Architetto Gabriella Innocenti PARCO DI VILLA ROSAZZA II LOTTO

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Architetto Gabriella Innocenti PARCO DI VILLA ROSAZZA II LOTTO
Architetto Gabriella Innocenti
PARCO DI VILLA ROSAZZA
II LOTTO
PROGETTO ESECUTIVO
PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO
DOCUMENTO
Prima pagina da sostituire con cartiglio
Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
ANALISI DELL'INTERVENTO
L'intervento in oggetto prede una serie di opere di completamento per la realizzazione del II
lotto del progetto di Manutenzione straordinaria e di Restauro conservativo del parco storico
di Villa Rosazza.
Le opere oggetto del II lotto sono successive e conseguenti a quelle realizzate con il primo
lotto d’intervento.
Per quanto riguarda il I lotto, l’appalto è stato affidato, con Determinazione Dirigenziale n.
2010/155.0.0.-50 in data 21 luglio 2010 al Raggruppamento di Imprese GAM DI PAINI & C.
SRL/MONTOLLI BARBARA con sede legale in Genova, Via Pinetti n. 66b/a - Genova .
La Consegna lavori è stata effettuata il 27 settembre 2010 a seguito di comunicazione del
RUP e di convocazione da parte della D.L. per cui, tenuto conto che la durata lavori è
prevista dal C.S.A. in giorni 540 naturali consecutivi, ai sensi dell’articolo 5 comma 1 del
Contratto d’Appalto, la data di ultimazione lavori è prevista per il giorno 20 marzo 2012.
Alla data di redazione del progetto esecutivo in allegato i lavori relativi al I Lotto sono tutt’ora
in corso.
Ne consegue che il Piano di Sicurezza e di Coordinamento DEVE NECESSARIAMENTE
PRENDERE IN CONSIDERAZIONE L’EVENTUALITA’ DI UNA SOVRAPPOSIZIONE DEI
DUE LOTTI IN FASE DI REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO, CIN LA CONSEGUENZA
CHE, IL COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE DOVRA’
NECESSARIAMENTE AGGIORNARE IL PRESENTE PSC SULLA BASE DEL
CRONORPOGRAMMA DEL I LOTTO E PREDISPORRE TUTTE LE NECESSARIE AZIONI
DI COORDINAMENTO DERIVANTI DALLA PRESENZA CONTEMPORANEA DI DUE
IMPRESE E DALLA NECESSITA’ DI COORDINARE DUE FASI D’INTERVENTO TRA
LORO CONSEQUENZIALI.
Di seguito una sintesi degli interventi previsti nel II LOTTO d’intervento :
OPERE A CORPO
Opere di restauro conservativo
Opere murarie
Asfaltature e pavimentazioni
Ripristino muro di confine lato Curia
Passaggio interno grotta catena d’acqua
Cordolo testa muro settore H
Impianto irrigazione
OPERE A MISURA
Asfaltature e pavimentazioni
Opere da fabbro
Vernici e coloriture
Operazioni di impianto
Fornitura nuovi inserimenti vegetali
Sostegni ed apparecchi di illuminazione
Impianto fontanelle acqua potabile, catena d'acqua e idrantini irrigazione
Arredi
1_Opere di restauro conservativo
Fontana del mascherone
Il manufatto è realizzato contromuro, senza nessuna intercapedine, con materiali molto
semplici quali malta di calce per tutta la fontana, con eccezione del mascherone centrale e
del bordo di parapetto della sottostante vasca realizzati entrambi in marmo bianco di
Carrara. Le parti a rilievo sono realizzate in mattoni, le cui condizioni sono spesso obsolete a
causa di una cattiva cottura degli stessi.
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Lo stato di consistenza è assai degradato, con la totale lacuna della parte di destra,
completamente crollata e altre lacune, di entità più modesta in diverse parti, soprattutto
quelle in aggetto. Il bordo marmoreo della vasca è scollato dalla muratura soprattutto nella
zona di destra, dove deve essere ricollocato.
Non sono state rilevate presenze di solfati in questo manufatto.
Le operazioni di restauro previste sono elencate cronologicamente nel seguente elenco:
1. Messa in opera di biocida del gruppo afferente ai sali d'ammonio quaternario (tipo
Preventol) per l'eliminazione di biodeteriogeni presenti sulle murature e sugli elementi
lapidei, applicato in due tempi a distanza di 24 ore, compresa successiva spazzolatura
delle superfici interessate. Tale operazione deve essere eseguita con particolare
attenzione, applicando il biocida anche nei minimi interstizi, in modo da evitare, con la
spazzolatura successiva, di spargere le spore su altre superfici, sulle quali potranno
attecchire e crescere.
2. Rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco, con pennelli, spazzole, ecc.
Rimozione di depositi superficiali parzialmente aderenti, con acqua, spugne, spruzzatori
manuali, ecc. Preconsolidamento della coesione degli intonaci mediante impregnazione
di consolidante idoneo per mezzo dì siringhe, pipette, ecc; operazione propedeutica alla
pulitura. Stuccatura temporanea con malta a base di grassello e sabbia fine nei casi di
esfoliazioni, fessurazioni, fratturazioni ecc; lavorazione propedeutica alle operazioni di
pulitura. Applicazione di bendaggio di sostegno e protezione con velatine di cotone o
carta giapponese di grammatura elevata, nei casi di fratturazioni e distacchi. Rimozione
di porzioni in stucco completamente decorse.
3. Rimozione di depositi (incrostazioni) superficiali coerenti, mediante applicazione di
compresse imbevute di soluzione satura di sali inorganici, carbonato o bicarbonato
d'ammonio; compresi gli oneri relativi ai saggi per la scelta della soluzione idonea, dei
tempi di applicazione e la successiva rimozione meccanica dei depositi solubilizzati
mediante bisturi, spatole, pennelli, raschietti ed altri attrezzi idonei a quest'uso,
compresi più cicli di applicazione.
4. Inserimento di perni filettati in acciaio inox sino a lunghezze di ml 1,00, del diametro di
mm 12,00 con esecuzione di nuova sede nel muro controterra a sostegno delle zone
pericolanti e l'immissione di idonea resina antiritiro, inserita a pressione. Tali perni
devono essere inseriti secondo linee diagonali, inclinate rispetto ai tre assi spaziali, in
modo da creare contrasto al crollo. Le barre filettate devono essere spinte dentro alle
superfici esistenti in modo da lasciare libero, in superficie, uno spazio di circa cm 1,5
per poter eseguire la stuccatura di finitura.
5. Operazioni di reintegrazione degli intonaci mancanti a superficie liscia con grassello di
calce stagionato almeno 24 mesi e aggregati uguali a quelli esistenti. Tale operazione
deve essere preceduta da una strollatura contromuro di malta costituita da calce
idraulica NHL5 ed aggregati di granulometria variabile da 0,8 a 20 mm, costituente la
superficie di aggrappo della successiva malta di grassello di calce.
6. Operazioni di consolidamento definitivo degli intonaci esistenti, decorati e/o
tridimensionali, attraverso iniezioni di malta di grassello di calce, inclusi gli oneri di
eventuali perni in acciaio inox necessari in alcuni punti di sottosquadro, compresi gli
oneri di puntellatura, velinatura e tutto quanto occorra ad impedire la caduta della
porzione interessata. Anche questa operazione, se fatta contromuro, deve essere
preceduta da una strollatura di malta costituita da calce idraulica NHL5 ed aggregati di
granulometria variabile da 0,8 a 20 mm, formante la superficie di aggrappo della
successiva malta di grassello di calce.
7. Inserimento di copertine in ardesia nella zona di sommità e nelle diverse zone dove
possano costituire riparo per le sottostanti zone in stucco di calce; per queste ultime
zone da inserire tramite esecuzione di fessura da eseguirsi nella muratura con lama di
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flessibile e messa in opera di ardesia preventivamente sagomata, collocata con malta
di grassello di calce.
8. Rimozione di elementi metallici quali perni, staffe, grappe, ecc. che possano essere
possibile causa di degrado, inclusi gli oneri di consolidamento dei bordi ed eventuale
preliminare velinatura perimetrale per evitare rischi di caduta.
9. Integrazione con elementi in ferro battuto delle parti mancanti in ghisa della ringhiera di
bordo nella parte alta.
10. Protezione antiruggine di superfici metalliche già trattate con pittura ferromicacea
secondo i colori impartiti dalla D.L., compresi i ponteggi per altezze inferiori ai 4,00
metri applicata in due riprese.
11. Brossatura manuale con impiego di spazzole metalliche ed elementi smerigliati per
l'eliminazione della ruggine sul cancello.
12. Riduzione dell'interferenza visiva dell'intonaco, dopo la ripresa delle lacune, attraverso
tinteggiature a base di latte e/o acqua di calce pigmentata, da eseguirsi attraverso
velature successive con pigmenti uguale a quelli esistenti, comprese due riprese di
acqua di calce satura da applicarsi alla fine con funzione di fissativo-consolidante. È
preferibile non applicare resine di qualunque tipo, per evitare di creare film
percentualmente impermeabili e consentire la massima traspirazione umida, essendo
la costruzione direttamente contro terra.
Fontana dei tritoni
Il manufatto è realizzato contromuro, senza nessuna intercapedine, con materiali molto
semplici quali malta di calce per tutta la fontana, con eccezione del corpo centrale dei tritoni,
del soprastante bacino, il relativo basamento e del bordo di parapetto della sottostante vasca
realizzati tutti in marmo bianco di Carrara. Le parti a rilievo sono realizzate in mattoni, le cui
condizioni sono spesso obsolete a causa di una cattiva cottura degli stessi.
Lo stato di consistenza è assai degradato, con una lacuna nella parte di destra,
completamente crollata e vistose lacune, di entità più modesta, in diverse parti, soprattutto di
quelle in aggetto.
Non sono state rilevate presenze di solfati in questo manufatto.
Le operazioni di restauro previste sono elencate cronologicamente nel seguente elenco:
1. Messa in opera di biocida del gruppo afferente ai sali d'ammonio quaternario (tipo
Preventol) per l'eliminazione di biodeteriogeni presenti sulle murature e sugli elementi
lapidei, applicato in due tempi a distanza di 24 ore, compresa successiva spazzolatura
delle superfici interessate. Tale operazione deve essere eseguita con particolare
attenzione in modo da evitare, con la spazzolatura successiva, di spargere le spore su
altre superfici, sulle quali potranno attecchire e crescere.
2. Rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco, con pennelli, spazzole, ecc.
Rimozione di depositi superficiali parzialmente aderenti, con acqua, spugne, spruzzatori
manuali, ecc. Preconsolidamento della coesione degli intonaci mediante impregnazione
di consolidante idoneo per mezzo dì siringhe, pipette, ecc; operazione propedeutica alla
pulitura. Stuccatura temporanea con malta a base di grassello e sabbia fine nei casi di
esfoliazioni, fessurazioni, fratturazioni ecc; lavorazione propedeutica alle operazioni di
pulitura. Applicazione di bendaggio di sostegno e protezione con velatine di cotone o
carta giapponese di grammatura elevata, nei casi di fratturazioni e distacchi. Rimozione
di porzioni in stucco completamente decorse.
3. Rimozione di depositi (incrostazioni) superficiali coerenti, mediante applicazione di
compresse imbevute di soluzione satura di sali inorganici, carbonato o bicarbonato
d'ammonio; compresi gli oneri relativi ai saggi per la scelta della soluzione idonea, dei
tempi di applicazione e la successiva rimozione meccanica dei depositi solubilizzati
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mediante bisturi, spatole, pennelli, raschietti ed altri attrezzi idonei a quest'uso,
compresi più cicli di applicazione.
4. Inserimento di perni filettati in acciaio inox sino a lunghezze di ml 1,00, del diametro di
mm 12,00 con esecuzione di nuova sede nel muro controterra a sostegno delle zone
pericolanti e l'immissione di idonea resina antiritiro, inserita a pressione. Tali perni
devono essere inseriti secondo linee diagonali, inclinate rispetto ai tre assi spaziali, in
modo da creare contrasto al crollo. Devono essere spinte dentro alle superfici esistenti
in modo da lasciare libero, in superficie, uno spazio di circa cm 1,5 per poter eseguire
la stuccatura di finitura.
5. Operazioni di reintegrazione degli intonaci mancanti a superficie liscia con grassello di
calce stagionato almeno 24 mesi e aggregati uguali a quelli esistenti. Tale operazione
deve essere preceduta da una strollatura contromuro di malta costituita da calce
idraulica NHL5 ed aggregati di granulometria variabile da 0,8 a 20 mm, costituente la
superficie di aggrappo della successiva malta di grassello di calce.
6. Operazioni di consolidamento definitivo
degli
intonaci esistenti, decorati e/o
tridimensionali, attraverso iniezioni di adesivo in malta di grassello di calce, inclusi gli
oneri di eventuali perni in acciaio inox necessari in alcuni punti di sottosquadro,
compresi gli oneri di puntellatura, velinatura e tutto quanto occorra ad impedire la
caduta della porzione interessata. Anche questa operazione, se fatta contromuro, deve
essere preceduta da una strollatura di malta costituita da calce idraulica NHL5 ed
aggregati di granulometria variabile da 0,8 a 20 mm, costituente la superficie di
aggrappo della successiva malta di grassello di calce.
7. Inserimento di copertine in ardesia nella zona di sommità e nelle diverse zone dove
possano costituire riparo per le sottostanti zone in stucco di calce; per queste ultime
zone da inserire tramite esecuzione di fessura da eseguirsi nella muratura con lama di
flessibile e messa in opera di ardesia preventivamente sagomata, collocata con malta
di grassello di calce. Ricollocazione in situ dei vari elementi costituenti il passamano in
marmo della vasca.
8. Rimozione di elementi metallici quali perni, staffe, grappe, ecc. che possano risultare
possibile causa di degrado, inclusi gli oneri di consolidamento dei bordi ed eventuale
preliminare velinatura perimetrale per evitare rischi di caduta.
9. Integrazione con elementi in ferro battuto delle parti mancanti in ghisa della ringhiera di
bordo nella parte alta.
10. Protezione antiruggine di superfici metalliche già trattate con pittura ferromicacea
secondo i colori impartiti dalla D.L.,
11. Brossatura manuale con impiego di spazzole metalliche ed elementi smerigliati per
l'eliminazione della ruggine sul cancello, valutate vuoto per pieno una sola volta.
12. Riduzione dell'interferenza visiva dell'intonaco, dopo la ripresa delle lacune, attraverso
tinteggiature a base di latte e/o acqua di calce pigmentata, da eseguirsi attraverso
velature successive con pigmenti uguale a quelli esistenti, comprese due riprese di
acqua di calce satura da applicarsi alla fine con funzione di fissativo-consolidante. È
preferibile non applicare resine di qualunque tipo, per evitare di creare film
percentualmente impermeabili e consentire la massima traspirazione umida, essendo
la costruzione direttamente contro terra.
Nicchia in marmo su basamento
L’opera in questione appare ricostruita ed assemblata utilizzando elementi diversi da quelli
che potevano costituire lo schema originario.
In una foto storica, nella nicchia centrale, in marmo bardiglio imperiale, si trovava un busto di
donna, mentre la parte basamentale era costituita da un catino in marmo dentro al quale era
raccolta l’acqua che sgorgava dal rubinetto centrale contornato da un mascherone sempre
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in marmo. Questi due elementi sono stati asportati e l’apparato in stucco di calce, che
sorreggeva tutta la composizione, risulta degradato al punto da non riconoscerne
completamente la conformazione.
La parte alta è stata malamente murata e necessita di essere rimossa per poterla ricollocare
convenientemente.
Pertanto le operazioni previste sono le seguenti:
1. Operazione di stacco parziale di un elemento lapideo attraverso la rimozione delle
grappe esistenti e sua ricollocazione in situ, con grappe in acciaio inox facendo
combaciare i due elementi componenti.
2. Operazione di pulitura attraverso nebulizzazione di acqua deionizzata, compreso il
montaggio dell'impianto, la protezione delle superfici non in lapideo, compreso il
sistema di raccolta del deflusso dell’acqua di scarico e successiva rimozione di
residui con pennelli, spazzole, bisturi, ecc.
3. Operazioni di consolidamento di intonaci esistenti, lisci e/o decorati, attraverso
iniezioni di adesivo in malta di grassello di calce, inclusi gli oneri di eventuali perni in
acciaio inox necessari in alcuni punti di sottosquadro, compresi gli oneri di
puntellatura, velinatura e tutto quanto occorra ad impedire la caduta della porzione
interessata.
