuto>> Insomma, la scuola superiore di Albanella, oltre ad aver attivi due indirizzi (Alberghiero e Commerciale) può vantare di essere il primo istituto del territorio ad aver avuto l’attivazione di questo corso. Gli sbocchi occupazionali che tale diploma offre sono molteplici ed ampiamente spendibili sul territorio locale e non solo, in quanto, offre le competenze specifiche per far fronte alle problematiche di tipo socio-sanitario sia di persone che di comunità, dando VALLE DEL CALORE. Disservizio socio sanitario Ritardi nelle forniture e nell’assistenza I cittadini che ne hanno bisogno, attendono ancora la fornitura di pannoloni per il mese di gennaio. Ed un folto gruppo di parenti arrabbiati dei malcapitati cittadini si reca al distretto sanitario di Roccadaspide per chiedere spiegazioni. Qui gli addetti rispondono che il tutto si deve alla ditta che fornisce il materiale sanitario per il cambiamento delle normative vigenti a riguardo. In poche parole, l’interlocutore non sarebbe più l’Asl, ma direttamente la ditta che fornisce i pannoloni, con grave disagio per i cittadini. Come spiega un’infermiera del distretto sanitario «Il materiale arriverà agli utenti dopo il 20. Noi non ci possiamo fare niente perché da quest’anno le cose sono cambiate. In precedenza, i pannoloni arrivavano prima al distretto per poi essere distribuiti dalla relativa ditta. In questo modo se essa ritardava la distribuzione, noi eravamo autorizzati a consegnare il materiale ai cittadini che si rivolgevano all’Asl. Ora, invece, il materiale non ar- riva più da noi, ma direttamente alla ditta». La spiegazione non cancella il disagio per i cittadini, ancora in attesa della fornitura : oggi è il 26 gennaio! Prima il materiale arrivava tra il 10 e il 15 di ogni mese e, l’attuale ritardo, ha spinto i cittadini ad acquistare i pannoloni. Senza parole per l’assistenza sanitaria negata a chi ne ha diritto per motivi legati all’età, a interventi o patologie invalidanti. L’elemosina della Sanità… Francesca Pazzanese la possibilità di operare presso Ospedali, Case di Cura, Case di riposo per anziani, comunità per l’aiuto e l’assistenza delle fasce deboli della popolazione (anziani, diversamente abili, extracomunitari e tossicodipendenti). Inoltre offre la possibilità di operare presso le ASL, studi professionali, Enti locali ed esercitare la libera professione nel campo socio sanitario ed essendo un diploma quinquennale, consente l’accesso all’Università. L’Istituto Aldo Moro di Albanella, nonostante la posizione strategica non proprio favorevole, vanta nel suo organico importanti professori e preparati chef di rinomate strutture alberghiero/turistiche nella nostra realtà, ciò nonostante, oggi la mole studentesca che accoglie è di circa 250 unità. Sicuramente l’attivazione del nuovo corso di studi “Istituto Professionale Socio-Sanitario” sarà un trampolino per nuovi iscritti e sfornerà nuove figure professionali. Gerardo Picilli Azienda dolciaria Diano 16 IN FARMACIA Attenzione ai bambini: anche i capelli impazziscono con gli antibiotici! Non è una condizione frequente ma esiste anche la sindrome dei capelli impettinabili. I capelli non possono essere pettinati e trattamenti energici per ottenere una acconciatura accettabile possono facilmente degenerare nella rottura dei fusti. Descriviamo oggi il caso di una bambina alla quale fu inizialmente diagnosticata questa sindrome. I suoi capelli erano spuntati sin dalla prima infanzia molto ricci, folti e scuri, verso i 19 mesi di età i capelli cominciarono a cadere e la madre per favorirne la ricrescita decise per un taglio radicale. I capelli dopo la ricrescita inizialmente si presentavano solo più secchi, fragili e chiari ma successivamente diritti e sparati in alto e soprattutto indomabili al pettine. Vista da un dermatologo fu diagnosticata la sindrome dei capelli impettinabili ma ad un’attenta anamnesi della madre è stata messa in discussione tale sindrome optando per una possibile reazione avversa ai farmaci. Infatti dai nove mesi fino ai 24 mesi per ripetute infiammazioni delle vie aerree con otite alla bambina sono stati prescritti numerosi antibiotici: claritromicina, tobramicina, cefaclor, amoxicillina + acido clavulanico, cefuroxima e azitromicina per un totale di nove cicli. In effetti dal data base dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) erano presenti altri casi di anomalie riguardanti i capelli da associare all’assunzione di antibiotici, ad esempio: tre casi di cambiamento di colore dovuto ad azitromicina e tre casi dovuti a claritromicina, ventisette casi di ipotricosi (forte alopecia) dovuti a claritromicina e dieci con cefaclor. Con la crescita, già a 32 mesi, riducendo l’assunzione di antibiotici i capelli della bambina hanno assunto un aspetto migliore, normale alla radice e alterati solo alle punte e dopo un paio di anni finalmente poteva sfoggiare una capigliatura bellissima. In questo caso pare chiara l’associazione tra risoluzione dei sintomi e l’eliminazione dell’ assunzione degli antibiotici. Alberto Di Muria N°03 del 29 Gennaio 2011 SALA CONSILINA. L’attività al Palarusso La novità: corsi per hostess e per modelle Flavio Ferrari e il teatro tenda Palarusso a Sala Consilina: “Crediamo in questa scommessa del Vallo di Diano”. Dopo qualche settimana è possibile già trarre un bilancio del vastissimo e prestigioso cartellone teatrale di scena ogni sabato sera al Palarusso, il nuovissimo teatro tenda a Sala Consilina. Innanzitutto grazie di cuore a voi che seguite questa nostra scommessa che stiamo cercando di far capire e che è anche un po’ una scommessa di tutto il Vallo di Diano. Il bilancio è abbastanza positivo, c’è la risposta del pubblico e questo mi fa piacere e ci sta lo stimolo per proseguire nel nostro progetto che è molto più vasto e che va al di là del teatro del sabato ad esempio, godendo di un ottimo risultato, ma che investirà altre cose. Stiamo dando vita a una struttura polivalente, chè sia il polo culturale dove poter ricevere tutte le manifestazioni che fino a oggi nel Vallo avevano una difficile collocazione. Dunque ci sta la voglia di creare un qualcosa di socialmente utile al di là del lato commerciale, stiamo cercando di coinvolgere tutte le scuole di danza dei bambini del posto per fare il saggio di fine anno come in qualsiasi parte d’Italia, stiamo istituendo dei laboratori teatrali, diretti come dovrebbe essere, ai più giovani, faremo dei laboratori teatrali per i ragazzi per dare opportunità per misurarsi, per forgiare il carattere, per vedere se c’è la possibilità di poter sviluppare un proprio talento e questo senza dover poi andare a Napoli o a Salerno con estremi disagi dei genitori o dei ragazzi o anche per non farli rimanere con quella voglia repressa di ciò che sarebbe potuto essere e che non è stato per mancanza di opportunità. Inoltre cosa bolle in pentola? Faremo dei corsi per hostess, per modelle e in realtà il mio sogno sarebbe quello di far capire l’importanza di creare una squadra, comprendendo tutta la gente che ha questa passione per lo spettacolo e per la cultura, e che possa rendersi conto di cosa significa fare delle produzioni teatrali televisive che siano poi utili alla popolazione, questo serve anche a far capire il vero messaggio che deve essere dato da qualsiasi imprenditore che svolge questo lavoro in questo momento, messaggio diverso che dà la televisione nazionale ossia la possibilità di poter risolvere i problemi da un giorno all’altro come la partecipazione a “Grande Fratello” o “Amici” passando da sconosciuti ad avere un ruolo da comprimario. Chiediamo dunque questo tipo di attenzione, il sogno sarebbe di formare una famiglia dove le persone rendano e ci diano dei consigli, vogliamo formare un gruppo, cosa che equivale a creare lavoro professionale. C’è bisogno che