1 / 8 08-03-2016
Transcript
1 / 8 08-03-2016
08-03-2016 Data Pagina 1 / 8 Foglio Pubblicità 4w Ultima ora Cronaca Politica Attualità Economia Guide Legali Esteri Guadagnare online Opzioni binarie - Si possono realmente guadagnare migliaia di euro? ask.com clicca qui ask.com Codici e Leggi Rassegna Stampa Quotidiani Risorse Sport Sentenze Consumatori Flash lavoro Cerca Sostenibilità Notizie flash dal mondo del lavoro A cura di AdnKronos 08/03/2016 - Campania: un mld di euro per start up in prossimi 7 anni Napoli, 8 mar. (Labitalia) - "La Regione Campania sta per mettere in campo gli strumenti a sostegno delle start up. Abbiamo risorse importanti, circa un miliardo di euro per i prossimi sette anni. Dobbiamo però concentrarle, investirle in strumenti che siano più efficaci e snelli e che vadano a segno, cioè raggiungano in tempi certi il destinatario finale. Le start up sono fonti intelligenti per quanto riescono a mettere in circolo: promuovono innovazione dentro i contenitori che sono in grado di fare leva sul territorio, ed è così che si crea lavoro". Lo ha detto Valeria Fascione, assessore alle Start Up della Regione Campania, nel corso del convegno 'Ecosistema start up e sviluppo del venture capital', promosso dell'Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, in collaborazione con la commissione Finanza straordinaria dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili Napoli e con il patrocinio di Camera di commercio Napoli, Unione Industriali Napoli, Confcommercio, Asign e Aiga. "Creare nuove opportunità di lavoro per i giovani commercialisti -ha sottolineato Matteo De Lise, presidente Ugdcec- è possibile: lo sviluppo delle start up darà la possibilità di offrire sul mercato prodotti e servizi totalmente innovativi. Il nostro progetto è capofila in Italia: dare gli strumenti a un giovane commercialista per poter essere partner di un imprenditore che punta a rafforzarsi sul mercato è la miglior tutela sindacale possibile". "Incoraggiare i giovani -ha invece evidenziato Vincenzo Moretta, presidente Odcec Napoli- in un momento così difficile è un dovere da parte nostra: abbiamo l’obbligo di investire su di loro e credere nelle buone idee di chi ha scelto di restare nella nostra città". "In Campania abbiamo circa 350 start up -ha affermato Liliana Speranza, consigliere Odcec e delegato commissione Finanza straordinaria- e a livello nazionale i dati evidenziano un aumento di circa 500 unità soltanto nell’ultimo trimestre del 2015. Il ruolo dei commercialisti è fondamentale perché ci sono vantaggi da utilizzare: incentivi fiscali, crownfunding e anche un fondo di garanzia". Infine, Pierluigi Di Micco e Maria Caputo, consigliere e segretario Ugdcec, hanno rimarcato come l’appuntamento sia "la parte conclusiva di un lavoro che stiamo portando avanti da tempo: è fondamentale la collaborazione di tutti i professionisti che possono essere gli attori principali delle nuove imprese: quella di specialist delle start up d’impresa è una figura nuova che vogliamo valorizzare". L’appuntamento ha aperto un corso che si articolerà in 6 incontri per la formazione dei dottori commercialisti, esperti contabili ed un corso di accreditamento per avvocati. Senaf ImmediaPress Video Codici e leggi Codice civile Codice procedura civile Codice Penale Codice procedura penale Codici Online Raccolta normativa Codice della Strada Codice Assicurazioni Risorse e utility Formulari OnLine Calcolo usufrutto Scorporo fatture Danno da morte Fattura online Calcolo mantenimento Calcolo interessi legali Ricerca libri giuridici Calcolo interessi di mora Termini processuali Interessi tasso fisso Ricerca CAP Calcolo codice fiscale Esame avvocato Contributo unificato Tutte le risorse» Categorie Diritto Civile Diritto Penale Diritto di Famiglia Diritto del Lavoro Diritto Amministrativo Diritto Commerciale Diritto Previdenziale Tributario e Fiscale Responsabilità medica Condominio Infortunistica stradale Tutti gli argomenti Directory Studi legali Consulenze legali Strumenti Newsletter Giuridica Seguici su Facebook News per il tuo sito Consulenza Legale 058904 Notizie Giuridiche Dentista all'estero! Il fenomeno del turismo dentale... scopri i vantaggi Codice abbonamento: Home Offerte Auto Nuove Cerchi un auto? Scopri come trovare le migliori offerte! Data 08-03-2016 Pagina Foglio 2 / 8 Senaf Codice abbonamento: 08/03/2016 - Fino a 80mila euro per allestire un 'food truck' per il cibo di strada