4. Inserimento di copertine di ardesia in diverse zone del manufatto, quali marcapiani, o
zone dove esistano nelle parti sottostanti elementi in stucco di calce, tramite
esecuzione di fessura da eseguirsi nella muratura con lama di flessibile e messa in
opera di ardesia preventivamente sagomata, collocata con malta di grassello di
calce.
5. Operazioni di reintegrazione degli intonaci mancanti a superficie curva e modanature
varie tutte le parti interessate, con grassello di calce stagionato almeno 24 mesi e
aggregati uguali a quelli esistenti. Tali operazioni devono essere eseguite in modo da
permettere la conservazione dell’esistente, senza avere la pretesa di completare
elementi non più esistenti dei quali non è possibile conoscere la conformazione.
6. Rimozione di elementi metallici quali perni, staffe, grappe, ecc. che risultino possibile
causa di degrado, inclusi gli oneri di consolidamento dei bordi ed eventuale
preliminare velinatura perimetrale per evitare rischi di caduta.
7. Applicazione di riconvertitore di ruggine di tipo fosfatante da lavarsi dopo
l'applicazione ed essicazione per asportazione residui.
8. Brossatura manuale con impiego di spazzole metalliche ed elementi smerigliati per
l'eliminazione della ruggine.
9. Protezione antiruggine di superfici metalliche già trattate con pittura ferromicacea
secondo i colori impartiti dalla D.L.
10. Riduzione dell'interferenza visiva dell'intonaco, dopo la ripresa delle lacune,
attraverso tinteggiature a base di latte e/o acqua di calce pigmentata, da eseguirsi
attraverso velature successive con pigmenti uguale a quelli esistenti, comprese due
riprese di acqua di calce satura da applicarsi alla fine con funzione di fissativoconsolidante.
11. Applicazione di resina fluorurata per la protezione di marmi, data in due riprese
successive.
Il tempietto neoclassico
Il tempietto neoclassico presenta sopratutto problemi di stabilità quasi certamente dovuti alla
presenza di grosse radici di una pianta ora abbattuta. Queste radici hanno determinato una
serie di criticità statiche rilevabili da diverse lesioni presenti soprattutto nei capitelli e nei plinti
delle colonne oltre che nella piattaforma basamentale dell’edificio.
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Le radici in questione devono essere preventivamente essiccate e definitivamente
devitalizzate per evitare ulteriori deformazioni della sagoma del tempietto.
Eliminate le cause del dissesto, occorre riportare alla perfetta complanarità il basamento
della costruzione, perché causa di dissesti dovuti allo sbilanciamento dei pesi, trattandosi di
una costruzione centrica.
La soluzione può essere ricercata nell’iniezione di resine spandenti nella zona basamentale
del tempietto, resine che sono in grado di consolidare il terreno sottostante, modificandone
la natura chimica indurendone la materia, consentendo, grazie all’espansione di quanto
iniettato, il sollevamento delle zone depresse rispetto alla linea di perfetto livellamento.
Tali operazioni sono monitorate attraverso strumentazione al laser in grado di bloccare
l’azione spingente quando si è raggiunta la livellazione corretta.
Altre problematiche sono rappresentate dalla trave che sorregge il fregio del tempietto.
Nell’intradosso del fregio, eseguito a stucco, negli spazi intercolonnari, appaiono le tipiche
fessurazioni determinate dalla pressione esercitata dalle formazioni ossidative del ferro.
Apparentemente si potrebbe attribuire il degrado alla presenza di un profilato metallico
ossidato. Tuttavia tale determinazione non è congrua storicamente, in quanto l’architetto
Andrea Tagliafichi inizia la sua opera nel parco della Villa, allora appartenente ai Durazzo,
nel 1787 incaricato da Giovan Luca Durazzo. In tale periodo storico non possiamo parlare di
profilati metallici, prodotto postindustriale, anche se venivano fucinati al maglietto manufatti
che ogniqualvolta erano adattati alle esigenze della committenza, assai esigente e
particolarmente qualificata, anche attraverso l’opera dei vari progettisti che ricevevano
l’incarico.
Ancora è da annotare che due delle sei colonne sono realizzate in calcestruzzo, così come
sembra che la cupola di copertura non sia più quella originale, o comunque la stessa abbia
subito diversi rimaneggiamenti. Pertanto è anche possibile pensare che l’elemento metallico
che sorregge il fregio non sia più quello originale, ma sia stato sostituito o modificato
successivamente.
In maniera del tutto ipotetica tale elemento potrebbe essere ancora quello originale, eseguito
però in legno curvato, oggi degradato, anche se in tal caso le fessurazioni dovrebbero
essere conformate in maniera diversa.
A seguito dell’analisi sopra descritta gli interventi proposti sono i seguenti:
1. Consolidamento fondazionale dell'intera base del tempietto resa instabile
dall'apparato radicale di albero, ora abbattuto, le cui radici devono essere
neutralizzate con operazione a parte, non compresa in questa voce, consolidamento
da realizzarsi con iniezione di resine espansive consolidanti nel terreno riportandolo
alla perfetta complanarità, attraverso monitoraggio a laser.
2. Messa in opera di biocida del gruppo afferente ai sali d'ammonio quaternario (tipo
Preventol) per l'eliminazione di biodeteriogeni presenti sulle diverse superfici e sugli
elementi lapidei, applicato in due tempi a distanza di 24 ore, compresa successiva
spazzolatura delle superfici costituenti la superficie
esterna della copertura.
Particolare attenzione deve essere posta sull’estradosso della cupola,
particolarmente attaccata da numerose colonie di biodeteriogeni.
3. Eliminazione dello stucco costituente l'intradosso del fregio caratterizzato dalle
fratture esistenti, per mettere a nudo la trave metallica della struttura, consentendone
l’intervento.
4. Pulitura manuale delle superfici della struttura metallica esistente.
5. Applicazione di riconvertitore di ruggine di tipo fosfatante da lavarsi dopo
l'applicazione ed essicazione per asportazione residui. Tale operazione deve essere
eseguita con pennelli curvi al fine di raggiungere tutte le parti del manufatto metallico.
6. Brossatura manuale con impiego di spazzole metalliche ed elementi smeriglianti.
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7. Protezione antiruggine di superfici metalliche già trattate, con pittura ferromicacea
secondo i colori impartiti dalla D.L., compresi i ponteggi per altezze inferiori ai 4,00
metri applicata in due riprese.
8. Ricostituzione dello stucco a calce prima eliminato. La superficie deve risultare
terminata uguale a quella confinante con l’intervento.
9. Operazioni di stuccature delle lacune marmoree attraverso l’uso di malta costituita da
grassello di calce e polvere di marmo fina.
10. Operazione di pulitura attraverso nebulizzazione di acqua deionizzata, compreso il
montaggio dell'impianto, la protezione delle superfici non in lapideo, compreso il
sistema di raccolta del deflusso delle acqua di scarico e successiva rimozione di
residui con pennelli, spazzole, bisturi, ecc. Occorre considerare che due delle sei
colonne sono in calcestruzzo, per cui questa parte deve essere trattata in modo da
non risultare eccessivamente dilavata.
11. Applicazione di resina fluorurata per l'impermeabilizzazione e protezione delle
superfici della copertura del tempietto.
12. Applicazione di resina fluorurata per l'impermeabilizzazione e protezione delle parti in
marmo.
Il belvedere
Il muro del belvedere costituisce l’ultimo dei manufatti architettonici del parco posto nella
zona di nord est.
Tale struttura, impostata su tre grossi piloni in muratura, appare priva di fessurazioni
importanti sotto il profilo statico. Pertanto è sufficiente intervenire sulle catene metalliche
esistenti, ripristinandole nel loro compito iniziale, riportandole ad uno stato di consistenza
accettabile.
L’unica operazione strutturale è quella riguardante le due facce murarie dei due occhi che si
stanno staccando e devono essere consolidate attraverso l’inserimento di connettori
passanti, costituiti da barre filettate con relative piastre di trattenuta e dadi di serraggio.
Le altre operazioni sono simili a quelle proposte per gli altri manufatti, oltre alla
ricomposizione dei motivi ornamentali in cotto, della parte superiore dei due occhi.
Pertanto le operazioni da compiersi sono le seguenti:
1. Messa in opera di biocida del gruppo afferente ai sali d'ammonio quaternario (tipo
Preventol) per l'eliminazione di biodeteriogeni presenti sulle murature e sugli elementi
lapidei, applicato in due tempi a distanza di 24 ore, compresa successiva
spazzolatura delle superfici interessate, da estendersi a tutta la superficie del
manufatto, dato a pennello.
2. Messa in opera di biocida del gruppo afferente ai sali d'ammonio quaternario (tipo
Preventol) da eseguirsi sulla copertura del belvedere per l'eliminazione di vegetazione
superiore fortemente radicata presente sulle murature e sugli elementi lapidei,
applicato in due tempi a distanza di una settimana, compresa l'estirpazione manuale
della stessa vegetazione.
3. Consolidamento strutturale primario costituito da recupero delle catene in ferro
esistenti di sommità e nella zona di sottocornicione, attraverso la saldatura di elementi
nuovi costituiti da monconi di piatto dello spessore di mm.18 eseguiti con idonea
cianfrinatura.
4. Inserimento di connettori in acciaio posti alla sommità dei due occhi del muro del
belvedere al fine di consolidare la parte muraria alta dei due fori, costituiti da barre del
diametro di mm 20, inserite in fori preventivamente eseguiti a sola rotazione per una
lunghezza di cm 150 del diametro di mm 40; le barre sono da bloccare alle due
estremità con piastre di acciaio delle dimensioni di cm 12 x 12 spessore mm12, dotate
di dadi per il loro serraggio. Le piastre devono essere collocate sottotraccia. All’interno
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dei fori deve essere iniettata resina antiritiro, per cui i fori sono da eseguire
leggermente inclinati per facilitare la percolazione della resina.
5. Sulle superfici del belvedere sono state rintracciate notevoli quantità di solfati in
quantità superiore a 1600mg/l, per cui è necessario provvedere con trattamento
antisale attraverso la messa in opera di un potente antisolfatante quale l’idrossido di
bario dato in soluzione satura in acqua deionizzata, applicato a pennello.
6. Rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco, con pennelli, spazzole, ecc.
Rimozione di depositi superficiali parzialmente aderenti, con acqua, spugne,
spruzzatori manuali, ecc. Preconsolidamento della coesione degli intonaci mediante
impregnazione di consolidante idoneo per mezzo dì siringhe, pipette, ecc; operazione
propedeutica alla pulitura. Stuccatura temporanea con malta a base di grassello e
sabbia fine nei casi di esfoliazioni, fessurazioni, fratturazioni ecc; lavorazione
propedeutica alle operazioni di pulitura. Applicazione di bendaggio di sostegno e
protezione con velatine di cotone o carta giapponese di grammatura elevata, nei casi
di fratturazioni e distacchi. Rimozione di porzioni in stucco completamente decoese.
7. Operazioni di consolidamento di intonaci esistenti, lisci e/o decorati, attraverso
iniezioni di adesivo in malta di grassello di calce, inclusi gli oneri di eventuali perni in
acciaio inox necessari in alcuni punti di sottosquadro, compresi gli oneri di
puntellatura, velinatura e tutto quanto occorra ad impedire la caduta della porzione
interessata
8. Operazioni di reintegrazione degli intonaci mancanti a superficie liscia con grassello di
calce stagionato almeno 24 mesi e aggregati uguali a quelli esistenti.
9. Inserimento di copertine di ardesia nelle zone di sommità da mettersi in opera
preventivamente sagomate, collocate con malta di grassello di calce compresa l’opera
di demolizione e preparazione del sedime con malta di calce ed eventuale
intasamento di mancanze presenti sulla superficie della sommità. Il tutto dopo aver
eliminato le piante superiori oggi presenti e averne devitalizzato le radici.
10. Restauro e integrazione di sagome ed elementi a rilievo da eseguirsi completamente
a mano con stucco di calce
11. Brossatura manuale con impiego di spazzole metalliche ed elementi smeriglianti per
l'eliminazione della ruggine.
12. Protezione antiruggine di superfici metalliche già trattate con pittura ferromicacea
secondo i colori impartiti dalla D.L., compresi i ponteggi per altezze inferiori ai 4,00
metri applicata in due riprese.
13. Riduzione dell'interferenza visiva dell'intonaco, dopo la ripresa delle lacune, attraverso
tinteggiature a base di latte e/o acqua di calce pigmentata, da eseguirsi attraverso
velature successive con pigmenti uguali a quelli esistenti, comprese due riprese di
acqua di calce satura da applicarsi alla fine con funzione di fissativo-consolidante.
La catena dell’acqua
La catena dell’acqua costituisce un manufatto che per sua natura è a contatto con l’acqua
stessa. Tale considerazione è finalizzata ad evidenziare un eventuale inutile intervento sui
calcari formatisi nel tempo, sui vari lapidei presenti.
Tali concrezioni devono essere considerate parte integrante del manufatto e apprezzate nel
loro modificarsi nel tempo. L’ eventuale rimozione, peraltro assai complessa, sarebbe solo
temporanea, poiché il carbonato di calcio contenuto nell’acqua, si depositerebbe
nuovamente, rendendo inutile l’operazione precedente.
Viceversa è utile intervenire con un intervento biocida che elimini tutte le colonie di
biodeteriogeni presenti, senza alterare le caratteristiche dei lapidei costituenti la catena
dell’acqua.
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È evidente che dopo l’eliminazione dei biodeteriogeni, l’operazione principale è quella
costituita dalle opere idrauliche necessarie all’adduzione, scorrimento e tenuta dell’elemento
liquido nei vari contenitori e condutture di diverso tipo che formano la catena d’acqua.
Pertanto le operazioni da compiersi sono le seguenti:
1. Applicazione del biocida in due riprese diverse, a 24 ore di distanza, e successiva
eliminazione tramite spazzolatura per l’eliminazione dei biodeteriogeni e piante
superiori, attraverso l’applicazione di biocida del gruppo afferente ai sali d'ammonio
quaternario (tipo Preventol), dato a pennello.
2. Eliminazione degli elementi impropri aggiunti nel tempo.
3. Verifica delle condizioni statiche di ogni elemento e loro eventuale consolidamento
attraverso l’uso di calce idraulica NHL5.
4. Integrazione delle parti mancati, comprese le grottesche da eseguirsi secondo le
forme e i materiali con cui sono costituiti gli elementi esistenti.
5. Operazioni di stuccatura e integrazione di ogni parte mancante o parzialmente
deteriorata, attraverso l’uso di calce idraulica NHL5 con aggregati e pigmenti uguali a
quelli esistenti, compresa l’opera di integrazione di parti necessarie a dare la lettura
completa dell’insieme.
6. Reintegrazione delle vasche di accumulo e sostituzione di loro parti eventualmente
mancati o danneggiate.
7. Verifica delle tubazioni interrate e loro ripristino con eventuale sostituzione di
elementi mancanti o danneggiati.
8. Verifica e ripristino delle pompe per l’adduzione e lo scorrimento dell’acqua.
9. Ogni operazione di tipo idraulico necessaria a far funzione l’intera catena dell’acqua.
Opere murarie
Le opere murarie previste consistono nella ricostruzione di un setto in muratura sull'ingresso
di via Venezia, opportunamente ancorato a terra, dim. 95x20x255 compreso oneri per opere
di fondazione e di ancoraggio, compreso intonacatura, lisciatura e finitura con intonaco
strollato.
Asfaltature e pavimentazioni
Le pavimentazioni previste a corpo riguardano sostanzialmente la formazione di acciottolato
a semplice disegno (losanghe, embriaci, ecc.) o a cunetta a bordo di viale, in ciottoli artificiali
di marmo bianco e nero nelle rispettive proporzioni del 30 e 70%, posti in opera in coltello su
letto di malta semiumida, previa spolveratura di cemento, dello spessore di 6 cm. circa,
formata con 300 kg, di cemento R 32.5 per metro cubo di sabbia di fiume, compresa la
bagnatura e la battitura per il consolidamento della malta ed il fissaggio dei ciottoli, il
lavaggio finale, il tutto come da indicazioni del committente.
All’interno delle opere previste a misura si prevede il completamento di tutte le
pavimentazioni secondo le tipologie previste a progetto nei diversi settori d’intervento, la
posa in opera di nuove ringhiere e recinzioni, la posa in opera, dopo averle opportunamente
restaurate di ringhiere esistenti, la verniciatura e la finitura delle stesse.
