N° 03 del 29/01/2011

Transcript

N° 03 del 29/01/2011
€ 1,00
Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) - Poste Italiane Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25,00€
Anno XIII
n° 03 del 29 Gennaio 2011
0828.720114 - unicosettimanale.it - [email protected]
CAPACCIO
EBOLI
La Statale 19
diventa un imbuto
AGRESTI E
BUCCELLA NUOVI
ASSESSORI DI
di Francesco Faenza
MARINO
Perchè un ingegnere di Cava viene
pagato per ridisegnare il piano traffico ebolitano? Se tutte le strade portano a Roma è chiaro che poi Roma si
intasa. Lunghe code d’auto ed esasperazione alle stelle. Se tutte le strade sbucano sulla statale 19, anche la
CONTINUA A PAGINA
BARTOLO SCANDIZZO A PAGINA 5
ALTAVILLA
UN PAESE DOVE
DA SEMPRE
“COMANDANO”
18
BATTIPAGLIA
LE DONNE
C’è “pista”
per te...
ORESTE MOTTOLA A PAGINA 10
ROCCADASPIDE
MILIONARIO PER
di Ernesto Giacomino
UN GIORNO PER
Ennesimo maxi-sequestro di droga a
Battipaglia, ennesimi arresti di insospettabili o quasi tali, ennesimo sgomento
della gente che adocchia le locandine,
legge, studia, scannerizza mentalmente
le foto e alla fine scuote il capo e inspira
quegli “ohooo…” di stupore a metà tra
il sincero involuto e l’ipocrita dovuto.
CONTINUA A PAGINA
20
UN NUMERO
SBAGLIATO
FRANCESCA PAZZANESE A PAGINA 14
Articoli a pagina 4 e 22
UNA MIGRAZIONE NUOVA:
DAL SUD AL NORD PER SALVARSI LA VITA
di Aurelio Di Matteo
di Tiziana Troisi
Dateci un bunga
bunga cilentano
di Rocco Cardinale
E’ quello che serve al Cilento. Immersa nei suoi difetti e nei suoi eterni ed
irrisolti problemi. Da sempre una delle
regioni più disastrate d’Italia: povertà
vecchie e nuove diffuse su tutto il
CONTINUA A PAGINA
4
La sera del 31 dicembre 2010 ero in autobus con mia madre, insieme ad un nero
che urlava a telefono parole incomprensibili e due ragazzini che decidevano
quanti
petardi
avrebbero
fatto
esplodere
quella
notte.
Io mi addormentavo sulla spalla di mia madre ad ogni ennesimo semaforo: era
il nostro Capodanno quello? Per Rita e Assunta non sarebbe stato molto diverso:
la madre sarebbe andata a letto presto stanca e sfatta, la figlia avrebbe atteso la
mezzanotte, come tutte le sere, a telefono col suo amore.
Le figlie della signora Scognamiglio avrebbero cucinato per il papà, che aveva ancora gli occhi colmi di lacrime, fingendo di non sentire l’assenza della madre e immaginandola riposare serena. La signora foggiana, che col suo dialetto allegro
CONTINUA A PAGINA
22
Te lo do io
l’ambientalismo!
Non sono grillino, ma parafrasare il titolo di una fortunata trasmissione degli
anni ottanta dà l’idea di cosa si nasconda dietro ai luoghi comuni del politicamente corretto e agli ideologici innamoramenti di un acritico pre
sunto rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Lasciamo da parte i grandi affari
CONTINUA A PAGINA
17
2
Economia
N°03 del 29 Gennaio 2011
La Bcc di Aquara presenta i suoi dati di bilancio
Risultati anno 2010: crescita continua
Il Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito
Cooperativo di Aquara ha
esaminato i risultati provvisori raggiunti dalla Banca nel
corso del 2010. Il primo dato
da evidenziare è l’impressionante crescita degli impieghi
che ha superato i 111 milioni
di euro con un balzo del +9%
in un solo anno. Se si considera che la crescita degli impieghi nel sistema bancario
italiano è ferma all’8% (fonte
Federcasse – circ statistica
10/2010), si percepisce come
la Banca continui a investire
sul proprio territorio nonostante il perdurare di una
crisi senza precedenti.
La raccolta diretta, che registra un aumento del 2,5%, ha
superato quota 180 milioni
di euro. La crescita, di per sè
importante, acquista ancora
maggiore significato se si
considera che è in linea con
la crescita media delle banche di credito cooperativo
(fonte Federcasse – circ statistica 10/2010).
I risultati della raccolta e, soprattutto, degli impieghi
fanno registrare una perfor-
mance altamente positiva
per la BCC di Aquara, confermando un trend che continua a caratterizzare l’istituto cilentano come riferimento, in particolare, per le imprese e i risparmiatori. In
particolare la BCC ha inteso
imprimere ulteriore spinta
all’erogazione del credito sostenendo l’economia in un
momento di particolare fragilità. Non di meno va rilevato che la banca continua
nella sua politica di prestare
poco a molti piuttosto che
tanto a pochi; in effetti, la
banca affida, in media, soltanto 20 mila euro per singola posizione.
Sul fronte economico, come
già previsto, è attesa una
forte riduzione del risultato
d’esercizio. Nonostante la
forte crescita del margine
d’interesse (+16%), infatti, la
Banca ha dovuto fare i conti
con un sistema finanziario
globale fragile e malato. Il
calo degli utili è riferibile al
veloce deterioramento dei titoli di stato che le BCC devono “necessariamente” detenere in portafoglio. Negli ul-
“Ulisse”, il 29 gennaio al Savoy
La banca per i giovani
La Bcc di Aquara presenta il
progetto di credito agevolato
“Ulisse, riservato ai giovani
che vogliono restare ed a quelli che vogliono ritornare” : l’incontro si terrà sabato 29 gennaio prossimo, alle ore 18:30,
presso il Savoy Beach Hotel di
Paestum e vedrà i saluti iniziali del presidente della Banca di
Credito Cooperativo aquarese,
Luigi Scorziello. Sono previsti
gli interventi di Raffaele De
Sio, Direttore Generale della
Camera di Commercio di Salerno (partner del progetto), di
Salvatore FARACE, professore
di Programmazione Economica presso l’Università degli
Studi di Salerno, e di Sergio
NAVA, giornalista e conduttore di Radio 24 - Autore del
libro “La fuga dei talenti”. Nel
corso del meeting saranno proposte le testimonianze di giovani ricercatori ed imprenditori locali tra cui: Roberto Bellelli, medico/ricercatore, Rosario Pingaro, imprenditore informatico di Capaccio, Maria
Carmela D’Angelo, titolare de
“Le Delizie di Maria” di Roccadaspide, e Marco Serra, titolare della Cantina “Tenuta
Mainardi”. Le conclusioni
sono affidate al direttore della
BCC di Aquara, Antonio Marino. A moderare l’incontro
sarà Alfredo Boccia, giornalista del mensile CILENTO.
timi due mesi, infatti, la situazione finanziaria degli
stati europei, trascinata al ribasso da Grecia ed Irlanda, si
è notevolmente aggravata.
Il Direttore della BCC di
Aquara, Antonio Marino, ha
rimarcato la particolare gravità della congiuntura economica aggiungendo: “Non
è stato un anno facile. Questo è ovvio. La verità, anche
questa amaramente scontata,
è che neppure i prossimi
tempi saranno facili. Certo,
qualcosa si sta muovendo,
ma come avevamo previsto
agli inizi del 2010 ci sarà ancora da soffrire, da faticare,
da rimboccarsi le maniche. È
un’ammissione che dobbiamo all’onestà intellettuale,
ad una lettura corretta della
realtà; il paese dei balocchi
che ci viene raccontato non
esiste, prima lo capiamo tutti
e prima potremo iniziare a
lavorare per un paese migliore. Come Credito Cooperativo siamo serenamente
convinti di aver fatto la nostra parte, esercitando quella prossimità alle famiglie,
alle imprese, alla comunità
che da sempre caratterizza il
nostro modo di essere banca.
Dal punto di vista economico
possiamo vantare una crescita del margine d’interesse
sbalorditiva e in controtendenza rispetto alle altre BCC,
se non avessimo pagato lo
scotto della crisi finanziaria
europea, avremmo avuto un
Bilancio ancora più in salute.
Per l’imminente futuro abbiamo preparato il rilancio
economico mediante nuovi
investimenti. L’apertura di
una nuova filiale, il prossimo
14 febbraio, a Salerno ne è un
esempio ma abbiamo molti
altri progetti in cantiere.
Siamo attenti alla valorizzazione del territorio e pronti a
sostenere nuove idee imprenditoriali e progetti capaci di innescare quello sviluppo che tarda ad arrivare.
Circa un mese fa abbiamo organizzato un incontro a Roccadaspide con l’imprenditoria cilentana, ne seguirà un
altro ad Oliveto Citra e presto presenteremo un progetto dedicato ai giovani che vogliono restare, denominato
“ULISSE”.
N°03 del 29 Gennaio 2011
Cultura
3
Il libro di Gabriele Bojano, un viaggio nei vizi e nelle virtù della categoria
“Come eliminare i giornalisti (senza finire in prima pagina)”
Cinquanta sono le tipologie di
giornalisti passate in rassegna
in questa stravagante antologia
di comportamenti bizzarri, deplorevoli o semplicemente...
umani, e cinquanta sono anche
i modi, diciamo incruenti, elaborati per sbarazzarsene. La
dissacrante galleria di ritratti
composta da Bojano non dimentica nessuno: dagli ansiosi
ai cagionevoli, dai boriosi ai furiosi, dai cronisti ai cronici, dai
distratti agli stracotti, dagli evitati agli svitati, dai furbetti ai
malandrini, dai parziali agli imparziali, dai tecnologici agli arretrati, dai trendy ai tendenziosi.
“Di giornalismo e di giornalisti si parla molto in questi ultimi tempi. Si parla invocando
maggiore attenzione nei confronti di una presunta libertà di
stampa minacciata. Si parla in
quanto, nelle contrapposizioni
politiche, i giornali sono diventati non già motivo di informazione, ma punte di diamante di schiarimenti” spiega Maurizio Costanzo nella prefazione “Non credo che negli inte-
ressi di Bojano ci sia quello di
presentarsi all’attenzione del
pubblico come fustigatore
della categoria, bensì come addolorato e talvolta divertito osservatore di quel che lo circonda, essendo, ovviamente, giornalista”.
Senza cattiveria ma con una
buona dose di ironia, Gabriele
Bojano spazia dal giornalista
Hulk, geniale ed estroverso ma
pronto a sterminare chiunque
leda i suoi privilegi, al giornalista televisivo descamisado
che, con buona pace del bon
ton, insiste per andare in onda
senza giacca; passa dal reporter talent scout riconoscibile
dal giro di ragazze bellocce
alle quali propina improbabili
consigli per fare carriera (Farò
di te una nuova Fallaci! È la sua
frase preferita) al collega perennemente imboscato che esibisce patologie da Enciclopedia medica. Irresistibile il giornalista Award, sempre pronto a
ritirare (o a consegnare) premi
alla carriera fedele al motto:
oggi a me domani a te, per non
parlare del tipo Welcome,
pronto a ogni forma di servilismo per fare carriera.
Gabriele Bojano è nato a Sa-
lerno, dove vive e
lavora. Laureato in
Giurisprudenza,
giornalista professionista, è stato un
pioniere dell’emittenza radiofonica
privata nel Sud e
ha
collaborato
con “Il Giornale di
Napoli”, “Roma”,
“Il Mattino”, “Il
Giornale” e “Libero”.
Autore di un libro
gastronomico
“Penna all’arrabbiata”, ha scritto
sceneggiature cinematografiche,
spettacoli di cabaret e ha lavorato
come capo Ufficio
Stampa per il Giffoni Film Festival e
per altre manifestazioni di rilievo
nazionale. Attualmente è vicecaposervizio del “Corriere del Mezzogiorno”.
EBOLI.Agrario, il nostro giornale partner per un progetto sulla legalità
Giglio di mare ed aziende agricole confiscate
Il Giglio di mare come simbolo di legalità: questo il titolo del progetto finanziato
dal Fondo Sociale Europeo
Obiettivo C 3 “LE(g)ALI AL
SUD: UN PROGETTO PER
LA LEGALITA’ IN OGNI
SCUOLA” con l’obiettivo di
sensibilizzare i giovani alle
problematiche ambientali, di
rafforzare la “coscienza ecologica”, di operare nel rispetto delle regole, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecositema.
Le esperienze vissute verranno condivise e comunicate
grazie al settimanale Unico,
partner del progetto, ed il relativo canale web, per sottolineare la necessità di partecipare, informare, mettere in
comune gli obiettivi raggiun-
ti.Propagare le piante di Giglio di Mare attraverso attività di vivaismo presso le serre
della nostra sede scolastica
per poterle, successivamente, reintrodurre nei tratti delle
nostre coste in cui la specie
è sempre meno presente diventerà la metafora della difesa dell’ecosistema costiero,
in particolare delle dune tipiche delle nostre spiagge e
della legalità contro l’edilizia
selvaggia e la speculazione
immobiliare.
Il giglio di mare, quindi,
come simbolo di legalità: il
nome scientifico della pianta, infatti, Pancratium maritimum L., significa “tutta
forza”, proprio perché, pianta alofila, si è adattata a vivere in ambienti ostili, com-
piendo il suo ciclo vegetativo su dune salmastre proibitive per numerosissime altre
specie.
Il progetto, da realizzarsi in
orario extracurricolare, coinvolgerà diversi Enti Partner:
Oasi Dunale di Paestum - Capaccio, Ente Nazionale Legambiente di Paestum, Ente
Nazionale Parco del Cilento
e Vallo di Diano, Associazione per il recupero del disagio
di Barcellona Pozzo di Gotto
(ME) ed alunni delle classi
terze dell’Istituto comprensivo Virgilio di S. Cecilia.
Gli alunni dell’Istituto Tecnico Agrario coinvolti, inoltre,
parteciperanno ad incontri
formativi con tutor interni,
esperti esterni di chiara fama
e, a Barcellona Pozzo di
Gotto (ME), visiteranno
aziende agrarie confiscate
alla mafia per coniugare
obiettivi didattici e competenze trasversali coerenti con
gli obiettivi del progetto.
Siamo convinti, infatti, che se
troviamo semi buoni da piantare le cose possono effettivamente cambiare, come recita la splendida canzone di
Carmen Consoli alla sua
amata Terra (A’ Finestra) e,
soprattutto, che i ragazzi rappresentano il terreno ideale
per ottenere l’unico frutto capace di garantire un futuro
migliore.
Mariano Reina
www.dipogas.net
Stabilimento imbottigliamento G.P.L.
Matinella di Albanella (Sa) Via Bisceglie
tel 0828 98 45 88 0828 98 47 59
Primo Piano
4
N°03 del 29 Gennaio 2011
La denuncia arriva dai coordinatori locali ospedalieri e delle Asl per i prelievi d'organi e tessuti
Trapianti d’organo a rischio. Vogliono spostare il Crt
In Campania sono a rischio i
trapianti d'organo. La denuncia arriva dai coordinatori locali ospedalieri e delle
Asl per i prelievi d'organi e
tessuti che invocano l'intervento della Regione per l'applicazione delle delibere riguardanti l'entrata in funzione del Centro Regionale Trapianti all'ospedale Cardarelli. In particolare, il coordinamento contesta alla Regione
la mancata contrattualizzazione del designato direttore
della struttura Ernesto Di
Florio, nonostante decreti e
delibere avessero già stanziato i finanziamenti per l'attività del centro trapianti. Se
non saranno applicate le delibere sul Crt, la Campania
dovrà fare riferimento per le
donazioni d'organi all'Organizzazione Centro Sud trapianti di Roma. Questo, in
parole significa tempi dilatati e grave rischio per gli ammalati.
SCARSEGGIANO LE DONAZIONI
Poche le donazioni di organi
in Campania, sempre tante le
persone in lista d’attesa per
un trapianto.
La regione non decolla nonostante le cifre abbastanza positive registrate nel 2010. Un
passo avanti ma non ancora
sufficiente e che pone la
Campania in affanno rispetto al resto del paese.
Alla Toscana va il primato
della solidarietà con circa il
50 donatori effettivi per milione di abitante, seguita da
Friuli Venezia Giulia, 36 donazioni ed Emilia Romagna
32. Dati che si scontrano con
quelli della Campania 12,7
donatori per milioni di abitante.
Se prendiamo la lente d’ingrandimento queste statistiche si traducono in circa 90
trapianti di rene, 60 di fegato
e 25 di cuore. Però un dato
positivo c’è: sta lentamente
diminuendo il numero degli
oppositori, ovvero quelli che
hanno detto no al prelievo di
organi di un loro familiare.
Ma la strada da percorrere è
ancora lunga. Così come lunghe sono le liste d’attesa per
chi, grazie al trapianto può
uscire dal tunnel di malattie
gravi, invalidanti e mortali.
Circa tre anni è il tempo di
attesa per chi attende un
rene; 2,14 per chi ha bisogno
di un fegato “nuovo”; 2,40
l’attesa per un cuore; 1,85 per
un polmone.
Se solo si donasse di più…
AVEVA UNA VITA. NE HA
DONATE SETTE. Questa è
la storia di Nicholas Green,
in bambino californiano ucciso nel 1994 mentre era in
auto con i suoi genitori sulla
Salerno Reggio Calabria. La
loro automobile fu scambiata per quella di un gioielliere
da una banda di rapinatori.
Gli uomini fecero fuoco, colpendo Nicholas a morte. I ge-
nitori chiesero di poter donare gli organi del loro bambino, un gesto che salvò la vita
a cinque italiani e ridiede la
vista a due persone grazie al
trapianto di cornea.
Sono trascorsi diciassette
anni da quell’episodio che, in
parte, contribuì a raccontare
all’Italia e al mondo i risvolti scientifici ed umani del
prelievo degli organi. Da allora qualcosa è cambiato. In
meglio. Ma sono ancora tanti
i dubbi, le incertezze e la necessità di dare ed avere informazioni su un tema che si
intreccia con questioni etiche,
religiose, legislative. Ma, soprattutto con la paura capace
di rendere inerme chiunque.
maler
Un lettore affaccia una proposta
Le nuove opportunità per l’agricoltura sotto serra
Cercate un sexygate cilentano
Comparto di rilevanza nazionale
DALLA PRIMA
territorio, disoccupazione, emigrazione, emarginazione, aree
industriali abbandonate a se
stesse. Una terra più o meno
inaccessibile e irraggiungibile
per le inadeguate vie di collegamento rimaste perennemente
le stesse per secoli. I problemi
della Statale 18, ad esempio, risalgano ai tempi del Brigantaggio. Questi ed altre mille preoccupazioni assediano, quotidianamente, la mente dei cilentani. Siamo talmente afflitti e
abituati a risolvere le difficoltà
importanti della vita che invidiamo chi, a livello nazionale,
ha invece la fortuna e “l’onore”
di preoccuparsi per cose “di tutt’altro spessore”: festini a luci
più o meno rosse, modelle,
escort, provini, personaggi dello
spettacolo, intrattenitori, show
girls, confidenze piccanti..etc.
