3 - Buto On Line
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LA GAZZETTA DEL VARA orgoglio,fiducia e coscienza critica PAGINA 3 Dal Risorgimento all'Europa Unita. Anita Garibaldi a La Spezia Banti ricorda i patrioti di Maissana sulle donne garibaldine Le origini del Risorgimento in alta Val di Vara e le prospettive europee di chi militava con Mazzini e con Garibaldi sono state trattate a Cembrano di Maissana dal sindaco on. Egidio Banti nell'orazione ufficiale per i 150 anni dell'Unità d'Italia. La manifestazione si è tenuta a Cembrano, dove una corona di allora è stata deposta al cimitero, essendo in quella località sepolti sia il militante garibaldino Pietro Callori, sia il barone Antonio Maghella, che fu stretto collaboratore di Gioacchino Murat a Napoli e poi ispiratore del giovane Giuseppe Mazzini a Genova. Il sindaco Banti - parlando ai molti presenti ed in particolare agli alunni di alcune classi dell'Istituto comprensivo di Varese Ligure - ha sottolineato infatti come il Risorgimento non vada inteso come un evento improvviso, bensì come un percorso storico iniziato da lontano, quanto meno dall'epoca napoleonica. Di qui il richiamo alla figura del Maghella, che risulta essere stato tra gli ispiratori del Proclama di Rimini (1815), considerato il primo documento "politico" del cammino unitario del nostro Paese. Spentosi nella sua villa del Lungo Borsa nel 1850, Maghella fu trasportato al cimitero di Cembrano con un lungo corteo di popolo, cui molto probabilmente assistette anche il piccolo Pietro Callori, che allora aveva quattro anni: troppo pochi per comprendere il senso dell'evento, ma abbastanza per tenerlo vivo nella propria memoria. Cembrano insomma - come altre località del comune - affondava radici nel terreno dell'indipendenza e dell'avversione agli austriaci (che a metà del Settecento lo avevano messo a ferro e a fuoco, durante le guerre di successione). Per cui, a soli ventun anni, Callori partì per unirsi ai garibaldini che combattevano a Mentana contro i francesi (1867), meritando due medaglie, e poi insieme ai francesi contro i prussiani a Digione (1871, con un'altra decorazione). Banti ha ricordato come la storia di Francia ricordi che Garibaldi, nella sfortunata guerra del 1870 - 1871, fu l'unico generale delle armate francesi non sconfitto, e di questo gli diede pubblico atto Victor Hugo nella prima seduta parlamentare della Terza Repubblica. Callori fu parte di quegli eventi, e se la sua presenza a Mentana va iscritta nel percorso dell'Unità italiana, cui mancavano ancora Roma e il Lazio, quella a Digione ha una valenza ancora più attuale, perché europea: "Con Mazzini e Garibaldi, ma quindi anche con le nostre radici maissanesi, l'unità d'Italia non è cammino fine a se stesso - ha detto il sindaco ma si proietta verso un'unità più grande, quella dell'Europa". Banti ha infine ricordato un altro garibaldino, Giacomo Gotelli, originario di Chiama e sepolto a Cavi di Lavagna, e i caduti maissanesi nelle varie guerre mondiali e coloniali. Ricordati anche i caduti nella lotta di liberazione e i resistenti al fascismo, tra i quali un sacerdote di Cembrano, don Giobatta Scanavino, che da parroco di Statale si era rifiutato di benedire i gagliardetti fascisti. Alla manifestazione hanno preso parte molte persone, tra cui gli ex sindaci di Maissana Alberto Figaro e Adriano Scanavino, la dirigente scolastica di Varese Ligure Cinzia Caccone con alcune insegnanti, rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri e del volontariato locale. Prima di Banti hanno preso la parola il consigliere delegato alla cultura Gianni Nicora e il vice sindaco Alberto Figaro. E' seguito un rinfresco sulla piazza del paese. Val di Vara 26 Marzo 2011 ore 16:59:19 Orazione ufficiale per i 150 anni dell'Unità d'Italia Mostre Nell’ambito delle celebrazioni per i 150° anni Unità d’Italia, martedì 12 aprile alle 16.30 l’Istituzione per i Servizi culturali del Comune della Spezia ha organizzato al centro Allende (Giardini Pubblici) un incontro a ingresso gratuito con Anita Garibaldi sul tema delle donne garibaldine. Anita Garibaldi, giornalista pubblicista, discendente in linea diretta di Giuseppe e Anita, volto noto al grande pubblico per aver ideato e diretto programmi televisivi come “Cosa farò da grande” e “L’Europa e noi” ha svolto una riflessione al femminile sulla storia d’Italia, seguendo le linee del suo libro “Nate dal mare” pubblicato per i tipi de Il Saggiatore. L’incontro è stato preceduto da una proiezione video sul monumento equestre più celebre della Spezia. Era presente anche l’esposizione di cartoline storiche della Collezione Pepi e un intervento musicale del Quartetto ExclusIVE. Alle 18 al Museo Etnografico “Giovanni Podenzana” (Via del Prione 156) l’inaugurazione della mostra “La Stanza dell’Eroe. Il mito di Garibaldi nella Collezione Pepi” alla presenza della madrina d’eccezione Anita Garibaldi. L’esposizione, curata da Rossana Piccioli, ha presentato cimeli garibaldini già nella collezione di