Roma, 8 mar. (Labitalia) - Dall'ordine al mezzo finito passano settimane, ma l'attesa non è l'unico limite. Per qualsiasi progetto ci vogliono dai 20 ai 40 mila euro di investimento, ma per i progetti più estrosi e frutto di inventiva magari commissionati a professionisti di lungo corso si possono raggiungere (e in certi casi superare) anche gli 80 mila euro. E' quanto costa mettere su un 'food truck', il furgoncino attrezzato per la vendita del cibo di strada e a fare la stima è l'Associazione Streetfood. Proprio dai 'food truck' riparte da marzo il tour del 2016 dell'Associazione, con un progetto che prende il nome significativo di '4Wheels', un marchio che richiama il cibo su ruote ma gli organizzatori sono sempre 'quelli con la tendina'. Sotto il marchio '4Wheels', infatti, saranno ben due per ora gli eventi in programma, ad Arezzo in Toscana, dall’8 al 10 aprile e a Chioggia, in Veneto, dal 13 al 15 maggio. "Abbiamo coinvolto tre truck già nel nostro primo evento nel 2010 a Marciano (Ar) - afferma il presidente dell’associazione, Massimiliano Ricciarini - e già da allora avevamo chiaro in mente come questo settore si sarebbe sviluppato e oggi abbiamo la conoscenza e i giusti mezzi per poter allargare questo mondo anche a questo genere di operatori di strada". Si tratta, infatti, di un modo di interpretare in chiave moderna il cibo di strada, pur non perdendone i valori essenziali che sono poi quelli raccolti dal decalogo del cibo di strada che l’associazione porta avanti e con il quale seleziona i propri partner. “L'Associazione Streetfood ha iniziato per prima in Italia nell'organizzazione di eventi itineranti lungo lo Stivale e nel 2010 dovette andare a cercare con la proverbiale lanterna chi faceva cucina di strada su gazebo o su foodtruck che ancora erano concepiti con meccaniche e attrezzature obsolete - sottolinea Ricciarini - e con il tempo l'Associazione ha lanciato una vera e propria tendenza incentivando così domanda e offerta: emulazione da parte di un sempre maggior numero di neo organizzatori di eventi e proliferare di un sempre maggior numero di operatori del settore”. Nascono così anche nuove realtà di costruttori di mezzi su ruote per la somministrazione di cibi e bevande, quelli che oggi con neologismo britannico o americano siamo soliti chiamare 'food trucks'. Chi ha sempre costruito mezzi di vecchia concezione si è convertito e si è ingegnato nella progettazione di mezzi con più cura per l'immagine e il design. Altri sono andati addirittura a modificare la struttura esistente di vecchi mezzi delle varie marche: dall'Ape Piaggio o il Porter, al furgone cabinato su base Ducato o Iveco o Mercedes ma anche il Citroen HY o il mitico pulmino Volkswagen T1 o T2, quello che negli anni '70 veniva decorato con fiori e preso di mira dagli hippies di tutto il mondo e la lista potrebbe proseguire quasi all'infinito perché l'inventiva e la creatività si sprecano. “Come per tutte le attività imprenditoriali, il rischio è quello di non sapersi presentare bene pur avendo un'immagine accattivante sottolinea Ricciarini - o di non riuscire a vendere perché chi investe grosse cifre in questi food trucks pensa di recuperare nel breve termine caricando sul prezzo di vendita del panino o del cartoccio. Il cliente trovandosi al cospetto di un panino di ridotte dimensioni e a un prezzo che si aggira o supera gli 8 euro non ci pensa due volte e magari ripiega sul ristorante”. 058904 I relatori previsti sono 28, provenienti da tutta Italia. Data 08-03-2016 Pagina Foglio 3 / 8 Per quanto riguarda i costi di un tradizionale gazebo per il cibo di strada, si prevede un investimento medio dai 5mila agli 8-10mila euro tra furgone di appoggio, struttura e attrezzature professionali per la cucina, frigoriferi, piani di appoggio, pulizia, lavamani, illuminazione, grafica promozionale. A questi costi si devono aggiungere quelli dell'espletamento delle procedure burocratiche e di acquisizione della licenza e del requisito attraverso corsi professionalizzanti: a pagamento pure quelli. Per tutto ciò si deve preventivare una cifra dalle 300 o anche 500 euro in su. Ma è meglio il gazebo o il food trucks? Lavorare su gazebo presenta molte difficoltà nella cura dell'immagine e tempo per montarlo e allestirlo di tutto punto e quindi 'sbaraccarare' alla fine dell'evento. Due aspetti positivi sono rappresentati dal fatto che certi tipi di cotture come la carne su brace (arrosticini