Che bellezza ragazzi miei, e
che invidia per coloro che non
hanno niente da pensare se non
alle performance sessuali di
qualche ragazza squillo. E’ proprio vero, bisogna avere fortuna
anche nel prendersi le cose negative! E noi siamo proprio sfortunati Per noi solo e sempre
problemi veri. Per questo, Vi
chiedo, regalateci una tregua,
“una vacanza mentale” per le
nostre nevrosi quotidiane. Regalate anche a questa terra martoriata ed abbandonata la possibilità di parlare di banalità, di
sesso, di bunga bunga, di Ruby,
del suo seno rigonfio, delle sue
“amiche di mille battaglie”,
delle “battaglie”..in tutti i minimi particolari. Che si organizzi
“una serata naif” per i nostri sindaci, presidenti, assessori, consiglieri e i loro affini e sodali,
con ballerine semi nude, che “si
avvinghiano” tra di loro in balli
frenetici e conturbanti. Intercettate le conversazioni telefoniche. Immortalate i passaggi di
denaro per i conseguenti ed inevitabili rapporti sessuali. Insomma, create un sexygate cilentano! Fate in modo che la nostra
mente possa essere invasa e pervasa da argomentazioni di siffatta natura. Regalateci la gioia
di capire che il mondo è fatto
anche di stupidaggini. E poi,
che ci vorrà mai. Basterà fare un
giro di telefonate; di bellezze cilentane ne abbiamo tante,
anche certificate e timbrate a
Salsomaggiore, certo, saranno
meno sfrontate di Ruby e company, porteranno nomi più tradizionali, ma con le indicazioni giuste sapranno muoversi e
contorcersi come esperte del
settore. Infine, bisognerà coinvolgere uno o più politici. Caro
direttore, ti prego, fino ad oggi
abbiamo apprezzato il tuo impegno anche sociale per la nostra terra, ma se vuoi davvero
dare una mano ai cilentani, elabora un siffatto scandalo, scrivine per giorni e giorni con titoli
in prima pagina e a caratteri
“stracubitali”. Regalaci un po’
di sana e genuina banalità. Rocco Cardinale
Le opportunità offerte dalla
Legge Regionale 13/2010 sono
state al centro di un convegno
tenutosi, con straordinario successo di pubblico, martedì 18
gennaio, alle ore 17.30, presso
l’Istituto Tecnico Agrario Giustino Fortunato di Eboli (Sa).
L’evento, promosso dalla Federazione nazionale Unimpresa Agricoltura, guidata da Emilio Ferrara, ha consentito la divulgazione degli aspetti della
legge a favore del comparto
agricolo della Regione Campania approvata lo scorso novembre dalla giunta regionale
della Campania. Impulso alle
strutture di produzione della
filiera orticola e florovivaistica,
alla competitività delle aziende sul mercato, alla tenuta occupazionale, all’ammodernamento degli impianti serricoli,
alla salubrità delle produzioni
ed alla tutela della salute dei
consumatori gli aspetti più rilevanti della legge.
Il convegno si è aperto con i saluti della prof.ssa Laura Maria
Cestaro, Dirigente scolastico
dell’Istituto Tecnico Agrario
Giustino Fortunato, che ne ha
sottolineato la lunga e consolidata tradizione nonché l’impulso decisivo dato all’agricoltura della Provincia dai nume-
rosi Periti Agrari e Periti Agrari Laureati che per generazioni
hanno ricevuto, grazie alla
qualità professionale dei docenti e del personale tutto, una
formazione rigorosa ed efficace. “Benvenuti e bentornati,
siamo lieti di ospitarvi in questa scuola, che si nutre di alleanze e sinergie con il territorio,
con l’obiettivo di formalizzare
e consolidare rapporti con Enti,
decisori politici ed imprese che
costituiscano una concreta risposta occupazionale per gli
studenti che escono dall’Istituto”, chiosa il Dirigente.
Sono seguiti gli interventi di
Emilio Ferrara, responsabile
nazionale di Unimpresa Agricoltura, di Martino Melchionda, Sindaco di Eboli, la relazione del Consigliere Regionale
Antonio Marciano, di Pasquale
Angione, dirigente del settore
tecnico e delle politiche comunitarie del Comune di Battipaglia, di Rosario La Corte, dirigente dell’area Sviluppo del
territorio del Comune di Eboli,
dei
rappresentanti e dei Presidenti
delle categorie professionali
della Provincia di Salerno: Ordine degli Architetti, Collegio
dei Periti Industriali, Collegio
degli Agrotecnici, Collegio dei
Periti Agrari e Periti agrari laureati, Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Ciro
Robustelli, presidente del Collegio dei Geometri, Armando
Zambrano, presidente dell’ Ordine degli Ingegneri. A Paolo
Longobardi, presidente nazionale di Unimpresa, sono state
affidate le conclusioni.
Numerosissimi gli interventi
ed incisivo il dibattito seguito,
aperto dal dott. Vito Busillo,
Presidente del Consorzio in destra Sele. Interesse e partecipazione le note distintive del
convegno che, come ha sottolineato il dott. Domenico Maisto,
presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, ha declinato formazione,
impresa, professionalità, tradizione, appartenenza in una
cornice, quella dell’Istituto tecnico Agrario Giustino Fortunato di Eboli, che è sede privilegiata di convegni di settore di
rilevanza nazionale, segno inequivocabile del riconoscimento, da parte di Enti, Istituzioni,
Imprese, autorevoli categorie
professionali del ruolo strategico che riveste nel territorio di
cui, ormai, è parte integrante e
di assoluto valore.
Mariano Reina
Capaccio
N°03 del 29 Gennaio 2011
5
Marino cambia il tanto che potrebbe bastare per tirare a campare
Agresti e Buccella in giunta per far avanzare il Puc
Pasquale Marino, sia pur tentato di azzerare la giunta e ripartire da cinque, ha optato
per l’intervento chirurgico revocando i due assessori ribelli, Roberto Ciuccio ed Eugenio
Guglielmotti, indisponibili a
votare senza cambiamenti il
Puc numero tre firmato da
Francesco Forte. Pertanto, la
soluzione della crisi strisciante che attanaglia l’amministrazione comunale da lui diretta, all’innesto di Giuseppe
Agresti e Rosario Buccella, il
primo architetto, il secondo
avvocato.In verità, Marino
avrebbe pure avuto i numeri
(tre assessori più il sindaco)
per forzare l’approvazione del
piano urbanistico, ma per la
necessità di alcuni assessori
che devono assentarsi al momento del voto delle particelle dove potrebbero esserci in-
GIUSEPPE AGRESTI
ROSARIO BUCCELLA
teressi diretti, non ha voluto
rischiare incidenti di percorso
con un verbale della seduta
che sarebbe sembrata più ad
una “porta girevole” che al resoconto di una seduta di
giunta. Ecco perché si è reso
necessario la ricostituzione di
un esecutivo “fresco” di nomina dove sarebbero presenti
assessori che, unitamente alla
carica accetterebbero anche
l’onere di assumersi la responsabilità di votate l’ultima
relazione di Forte.L’ipotesi di
un azzeramento totale si è infranta, presumibilmente sul
muro eretto dal sindaco a “a
difesa di Lorenzo Tarallo.
Ovviamente, Marino non può
Il retroscena di Ciuccio e Guglielmotti
“Le nostre motivazioni”
Gli ex assessori comunali di
Capaccio Paestum, Roberto
Ciuccio ed Eugenio Guglielmotti, hanno protocollato
una nota al sindaco Pasquale Marino, nella quale hanno
spiegato le motivazioni per
cui non hanno preso parte
alla votazione in Giunta per
l’adozione della proposta
della relazione programmatica di Puc.
Nella missiva, che è stata inviata anche al presidente del
Consiglio, Paolo Paolino, i
due assessori hanno comunicato di “non essere in condizione di partecipare all’adozione della delibera di
proposta in quanto incom-
patibili alla votazione”. Ne
fanno una questione di rispetto della legge: a sostegno
citano il regolamento consiliare, l’articolo 323 del codice
penale e l’articolo 78 del decreto legge 18/8/200-267.
Quest’ultimo stabilisce che
“gli amministratori devono
astenersi dal prendere parte
alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro
parenti o affini sino al quarto grado.
L’obbligo di astensione non
si applica ai provvedimenti
normativi o di carattere generale, quali i Piani Urbanistici, se non nei casi in cui
Via Magna Graecia 281, 84040 Capaccio Scalo
tel 0828 724949 fax 0828 720775
sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e
specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado”.
L’articolo 323 del codice penale, invece, stabilisce che “il
pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che
nello svolgimento delle funzioni, in violazione di norme
di legge o di regolamento,
ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri
un ingiusto vantaggio patrimoniale è punito con la reclusione da sei mesi a tre
anni”.
e non vuole rinunciare al suo
più stretto collaboratore che è
anche la persona che, ai tempi
dell’amministrazione Sica,
tenne in lui viva la fiammella
della voglia di riscatto.
La scelta minimalista adottata
non preclude a Marino nessuno sbocco della crisi.
Rassicura la parte della maggioranza che, da tempo, chiedeva la “testa” di Guglielmotti che, fin dal primo momento, ha incontrato forti resistenze: solo il sindaco lo ha sempre difeso e responsabilizzato.
La situazione è precipitata
quando anche il super assessore, Roberto Ciuccio, ha
preso altre vie: ha aderito all’associazione Principe Arechi,
la “cassaforte elettorale” di
Edmondo Cirielli, presidente
della provincia di Salerno.
Altri “mal di pancia”, in seno
a quello che resta della maggioranza e nella stessa giunta,
si sono attenuati ma son pronti a riemergere in ogni momento. Per cui l’amministrazione Marino da questo momento in avanti navigherà a
vista nel tempestoso mare dell’iter burocratico del Puc.
A Capaccio Paestum, non
resta che aspettare un mesetto
per capire se le rose che fioriranno dopo la potatura invernale saranno così belle da far
passare sotto silenzio di (il
tempo necessario ai “novizi”
di prendere visione della
“carte” che dovranno farsi di
avallare) le “grida” provocate
dalla spine, oppure dovrà
prendere atto del fatto che,
anche al terzo tentativo, di
Forte per emulare l’architetto
Arilaldi: l’unico che è riuscito
a dare uno strumento urbanistico alla Città dei Templi.
Bartolo Scandizzo
Capaccio-Paestum
6
N°03 del 29 Gennaio 2011
CAPACCIO.
Gerardino Cavaliere, sindaco di Roccagloriosa, è il nuovo direttore generale
Sicurezza, il 30
gennaio incontro
al Savoy
Catarozzi: “Bonifica, c’è la verifica regionale”
Il Centro Studi per la Difesa e la Sicurezza (Ce.S.Di.S.) Distretto Regione Campania e la SmartCare
s.r.l., in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Napoli e di Salerno, il C.N.R. (Consiglio Nazionale della Ricerca) l’IMAA (Istituto di
Monitoraggio per le Analisi Ambientali) l’Amra (Analysis and Monitoring of Environmental Risk) la
Geosdi (Network per le Informazioni e Dati Geospaziali) il SIN (Sistema Informativo Nazionale per lo
Sviluppo dell’Agricoltura), organizzano per la Regione Campania, il
Workshop: “La Sicurezza Ambientale e Idrogeologica” La Campania è
una delle regioni a più elevato rischio ambientale ed idrogeologico:
il 92% dei comuni di questa regione si trova in aree a rischio ed eventi come esondazioni, frane e smottamenti non sono rari. La frana di
Sarno, le esondazioni del Sele, sono
tutti esempi di come la gestione del
territorio come semplice riparazione
dei danni o erogazione di previdenze non sia più possibile e si
debba passare ad una cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari
livelli, imperniata sull’individuazione delle condizioni di rischio e volta
all’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto
degli eventi.
PUC.
Sica: “Quel
copione già lo
conosco”
Sulle questioni legate al Puc s’infranse anticipatamente l’esperienza dell’amministrazione guidata
da Enzo Sica.
“Altre due vittime del puc... Ciuccio e Guglielmotti. Nel loro defenestramento si legge la stessa violenza con la quale fu liquidata la
mia esperienza amministrativa. Risento in questa vicenda quel cattivo odore di ricatto. Allora a questo punto vorrei che i cittadini sappiano che qualcosa di preoccupante si nasconde dietro tanta
tracotanza, e credo sia anche
giunta l’ora che chi di dovere accerti cosa si nasconde in quelle
carte . Quello che è certo è che
chi non ha obbedito è stato rispedito a casa senza tanto complimenti. Cosa alimenta tanta
spregiudicata violenza politica?
Spero che chi può, risponda , il
Paese ha bisogno che la giustizia e
la legalità prevalgano. Per il momento stanno soccombendo.”
Enzo Sica
Continuano le polemiche sull’assunzione al Consorzio di
Bonifica Sinistra Sele di Paestum del Direttore Generale,
Gerardino Cavaliere, dipendente della Regione, laureato
in Scienze della Produzione
Animale e sindaco di Roccagloriosa. Arriva, infatti, una
nuova lettera dell’avvocato capaccese Rosario Catarozzi
(nella foto). Riceviamo e pubblichiamo la missiva ricevuta
in redazione:
“A seguito del manifesto PDL,
che chiedeva a gran voce il
commissariamento del Consorzio Bonifica di Paestum per
presunte irregolarità gestionali, la Regione ha avviato, ai
sensi dell’art. 32 della legge regionale n. 4/2003, una verifica
sulla gestione del Consorzio
affidata ad una commissione
regionale del settore Agricoltura. Gli Organi di Amministrazione, intanto, con la ferma
opposizione dei consiglieri
Bellelli, Franco, Troncone e
Barlotti, strenui difensori della
integrità patrimoniale dell’Ente e del rispetto delle regole di
trasparenza ed efficienza, e
l’astensione di Franco Tarallo,
hanno proceduto all’assunzione del Direttore Generale nella
persona di Gerardino Cavaliere dipendente della Regione,
laureato in Scienze della Produzione Animale e sindaco di
Roccagloriosa. L’assunzione,
assolutamente estranea al nostro territorio, è avvenuta
senza alcun concorso o avviso
pubblico; in assenza quindi di
una selezione sui titoli e sulla
professionalità ed in difetto di
ogni regola di trasparenza ed
efficienza (art. 16 legge regionale n.4 del 2003 e Decreto legislativo n. 165 del 2001).
GIUSEPPE TRONCONE,
TRA I RICHIEDENTI DELL’ISPEZIONE REGIONALE
Esprimo con forza tutto il disappunto per un atto ingiustificato, ingiustificabile ed offensivo per i tanti validi professionisti del nostro territorio
e messo in piedi in tutta fretta
nelle festività natalizie. E’ una
vicenda strana e confusa! Evidenzio alla pubblica opinione,
ed agli Organi Regionali deputati al controllo, l’occupazione di posti di potere in un
Ente a personalità giuridica
pubblica come se invece fosse
un oggetto privato di cui disporre a proprio piacimento,
come se chi eletto dai consorziati avesse anche il potere di
elargire posti di lavoro con un
totale disinteresse per regole
di trasparenza ed efficienza e
con un’assoluta mancanza di
senso istituzionale che questa
occupazione di puro potere
esprime in tutta la sua volgarità. Come se il denaro dei consorziati fosse il denaro di nessuno e senza nessun rispetto
di regole , che pure vi sono, e
disprezzo assoluto per il criterio della trasparenza e del merito. Quale merito infatti può
essere ascritto al prescelto sig.
Cavaliere se non l’appartenenza al gruppo di potere piuttosto che la competenza ? Quali
titoli, quali meriti se non sono
stati mai comparati con altri
possibili candidati? Gli Organi di Amministrazione del
Consorzio, ancora una volta,
sono tenuti a spiegare le motivazioni di tale scelta! Basterebbe dare evidenza al precedente Bilancio approvato, con
una relazione dei revisori al
richiamo del rigore finanziario
ed alla facilità con la quale il
nuovo collegio dei revisori (il
cui presidente dr. Fortunato è
, caso strano, della stessa area
geografica del fortunato
nuovo direttore generale) rilascia pareri di congruità sui
quali, richiamando i documenti dei consiglieri di opposizione e del PDL di CapaccioPaestum, chiedo che siano verificate la legalità contabile e
giuridica in uno al bilancio approvato nel quale sembra non
esservi alcuna previsione di
copertura finanziaria per la
detta assunzione. Non resta
che invocare le dimissioni del
Presidente Fraiese (che dovrebbe spiegare questa spallata ai suoi sbandierati precedenti comportamenti di rigore
e trasparenza, la sua precedente difesa alle imprese e dei
professionisti del territorio
come evidenziato nel manifesto dei consiglieri di opposizione), del vice presidente Roberto Ciuccio (sostenitore dell’assunzione), la revoca della
delibera di assunzione del Direttore Generale (che deve rendere conto, con evidenza pubblica, dei suoi titoli e delle sue
capacità professionali) e l’invito ai consiglieri consortili di
sfiduciare la maggioranza.
Sono anche pronto, sul punto,
ad un confronto pubblico con
il Presidente Fraiese ed il vice
Presidente Ciuccio! Tuttavia
non manco, come ha già fatto
il PdL di Capaccio-Paestum,
di ribadire alla Giunta Regionale, una formale richiesta di
COMMISSARIAMENTO del
Consorzio Bonifica di Paestum”.
Rosario Catarozzi,
già Vice Sindaco
di Capaccio-Paestum
LOGISTICA
LETTIERI S.r.l.
Ritiro e consegna in tutta
Italia entro 48 ore
tel 0828 742699
fax 0828 943356
[email protected]
Contatti
Via della Lusa, 10 Loc. Fonte di
Roccadaspide (Sa)
N°03 del 29 Gennaio 2011
Capaccio-Paestum
7
L’ANALISI. Tutti contro tutti, ma una logica c’è: fare sempre peggio
Il Puc di Capaccio è un inferno pieno di trabocchetti
Oramai siamo alla soluzione finale, tutti contro tutti. Il sindaco contro gli assessori. Gli assessori incompatibili con se
stessi. Due assessori contro il
sindaco, con la loro defezione
garantiscono il fallimento del
Puc in giunta.
Il primo cittadino contro la
giunta. La “signora giunta”, per
evitare di perdere la propria verginità, minaccia di autoriformarsi con nuovi e più fedeli
componenti. Gli amministratori contro gli interessi propri dei
loro parenti e affini. I pubblici
ufficiali che si astengono contro
il proprio interesse e dei propri
congiunti. Il presidente contro il
professore. I consiglieri in ordine sparso contro la giunta. Il
consiglio contro se stesso e le
sue deliberazione, perennemente contraddette. I professionisti contro i tecnici. La LiPA (liberi professionisti associati) contro il professor Forte contro i Capaccesi, accusati di vivere della
loro “grassa ignoranza”. La
LiPA contro il compenso di
Forte, che il sindaco non rende
noto. Il Professore che si arroga
il merito, col suo libro, della
scoperta di Capaccio-Paestum,
mentre noi cittadini dell’ameno
sito inconsapevoli vivevamo
come “ciucci tra i suoni”. I Capaccesi contro il Professore e la
voglia di conoscere quanti soldi
pubblici hanno contribuito all’edizione del testo cui Forte fa
riferimento, per non passare per
fessi ed essere al contempo
“cornuti e mazziati”. Il tempo è
passato, passa e passerà , ma le
pietre doriche si ritrarranno
sempre, dall’abbraccio mortale
dei barbari contemporanei.
L’amministrazione Comunale
chiamata a nominare un “Gran
Giurì’” che verifichi gli onorari
percepiti dal tecnico incaricato
e la rispondenza del PUC alle
leggi e alle volontà del consiglio
comunale. La cementificazione
del territorio, prevista dal piano,
fondata su una previsioni di crescita demografica raddoppiata
rispetto agli ultimi vent’anni ,
che fa a “cazzotti” con lo sviluppo sostenibile e la conservazione del suolo agricolo e del
paesaggio. Una cementificazione che fa perno su Cannito e
Capaccio Scalo, che il sindaco
si affretta a smentire coi numeri
e le percentuali, senza precisare però, le volumetrie e le quadrature. I consiglieri di minoranza, con una folta schiera di
ex sodali, che scrivono al Prefetto, mettendolo al corrente
della diffida nei confronti del
sindaco e degli assessori, affinché i terreni agricoli trasformati in edificabili di proprietà degli
amministratori, vengano esclusi dal PUC. I consiglieri di maggioranza arroccati nella loro
torre d’avorio a difendere l’indifendibile. Un Puc che sembra
un “casino” pieno di scelte urbanistiche discutibili, un caos
edilizio, una promiscuità di destinazioni d’uso, una metodologia edificatoria che privilegia gli
uomini al potere. Gli amministratori ciechi, muti e sordi ai
suggerimenti migliorativi che
provengono da menti illuminate presenti sul territorio. Il tutto
condito dal convincimento e
dalla determinazione, proveniente da vari settori politici,
professionali ed associativi,
delle dimissioni di Forte. Il mio
contro il tuo. Alla fine non si capisce “una cippa lippa” .Beata
ignoranza che ci fa vivere nella
speranza.