Attilio Pepi e poi entrati a far parte delle raccolte del Museo Etnografico Giovanni G. Podenzana”. La mostra ha ripercorso, attraverso la suggestione di alcuni pezzi, vere e proprie “reliquie laiche dell’eroe”, il fenomeno del culto che dal 1860 si sviluppò intorno al personaggio del Generale. Nell’occasione sono state esposte anche lettere di Garibaldi, un autografo di Gabriele d’Annunzio, oggetti, sciabole e fucili originali dell’epoca ed elementi del vestiario garibaldino: quella mitica camicia rossa che è diventata nell’iconografia popolare l’emblema stesso della spedizione dei Mille. La mostra sarà visibile, in orario di apertura del Museo Etnografico, fino al 26 giugno. “Garibaldi alla Spezia dalle Carte dell’Archivio di Stato” – Sede dell’Archivio di Stato – Via Galvani, 21 La Spezia – dall’11.04 fino al 19.04 e dal 19.04 fino al 9.10.2011 prosegue alla “Palazzina delle Arti” – Via del Prione, 236 – La Spezia (ore 9/13 – martedì e giovedì sino ore 16) “La Stanza dell’Eroe. Il mito di Garibaldi nella collezione Pepi” – Museo Etnografico “G. Podenzana” Via del Prione 156 La Spezia – dal 12.04 fino al 26.06.2011 “Antonio Garella scultore e i monumenti a Garibaldi”Palazzina delle Arti La Spezia –dal 19.04. fino al 19.10. 2011 Proseguono le mostre: J. Parera “ Satira e caricatura nel Risorgimento”– Museo Lia – fino al 3.04.2011 Esposizione libri d’epoca risorgimentale e proclami – Biblioteca Civica “Mazzini” –La Spezia fino al 30.04.2011 istituzioni imprenditoriale spezzine”. Lo sguardo di Cavour nella costruzione del futuro. Un capitolo del libro di Scardigli è intitolato “lo sguardo di Cavour”. Mi ha fatto molto piacere che abbia utilizzato questo riferimento, così come alla sguardo di Cavour, Scaramuccia ha voluto dedicare ben quattro paragrafi di una sua recente storia della Spezia risorgimentale. Lo sguardo di Cavour è il titolo, efficacemente concepito con Marco Condotti, di una mostra allestita nel Palazzo del Governo e sotto i portici dello stesso ad aprile dello scorso anno. Lo sguardo, la visione: Cavour con Chiodo sul Colle dei Cappuccini immagina, vede l’arsenale, la città moderna.Tutto comincia da lì: mito o storia….credo che la storia abbia bisogno del mito e viceversa ma soprattutto che una comunità abbia bisogno anche di miti per costruire e tramandare la propria identità. Visione e futuro. Se lo sguardo di Cavour era il principio, il Garibaldi rampante, il monumento equestre all’eroe dei due mondi, era la consapevolezza di accettare una sfida, la sfida della modernità e della modernizzazione. Ma il Garibaldi era staffato da oltre un anno e rischiava di perdersi. Altro mito della città: unico Garibaldi rampante in Italia. Allora, perché non affidare ad un monumento altamente simbolico e rappresentativo del’identità spezzina il racconto di una città che invece si vuole sentire protagonista del proprio futuro? Sono certo che l’iniziativa di oggi e il libro di Scardigli daranno ricchezza di contenuti a questa suggestione e a questa prospettiva. Non deve essere l’ennesimo nostalgico sguardo rivolto ai bellissimi paesaggi di Fossati, ma lo sguardo di Cavour sul Golfo, il cavallo proiettato di Garibaldi, l’inventario dei brevetti registrati dalle industrie spezzine: 50 anni, 8 corazzate tra cui la Dandolo nel 1876, 6 incrociatori.…..come cita Benedetto Brin nel filmato sulla mostra “La Spezia s’è desta” della Fondazione Carispezia. La sfida di Guglielmo Marconi l’11 luglio 1897. So che altre iniziative si stanno definendo per arricchire l’approfondimento sull’economia spezzina e sui suoi settori di punta come la portualità. Uno studio sui piani regolatori della città, sintesi ed espressione forte del rapporto tra La Spezia e la Marina Militare, è in corso di predisposizione dall’Istituto Tecnico per Geometri mentre l’Accademia Lunigianese di scienze ha riprodotto il primo foglio della carta geologica d’Italia, realizzato dal Prof. Capellini, relativo al territorio della Spezia. E poi a maggio, il convegno per celebrare il 150 anniversario della fondazione del Corpo del Genio Navale. L’auspicio è che da queste suggestioni la classe dirigente spezzina possa trarre nuova linfa e nuove visioni per una città che nel corso di questi centocinquantanni ha saputo coniugare il fare con il saper fare. Concludo riprendendo un articolo di Giuseppe De Rita apparso sul Corriere della Sera, nel quale sostiene che le celebrazioni in corso devono essere occasione di “una riflessione anche sul nostro futuro collettivo, con occhi non solo rivolti al passato con l’orgoglio di quel che abbiamo fatto o con il lutto per quello che non è stato. Consapevoli che lo sviluppo nazionale è stato ed è un processo costante di lavori in corso e che esso è stato ed è fatto da tutti, da un insieme articolatissimo di milioni di soggetti economici e sociali”. Pier Gino Scardigli nel suo libro ci indica moltissimi di questi protagonisti e anche di ciò gli dobbiamo essere grati. Garibaldi ferito ad una gamba visitato al Varignano dal dottor Partridge