2_Fornitura nuovi inserimenti vegetali
Per quanto riguarda le nuove piantagioni, è prevista la messa a dimora di specie arboree ed
arbustive, così come illustrato nella Relazione Agronomica allegata, al fine di soddisfare le
seguenti necessità:
 Rinnovare il patrimonio arboreo degradato tramite l’utilizzo di specie ornamentali di
pregio;
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 Valorizzare la componente estetica ed ornamentale del verde, mediante la creazione di
nuove aiuole e bordure;
 Assicurare una rapida copertura da parte della vegetazione, delle zone interessate da
fenomeni di dissesto.
Al fine di garantire un buon attecchimento delle piante messe a dimora ed, in generale, un
buono sviluppo della vegetazione del parco, dovrà essere realizzato un impianto di
irrigazione automatico a goccia, a cui sarà affiancata una linea di idranti manuali per
l’eventuale irrigazione di soccorso delle aiuole.
E’ stato preferito il sistema a goccia in quanto il più indicato per l’adacquamento di siepi,
bordure ed arbusti formanti gruppi ed inoltre in quanto tale sistema presenta il vantaggio di
limitare i consumi d’acqua, assicura una migliore distribuzione della stessa agli apparati
radicali e permette di contenere lo sviluppo delle specie infestanti nelle aiuole.
Interventi ed opere impiantistiche
Dal punto di vista impiantistico sono previste le seguenti opere:
Gli impianti di cui è prevista la realizzazione sono i seguenti:
Impianti elettrici:
 La fornitura e la posa di corpi illuminanti a terra, e la posa di pali e corpi illuminanti
lungo i percorsi.
Impianto di irrigazione
La predisposizione dell’impianto è avvenuto nel primo lotto di intervento. Nel secondo lotto
l’impianto verrà completato con gli allacci e tutte le opere mancanti al fine di garantirne il
perfetto funzionamento.
L’impianto di irrigazione sarà composto da una vasca di accumulo alimentata da una nuova
fornitura idrica di acqua potabile e dall’impianto di raccolta delle defluenze (acque
meteoriche).
In prossimità della vasca di accumulo sarà prevista la centrale idrica per l’impianto di
irrigazione composta da elettropompe, tubazioni, valvole, filtri, collettori, contatore
volumetrico, programmatore, giunti e accessori.
La distribuzione principale dell’impianto sarà realizzata tramite anello chiuso che dalla
centrale idrica porterà l’alimentazione alle elettrovalvole.
L’anello sarà realizzato con tubazioni di polietilene ad alta densità PN 12,5 per condotte in
pressione.
A valle di ciascuna elettrovalvola di settore si svilupperà la corrispondente distribuzione di
settore, che a seconda dei casi potrà essere costituita da una semplice tubazione oppure da
una tubazione chiusa ad anello.
Le tubazioni dovranno essere realizzate con tubazioni di polietilene ad alta densità PN 12,5
per condotte in pressione, e non dovranno essere interrate direttamente, ma infilate entro
controtubi di protezione in PVC corrugato.
I percorsi delle tubazioni dovranno essere adeguatamente coordinati con quelli dei cavidotti
elettrici e degli altri servizi interrati.
In ciascun settore, sotteso alla corrispondente elettrovalvola, dalla tubazione di distribuzione
si staccheranno le varie tratte d’irrigazione, opportunamente suddivise in modo che lo
sviluppo della tubazione di ciascuna tratta sia minore di cento metri.
Le tratte saranno realizzate con tubi del tipo ad ala gocciolante in polietilene, posati in
superficie e ben fissati sul terreno.
Impianto fontanelle acqua potabile, idranti di soccorso per irrigazione e impianto
catena d’acqua
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Nelle posizioni indicate sulle tavole di progetto dovranno essere alimentate:
 due fontanelle di acqua potabile;
 idrantini automatici di soccorso all’impianto di irrigazione;
 vasca di raccolta della catena d’acqua.
Gli impianti sopra descritti saranno alimentati tramite tubazione chiusa ad anello che avrà
origine da una nuova fornitura di acqua potabile vicino all’ingresso in Via Venezia.
Impianto di illuminazione pubblica dei vialetti
Illuminazione scenografica di particolari architettonici e vegetale
Sarà realizzata con proiettori antivandalismo, da incassare nel terreno o sporgenti a seconda
dei singoli casi, per illuminazione di:
 tempietto neoclassico
 belvedere
Per illuminazione d’accento della catena d’acqua saranno impiegati proiettori a LED
subacquei.
L’attivazione dell’impianto d’illuminazione scenografica è avvenuta nella prima fase delle
lavorazioni.
3_Interventi ed opere strutturali
- Sistemazione muro di confine settori A-C;
- Ripristino testa muro settore H;
- Inserimento passerella metallica grotta.
Di seguito si illustrano i materiali previsti per la realizzazione delle opere strutturali,
rimandando alla “Relazione Generale delle Strutture” la descrizione delle opere stesse.
Sistemazione muro di confine settori A-C.
Il progetto prevede la costruzione di un costruzione di un cordolo in c.a. di cm 40x30, previo
getto del magrone, e l’inglobamento nel calcestruzzo di un rivestimento in pietra sul lato
della Curia. Durante le fasi di getto si predisporranno inoltre i fori di ancoraggio della
cancellata con interasse secondo le indicazioni del progetto architettonico.
Per quanto riguarda lo “scalzamento” adiacente al Belvedere si prevede la realizzazione di
un cordolo in c.a. di cm 70x50 da rivestire in pietra ed è necessario predisporre opportuni
fessurimetri per monitorare eventuali movimenti della porzione in oggetto.
Ripristino testa muro settore H.
L’intervento riguarda il ripristino della testa del muro in pietra posto a quota +30 nel settore
H, alle spalle della Villa.
L’intervento prevede di eseguire un getto in cls di spessore circa 7 cm armato con doppia
rete elettrosaldata Ø6 maglia 15x15, il successivo inserimento di profili piegati a freddo U
500x70x6 in acciaio zincato a caldo di lunghezza 70 cm e di piane in ardesia di dimensioni
70x50x2 con giunti sfalsati rispetto alla copertina in acciaio. Il fissaggio avverrà tramite barre
in acciaio zincato a caldo Ø14 di lunghezza 100 cm poste ad interasse 70 cm.
Inserimento passerella metallica grotta.
L’intervento riguarda la costruzione di una passerella in struttura metallica all’interno della
grotta, e il raccordo con i percorsi adiacenti.
La struttura principale della passerella è costituita da due profili UNP 160 longitudinali, fissati
su un cordolo in c.a. da cm 30x40 mediante tirafondi M14, e da profilo piegato a freddo U
160x60x4 posti trasversalmente e centralmente in senso longitudinale.
La larghezza massima della passerella è di 120 cm, con due elementi di raccordo di testata
tra gli accessi e la passerella.
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La pavimentazione in tavole di legno di iroko da cm 120x15x4,5 verrà imbullonata sulle
putrelle metalliche mediante bulloni M6 a testa arrotondata.
La ringhiera è costituita da montanti verticali (piatti 15x70) e cavi inox Ø8 orizzontali; il
corrimano è costituito da un tubo Ø50 spessore 4 mm.
Tutti i profili metallici devono essere zincati a caldo, inclusa la bulloneria e le piastre.
PIANO DI SICUREZZA
In ossequio al disposto dell'Articolo 100 del D.lgs n. 81 del 09 aprile 2008 in attuazione
all’articolo 1 della Legge 3/08/2007 n. 123 si è provveduto a redigere il piano di sicurezza,
secondo specifiche che riguardano la valutazione dei rischi e delle relative misure di
prevenzione.
La metodologia seguita per l'individuazione dei rischi è stata quella di suddividere l'opera in
categorie di lavorazioni; ogni categoria è stata a sua volta divisa in attività e per ogni attività
si è proceduto all'individuazione dei rischi strettamente correlati all'attività medesima e dei
rischi derivanti dall'utilizzo di attrezzature, sostanze e materiali.
I rischi sono stati quindi analizzati in riferimento: alle norme di legge e di buona tecnica, al
contesto ambientale, alla presenza contemporanea e/o successiva di diverse imprese e/o
diverse lavorazioni, ad eventuali pericoli correlati. Sono stati inoltre classificati in base ad un
livello di gravità la cui scala è: 1: invalidità temporanea, 2: invalidità permanente, 3:
infortunio mortale. Gli stessi rischi sono stati valutati anche in base ad un livello di probabilità
la cui scala è: 1: poco frequente, 2: frequente, 3: molto frequente
Per ogni categoria di lavoro è stata elaborata la relativa scheda di valutazione riportata in
allegato. Questa contiene: le attività, i rischi, la stima dei rischi, le misure per la loro
eliminazione o riduzione ed i soggetti destinatari delle misure stesse (vedi punto 1.1 per
l'identificazione delle imprese).
Per la stima dei rischi si fa riferimento ad un indice che varia da 1 a 3 crescente
all'aumentare del rischio con il seguente significato di massima:
Stima Significato
1
il rischio è basso: si tratta di una situazione nella quale un eventuale incidente
provoca raramente danni significativi
2
il rischio è medio: si tratta di una situazione nella quale occorre la dovuta attenzione
per il rispetto degli obblighi legislativi e delle prescrizioni del presente piano.
3
il rischio è alto: si tratta di una situazione che per motivi specifici del cantiere o per la
specificità della lavorazione richiede il massimo impegno e attenzione
La stesura del piano consta anche dell'analisi del contesto ambientale, per l'individuazione
dei rischi intrinseci connessi alle attività operative per l'esecuzione delle opere di cui al
progetto allegato; dell'analisi dei rischi trasmessi all'ambiente circostante.
I documenti relativi sono:




relazione tecnica
pianta del cantiere
diagramma di Gantt
cartellonistica di cantiere
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 schede di lavorazione
* riepilogo rischi e misure di prevenzione
N.B. per il fascicolo si rimanda al Piano di manutenzione
A. RELAZIONE TECNICA
1 - ANAGRAFICA DI CANTIERE
1.1 Caratteristiche dell'opera
Descrizione: Parco di Villa Rosazza
Ubicazione: S. Teodoro - GENOVA
Data presunta d'inizio lavori: febbraio 2012
Durata presunta dei lavori: 300 gg
Numero massimo presunto di lavoratori in cantiere: 20
Numero medio presunto di lavoratori in cantiere: 10
Entità presunta del cantiere: uomini/giorno 3000
Ammontare complessivo presunto dei lavori: EURO 1.245.480,95 di cui:
Euro 822.428,75 per opere edili e di restauro
Euro 65.072,01 per impianti tecnici e tecnologici
Euro 357.980,18 per sistemazioni vegetazionali e arredi
Imprese e/o lavoratori autonomi previste:
1)
2)
3)
2 Soggetti interessati:
Committente: Comune di Genova
Responsabile del procedimento: Dott. Arch.Ines Marasso
Progettista : Dott. Arch. Gabriella Innocenti
Direttore dei lavori:
Coordinatore per la progettazione: Dott. Arch. Gabriella Innocenti
Coordinatore per l'esecuzione dei lavori:
Impresa: [
]
Responsabile di cantiere per la sicurezza dell'Impresa: (
)
1.3 Identificazione subappalti/forniture previsti
[
]
[
]
[
]
2 - CONTESTO AMBIENTALE
2.1 Rischi intrinseci dell'area di cantiere
2.1.1 Caratteristiche dell'area
falda
SI [ ] NO [X]
fossati, scoli
SI [X] NO [ ]
alberi
SI [X] NO [ ]
manufatti da demolire SI [ ] NO [ X]
14
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zone franose
SI [] NO [ X]
2.1.2 Opere aeree e di sottosuolo
Presenza di opere aeree in cantiere
SI [ ]
NO [X]
[ ] linee elettriche di alta tensione
[X]linee elettriche di media bassa tensione
[]linee telefoniche
Presenza di opere di sottosuolo in cantiere SI [X ]
NO []
[ ] linee elettriche di alta tensione [X] linee elettriche di media bassa tensione
[ ] linee telefoniche
[ ] rete del gas
[X ] rete dell'acqua
[ X] rete fognaria
Riferimenti planimetrici SI [X]
NO [ ]
2.1.3 Attività ed insediamenti limitrofi SI [X]
NO [ ]
[X ] cantieri
[ ] fabbriche
[X] scuole
[ ] ospedali
[X] civili abitazioni
2.2 Rischi trasmessi all'ambiente circostante
2.2.1 Rumore verso l'esterno del cantiere SI [X]
NO [ ]
2.2.2 Emissioni di agenti inquinanti SI [ ]
NO [X]
2.2.3 Caduta di oggetti dall'alto all'esterno del cantiere SI [X] NO [ ]
2.2.4 Rischi connessi alla viabilità esterna dei mezzi SI [ ] NO [X]
3 - DESCRIZIONE E PROGRAMMA LAVORI
3.1 Descrizione dei lavori
La realizzazione dell'opera prevede le fasi di lavoro di seguito riportate.
- Opere di restauro conservativo
- Opere murarie
- Asfaltature e pavimentazioni
- Muro di confine Curia
- Passaggio interno grotta
- Cordolo testa muro terrazze
- Opere da fabbro
- Vernici e coloriture
- Arredi
- Impianto di irrigazione
- Operazioni di impianto e fornitura nuovi inserimenti vegetazionali
- Sostegni ed apparecchi di illuminazione
- Impianto fontanelle acqua potabile, catena d’acqua e idrantini irrigazione
4 . ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE
Prima di iniziare qualsiasi lavorazione l’Impresa dovrà farsi carico di eseguire un sopralluogo
al fine di verificare.
Stato avanzamento lavori di I Lotto
Aree libere e pronte per intervenire con opere di completamento
Impianto di cantiere esistente e necessità di concordare dove posizionare l’impianto di
cantiere di II lotto al fine di non interferire con eventuali lavorazioni ancora da completare e
rientranti nelle opere di I lotto.
Si renderà quindi necessario un intervento di Coordinamento del coordinatore per la
sicurezza in fase di esecuzione al fine di rendere coerenti e compatibili le fasi di intervento.
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Si premette innanzitutto che l’intervento in oggetto prevede la realizzazione di opere di
finitura a completamento del precedente Lotto I ed opere di restauro conservativo.
Inoltre sono previste operazioni di nuovo impianto di alberature, siepi ed arbusti, opere di
ingegneria naturalistica, realizzazione dell’impianto di irrigazione, la fornitura e la posa in
opera di corpi illuminanti ed elementi di arredo.
L’organizzazione del cantiere dovrà in linea generale essere decisa e concordata con
l’impresa. Infatti trattandosi di opere di finitura, le stesse potranno essere realizzate
contemporaneamente in lotti di versi, a seconda della disponibilità delle aree e sulla base di
tempi di consegna del I Lotto da parte dell’impresa esecutrice dello stesso.
Le opere di finitura previste consistono sostanzialmente in:
- Pavimentazioni da realizzarsi in tutti i percorsi esistenti ed aree già
precedentemente predisposte,
- Posa in opera di ringhiere e cancellate esistenti per una parte, successivamente
alle opere di ripristino delle stesse, e posa in opera di nuove ringhiere e
cancellate di nuova realizzazione e di tipologia simile a quelle esistenti,
- Realizzazione di impianto di irrigazione
- Fornitura e posa in opera di elementi di arredo e corpi illuminanti
- Fornitura di nuove specie arboree , siepi ed arbusti e loro messa a dimora.
Ogni tipologia di lavorazione di cui sopra è chiaramente descritta ed individuata negli
elaborati grafici di progetto allegati.
Ulteriori opere da realizzare consistono nel restauro conservativo degli elementi scultorei
storici presenti all’interno del parco.
Anche per questa tipologia di lavorazioni si dovranno concordare i tempi di realizzazione in
funzione delle opere di I Lotto.
4.1 Delimitazione, accessi, viabilità interna.
4.1.1 Recinzione di cantiere SI [X]
NO [ ] Vedi Layout di cantiere
La recinzione di cantiere sarà predisposta lungo tutto il fronte e l’ingresso da Via Venezia
andando a delimitare l’area d’intervento di proprietà comunale dalle limitrofe aree di
proprietà privata,; sarà inoltre posta in opera dall’ingresso verso Piazza di Negro e nella
restante porzione non oggetto di intervento.