Lucio Capo
LA BUONA NOTIZIA. Da Sterpinia a Poseidonia: completata
la posa dell’asfalto sulla via del mare di Paestum
La via Sterpinia, rinominata in
via Poseidonia, oggi passa
dalla condizione di strada
della vergogna (intesa verso i
tanti turisti che la praticano
per raggiungere il mare di Paestum) alla dignità di un’arteria
degna di questo nome.
Per la prima volta diventa il
degno anche il toponimo Po-
seidonia, con cui veniva chiamata Paestum nell’antichità,
che gli amministratori le
hanno voluto intestare a testimonianza dell’importanza che
ha assunto per il settore turistico.
Ci sarebbe da completare
l’opera con le vie che scendono
perpendicolari ad essa e al
mare, anch’esse impraticabili
per le buche e i rattoppi con
cui ci si è accaniti a tentare di
rianimarle. Ma questo sarà il
naturale lavoro di complemento che sarà certamente
nelle intenzioni programmatiche di chi ne ha la responsabilità.
biesse
Agropoli-Castellabate
8
N°03 del 29 Gennaio 2011
Le aree senza automobili sono gradite dai turisti
Ampliare non eliminare l’isola pedonale
Spesso e non solo d’estate, con
piacere mi reco in Agropoli per
godere di una tranquilla passeggiata, ammirare un bel panorama, visitare qualche negozio e magari, poi, consumare
una gustosa cena, fosse anche
fatta di sola pizza napoletana. E
perché Agropoli, mi chiederà
qualcuno dei miei incauti dieci
lettori? Perché ci sono un corso
e una piazza dove si può camminare senza il pericolo di
auto che sfrecciano o il rischio
di un motorino che agganci la
borsetta della tua compagna;
perché lì è possibile incontrare, fermarsi con qualche amico
e scambiare qualche parola
senza alzare il tono della voce
affinché non sia sopraffatta dal
rumore dei motori. Insomma
perché lì c’è un’isola pedonale!
Per quanto riportato dalla stampa, leggiamo in questi giorni
che si sta valutando la proposta, pare venuta dai commercianti, di riportare auto, moto
e rumori sulla piazza e sul
corso. Il motivo? Si presume
che il ripristino del traffico sia
strumento di crescita e promo-
zione del commercio. E per intanto una considerazione generale e di premessa. Le città
non appartengono solo alla categoria dei commercianti, ma
all’intera Comunità, ai bambini
come ai vecchi, ai giovani
come agli anziani, all’impiegato come al libero professionista, e se essa basa il grosso
della sua economia e la sua immagine sul flusso turistico, essa
appartiene per intero al turista.
E l’economia del turismo non
è solo quella estiva, ma anche
quella destagionalizzata, sempre che la governance del territorio sia capace di promuoverla.
Quanto al merito, quella dell’attività commerciale legata
alla circolazione dell’auto è la
vecchia e falsa illusione del
commerciante che addebita ad
altri la sua incapacità di attrarre clienti, quella falsa opinione, non suffragata dalla realtà
e da serie ricerche, che sempre
ha accompagnato le decisioni
di riservare ai pedoni tratti delle
aree urbane, quasi sempre centri storici. I commercianti do-
vantaggi che esse comportano.
Oltre a quello economico, una
piazza e una strada non invase
da auto e motorini, per prima
cosa sono restituite alla loro
tradizionale ed essenziale funzione, che era quella di uno
spazio d’incontro, un luogo di
aggregazione sociale, un momento del festoso napoletano
struscio o del più compassato
milanese passeggio serale; ma
è anche strumento per attrarre
il turista, sia esso dell’area contermine o di altra lontana, per
qualche ora di salutare camminata o di pacifico consumo
commerciale e culinario, senza
contare i vantaggi per la qualità della vita e la riqualificazione della zona. E allora non si
stia a discutere per farsi del
male: si riqualifichi la zona, si
ampli e si dia avvio a un restyling complessivo unitamente
alle altre più visitate e panoramiche, che ormai denotano
segni evidenti di degrado e abbandono.
Aurelio Di Matteo
Società Italiana
di Scienze del Turismo
vrebbero almeno conoscere
l’unico studio attendibile,
anche se vecchio di alcuni
anni, prodotto proprio da Confcommercio, da cui risulta che
nelle zone pedonalizzate si
hanno una notevole rivalutazione del mercato immobiliare
e l’incremento del volume d’affari che si attesta sopra il 20%.
Proprio nel 2010 appena finito
è stato ricordato il trentesimo
anno della prima isola pedonale cittadina istituita in Italia:
area dei Fori imperiali, a ridosso del Colosseo. Oggi nelle
città prese a campione dal monitoraggio, siamo giunti ad
avere per ogni 100 abitanti 34
mq di area pedonalizzata.
In Europa le Amministrazioni
civiche più attente hanno già
realizzato interi nuovi quartieri senza auto. Figuriamoci in un
centro urbano che, legittimamente, aspira a essere il polo
turistico a Sud di Salerno!
Le pedestrian zone dovrebbero costituire il fiore all’occhiello di ogni realtà urbana, un
grosso attrattore di presenze
umane per gli indubbi aspetti e
Incontri con l’arte presso il centro culturale “Keramos”
L’ “ArteNativa del martedì”
Ritornano, dopo la pausa natalizia, gli appuntamenti dedicati all’arte che, nel corso dei secoli, ha interessato il territorio
cilentano e salernitano.
In occasione dell’incontro di
martedì 25 gennaio, Unico ha
intervistato Milena Esposito,
presidente dell’associazione
culturale “Gli Occhi di Argo”.
‹‹Questi appuntamenti nascono dalla collaborazione con il
“Centro Studi Hemera”. Insieme - spiega la Esposito - abbiamo iniziato una serie di incontri il primo dei quali è stato (a
novembre) dedicato ai latini e
greci››.
Gentile dott.ssa Esposito, come
nascono questi incontri?
‹‹Questi appuntamenti nasco-
MILENA ESPOSITO
no dal ritrovo di un gruppo di
amici innanzi tutto, che si incontrano per poter parlare liberamente di argomenti che solitamente sono un po’ “out” rispetto a incontri diciamo di tipo
più salottiero. Nascono dalla
voglia di condividere e approfondire dei discorsi e trattano
non solo di storia ma di arte in
generale: la lettura di brani di
letteratura e poesie dà spunto
ad approfondimenti biografici
e commenti critici; si ripercorrono, così, i vari periodi storici
sotto i diversi aspetti artistici,
anche attraverso le immagini››.
Il luogo scelto per questi incontri non è casuale?
‹‹No, infatti. L’ “ArteNativa del
mArtedì” è non soltanto un mo-
mento di studio, di approfondimento ma anche di svago. Abbiamo scelto il centro culturale
“Keramos”, dove da anni Andrea Guida si occupa di pittura e Antonio Guida cura il laboratorio di ceramica, perché
luogo d’arte, originale e stimolante, che ci permette di sviluppare incontri il più possibile
istruttivi e coinvolgenti. Di volta
in volta concordiamo i successivi appuntamenti e argomenti,
anche in base a quello che è lo
studio che ognuno di noi vuole
fare, approfondire. Nascono
così delle sinergie molto prolifiche, anche perché ci condizioniamo a vicenda nelle ricerche.
Serena Sgroi
di DOMENICO MARINO
e GIUSEPPE TROTTA
Trentinara (SA)
Via Roma 181 - bivio
info 330 502757
329 6329525
CARNI
provenienti da
allevamenti del Cilento
SALUMI
di produzione propria
SPECIALITAʼ
Cerca per i propri clienti:
appartamenti, ville, capannoni, attività commerciali
Via Magna Graecia, 335 / Capaccio Paestum / tel 0828 1842558 - 345 7740236
[email protected]
N°03 del 29 Gennaio 2011
Agropoli-Castellabate
9
COMMERCIO. Il sindaco avvia la consulta di settore
OMICIDIO VASSALLO.
Avviare la collaborazione tra gli operatori
Il sindaco
pescatore sarà
il protagonista
della puntata
del 30 gennaio
di Presadiretta
Un’importante iniziativa fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Agropoli si
terrà il 3 febbraio 2011. Si tratta della “Consulta per il commercio, il turismo e l’artigianato”. Verranno eletti il presidente, il vice presidente e i membri
del consiglio direttivo.
«La consulta – afferma il sindaco Franco Alfieri – è uno strumento fondamentale per un
reale e concreto confronto tra
l’amministrazione comunale e
il tessuto commerciale, artigianale e turistico della città.
L’obiettivo è attivare sinergie
con gli operatori per individuare strategie di sviluppo economico».
Per venire incontro a queste
esigenze, convinti della necessità di un maggior dialogo tra
le componenti della nostra
città, è stato creato questo strumento su proposta del sindaco
FRANCO ALFIERI
Alfieri e dell’assessore allo sviluppo Eugenio Benevento. All’assemblea, convocata da
Tommaso Battaglini, responsabile dello Sportello Impresa,
prenderanno parte tutti gli operatori economici, i rappresentanti per il commercio in sede
fissa, i rappresentanti dei pubblici esercizi, i rappresentanti
delle attività ricettive alberghiere ed extralberghiere, il
rappresentante degli artigiani,
il rappresentante per il commercio su area pubblica, i rappresentanti designati dalle associazioni dei consumatori
maggiormente rappresentative
a livello locale, il rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, maggiormente rappresentative a livello Locale, il rappresentante del commercio per
ogni quartiere, designato dal rispettivo comitato di quartiere,
A PARER MIO
i rappresentanti delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello
istituzionale, il rappresentante
dei mercati rionali presenti sul
territorio, il rappresentante del
mercato settimanale, nonchè il
rappresentante del Consiglio
Comunale dell’opposizione
perché in quest’ambito c’è bisogno che la città sia davvero
unita.
«La finalità della consulta –
spiega l’assessore Eugenio Benevento – quale organismo di
partecipazione, è quello di collaborare con l’amministrazione comunale con funzioni propositive, consultive e di studio
nella elaborazione di politiche
di programmazione e di sviluppo delle attività economiche».
Su Rai 3, da domenica 30 gennaio in prima serata alle 21,30, andranno in onda le nuove inchieste di Riccardo Iacona e della sua
squadra e la prima sarà incentrata su Angelo Vassallo, il sindaco
pescatore. “LABELLAPOLITI-
Filippo Romanelli
DI
CATELLO NASTRO
Il nostro pane quotidiano
Una delle preghiere
più
belle, del nostro mondo
religioso, s’intende, è il
“Pater
Noster”, quando
parla del pane quotidiano. Se
ad Agropoli, nel Cilento, in
Campania o in tutta l’Italia, il
pane aumenta del dieci, del
venti, o anche del trenta per
cento, nessuno se ne accorgerà. Forse qualche avara casalinga dedita solo a risparmiare
per lasciare un piccolo gruzzolo agli eredi, una volta volata all’altro mondo, forse qualche vecchietto con la pensione
sociale minima che deve pagare pure l’affitto, forse qualche
disoccupato cronico alla finta
ricerca di un lavoro finto pure
esso. L’aumento del pane in alcuni paesi del nord Africa, ha
fatto addirittura scoppiare la ri-
volta. La rivolta del pane…Ricordiamoci che anche in Italia,
molti, ma molti anni fa ci fu
una rivolta per eliminare la
tassa sul macinato. Parliamo di
quasi due secoli fa. Ma questi
paesi, cosiddetti emergenti,
con gas, petrolio, pesca e turismo, non si trovano al nostro
livello dei secoli passati. Qualcuno ruba!!! Questa caratteristica europea o, comunque,
dei paesi industrializzati con
gli abitanti che godono di un
reddito medio, come il nostro,
ad esempio, si sta sviluppando
anche in altri paesi assieme ad
altri fenomeni sociali, culturali e civili. La prostituzione, ad
esempio…Un mestiere vecchio
come il mondo che si è evoluto ed internazionalizzato. Certamente non per un tozzo di
pane. Ma per l’incontro di uno
sfilatino con una rosetta o addirittura una ciambella da alcune migliaia di euro. Se dalle
nostre parti un alto dirigente
politico mio coetaneo, non facciamo il nome per la legge
sulla privacy, ha sborsato una
somma superiore di gran lunga
alla mia pensione di impiegato
statale per andare a letto con
una “escort”, una sua compaesana, (N.B. della escort, naturalmente) moglie di un alto dirigente politico, è scappata con
una tonnellata e mezzo di oro.
Certamente non lo portava al
collo, ma in colli su un cargo
internazionale. Si dice che in
Cina ci sono i nuovi miliardari
che nelle loro esotiche ville
hanno fatto costruire la vasca
da bagno in oro massiccio.
Forse anche i loro volatili sono
d’oro? La storia non l’ha ancora svelato… Alcuni anni fa un
villeggiante, volgarmente detto
bagnante, ma nella fattispecie
correttamente, in pescheria, mi
faceva notare che l’aragosta
costava troppo. “Scusate, ma
pecchè
nun
v’accattate
(trad:comprate) alici ca’ costano quatte sorde ‘o chilo? ‘O
pesce azzurro fa pure bene ‘a
salute, mentre ‘a ragosta fa aumentà ‘o colesterolo…” E
meno male che la discussione
in pescheria non andò a finire
a…pesci in faccia! Morale
della favola? Si domanderà,
come sempre, il lettore attento
ed oculato… Mangiare tutti,
mangiare di meno. Fa anche
bene alla salute:chi mangia
poco muore di fame, chi mangia troppo muore di colesterolo. Quando parliamo di “equa
ripartizione del reddito pubblico” vogliamo, scherzosamente, affermare, seriamente, che
il pane deve essere assicurato
a tutti gli abitatori del pianeta.
Il companatico, in ultima analisi, può anche variare. Il caviale, oppure un uovo fritto!!!
Vanno bene parimenti.
ANGELO VASSALLO
CA”Speculazioni immobiliari?
Narcotraffico? A chi dava fastidio
Angelo Vassallo? Quali loschi affari stava cercando di bloccare?
Chi lo ha ucciso e perché? Riccardo Iacona è andato nel Cilento per seguire le indagini sull’
omicidio del sindaco di Pollica.Presadiretta torna di nuovo ad
occuparsi di ‘ndrangheta, tema di
una delle puntate gia’ andate in
onda. L’operazione di polizia e
carabinieri contro la cosca Commisso in Calabria getta nuova
luce sulla commistione tra l’organizzazione criminale e la politica. Ci sara’ anche la storia e la
testimonianza di un sindaco che
rischia la vita cercando di opporsi alla dilagante illegalita’.
Altavilla
10
N°03 del 29 Gennaio 2011
Echi e storie dal paese dove, non tanto segretamente, comandano le donne
Una comunità orgogliosamente matriarcale
1799: “Le donne altavillesi presto si armarono di roncole,
schidioni , scuri e mortai”, narrano le cronache, ed andarono
a combattere contro la banda
sanfedista che voleva prendere
il paese dalla parte del bosco
“Foresta”. Il resto della storia
viene raccontato ogni anno da
una bella rievocazione storica
(l’unica operazione culturale
seria che è ascrivibile all’amministrazione comunale uscente). Sì, perché Altavilla (che,
detto incidentalmente, è il mio
borgo natale) è un paese tradizionalmente matriarcale. La
storia delle donne protagoniste
comincia ancora da più lontano. Da quelle antenate che fortunosamente scampate alla
strage ordinata, del 1246, da Federico di Svevia, e che ripopolarono il paese dopo che i maschi – uomini: e bambini – furono tutti passati per le armi.
Ci volle allora davvero una
gran forza per far ripartire la
vita nel nostro paese e – probabilmente – da quella terribile
prova viene la straordinaria
forza e tenacia delle nostre
donne. Molto spazio hanno
avuto le nostre donne anche
nella letteratura: dalla Sofia che
incanta il giovane seminarista
Antonio Bennato alla bella
bionda adolescente che strega
il maturo don Aurelio Pipino,
mentre appaiono tranquille, assennate e gran lavoratrici le
donne de “Le novelle dell’Acquafetente”. Le contemporanee
sono invece le vere protagoniste dei romanzi di Francesco Di
Venuta. Un’aura romantica
hanno conservato Mariangela
Cantalupo che nel 1799 sposerà un ufficiale francese facendo
tre giri intorno all’Albero della
Libertà nell’allora Largo del
Castello, ma si ignora come sia
SIMONA ED ANTONELLA,
ANIMATRICI DI UNA BAND TUTTA AL FEMMINILE, “BLUEYES”.
UNA DONNA ULTIMAMENTE HA SCRITTO UN LOBRO TUTTO IN
DIALETTO, ROSARIA DI LUCIA
proseguita la liason quando il
graduato dovette lasciare il
paese, e poi la “briganta ” Francesca Cerniello che – oltre ad
esserne stata l’amante – sarà
anche il vero “uomo forte”
della banda di Gaetano Tranchella.
Dopo la storia delle donne diventa un fatto più corale e
meno individualistico. S’intreccerà con la prima guerra
mondiale e gli inizi dell’emigrazione verso l’America,
eventi che proietteranno le
donne altavillesi sempre più
verso il mondo del lavoro per
sostituire gli uomini assenti.
Con il fascismo sono di nuovo
risospinte verso il tradizionale
ruolo di “produttrici di figli”
ed arriverà poi la tragedia dell’ultimo conflitto con il suo corollario di figli, mariti e fidanzati stroncati dalla follia bellica e – nel settembre del 1943 –
i tristi bombardamenti su Alta-
settori specializzati
MICROBIOLOGIA
IMMUNOMETRIA
villa con donne, bambini ed anziani uccisi dalle bombe.
Le donne, nel secondo dopoguerra, avranno un ruolo di
primo piano nelle fabbriche locali, nel tabacchificio ed al conservificio di Borgo Carillia. Ma
qualche anno prima è una giovane altavillese tra le prime ad
infrangere il tabù che vedeva le
donne escluse dalla professione medica. E’ la dottoressa Vittoria Belmonte, madre del docente universitario Renato Aymone. Sarà anche lei la prima
donna ad affacciarsi – sfortunatamente – sulla scena della
vita politica locale. Tenterà infatti, nel 1948, con la lista del
Mulino, d’infrangere il duopolio tra Mottola e Galardi. Di lì
a qualche decennio, grazie ai
sacrifici dell’emigrazione e ad
una situazione sociale più aperta, anche ad Altavilla le donne
conquistano posizioni nel
mondo della scuola e della so-
www.laboratorionuovaalba.com
laboratorio accreditato SSN
tel-fax 0828.984155 cell. 329 4241226
[email protected]
Matinella (Sa),viale Europa 97, pal Cammarano
cietà nel suo complesso. Un
nome su tutte: Carmela Di
Agresti, che diventa dapprima
docente ordinario presso l’Università di Bari e poi preside di
una Facoltà della Lumsa di
Roma.
LA “MALA” NOMEA DELLO
SCIVOLIATURO. Un tempo
Altavilla Silentina era un paese
soprannominato “lo scivoliaturo” sia per l’accidentata conformazione urbanistica ed alti
metrica del suo centro antico
che per alludere ad una supposta e tutta da dimostrare abitudine alla trasgressione – nei
tempi andati – in fatto d’amore
delle sue giovani donne. Quel
che oggi resta di questo pregiudizio sono due filastrocche
che dimostrano cose diverse.
La prima è diffusa nel Cilento
interno (sconosciuta ad Altavilla) e dice: “Me sò partuto apposta ra la Puglia, Pè me veni a
nzurà a l’Autavilla. ‘Nzinga arrivato ‘nge fici ‘na imbroglia, I
‘mbrugliai la mamma cò tutta la
figlia. Te preo bella mia nun te fa
‘mbrug1iare, Ca l’uomini sò tutti
‘ngannaturi”.
La strofetta fa pensare alla generosità delle nostre donne che
capitolano davanti “all’erba
più verde del giardino del vicino sconosciuto” che ad altro.
La poesiola vorrebbe dimostrare che sono sempliciotte,
fino al punto di farsi imbrogliare a due…l’esperta madre e
la giovane figlia!