la gente capisca che per arrivare a svolgere certi tipi di lavoro, AMBIENTE. Coordinamento di 30 associazioni Copat, a difesa del territorio Dopo alcuni incontri e scambio di opinioni, avviati nei mesi scorsi, Sabato 15 Gennaio presso lo Sportello Ambiente in Silla di Sassano si è formalmente costituito il “COPAT”, il comitato che grazie al contributo di associazioni e cittadini che con il loro impegno vogliono contribuire al raggiungimento della creazione di un nuovo atteggiamento culturale verso il territorio e le problematiche ambientali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e zone limitrofe a supporto delle istituzioni amministrative locali. per la “tutela, salvaguardia e valorizza- zione del territorio del Parco N.C.V.D. e zone limitrofe”. Hanno già aderito oltre 30 tra associazioni e singoli cittadini in rappresentanza dei vari territori del Parco a testimonianza del forte interesse, oggi più che mai, verso le problematiche legate a questo territorio di particolare pregio ambientale e culturale. Dopo il primo incontro, organizzato dal GET Vallo di Diano, presieduto da Giancarlo Priante, di Sabato 16 Ottobre 2010, che vide gli interventi dell’ex deputato dei Verdi, Grazia Francescato, giornalista naturalista, Paolo Piacentini, ambientalista Verdi regione Lazio, l’associazione Wirdelness Campania, e delle varie associazioni di settore, si è confermata ancora di più l’esigenza di creare un Comitato del genere, che nasce dalla consapevolezza che ancora oggi c’è la necessità di dare maggiore attenzione alle problematiche ambientali. Il COPAT con sede in Silla di Sassano(SA) e’ un’associazione socio-culturale e d ha come legale rappresentate e Presidente, l’ideatore e il promotore del COPAT l’arch. Giancarlo Priante ( Presiden CONTINUA A PAGINA 17 c’è bisogno di tanto lavoro e di tanta passione. Si parla anche della creazione di un circuito con le varie figure esistenti nel Vallo di Diano: dai comuni alle istituzioni alle amministrazioni alle associazioni. Qual è pertanto il collante necessario tra il Palarusso e le altre figure? Abbiamo già fatto diversi giri di promozione nel Vallo di Diano parlando un po’ con tutti e ribadisco, questa deve essere una struttura polifunzionale dell’intero Vallo non solo di Sala Consilina. Devo dire che abbiamo ricevuto molto intelligentemente la disponibilità e l’attenzione dell’amministrazione salese per prima, abbiamo parlato anche con altre amministrazioni per le iniziative di cui ho parlato prima, come il programma didattico per le scuole e questo significa per tutti non doversi più spostare altrove. Abbiamo tre problemi fondamentali: i bambini e i ragazzi vivono queste situazioni come una gita il cui costo si aggira sui 23 euro credo, questo programma didattico per adesso può essere svolto al costo di 8/10 euro con un grosso riscontro del risparmio da parte delle famiglie, cosa da non sottovalutare, e il nodo principale è che dietro queste cose si deve trovare professionalità per cui va studiato insieme ai dirigenti scolastici un programma didattico approvato da noi come direzione artistica insieme ai dirigenti stessi, perché questo è il percorso utile ai ragazzi. La differenza tra la gita e il percorso utile è esattamente questa. Deve essere superato il campanilismo, credo che noi essendo esterni, qui la proprietà è mia e di Roberto Guariglia che siamo comunque imprenditori e che non siamo del Vallo, ponendoci come situazione esterna possiamo essere il ponte di riunione per lo meno da questo punto di vista. Campanilismo che sarebbe da superare quando ci sono altre situazioni sociali importanti in gioco per capire che esiste una grossa possibilità nel Vallo. Antonella Citro 17 N°03 del 29 Gennaio 2011 L’OPINIONE DI AURELIO DI MATTEO Te lo do io l’ambientalismo! DALLA PRIMA e la massa di denaro, non sempre pulito, che gira tra le pale dell’eolico o si nasconde al caldo dei pannelli solari! Questa è storia tutta italiana e nota da tempo. Qualcuno ha osservato che dei 2980 impianti eolici presenti in Italia 1307 sono allocati in Sicilia, Puglia e Campania. A ridosso di queste tre c’è la Sardegna. La Calabria si rifarebbe prestamente con l’impianto di Isola Capo Rizzuto, il più grande parco eolico d’Europa con 48 torri per sviluppare 120 megawatt. Evidentemente questo accade perché sono le Regioni più battute dai venti! Strano, però, che chi vi abita non se ne sia mai accorto! E non se n’è accorto nemmeno il turista che affolla quelle splendide località, dove più che forti venti incontra dorate spiagge e lento sciabordio delle onde, dolci cime e lenti declivi ammantati di verdi chiome alberate, valli e prati lussureggianti dove la brezza rincorre il caldo sole per il ristoro dalla calura. Ed è di questo secondo aspetto che voglio parlare, perché il primo appartiene non solo all’eolico ma al voltaico, al ce- mento dei grandi viadotti o dei porti turistici, ai binari dell’alta velocità o delle piazze monumentali, e così via. Mi chiedo se siano rispetto dell’ambiente e intervento eco-compatibile un nugolo di torri di cemento che s’innalza dal suolo per ben 80 metri e la connessa centrale che occupa, quando il parco eolico non è troppo grande, almeno un paio di ettari di terreno. E poi l’inquinamento acustico ed elettromagnetico, che incide non poco sulla fauna, a sentire gli scienziati ovviamente non inseriti nel gran circuito del “flusso” eolico. Da profano non riesco a comprendere come mai una torre di cemento dell’altezza che oscilla dai 25 agli 80 metri sarebbe compatibile con la salvaguardia del Parco del Cilento, ma anche delle campagne e delle colline che ne sono fuori, e una casetta, magari in pietra e legno, non più alta della cima di un secolare ulivo, rappresenterebbe una ferita all’ecosistema e alla biodiversità da tutelare. Lasciamo stare anche l’inquinamento e la compatibilità dell’intervento fatto con il nobile obiettivo, almeno si dice, di utilizzare fonti di energia rinno- vabile, ma il paesaggio che si violenta e si stravolge nella sua identità? E il verde e i declivi lussureggianti ricoperti dal mare di pannelli degli impianti fotovoltaici? Il fotovoltaico, come l’eolico, sta diventando lo strumento con il quale una strana e strabica ecologia, anziché tutelare agricoltura, collina, antropologia e paesaggio, sta distruggendo economia e bellezza delle nostre campagne e dei nostri paesaggi. I nuovi imprenditori delle fonti energetiche alternative spesso ben sostenuti da amministratori, insipienti se inconsapevoli del danno e forse collusi se a conoscenza delle conseguenze, per la seconda volta dopo 150 anni stanno invadendo i nostri territori, distruggendo la caratterizzazione faunistica e botanica e votando i nostri territori alla desertificazione ambientale, dopo aver concluso quella antropologica. Il danno ambientale, con la distruzione del paesaggio e dell’habitat botanico e faunistico, e quello economico, con l’arresto dello sviluppo agricolo e turistico, sono così evidenti che non può non sorgere il legittimo sospetto che la corsa SEGUE DA PAGINA 16 te GET Vallo di Diano) che ci racconta meglio gli obiettivi del Comitato “…Il Comitato si prefigge l’obiettivo di contribuire a costruire un nuovo atteggiamento culturale nei confronti del territorio. Esso vuole essere non solo sentinella per la tutela e salvaguardia del patrimonio ambientale e storico-culturale, ma anche divulgatore verso la cittadinanza per la costruzione di una nuova cultura che si identifichi con le vocazioni del territorio e interlocutore con le istituzioni Pubbliche a partire dagli Enti sovra comunali…”“...Non sempre le Istituzioni rispondono – continua il neo Presidente - con la loro gestione e scelte alle esigenze oggettive rapportate alla vera identità di questo territorio che è Parco Nazionale e Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il