Necessiterà concordare con l’impresa Gam Paini & C. S.r.l., appaltatrice del I lotto eventuali
modifiche e/o integrazioni della recinzione di cantiere.
4.1.2 Viabilità di cantiere SI [X]
NO [ ] Vedi Layout di cantiere
La viabilità di cantiere per i mezzi pesanti e per operazioni di carico e scarico sarà limitata
per la sola strada di accesso da Via Venezia, all’interno del parco sarà possibile utilizzare
solo mezzi di piccole dimensioni percorrendo i vialetti interni esistenti. I mezzi pesanti per
carico e scarico materiale non potranno stazionare in modo permanente all’interno dell’area
di cantiere dedicata, ma solo per il tempo necessario ad effettuare le operazioni di carico e
scarico dei materiali.
4.2 Servizi logistici e igienico-assistenziali
4.2.1 Servizi messi a disposizione dal committente SI [ ]
NO [X]
4.2.2 Servizi da allestire a cura dell'impresa
SI [X]
NO [ ] Vedi Layout di cantiere
In prossimità del percorso pedonale di accesso al cantiere saranno posizionate due
baracche di cantiere una destinata ad ufficio dell’Impresa e della Direzione dei Lavori ,con
una parte destinata a magazzino dei macchinari a rischio di furto, l’altra destinata a Servizio
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igienico di cantiere, locale spogliatoio e, separato dai primi due , locale mensa per il
personale. Anche in questo caso l’organizzazione del cantiere dovrà essere concordata con
l’Impresa già presente in cantiere.
4.2.3. Dimensionamento dei servizi.
I servizi da realizzare devono essere conformi a quanto previsto dalle normative in materia di
igiene e sicurezza e rispettare le dimensioni minime indicate dal D.P.R. 303 del 19 Marzo
1956
4.3 Aree di deposito materiali
Saranno individuate in aree vicino alle zone di lavoro. Sul primo piazzale interno è stata
individuata un’area per il deposito dei materiali necessari alle lavorazione in posizione
sufficientemente baricentrica con tutte le aree d’intervento.
Dal deposito centrale i materiali verranno smistati nelle diverse aree di lavoro con piccoli
mezzi di trasporto
4.4 Impianti di cantiere
4.4.1 Impianti messi a disposizione dal committente SI [ ]
NO [X]
4.4.2 Impianti da allestire a cura dell'impresa principale.
L'impresa principale dovrà progettare e realizzare a regola d'arte gli impianti di seguito
contrassegnati rispettando inoltre le eventuali prescrizioni sotto riportate
[X] Impianto elettrico comprensivo di messa a terra
[X] Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche
[X] Impianto idrico
[X] Impianto fognario
[X] Impianto/deposito gas, carburanti e olii
[X] Impianto di illuminazione
Eventuali prescrizioni sugli impianti:
Tutti gli impianti devono rispettare le norme vigenti
Segnaletica:
La segnaletica dovrà essere conforme al D. Lgs n. 81 del 09 aprile 2008 e a quanto
previsto dagli allegati specifici di riferimento ( allegato XXV)
I cartelli andranno sistemati tenendo conto di eventuali ostacoli , ad un’altezza e in una
posizione appropriata rispetto all’angolo di visuale,all’ingresso alla zona interessata in caso
di rischio generico ovvero nelle immediate vicinanze in caso di rischio specifico o
dell’oggetto che si intende segnalare e in posto ben illuminato e facilmente accessibile e
visibile,
Cartelli da utilizzare:
Cartelli di divieto – Forma rotonda
Cartelli di avvertimento - Forma triangolare
Cartelli di prescrizione – Forma rotonda
Cartelli di salvataggio – Forma quadrata o rettangolare
In cantiere vanno installati almeno i cartelli elencati nella tabella seguente:
Tipo segnalazione
Ubicazione
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Cartello generale dei rischi di cantiere
Cartello con le norme di prevenzione infortuni
Cartello indicante ogni situazione di pericolo
Alle entrate
Alle entrate
In prossimità dei pericoli
4.6 Mezzi e attrezzature da cantiere:
01. Legname per carpenterie
02. Pittura e vernice
03. Malta
04. Cavi elettrici, prese, raccordi
05. Materiali per la lavorazione dell'impianto di messa a terra (puntazze, cavo di rame,
tubazione in PVC, morsetti, ecc.)
06. Acciaio per orditure ad aderenza migliorata
07. Tubi in acciaio
08. Vibrofinitrice per lavori stradali
09. Rullo compressore
10. Biotrituratore
11. Decespugliatore
12. Autobetoniera
13. Sega a catena
14. Pompa sommersa
15. Motocarri
16. Pala meccanica
17. Escavatore
18. Pompa per calcestruzzo
19. Macchine per la lavorazione del ferro
21. Baracche di cantiere ad uso uffici o magazzino
22. Scale o piccoli ponteggi anche su ruote
23. Compattatore a scoppio
24. Ponti su cavalletti
25. Sega circolare
26. Funi
27. Carrucole a mano
28. Sistemi di imbracatura
29. Attrezzi generici di utilizzo manuale
30. Martello, mazza, piccone, pala o badile o altra attrezzatura per battere o scavare
31. Martello demolitore
32. Fiamma ossidrica
33. Flessibile
34. Trabattelli
35. Carriola
36. Scale a mano di qualsiasi genere
37. Ponteggi
38. Compressore
39. Sparachiodi
40. Compattatori a motore
41. Argani di qualsiasi genere
42. Betoniera di qualsiasi genere
43. Vibratori per calcestruzzo
44. Molazza
45. Trapani speciali o avvitatrici
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46. Idropulitrice
47. Sega angolare
48. Tagliamattoni elettrica
49. Martellone
50. Tagliapiastrelle
51. Additivi chimici, collanti, resine o solventi
52. Componenti vari di carpenteria metallica
53. Attrezzi per il taglio
54. Cavi in acciaio
4.7. Dispositivi di protezione individuale (DPI)
4.7.1. DPI in dotazione ai lavoratori presenti in cantiere:
I lavoratori presenti in cantiere, secondo le mansioni che dovranno svolgere, saranno dotati
dei dispositivi di protezione individuali previsti dalla normativa vigente in materia e da quella
che entrasse in vigore durante il corso dei lavori.
Tutti i DPI dovranno essere marcati CE ed essere conformi alle prescrizioni del D. Lgs.
81/2006 e successive modificazioni e integrazioni. Quando previsto dalla legge, dovrà
essere preventivamente fornita informazione e formazione ai lavoratori sull'uso dei DPI
(obbligatoriamente per i DPI di 3a cat.).
4.8 Gestione dell'emergenza:
Organizzazione del servizio a cura di:
[ ] committente
[X] imprese
4.8.1 Assistenza sanitaria e primo soccorso:
L'impresa principale garantirà la presenza di un addetto al primo soccorso durante l'intero
svolgimento dell'opera, al quale faranno riferimento tutte le imprese presenti. L'addetto dovrà
essere in possesso di documentazione comprovante la frequenza di un corso di primo
soccorso presso strutture specializzate.
4.8.2 Prevenzione incendi:
L'attività presenta rischi significativi di incendio SI [ ]
NO [X]
L'impresa principale garantirà comunque la presenza di un addetto all'emergenza
antincendio durante l'intero svolgimento dell'opera, al quale faranno riferimento tutte le
imprese presenti. L'addetto deve essere in possesso di documentazione comprovante la
frequenza di un corso conforme alla Circolare del Ministero degli Interni del 12/03/97.
Trattandosi di opere da realizzare all’intero di un parco dovrà essere fatto divieto di fumare a
tutti gli addetti in prossimità delle zone verdi oggetto di interventi, durante le lavorazioni di
potatura, decespugliamento, abbattimento, biotriturazione , ecc.
4.8.3 Evacuazione
L'attività di cantiere richiede particolari misure di evacuazione SI [] NO [X]
Trattasi luogo aperto aperto e pertanto non dovranno essere predisposte misure particolari
di evacuazione degli addetti. Essendo l’area d’intervento vasta dovrà essere comunque data
informazione agli addetti delle zone di entrata e di uscita nei diversi punti del parco.
4.8.4 Indicazioni generali
Sarà cura dell'impresa principale assicurarsi che tutti i presenti siano informati dei nominativi
degli addetti e delle procedure di emergenza. Essa dovrà inoltre esporre in posizione visibile
le procedure stesse, unitamente ai numeri telefonici dei soccorsi esterni.
4.9 Documentazione
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4.9.1 La seguente documentazione riguardante il cantiere nel suo complesso va tenuta
presso gli uffici del cantiere:
Documentazione a cura delle imprese:
[X] iscrizione alla C.C.I.A.A.
[X] denuncia di nuovo lavoro all'INAIL
[X] certificati regolarità contributiva INPS - INAIL - Cassa Edile
[X] registro degli infortuni
[X] libro matricola dei dipendenti
[X] dichiarazione di cui all'art.26 del D.LGS. n. 81 del 09/04/08 (rispetto
degli obblighi assicurativi e previdenziali)
[X] documento di valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 626/94, con
riferimento all'attività di cantiere
[X] cartello di identificazione del cantiere con indicazione dei soggetti
riportati nel par. 1.2
Documentazione a cura del committente:
[X] notifica preliminare di cui all'art.99 del D. Lgs. 81 del 09/04/08
4.9.2 Documentazione relativa alle attrezzature ed agli impianti :
Va tenuta presso gli uffici del cantiere la seguente documentazione:
[X ] libretti di omologazione degli apparecchi di sollevamento ad azione non manuale di
portata superiore a 200 Kg
[X] copia denuncia al PMP per gli apparecchi di sollevamento non manuali di portata
superiore a 200 Kg
[X] verifica trimestrale delle funi e delle catene riportata sul libretto di
omologazione degli apparecchi di sollevamento
[X] verifica annuale degli apparecchi di sollevamento non manuali di portata
superiore a 200 kg
[X] dichiarazione di stabilità degli impianti di betonaggio
[X] copia di autorizzazione ministeriale e relazione tecnica per i ponteggi metallici fissi
[X] disegno esecutivo del ponteggio firmato dal responsabile di cantiere per ponteggi montati
secondo schemi tipo- Copia della documentazione di cui al comma 6 dell’articolo 131 del D.
Lgs n. 81 del 09/04/08 e copia del piano di montaggio , uso e smontaggio – P.I.M.U.S.
[X] progetto del ponteggio ad opera di ingegnere o architetto abilitato
[X] dichiarazione di conformità legge 46/90 per impianto elettrico di cantiere
[X] denuncia all'ISPESL degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche (Modello
A)
[X] denuncia all'ISPESL degli impianti di messa a terra (Modello B)
[X] libretti d'uso e manutenzione delle macchine
4.9.3 Documentazione relativa alle imprese subappaltatrici:
La presenza di ditte subappaltatrici dovrà essere autorizzata preventivamente dal
committente. Dovrà essere custodita in cantiere la documentazione di cui ai punti 4.9.1 e
4.9.2 ed inoltre la copia della lettera con la quale la ditta subappaltatrice comunica il nome
del Responsabile di cantiere per la sicurezza dell'Impresa
5 COSTI
I costi relativi alle procedure esecutive, agli apprestamenti e alle attrezzature, per il rispetto
delle norme in materia di sicurezza e salute nonché per il rispetto delle eventuali altre
prescrizioni del presente piano sono già compresi nei relativi prezzi e quantità progettuali. I
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costi di cui sopra, già inclusi nelle voci di elenco prezzi relative alle lavorazioni delle singole
imprese, sono stati stimati, ai soli fini di quanto richiesto dall'allegato XV del D. Lgs. 81 del
09/04/08, in Euro 8.177,02 per opere relative all’impianto di cantiere, oltre ad Euro 24.568,39
per oneri specifici per opere provvisionali per complessivi Euro 32.745,41
Il costo inoltre tiene conto di:
1. ogni attività di formazione e informazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza
richiesta per la specificità del cantiere;
2. la partecipazione alle riunioni di coordinamento previste dal presente piano secondo
quanto indicato nella sezione B (Prescrizioni operative) e nella colonna misure delle schede
di valutazione allegate.
La messa a disposizione delle attrezzature e impianti di utilizzo comune è compresa fra gli
oneri a carico dell'impresa principale.
I costi relativi ad eventuali attività di informazione, formazione ed addestramento dei
lavoratori di tutte le imprese utilizzatrici degli impianti ed attrezzature di uso comune sono
inclusi nelle voci dell'elenco prezzi relative alle lavorazioni delle singole imprese.
PRESCRIZIONI GENERALI
Le imprese aggiudicatrici, come previsto dal D.Lgs. n.81 del 09/04/08, si impegnano ad
eseguire i lavori rispettando tutte le prescrizioni contenute nel presente piano, oltre al
rispetto di tutte le normative di legge vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori.
Le imprese aggiudicatrici devono rispettare i tempi di intervento previsti nel ''Programma dei
lavori'' o quelli indicati, in corso d'opera, dal Coordinatore per l'esecuzione.
Tutte le imprese devono rispettare le misure riportate nelle schede di valutazione dei rischi. I
rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori dovranno ricevere il piano almeno dieci giorni
prima dell'inizio dei lavori e dovranno essere preventivamente consultati anche in relazione
ad eventuali modifiche del piano.
MISURE PER LA PRESENZA DI DIVERSE IMPRESE E/O LAVORATORI AUTONOMI
Per il coordinamento e la cooperazione tra i diversi soggetti presenti sono previste delle
riunioni indette dal coordinatore per l'esecuzione prima dell'ingresso in cantiere delle diverse
imprese.
Nel caso si verificasse la necessità di intervento di altri soggetti non previsti saranno
individuate, da parte del Coordinatore per l'esecuzione, le relative misure di coordinamento.
Le ulteriori misure sono riportate nelle schede di valutazione.
DISPOSIZIONI PER L'UTILIZZO DI IMPIANTI COMUNI
Sarà cura delle imprese assicurarsi che i propri lavoratori siano adeguatamente formati
all'uso di quanto messo a disposizione. Nessun costo aggiuntivo potrà essere richiesto al
committente per tali adempimenti.
DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE DURANTE L’ESECUZIONE DEI LAVORI
AREA DI CANTIERE
Durante i lavori deve essere assicurata nei cantieri la viabilità delle persone in sicurezza e
dei veicoli conformemente alla normativa vigente.
Il cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, deve essere dotato di recinzione avente
caratteristiche idonee ad impedire l'accesso agli estranei alle lavorazioni.
Il transito sotto ponti sospesi, ponti a sbalzo, scale aeree e simili deve essere impedito con
barriere o protetto con l'adozione di misure o cautele adeguate.
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Il datore di lavoro, nei casi in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in
condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto
allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di
lavoro sicure, in conformità ai seguenti criteri:
a) priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;
b) dimensioni delle attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire,
alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi.
Il datore di lavoro sceglie il tipo più idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro
temporanei in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata
dell'impiego. Il sistema di accesso adottato deve consentire l'evacuazione in caso di pericolo
imminente. Il passaggio da un sistema di accesso a piattaforme, impalcati, passerelle e
viceversa non deve comportare rischi ulteriori di caduta.
Il datore di lavoro dispone affinché sia utilizzata una scala a pioli quale posto di lavoro in
quota solo nei casi in cui l'uso di altre attrezzature di lavoro considerate più sicure non e'
giustificato a causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego oppure delle
caratteristiche esistenti dei siti che non può modificare.
Il datore di lavoro dispone affinché siano impiegati sistemi di accesso e di posizionamento
mediante funi alle quali il lavoratore e' direttamente sostenuto, soltanto in circostanze in cui,
a seguito della valutazione dei rischi, risulta che il lavoro può essere effettuato in condizioni
di sicurezza e l'impiego di un'altra attrezzatura di lavoro considerata più sicura non e'
giustificato a causa della breve durata di impiego e delle caratteristiche esistenti dei siti che
non può modificare.
Lo stesso datore di lavoro prevede l'impiego di un sedile munito di appositi accessori in
funzione dell'esito della valutazione dei rischi ed, in particolare, della durata dei lavori e dei
vincoli di carattere ergonomico.
Il datore di lavoro, in relazione al tipo di attrezzature di lavoro adottate , individua le misure
atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, insiti nelle attrezzature in questione, prevedendo,
ove necessario, l'installazione di dispositivi di protezione contro le cadute.
I predetti dispositivi devono presentare una configurazione ed una resistenza tali da evitare o
da arrestare le cadute da luoghi di lavoro in quota e da prevenire, per quanto possibile,
eventuali lesioni dei lavoratori.