Le altavillesi si riscattano poi
con un canto del Sette – Ottocento, arrivato fino a noi grazie
al libro del 1898 dei fratelli Ferrara e che veniva cantato dalle
nostre donne mentre lavoravano nei campi: “Oh uocchi niuri,
core di diamante, Nun ti pozzo luvare da sta mente; lli nimici tuoi
ni ricino tante! E vonno ca ti lasso
Via Giunta 15
Borgo San Cesareo
Albanella
0828944855/984816
www.caseificioledelizie.it
[email protected]
ntortamente. I prego Diu e tutte
l’aute sante, ca resse lume a tutta
chesta gente. Quannu ti vego, mi
scappa lu chiantu. Lu sape st’arma mia che pena sente. ” E sono
sempre i Ferrara a descrivercele, fin de siecIe, ad Ottocento
tramontante come: “piuttosto
economiche, laboriose, religiose fino alla superstizione ed
eminentemente gelose del proprio onore, ma piace loro di abbigliarsi caricandosi di gingilli
d’oro e di corallo, e hanno il
peccatuccio di essere molto
ciarliere”. Cambiato qualcosa
di sostanziale, dopo oltre 110
anni?
Oreste Mottola
Comunità
Montane, il 3 se
ne discuterà a
Cerrelli
Dello stato di salute delle comunità montane si discuterà
presso l’aula consiliare di
Cerrelli di Altavilla Silentina,
giovedì 3 febbraio, alle ore 18.
L’organizzatore del dibattito
è Germano Di Chiara, della
direzione provinciale del Pd.
La discussione sarà preceduta dal saluto del sindaco Antonio Di Feo. Sono previsti gli
interventi di Edi Cembalo, in
rappresentanza dei lavoratori
forestali, e del geometra Antonio Marra. In conclusione
gli interventi di Sandro Giardullo, Alfonso Andria, Carmelo Conte, Donato Pica e
Antonio Valiante. Le conclusioni saranno affidate a Nicola Landolfi, segretario provinciale Pd. Il dibattito sarà
coordinato dal giornalista
Oreste Mottola.
Alburni
N°03 del 29 Gennaio 2011
11
Una testimonianza diretta sulla frana di Roscigno da parte di chi vi ha perso la casa
Luciana Di Mieri: come ho vissuto la tragedia attimo per attimo
Lo scorso 3 dicembre l’abitazione della mia famiglia ed i 30 ettari dell’azienda agricola connessa, sono andati distrutti per
via di una gigantesca frana che
ha interessato la zona.
La situazione, di per sé tragica,
mi ha portato a prestare attenzione all’argomento “dissesto
idrogeologico” della zona Alburni-Calore, che è quella che
mi riguarda più da vicino.
Sono venuta a conoscenza, spulciando fra documenti ufficiali, di
cui i comuni tengono ovviamente all’oscuro i propri cittadini,
che l’intera area è ad “alto rischio
potenziale”, ma ovviamente nessuno degli amministratori locali
vuole affrontare la questione, neanche per informare i cittadini
sul “piano di protezione civile”
e cioè su quello che va fatto in
caso di emergenza.
Posso dettagliare quanto è accaduto a Roscigno, essendo una testimone diretta dei fatti. Un importante movimento franoso, che
ha interessato complessivamente
LUCIANA DI MIERI
70 ettari di terreni coltivati, era a
ridosso della mia abitazione, a
circa 200 m più in basso, il tecnico comunale ed i tecnici dell’Enel, compreso il comandante
dei vigili urbani, erano già intervenuti sul posto per “monitorare”. La frana aveva già divelto i
tralicci dell’alta tensione ormai
da diverse ore (proprio sotto
casa), ma a nessuno di queste
persone era venuto in mente di
avvertirci del potenziale pericolo. Mi sono accorta da me che
qualcosa non andava, e credevo
fosse un problema limitato alle
fondamenta dell’edificio, giacchè qualche giorno prima eravamo stati già colpiti dall’alluvione che a novembre ha causato
anche la rottura dell’acquedotto
di Salerno, con l’esondazione
del Sele e del Tanagro. Il risultato è che sono uscita di casa, con
la mia famiglia, non sapendo
quale fosse l’entità del problema,
senza portare via con me niente,
comprese le medicine (necessarie a mio marito in trattamento
chemioterapico), i vestiti, i documenti. Tutto perchè gli amministratori comunali si sono preoccupati “di non farci preoccupare”, non volendo creare “allarmismi”
Anche per questo motivo, infatti,
i Vigili del fuoco non erano stati
all’ertati e li ho dovuti chiamare
io l’indomani!. In seguito a que-
ALTAVILLA SILENTINA. Il 30 la consegna della borsa di studio
Nel nome di Giovanni Saponara
C’è un film di qualche anno fa
che si intitolava “Un sogno per
domani”, con un grande Kevin
Spacey nei panni di un professore di studi sociali che in una
scuola media dava un compito
particolare ai suoi allievi:
“Come fare a cambiare il
mondo”. E un suo allievo molto
sensibile e con tanti problemi
familiari alle spalle lanciava
un’idea rivoluzionaria in cui
tutti erano responsabilizzati. E’
quello che ha fatto anche la
Banca di Credito Cooperativo
di Altavilla Silentina e Calabritto che nel corso del 2010 ha
bandito una Borsa di Studio intitolandola al compianto presidente e fondatore di quella Bcc,
Giovanni Saponara. Ai ragazzi,
figli di soci e non, il tema assegnato è stato infatti “Se potessi
cambiare il mondo”. E i lavori
che sono stati presentati all’at-
tenzione della commissione,
sembra siano stati davvero interessanti. Anche perché, dalla
fantasia e dalla bontà di cuore
dei più piccoli arrivano sempre
idee e pensieri positivi. E così la
commissione si è trovata in
grande difficoltà nel giudicare i
lavori, ma alla fine la graduatoria è stata stilata.
Verrà resa nota domenica 30
gennaio, alle ore 17, presso il
Salone Melagrana di Altavilla
Silentina, nel corso di una serata speciale, in cui il ricordo del
presidente Saponara sarà fortissimo, anche perché proprio lui
era uno dei primi a credere e ad
agire perché le idee, i valori del
lavorare insieme, si concretizzassero. “Non è un caso – sottolinea l’attuale presidente,
Romeo Mario Iuorio - che proprio Saponara abbia guidato la
nascita e la crescita di una
Banca di Credito Cooperativo
come quella di Altavilla Silentina prima e, dopo la fusione con
quella di Calabritto, con la
grande realtà che ne era derivata”. Una realtà fatta di oltre
2000 soci, di 4 sportelli, e tante
tesorerie. “Ma soprattutto - ricorda il direttore della banca,
Giuseppe Sica - di una realtà
che mette da sempre al primo
posto lo sviluppo dei propri territori, delle proprie comunità.
Sempre, anche quando le condizioni storiche ne frenano lo
sviluppo”.
E così, pure in un periodo certamente non facile per l’economia locale e in cui molte iniziative sociali segnano il passo,
la Banca di Credito Cooperativo
di Altavilla Silentina e Calabritto, ha inteso onorare la memoria del presidente Saponara con
un evento che ne ricordasse nel
sto piccolo episodio personale,
ho cercato di seguire le varie riunioni “tecniche”, venendo a scoprire che il “centro abitato di Roscigno risulta a rischio molto elevato potenziale” (verbale del tavolo tecnico allegato a delibera
di giunta n° 4 del 05/01/2011),
discutendo con i geologi dell’Autorità di Bacino del fiume
Sele, scopro che la frana che ha
interessato la mia abitazione è
una delle più grosse e importanti dell’ultimo periodo e che loro
avevano sotto controllo 13 diversi movimenti franosi della
zona, ma non li avevano messi
in correlazione, pertanto la zona
dove era stato edificata la casa risultava essere a rischio lieve o irrilevante (fino al giorno prima
della frana, ma ancora oggi consultando le mappe su internet,
queste non risultano aggiornate).
Nello stesso periodo vi sono state
frane importanti nei comuni di
Sacco, Piaggine, Bellosguardo,
Aquara, Castel San Lorenzo, Corleto Monforte, San Rufo, Sala
concreto gli ideali e al tempo
stesso stimolasse le giovani generazioni a riflettere sull’importanza dell’impegno di ognuno
per “cambiare il mondo”.
“E sarà un impegno che proseguirà – ha rassicurato il presidente Iuorio – è stato infatti già
lanciato il tema per le Borse di
Studio Giovanni Saponara per
il 2011. Quest’anno i ragazzi
dovranno preparare lavori su
“Insieme si può. Cooperare per
crescere”. Un discorso in continuità quindi con quello del
2010, per dare un segno concreto alle giovani generazioni
sul tipo di impegno richiesto ad
ognuno per far crescere i propri
territori.
Nel corso della serata del 30
gennaio sarà anche presentato
il libro “La bonifica”, del professor Domenico Chieffallo. Un
contributo di studio importante
alla storia delle nostre comunità e l’ennesimo attestato di attenzione che la Banca dà alla
storia locale.
Consilina, Montesano ecc. insomma tutta una vastissima area
che va dagli Alburni-Calore al
Vallo di Diano... e che salvo
qualche sollecitazione inascoltata di qualche politico locale,
viene del tutto ignorata dalle istituzioni “per mancanza di
fondi”... o forse più semplicemente per evitare che vengano
ampliate le “zone rosse”, cioè
quelle non edificabili, per favorire qualche piccola speculazione
edilizia.
Il governo centrale, il ministro
Tremonti, ha bocciato l’indennizzo per calamità naturale, negando ai cittadini che abitano in
queste zone diritti sanciti da leggi
nazionali che dovrebbero essere
uguali per tutti. La discriminazione è palese: in Veneto dopo
solo 3 giorni dall’alluvione sono
stati presi provvedimenti, e sono
state finanziate anche le piscine
comunali, da noi dopo due mesi
e oltre ci viene detto che non c’è
indennizzo... forse le nostre disgrazie valgono meno, o forse il
silenzio dei nostri amministratori, cui viene raccomandato di
non allarmare la popolazione,
viene ripagato così?
Sono indignata e offesa dalla disparità di trattamento, perchè la
zona del salernitano danneggiata dalle piogge alluvionali di novembre e dal dissesto idrogeologico che ne è conseguito, è una
delle più produttive del sud Italia,
e viene messa in ginocchio, perchè la ripresa senza aiuti sarà rallentata... anche se qui ci si è rimboccate le maniche, si è spalato
fango e si cerca di riprendere il
lavoro, esattamente come si è
fatto in Veneto: siamo forse cittadini di serie B? Siamo forse una
colonia da sfruttare per vendere
prodotti delle aziende agricole
del nord (quelle per le quali abbiamo pagato anche noi le multe
per le quote latte)?... Ese il federalismo lo facessimo per davvero, lasciando l’IVA e l’IRPEF nella
regione dove avviene la commercializzazione del prodotto,
non in quella dove è ubicata la
sede degli uffici amministrativi?
Luciana Di Mieri
Cilento
12
N°03 del 29 Gennaio 2011
I beni del parco per il bene dei comuni. Insomma, si è scelto do non scegliere
Ai sindaci l’onere e onori. Ma con quali risorse?
Non è ancora dato sapere
quanti comuni hanno risposto,
manifestando interesse, al
bando per l’assegnazione dei
beni del parco.
Siamo certi, però, che gli stessi
amministratori che quei beni li
hanno avuti sotto gli occhi per
anni ma non si sono preoccupati di chiedere conto all’ente
parco dimettere a frutto.
I motivi possono essere svariati: dalla mancata ristrutturazione, alla mancanza di risorse
per metterli in “produzione”.
Dopo anni e molti consigli dell’ente che hanno rinviato l’argomento, gli uffici del parco
hanno partorito il topolino di
chiamare proprio i comuni ad
essere protagonisti nella messa
in produzione degli immobili.
Si è deciso, insomma, di riconsegnare agli amministratori locali dei piccoli comuni le strutture che da essi l’ente aveva assunto nella sua responsabilità
perché le comunità locali non
erano state in grado di ristrutturarle e rivalutarle.
L’atto di fede che il consiglio di
palazzo Mainenti fa nei confronti dei sindaci è encomiabile, quanto dilatatorio.
Infatti, molti dei comuni potenziali affidatari di case, palazzi, torri... nel loro organico
hanno tecnici e dirigenti a
mezzo servizio, e non si capisce come possano occuparsi di
redigere progetti e seguirne
l’attuazione.
Ma la cosa più difficile che
potrà accadere sarà in merito al
AMILCARE TROIANO
reperimento delle risorse necessarie per attivare ogni qualsivoglia idea in proposito.
Nel migliore dei casi, gli immobili resteranno lì a disposi-
zione di enti che facendo già fatica a sostituire le lampadine
della pubblica illuminazione, a
rifornire di gasolio le scuole
oppure a garantire un minimo
di assistenza domiciliare agli
anziani, li lasceranno lì come
saranno loro consegnati con
buona pace delle roboanti premesse poste come premesse nel
bando e nella lettera citata.
Ma anche nell’ipotesi di affidamento ad associazioni di cittadini volontari assisteremo alla
solita disputa tra amici e amici
degli amici.
L’esempio più eclatante ci arriva direttamente da Piaggine: ai
piedi del Cervati c’è un rifugio
che potrebbe essere messo a disposizione dei tanti amanti
della montagna. Non si riesce
a “liberarlo” dai lacciuoli burocratici in cui lo hanno avvolto
amministratori miopi e burocrati incapaci.
Nel caso dei beni del parco, ci
guadagnerà certamente l’ente
parco che non dovrà più assumersi l’onere della loro manutenzione né, i suoi amministratori, dovranno rispondere, di
fronte all’opinione pubblica,
della mancata utilizzazione.
In fondo, sembrerebbe che il
bando di assegnazione possa
essere considerato un escamotage per allontanare dalla propria “bocca” la responsabilità
di dover assumere un’iniziativa in prima persona.
velina
VALLO DELLA LUCANIA.
Ci vuole più “dialogo“ per la comunità capace di orizzonti futuri
Sarà l’avvicinarsi della campagna elettorale, sarà il clima di
rinnovamento, la volontà e voglia di partecipare, lo stimolo
di crescere e camminare insieme, Vallo della Lucania ha
inaugurato, con l’incontro organizzato dalla neo costituita
Associazione “Scusate il Ritardo”, la stagione del “dialogo”.
Ieri, 24 gennaio 2011, si sono incontrati intorno alle sollecitazioni della citata Associazione
presieduta da Dino Ruocco, i
rappresentanti politici Antonio
Aloia, Luigi Cobellis, Antonio
D’Agosto, Emilio Romaniello,
Maurizio Puglisi, Simone Valiante (in ordine alfabetico)
presso la sala del Consiglio Comunale di Vallo della Lucania
per discutere di Metodo, Trasparenza, Programmazione.
Tanti giovani, uomini e donne,
rappresentati delle associazioni
culturali e cittadini interessati
come me ad ascoltare, oltre la
trasparenza e il metodo, su
quale progetto intendono confrontarsi per il futuro di Vallo.
Felice Pugliese, il bravo conduttore, pur sollecitando più
volte il dibattito sulla necessità
di parlare di futuro, ha dovuto
convenire sulla difficoltà di distogliere i “contendenti” sulle
occasioni mancate, sulla scarsa
partecipazione dei cittadini di
vallo alla gestione della cosa
pubblica, sulle improprie destinazioni di stabilimenti artigianali, sulle politiche economiche e sociali, ma soprattutto
sulla “SANITA” vero “interesse trasversale” che da ormai
troppi anni è il vero campo di
scontro politico dei “diversi e
spesso concordi schieramenti”,
nella assoluta e incolpevole indifferenza della Città. Insomma i vallesi per alcuna parte
della politica dominante sono
“mediocri” e “malpensanti”. Il
tutto senza chiedersi perché,
senza interrogarsi quali siano
state e quali siano le colpe della
politica per l’appiattimento
della cultura politica a Vallo e
della scarsa partecipazione dei
cittadini alla vita e al futuro
della Città.
“Dialogo” (dal greco dià, “attraverso” e logos, “discorso”)
indica il confronto verbale tra
due o più persone, mezzo utile
per esprimere sentimenti diversi e discutere idee contrapposte. Come pratica sociale,
modello ideologico e forma letteraria, il dialogo appare carat-
teristico di società a larga facilità di comunicazione. L’impressione e stata che più che di
“dialogo” nell’occasione si sia
trattato di “monologhi” a difendere posizioni indifendibili
da una parte e dall’altra, frutto
solo di una incapacità di prospettare un progetto politico,
uno straccio di idea per il futuro, una prospettiva intorno alla
quale avviare un vero “dialogo”.
Pancia piena non può pensare
a quella vuota, chi ha avuto ha
avuto, chi ha dato ha dato,
scordammuce u passato non
c’è pensammo chiu’. Si ricomincia con le promesse per
tutti (di nuova generazione) e
mantenute per pochi, il rischio
in questa occasione è stato il
malcelato intendimento di un
possibile accordo tra le parti
sull’orgoglio di sentirsi “vallesi” per rimuovere e sottrarsi
alle responsabilità. E chi ha affrontato problemi concreti (tra
i partecipanti nel pubblico)
come ritardi sulle opere pubbliche, assenza di idee e prospettive, sul gravissimo decremento demografico degli ultimi anni, assenza di programmazione urbanistica ed infrastrutturale, ha avuto solo risposte di rimandi e riproposizioni d’intenti di vecchia data,
di burocrazie lente e norme
asfissianti, di ricreare le condizioni dell’attesa come vecchio
e antico modello di “controllo”
politico, economico e sociale.
Domenico Nicoletti
N°03 del 29 Gennaio 2011
Cilento
13
Gianni Palladino, autore di un libro intervista al leader no global
Francesco Caruso, trentacinque anni sovversivi
“35 Anni Sovversivi - Intervista
Biografica a Francesco Caruso”
è il primo libro di Gianni Palladino, giornalista di Vallo della
Lucania, con un occhio sempre
attento ai fenomeni della società. Il giovane cilentano ha
voluto incontrare il famoso
esponente del movimento NoGlobal e ripercorrere così la
vita del candidato da Rifondazione Comunista alle elezioni
politiche del 2006 e “sovversivo a tempo pieno”.
Nell’intervista, un testo scorrevole pubblicato per le edizioni
Galzerano, si ripercorre la vita
di Francesco Caruso attraverso
le sue battaglie sociali e politiche. “Mi ha ispirato un libro
che lessi qualche tempo fa,
Ignacio Ramonet - Fidel Castro:
autobiografia a due voci, dove
l’autore riprende tutta la vita di
Castro tramite domande e risposte. Mi è piaciuto il taglio
perché con le domande e le risposte il testo è scorrevole e
agile”.
Gianni, pizzetto alla Che Gue-
cavolo (sic!)
non me ne sarebbe fregato
niente”. Il giornalista è stato
attivo partecipante
delle
manifestazioni
tenute per non
far dimenticare il caso Mastrogiovanni, il
maestro di Pollica internato
al San Luca di
Vallo della Lucania e morto
in circostanze
che attendono
DA SINISTRA FRANCESCO CARUSO
giustizia.