Comitato vuole rivendicare, in rappresentanza della cittadinanza, un ruolo attivo e propositivo interagendo con le Istituzioni Amministrative (Comuni, Comunità Montane, Ente Parco N., Provincia e Regione) ai fini di confronto critico e di partecipazione alle scelte che si andranno a fare sul territorio in questione in merito alle tematiche ambientali. Ci si augura che il 15 Gennaio 2011 possa costituire una data storica non solo per il Comitato ma per il territorio e tutta la cittadinanza così che possano sentirsi da esso garantiti. Saremo attenti alle varie esigenze e problematiche – conclude l’arch. Gian- carlo Priante - che ci verranno poste dai cittadini (singoli o associazioni) che potranno aderire al Comitato in qualsiasi momento per prenderne parte al suo interno”. Nel corso dell’ incontro, si è discusso sulla necessità di una tutela appropriata dell’intero territorio del Parco N.C.V.D.,di montagne, fiumi, e della natura in genere, abbandonati a se stessi, e volta a proteggere la dignità di questi luoghi da qualsiasi tipo di violenza e abuso e stando alle dichiarazioni e segnalazioni delle varie associazioni ambientaliste il salernitano è caduto in una vera e propria emergenza ambientale e di dissesto. Michele D’Alessio sfrenata alla produzione di energia derivata da fonti rinnovabili sia determinata soltanto dal profumo del business legato ai notevoli incentivi che comporta, a cominciare dalle quote dei certificati verdi. A tal proposito, una domanda ingenua: perché in Italia tale quota è il doppio di quella degli altri paesi dell’UE? In genere ci si sofferma sull’inutilità, sul fallimento e sul business non sempre lecito del fotovoltaico e dell’eolico. Per la vocazione turistica e per ciò che questa rappresenta per lo sviluppo dell’area a Sud di Salerno, più che evidenziare l’obiettivo del business è opportuno sottolineare che la distruzione del paesaggio comporterebbe la crisi irreversibile dell’intera economia della zona. E non solo! Mi riferisco in particolare al paesaggio inteso non come “panorama”, nella sua dimensione estetica, che già per se stessa è un valore. Quest’aspetto è solo una cornice intorno a un sentimento. Il paesaggio è tutto ciò, ma soprattutto è anche altro. Esso è l’identità culturale e antropologica di uno spazio vitale, che si è venuto lentamente a formare e sedimentare per trasformarsi in memoria, individuale e collettiva, di una Comunità. Per dirlo con Luisa Bonesio, il paesaggio è natura che si è fatta storia. Agli uomini di cultura il compito di difendere questo patrimonio culturale e questo strumento di ricchezza umana ed economica; agli Amministratori (Regione, Provincia, Comune, Ente parco, ecc.), ciascuno per la propria competenza, il dovere della tutela e valorizzazione dei paesaggi attraverso gli strumenti cogenti delle rispettive pianificazioni territoriali. E come al solito, gli Enti locali del Nord si sono già mossi da tempo regolando o, meglio, impedendo che il verde dei campi si trasformasse in chilometrica estensione di pannelli fotovoltaici e sulle colline e montagne spuntassero enormi torri di cemento. Sede 84020 ROSCIGNO (SA) tel 0828963131- fax 0828963247 Sede Amm.va e Filiale: 84037 SANT’ARSENIO (SA) - tel 0975 398611 - fax 0975 398630 Filiali: 84065 PIAGGINE (SA) - tel 0974 942700 - fax 0975 942238 84069 TEGGIANO (SA) - tel 0975 510610 - fax 0975 510608 84036 S. CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949 84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544 84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433 85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431 Eboli 18 N°03 del 29 Gennaio 2011 Sensi unici nella stessa direzione... e la statale 19 diventa un imbuto Se tutte le strade portano sulla Nazionale, il caos è garantito DALLA PRIMA “piccola” Eboli si intasa. Via Nazionale diventa un imbuto, un incubo motoristico, un asfalto di lamiere clacsonanti, senza via d’uscita. Il nuovo piano traffico, non è una novità, ha distrutto la quiete di residenti, commercianti e automobilisti di passaggio. Camminare in auto sulla statale 19 è diventata un’utopia. Negli orari di punta è da suicidio. Il nuovo piano traffico è senza logica. O meglio, in alcuni punti è anche condivisibile. Ma in altri, va bocciato in toto. Primo nodo. Via Vincenzo Paesano, la strada accanto ai vigili urbani, era a doppio senso di marcia. Ora non più. E’ un senso unico a salire. Salendo salendo, le auto sbucano tutte sulla statale 19. Perchè è stato fatto il senso unico? Per evitare incidenti all’incrocio. Nel marzo scorso venne investito anche Luca Sgroia. Ma se gli automobilisti corrono, non c’è pedone che viva tranquillo anche con i sensi unici. Venti metri dopo via Paesano c’è via Cefalonia. La strada d’accesso alla caserma della guardia di finanza era un senso unico a “scendere”. La si imboccava per uscire da Eboli. Ora è diventato un senso unico a salire. Salendo salendo, le auto sbucano di nuovo sulla statale 19. Il risultato? Ore otto di mattina, un disastro automobiistico. Macchine in fila, tutti in coda. Alle 13 di ogni giorno, c’è la replica del disastro. Chi ha pensato a una soluzione così folle? Al comando dei vigili urbani puntano il dito contro un ingegnere di Cava de Tirreni. E ti pareva. C’è sempre un professionista di un altro paese, sul quale scaricare tutte le colpe ebolitane. Il mistero tutto no- strano è: se il piano traffico riguarda Eboli, perchè chiediamo delucidazioni a ingegneri e scienziati di altri comuni? La risposta è sotto gli occhi di tutti. File immobili e code di automobilisti esasperati. La statale 19 è diventata un tappo. I residenti chiedono di alternare i due sensi unici. Da via Paesano si sale e per via Cefalonia si potrebbe scendere. Ma se tutte e due le strade portano alla statale 19, i nervi degli ebolitani sono destinati a saltare. Una cosa nel piano traffico si salva. Il nuovo senso unico di via Madonna del Soccorso. Nell’incrocio con la statale 19 si sono verificati decine di incidenti stradali. Spesso anche seri. All’altezza del bar Sociale si sono avuti speronamenti violenti tra auto. E così, l’amministrazione Melchionda ha deciso di invertire il senso di marcia. Dal bar Sociale non si può più procedere verso il centro di Eboli, ma si può solo svoltare in uscita, dirigendosi verso via Cupe o via Scotellaro. L’idea, in questo caso, sembra aver funzionato. I residenti chiedevano una rotatoria, ma l’amministrazione Melchionda ha cambiato il senso unico. Evitando la rotatoria. Altro punto critico. L’assessore alla viabilità, Remo Mastrolia, l’incrocio di via Serracapilli con via Sturzo (le cosidette due strade) con un impianto semaforico del secolo scorso. Lo spazio per una rotatoria, qui c’era. Ma l’amministrazione del Pd ha preferito installare un semaforo per rallentare il traffico piuttosto veloce sulla cosidetta tangenziale di Eboli. Il risultato è il disastro ter, perchè chissà chi ha avuto la brillante idea di riciclare un se- REMO MASTROLIA, ASSESSORE ALLA VIABILITÀ maforo vecchio e rattrappito, un impianto in evidente demenza senile. Il danno? Quando spunta il rosso, il semaforo si blocca. E resta lì, sul rosso, per diversi minuti. Semaforo comunista, spia meccanica dell’ex sindaco Rosania? Al di là delle battute sarcastiche fatte in comune, il problema c’è. Sia in via Serracapilli, sia in via Sturzo, per chi vuole salire verso via Serracapilli, i minuti di attesa si accavallano, in compagnia del semaforo rosso. Alcuni giorni, il rosso fa i capricci. Anzi, fa il protagonista. Si accende fulgido e resta fisso. Non lascia più spazio agli altri colori. E gli automobiliisti in fila vanno in bestia. Chi percorre via Sturzo, infatti, lo fa anche per evitare il traffico della statale 19. Con il semaforo inceppato, quella scelta diventa una trappola. Minuti