I dispositivi di protezione collettiva contro le cadute possono presentare interruzioni soltanto
nei punti in cui sono presenti scale a pioli o a gradini.
Il datore di lavoro nel caso in cui l'esecuzione di un lavoro di natura particolare richiede
l'eliminazione temporanea di un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute, adotta
misure di sicurezza equivalenti ed efficaci. Il lavoro é eseguito previa adozione di tali misure.
Una volta terminato definitivamente o temporaneamente detto lavoro di natura particolare, i
dispositivi di protezione collettiva contro le cadute devono essere ripristinati.
Il datore di lavoro effettua i lavori temporanei in quota soltanto se le condizioni
meteorologiche non mettono in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Il datore di lavoro dispone affinché sia vietato assumere e somministrare bevande alcoliche
e superalcoliche ai lavoratori addetti ai lavori in quota.
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Le opere provvisionali devono essere allestite con buon materiale ed a regola d'arte,
proporzionate ed idonee allo scopo; esse devono essere conservate in efficienza per la
intera durata del lavoro.
Prima di reimpiegare elementi di ponteggi di qualsiasi tipo si deve provvedere alla loro
verifica per eliminare quelli non ritenuti più idonei .
SCALE
Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso agli ambienti di lavoro, devono essere
costruite e mantenute in modo da resistere ai carichi massimi derivanti da affollamento per
situazioni di emergenza. I gradini devono avere pedata e alzata dimensionate a regola d'arte
e larghezza adeguata alle esigenze del transito. Dette scale ed i relativi pianerottoli devono
essere provvisti, sui lati aperti, di parapetto normale o di altra difesa equivalente. Le rampe
delimitate da due pareti devono essere munite di almeno un corrimano.
Le scale a pioli di altezza superiore a m 5, fissate su pareti o incastellature verticali o aventi
una inclinazione superiore a 75 gradi, devono essere provviste, a partire da m 2,50 dal
pavimento o dai ripiani, di una solida gabbia metallica di protezione avente maglie o aperture
di ampiezza tale da impedire la caduta accidentale della persona verso l'esterno. La parete
della gabbia opposta al piano dei pioli non deve distare da questi più di cm 60. I pioli devono
distare almeno 15 centimetri dalla parete alla quale sono applicati o alla quale la scala e'
fissata. Quando l'applicazione della gabbia alle scale costituisca intralcio all'esercizio o
presenti notevoli difficoltà costruttive, devono essere adottate, in luogo della gabbia, altre
misure di sicurezza atte ad evitare la caduta delle persone per un tratto superiore ad un
metro.
Le scale semplici portatili (a mano) devono essere costruite con materiale adatto alle
condizioni di impiego, devono essere sufficientemente resistenti nell'insieme e nei singoli
elementi e devono avere dimensioni appropriate al loro uso. Dette scale, se di legno, devono
avere i pioli fissati ai montanti mediante incastro. I pioli devono essere privi di nodi. Tali pioli
devono essere trattenuti con tiranti in ferro applicati sotto i due pioli estremi; nelle scale
lunghe più di 4 metri deve essere applicato anche un tirante intermedio. E' vietato l'uso di
scale che presentino listelli di legno chiodati sui montanti al posto dei pioli rotti. Esse devono
inoltre essere provviste di:
a) dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità inferiori dei due montanti;
b) ganci di trattenuta o appoggi antisdrucciolevoli alle estremità superiori, quando sia
necessario per assicurare la stabilità della scala.
Le scale a mano usate per l'accesso ai vari piani dei ponteggi e delle impalcature non
devono essere poste l'una in prosecuzione dell'altra. Le scale che servono a collegare
stabilmente due ponti, quando sono sistemate verso la parte esterna del ponte, devono
essere provviste sul lato esterno di un corrimano parapetto.
Quando l'uso delle scale, per la loro altezza o per altre cause, comporti pericolo di
sbandamento, esse devono essere adeguatamente assicurate o trattenute al piede da altra
persona.
Il datore di lavoro assicura che le scale a pioli siano sistemate in modo da garantire la loro
stabilità durante l'impiego e secondo i seguenti criteri:
a) le scale a pioli portatili devono poggiare su un supporto stabile, resistente, di
dimensioni adeguate e immobile, in modo da garantire la posizione orizzontale dei
pioli;
b) le scale a pioli sospese devono essere agganciate in modo sicuro e, ad eccezione
delle scale a funi, in maniera tale da evitare spostamenti e qualsiasi movimento di
oscillazione;
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c) lo scivolamento del piede delle scale a pioli portatili, durante il loro uso, deve essere
impedito con fissaggio della parte superiore o inferiore dei montanti, o con qualsiasi
dispositivo antiscivolo, o ricorrendo a qualsiasi altra soluzione di efficacia
equivalente;
d) le scale a pioli usate per l'accesso devono essere tali da sporgere a sufficienza oltre
il livello di accesso, a meno che altri dispositivi garantiscono una presa sicura;
e) le scale a pioli composte da più elementi innestabili o a sfilo devono essere utilizzate
in modo da assicurare il fermo reciproco dei vari elementi;
f) le scale a pioli mobili devono essere fissate stabilmente prima di accedervi.
Il datore di lavoro assicura che le scale a pioli siano utilizzate in modo da consentire ai
lavoratori di disporre in qualsiasi momento di un appoggio e di una presa sicuri. In
particolare il trasporto a mano di pesi su una scala a pioli non deve precludere una presa
sicura.
Per l'uso delle scale portatili composte di due o più elementi innestati (tipo all'italiana o
simili), si devono osservare le seguenti disposizioni:
a) la lunghezza della scala in opera non deve superare i 15 metri, salvo particolari
esigenze, nel qual caso le estremità superiori dei montanti devono essere assicurate
a parti fisse;
b) le scale in opera lunghe più di 8 metri devono essere munite di rompi tratta per
ridurre la freccia di inflessione;
c) nessun lavoratore deve trovarsi sulla scala quando se ne effettua lo spostamento
laterale;
d) durante l'esecuzione dei lavori, una persona deve esercitare da terra una continua
vigilanza della scala.
Le scale doppie non devono superare l'altezza di m 5 e devono essere provviste di catena di
adeguata resistenza o di altro dispositivo che impedisca l'apertura della scala oltre il limite
prestabilito di sicurezza.
PROTEZIONE DEI POSTI DI LAVORO
Quando nelle immediate vicinanze dei ponteggi o del posto di caricamento e sollevamento
dei materiali vengono impastati calcestruzzi e malte o eseguite altre operazioni a carattere
continuativo il posto di lavoro deve essere protetto da un solido impalcato sovrastante,
contro la caduta di materiali.
Il posto di carico e di manovra degli argani a terra deve essere delimitato con barriera per
impedire la permanenza ed il transito sotto i carichi.
Nei lavori che possono dar luogo a proiezione di schegge, come quelli di spaccatura o
scalpellatura di blocchi o pietre e simili, devono essere predisposti efficaci mezzi di
protezione a difesa sia delle persone direttamente addette a tali lavori sia di coloro che
sostano o transitano in vicinanza. Tali misure non sono richieste per i lavori di normale
adattamento di pietrame nella costruzione di muratura comune.
SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva, e'
necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione composti da diversi
elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, quali i seguenti:
a) assorbitori di energia;
b) connettori;
c) dispositivo di ancoraggio;
d) cordini;
e) dispositivi retrattili;
f) guide o linee vita flessibili;
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g) guide o linee vita rigide;
h) imbracature.
Il sistema di protezione, certificato per l'uso specifico, deve permettere una caduta libera non
superiore a 1,5 m o, in presenza di dissipatore di energia a 4 metri.
Il cordino deve essere assicurato, direttamente o mediante connettore lungo una guida o
linea vita, a parti stabili delle opere fisse o provvisionali.
Nei lavori su pali il lavoratore deve essere munito di ramponi o mezzi equivalenti e di idoneo
dispositivo anticaduta.
Il datore di lavoro impiega sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi in
conformità ai seguenti requisiti:
a) sistema comprendente almeno due funi ancorate separatamente, una per l'accesso,
la discesa e il sostegno, detta fune di lavoro, e l'altra con funzione di dispositivo
ausiliario, detta fune di sicurezza. E' ammesso l'uso di una fune in circostanze
eccezionali in cui l'uso di una seconda fune rende il lavoro più pericoloso e se sono
adottate misure adeguate per garantire la sicurezza;
b) lavoratori dotati di un'adeguata imbracatura di sostegno collegata alla fune di
sicurezza;
c) fune di lavoro munita di meccanismi sicuri di ascesa e discesa e dotata di un sistema
autobloccante volto a evitare la caduta nel caso in cui l'utilizzatore perda il controllo
dei propri movimenti. La fune di sicurezza deve essere munita di un dispositivo
mobile contro le cadute che segue gli spostamenti del lavoratore;
d) attrezzi ed altri accessori utilizzati dai lavoratori, agganciati alla loro imbracatura di
sostegno o al sedile o ad altro strumento idoneo;
e) lavori programmati e sorvegliati in modo adeguato, anche al fine di poter
immediatamente soccorrere il lavoratore in caso di necessità.
Il programma dei lavori definisce un piano di emergenza, le tipologie operative, i
dispositivi di protezione individuale, le tecniche e le procedure operative, gli
ancoraggi, il posizionamento degli operatori, i metodi di accesso, le squadre di lavoro
e gli attrezzi di lavoro;
f) il programma di lavoro deve essere disponibile presso i luoghi di lavoro ai fini della
verifica da parte dell'organo di vigilanza competente per territorio
Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori interessati una formazione adeguata e mirata alle
operazioni previste, in particolare in materia di procedure di salvataggio.
La formazione di cui al punto precedente ha carattere teorico-pratico e deve riguardare:
a) l'apprendimento delle tecniche operative e dell'uso dei dispositivi necessari;
b) l'addestramento specifico sia su strutture naturali, sia su manufatti;
c) l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, loro caratteristiche tecniche,
manutenzione, durata e conservazione;
d) gli elementi di primo soccorso;
e) i rischi oggettivi e le misure di prevenzione e protezione;
f) le procedure di salvataggio.
LAVORI IN PROSSIMITA’ DI PARTI ATTIVE
1. Quando occorre effettuare lavori in prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con
parti attive non protette o che per circostanze particolari si debbano ritenere non
sufficientemente protette, ferme restando le norme di buona tecnica, si deve rispettare
almeno una delle seguenti precauzioni:
a) mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti attive per tutta la durata dei lavori;
b) posizionare ostacoli rigidi che impediscano l'avvicinamento alle parti attive;
c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchi di sollevamento,
ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza.
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La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire contatti diretti o
scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate
e delle tensioni presenti.
SPLATEAMENTO E SBANCAMENTO
Nei lavori di splateamento o sbancamento eseguiti senza l'impiego di escavatori meccanici,
le pareti delle fronti di attacco devono avere una inclinazione o un tracciato tali, in relazione
alla natura del terreno, da impedire franamenti. Quando la parete del fronte di attacco
supera l'altezza di m 1,50, e' vietato il sistema di scavo manuale per scalzamento alla base e
conseguente franamento della parete.
Quando per la particolare natura del terreno o per causa di piogge, di infiltrazione, di gelo o
disgelo, o per altri motivi, siano da temere frane o scoscendimenti, deve essere provveduto
all'armatura o al consolidamento del terreno.
Nei lavori di escavazione con mezzi meccanici deve essere vietata la presenza degli operai
nel campo di azione dell'escavatore e sul ciglio del fronte di attacco.
Il posto di manovra dell'addetto all'escavatore, quando questo non sia munito di cabina
metallica, deve essere protetto con solido riparo.
Ai lavoratori deve essere fatto esplicito divieto di avvicinarsi alla base della parete di attacco
e, in quanto necessario in relazione all'altezza dello scavo o alle condizioni di accessibilità
del ciglio della platea superiore, la zona superiore di pericolo deve essere almeno delimitata
mediante opportune segnalazioni spostabili col proseguire dello scavo.
POZZI,SCAVI E CUNICOLI
Nello scavo di pozzi e di trincee profondi più di m 1,50, quando la consistenza del terreno
non dia sufficiente garanzia di stabilità, anche in relazione alla pendenza delle pareti, si deve
provvedere, man mano che procede lo scavo, alla applicazione delle necessarie armature di
sostegno.
Le tavole di rivestimento delle pareti devono sporgere dai bordi degli scavi di almeno 30
centimetri.
Nello scavo dei cunicoli, a meno che si tratti di roccia che non presenti pericolo di distacchi,
devono predisporsi idonee armature per evitare franamenti della volta e delle pareti. Dette
armature devono essere applicate man mano che procede il lavoro di avanzamento; la loro
rimozione può essere effettuata in relazione al progredire del rivestimento in muratura.
Idonee armature e precauzioni devono essere adottate nelle sottomurazioni e quando in
vicinanza dei relativi scavi vi siano fabbriche o manufatti le cui fondazioni possano essere
scoperte o indebolite dagli scavi.
Nella infissione di pali di fondazione devono essere adottate misure e precauzioni per evitare
che gli scuotimenti del terreno producano lesioni o danni alle opere vicine con pericolo per i
lavoratori.
Nei lavori in pozzi di fondazione profondi oltre 3 metri deve essere disposto, a protezione
degli operai addetti allo scavo ed all'asportazione del materiale scavato, un robusto
impalcato con apertura per il passaggio della benna.
Nei pozzi e nei cunicoli deve essere prevista una adeguata assistenza all'esterno e le loro
dimensioni devono essere tali da permettere il recupero di un lavoratore infortunato privo di
sensi.
DEPOSITO DI MATERIALI IN PROSSIMITA’ DEGLI SCAVI
E' vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli scavi. Qualora tali depositi siano
necessari per le condizioni del lavoro, si deve provvedere alle necessarie puntellature.
Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere, devono
essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas o vapori
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tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie in rapporto alla natura geologica del
terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di compressione e di
decompressione, metanodotti e condutture di gas, che possono dar luogo ad infiltrazione di
sostanze pericolose.
Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gas tossici, asfissianti o la irrespirabilità
dell'aria ambiente e non sia possibile assicurare una efficiente aerazione ed una completa
bonifica, i lavoratori devono essere provvisti di idonei dispositivi di protezione individuale
delle vie respiratore, ed essere muniti di idonei dispositivi di protezione individuale collegati
ad un idoneo sistema di salvataggio, che deve essere tenuto all'esterno dal personale
addetto alla sorveglianza. Questo deve mantenersi in continuo collegamento con gli operai
all'interno ed essere in grado di sollevare prontamente all'esterno il lavoratore colpito dai
gas.
Possono essere adoperate le maschere respiratorie, in luogo di autorespiratori, solo quando,
accertate la natura e la concentrazione dei gas o vapori nocivi o asfissianti, esse offrano
garanzia di sicurezza e sempreché sia assicurata una efficace e continua aerazione.
Quando si sia accertata la presenza di gas infiammabili o esplosivi, deve provvedersi alla
bonifica dell'ambiente mediante idonea ventilazione; deve inoltre vietarsi, anche dopo la
bonifica, se siano da temere emanazioni di gas pericolosi, l'uso di apparecchi a fiamma, di
corpi incandescenti e di apparecchi comunque suscettibili di provocare fiamme o
surriscaldamenti atti ad incendiare il gas.
PONTEGGI ED OPERE PROVVISIONALI
Nei lavori che sono eseguiti ad un'altezza superiore ai m 2, devono essere adottate,
seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere
provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di
cose.
Il montaggio e lo smontaggio delle opere provvisionali devono essere eseguiti sotto la diretta
sorveglianza di un preposto ai lavori.
Sopra i ponti di servizio e sulle impalcature in genere e' vietato qualsiasi deposito, eccettuato
quello temporaneo dei materiali ed attrezzi necessari ai lavori.
Il peso dei materiali e delle persone deve essere sempre inferiore a quello che é consentito
dalla resistenza strutturale del ponteggio; lo spazio occupato dai materiali deve consentire i
movimenti e le manovre necessarie per l'andamento del lavoro.
I montanti devono essere costituiti con elementi accoppiati, i cui punti di sovrapposizione
devono risultare sfalsati di almeno un metro; devono altresì essere verticali o leggermente
inclinati verso la costruzione.