In
quel contesto
E GIANNI PALLADINO
ha incontrato il
professor Galzerano, uno
vara, idolo che porta spesso
sulla sua maglietta rossa, ha dei leader del movimento e atuna personalità schietta e sin- tivo editore cilentano. Per Giancera, e non nasconde per nulla ni Franco “Mastrogiovanni è
le sue idee politiche. “Caruso è stato incredibilmente torturato”.
una persona attiva, impegnata. Attraverso Emergency da anni
Intervistare un politicante del manifesta contro i soprusi che
VALLO DELLA LUCANIA. Iniziativa per le elezioni 2011
“Scusate il ritardo”ma le proposte latitano
Tre buone notizie arrivano da
Vallo della Lucania. La prima
è che un gruppo di giovani ha
promosso una pubblica assemblea per discutere sulla
città; la seconda che l’incontro ha visto una buona partecipazione oltre che dei politici
invitatati anche di molti cittadini; la terza che ci sarà un
altro incontro, più programmatico, per discutere sul da
farsi. In un momento in cui le
critiche si alzano sul “si poteva fare”, e le elezioni incombono, è senza dubbio un segnale positivo. L’Associazione
“Scusate il Ritardo”, presieduta da Dino Ruocco, ha invitato Antonio Aloia, Luigi Cobellis, Antonio D’Agosto, Emilio
Romaniello, Maurizio Puglisi,
Simone Valiante presso la sala
del Consiglio Comunale di
Vallo della Lucania per discutere di Metodo, Trasparenza e
Programmazione. Tanti giovani, uomini e donne, rappresentati delle associazioni culturali e cittadini interessati ad
ascoltare su quale progetto intendono confrontarsi per il futuro di Vallo hanno affollato
l’aula. Nella stessa giornata il
Movimento “Liberi è più
Bello” aveva affisso alle mura
cittadine un manifesto sul Puc.
“Perché il PUC a Vallo non
viene approvato? Perché si fa
continuo ricorso alle varianti
urbanistiche? – scrive Antonio
D’agosto -. Probabilmente perché conviene così e anche perché, in barba agli interessi collettivi, non si vuole portare a
compimento uno strumento
che può essere oggetto di verifica e controllo da parte degli
stessi cittadini che ne stanno
peraltro sostenendo gli oneri
economici”. Partecipazione e
trasparenza, dunque, propositi e azioni che erano state il cavallo di battaglia della lista
Vallo+ che aveva vinto le scorse amministrative cittadine. Lo
stesso D’Agosto ha suggerito
una raccolta delle proposte dei
cittadini da conservare e suggerire per lo sviluppo e il miglioramento della vita a Vallo
della Lucania. L’idea ha avuto
successo e c’è stata l’accoglienza dei politici presenti.
Non sono mancate le critiche.
“L’impressione è stata che più
che di “dialogo” nell’occasione si sia trattato di “monologhi” a difendere posizioni indifendibili da una parte e dall’altra, frutto solo di una incapacità di prospettare un pro-
vengono esercitati in tutto il
mondo e si batte contro torture
e violenze. Ma il suo libro
vuole essere uno stimolo alla
“stagnante situazione politicoculturale del Cilento”, come
egli stesso la definisce. “Qui
non esiste il concetto di meritocrazia, i voti si danno a chi
conviene e non a chi si crede
possa migliorare le cose. Non
si valorizza niente, manca la
mentalità di crescere culturalmente e socialmente. Basta vedere i giovani che per trovare
lavoro se ne vanno tutti fuori”.
Il libro è anche un contributo
affiche qualcosa cambi. “Bisogna cambiare il modo di pensare. Applaudiamo a chi fa
qualcosa di veramente utile per
il territorio, non a chi per un
voto ti regala un lavoro di tre
mesi del cavolo, che una volta
finiti torni punto e daccapo!Il
libro, spiega, è stato scritto per
passione e non per soldi. “Non
sono neanche sicuro di riuscire
a coprire le spese. Il guadagno?
sarà una cifra irrisoria”.
getto politico, uno straccio di
idea per il futuro, una prospettiva intorno alla quale avviare
un vero dialogo”. Afferma l’architetto Domenico Nicoletti,
direttore della Scuola di Alta
Formazione per la Pubblica
Amministrazione delle Aree
Protette. “Chi ha affrontato
problemi concreti come ritardi sulle opere pubbliche, assenza di idee e prospettive, sul
decremento demografico degli
ultimi anni, assenza di programmazione urbanistica ed
infrastrutturale, ha avuto solo
risposte di rimandi e riproposizioni d’intenti, per ricreare le
condizioni dell’attesa come
vecchio e antico modello di
“controllo” politico, economico e sociale”. Aspettiamo e
rimaniamo fiduciosi affinché,
oltre al problema Sanità, si discuta e programmi tutto il resto
delle urgenze che Vallo della
Lucania attende, paziente, da
tempo.
Pagina a cura di
Nicola Nicoletti
w w w . t o r r e i n p i e t r a . n e t
tel. 0828 651313 /
cel. 320 4945592 /
mail: [email protected]
PRODOTTI PER Bar, Ristoranti, Pizzerie, Osterie,
Pub, Wine Bar, Birrerie,
Rummerie, Alberghi e Discoteche
INFO&CONTATTI
lunedì/venerdì
tel 0828 730510
8.00 - 13.00
fax 0828 72805
14.30 - 19.30
S.S 18, Km 89,700
sabato
Capaccio
8.00 - 13.00
[email protected]
ORARIO APERTURA
www.planetbeverage.it
Calore
14
N°03 del 29 Gennaio 2011
ROCCADASPIDE. Milionario per un giorno: “Non avevo gli occhiali, non ho visto bene”
In banca la sorpresa, un solo numero non corrisponde
Il noto imprenditore 50enne,
residente a Roccadaspide, presunto miliardario per effetto di
un colpaccio al gratta e vinci,
smentisce con forza la vicenda,
anche se a malincuore, per la
mancata fortuna. L’uomo, più
precisamente, nega di aver
vinto 500 mila euro con un biglietto del concorso de “il Miliardario” acquistato, il 24 gennaio, presso il bar tabacchi
“Cristal 2”, a Roccadaspide. E
pensare che il primo a crederci
e a festeggiare era stato proprio
lui. «Quella mattina mi sono recato al bar in questione ed ho
acquistato un biglietto del gratta e vinci da 5 euro del Miliardario, esordisce l’uomo. Non
avevo gli occhiali e mi sono
fatto aiutare dagli amici. All’inizio, sembrava che avessi
vinto 50, poi 500 e, alla fine, addirittura 500 mila euro. Ho mostrato il biglietto al titolare del
bar che ha confermato la vincita e voleva la fotocopia del tagliando, ma io me ne sono andato per ovvi motivi. Ho creduto, davvero, di essere diventato miliardario per tutta la
giornata ed ho festeggiato con
alcuni amici a Rocca ed altri a
Castel S. Lorenzo, di cui sono
originario». Miliardario per un
giorno, ma poi arriva la doccia
fredda la mattina seguente,
quando l’imprenditore vuole
portare il biglietto in banca.
IL SIGNOR CRISCI, GESTORE DEL BAR CRISTAL 2
ROCCADASPIDE. Arrivano i mediatori conciliatori professionisti
Obbligatorio interpellarli prima di denunciare
Presto Roccadaspide avrà una
nuova figura giuridica: il mediatore conciliatore professionale. E, lo scorso 22 gennaio, si
è concluso il relativo corso per
la sua formazione, organizzato dall’avvocato Lorenzo Iannone e tenuto dall’.avvocatessa Cira Di Feo, responsabile
dell’organismo di conciliazione Adr (Alternative dispute resolution) Conciliando. Iniziativa cui hanno aderito e che ha
qualificato diverse persone,
anche fuori Roccadaspide, con
l’unico requisito della laurea di
qualsiasi tipo, anche triennale.
Il corso segue l’entrata in vigore del decreto legislativo n
28 del 4.3.2010, in materia di
mediazione, per conciliare le
controversie nel settore civile e
commerciale. Con l’opportunità di ricorrere a strumenti di risoluzione alternativa nelle ci-
tate questioni, rispetto al Tribunale e al Giudice di pace,
grazie al conciliatore mediatore. A decorrere dal 20.3.2011,
inoltre, entrerà in vigore un articolo di tale provvedimento
legislativo, che prevede l’obbligo di mediazione per le con-
troversie in materia di condominio, divisione, successioni
ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di
aziende, risarcimento del
danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della
stampa o pubblicità, contratti
assicurativi, bancari e finanziari. Pertanto, in tali materie,
prima di agire in giudizio, si
dovrà tentare la mediazione
col conciliatore che avrà la
sede a Roccadaspide. Il ruolo
di tale figura non è decisionale: egli, difatti, non stabilisce
chi ha ragione o torto, ma
mette in comunicazione le
parti per individuare la soluzione ottimale del problema e
raggiungere un accordo vantaggioso per entrambe. Il mediatore conciliatore è un sog-
getto imparziale ed indipendente esperto oltre che in materia giuridica, anche di tecniche di comunicazione. La conciliazione, inoltre, è una procedura per semplificare la risoluzione delle controversie. Una
terza figura, il conciliatore per
l’appunto, assiste le parti in
causa alla ricerca di accordi
soddisfacenti per entrambe.
Un servizio finalizzato allo
snellimento della burocrazia
della giustizia e alla rapida risoluzione delle varie dispute
che, altrimenti, si trascinerebbero per anni. Resta da stabilire il numero esatto dei mediatori conciliatori che assisteranno nelle controversie in materia i cittadini di Roccadaspide,
della Valle del Calore e del Cilento.
FraPaz
«Volevo controllarlo meglio,
perché avevo grattato solo la
parte di sopra ed ho fatto
l’amara scoperta, continua
l’uomo. Non mi ero reso conto,
infatti, che grattando con un
portachiavi piuttosto pesante la
pellicola argentata era andata
via, tant’è che il numero sottostante che all’inizio sembrava
un 10, in realtà era un 16 come
attesta la relativa scritta, anche
se continua a sembrare un 10».
Lui smentisce, ma nessuno
crede al miliardario per un
giorno. « Nessuno crede che
non abbia vinto, tutti mi chiamano per complimentarsi e alcuni mi chiedono soldi. Ho
avuto persino paura che qualche malintenzionato venisse a
casa mia dove c’eravamo solo
mia moglie ed io, miliardario
per un giorno, sono finito sulla
stampa dalla sera alla mattina
». Con dei particolari che l’imprenditore ha gradito poco.
«Da una parte sono stato descritto quasi come un nulla facente e, quindi, bisognevole dei
soldi della vincita e questo non
mi ha dato tanto fastidio. Al
contrario, ho poco gradito di
essere tacciato per una persona
ricca baciata anche dalla fortuna miliardaria per sentirmi dire
che i soldi vanno dagli altri
soldi. Senza dire che io sarei
svenuto e avrei tremato per effetto della presunta vincita,
cosa non vera. La cosa positiva
è che mi hanno dato 40 anni,
invece di 50». Ed, alla fine, dichiara che «se c’è stata una vincita di tale portata, si potrà verificare nei prossimi giorni».
Questa la versione del miliardario, ma la cronista gli chiede
un prestito e lui sorride e se ne
va con il cellulare in fibrillazione!
Francesca Pazzanese
Albanella
N°03 del 29 Gennaio 2011
15
ALBANELLA. All’alberghiero parte il corso per gli Osa
Assicurerà nuovi sbocchi professionali”
E’ imminente la conferma dell’attivazione del nuovo corso
di studi presso l’Istituto Professionale Aldo Moro di Albanella, il nuovo corso “SocioSanitario” è la conclusione di
un iter intrapreso dall’Amministrazione di Albanella ed in
particolar modo dal sindaco
Giuseppe Capezzuto.
<<Non è una scelta politica o
di propaganda elettorale – afferma il primo cittadino raggiunto dalla redazione – ma
una scelta di cultura e di opportunità che con questo
nuovo indirizzo il Comune
vuole offrire a tutti i ragazzi
che si iscriveranno.
L’iter burocratico è stato lungo
e non semplice ma grazie all’intervento dell’Ass.re provinciale Carpentieri ed al Presidente della Provincia On.
Edmondo Cirielli, stiamo per
portar a casa un nuovo risultato. L’ufficializzazione arriverà a giorni dalla Regione
L’ISTITUTO ALBERGHIERO DI ALBANELLA
Campania, dove, mi hanno
assicurato della buona riuscita di tutta la procedura – conclude Capezzuto>>
Insomma, la scuola superiore
di Albanella, oltre ad aver attivi due indirizzi (Alberghiero e Commerciale) può vantare di essere il primo istituto
del territorio ad aver avuto
l’attivazione di questo corso.
Gli sbocchi occupazionali che
tale diploma offre sono molteplici ed ampiamente spendibili sul territorio locale e non
solo, in quanto, offre le competenze specifiche per far
fronte alle problematiche di
tipo socio-sanitario sia di persone che di comunità, dando
VALLE DEL CALORE. Disservizio socio sanitario
Ritardi nelle forniture e nell’assistenza
I cittadini che ne hanno bisogno, attendono ancora la fornitura di pannoloni per il mese
di gennaio. Ed un folto gruppo
di parenti arrabbiati dei malcapitati cittadini si reca al distretto sanitario di Roccadaspide
per chiedere spiegazioni. Qui
gli addetti rispondono che il
tutto si deve alla ditta che fornisce il materiale sanitario per il
cambiamento delle normative
vigenti a riguardo. In poche parole, l’interlocutore non sarebbe più l’Asl, ma direttamente la
ditta che fornisce i pannoloni,
con grave disagio per i cittadini. Come spiega un’infermiera
del distretto sanitario «Il materiale arriverà agli utenti dopo
il 20. Noi non ci possiamo fare
niente perché da quest’anno le
cose sono cambiate. In precedenza, i pannoloni arrivavano
prima al distretto per poi essere distribuiti dalla relativa ditta.
In questo modo se essa ritardava la distribuzione, noi eravamo autorizzati a consegnare
il materiale ai cittadini che si rivolgevano all’Asl.
Ora, invece, il materiale non ar-
riva più da noi, ma direttamente alla ditta». La spiegazione non cancella il disagio per i
cittadini, ancora in attesa della
fornitura : oggi è il 26 gennaio!
Prima il materiale arrivava tra
il 10 e il 15 di ogni mese e, l’attuale ritardo, ha spinto i cittadini ad acquistare i pannoloni.
Senza parole per l’assistenza
sanitaria negata a chi ne ha diritto per motivi legati all’età, a
interventi o patologie invalidanti. L’elemosina della Sanità…
Francesca Pazzanese
la possibilità di operare presso
Ospedali, Case di Cura, Case
di riposo per anziani, comunità per l’aiuto e l’assistenza
delle fasce deboli della popolazione (anziani, diversamente abili, extracomunitari e tossicodipendenti). Inoltre offre
la possibilità di operare presso
le ASL, studi professionali,
Enti locali ed esercitare la libera professione nel campo
socio sanitario ed essendo un
diploma quinquennale, consente l’accesso all’Università.
L’Istituto Aldo Moro di Albanella, nonostante la posizione
strategica non proprio favorevole, vanta nel suo organico
importanti professori e preparati chef di rinomate strutture
alberghiero/turistiche nella
nostra realtà, ciò nonostante,
oggi la mole studentesca che
accoglie è di circa 250 unità.
Sicuramente l’attivazione del
nuovo corso di studi “Istituto
Professionale Socio-Sanitario”
sarà un trampolino per nuovi
iscritti e sfornerà nuove figure
professionali.
Gerardo Picilli
Azienda dolciaria
Diano
16
IN FARMACIA
Attenzione ai bambini: anche i capelli
impazziscono con
gli antibiotici!
Non è una condizione
frequente ma esiste
anche la sindrome dei
capelli impettinabili. I
capelli non possono essere pettinati e trattamenti energici per ottenere una acconciatura
accettabile possono facilmente degenerare nella rottura dei fusti.
Descriviamo oggi il caso di una
bambina alla quale fu inizialmente diagnosticata questa sindrome.
I suoi capelli erano spuntati sin
dalla prima infanzia molto ricci,
folti e scuri, verso i 19 mesi di età
i capelli cominciarono a cadere e
la madre per favorirne la ricrescita decise per un taglio radicale. I
capelli dopo la ricrescita inizialmente si presentavano solo più
secchi, fragili e chiari ma successivamente diritti e sparati in alto
e soprattutto indomabili al pettine. Vista da un dermatologo fu
diagnosticata la sindrome dei capelli impettinabili ma ad un’attenta anamnesi della madre è stata
messa in discussione tale sindrome optando per una possibile reazione avversa ai farmaci. Infatti
dai nove mesi fino ai 24 mesi per
ripetute infiammazioni delle vie
aerree con otite alla bambina sono
stati prescritti numerosi antibiotici: claritromicina, tobramicina, cefaclor, amoxicillina + acido clavulanico, cefuroxima e azitromicina
per un totale di nove cicli. In effetti dal data base dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) erano presenti altri casi di
anomalie riguardanti i capelli da
associare all’assunzione di antibiotici, ad esempio: tre casi di
cambiamento di colore dovuto ad
azitromicina e tre casi dovuti a claritromicina, ventisette casi di ipotricosi (forte alopecia) dovuti a
claritromicina e dieci con cefaclor.
Con la crescita, già a 32 mesi, riducendo l’assunzione di antibiotici i capelli della bambina hanno
assunto un aspetto migliore, normale alla radice e alterati solo alle
punte e dopo un paio di anni finalmente poteva sfoggiare una capigliatura bellissima. In questo
caso pare chiara l’associazione tra
risoluzione dei sintomi e l’eliminazione dell’ assunzione degli antibiotici.
Alberto Di Muria
N°03 del 29 Gennaio 2011
SALA CONSILINA. L’attività al Palarusso
La novità: corsi per hostess e per modelle
Flavio Ferrari e il teatro tenda
Palarusso a Sala Consilina:
“Crediamo in questa scommessa del Vallo di Diano”.
Dopo qualche settimana è
possibile già trarre un bilancio del vastissimo e prestigioso cartellone teatrale di scena
ogni sabato sera al Palarusso,
il nuovissimo teatro tenda a
Sala Consilina.
Innanzitutto grazie di cuore a
voi che seguite questa nostra
scommessa che stiamo cercando di far capire e che è
anche un po’ una scommessa
di tutto il Vallo di Diano. Il bilancio è abbastanza positivo,
c’è la risposta del pubblico e
questo mi fa piacere e ci sta lo
stimolo per proseguire nel nostro progetto che è molto più
vasto e che va al di là del teatro del sabato ad esempio, godendo di un ottimo risultato,
ma che investirà altre cose.
Stiamo dando vita a una struttura polivalente, chè sia il
polo culturale dove poter ricevere tutte le manifestazioni
che fino a oggi nel Vallo avevano una difficile collocazione. Dunque ci sta la voglia di
creare un qualcosa di socialmente utile al di là del lato
commerciale, stiamo cercando
di coinvolgere tutte le scuole
di danza dei bambini del
posto per fare il saggio di fine
anno come in qualsiasi parte
d’Italia, stiamo istituendo dei
laboratori teatrali, diretti
come dovrebbe essere, ai più
giovani, faremo dei laboratori
teatrali per i ragazzi per dare
opportunità per misurarsi,
per forgiare il carattere, per
vedere se c’è la possibilità di
poter sviluppare un proprio
talento e questo senza dover
poi andare a Napoli o a Salerno con estremi disagi dei genitori o dei ragazzi o anche
per non farli rimanere con
quella voglia repressa di ciò
che sarebbe potuto essere e
che non è stato per mancanza
di opportunità.
Inoltre cosa bolle in pentola?
Faremo dei corsi per hostess,
per modelle e in realtà il mio
sogno sarebbe quello di far capire l’importanza di creare
una squadra, comprendendo
tutta la gente che ha questa
passione per lo spettacolo e
per la cultura, e che possa rendersi conto di cosa significa
fare delle produzioni teatrali
televisive che siano poi utili
alla popolazione, questo serve
anche a far capire il vero messaggio che deve essere dato
da qualsiasi imprenditore che
svolge questo lavoro in questo momento, messaggio diverso che dà la televisione nazionale ossia la possibilità di
poter risolvere i problemi da
un giorno all’altro come la
partecipazione a “Grande Fratello” o “Amici” passando da
sconosciuti ad avere un ruolo
da comprimario. Chiediamo
dunque questo tipo di attenzione, il sogno sarebbe di formare una famiglia dove le
persone rendano e ci diano
dei consigli, vogliamo formare un gruppo, cosa che equivale a creare lavoro professionale. C’è bisogno che la gente
capisca che per arrivare a
svolgere certi tipi di lavoro,
AMBIENTE. Coordinamento di 30 associazioni
Copat, a difesa del territorio
Dopo alcuni incontri e scambio di opinioni, avviati nei
mesi scorsi, Sabato 15 Gennaio presso lo Sportello Ambiente in Silla di Sassano si è
formalmente costituito il
“COPAT”, il comitato che
grazie al contributo di associazioni e cittadini che con il
loro impegno vogliono contribuire al raggiungimento
della creazione di un nuovo
atteggiamento culturale verso
il territorio e le problematiche ambientali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di
Diano e zone limitrofe a supporto delle istituzioni amministrative locali. per la “tutela, salvaguardia e valorizza-
zione del territorio del Parco
N.C.V.D. e zone limitrofe”.