abbondananti di fila, in attesa di un verde che non arriva. Per questo problema, per fortuna, l’ingegnere di Cava dè Tirreni non c’entra niente. La colpa? “Non l’abbiamo voluto noi quel semaforospiega Remo Mastrolia, assessore alla viabilità- ma è un progetto dell’assessorato ai lavori pubblici” sbotta Mastrolia piuttosto emotivo negli ultimi giorni di grande attività. Per la serie, il semaforo? L’ha installato Enzo Consalvo, prendetevela con lui. Lamentatevi con lui. “Linciate” lui. “E’ stato il mio predecessore a volere il semaforo, non io- si difende Enzo Consalvo, assessore ai lavori publbici- Io avrei preferito una rotatoria in quel punto. Comunque, se il semaforo non funziona, lo possiamo cambiare. Polemizzare non mi sembra un’idea intelligente”. Prima di mettere mano a un piano traffico, forse è il caso che gli assessori inizino parlare tra loro dei problemi. Rotatoria, semaforo, sensi unici o quant’altro, sarebbe il caso di discuterne poi anche con i residenti e qualche commerciante. Scomodare ingegneri di altri comuni, pagandoli, diventa un boomerang a caro prezzo per gli ebolitani. Eboli N°03 del 29 Gennaio 2011 19 Le pagelle ebolitane di Francesco Faenza Settimana delle meraviglie. In ospedale Mario Minervini dà il meglio di se, parcheggiando l’auto davanti al portone di ingresso e prendendosela pure con i vigili urbani che gli fanno la multa. All’ufficio postale c’è solo uno sportello aperto, perchè un solo dipendente è rimasto. In politica, siamo all’ennesima follia con il traffico e i sensi unici strampalati. Mentre il Pdl continua la sua guerra intestina e insensata. Almeno questa settimana, il Pd non ha fatto parlare di se. Sospesi poker e giochi d’azzardo nella sede con la serratura multipla, in via Lodato? Mario Minervini, voto 3: arriva in ospedale, di corsa. Colpito da improvviso attacco “intestinale”, parcheggia l’auto alla Cetto Laqualunque. Non dove capita, non a casaccio, non sul marcipiede, non al posto degli invalidi, non davanti la chiesa, non nel pronto soccorso, non nella sosta dei dializzati...Minervini quando si muove è un Roberto Bolle al quadrato. L’eufemismo è evidente. L’infiammazione acuta da una parte, l’auto grande dall’altra (Mercedes classe C)...e il direttore sanitario dall’Aspromonte giunto ti fa il frittatone. Dove ti va a parcheggiare l’auto? Prodigo di promozioni e straordinari, di multe e sanzioni lavorative, Minervini parcheggia il macchinone all’ingresso dell’ospedale. Davanti al portone d’accesso. Quello principale, il portone grande e spazioso, ma tutto bloccato dall’auto di Cetto Minervini. Inevitabile è partito il fischio dell’agente Walter Coiro. Il vigile urbano ha fatto il suo dovere. E’ pagato per questo. E’ retribuito dallo Stato, dai contribuenti, anche da Minervini. E il Cetto con il Mercedes dovrebbe fargli i complimenti al vigile urbano. Ma cosa accade invece? Quando il vigile ha fatto il suo dovere, quando è partita la multa da 39 euro per divieto di sosta...Minervini cosa si inventa, cosa tira fuori dal berlusconico cilindro? Chiediamolo a Coiro, il vigile contestato: “quando l’ho multato, Minervini mi ha detto che aveva parcheggiato sul suolo dell’ospedale e lui poteva mettere l’auto dove voleva”. Al che, il vigile Coiro, pagato dallo Stato, dai contribuenti e da Minervini, ha avvisato il direttore sanitario in divieto di sosta: “o sposta l’auto o chiamiamo il carroattrezzi”. Tosto di un vigile. Così si fa. Alla Alberto Sordi, tiè. La legge è legge. E’ uguale per quasi tutti. Per Minervini soprattutto...che è direttore sanitario e dovrebbe dare il buon esempio. Ma si sa, la buona educazione non è più di questo mondo. E di fronte la minaccia MARIO MINERVINI del carroattrezzi, Minervini si è rizelato, si è agitato, si è scosso, ha fatto la “mossa”, si è inalberato. Ha protestato, inveito, ma il risultato non ha cambiato. Come l’ultimo Moggi di periferia che va ancora a pontificare una morale annacquata e rachitica nelle tv spazzature, così Minervini ha puntato i piedi nei confronti del vigile urbano. Non si sa come, miracolo ebolitano, dal nulla è spuntato il comandante dei caschi bianchi con l’assessore Mastrolia e il capogruppo (per un terzo) del Pd, Roberto Palladino. I tre sono accorsi in ospedale per calmare le acque. Dovevano calmare Minervini, magari, ricordargli il codice della strada cosa prevede, invitarlo a rispettare un pubblico ufficiale, chiamare il carroattrezzi e far rimuovere l’auto dalla cafonissima posizione in cui era stata parcheggiata. Ma al Cettolaqualunque di piazza Scuola Medica Salernitana è andata diversamente. Prima del carroattrezzi è uscito l’agente di pubblica sicurezza dall’ospedale, pagato per garantire l’ordine pubblico in ospedale, non per parcheggiare l’auto in divieto di sosta del direttore...e salito sul Mercedes, lo ha sistemato nel parcheggio multipiano, dove Minervini, altra grande schifezza elitaria, ha un posto riservato e gratuito. Esatto, la Multiservizi ha riservato un posto gratis nel parcheggio multipiano a Cetto Minervini. Mentre infermieri, medici e portatini devono pagare l’abbonamento mensile, il Laqualunque dell’Aspromonte non sgancia un euro. Ma se Minervini ha il posto riservato e gratuito, perchè si è tanto incafonito a parcheggiare alla Cetto Albanese, davanti al portone di entrata dell’ospedale? Qualcuno sostiene che nel parcheggio multipiano tutti i posti erano occupati. Anche quello gratis riservato a Cetto Minervini. Al che siamo andati a chiedere al responsabile del turno di sosta, di quell’infausta e qua- lunquemente mattina minerviniana. E il parcheggiatore, Mario S., ci ha risposto: “il posto di Minervini? Era libero. Avevamo messo il birillo, proprio per evitare che venisse occupato”. Fretta intestinale o cettoqualunquismo aspromontiano, Minervini ha fatto un figurone. Non tanto da direttore sanitario, su quello è stato già bocciato dagli ispettori del lavoro che lo hanno multato con 70 mila euro di contravvenzione. Minervini ha fatto un pessima e pedestre figura come uomo e cittadino. Fare il direttore sanitario alla Cetto Laqualunque, calpestando regole, vigili urbani e codice della strada, è la peggiore pellicola che Minervini potesse girare. E visto che la scenetta albanesiana è avvenuta alla undici di mattina, sotto gli occhi di decine di testimoni oculari, di vigili urbani e agenti di pubblica sicurezza, l’Oscar del terùn dell’Aspromonte, Minervini se lo aggiudica alla carriera. Remo Mastrolia, voto 4: settimana difficile per l’assessore alla sicurezza. Del patatrac dei sensi unici sulla statale 19 abbiamo parlato nell’articolo accanto. Ma non è finita. In via Serracapilli è stato installato un nuovo e desuetissimo semaforo, al posto delle più moderne ma antipatiche rotatorie. Il semaforo si inceppa sul rosso. Provocando file d’auto anche per 10 minuti. Il semaforo non è stato sostituito. Il disagio permane e raddoppia. Una soluzione non è stata trovata. Arrivando in ospedale, Mastrolia racconta a un giornalista che “Minervini non ha ricevuto nessuna multa” smentendo così la versione del vigile urbano che ha dichiarato: “io la multa l’ho fatta, sono 39 euro per divieto di sosta” dice Walter Coiro. Invece di complimentarsi con Coiro, Mastrolia lo smentisce, prendendo le difese di un imbarazzante Minervini parcheggiato davanti al portone dell’ospedale. Perchè sior assessore stiamo a difendere i maleducati rappresentanti di un potere molto cafone? Altro caso. Da oltre 10 giorni, ai vigili urbani è stata consegnato un esposto di carattere penale. Un bizzarro commerciante in via Vignola, lato via Matteotti, ha installato quattro telecamere su una strada pubblica e addirittura una telecamera sui balconi di un condominio. I vigili urbani ancora non sono intervenuti, contro l’evidente illecito penale. Informato dei fatti, ci auguriamo che