Per le impalcature fino ad 8 metri di altezza sono ammessi montanti singoli in un sol pezzo;
per impalcature di altezza superiore, soltanto per gli ultimi 7 metri i montanti possono essere
ad elementi singoli.
Il piede dei montanti deve essere solidamente assicurato alla base di appoggio o di
infissione in modo che sia impedito ogni cedimento in senso verticale ed orizzontale.
L'altezza dei montanti deve superare di almeno metri 1,20 l'ultimo impalcato o il piano di
gronda.
La distanza tra due montanti consecutivi non deve essere superiore a m 3,60; può essere
consentita una maggiore distanza quando ciò sia richiesto da evidenti motivi di esercizio del
cantiere, purché, in tale caso, la sicurezza del ponteggio risulti da un progetto redatto da un
ingegnere o architetto corredato dai relativi calcoli di stabilità.
Il ponteggio deve essere efficacemente ancorato alla costruzione almeno in corrispondenza
ad ogni due piani di ponteggio e ad ogni due montanti, con disposizione di ancoraggi a
rombo o di pari efficacia.
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Gli impalcati e ponti di servizio, le passerelle, le andatoie, che siano posti ad un'altezza
maggiore di 2 metri, devono essere provvisti su tutti i lati verso il vuoto di robusto parapetto e
in buono stato di conservazione.
Nei casi in cui particolari esigenze non permettono l'impiego di ponti normali, possono
essere consentiti ponti a sbalzo purché la loro costruzione risponda a idonei procedimenti di
calcolo e ne garantisca la solidità e la stabilità.
Gli impalcati e ponti di servizio devono avere un sottoponte di sicurezza, costruito come il
ponte, a distanza non superiore a m 2,50.
La costruzione del sottoponte può essere omessa per i ponti sospesi, per i ponti a sbalzo e
quando vengano eseguiti lavori di manutenzione e di riparazione di durata non superiore a
cinque giorni.
Nella esecuzione di opere a struttura in conglomerato cementizio, quando non si provveda
alla costruzione da terra di una normale impalcatura con montanti, prima di iniziare la
erezione delle casseforme per il getto dei pilastri perimetrali, deve essere sistemato, in
corrispondenza al piano raggiunto, un regolare ponte di sicurezza a sbalzo, avente
larghezza utile di almeno m 1,20.
Le armature di sostegno del cassero per il getto della successiva soletta o della trave
perimetrale, non devono essere lasciate sporgere dal filo del fabbricato più di 40 centimetri
per l'affrancamento della sponda esterna del cassero medesimo. Come sotto ponte può
servire l'impalcato o ponte a sbalzo costruito in corrispondenza al piano sottostante.
In corrispondenza ai luoghi di transito o stazionamento deve essere sistemato, all'altezza del
solaio di copertura del piano terreno, un impalcato di sicurezza (mantovana) a protezione
contro la caduta di materiali dall'alto. Tale protezione può essere sostituita con una chiusura
continua in graticci sul fronte del ponteggio, qualora presenti le stesse garanzie di sicurezza,
o con la segregazione dell'area sottostante.
Le andatoie devono avere larghezza non minore di m 0,60, quando siano destinate soltanto
al passaggio di lavoratori e di m 1,20, se destinate al trasporto di materiali. La loro pendenza
non deve essere maggiore del 50 per cento.
Le andatoie lunghe devono essere interrotte da pianerottoli di riposo ad opportuni intervalli;
sulle tavole delle andatoie devono essere fissati listelli trasversali a distanza non maggiore
del passo di un uomo carico.
La costruzione e l'impiego dei ponteggi realizzati con elementi portanti prefabbricati, metallici
o non, sono disciplinati dalle norme della presente sezione.
Per ciascun tipo di ponteggio, il fabbricante chiede al Ministero del lavoro e della previdenza
sociale l'autorizzazione alla costruzione ed all'impiego, corredando la domanda di una
relazione nella quale devono essere specificati gli elementi di cui all'articolo seguente.
Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, attesta, a richiesta e a seguito di esame
della documentazione tecnica, la rispondenza del ponteggio già autorizzato anche alle
norme UNI EN 12810 e UNI EN 12811 o per i giunti alla norma UNI EN 74.
Possono essere autorizzati alla costruzione ed all'impiego ponteggi aventi interasse
qualsiasi tra i montanti della stessa fila a condizione che i risultati adeguatamente verificati
delle prove di carico condotte su prototipi significativi degli schemi funzionali garantiscano la
sussistenza dei gradi di sicurezza previsti dalle norme di buona tecnica.
L'autorizzazione e' soggetta a rinnovo ogni dieci anni per verificare l'adeguatezza del
ponteggio all'evoluzione del progresso tecnico.
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Chiunque intende impiegare ponteggi deve farsi rilasciare dal fabbricante copia della
autorizzazione e delle istruzioni e
Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale si avvale anche dell'ISPESL per il controllo
delle caratteristiche tecniche dei ponteggi dichiarate dal titolare dell'autorizzazione,
attraverso controlli a campione presso le sedi di produzione.
I ponteggi di altezza superiore a 20 metri e quelli per i quali nella relazione di calcolo non
sono disponibili le specifiche configurazioni strutturali utilizzate con i relativi schemi di
impiego, nonche' le altre opere provvisionali, costituite da elementi metallici o non, oppure di
notevole importanza e complessità in rapporto alle loro dimensioni ed ai sovraccarichi,
devono essere eretti in base ad un progetto comprendente:
a) calcolo di resistenza e stabilità eseguito secondo le istruzioni approvate
nell'autorizzazione ministeriale;
b) disegno esecutivo.
Dal progetto, che deve essere firmato da un ingegnere o architetto abilitato a norma di legge
all'esercizio della professione, deve risultare quanto occorre per definire il ponteggio nei
riguardi dei carichi, delle sollecitazioni e dell'esecuzione.
Copia dell'autorizzazione ministeriale e copia del progetto e dei disegni esecutivi devono
essere tenute ed esibite, a richiesta degli organi di vigilanza, nei cantieri in cui vengono usati
i ponteggi e le opere provvisionali di cui al comma 1.
Nei cantieri in cui vengono usati ponteggi deve essere tenuta ed esibita, a richiesta degli
organi di vigilanza, copia della documentazione di legge e copia del piano di montaggio, uso
e smontaggio (Pi.M.U.S.), in caso di lavori in quota.
Le eventuali modifiche al ponteggio, che devono essere subito riportate sul disegno, devono
restare nell'ambito dello schema-tipo che ha giustificato l'esenzione dall'obbligo del calcolo.
Gli elementi dei ponteggi devono portare impressi, a rilievo o ad incisione, e comunque in
modo visibile ed indelebile il marchio del fabbricante.
Nei lavori in quota il datore di lavoro provvede a redigere a mezzo di persona competente un
piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), in funzione della complessità del
ponteggio scelto, con la valutazione delle condizioni di sicurezza realizzate attraverso
l'adozione degli specifici sistemi utilizzati nella particolare realizzazione e in ciascuna fase di
lavoro prevista. Tale piano può assumere la forma di un piano di applicazione generalizzata
integrato da istruzioni e progetti particolareggiati per gli schemi speciali costituenti il
ponteggio, ed é messo a disposizione del preposto addetto alla sorveglianza e dei lavoratori
interessati.
Nel serraggio di più aste concorrenti in un nodo i giunti devono essere collocati strettamente
l'uno vicino all'altro.
Per ogni piano di ponte devono essere applicati due correnti, di cui uno può fare parte del
parapetto.
Il datore di lavoro assicura che:
a) lo scivolamento degli elementi di appoggio di un ponteggio e' impedito tramite
fissaggio su una superficie di appoggio, o con un dispositivo antiscivolo, oppure con
qualsiasi altra soluzione di efficacia equivalente;
b) i piani di posa dei predetti elementi di appoggio hanno una capacità portante
sufficiente;
c) il ponteggio e' stabile;
d) dispositivi appropriati impediscono lo spostamento involontario dei ponteggi su ruote
durante l'esecuzione dei lavori in quota;
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e) le dimensioni, la forma e la disposizione degli impalcati di un ponteggio sono idonee
alla natura del lavoro da eseguire, adeguate ai carichi da sopportare e tali da
consentire un'esecuzione dei lavori e una circolazione sicure;
f) il montaggio degli impalcati dei ponteggi é tale da impedire lo spostamento degli
elementi componenti durante l'uso, nonché la presenza di spazi vuoti pericolosi fra gli
elementi che costituiscono gli impalcati e i dispositivi verticali di protezione collettiva
contro le cadute.
Il datore di lavoro provvede ad evidenziare le parti di ponteggio non pronte per l'uso, in
particolare durante le operazioni di montaggio, smontaggio o trasformazione, mediante
segnaletica di avvertimento di pericolo generico e delimitandole con elementi materiali che
impediscono l'accesso alla zona di pericolo, ai sensi del titolo V.
Il datore di lavoro assicura che i ponteggi siano montati, smontati o trasformati sotto la
diretta sorveglianza di un preposto, a regola d'arte e conformemente al Pi.M.U.S., ad opera
di lavoratori che hanno ricevuto una formazione adeguata e mirata alle operazioni previste.
La formazione di cui al comma 6 ha carattere teorico-pratico e deve riguardare:
a) la comprensione del piano di montaggio, smontaggio o trasformazione del ponteggio;
b) la sicurezza durante le operazioni di montaggio, smontaggio o trasformazione del
ponteggio con riferimento alla legislazione vigente;
c) le misure di prevenzione dei rischi di caduta di persone o di oggetti;
d) le misure di sicurezza in caso di cambiamento delle condizioni meteorologiche
pregiudizievoli alla sicurezza del ponteggio;
e) le condizioni di carico ammissibile;
f) qualsiasi altro rischio che le suddette operazioni di montaggio, smontaggio o
trasformazione possono comportare.
Il responsabile del cantiere, ad intervalli periodici o dopo violente perturbazioni atmosferiche
o prolungata interruzione di lavoro deve assicurarsi della verticalità dei montanti, del giusto
serraggio dei giunti, della efficienza degli ancoraggi e dei controventi, curando l'eventuale
sostituzione o il rinforzo di elementi inefficienti.
I vari elementi metallici devono essere difesi dagli agenti nocivi esterni con idonei sistemi di
protezione.
Le tavole che costituiscono l'impalcato devono essere fissate in modo che non possano
scivolare sui traversi metallici.
E' consentito un distacco delle tavole del piano di calpestio dalla muratura non superiore a
30 centimetri.
E' fatto divieto di gettare dall'alto gli elementi del ponteggio.
E' fatto divieto di salire e scendere lungo i montanti.
I ponti su cavalletti non devono aver altezza superiore a metri 2 e non devono essere
montati sugli impalcati dei ponteggi.
DIFESA DELLE APERTURE
Le aperture lasciate nei solai o nelle piattaforme di lavoro devono essere circondate da
normale parapetto e da tavola fermapiede oppure devono essere coperte con tavolato
solidamente fissato e di resistenza non inferiore a quella del piano di calpestio dei ponti di
servizio.
Qualora le aperture vengano usate per il passaggio di materiali o di persone, un lato del
parapetto può essere costituito da una barriera mobile non asportabile, che deve essere
aperta soltanto per il tempo necessario al passaggio.
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
Le aperture nei muri prospicienti il vuoto o vani che abbiano una profondità superiore a m
0,50 devono essere munite di normale parapetto e tavole fermapiede oppure essere
convenientemente sbarrate in modo da impedire la caduta di persone.
DEMOLIZIONI – RAFFORZAMENTO DELLE STRUTTURE
Prima dell'inizio di lavori di demolizione e' fatto obbligo di procedere alla verifica delle
condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire.
In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di
puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli
intempestivi.
I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine, devono essere eseguiti
sotto la sorveglianza di un preposto e condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità
delle strutture portanti o di collegamento e di quelle eventuali adiacenti.
La successione dei lavori deve risultare da apposito programma contenuto nel POS,
tenendo conto di quanto indicato nel PSC, ove previsto, che deve essere tenuto a
disposizione degli organi di vigilanza.
La demolizione dei muri effettuata con attrezzature manuali deve essere fatta servendosi di
ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione.
E' vietato lavorare e fare lavorare gli operai sui muri in demolizione.
Gli obblighi di cui sopra non sussistono quando trattasi di muri di altezza inferiore ai due
metri.
Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato
oppure convogliato in appositi canali, il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza
maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta.
I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco
successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati.
L'imboccatura superiore del canale deve essere realizzata in modo che non possano cadervi
accidentalmente persone.
Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve
essere calato a terra con mezzi idonei.
Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere,
irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta.
Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando
la zona stessa con appositi sbarramenti.
L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del materiale
accumulato deve essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo scarico dall'alto.
Salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di
strutture aventi altezza sul terreno non superiore a 5 metri può essere effettuata mediante
rovesciamento per trazione o per spinta.
La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve
essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del
fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti di
altre parti.
Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali:
trazione da distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della struttura da
abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata.
Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non
superiore a 3 metri, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi.
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Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta
delle strutture o di grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad
opere adiacenti pericolose per i lavoratori addetti.
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Architetto Gabriella Innocenti
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
TAGLIO DI PAVIMENTAZIONE STRADALE IN Dal: al: durata gg.:
CONGLOMERATO BITUMINOSO
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 27 Aprile 1955, N. 547
D.P.R. 19 Marzo 1956, N. 303
D. Lgs. 19 Settembre 1994, N. 626
Circolare Ministero del Lavoro N. 103 del 17 Novembre 1980
Direttiva macchine CEE 392/89
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Attrezzo per il taglio di pavimentazioni in conglomerato bituminoso
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze
utilizzate
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) Durante queste lavorazioni è obbligatorio l'utilizzo della mqscherina-filtro di protezione
2) E' vietata la presenza di personale estraneo nel campo di azione delle macchine
3) Evitare movimenti in posizioni non naturali. Si consiglia durante queste lavorazioni di tenere sempre la
schiena eretta e di piegare le ginocchia al fine da evitare strappi o lesioni alla schiena
4) In presenza di tensione elettrica utilizzare obbligatoriamente utensili con impugnatura isolata
5) Nei lavori che danno luogo a polveri è d'obbligo l'utilizzo di comportamenti che ne impediscano la diffusione.
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Catene, ruote dentate ed altri elementi in movimento che risultino in qualsiasi modo accessibili ai lavoratori
devono per legge essere integralmente protette da apposite protezioni.
2) Durante questa lavorazione è consigliabile l'utilizzo di guanti di protezione
3) Durante queste operazioni è consigliato l'impiego di apposite maschere filtro
4) Gli organi di comando delle macchine devono essere protetti da un avviamento accidentale, inoltre il
funzionamento dei comandi principali deve essere evidenziato da apposite indicazioni
5) I lavoratori sono tenuti per legge ad osservare scrupolosamente le disposizioni e le istruzioni impartite dal
datore di lavoro, dai preposti, dai responsabili del cantiere utilizzando in ogni occasione i dispositivi di
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
TAGLIO DI PAVIMENTAZIONE STRADALE IN Dal: al: durata gg.:
CONGLOMERATO BITUMINOSO
protezione (caschi, scarpe antinfortunistiche, guanti, cinghie, cuffie, occhiali, ecc.) messi a loro disposizione.
Sono inoltre obbligati a segnalare ai rispettivi referenti, anche per iscritto, eventuali mancanze di strumenti di
protezione nel cantiere.