Hanno già aderito oltre 30 tra
associazioni e singoli cittadini in rappresentanza dei vari
territori del Parco a testimonianza del forte interesse,
oggi più che mai, verso le
problematiche legate a questo territorio di particolare
pregio ambientale e culturale.
Dopo il primo incontro, organizzato dal GET Vallo di
Diano, presieduto da Giancarlo Priante, di Sabato 16
Ottobre 2010, che vide gli interventi dell’ex deputato dei
Verdi, Grazia Francescato,
giornalista naturalista, Paolo
Piacentini,
ambientalista
Verdi regione Lazio, l’associazione Wirdelness Campania, e delle varie associazioni di settore, si è confermata
ancora di più l’esigenza di
creare un Comitato del genere, che nasce dalla consapevolezza che ancora oggi c’è
la necessità di dare maggiore
attenzione alle problematiche ambientali.
Il COPAT con sede in Silla di
Sassano(SA) e’ un’associazione socio-culturale e d ha
come legale rappresentate e
Presidente, l’ideatore e il promotore del COPAT l’arch.
Giancarlo Priante ( Presiden
CONTINUA A PAGINA
17
c’è bisogno di tanto lavoro e
di tanta passione.
Si parla anche della creazione di un circuito con le varie
figure esistenti nel Vallo di
Diano: dai comuni alle istituzioni alle amministrazioni
alle associazioni. Qual è pertanto il collante necessario
tra il Palarusso e le altre figure?
Abbiamo già fatto diversi giri
di promozione nel Vallo di
Diano parlando un po’ con
tutti e ribadisco, questa deve
essere una struttura polifunzionale dell’intero Vallo non
solo di Sala Consilina. Devo
dire che abbiamo ricevuto
molto intelligentemente la disponibilità e l’attenzione dell’amministrazione salese per
prima, abbiamo parlato anche
con altre amministrazioni per
le iniziative di cui ho parlato
prima, come il programma didattico per le scuole e questo
significa per tutti non doversi
più spostare altrove. Abbiamo
tre problemi fondamentali: i
bambini e i ragazzi vivono
queste situazioni come una
gita il cui costo si aggira sui 23
euro credo, questo programma didattico per adesso può
essere svolto al costo di 8/10
euro con un grosso riscontro
del risparmio da parte delle
famiglie, cosa da non sottovalutare, e il nodo principale è
che dietro queste cose si deve
trovare professionalità per cui
va studiato insieme ai dirigenti scolastici un programma
didattico approvato da noi
come direzione artistica insieme ai dirigenti stessi, perché
questo è il percorso utile ai ragazzi. La differenza tra la gita
e il percorso utile è esattamente questa. Deve essere superato il campanilismo, credo
che noi essendo esterni, qui la
proprietà è mia e di Roberto
Guariglia che siamo comunque imprenditori e che non
siamo del Vallo, ponendoci
come situazione esterna possiamo essere il ponte di riunione per lo meno da questo
punto di vista. Campanilismo
che sarebbe da superare quando ci sono altre situazioni sociali importanti in gioco per
capire che esiste una grossa
possibilità nel Vallo.
Antonella Citro
17
N°03 del 29 Gennaio 2011
L’OPINIONE
DI
AURELIO DI MATTEO
Te lo do io l’ambientalismo!
DALLA PRIMA
e la massa di denaro, non sempre pulito, che gira tra le pale
dell’eolico o si nasconde al
caldo dei pannelli solari! Questa è storia tutta italiana e nota
da tempo. Qualcuno ha osservato che dei 2980 impianti eolici presenti in Italia 1307 sono
allocati in Sicilia, Puglia e
Campania. A ridosso di queste
tre c’è la Sardegna. La Calabria
si rifarebbe prestamente con
l’impianto di Isola Capo Rizzuto, il più grande parco eolico
d’Europa con 48 torri per sviluppare 120 megawatt. Evidentemente questo accade perché sono le Regioni più battute dai venti! Strano, però, che
chi vi abita non se ne sia mai
accorto! E non se n’è accorto
nemmeno il turista che affolla
quelle splendide località, dove
più che forti venti incontra dorate spiagge e lento sciabordio
delle onde, dolci cime e lenti
declivi ammantati di verdi
chiome alberate, valli e prati
lussureggianti dove la brezza
rincorre il caldo sole per il ristoro dalla calura.
Ed è di questo secondo aspetto
che voglio parlare, perché il
primo appartiene non solo all’eolico ma al voltaico, al ce-
mento dei grandi viadotti o dei
porti turistici, ai binari dell’alta
velocità o delle piazze monumentali, e così via. Mi chiedo
se siano rispetto dell’ambiente
e intervento eco-compatibile
un nugolo di torri di cemento
che s’innalza dal suolo per ben
80 metri e la connessa centrale che occupa, quando il parco
eolico non è troppo grande, almeno un paio di ettari di terreno. E poi l’inquinamento acustico ed elettromagnetico, che
incide non poco sulla fauna, a
sentire gli scienziati ovviamente non inseriti nel gran circuito
del “flusso” eolico. Da profano
non riesco a comprendere
come mai una torre di cemento dell’altezza che oscilla dai
25 agli 80 metri sarebbe compatibile con la salvaguardia del
Parco del Cilento, ma anche
delle campagne e delle colline
che ne sono fuori, e una casetta, magari in pietra e legno,
non più alta della cima di un
secolare ulivo, rappresenterebbe una ferita all’ecosistema e
alla biodiversità da tutelare. Lasciamo stare anche l’inquinamento e la compatibilità dell’intervento fatto con il nobile
obiettivo, almeno si dice, di utilizzare fonti di energia rinno-
vabile, ma il paesaggio che si
violenta e si stravolge nella sua
identità? E il verde e i declivi
lussureggianti ricoperti dal
mare di pannelli degli impianti fotovoltaici? Il fotovoltaico,
come l’eolico, sta diventando
lo strumento con il quale una
strana e strabica ecologia, anziché tutelare agricoltura, collina, antropologia e paesaggio,
sta distruggendo economia e
bellezza delle nostre campagne e dei nostri paesaggi. I
nuovi imprenditori delle fonti
energetiche alternative spesso
ben sostenuti da amministratori, insipienti se inconsapevoli
del danno e forse collusi se a
conoscenza delle conseguenze, per la seconda volta dopo
150 anni stanno invadendo i
nostri territori, distruggendo la
caratterizzazione faunistica e
botanica e votando i nostri territori alla desertificazione ambientale, dopo aver concluso
quella antropologica.
Il danno ambientale, con la distruzione del paesaggio e
dell’habitat botanico e faunistico, e quello economico, con
l’arresto dello sviluppo agricolo e turistico, sono così evidenti
che non può non sorgere il legittimo sospetto che la corsa
SEGUE DA PAGINA 16
te GET Vallo di Diano) che ci
racconta meglio gli obiettivi
del Comitato “…Il Comitato
si prefigge l’obiettivo di contribuire a costruire un nuovo
atteggiamento culturale nei
confronti del territorio. Esso
vuole essere non solo sentinella per la tutela e salvaguardia del patrimonio ambientale e storico-culturale,
ma anche divulgatore verso
la cittadinanza per la costruzione di una nuova cultura
che si identifichi con le vocazioni del territorio e interlocutore con le istituzioni
Pubbliche a partire dagli Enti
sovra comunali…”“...Non
sempre le Istituzioni rispondono – continua il neo Presidente - con la loro gestione e
scelte alle esigenze oggettive
rapportate alla vera identità
di questo territorio che è
Parco Nazionale e Patrimonio
Mondiale dell’Umanità. Il
Comitato vuole rivendicare,
in rappresentanza della cittadinanza, un ruolo attivo e
propositivo interagendo con
le Istituzioni Amministrative
(Comuni, Comunità Montane, Ente Parco N., Provincia
e Regione) ai fini di confronto critico e di partecipazione
alle scelte che si andranno a
fare sul territorio in questione in merito alle tematiche
ambientali.
Ci si augura che il 15 Gennaio 2011 possa costituire una
data storica non solo per il
Comitato ma per il territorio
e tutta la cittadinanza così
che possano sentirsi da esso
garantiti. Saremo attenti alle
varie esigenze e problematiche – conclude l’arch. Gian-
carlo Priante - che ci verranno poste dai cittadini (singoli o associazioni) che potranno aderire al Comitato in
qualsiasi momento per prenderne parte al suo interno”.
Nel corso dell’ incontro, si è
discusso sulla necessità di
una tutela appropriata dell’intero territorio del Parco
N.C.V.D.,di montagne, fiumi,
e della natura in genere, abbandonati a se stessi, e volta
a proteggere la dignità di
questi luoghi da qualsiasi
tipo di violenza e abuso e
stando alle dichiarazioni e
segnalazioni delle varie associazioni ambientaliste il salernitano è caduto in una
vera e propria emergenza
ambientale e di dissesto.
Michele D’Alessio
sfrenata alla produzione di
energia derivata da fonti rinnovabili sia determinata soltanto
dal profumo del business legato ai notevoli incentivi che
comporta, a cominciare dalle
quote dei certificati verdi. A tal
proposito, una domanda ingenua: perché in Italia tale quota
è il doppio di quella degli altri
paesi dell’UE?
In genere ci si sofferma sull’inutilità, sul fallimento e sul
business non sempre lecito del
fotovoltaico e dell’eolico. Per
la vocazione turistica e per ciò
che questa rappresenta per lo
sviluppo dell’area a Sud di Salerno, più che evidenziare
l’obiettivo del business è opportuno sottolineare che la distruzione del paesaggio comporterebbe la crisi irreversibile
dell’intera economia della
zona. E non solo! Mi riferisco
in particolare al paesaggio inteso non come “panorama”,
nella sua dimensione estetica,
che già per se stessa è un valore. Quest’aspetto è solo una
cornice intorno a un sentimento. Il paesaggio è tutto ciò, ma
soprattutto è anche altro. Esso è
l’identità culturale e antropologica di uno spazio vitale, che
si è venuto lentamente a formare e sedimentare per trasformarsi in memoria, individuale
e collettiva, di una Comunità.
Per dirlo con Luisa Bonesio, il
paesaggio è natura che si è fatta
storia. Agli uomini di cultura il
compito di difendere questo
patrimonio culturale e questo
strumento di ricchezza umana
ed economica; agli Amministratori (Regione, Provincia,
Comune, Ente parco, ecc.), ciascuno per la propria competenza, il dovere della tutela e
valorizzazione dei paesaggi attraverso gli strumenti cogenti
delle rispettive pianificazioni
territoriali. E come al solito, gli
Enti locali del Nord si sono già
mossi da tempo regolando o,
meglio, impedendo che il
verde dei campi si trasformasse
in chilometrica estensione di
pannelli fotovoltaici e sulle colline e montagne spuntassero
enormi torri di cemento.
Sede
84020 ROSCIGNO (SA) tel 0828963131- fax 0828963247
Sede Amm.va e Filiale:
84037 SANT’ARSENIO (SA) - tel 0975 398611 - fax 0975 398630
Filiali:
84065 PIAGGINE (SA) - tel 0974 942700 - fax 0975 942238
84069 TEGGIANO (SA) - tel 0975 510610 - fax 0975 510608
84036 S. CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949
84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544
84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433
85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431
Eboli
18
N°03 del 29 Gennaio 2011
Sensi unici nella stessa direzione... e la statale 19 diventa un imbuto
Se tutte le strade portano sulla Nazionale, il caos è garantito
DALLA PRIMA
“piccola” Eboli si intasa. Via Nazionale diventa un imbuto, un
incubo motoristico, un asfalto di
lamiere clacsonanti, senza via
d’uscita. Il nuovo piano traffico,
non è una novità, ha distrutto la
quiete di residenti, commercianti e automobilisti di passaggio. Camminare in auto sulla
statale 19 è diventata un’utopia.
Negli orari di punta è da suicidio. Il nuovo piano traffico è
senza logica. O meglio, in alcuni punti è anche condivisibile.
Ma in altri, va bocciato in toto.
Primo nodo. Via Vincenzo Paesano, la strada accanto ai vigili
urbani, era a doppio senso di
marcia. Ora non più. E’ un senso
unico a salire. Salendo salendo,
le auto sbucano tutte sulla statale 19. Perchè è stato fatto il senso
unico? Per evitare incidenti all’incrocio. Nel marzo scorso
venne investito anche Luca
Sgroia. Ma se gli automobilisti
corrono, non c’è pedone che
viva tranquillo anche con i sensi
unici. Venti metri dopo via Paesano c’è via Cefalonia. La strada
d’accesso alla caserma della
guardia di finanza era un senso
unico a “scendere”. La si imboccava per uscire da Eboli. Ora è
diventato un senso unico a salire. Salendo salendo, le auto sbucano di nuovo sulla statale 19. Il
risultato? Ore otto di mattina, un
disastro automobiistico.
Macchine in fila, tutti in
coda. Alle 13 di ogni giorno, c’è
la replica del disastro. Chi ha
pensato a una soluzione così
folle? Al comando dei vigili urbani puntano il dito contro un
ingegnere di Cava de Tirreni. E
ti pareva. C’è sempre un professionista di un altro paese, sul
quale scaricare tutte le colpe
ebolitane. Il mistero tutto no-
strano è: se il piano traffico riguarda Eboli, perchè chiediamo
delucidazioni a ingegneri e
scienziati di altri comuni? La risposta è sotto gli occhi di tutti.
File immobili e code di automobilisti esasperati. La statale 19 è
diventata un tappo. I residenti
chiedono di alternare i due sensi
unici. Da via Paesano si sale e
per via Cefalonia si potrebbe
scendere. Ma se tutte e due le
strade portano alla statale 19, i
nervi degli ebolitani sono destinati a saltare.
Una cosa nel piano traffico si
salva. Il nuovo senso unico di
via Madonna del Soccorso. Nell’incrocio con la statale 19 si sono
verificati decine di incidenti
stradali. Spesso anche seri. All’altezza del bar Sociale si sono
avuti speronamenti violenti tra
auto. E così, l’amministrazione
Melchionda ha deciso di invertire il senso di marcia. Dal bar
Sociale non si può più procedere verso il centro di Eboli, ma si
può solo svoltare in uscita, dirigendosi verso via Cupe o via
Scotellaro. L’idea, in questo caso,
sembra aver funzionato. I residenti chiedevano una rotatoria,
ma l’amministrazione Melchionda ha cambiato il senso
unico. Evitando la rotatoria.
Altro punto critico.
L’assessore alla viabilità, Remo
Mastrolia, l’incrocio di via Serracapilli con via Sturzo (le cosidette due strade) con un impianto semaforico del secolo
scorso. Lo spazio per una rotatoria, qui c’era. Ma l’amministrazione del Pd ha preferito installare un semaforo per rallentare il traffico piuttosto veloce
sulla cosidetta tangenziale di
Eboli. Il risultato è il disastro ter,
perchè chissà chi ha avuto la
brillante idea di riciclare un se-
REMO MASTROLIA,
ASSESSORE ALLA VIABILITÀ
maforo vecchio e rattrappito, un
impianto in evidente demenza senile. Il danno? Quando
spunta il rosso, il semaforo
si blocca. E resta lì, sul rosso, per
diversi minuti. Semaforo comunista, spia meccanica dell’ex sindaco Rosania? Al di là delle battute sarcastiche fatte in comune,
il problema c’è. Sia in via Serracapilli, sia in via Sturzo, per chi
vuole salire verso via Serracapilli, i minuti di attesa si accavallano, in compagnia del semaforo rosso. Alcuni giorni, il
rosso fa i capricci. Anzi, fa il protagonista. Si accende fulgido
e resta fisso. Non lascia più spazio agli altri colori. E gli automobiliisti in fila vanno in bestia.
Chi percorre via Sturzo, infatti,
lo fa anche per evitare il traffico
della statale 19. Con il semaforo
inceppato, quella scelta diventa
una trappola. Minuti abbondananti di fila, in attesa di un verde
che non arriva. Per questo problema, per fortuna, l’ingegnere
di Cava dè Tirreni non c’entra
niente. La colpa? “Non l’abbiamo voluto noi quel semaforospiega Remo Mastrolia, assessore alla viabilità- ma è un progetto dell’assessorato ai lavori pubblici” sbotta Mastrolia piuttosto
emotivo negli ultimi giorni di
grande attività. Per la serie, il semaforo? L’ha installato Enzo
Consalvo, prendetevela con lui.
Lamentatevi con lui. “Linciate”
lui. “E’ stato il mio predecessore
a volere il semaforo, non io- si
difende Enzo Consalvo, assessore ai lavori publbici- Io avrei
preferito una rotatoria in quel
punto. Comunque, se il semaforo non funziona, lo possiamo
cambiare. Polemizzare non mi
sembra un’idea intelligente”.
Prima di mettere mano a un
piano traffico, forse è il caso che
gli assessori inizino parlare tra
loro dei problemi. Rotatoria, semaforo, sensi unici o quant’altro, sarebbe il caso di discuterne
poi anche con i residenti e qualche commerciante. Scomodare ingegneri di altri comuni, pagandoli, diventa un boomerang
a caro prezzo per gli ebolitani.
Eboli
N°03 del 29 Gennaio 2011
19
Le pagelle ebolitane
di Francesco Faenza
Settimana delle meraviglie. In
ospedale Mario Minervini dà il
meglio di se, parcheggiando
l’auto davanti al portone di ingresso e prendendosela pure
con i vigili urbani che gli fanno
la multa. All’ufficio postale c’è
solo uno sportello aperto, perchè un solo dipendente è rimasto. In politica, siamo all’ennesima follia con il traffico e i
sensi unici strampalati. Mentre
il Pdl continua la sua guerra intestina e insensata. Almeno
questa settimana, il Pd non ha
fatto parlare di se. Sospesi
poker e giochi d’azzardo nella
sede con la serratura multipla,
in via Lodato?
Mario Minervini, voto 3: arriva
in ospedale, di corsa. Colpito da
improvviso attacco “intestinale”, parcheggia l’auto alla Cetto
Laqualunque. Non dove capita,
non a casaccio, non sul marcipiede, non al posto degli invalidi, non davanti la chiesa, non
nel pronto soccorso, non nella
sosta dei dializzati...Minervini
quando si muove è un Roberto
Bolle al quadrato. L’eufemismo
è evidente. L’infiammazione
acuta da una parte, l’auto grande dall’altra (Mercedes classe
C)...e il direttore sanitario dall’Aspromonte giunto ti fa il frittatone. Dove ti va a parcheggiare l’auto? Prodigo di promozioni e straordinari, di multe e sanzioni lavorative, Minervini parcheggia il macchinone all’ingresso dell’ospedale. Davanti al
portone d’accesso. Quello principale, il portone grande e spazioso, ma tutto bloccato dall’auto di Cetto Minervini. Inevitabile è partito il fischio dell’agente Walter Coiro. Il vigile
urbano ha fatto il suo dovere. E’
pagato per questo. E’ retribuito
dallo Stato, dai contribuenti,
anche da Minervini. E il Cetto
con il Mercedes dovrebbe fargli
i complimenti al vigile urbano.
Ma cosa accade invece? Quando il vigile ha fatto il suo dovere, quando è partita la multa da
39 euro per divieto di sosta...Minervini cosa si inventa, cosa tira
fuori dal berlusconico cilindro?
Chiediamolo a Coiro, il vigile
contestato: “quando l’ho multato, Minervini mi ha detto che
aveva parcheggiato sul suolo
dell’ospedale e lui poteva mettere l’auto dove voleva”. Al che,
il vigile Coiro, pagato dallo
Stato, dai contribuenti e da Minervini, ha avvisato il direttore
sanitario in divieto di sosta: “o
sposta l’auto o chiamiamo il
carroattrezzi”. Tosto di un vigile.