l’assessore suoni la sveglia ai caschi bianchi in pre letargo. Ultima gaffe, in riva al mare la magistratura ha confermato l’illecita installazione delle sbarre negli spartifuoco. La primavera non è lontana. Ci piacerebbe imbatterci in una marina di Eboli senza abusi e schifezze assortite. Chiediamo troppo, lo so. Ma di fronte gli abusi più evidenti e gravi non possiamo certo aspettare sempre che intervenga la forestale di Capaccio. Assessore alla sicurezza...la legge è uguale per tutti o per gli abusivi facciamo una berlusconata ad hoc? Vito Busillo, voto 6,5: torna in comune dopo un viaggio in Cina, tra gli “amici” comunisti. Rinfrancato e rigenerato, Busillo suona la carica. Sistemato il fuso orario, l’ex candidato a sindaco spara a pallettoni: “ma VITO BUSILLO quale Cariello, il candidato sindaco del centrodestra sono e rimango io. Lasciateli pure che si divertano, poi vedremmo al momento opportuno”. Cardiello sta con Cariello. Vecchio sta con Cariello. Tutti pazzi per Cariello nel Pdl. Il fascino degli ex comunisti è abbagliante? “E che vuoi che sia, si saranno innamorati di Cariello? Chi ha più polvere spara. Parlarne ora è presto”. Busillo è convinto di avere ancora un peso politico ed elettorale. E per rafforzare la sua tesi, il presidente del consorzio di bonifica ragiona così: “alle ultime elezioni sono stati eletti, nel Pdl, consiglieri comunali con 200 voti di preferenza. I loro voti a sindaco? Sono andati al candidato Melchionda o al candidato Cariello. Io ho preso 900 voti più delle liste di centrodestra. Una soddisfazione me la sono tolta. Ma chi non ha sostenuto il Pdl, chi ha votato Melchionda o Cariello, quando era comunista, non può venire ora a reclamare incarichi o candidature”. A chi si riferisca Busillo, è chiaro. Il suo veleno è contro i “senatori” dell’area Cirielli. Lui, profeta ebolitano del ministro Carfagna, continua la sua battaglia, nel suo piccolo bunker, con un puffo carroarmato. Sulla sponda opposta, a quanto pare, la corazzata Car- diello-Cariello-Vecchio è pronto alla resa dei conti. Per il dopo Melchionda si è già scatenato il toto sindaco. E il centrodestra è già spaccato. Direttore dell’ufficio postale, voto 4: sappiamo bene che le poste sono state privatizzate. Ma ridursi con un solo dipendente allo sportello è veramente la fine. Il direttore dell’ufficio postale di via Ripa dovrebbe garantire la salute e la dignità del suo ultimo mohicano allo sportello. E allora ci vuole coraggio, signor direttore. Chiami i carabinieri e denunci i propri vertici dirigenziali. Le hanno lasciato un solo uomo allo sportello? Ok, l’ufficio chiude. Lei si incatena per protesta davanti la sede di via Ripa. Compra prima un cartello bianco e un pennarello nero. Se lo attacca in petto, per spiegare agli utenti cosa è successo. E se ne sta lì. Con il sole o sotto la pioggia, finchè da Salerno o da Napoli non le mandano rinforzi. Mettere un solo dipendente dietro a un unico sportello postale, non ha senso. Per i clienti della posta è un insulto, è un’autentica presa in giro. Peggio ancora per l’ultimo dipendente che non ha nemmeno tre minuti per una pausa caffè, ma rischia sinceramente di finire in manicomio. Lavorare per tante ore, senza sosta, è da esaurimento totale. Nemmeno Marchionne pretende più queste cose. Nemmeno Ruby farebbe il bunga bunga (preghiera brianzola delle pie donne di Arcore) per sette ore filate. Di grazia, saper volemmo, ma i sindacati della posta che fine hanno fatto? Uno scandalo così squallido, chi lo deve denunciare? E l’Assoutenti e il Codacons in quale anonimato complice sono finiti? Un solo dipendente dietro allo sportello...ecco il risultato. Alle 11 di mattina, un cittadino entra nell’ufficio postale e stacca il biglietto di prenotazione. 2-4-0. Numero 240. Sollevata la testa verso il display, l’infartuando cliente scopre che allo sportello c’è il cittadino svegliatosi all’alba, con il numero 53. Una scena nemmeno da terzo mondo. Una vergogna nazionale, peggio dell’ultima squadra di Lippi con nonno Cannavaro in Sudafrica. Bastava comprare una catena, un pennarello e un cartello. Tutto qui. Fare il direttore di un ufficio pubblico si traduce anche in questo. Protestare in modo plateale contro una situazione assurda e malefica. La salute fisica e mentale dei dipendenti e degli utenti, non ha prezzo. Un po’ di coraggio, c’è poco di cui imbarazzarsi. A presto, signor direttore. Rompa gli schemi. E rompa le scatole ai suoi ottusi vertici dirigenziali. 20 N°03 del 29 Gennaio 2011 La capaccese Maria Rufolo, dal 30 gennaio in mostra a Battipaglia L’homo cosmicus come evoluzione della creazione Capaccio-Paestum non è solo passato, con la magnifica testimonianza che qui ha lasciato la cultura greca, ma è anche presente, fatto di giovani artisti che continuano la tradizione mantenendo gli strumenti classici del fare arte, ed allo stesso tempo trasportandola ai giorni nostri servendosi di temi universali interiorizzati e fatti propri. Come la pittrice Maria Rufolo di Gromola, Capaccio-Paestum, la quale parteciperà al quarto appuntamento della rassegna d’arte contemporanea intitolata “Dolce Vita d’Artista”, organizzata dall’associazione battipagliese “Officina 31”. La mostra si terrà presso il Dolce Vita Cafè, in via Italia, Battipaglia dal 30 gennaio al 5 febbraio 2011. Maria Rufolo è nata a Salerno nel 1982. Dopo il Diploma di maturità al Liceo Artistico Carlo Levi di Eboli, consegue la laurea in Pittura e la successiva specializzazione in Grafica d’arte presso l’Ac- cademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2000 realizza il ritratto del Questore Giovanni Palatucci ora esposto alla Questura di Salerno. Nel 2005 partecipa con l’Accademia di Belle Arti di Napoli alla mostra “Invenit” tenutasi al Castel Dell’Ovo, Napoli. Nel 2009 e nel 2010 come allieva dell’Accademia di Belle Arti viene selezionata per partecipare al Premio Nazionale delle Arti. La sua produzione artistica ha come predilezione la pittura ad olio su legno e la calcografia. I suoi temi fondamentali sono l’interesse per la figura umana. Nelle opere che presenterà alla mostra, dal titolo “Homo Cosmicus”viene indagato l’uomo in relazione con l’Universo, il Cosmo. Essa ci mostra come le costellazioni così come i pianeti, sono simboli che ci rivelano la creazione del mondo, dell’uomo e la loro evoluzione, aiutandoci a decifrare l’evoluzione interiore dell’uomo. C’è “pista” per te... di ERNESTO GIACOMINO DALLA PRIMA Del tipo: ah, già, questo qui, e chi se lo aspettava, lo vedevo tipo alle tre di notte scambiare soldi con pacchetti ma pensavo facesse il garzone per una farmacia notturna. E quell’altro, uhddio, andava in giro urlando e parlando da solo ma credevo fosse sempre al cellulare, sai com’è, all’orecchio questi auricolari di ultima generazione rischi di non vederli proprio. Già dodici incriminati, e un’inchiesta (l’ennesima) ad oggi ben lontana dal potersi considerare chiusa. Eppure il tutto passa appena sottopelle, non infetta il pensiero quotidiano né dei soliti perbenisti “opinion’s leaders” né dei puntuali tranquillizzatori che accorrono a smussare la gravità degli episodi continuando – contro ogni evidenza – a parlare di eccezionalità se non rarità. Ragazzi, ragazzini, donne, imprenditori, corrieri più o meno recidivi, spole e pedine da Battipaglia a Scampia, all’Agro, al Vesuviano in genere: non se ne salvano in tantissimi, voglio dire, o non tutti quelli che credevamo. C’è il marcio sotto la scorza buona, è il problema è capire se siamo noi a non voler sbucciare o è la scorza che è troppo dura per chiunque. E sulla seconda ipotesi ho dubbi di portata astronomica, è atavica la cattiva abitudine di non voler mai realmente capire-studiare-vederci chiaro negli atteggiamenti equivoci di familiari e conoscenti quando beccati in un modus vivendi assolutamente