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
FORMAZIONE DI DRENAGGI E RIEMPIMENTI Dal: al: durata gg.:
DI SCAVI
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 7 Gennaio 1956, N. 164, Capo III, "SCAVI E FONDAZIONI", articolo 12 "Splateamento e
sbancamento"; articolo 14 "Deposito di materiali in prossimità degli scavi"; articolo 15 "Presenza di gas negli
scavi"
D.P.R. 27 Aprile 1955, N. 547, Titolo II, Capo I, "DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE", articoli 9 e 10,
Capo IV, articolo 26
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Motocarri
2) Carriola
3) Escavatore
Attrezzi generici di uso manuale
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta accidentale di materiale - Gravità: 1 Frequenza: 2
utilizzate
2) Cedimenti di macchine ed attrezzature - Gravità: 1 Frequenza: 1
3) Contatto con ingranaggi macchine operatrici - Gravità: 2 Frequenza: 1
4) Contusioni, abrasioni e lesioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 1
5) Lesioni alle mani - Gravità: 1 Frequenza: 2
6) Ribaltamenti del carico - Gravità: 2 Frequenza: 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) Con i mezzi destinati alla movimentazione dei materiali è vietato il trasporto di persone al di fuori di quelle
consentite nella cabina di guida
2) E' necessario il controllo delle gomme di tutti i mezzi dotati di ruote prima del loro utilizzo3
3) E' vietata la presenza di personale estraneo nel campo di azione delle macchine
4) E' vietato effettuare operazioni di riparazione e manutenzione su organi in movimento. Tutti i lavoratori
devono essere avvertiti dei rischi relativi da appositi cartelli di avviso
5) I conduttori delle macchine dovranno essere assistiti alle manovre in retromarcia da una persona a terra
6) I manovratori dei mezzi di sollevamento devono comunicare le manovre che devono compiere direttamente
o tramite apposito servizio di segnalazione
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
FORMAZIONE DI DRENAGGI E RIEMPIMENTI Dal: al: durata gg.:
DI SCAVI
7 Il posto di guida deelle macchine operatrici deve essere dotato di apposita protezione
8)Le macchine devono essere utilizzate solo da conduttori di provata esperienza anche in caso di brevi
interventi
9) Nei lavori che danno luogo a polveri è d'obbligo l'utilizzo di comportamenti che ne impediscano la diffusione .
10)Per queste particolari lavorazioni viene richiesto l'utilizzo dei guanti imbottiti
11) Se vi è pericolo di caduta di sassi o altri oggetti, è obbligatorio l'elmetto.
12) Si deve privilegiare l'uso di macchine e apparecchiature che producano il piu' basso livello di rumore.
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Catene, ruote dentate ed altri elementi strutturali in movimento che risultino in qualsiasi modo accessibili ai
lavoratori devono per legge essere integralmente protette da apposite protezioni.
2)Gli organi di comando delle macchine devono essere protetti da un avviamento accidentale, inoltre il
funzionamento dei comandi principali deve essere evidenziato da apposite indicazioni
3) Negli scavi più profondi di 1,5 m. bisogna sostenere le pareti dello scavo o lasciarle inclinate secondo il
naturale declivio.
4) Sono vietati la vendita, il noleggio, la concessione in uso e la locazione finanziaria di macchine, attrezzature
di lavoro e di impianti non rispondenti alla legislazione vigente.
5) Si devono sempre usare soltanto mezzi e attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da eseguire.
I lavoratori devono sempre osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) messi a loro disposizione.
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
SCAVI DI SBANCAMENTO ED A SEZIONE Dal: al: durata gg.:
OBBLIGATA ESEGUITI IN TERRA O IN
ROCCIA A MANO O CON PICCOLI MEZZI
MECCANICI
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 7 Gennaio 1956, N. 164, Capo III, "SCAVI E FONDAZIONI", articolo 12 "Splateamento e
sbancamento"; articolo 14 "Deposito di materiali in prossimità degli scavi"; articolo 15 "Presenza di gas negli
scavi"
D.P.R. 27 Aprile 1955, N. 547, Titolo II, Capo I, "DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE", articoli 9 e 10,
Capo IV, articolo 26
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Motocarri
2) Compressore
3) Escavatore
Attrezzi generici di uso manuale
Rischi intrinseci alla lavorazione
1) Seppellimento durante le operazioni di scavo - Gravità: 3 Frequenza: 1
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta accidentale di materiale - Gravità: 1 Frequenza: 2
utilizzate
2) Cedimenti di macchine ed attrezzature - Gravità: 1 Frequenza: 1
3) Contatto con ingranaggi macchine operatrici - Gravità: 2 Frequenza: 1
4) Contusioni, abrasioni e lesioni dovute a scontri con altre macchine, contro ostacoli o persone - Gravità: 1
Frequenza: 1
5) Contusioni, abrasioni o lesioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
6) Intercettazione durante le lavorazioni di impianti tecnologici incassati e non visibili - Gravità: 2 Frequenza: 1
7) Investimento da parte di mezzi meccanici - Gravità: 2 Frequenza: 1
8) Lesioni alle mani - Gravità: 1 Frequenza: 2
9) Ribaltamenti del carico - Gravità: 1 Frequenza: 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) Con i mezzi destinati alla movimentazione dei materiali è vietato il trasporto di persone al di fuori di quelle
consentite nella cabina di guida
2) E' necessario il controllo delle gomme di tutti i mezzi dotati di ruote prima del loro utilizzo
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
SCAVI DI SBANCAMENTO ED A SEZIONE Dal: al: durata gg.:
OBBLIGATA ESEGUITI IN TERRA O IN
ROCCIA A MANO O CON PICCOLI MEZZI
MECCANICI
3) E' obbligatorio accertare con apposite indagini la presenza di linee elettriche interrate, murate o anche aeree
nella zona di lavorazione prima di procedere.
4) E' vietata la presenza di personale estraneo nel campo di azione delle macchine
5) E' vietato effettuare operazioni di riparazione e manutenzione su organi in movimento. Tutti i lavoratori
devono essere avvertiti dei rischi relativi da appositi cartelli di avviso
6) I conduttori delle macchine dovranno essere assistiti alle manovre in retromarcia da una persona a terra
7) I manovratori dei mezzi di sollevamento devono comunicare le manovre che devono compiere direttamente
o tramite apposito servizio di segnalazione
8) Il posto di guida delle macchine operatrici deve essere dotato di apposita protezione
9) In caso di rischio di contatto accidentale o voluto con impianti o linee preesistenti accertarsi prima di ogni
intervento della cessata erogazione del servizio da parte dell'ente erogatore
10) Le macchine devono essere utilizzate solo da conduttori di provata esperienza anche in caso di brevi
interventi
11) Le rampe di accesso allo scavo vanno realizzate in relazione alle possibilità delle macchine al fine di
evitare pericolosi sbandamenti o addirittura ribaltamenti.
12) Nei lavori che danno luogo a polveri è d'obbligo l'utilizzo di comportamenti che ne impediscano la diffusione
13) Per queste particolari lavorazioni viene richiesto l'utilizzo dei guanti imbottiti
14) Predisporre idoneo fermo meccanico alle macchine operatrici in prossimita' del ciglio della scarpata.
15) Prima dell'accesso delle macchine è necessario verificare la stabilità del terreno.
16) Se le attivita' comportano esposizione al rumore sup. a 85 dBA, il lavoratore dovra' essere istruito sull'uso
del mezzo di protezione dell'udito.
17) Se vi è pericolo di caduta di sassi o altri oggetti, è obbligatorio usare l'elmetto.
18) Si deve deve privilegiare l'uso di macchine e apparecchiature che producano il piu' basso livello di rumore.
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Catene, ruote dentate ed altri elementi strutturali in movimento che risultino in qualsiasi modo accessibili ai
lavoratori devono per legge essere integralmente protette da apposite protezioni.
2) Durante queste lavorazioni è obbligatorio bagnare in continuazione le macerie
3) Gli organi di comando delle macchine devono essere protetti da un avviamento accidentale, inoltre il
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
SCAVI DI SBANCAMENTO ED A SEZIONE Dal: al: durata gg.:
OBBLIGATA ESEGUITI IN TERRA O IN
ROCCIA A MANO O CON PICCOLI MEZZI
MECCANICI
funzionamento dei comandi principali deve essere evidenziato da apposite indicazioni
4) Negli scavi più profondi di 1,5 m. bisogna sostenere le pareti dello scavo o lasciarle inclinate secondo il
naturale declivio.
5) Sono vietati la vendita, il noleggio, la concessione in uso e la locazione finanziaria di macchine, attrezzature
di lavoro e di impianti non rispondenti alla legislazione vigente.
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO
DI Dal: al: durata gg.:
PONTEGGI
METALLICI
CON
TUBI
INNOCENTI O ELEMENTI PREFABBRICATI
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 7 Gennaio 1956, N. 164, articoli da 30 a 38
D. LL. PP. 16 Gennaio 1996
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Carrucole a mano
3) Funi
4) Sistemi di imbragatura
5) Argani e apparecchi elevatori
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta accidentale dal ponteggio - Gravità: 3 Frequenza: 1
utilizzate
2) Caduta del materiale sollevato - Gravità: 2 Frequenza: 1
3) Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
4) Pieghe nelle funi - Gravità: 1 Frequenza: 1
5) Rottura delle funi di imbracatura - Gravità: 2 Frequenza: 1
6) Sganciamento del carico - Gravità: 2 Frequenza: 1
7) Lesioni alle mani - Gravità 1 - Frequenza 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) I ganci e le funi devono recare contrassegno con il nome del fabbricante e i requisiti di rispondenza alle
specifiche tecniche.
2) I ganci utilizzati devono essere privi di deformazioni, adatti al peso da sollevare, avere la chiusura di
imbocco efficiente e riportata la portata massima ammissibile.
3) In presenza di tensione elettrica utilizzare obbligatoriamente utensili con impugnatura isolata
4) La mancanza di appositi elementi che evitino lo sfregamento delle funi può compromettere la resistenza
delle stesse. Utilizzare sempre dei paraspigoli a protezione delle funi di sollevamento
5) Le funi di sollevamento devono essere sottoposte a verifica trimestrale riportata su apposito modulo da
allegare al libretto
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO
DI Dal: al: durata gg.:
PONTEGGI
METALLICI
CON
TUBI
INNOCENTI O ELEMENTI PREFABBRICATI
6) Non sovraccaricare la macchina e utilizzare idonei materiali per la copertura del carico.
7) Per i sistemi di imbragatura dei carichi sospesi è necessario considerare che l'angolo che si forma in
corrispondenza del gancio di sollevamento non deve essere superiore a circa 60 gradi. Angoli maggiori
riducono anche del 50% la portata delle funi e dei sistemi di aggancio: utilizzare sempre quindi funi di
lunghezza adeguata
8) Pieghe nelle funi possono creare rotture improvvise. Prima di procedere al tiro verificare tutte le funi
9) Dopo violente perturbazioni atmosferiche o prolungata i9nterruzione dei lavori, prima di salire sul ponteggio
verificare che esso sia ancora sicuro.
10) E’ assolutamente vietato gettare dall’alto elementi dei ponteggi
11) Gli elementi dei ponteggi devono essere protetti da vernice.
12) Gli elementi del ponteggio devono avere impresso il nome del fabbricante.
13) Il D.M. 22/05/92 n. 466 obbliga gli addetti al montaggio e smontaggio dei ponteggi ad utilizzare la cintura di
sicurezza a dissipazione di energia.
14) Il responsabile del cantiere deve per legge assicurarsi che il ponteggio sia montato secondo tutte le
prescrizioni e le normative in vigore.
15) L’estremità inferiore di ciascun elemento montante di un ponteggio deve essere sostenuto dalla basetta.
16) La distanza fra i tramezzi dei ponteggi metallici non può essere superiore a m. 1,80. In questo caso le
tavole dell’impalcato avranno dimensioni minime di cm 5x20 o cm 4x30 . Qualora si rispetti la distanza
massima di m. 1,20, le tavole per l’impalcato potranno essere di cm 4X20.
17) Pietre, blocchi od altro vanno disposti in pile non più alte della tavola fermapiede, in modo da evitare che
possano cadere dal ponteggio.
18) Ancorare opportunamente la carrucola al ponteggio installando la dovuta controventatura, utilizzando ganci
con chiusura di sicurezza saldamente vincolati alla corda.
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Si devono sempre usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
2) Utilizzare ganci di sicurezza dotati di chiusura di sicurezza di portata idonea al carico, non avviare la
movimentazione delle merci quando dei lavoratori sono presenti o passano nell'area sottostante
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO
DI Dal: al: durata gg.:
PONTEGGI
METALLICI
CON
TUBI
INNOCENTI O ELEMENTI PREFABBRICATI
3) E’ obbligatorio l’uso del casco
4) Per queste lavorazioni è necessario indossare guanti protettivi
Zona di esecuzione
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
DISGAGGIO DI TERRENO INSTABILE
Modalità di esecuzione della lavorazione
Zona di esecuzione
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
Periodi e durate
Dal: al: durata gg.:
D.P.R. 7 Gennaio 1956, N. 164
D.Lgl. 19 Settembre 1994 N. 626
D. LL. PP. 16 Gennaio 1996
Ditta incaricata
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Carrucole a mano
3) Funi
4) Sistemi di imbragatura
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta accidentale di materiale - Gravità: 1 Frequenza: 2
utilizzate
2) Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
3) Pieghe nelle funi - Gravità: 1 Frequenza: 1
4) Rottura delle funi di imbracatura - Gravità: 3 Frequenza: 1
5) Sganciamento del carico - Gravità: 2 Frequenza: 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) I ganci e le funi devono recare contrassegno con il nome del fabbricante e i requisiti di rispondenza alle
specifiche tecniche.
2) I ganci utilizzati devono essere privi di deformazioni, adatti al peso da sollevare, avere la chiusura di
imbocco efficiente e riportata la portata massima ammissibile.
3) In presenza di tensione elettrica utilizzare obbligatoriamente utensili con impugnatura isolata
4) La mancanza di appositi elementi che evitino lo sfregamento delle funi può compromettere la resistenza
delle stesse. Utilizzare sempre dei paraspigoli a protezione delle funi di sollevamento
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
DISGAGGIO DI TERRENO INSTABILE
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
Dal: al: durata gg.:
5) Le funi di sollevamento devono essere sottoposte a verifica trimestrale riportata su apposito modulo da
allegare al libretto
6) Per i sistemi di imbragatura dei carichi sospesi è necessario considerare che l'angolo che si forma in
corrispondenza del gancio di sollevamento non deve essere superiore a circa 60 gradi. Angoli maggiori
riducono anche del 50% la portata delle funi e dei sistemi di aggancio: utilizzare sempre quindi funi di
lunghezza adeguata
7) Pieghe nelle funi possono creare rotture improvvise. Prima di procedere al tiro verificare tutte le funi
1) Si devono sempre usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
2) Utilizzare ganci di sicurezza dotati di chiusura di sicurezza di portata idonea al carico, non avviare la
movimentazione delle merci quando dei lavoratori sono presenti o passano nell'area sottostante
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
POSA IN OPERA DI RETE METALLICA PER Dal: al: durata gg.:
CONSOLIDAMENTO DI PENDII
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 7 Gennaio 1956, N. 164,
D.Lgl. 19 Settembre 1994 N. 626
D. LL. PP. 16 Gennaio 1996
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Carrucole a mano
3) Funi
4) Sistemi di imbragatura
5) Rete metallica
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta accidentale di materiale - Gravità: 1 Frequenza: 2
utilizzate
2) Caduta del materiale sollevato - Gravità: 1 Frequenza: 1
3) Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
Zona di esecuzione
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
POSA IN OPERA DI RETE METALLICA PER Dal: al: durata gg.:
CONSOLIDAMENTO DI PENDII
4) Pieghe nelle funi - Gravità: 1 Frequenza: 1
5) Rottura delle funi di imbracatura - Gravità: 2 Frequenza: 1
6) Lesioni alle mani - Gravità 1 - Frequenza 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
Zona di esecuzione
1) I ganci e le funi devono recare contrassegno con il nome del fabbricante e i requisiti di rispondenza alle
specifiche tecniche.
2) I ganci utilizzati devono essere privi di deformazioni, adatti al peso da sollevare, avere la chiusura di
imbocco efficiente e riportata la portata massima ammissibile.
3) La mancanza di appositi elementi che evitino lo sfregamento delle funi può compromettere la resistenza
delle stesse. Utilizzare sempre dei paraspigoli a protezione delle funi di sollevamento
4) Le funi di sollevamento devono essere sottoposte a verifica trimestrale riportata su apposito modulo da
allegare al libretto
5) Per i sistemi di imbragatura dei carichi sospesi è necessario considerare che l'angolo che si forma in
corrispondenza del gancio di sollevamento non deve essere superiore a circa 60 gradi. Angoli maggiori
riducono anche del 50% la portata delle funi e dei sistemi di aggancio: utilizzare sempre quindi funi di
lunghezza adeguata
6) Pieghe nelle funi possono creare rotture improvvise. Prima di procedere al tiro verificare tutte le funi
1) Si devono sempre usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
2) Utilizzare ganci di sicurezza dotati di chiusura di sicurezza di portata idonea al carico.