Così si fa. Alla Alberto Sordi, tiè.
La legge è legge. E’ uguale per
quasi tutti. Per Minervini soprattutto...che è direttore sanitario e dovrebbe dare il buon
esempio. Ma si sa, la buona
educazione non è più di questo
mondo. E di fronte la minaccia
MARIO MINERVINI
del carroattrezzi, Minervini si è
rizelato, si è agitato, si è scosso,
ha fatto la “mossa”, si è inalberato. Ha protestato, inveito, ma
il risultato non ha cambiato.
Come l’ultimo Moggi di periferia che va ancora a pontificare
una morale annacquata e rachitica nelle tv spazzature, così Minervini ha puntato i piedi nei
confronti del vigile urbano. Non
si sa come, miracolo ebolitano,
dal nulla è spuntato il comandante dei caschi bianchi con
l’assessore Mastrolia e il capogruppo (per un terzo) del Pd,
Roberto Palladino. I tre sono accorsi in ospedale per calmare le
acque.
Dovevano calmare Minervini,
magari, ricordargli il codice
della strada cosa prevede, invitarlo a rispettare un pubblico ufficiale, chiamare il carroattrezzi e far rimuovere l’auto dalla
cafonissima posizione in cui era
stata parcheggiata. Ma al Cettolaqualunque di piazza Scuola
Medica Salernitana è andata diversamente. Prima del carroattrezzi è uscito l’agente di pubblica sicurezza dall’ospedale,
pagato per garantire l’ordine
pubblico in ospedale, non per
parcheggiare l’auto in divieto di
sosta del direttore...e salito sul
Mercedes, lo ha sistemato nel
parcheggio multipiano, dove
Minervini, altra grande schifezza elitaria, ha un posto riservato e gratuito. Esatto, la Multiservizi ha riservato un posto gratis
nel parcheggio multipiano a
Cetto Minervini. Mentre infermieri, medici e portatini devono pagare l’abbonamento mensile, il Laqualunque dell’Aspromonte non sgancia un euro. Ma
se Minervini ha il posto riservato e gratuito, perchè si è tanto
incafonito a parcheggiare alla
Cetto Albanese, davanti al portone di entrata dell’ospedale?
Qualcuno sostiene che nel parcheggio multipiano tutti i posti
erano occupati. Anche quello
gratis riservato a Cetto Minervini. Al che siamo andati a chiedere al responsabile del turno di
sosta, di quell’infausta e qua-
lunquemente mattina minerviniana. E il parcheggiatore,
Mario S., ci ha risposto: “il posto
di Minervini? Era libero. Avevamo messo il birillo, proprio per
evitare che venisse occupato”.
Fretta intestinale o cettoqualunquismo aspromontiano, Minervini ha fatto un figurone. Non
tanto da direttore sanitario, su
quello è stato già bocciato dagli
ispettori del lavoro che lo hanno
multato con 70 mila euro di
contravvenzione. Minervini ha
fatto un pessima e pedestre figura come uomo e cittadino.
Fare il direttore sanitario alla
Cetto Laqualunque, calpestando regole, vigili urbani e codice della strada, è la peggiore
pellicola che Minervini potesse
girare. E visto che la scenetta albanesiana è avvenuta alla undici di mattina, sotto gli occhi di
decine di testimoni oculari, di
vigili urbani e agenti di pubblica sicurezza, l’Oscar del terùn
dell’Aspromonte, Minervini se
lo aggiudica alla carriera.
Remo Mastrolia, voto 4: settimana difficile per l’assessore
alla sicurezza. Del patatrac dei
sensi unici sulla statale 19 abbiamo parlato nell’articolo accanto. Ma non è finita. In via
Serracapilli è stato installato un
nuovo e desuetissimo semaforo,
al posto delle più moderne ma
antipatiche rotatorie. Il semaforo si inceppa sul rosso. Provocando file d’auto anche per 10
minuti. Il semaforo non è stato
sostituito. Il disagio permane e
raddoppia.
Una soluzione non è stata trovata. Arrivando in ospedale,
Mastrolia racconta a un giornalista che “Minervini non ha ricevuto nessuna multa” smentendo così la versione del vigile
urbano che ha dichiarato: “io la
multa l’ho fatta, sono 39 euro
per divieto di sosta” dice Walter
Coiro. Invece di complimentarsi con Coiro, Mastrolia lo smentisce, prendendo le difese di un
imbarazzante Minervini parcheggiato davanti al portone
dell’ospedale. Perchè sior assessore stiamo a difendere i maleducati rappresentanti di un
potere molto cafone? Altro caso.
Da oltre 10 giorni, ai vigili urbani è stata consegnato un
esposto di carattere penale. Un
bizzarro commerciante in via
Vignola, lato via Matteotti, ha
installato quattro telecamere su
una strada pubblica e addirittura una telecamera sui balconi di
un condominio. I vigili urbani
ancora non sono intervenuti,
contro l’evidente illecito penale.
Informato dei fatti, ci auguriamo
che l’assessore suoni la sveglia
ai caschi bianchi in pre letargo.
Ultima gaffe, in riva al mare la
magistratura ha confermato l’illecita installazione delle sbarre
negli spartifuoco. La primavera
non è lontana. Ci piacerebbe
imbatterci in una marina di
Eboli senza abusi e schifezze assortite. Chiediamo troppo, lo so.
Ma di fronte gli abusi più evidenti e gravi non possiamo certo
aspettare sempre che intervenga la forestale di Capaccio. Assessore alla sicurezza...la legge
è uguale per tutti o per gli abusivi facciamo una berlusconata
ad hoc?
Vito Busillo, voto 6,5: torna in
comune dopo un viaggio in
Cina, tra gli “amici” comunisti.
Rinfrancato e rigenerato, Busillo suona la carica. Sistemato il
fuso orario, l’ex candidato a sindaco spara a pallettoni: “ma
VITO BUSILLO
quale Cariello, il candidato sindaco del centrodestra sono e rimango io. Lasciateli pure che si
divertano, poi vedremmo al momento opportuno”. Cardiello sta
con Cariello. Vecchio sta con
Cariello. Tutti pazzi per Cariello
nel Pdl. Il fascino degli ex comunisti è abbagliante? “E che
vuoi che sia, si saranno innamorati di Cariello? Chi ha più
polvere spara. Parlarne ora è
presto”. Busillo è convinto di
avere ancora un peso politico
ed elettorale. E per rafforzare la
sua tesi, il presidente del consorzio di bonifica ragiona così:
“alle ultime elezioni sono stati
eletti, nel Pdl, consiglieri comunali con 200 voti di preferenza.
I loro voti a sindaco? Sono andati al candidato Melchionda o
al candidato Cariello. Io ho
preso 900 voti più delle liste di
centrodestra. Una soddisfazione me la sono tolta. Ma chi non
ha sostenuto il Pdl, chi ha votato Melchionda o Cariello, quando era comunista, non può venire ora a reclamare incarichi o
candidature”. A chi si riferisca
Busillo, è chiaro. Il suo veleno
è contro i “senatori” dell’area
Cirielli. Lui, profeta ebolitano
del ministro Carfagna, continua
la sua battaglia, nel suo piccolo
bunker, con un puffo carroarmato. Sulla sponda opposta, a
quanto pare, la corazzata Car-
diello-Cariello-Vecchio è pronto alla resa dei conti. Per il dopo
Melchionda si è già scatenato il
toto sindaco. E il centrodestra è
già spaccato.
Direttore dell’ufficio postale,
voto 4: sappiamo bene che le
poste sono state privatizzate.
Ma ridursi con un solo dipendente allo sportello è veramente la fine. Il direttore dell’ufficio
postale di via Ripa dovrebbe garantire la salute e la dignità del
suo ultimo mohicano allo sportello. E allora ci vuole coraggio,
signor direttore. Chiami i carabinieri e denunci i propri vertici dirigenziali. Le hanno lasciato un solo uomo allo sportello?
Ok, l’ufficio chiude. Lei si incatena per protesta davanti la sede
di via Ripa. Compra prima un
cartello bianco e un pennarello
nero. Se lo attacca in petto, per
spiegare agli utenti cosa è successo. E se ne sta lì. Con il sole
o sotto la pioggia, finchè da Salerno o da Napoli non le mandano rinforzi. Mettere un solo
dipendente dietro a un unico
sportello postale, non ha senso.
Per i clienti della posta è un insulto, è un’autentica presa in
giro. Peggio ancora per l’ultimo
dipendente che non ha nemmeno tre minuti per una pausa
caffè, ma rischia sinceramente
di finire in manicomio.
Lavorare per tante ore, senza
sosta, è da esaurimento totale.
Nemmeno Marchionne pretende più queste cose. Nemmeno
Ruby farebbe il bunga bunga
(preghiera brianzola delle pie
donne di Arcore) per sette ore filate. Di grazia, saper volemmo,
ma i sindacati della posta che
fine hanno fatto? Uno scandalo
così squallido, chi lo deve denunciare? E l’Assoutenti e il Codacons in quale anonimato
complice sono finiti? Un solo
dipendente dietro allo sportello...ecco il risultato. Alle 11 di
mattina, un cittadino entra nell’ufficio postale e stacca il biglietto di prenotazione. 2-4-0.
Numero 240. Sollevata la testa
verso il display, l’infartuando
cliente scopre che allo sportello
c’è il cittadino svegliatosi all’alba, con il numero 53. Una
scena nemmeno da terzo
mondo. Una vergogna nazionale, peggio dell’ultima squadra di
Lippi con nonno Cannavaro in
Sudafrica. Bastava comprare
una catena, un pennarello e un
cartello. Tutto qui. Fare il direttore di un ufficio pubblico si traduce anche in questo. Protestare in modo plateale contro una
situazione assurda e malefica.
La salute fisica e mentale dei dipendenti e degli utenti, non ha
prezzo. Un po’ di coraggio, c’è
poco di cui imbarazzarsi. A presto, signor direttore. Rompa gli
schemi. E rompa le scatole ai
suoi ottusi vertici dirigenziali.
20
N°03 del 29 Gennaio 2011
La capaccese Maria Rufolo, dal 30 gennaio in mostra a Battipaglia
L’homo cosmicus come evoluzione della creazione
Capaccio-Paestum non è solo
passato, con la magnifica testimonianza che qui ha lasciato la cultura greca, ma è
anche presente, fatto di giovani artisti che continuano la
tradizione mantenendo gli
strumenti classici del fare
arte, ed allo stesso tempo trasportandola ai giorni nostri
servendosi di temi universali
interiorizzati e fatti propri.
Come la pittrice Maria Rufolo di Gromola, Capaccio-Paestum, la quale parteciperà al
quarto appuntamento della
rassegna d’arte contemporanea intitolata “Dolce Vita
d’Artista”, organizzata dall’associazione battipagliese
“Officina 31”. La mostra si
terrà presso il Dolce Vita
Cafè, in via Italia, Battipaglia
dal 30 gennaio al 5 febbraio
2011.
Maria Rufolo è nata a Salerno nel 1982. Dopo il Diploma di maturità al Liceo Artistico Carlo Levi di Eboli, consegue la laurea in Pittura e la
successiva specializzazione
in Grafica d’arte presso l’Ac-
cademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2000 realizza il ritratto del Questore Giovanni
Palatucci ora esposto alla
Questura di Salerno. Nel
2005 partecipa con l’Accademia di Belle Arti di Napoli
alla mostra “Invenit” tenutasi
al Castel Dell’Ovo, Napoli.
Nel 2009 e nel 2010 come
allieva dell’Accademia di
Belle Arti viene selezionata
per partecipare al Premio Nazionale delle Arti. La sua
produzione artistica ha come
predilezione la pittura ad olio
su legno e la calcografia.
I suoi temi fondamentali sono
l’interesse per la figura
umana. Nelle opere che presenterà alla mostra, dal titolo
“Homo Cosmicus”viene indagato l’uomo in relazione
con l’Universo, il Cosmo.
Essa ci mostra come le costellazioni così come i pianeti, sono simboli che ci rivelano la creazione del mondo,
dell’uomo e la loro evoluzione, aiutandoci a decifrare
l’evoluzione interiore dell’uomo.
C’è “pista” per te...
di ERNESTO GIACOMINO
DALLA PRIMA
Del tipo: ah, già, questo qui, e
chi se lo aspettava, lo vedevo
tipo alle tre di notte scambiare
soldi con pacchetti ma pensavo facesse il garzone per una
farmacia notturna. E quell’altro, uhddio, andava in giro urlando e parlando da solo ma
credevo fosse sempre al cellulare, sai com’è, all’orecchio
questi auricolari di ultima generazione rischi di non vederli proprio.
Già dodici incriminati, e
un’inchiesta (l’ennesima) ad
oggi ben lontana dal potersi
considerare chiusa. Eppure il
tutto passa appena sottopelle,
non infetta il pensiero quotidiano né dei soliti perbenisti
“opinion’s leaders” né dei
puntuali tranquillizzatori che
accorrono a smussare la gravità degli episodi continuando – contro ogni evidenza – a
parlare di eccezionalità se non
rarità.
Ragazzi, ragazzini, donne, imprenditori, corrieri più o meno
recidivi, spole e pedine da Battipaglia a Scampia, all’Agro, al
Vesuviano in genere: non se
ne salvano in tantissimi, voglio dire, o non tutti quelli che
credevamo. C’è il marcio sotto
la scorza buona, è il problema
è capire se siamo noi a non
voler sbucciare o è la scorza
che è troppo dura per chiunque. E sulla seconda ipotesi ho
dubbi di portata astronomica,
è atavica la cattiva abitudine
di non voler mai realmente capire-studiare-vederci chiaro
negli atteggiamenti equivoci
di familiari e conoscenti quando beccati in un modus vivendi assolutamente fuori
riga e fuori portata. Semplicemente, di fronte al dubbio, ciascuno alza gli standard di riferimento e fa rientrare l’astruso nella normalità: hai la Bmw
X6, o gli strozzini alle calcagna, o i Nocs in casa alle due
di notte? E vabbe’, qualche investimento sbagliato, e cattive
amicizie d’infanzia, e con ‘sti
finanziamenti moderni la
macchina buona possono
comprarsela tutti. Negarsi
l’evidenza, questa è la regola:
un po’, come la vecchia, bi-
sunta storia del marito che telefona a casa per comunicare
il rientro anticipato alla moglie adultera e darle il tempo
di cacciare l’amante.
Alla fine, quando si legge in
giro roba tipo “sequestrati tot
kg. di cocaina diretti a Battipaglia”, quello che realmente
dovrebbe preoccupare non è
chi li portasse e se li si conoscesse o meno, ma a chi fossero diretti. In un contesto provinciale come Battipaglia, voglio dire, la droga non fa tappe
intermedie, non conosce scali
tattici per poi ripartire, non
puoi sperare che “vabbe’,
erano di passaggio”. Qui arriva, qui si ferma. E dove, si
ferma?
Il danno, oltre l’evidente beffa,
è voler continuare a chiudere
gli occhi, fingere che il trittico
soldi-droga-camorra non ci riguardi o ci tocchi di striscio,
mettere ogni volta la mano sul
fuoco – un po’ tutti: opinionisti, preti, politici, gente comune – sul fatto conclamato che
questa città, per larga parte,
sia ancora immune da quel
degrado di valori e costumi
che invece è giocoforza regalato nel pacchetto “benessere”,
nell’avvicinamento dello status – economico, sociale, strategico - da ex paese a sottomarca di metropoli.
Quella droga la usiamo noi, la
usano i nostri figli. La usa l’avvocato cui fiduciosi ci rivolgiamo per querelare il vicino,
o il netturbino che ci spazza le
strade alle sei del mattino, o la
mamma ansiosa che stenta a
tirare la fine del mese e si rassicura imbottendosi di cocaina e gratta & vinci. Inutile nascondersi dietro un dito: se c’è
un affare per chi vende, dall’altra parte c’è sicuramente
chi compra. Se c’è un bene in
commercio, vuol dire che
prioritariamente ce n’è un diffuso bisogno. Sono le leggi
alla base dell’economia, è inutile scandalizzarsi.
Se Battipaglia sta divenendo
piazza d’affari, prescindendo
se siamo tra gli utilizzatori o
gli scandalizzati, quello che ci
condanna è la ferma volontà
di non sapere.
SEDE CENTRALE
ALTAVILLA SILENTINA, via del Dopolavoro, 94
tel 0828 783 311- fax 0282 986 604
SEDE DISTACCATA
FELITTO (Sa)
piazza Mercato
tel 0828 945514
FILIALI
CALABRITTO
via S. Allende, 11
tel 0827 52273
fax 0828 52 921
CASTELCIVITA
via Aldo Moro, 39
tel. 0828 975454
fax. 0828 975555
SPORTELLO DI TESORERIA
(SA)
ALDO MORO,
(CENTRO COMMERCIALE Il Granaio)
TEL 089 38 49 60
PONTECAGNANO
VIA
SPORTELLO DI TESORERIA E ATM
ALTAVILLA SILENTINA CAPOLUOGO
Piazza Umberto I, 20 tel 0828 983010
BAGNOLI IRPINO (AV)
via De Rogaris, 76, tel. 0828 602026
CONTRONE
Piazza Umberto I, 1 tel. 0828 772 321
N°03 del 29 Gennaio 2011
Battipaglia
21
Un’attesa durata trent’anni ed ecco l’agorà dei rappresentanti del popolo
La città ha di nuovo una vera aula consiliare
“C’è una “Casa Comune” nella
città di ognuno di noi. Ci appartiene perché la rispettiamo,
la condividiamo perché ci rappresenta, la viviamo perché è il
simbolo della nostra comunità.
Ed è interpretando oggi il sentimento di legittimo orgoglio di
tutti i cittadini che “riapriamo”
le porte della nostra Casa Comune”. Con queste parole il
sindaco Giovanni Santomauro
ha voluto inaugurare la nuova
sala consiliare. Dopo trent’anni Battipaglia torna ad avere
una casa comunale con tanto di
emiciclo. Sono passati infatti tre
decenni da quando un forte
sisma la notte del 23 novembre
1980 colpì una vasta area a cavallo tra la Campania e la Basilicata. A Battipaglia quel disastro non fece vittime, ma danneggiò sensibilmente diversi
manufatti, soprattutto quelli
più antichi. Tra questi il Municipio, già sventrato durante i
bombardamenti del ’43, che
causarono la quasi totale distruzione dell’abitato e la
LA NUOVA AULA CONSILIARE DI BATTIPAGLIA
morte di 117 civili. Oggi, dunque, la città può finalmente
vantare una degna aula consiliare. L’inaugurazione della
sala in cui si svolgeranno da
qui in avanti i consiglieri comunali, chiude in sostanza il
cantiere aperto oltre vent’anni
fa. Alla cerimonia hanno parte-
cipato le massime autorità del
territorio. Tra questi l’Arcivescovo metropolita Luigi Moretti, il Prefetto Sabatino Marchione ed il Questore Antonio
De Jesu, e poi molti sindaci dei
paesi limitrofi, tra cui il primo
cittadino di Bellizzi, Pino Salvioli, quello di Olevano, Adria-
no Ciancio, Martino
Melchionda di Eboli,
Franco Alfieri di Agropoli. E su tutti Vincenzo De Luca, accolto
come una star. Come
sempre il discorso del
sindaco di Salerno è
stato quello più scoppiettante. Infatti, dopo
i discorsi del questore
e del prefetto e dopo la
rituale benedizione
dell’Arcivescovo
a
prendere la parola è
stato il primo cittadino
del capoluogo: “Era
una pena accendere il
televisore e osservare i
consigli comunali di
una città importante
come Battipaglia svolgersi in
una specie di scantinato”. La
specie di scantinato a cui fa riferimento De Luca è la “misera” sala del centro sociale ove,
per lunghi anni, si sono svolte
le assise cittadine. Acqua passata. Da oggi Battipaglia ha
una nuova sala di rappresen-
MEDUSA CHA CHA CHA
tanza. Senza nome, però. Eh sì
perché la querelle che ha investito l’opinione pubblica (o meglio, una parte di essa) è ancora lontana dall’essere risolta.