fuori riga e fuori portata. Semplicemente, di fronte al dubbio, ciascuno alza gli standard di riferimento e fa rientrare l’astruso nella normalità: hai la Bmw X6, o gli strozzini alle calcagna, o i Nocs in casa alle due di notte? E vabbe’, qualche investimento sbagliato, e cattive amicizie d’infanzia, e con ‘sti finanziamenti moderni la macchina buona possono comprarsela tutti. Negarsi l’evidenza, questa è la regola: un po’, come la vecchia, bi- sunta storia del marito che telefona a casa per comunicare il rientro anticipato alla moglie adultera e darle il tempo di cacciare l’amante. Alla fine, quando si legge in giro roba tipo “sequestrati tot kg. di cocaina diretti a Battipaglia”, quello che realmente dovrebbe preoccupare non è chi li portasse e se li si conoscesse o meno, ma a chi fossero diretti. In un contesto provinciale come Battipaglia, voglio dire, la droga non fa tappe intermedie, non conosce scali tattici per poi ripartire, non puoi sperare che “vabbe’, erano di passaggio”. Qui arriva, qui si ferma. E dove, si ferma? Il danno, oltre l’evidente beffa, è voler continuare a chiudere gli occhi, fingere che il trittico soldi-droga-camorra non ci riguardi o ci tocchi di striscio, mettere ogni volta la mano sul fuoco – un po’ tutti: opinionisti, preti, politici, gente comune – sul fatto conclamato che questa città, per larga parte, sia ancora immune da quel degrado di valori e costumi che invece è giocoforza regalato nel pacchetto “benessere”, nell’avvicinamento dello status – economico, sociale, strategico - da ex paese a sottomarca di metropoli. Quella droga la usiamo noi, la usano i nostri figli. La usa l’avvocato cui fiduciosi ci rivolgiamo per querelare il vicino, o il netturbino che ci spazza le strade alle sei del mattino, o la mamma ansiosa che stenta a tirare la fine del mese e si rassicura imbottendosi di cocaina e gratta & vinci. Inutile nascondersi dietro un dito: se c’è un affare per chi vende, dall’altra parte c’è sicuramente chi compra. Se c’è un bene in commercio, vuol dire che prioritariamente ce n’è un diffuso bisogno. Sono le leggi alla base dell’economia, è inutile scandalizzarsi. Se Battipaglia sta divenendo piazza d’affari, prescindendo se siamo tra gli utilizzatori o gli scandalizzati, quello che ci condanna è la ferma volontà di non sapere. SEDE CENTRALE ALTAVILLA SILENTINA, via del Dopolavoro, 94 tel 0828 783 311- fax 0282 986 604 SEDE DISTACCATA FELITTO (Sa) piazza Mercato tel 0828 945514 FILIALI CALABRITTO via S. Allende, 11 tel 0827 52273 fax 0828 52 921 CASTELCIVITA via Aldo Moro, 39 tel. 0828 975454 fax. 0828 975555 SPORTELLO DI TESORERIA (SA) ALDO MORO, (CENTRO COMMERCIALE Il Granaio) TEL 089 38 49 60 PONTECAGNANO VIA SPORTELLO DI TESORERIA E ATM ALTAVILLA SILENTINA CAPOLUOGO Piazza Umberto I, 20 tel 0828 983010 BAGNOLI IRPINO (AV) via De Rogaris, 76, tel. 0828 602026 CONTRONE Piazza Umberto I, 1 tel. 0828 772 321 N°03 del 29 Gennaio 2011 Battipaglia 21 Un’attesa durata trent’anni ed ecco l’agorà dei rappresentanti del popolo La città ha di nuovo una vera aula consiliare “C’è una “Casa Comune” nella città di ognuno di noi. Ci appartiene perché la rispettiamo, la condividiamo perché ci rappresenta, la viviamo perché è il simbolo della nostra comunità. Ed è interpretando oggi il sentimento di legittimo orgoglio di tutti i cittadini che “riapriamo” le porte della nostra Casa Comune”. Con queste parole il sindaco Giovanni Santomauro ha voluto inaugurare la nuova sala consiliare. Dopo trent’anni Battipaglia torna ad avere una casa comunale con tanto di emiciclo. Sono passati infatti tre decenni da quando un forte sisma la notte del 23 novembre 1980 colpì una vasta area a cavallo tra la Campania e la Basilicata. A Battipaglia quel disastro non fece vittime, ma danneggiò sensibilmente diversi manufatti, soprattutto quelli più antichi. Tra questi il Municipio, già sventrato durante i bombardamenti del ’43, che causarono la quasi totale distruzione dell’abitato e la LA NUOVA AULA CONSILIARE DI BATTIPAGLIA morte di 117 civili. Oggi, dunque, la città può finalmente vantare una degna aula consiliare. L’inaugurazione della sala in cui si svolgeranno da qui in avanti i consiglieri comunali, chiude in sostanza il cantiere aperto oltre vent’anni fa. Alla cerimonia hanno parte- cipato le massime autorità del territorio. Tra questi l’Arcivescovo metropolita Luigi Moretti, il Prefetto Sabatino Marchione ed il Questore Antonio De Jesu, e poi molti sindaci dei paesi limitrofi, tra cui il primo cittadino di Bellizzi, Pino Salvioli, quello di Olevano, Adria- no Ciancio, Martino Melchionda di Eboli, Franco Alfieri di Agropoli. E su tutti Vincenzo De Luca, accolto come una star. Come sempre il discorso del sindaco di Salerno è stato quello più scoppiettante. Infatti, dopo i discorsi del questore e del prefetto e dopo la rituale benedizione dell’Arcivescovo a prendere la parola è stato il primo cittadino del capoluogo: “Era una pena accendere il televisore e osservare i consigli comunali di una città importante come Battipaglia svolgersi in una specie di scantinato”. La specie di scantinato a cui fa riferimento De Luca è la “misera” sala del centro sociale ove, per lunghi anni, si sono svolte le assise cittadine. Acqua passata. Da oggi Battipaglia ha una nuova sala di rappresen- MEDUSA CHA CHA CHA tanza. Senza nome, però. Eh sì perché la querelle che ha investito l’opinione pubblica (o meglio, una parte di essa) è ancora lontana dall’essere risolta. Addirittura una commissione toponomastica, formata dagli ex sindaci di Battipaglia e da altre personalità – padri della patria, è stata creata ad hoc per redimere l’annoso quesito: a chi intitolare la sala? Il quesito deve essere davvero annoso, dato che dopo un mese di lavoro ancora non è giunta alla decisione. Pertini, De Gasperi o Moro. Colangelo, Menna o Vicinanza. Hamsik, Cavani o Lavezzi. La questione è, secondo alcuni, sintomatica dell’incapacità dell’amministrazione di assumere responsabilmente decisioni potenzialmente “scomode”. Scomode come le sedie dei consiglieri comunali, chiamati oggi a “lavorare” in un luogo finalmente degno di nota. Speriamo solo ne siano all’altezza. Valerio Calabrese DI VALENTINA DEL PIZZO Grotte di Castelcivita in riposo biologico Non amo molto i luoghi chiusi, serrati, le viscere della terra. Mi ricordano creature informi, forze sovrumane, misteri terragni. L’unica forza che esercito, sotto la luce delle stelle, è quella del mio sguardo, che della bellezza conserva ancora tutto il peso. In questa passeggiata nelle Grotte di Castelcivita, pertanto io vi attenderò fuori, non senza però avervi regalato una premessa degna di un posto così magico: come sul cratere del Museo di Napoli, attribuito al Pittore dei Niobidi, il visitatore intraprenderà un viaggio negli inferi, che non si discosta molto dalla fissità drammatica di quelle figure adagiate, in un riposo senza futuro, sulle rocce disegnate dal buio. Nei complessi speleologici la temperatura è costante, filtra poca luce, c’è un microclima da tutelare con dei piccoli accorgimenti. Per questi motivi è molto facile che, nel visitare il sito dedicato www.grottedica- stelcivita.com, apprendiate che dal 1 gennaio al 28 febbraio 2011 le Grotte sono chiuse per ‘riposo biologico’. Riposeranno in questo periodo anche tutte le ombre che affollano i meandri tortuosi dell’Ade. Tuttavia potrete contattare il tel. 081 8631581 e prenotare un bi- glietto per lo spettacolo di ‘Orfeo ed Euridice’, diretto da Domenico M. Corrado. Il fortunato genere dello speleo teatro, inaugurato dalla gestione delle Grotte di Pertosa e da Dante che lì introduce nell’Inferno della propria divina Commedia, continua qui in un viaggio tutto pagano alla volta di uno dei miti più affascinanti del mondo greco. Con un coinvolgimento di ben 7 Apollo e 2 Proserpina a fare