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
POSA IN OPERA DI CHIODI DI ACCIAIO IN Dal: al: durata gg.:
ROCCIA
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 7 Gennaio 1956, N. 164
D.Lgl. 19 Settembre 1994 N. 626
D. LL. PP. 16 Gennaio 1996
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Carrucole a mano
3) Funi
4) Sistemi di imbragatura
5) Chiodi di acciaio
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta accidentale di materiale - Gravità: 1 Frequenza: 1
utilizzate
2) Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
3) Pieghe nelle funi - Gravità: 1 Frequenza: 1
4) Rottura delle funi di imbracatura - Gravità: 3 Frequenza: 1
5) Lesioni alle mani - Gravità 1 - Frequenza 2
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) I ganci e le funi devono recare contrassegno con il nome del fabbricante e i requisiti di rispondenza alle
specifiche tecniche.
2) I ganci utilizzati devono essere privi di deformazioni, adatti al peso da sollevare, avere la chiusura di
imbocco efficiente e riportata la portata massima ammissibile.
3) La mancanza di appositi elementi che evitino lo sfregamento delle funi può compromettere la resistenza
delle stesse. Utilizzare sempre dei paraspigoli a protezione delle funi di sollevamento
4) Le funi di sollevamento devono essere sottoposte a verifica trimestrale riportata su apposito modulo da
allegare al libretto
5) Pieghe nelle funi possono creare rotture improvvise. Prima di procedere al tiro verificare tutte le funi.
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
POSA IN OPERA DI CHIODI DI ACCIAIO IN Dal: al: durata gg.:
ROCCIA
Procedure specifiche
1) Si devono sempre usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
2) Utilizzare ganci di sicurezza dotati di chiusura di sicurezza di portata idonea al carico, non avviare la
movimentazione delle merci quando dei lavoratori sono presenti o passano nell'area sottostante
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
PULIZIA
DI
MURATURE
DALLA Dal: al: durata gg.:
VEGETAZIONE E DA CEPPAIE (VIA VENEZIA)
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 7 Gennaio 1956, N. 164
D.Lgl. 19 Settembre 1994 N. 626
D. LL. PP. 16 Gennaio 1996
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Carrucole a mano
3) Funi
4) Sistemi di imbragatura
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta accidentale di materiale - Gravità: 1 Frequenza: 2
utilizzate
2) Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
3) Pieghe nelle funi - Gravità: 1 Frequenza: 1
4) Rottura delle funi di imbracatura - Gravità: 3 Frequenza: 1
5) Sganciamento del carico - Gravità: 2 Frequenza: 1
6) Lesioni alle mani - Gravità 1 - Frequenza 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) I ganci e le funi devono recare contrassegno con il nome del fabbricante e i requisiti di rispondenza alle
specifiche tecniche.
2) I ganci utilizzati devono essere privi di deformazioni, adatti al peso da sollevare, avere la chiusura di
imbocco efficiente e riportata la portata massima ammissibile.
3) La mancanza di appositi elementi che evitino lo sfregamento delle funi può compromettere la resistenza
delle stesse. Utilizzare sempre dei paraspigoli a protezione delle funi di sollevamento
4) Le funi di sollevamento devono essere sottoposte a verifica trimestrale riportata su apposito modulo da
allegare al libretto
5) Per i sistemi di imbragatura dei carichi sospesi è necessario considerare che l'angolo che si forma in
corrispondenza del gancio di sollevamento non deve essere superiore a circa 60 gradi. Angoli maggiori
riducono anche del 50% la portata delle funi e dei sistemi di aggancio: utilizzare sempre quindi funi di
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
PULIZIA
DI
MURATURE
DALLA Dal: al: durata gg.:
VEGETAZIONE E DA CEPPAIE (VIA VENEZIA)
lunghezza adeguata
6) Pieghe nelle funi possono creare rotture improvvise. Prima di procedere al tiro verificare tutte le funi
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Si devono sempre usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
2) Utilizzare ganci di sicurezza dotati di chiusura di sicurezza di portata idonea al carico, non avviare la
movimentazione delle merci quando dei lavoratori sono presenti o passano nell'area sottostante
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
POSA IN OPERA DI LAMPIONI
ILLUMINAZIONE
Modalità di esecuzione della lavorazione
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
Periodi e durate
PER Dal: al: durata gg.:
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
D. Lgs. 15 Agosto 1991, N. 277 "
Norme CEI
L. 5 Marzo 1990 N. 46
D.Lgs. 19 Settembre 1994 N. 626
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2 Flessibile
3 Scale a mano di qualsiasi genere
4)Trabattelli
5) Cavi elettrici, prese, raccordi
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta del personale dal trabattello o dalla scala - Gravità 2 - Frequenza 1
utilizzate
2)Caduta di materiale da scale o armature - Gravità: 1 Frequenza:2
3)Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
4) Danni agli occhi - Gravità: 1 Frequenza: 1
5) Elettrocuzione generica - Gravità: 1 Frequenza: 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) E' vietato per qualsiasi motivo spostare i trabattelli su cui si trovano i lavoratori.
2) I cavi di alimentazione e le prolunghe devono essere conformi alle norme CEI, devono pertanto essere
resistenti all'acqua, all' abrasione e devono essere di sezione adeguata alla potenza richiesta
3) I conduttori di messa a terra vanno identificati con i colori giallo-verde.
4) I trabattelli devono essere usati esclusivamente per l'altezza per cui sono costruiti senza aggiunte di
sovrastrutture.
5) In presenza di tensione elettrica utilizzare obbligatoriamente utensili con impugnatura isolata
6) Lungo il tracciato delle condutture elettriche predisporre una idonea segnalazione di pericolo
7) Per l'utilizzo di mezzi ed attrezzature che provocano vibrazioni e scuotimenti dannosi devono essere adottati
dei provvedimenti che ne consentano di diminuire al minimo l'intensità
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
POSA IN OPERA DI LAMPIONI
ILLUMINAZIONE
Periodi e durate
PER Dal: al: durata gg.:
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
8) Prima dell'inizio dei lavori è necessario controllare l'efficienza di manometri, riduttori, cannello, tubazioni ,
valvole, pressione delle bombole
9) Si deve privilegiare l'uso di macchine e apparecchiature che producano il piu' basso livello di rumore.
10)Tutte le strutture metalliche situate all'aperto devono essere collegate a terra. I conduttori a terra devono
avere sezione non inferiore a 35 mmq.
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Denunciare agli organi competenti gli impianti di messa terra entro 30 giorni dalla messa in esercizio,
verificarne la funzionalità e la manutenzione ogni due anni.
2) Durante la realizzazione di lavorazioni che possano danneggiare la vista è obbligatorio per legge l'utilizzo di
occhiali di protezione paraschegge
3) Durante le operazioni di saldatura elettrica è necessario aver predisposto mezzi isolanti e pinze porta
elettrodi per poter eliminare i rischi connessi ai contatti involontari con le parti in tensione. I residui degli
elettrodi devono essere posti in un apposito contenitore
4) Durante questa lavorazione è obbligatorio l'utilizzo di guanti di protezione
5) I lavoratori sono tenuti per legge ad osservare scrupolosamente le disposizioni e le istruzioni impartite dal
datore di lavoro, dai preposti, dai responsabili del cantiere utilizzando in ogni occasione i dispositivi di
protezione (caschi, scarpe antinfortunistiche, guanti, cinghie, cuffie, occhiali, ecc.) messi a loro disposizione.
Sono inoltre obbligati a segnalare ai rispettivi referenti, anche per iscritto, eventuali mancanze di strumenti di
protezione nel cantiere.
(DLgs 626/94 art. 43, comma 4, lettera b)
6)I lavori eseguiti ad una altezza superiore ai metri 2, devono essere realizzati con l'ausilio di opere
provvisionali dotate di parapetti al fine di eliminare rischi di cadute sia di persone che di cose
7) Le scale devono essere dimensionate in modo che l'altezza dei montanti sia superiore di almeno 120 cm il
piano di accesso superiore
8) Si deve sempre usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
MESSA A DIMORA DI SPECIE ARBUSTIVE ED Dal: al: durata gg.:
ARBOREE DI MEDIO E DI ALTO FUSTO
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 27 Aprile 1955 N. 547
D. Lgs. 15 Agosto 1991, N. 277
D. Lgs. 19 Settembre 1994 N. 626
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Scale a mano di qualsiasi genere
3) Escavatore
4) Trabattelli
5) Vanghe, zappe, rastrelli
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Caduta del personale dal trabattello o dalla scala - Gravità 1 - Frequenza 1
utilizzate
2) Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 1
3) Lesioni alle mani - Gravità: 1 Frequenza: 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) E' vietato per qualsiasi motivo spostare i trabattelli su cui si trovano i lavoratori.
2) Le scale semplici devono essere realizzate avendo i seguenti requisiti: parte antisdrucciolevole nella parte
superiore dei montanti e nei ganci di trattenuta posti alle estremità superiori. Se i pioli sono in legno questi
devono essere fissati ai montanti della scala ad incastro. In caso di pericolo di movimentazione della scala
obbligatoriamente questa deve essere trattenuta, al piede e in altezza, da altri lavoratori
3) Nelle operazioni di scavo gli addetti devono usare sempre scarpe di sicurezza, guanti, elmetto e e si usa il
martello demolitore, c'è l'obbligo di uso delle cuffie.
4) Per l'utilizzo di mezzi ed attrezzature che provocano vibrazioni e scuotimenti dannosi devono essere adottati
dei provvedimenti che ne consentano di diminuire al minimo l'intensità
5) Quando si eseguono delle lavorazioni sulle scale, è necessario che gli attrezzi vengano riposti in appositi
contenitori (borse a tracolla, foderi o similari)
6) Si deve privilegiare l'uso di macchine e apparecchiature che producano il piu' basso livello di rumore.
Dispositivi di prevenzione
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
MESSA A DIMORA DI SPECIE ARBUSTIVE ED Dal: al: durata gg.:
ARBOREE DI MEDIO E DI ALTO FUSTO
Procedure generali
Procedure specifiche
1)Durante questa lavorazione è consigliato l'utilizzo di guanti di protezione
2) I lavoratori sono tenuti per legge ad osservare scrupolosamente le disposizioni e le istruzioni impartite dal
datore di lavoro, dai preposti, dai responsabili del cantiere utilizzando in ogni occasione i dispositivi di
protezione (caschi, scarpe antinfortunistiche, guanti, cinghie, cuffie, occhiali, ecc.) messi a loro disposizione.
Sono inoltre obbligati a segnalare ai rispettivi referenti, anche per iscritto, eventuali mancanze di strumenti di
protezione nel cantiere.
(DLgs 626/94 art. 43, comma 4, lettera b)
3) Si devono usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
REALIZZAZIONE DI PALIFICATA IN TONDAME Dal: al: durata gg.:
DI CASTAGNO O DI RESINOSE
Modalità di esecuzione della lavorazione
D.P.R. 27 Aprile 1955 N. 547
D. Lgs. 15 Agosto 1991, N. 277
D.Lgs. 19 Settembre 1994 N. 626
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Attrezzi per battere
3) Pali di castagno o di resinose
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Contusioni o abrasioni generiche - Gravità: 1 Frequenza: 2
utilizzate
2) Danni agli occhi - Gravità: 1 Frequenza: 1
3) Lesioni da schegge - Gravità: 1 Frequenza: 1
4) Lesioni alle mani - Gravità: 1 Frequenza: 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Durante la realizzazione di lavorazioni che possano danneggiare la vista è obbligatorio per legge l'utilizzo
di occhiali di protezione paraschegge
2) Durante questa lavorazione è consigliato l'utilizzo di guanti di protezione
3) Far sempre attenzione alle linee elettriche , accertandosi della loro presenza con indagini preliminari.
4) I lavoratori sono tenuti per legge ad osservare scrupolosamente le disposizioni e le istruzioni impartite dal
datore di lavoro, dai preposti, dai responsabili del cantiere utilizzando in ogni occasione i dispositivi di
protezione (caschi, scarpe antinfortunistiche, guanti, cinghie, cuffie, occhiali, ecc.) messi a loro disposizione.
Sono inoltre obbligati a segnalare ai rispettivi referenti, anche per iscritto, eventuali mancanze di strumenti di
protezione nel cantiere.
(DLgs 626/94 art. 43, comma 4, lettera b)
5) Si devono usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
REALIZZAZIONE DI PALIFICATA IN TONDAME Dal: al: durata gg.:
DI CASTAGNO O DI RESINOSE
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
SFALCIO DI ERBE CON DECESPUGLIATORE Dal: al: durata gg.:
Modalità di esecuzione della lavorazione
D. Lgs. 15 Agosto 1991, N. 277
D.P.R. 27 Aprile 1955, N. 547
D. Lgs. 19 Settembre 1994, N. 626
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Decespugliatore
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Azionamenti accidentali - Gravità: 2- Frequenza 1
utilizzate
2) Contatto con disco macchina operatrice - Gravità: 2 Frequenza: 1
3) Lesioni alle mani - Gravità 2 - Frequenza 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) E’ necessario assicurarsi, prima dell’avviamento del motore, della chiusura del serbatoio del carburante.
2) E’ necessario assicurarsi, prima dell’avviamento del motore, del fissaggio del disco
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Catene, ruote dentate ed altri elementi strutturali in movimento che risultino in qualsiasi modo accessibili ai
lavoratori devono per legge essere integralmente protette da apposite protezioni.
2) Gli organi di comando delle macchine devono essere protetti da un avviamento accidentale, inoltre il
funzionamento dei comandi principali deve essere evidenziato da apposite indicazioni
3) La protezione meccanica minima per i componenti elettrici non deve essere inferiore a IP 45
4) Si devono usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
5) Tutte le attrezzature devono disporre di targhette indicanti: tensione, intensità e tipo di corrente utilizzata,
unitamente a tutte le altre caratteristiche ritenute utili per un utilizzo sicuro
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DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
TAGLIO E POTATURA DI ARBUSTI E DI Dal: al: durata gg.:
ALBERI DI MEDIO E DI ALTO FUSTO
Modalità di esecuzione della lavorazione
D. Lgs. 15 Agosto 1991, N. 277
D.P.R. 27 Aprile 1955, N. 547
D. Lgs. 19 Settembre 1994, N. 626
Normative di riferimento
Attrezzature e sostanze utilizzate
1) Attrezzi generici di utilizzo manuale
2) Seghe a motore
Rischi intrinseci alla lavorazione
Rischi per utilizzo di attrezzature e sostanze 1) Azionamenti accidentali degli attrezzi per il taglio - Gravità: 2 Frequenza: 1
utilizzate
2) Contatto con dischi e catene seghe a motore - Gravità 2 - Frequenza 1
3) Caduta di rami dall’alto - Gravità 2 - Frequenza 1
4) Caduta dell’operatore dall’albero - Gravità 2 - Frequenza 1
Rischi dovuti alla sovrapposizione di lavorazioni
Indicazioni per il coordinamento tra lavorazioni
Dispositivi di Protezione Individuale
Misure di prevenzione
1) Utilizzare il disco o la catena idonei al materiale da tagliare sia per dimensione che per caratteristiche
tecniche e provvedere alla sua sostituzione non appena si rilevano difficoltà nell’esecuzione della lavorazione.
Evitare di far girare la sega a motore a vuoto. Verificare prima dell’inizio della lavorazione il buono stato
dell’attrezzo.
Dispositivi di prevenzione
Procedure generali
Procedure specifiche
1) Catene, ruote dentate ed altri elementi strutturali in movimento che risultino in qualsiasi modo accessibili ai
lavoratori devono per legge essere integralmente protette da apposite protezioni.
2) Gli organi di comando delle macchine devono essere protetti da un avviamento accidentale, inoltre il
funzionamento dei comandi principali deve essere evidenziato da apposite indicazioni
3) Si devono usare soltanto attrezzi appropriati, in buono stato ed adatti al lavoro da svolgere
I lavoratori devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro utilizzando
correttamente gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a loro disposizione.
4) Tutte le attrezzature devono disporre di targhette indicanti: tensione, intensità e tipo di corrente utilizzata,
unitamente a tutte le altre caratteristiche ritenute utili per un utilizzo sicuro
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Arch it et t o G ab riella In n o cen t i – Via Vin cen z o R icci 5/18 – 16122 G en o v a
DESCRIZIONE LAVORAZIONE
Periodi e durate
Ditta incaricata
Zona di esecuzione
TAGLIO E POTATURA DI ARBUSTI E DI Dal: al: durata gg.:
ALBERI DI MEDIO E DI ALTO FUSTO
5) Per questa lavorazione è obbligatorio l’uso del casco
6) In tutti i lavori con rischio di caduta dall’alto è obbligatorio l’uso della cintura di sicurezza.
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