Addirittura una commissione
toponomastica, formata dagli
ex sindaci di Battipaglia e da
altre personalità – padri della
patria, è stata creata ad hoc per
redimere l’annoso quesito: a
chi intitolare la sala? Il quesito
deve essere davvero annoso,
dato che dopo un mese di lavoro ancora non è giunta alla
decisione. Pertini, De Gasperi
o Moro. Colangelo, Menna o
Vicinanza. Hamsik, Cavani o
Lavezzi. La questione è, secondo alcuni, sintomatica dell’incapacità dell’amministrazione
di assumere responsabilmente
decisioni potenzialmente “scomode”. Scomode come le sedie
dei consiglieri comunali, chiamati oggi a “lavorare” in un
luogo finalmente degno di
nota. Speriamo solo ne siano all’altezza.
Valerio Calabrese
DI VALENTINA
DEL PIZZO
Grotte di Castelcivita in riposo biologico
Non amo molto i luoghi chiusi,
serrati, le viscere della terra. Mi
ricordano creature informi,
forze sovrumane, misteri terragni. L’unica forza che esercito,
sotto la luce delle stelle, è quella del mio sguardo, che della
bellezza conserva ancora tutto
il peso. In questa passeggiata
nelle Grotte di Castelcivita,
pertanto io vi attenderò fuori,
non senza però avervi regalato
una premessa degna di un
posto così magico: come sul
cratere del Museo di Napoli, attribuito al Pittore dei Niobidi,
il visitatore intraprenderà un
viaggio negli inferi, che non si
discosta molto dalla fissità
drammatica di quelle figure
adagiate, in un riposo senza futuro, sulle rocce disegnate dal
buio.
Nei complessi speleologici la
temperatura è costante, filtra
poca luce, c’è un microclima da
tutelare con dei piccoli accorgimenti. Per questi motivi è
molto facile che, nel visitare il
sito dedicato www.grottedica-
stelcivita.com, apprendiate che
dal 1 gennaio al 28 febbraio
2011 le Grotte sono chiuse per
‘riposo biologico’. Riposeranno in questo periodo anche
tutte le ombre che affollano i
meandri tortuosi dell’Ade. Tuttavia potrete contattare il tel.
081 8631581 e prenotare un bi-
glietto per lo spettacolo di
‘Orfeo ed Euridice’, diretto da
Domenico M. Corrado.
Il fortunato genere dello speleo
teatro, inaugurato dalla gestione delle Grotte di Pertosa e da
Dante che lì introduce nell’Inferno della propria divina
Commedia, continua qui in un
viaggio tutto pagano alla volta
di uno dei miti più affascinanti del mondo greco. Con un
coinvolgimento di ben 7 Apollo e 2 Proserpina a fare da
guida lungo un percorso di
circa un km, lo staff de “Il tappeto volante” si esibirà tra stalattiti e stalagmiti in canti, balli
ed effetti multimediali, in
barba al divieto delle Erinni
che tenteranno di negare l’accesso alle Grotte. Più popular
del mito stesso, che pure immaginiamo declamato dagli
aedi, alla maniera delle gesta di
Achille, nelle piazze ed ai crocevia, in uno sforzo mnemonico che necessitava di una comunicazione semplice e comprensibile ai più, lo spettacolo
ha un forte valore didattico e di
divulgazione.
Maestro del canto accompagnato dalla lira, Orfeo, per ottenere la sua amata Euridice rediviva, addolcì con la sua arte
tutte le personalità dell’oltretomba, proprio come la goccia
d’acqua amalgama con dolcez-
za millenaria la pietra delle
Grotte che ospitano la rappresentazione. Attirò su di se
l’odio di Dioniso e di Afrodite
per aver condannato, degli uni,
la promiscuità dei rapporti, e
per aver esaltato, a dispetto
dell’altra, l’amore omosessuale, mentre la sua testa, rotolata
via dal corpo dilaniato dalle
Menadi, approdò a Lesbo in un
antro sacro al dio orgiastico,
ove fu zittita da Apollo in persona, per interferenze nel suo
culto. Mito dunque quanto mai
attuale, la visita alle Grotte di
Castelcivita coglie della sostanza il senso di un amore che
si declina in tutti le note che
l’orecchio umano è capace di
ascoltare, e la visita di conclude
in una risalita a sorpresa, in cui
Euridice si perderà, ma non
sarà questo il finale che colpirà
gli spettatori, mentre fuori una
Medusa vi attenderà ascoltando la musica brillare dalla costellazione della Lira, a lui dedicata.
Medusa Cha Cha Cha
Sele
22
N°03 del 29 Gennaio 2011
CAMAPAGNA. Mobilitazione per impedire la chiusura della “Cervone”
In pericolo la collocazione degli anziani ospiti
L’Istituto IPAB “Lavinia Cervone”, di Via Dietro Zappino di
Campagna Centro Storico, relativamente al territorio in cui
opera, rappresenta un punto di
riferimento insostituibile nell’assistenza alle persone bisognose e disagiate. Presso la struttura sono funzionanti la Comunità di Accoglienza per Gestanti Madri e Bambini “Il Granello
di Senape” e la “Casa Albergo
per Anziani”. La prima è rivolta
al recupero di situazioni familiari compromesse da vari motivi, offrendo alle utenti possibilità di recupero sia sotto il profilo
psicologico che sociale, e prevedendo, se possibile, il reinserimento nel nucleo familiare di
appartenenza.
La Casa Albergo, invece, dà
ospitalità a persone anziane sole
nonché prive di supporto familiare. Per tali utenti spesso l’Istituto rappresenta l’unica possibilità per poter avere quel minimo
di socializzazione, recuperando
serenità e gioia di vivere. Inoltre, la presenza di una Comunità di Suore, appartenenti all’Ordine di maria regina della Pace,
consente di offrire alle Ospiti,
cosa non meno importante, assistenza religiosa con l’intento
di sollevare lo spirito e rinvigorire la fede, il tutto nel rispetto
della volontà della fondatrice,
Lavinia Cervone.
A distanza di oltre un secolo
dalla fondazione dell’Istituto,
oggi si rende necessario eseguire alcuni interventi strutturali di
ammodernamento della parte di
edificio che ospita la Casa Albergo per Anziani, per adeguare il servizio a quanto previsto
dalla normativa vigente in materia, conseguire l’autorizzazione definitiva al funzionamento
e, soprattutto, per salvaguardare i diritti e le legittime aspettative delle Ospiti garantendo alle
stesse maggiore confort e sicurezza.
Dagli elaborati predisposti dai
tecnici di fiducia dell’Istituto risulta necessaria, per l’esecuzione di dette opere, la somma di
€. 139.847,32 a cui vanno aggiunte l’IVA e le spese necessarie per l’acquisto dell’arredo stimate in €. 15.000,00. Le spese
tecniche, invece, saranno evitate grazie alle professionalità
messe gratuitamente a disposizione dalla Giunta Comunale
con deliberazione n. 268/2010
riconducibili all’Area Tecnica e
all’Area Economico-Finanziaria
del Comune di Campagna. Purtroppo, però, l’Istituto non gode
delle risorse finanziarie necessarie e quindi ha attuato un programma di attività per la salvaguardia della Casa Albergo,
consistente nella vendita di un
immobile, nell’accensione di un
mutuo e in una sottoscrizione
pubblica per la raccolta dei
fondi necessari (delibere del
C.d.A. n. 46/2007, n. 14/2008,
L’ISTITUTO CERVONE
n. 12/2010).
Il Presidente del Consiglio di
Amministrazione, dottor Liberato Trotta, dopo alcune riunioni
del CdA dell’Istituto ed alcuni
incontri con il sindaco Biagio
Luongo, lancia, attraverso il nostro giornale, una Sottoscrizione pubblica per una raccolta
Fondi per evitare la Chiusura del
Servizio Casa Albergo per Anziani (non certamente dell’intero Istituto). Il presidente Trotta,
detto diversamente, fa appello
Dal Sud al Nord per salvarsi la vita
DALLA PRIMA
allieta le lunghe attese all’ingresso del “purgatorio”, dorme
già al capezzale di suo marito
intontito dai farmaci o forse
resta a guardarlo ancora un po’
per accertarsi che stia bene?
Forse gli aggiusta il berretto di
lana e sistema il nuovo plaid
sperando che finalmente l’anno prossimo passerà le feste a
Foggia con la sua famiglia,
come
dice
sempre.
Questa è la breve cronaca di un
Capodanno che è solo un giorno come un altro, come Natale
come S. Stefano, come il 27, il
28, il 29…sempre lì, all’ingresso
del “purgatorio” ognuno a raccontarsi le proprie pene mentre
attende che si facciano le 13 o
le 19. Capodanno è solo l’ennesimo giorno in cui si percorre il
lungo corridoio della Chirurgia
8 de “Le Molinette” di Torino,
con l’ansia nel cuore, incrociando gli sguardi di quanti ca-
piscono la tua sofferenza e ti dicono tremanti: “Vorrei chiedere al dottore se ci sono novità
ma teng’ troppa paur’”. Con
loro ridi e scherzi per stemperare la tensione e stabilisci una
vicinanza nuova, una comunanza mai provata, solo gli
sguardi bastano a comunicare
tutto…e la sera del 31 è con
loro che scambi gli auguri per
il nuovo anno e gli occhi si
riempiono di lacrime, le braccia si incrociano e tutti si augurano un’annata migliore.
I pazienti della Chirurgia 8
sono trapiantati in camere semi
intensive, si può vederli per
due ore al giorno e solo uno
alla volta, bardati come si deve.
La loro mente offuscata confonde giorni e stagioni, eppure
nella loro temporanea “follia”
resiste lucido un pensiero: vogliono tornare a casa, ora e per
sempre. Chi gli è accanto prova
ad entrare nel mondo esclusi-
vo e onirico che si sono creati
in cui vivi e morti, santi e madonne si confondono, in cui il
passato ritorna e il presente si
altera e si dimentica in fretta.
Ma è impossibile e l’impossibilità ti rende impotente.
Ogni giorno centinaia di persone entrano in lista d’attesa
per un organo, la loro vita dipende da un sì o da un no di un
individuo o di un suo parente:
Torino offre loro una chance in
più perché chi, come mio
padre, si ammala al Sud è destinato a morire. Qui da noi o
paghi, o conosci qualcuno, o
schiatti perché i donatori sono
pochi e si fa a gara per accaparrarseli così il paziente in attesa di trapianto che ha la sfortuna di essere meridionale
muore
prima.
Il professor Salizzoni e la sua
fantastica équipe offrono loro
una speranza e tutti i giorni
tante famiglie meridionali (per-
alla generosità di cittadini, enti,
associazioni…, affinché grazie
al loro contributo economico
sia possibile reperire la disponibilità necessaria all’esecuzione
degli interventi citati, scongiurando così la chiusura della
Casa Albergo e la collocazione
altrove degli anziani ospiti, evitando, altresì, il licenziamento
del personale addetto e garantendo, insieme alla continuazione del servizio senza interruzioni, anche la permanenza, in
lopiù campane) si trasferiscono
a Torino elemosinando un alloggio agli istituti religiosi perché è qui che bisogna attendere
una volta immessi in lista, in
questo limbo che sembra senza
vie d’uscita, dove la solitudine,
lo sradicamento e l’incertezza
la fanno da padroni.
Il paziente meridionale è solo, i
suoi affetti sono lontani, non ha
il suo letto e non sa per quanto
gli mancherà e tutto questo
certo non aiuta la sua condizione. Tutto questo deve necessariamente cambiare: donare,
donare, donare è l’unica soluzione. Chi dona gli organi non
salva solo una vita ma una famiglia, un microcosmo e attiva
un circolo d’amore e gratitudine che non avrà fine: chi riceve
sa di essere fortunato e ringrazierà per sempre chi ha donato
e i suoi cari, come me, sentono
di avere un debito da estinguere e cercheranno di saldarlo in
termini di solidarietà e di
amore.
Tiziana Troisi
sede, della Comunità
delle Suore appartenenti alla Congregazione di Maria Regina
della Pace.
Eventuali offerte potranno essere effettuate
mediante versamento
sui conti correnti dell’Istituto (ccp15344849
oppure cb IT64 O
03067
76130
000000093037) o direttamente presso l’ufficio amministrativo
dell’Ente. Delle stesse
sarà redatto un prospetto costantemente
aggiornato e pubblicato sul sito web dell’Istituto mentre tutti i documenti relativi ai lavori saranno a disposizione di chiunque vi
abbia interesse presso
detto ufficio amministrativo.
Basta anche un piccolo
contributo e questo storico Ente
potrà continuare ad essere il
fiore all’occhiello delle politiche
sociali della Città di Campagna.
Mario Onesti
Tel 0828.720114
Fax 0828.720859
e-mail:
[email protected]
url: www.unicosettimanale.it
Direttore Responsabile
Bartolo Scandizzo
Condirettore
Oreste Mottola
Grafica ed Impaginazione grafica
Stampa
Faiella Raffaele
Eboli (Sa)
Iscritto nel Registro della Stampa
periodica del Tribunale di Vallo
della Lucania al n.119
Responsabile Trattamento Dati
Bartolo Scandizzo
Abbonamento annuale 25,00 Euro
Conto corrente postale num.
53071494
intestato a Calore s.r.l.
Tiratura: 5000 copie
Gli arretrati € 2,00 + le spese
di spedizione
Gastronomia
N°03 del 29 Gennaio 2011
23
Viaggi e Assaggi
Il Tanalahy Restaurant a Battipaglia, un locale etno-chic che piace
Battipaglia è una
bella cittadina in
continua crescita.
Pochi sanno che,
nel 1986, questa
località fu segnalata tra i cento comuni d’Italia
che, per il progresso economico
e civile conseguito, avevano
contribuito a rendere più grande l’Italia nella storia dei quarant’anni della Repubblica.
Peccato che per colpa dell’incontrollato sviluppo edilizio
degli anni sessanta, oggi, il centro cittadino si presenta in
modo abbastanza caotico con
arterie stradali di ridotte dimensioni inadatte all’attuale
traffico veicolare. Ci sono palazzi realizzati senza posti auto
e assenza di parcheggi soprattutto nel centro della città. Noi
siamo stati a Battipaglia alla
piacevole scoperta di un nuovissimo locale: il Tanalahy Restaurant che è aperto dallo
scorso mese di novembre. Il Tanalahy (che vuol dire camaleonte nella lingua del Madagascar) è un locale che giustamente si considera etno-chic e
se, come si dice, il buongiorno
si vede dal mattino, può diventare un punto di riferimento per la ristorazione battipagliese. Andiamo per ordine:
per arrivare al ristorante, tenendo come punto di rifermento la grande rotonda all’uscita autostradale, nei pressi dell’ospedale, si prosegue
verso il centro cittadino. Si attraversa ancora una rotonda e
dopo pochissime centinaia di
metri, si svolta a sinistra appena prima del distributore di
carburante. Si prosegue diritto
per ancora qualche centinaia di
metri e al numero 37, sulla sinistra, leggermente nascosto,
c’è l’ingresso del Tanalahy. Ap-
DA SINISTRA ILARIA CAUCEGLIA E STAFANIA FAVATÀ
pena entrati, si ha prontamente l’impressione di essere in un
posto raffinato. L’arredo è stato
curato nei minimi dettagli utilizzando colori eleganti come
l’oro e il rosso. Come complemento ci sono vari oggetti e
quadri che richiamano etnie
afro-asiatiche. Le luci sono
state attentamente studiate per
creare un ambiente soft e caldo.
Il sottofondo musicale è piacevole e non invadente. Insomma
ci troviamo in un locale etnochic che piace. A riceverci una
giovane donna, Ilaria Cauceglia, che gestisce il locale insieme ad un’altra donna, Stefania
Favatà. Vedendo il posto, c’era
da aspettarselo, tanta cura e ordine dovevano avere per forza
le mani del gentil sesso. Insieme hanno iniziato questa avventura ristorativa in un momento per niente facile. Ma, entrambe sono con i piedi per
terra e sono consapevoli che
l’impegno, la serietà e la volontà possono dare i frutti che
si attendono. Per la cronaca,
Ilaria, che si occupa del servizio in sala, è laureata in lingue
con indirizzo turistico presso
l’Orientale di Napoli ed ha
avuto esperienze in accoglienza turistica, come operatrice telefonica e responsabile commerciale e logistica in un’azienda locale. Mentre Stefania, che
troviamo in cucina, ha diversi
anni di esperienza nel settore
catering e ristorazione, sia in
Italia che all’estero, ed ha una
forte passione per la cucina.
Conoscendole è facile capire
che sono una “coppia” molto
affiatata e se il mio intuito non
m’inganna, insieme possono
percorrere un bel cammino in
questa strada ristorativa, che,
fatta in un certo modo, è ricca
di soddisfazioni. A tavola, ci
hanno portato il menu, redatto
con semplicità, con proposte
piacevoli di facile impatto. In
prima pagina una bella frase di
Oscar Wilde: “Ho dei gusti
semplicissimi, mi accontento
solo del meglio”. Noi, ci siamo
lasciati tentare dal misto di sfizioserie: crocchette di patate e
cavolfiori, mortadella alla piastra con aceto balsamico, zucca
marinata, bruschettine con pomodoro e con patè d’olive al
tartufo, cubetti di polenta, souf-
Via S. Pio X (nei pressi
dell’ospedale) Agropoli
0974 829451
flé con patate, zucca e salsiccia,
cappelle di funghi farcite e gratinate e quiche al formaggio.
Probabilmente avrò dimenticato qualcosa, ma nei piatti non
abbiamo lasciato niente. Abbiamo gradito tutto. Per continuare abbiamo gustato il fior di
raviolo (un bel raviolo a forma
di fiore) con formaggi e noci.
Buono. Ben eseguito. Poi, è
stata la volta del filetto al pepe
rosa, anch’esso di buona fattura. Per concludere, Ilaria ci ha
portato un misto (abbondante)
di dolci e creme. Che dire,
anche qui ci siamo pappato
tutto e ancora una volta la mia
dieta è andata a farsi friggere.
Da bere, da un’attenta e buona
selezione di etichette regionali
e nazionali abbiamo bevuto il
Cilento Aglianico 2009 Doc dell’azienda Cuomo – I Vini del
Cavaliere, un vino di un’azienda che continua a crescere e si
fa sempre di più apprezzare
per il continuo miglioramento.
Conto: circa 25 euro a persona,
vini esclusi.
Tanalahy Restaurant, Via Serroni 37/39, 84091 Battipaglia
(SA) - Tel. 0828 679443 – 366
3829249 – [email protected]
–
Orario
d’apertura 20,00-01,00. Chiuso
il lunedì.
Diodato Buonora
LA RICETTA
Cavolfiore alle
olive nere e verdi
Ingredienti per 4 persone:
1 cavolfiore
½ cipolla
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
100 g di pomodori pelati
una manciata di olive verdi e
nere snocciolate e tagliate a
rondelle – sale
1 piccolo pezzetto di peperoncino
Preparazione:
Pulite il cavolfiore, dividetelo
a cimette, sul gambo praticate
un taglio a croce. Tritate l’aglio
e la cipolla, metteteli in un tegame con l’olio, fate rosolare e
insaporire, unite i pelati di pomodoro a pezzetti,
le olive verdi e nere, il pezzetto di peperoncino e due dita
d’acqua. Mescolate, aggiungete le cimette di cavolfiore formando uno strato uniforme.
Coprite il tegame e fate cuocere a fuoco moderato per circa
mezz’ora. A metà cottura, mescolate e salate.
Vino consigliato: Piedirosso
2009, Pompeiano Igt, Sannino.
AIS (Associazione Italiana
Sommelier), il prossimo 7 febbraio, parte a Paestum, presso l’Hotel Cerere, un corso di
secondo livello per sommelier. Per informazioni e iscrizioni: dott.ssa Maria Sarnataro, 338.9296146.
Per segnalare news enogastronomiche: [email protected] o
telefonare al 338 9426245.