da guida lungo un percorso di circa un km, lo staff de “Il tappeto volante” si esibirà tra stalattiti e stalagmiti in canti, balli ed effetti multimediali, in barba al divieto delle Erinni che tenteranno di negare l’accesso alle Grotte. Più popular del mito stesso, che pure immaginiamo declamato dagli aedi, alla maniera delle gesta di Achille, nelle piazze ed ai crocevia, in uno sforzo mnemonico che necessitava di una comunicazione semplice e comprensibile ai più, lo spettacolo ha un forte valore didattico e di divulgazione. Maestro del canto accompagnato dalla lira, Orfeo, per ottenere la sua amata Euridice rediviva, addolcì con la sua arte tutte le personalità dell’oltretomba, proprio come la goccia d’acqua amalgama con dolcez- za millenaria la pietra delle Grotte che ospitano la rappresentazione. Attirò su di se l’odio di Dioniso e di Afrodite per aver condannato, degli uni, la promiscuità dei rapporti, e per aver esaltato, a dispetto dell’altra, l’amore omosessuale, mentre la sua testa, rotolata via dal corpo dilaniato dalle Menadi, approdò a Lesbo in un antro sacro al dio orgiastico, ove fu zittita da Apollo in persona, per interferenze nel suo culto. Mito dunque quanto mai attuale, la visita alle Grotte di Castelcivita coglie della sostanza il senso di un amore che si declina in tutti le note che l’orecchio umano è capace di ascoltare, e la visita di conclude in una risalita a sorpresa, in cui Euridice si perderà, ma non sarà questo il finale che colpirà gli spettatori, mentre fuori una Medusa vi attenderà ascoltando la musica brillare dalla costellazione della Lira, a lui dedicata. Medusa Cha Cha Cha Sele 22 N°03 del 29 Gennaio 2011 CAMAPAGNA. Mobilitazione per impedire la chiusura della “Cervone” In pericolo la collocazione degli anziani ospiti L’Istituto IPAB “Lavinia Cervone”, di Via Dietro Zappino di Campagna Centro Storico, relativamente al territorio in cui opera, rappresenta un punto di riferimento insostituibile nell’assistenza alle persone bisognose e disagiate. Presso la struttura sono funzionanti la Comunità di Accoglienza per Gestanti Madri e Bambini “Il Granello di Senape” e la “Casa Albergo per Anziani”. La prima è rivolta al recupero di situazioni familiari compromesse da vari motivi, offrendo alle utenti possibilità di recupero sia sotto il profilo psicologico che sociale, e prevedendo, se possibile, il reinserimento nel nucleo familiare di appartenenza. La Casa Albergo, invece, dà ospitalità a persone anziane sole nonché prive di supporto familiare. Per tali utenti spesso l’Istituto rappresenta l’unica possibilità per poter avere quel minimo di socializzazione, recuperando serenità e gioia di vivere. Inoltre, la presenza di una Comunità di Suore, appartenenti all’Ordine di maria regina della Pace, consente di offrire alle Ospiti, cosa non meno importante, assistenza religiosa con l’intento di sollevare lo spirito e rinvigorire la fede, il tutto nel rispetto della volontà della fondatrice, Lavinia Cervone. A distanza di oltre un secolo dalla fondazione dell’Istituto, oggi si rende necessario eseguire alcuni interventi strutturali di ammodernamento della parte di edificio che ospita la Casa Albergo per Anziani, per adeguare il servizio a quanto previsto dalla normativa vigente in materia, conseguire l’autorizzazione definitiva al funzionamento e, soprattutto, per salvaguardare i diritti e le legittime aspettative delle Ospiti garantendo alle stesse maggiore confort e sicurezza. Dagli elaborati predisposti dai tecnici di fiducia dell’Istituto risulta necessaria, per l’esecuzione di dette opere, la somma di €. 139.847,32 a cui vanno aggiunte l’IVA e le spese necessarie per l’acquisto dell’arredo stimate in €. 15.000,00. Le spese tecniche, invece, saranno evitate grazie alle professionalità messe gratuitamente a disposizione dalla Giunta Comunale con deliberazione n. 268/2010 riconducibili all’Area Tecnica e all’Area Economico-Finanziaria del Comune di Campagna. Purtroppo, però, l’Istituto non gode delle risorse finanziarie necessarie e quindi ha attuato un programma di attività per la salvaguardia della Casa Albergo, consistente nella vendita di un immobile, nell’accensione di un mutuo e in una sottoscrizione pubblica per la raccolta dei fondi necessari (delibere del C.d.A. n. 46/2007, n. 14/2008, L’ISTITUTO CERVONE n. 12/2010). Il Presidente del Consiglio di Amministrazione, dottor Liberato Trotta, dopo alcune riunioni del CdA dell’Istituto ed alcuni incontri con il sindaco Biagio Luongo, lancia, attraverso il nostro giornale, una Sottoscrizione pubblica per una raccolta Fondi per evitare la Chiusura del Servizio Casa Albergo per Anziani (non certamente dell’intero Istituto). Il presidente Trotta, detto diversamente, fa appello Dal Sud al Nord per salvarsi la vita DALLA PRIMA allieta le lunghe attese all’ingresso del “purgatorio”, dorme già al capezzale di suo marito intontito dai farmaci o forse resta a guardarlo ancora un po’ per accertarsi che stia bene? Forse gli aggiusta il berretto di lana e sistema il nuovo plaid sperando che finalmente l’anno prossimo passerà le feste a Foggia con la sua famiglia, come dice sempre. Questa è la breve cronaca di un Capodanno che è solo un giorno come un altro, come Natale come S. Stefano, come il 27, il 28, il 29…sempre lì, all’ingresso del “purgatorio” ognuno a raccontarsi le proprie pene mentre attende che si facciano le 13 o le 19. Capodanno è solo l’ennesimo giorno in cui si percorre il lungo corridoio della Chirurgia 8 de “Le Molinette” di Torino, con l’ansia nel cuore, incrociando gli sguardi di quanti ca- piscono la tua sofferenza e ti dicono tremanti: “Vorrei chiedere al dottore se ci sono novità ma teng’ troppa paur’”. Con loro ridi e scherzi per stemperare la tensione e stabilisci una vicinanza nuova, una comunanza mai provata, solo gli sguardi bastano a comunicare tutto…e la sera del 31 è con loro che scambi gli auguri per il nuovo anno e gli occhi si riempiono di lacrime, le braccia si incrociano e tutti si augurano un’annata migliore. I pazienti della Chirurgia 8 sono trapiantati in camere semi intensive, si può vederli per due ore al giorno e solo uno alla volta, bardati come si deve. La loro mente offuscata confonde giorni e stagioni, eppure nella loro temporanea “follia” resiste lucido un pensiero: vogliono tornare a casa, ora e per sempre. Chi gli è accanto prova ad entrare nel mondo esclusi- vo e onirico che si sono creati in cui vivi e morti, santi e madonne si confondono, in cui il passato ritorna e il presente si altera e si dimentica in fretta. Ma è impossibile e l’impossibilità ti rende impotente. Ogni giorno centinaia di persone entrano in lista d’attesa per un organo, la loro vita dipende da un sì o da un no di un individuo o di un suo parente: Torino offre loro una chance in più perché chi, come mio padre, si ammala al Sud è destinato a morire. Qui da noi o paghi, o conosci qualcuno, o schiatti perché i donatori sono pochi e si fa a gara per accaparrarseli così il paziente in attesa di trapianto che ha la sfortuna di essere meridionale muore prima. Il professor Salizzoni e la sua fantastica équipe offrono loro una speranza e tutti i giorni tante famiglie meridionali (per- alla generosità di cittadini, enti, associazioni…, affinché grazie al loro contributo economico sia possibile reperire la disponibilità necessaria all’esecuzione degli interventi citati, scongiurando così la chiusura della Casa Albergo e la collocazione altrove degli anziani ospiti, evitando, altresì, il licenziamento del personale addetto e garantendo, insieme alla continuazione del servizio senza interruzioni, anche la permanenza, in lopiù campane) si trasferiscono a Torino elemosinando un alloggio agli istituti religiosi perché è qui che bisogna attendere una volta immessi in lista, in questo limbo che sembra senza vie d’uscita, dove la solitudine, lo sradicamento e l’incertezza la fanno da padroni. Il paziente meridionale è solo, i suoi affetti sono lontani, non ha il suo letto e non sa per quanto gli mancherà e tutto questo certo non aiuta la sua condizione. Tutto questo deve necessariamente cambiare: donare, donare, donare è l’unica soluzione. Chi dona gli organi non salva solo una vita ma una famiglia, un microcosmo e attiva un circolo d’amore e gratitudine che non avrà fine: chi riceve sa di essere fortunato e ringrazierà per sempre chi ha donato e i suoi cari, come me, sentono di avere un debito da estinguere e cercheranno di saldarlo in termini di solidarietà e di amore. Tiziana Troisi sede, della Comunità delle Suore appartenenti alla Congregazione di Maria Regina della Pace. Eventuali offerte potranno essere effettuate mediante versamento sui conti correnti dell’Istituto (ccp15344849 oppure cb IT64 O 03067 76130 000000093037) o direttamente presso l’ufficio amministrativo dell’Ente. Delle stesse sarà redatto un prospetto costantemente aggiornato e pubblicato sul sito web dell’Istituto mentre tutti i documenti relativi ai lavori saranno a disposizione di chiunque vi abbia interesse presso detto ufficio amministrativo. Basta anche un piccolo contributo e questo storico Ente potrà continuare ad essere il fiore all’occhiello delle politiche sociali della Città di Campagna. Mario Onesti Tel 0828.720114 Fax 0828.720859 e-mail: [email protected] url: www.unicosettimanale.it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola Grafica ed Impaginazione grafica Stampa Faiella Raffaele Eboli (Sa) Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n.119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 25,00 Euro Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s.r.l. Tiratura: 5000 copie Gli arretrati € 2,00 + le spese di spedizione Gastronomia N°03 del 29 Gennaio 2011 23 Viaggi e Assaggi Il Tanalahy Restaurant a Battipaglia, un locale etno-chic che piace Battipaglia è una bella cittadina in continua crescita. Pochi sanno che, nel 1986, questa località fu segnalata tra i cento comuni d’Italia che, per il progresso economico e civile conseguito, avevano contribuito a rendere più grande l’Italia nella storia dei quarant’anni della Repubblica. Peccato che per colpa dell’incontrollato sviluppo edilizio degli anni sessanta, oggi, il centro cittadino si presenta in modo abbastanza caotico con arterie stradali di ridotte dimensioni inadatte all’attuale traffico veicolare. Ci sono palazzi realizzati senza posti auto e assenza di parcheggi soprattutto nel centro della città. Noi siamo stati a Battipaglia alla piacevole scoperta di un nuovissimo locale: il Tanalahy Restaurant che è aperto dallo scorso mese di novembre. Il Tanalahy (che vuol dire camaleonte nella lingua del Madagascar) è un locale che giustamente si considera etno-chic e se, come si dice, il buongiorno si vede dal mattino, può diventare un punto di riferimento per la ristorazione battipagliese. Andiamo per ordine: per arrivare al ristorante, tenendo come punto di rifermento la grande rotonda all’uscita autostradale, nei pressi dell’ospedale, si prosegue verso il centro cittadino. Si attraversa ancora una rotonda e dopo pochissime centinaia di metri, si svolta a sinistra appena prima del distributore di carburante. Si prosegue diritto per ancora qualche centinaia di metri e al numero 37, sulla sinistra, leggermente nascosto, c’è l’ingresso del Tanalahy. Ap- DA SINISTRA ILARIA CAUCEGLIA E STAFANIA FAVATÀ pena entrati, si ha prontamente l’impressione di essere in un posto raffinato. L’arredo è stato curato nei minimi dettagli utilizzando colori eleganti come l’oro e il rosso. Come complemento ci sono vari oggetti e quadri che richiamano etnie afro-asiatiche. Le luci sono state attentamente studiate per creare un ambiente soft e caldo. Il sottofondo musicale è piacevole e non invadente. Insomma ci troviamo in un locale etnochic che piace. A riceverci una giovane donna, Ilaria Cauceglia, che gestisce il locale insieme ad un’altra donna, Stefania Favatà. Vedendo il posto, c’era da aspettarselo, tanta cura e ordine dovevano avere per forza le mani del gentil sesso. Insieme hanno iniziato questa avventura ristorativa in un momento per niente facile. Ma, entrambe sono con i piedi per terra e sono consapevoli che l’impegno, la serietà e la volontà possono dare i frutti che si attendono. Per la cronaca, Ilaria, che si occupa del servizio in sala, è laureata in lingue con indirizzo turistico presso l’Orientale di Napoli ed ha avuto esperienze in accoglienza turistica, come operatrice telefonica e responsabile commerciale e logistica in un’azienda locale. Mentre Stefania, che troviamo in cucina, ha diversi anni di esperienza nel settore catering e ristorazione, sia in Italia che all’estero, ed ha una forte passione per la cucina. Conoscendole è facile capire che sono una “coppia” molto affiatata e se il mio intuito non m’inganna, insieme possono percorrere un bel cammino in questa strada ristorativa, che, fatta in un certo modo, è ricca di soddisfazioni. A tavola, ci hanno portato il menu, redatto con semplicità, con proposte piacevoli di facile impatto. In prima pagina una bella frase di Oscar Wilde: “Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento solo del meglio”. Noi, ci siamo lasciati tentare dal misto di sfizioserie: crocchette di patate e cavolfiori, mortadella alla piastra con aceto balsamico, zucca marinata, bruschettine con pomodoro e con patè d’olive al tartufo, cubetti di polenta, souf- Via S. Pio X (nei pressi dell’ospedale) Agropoli 0974 829451 flé con patate, zucca e salsiccia, cappelle di funghi farcite e gratinate e quiche al formaggio. Probabilmente avrò dimenticato qualcosa, ma nei piatti non abbiamo lasciato niente. Abbiamo gradito tutto. Per continuare abbiamo gustato il fior di raviolo (un bel raviolo a forma di fiore) con formaggi e noci. Buono. Ben eseguito. Poi, è stata la volta del filetto al pepe rosa, anch’esso di buona fattura. Per concludere, Ilaria ci ha portato un misto (abbondante) di dolci e creme. Che dire, anche qui ci siamo pappato tutto e ancora una volta la mia dieta è andata a farsi friggere. Da bere, da un’attenta e buona selezione di etichette regionali e nazionali abbiamo bevuto il Cilento Aglianico 2009 Doc dell’azienda Cuomo – I Vini del Cavaliere, un vino di un’azienda che continua a crescere e si fa sempre di più apprezzare per il continuo miglioramento. Conto: circa 25 euro a persona, vini esclusi. Tanalahy Restaurant, Via Serroni 37/39, 84091 Battipaglia (SA) - Tel. 0828 679443 – 366 3829249 – [email protected] – Orario d’apertura 20,00-01,00. Chiuso il lunedì. Diodato Buonora LA RICETTA Cavolfiore alle olive nere e verdi Ingredienti per 4 persone: 1 cavolfiore ½ cipolla 1 spicchio d’aglio olio extravergine d’oliva 100 g di pomodori pelati una manciata di olive verdi e nere snocciolate e tagliate a rondelle – sale 1 piccolo pezzetto di peperoncino Preparazione: Pulite il cavolfiore, dividetelo a cimette, sul gambo praticate un taglio a croce. Tritate l’aglio e la cipolla, metteteli in un tegame con l’olio, fate rosolare e insaporire, unite i pelati di pomodoro a pezzetti, le olive verdi e nere, il pezzetto di peperoncino e due dita d’acqua. Mescolate, aggiungete le cimette di cavolfiore formando uno strato uniforme. Coprite il tegame e fate cuocere a fuoco moderato per circa mezz’ora. A metà cottura, mescolate e salate. Vino consigliato: Piedirosso 2009, Pompeiano Igt, Sannino. AIS (Associazione Italiana Sommelier), il prossimo 7 febbraio, parte a Paestum, presso l’Hotel Cerere, un corso di secondo livello per sommelier. Per informazioni e iscrizioni: dott.ssa Maria Sarnataro, 338.9296146. Per segnalare news enogastronomiche: [email protected] o telefonare al 338 9426245.