o asado argentino o bombette pugliesi per esempio) non possono essere fatti dentro un abitacolo. Altro vantaggio è quello di lavorare allo stesso piano del cliente e quindi di riuscire a farlo assistere alle varie fasi di preparazione del cibo e della sua cottura. Lo svantaggio del mezzo attrezzato è quindi quello della ridotta vicinanza cliente-venditore e di non poter fare molti prodotti all'interno dell'abitacolo o di non riuscire a far vedere al cliente le fasi di preparazione. I vantaggi del truck sono maggior pulizia e più alto impatto grazie al design e all'immagine più curata, quindi semplicità di manovra e di rapidità di piazzamento e inizio attività. Senaf Codice abbonamento: 08/03/2016 - Poletti: "L'Italia che riparte ha bisogno della forza e passione delle donne" Roma, 8 mar. (Labitalia) - "L’Italia che riparte ha bisogno della forza, dell’intelligenza e della passione delle sue donne. Buon 8 marzo a tutte". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un videomessaggio in occasione della Festa Internazionale delle Donne. "Buon 8 marzo a tutte le donne italiane. Il modo giusto per dare un valore a questa giornata ed evitare che sia solo un rito vuoto -sottolinea il ministroè lavorare ogni giorno, con costanza e coerenza, perché tutti quei fenomeni di discriminazione, esclusione e violenza, che continuano purtroppo a colpire le donne, vengano finalmente sconfitti ed eliminati. Per chi come me 058904 08/03/2016 - Calderone: "Riconsiderare norma su dimissioni online" Roma, 8 mar. (Labitalia) - "Riconsiderare la portata della norma attenuandone gli effetti soprattutto per il caso di abbandono del posto di lavoro; le cui conseguenze, stante la situazione attuale, sono destinate a ricadere sulle aziende e sulle casse dello Stato". E' quanto chiede la presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, a nome dei 28mila iscritti all'albo di categoria, in una lettera inviata al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in merito alla nuova disciplina sulle dimissioni online, pubblicata sul quotidiano 'Italia Oggi'. "Il 12 marzo prossimo - ricorda - entrerà in vigore la nuova disciplina sulle dimissioni online dei lavoratori. La finalità che si prefigge questa misura, prevista dal decreto legislativo 151/2015 attuativo della riforma del Jobs act, è quella di contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco. Pratica, quest’ultima, non solo da sempre condannata dai consulenti del lavoro e totalmente estranea all’operato della categoria, ma anche monitorata ove possibile attraverso sondaggi". Data 08-03-2016 Pagina Foglio 4 / 8 Senaf Codice abbonamento: 08/03/2016 - Lazio: Coldiretti incontra soci, confronto su viticoltura, latte e Psr Roma, 8 mar. (Labitalia) - “La cancellazione di Imu e Irap che pesavano come macigni sulle nostre aziende, l'introduzione del libro unico dei controlli ispettivi a carico dei viticoltori, la fine del massimo ribasso negli appalti per le mense scolastiche, nostra proposta raccolta da Raffaele Cantone, capo dell'Autorità nazionale anticorruzione. Bastano questi pochi esempi a dare la dimensione dei risultati di un intenso anno di attività speso al servizio dell’agricoltura”. Lo ha affermato David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, che a Velletri ha aperto il ciclo di incontri che vedranno i dirigenti regionali confrontarsi in tutte le province con la base degli associati. Al suo fianco, al tavolo di presidenza, i presidenti delle federazioni provinciali di Frosinone (Vinicio Savone), Latina (Carlo Crocetti), Viterbo (Mauro Pacifici) e Andrea Baldanza, capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti. “Non siamo ancora soddisfatti: questo territorio - ha aggiunto Granieri - ospita una produzione olivicola di eccellenza non ancora valorizzata. Ecco perché presto presenteremo il progetto per ottenere una Igp (Indicazione geografica protetta) regionale. Questo per dire che la nostra azione sindacale non si ferma e proseguirà fin quando ogni pezzo di ogni filiera agricola non avrà ottenuto il riconoscimento della dignità e condizioni di equità”. “Abbiamo voluto questo ciclo di incontri - ha detto Roberto Scano, direttore della Coldiretti di Roma - per rinsaldare il legame tra i vertici e la base degli associati e guardare con fiducia alle sfide vecchie e nuove. Ripartiamo da Velletri per ragionare sui nuovi scenari e dare continuità alle nostre battaglie storiche. Vogliamo giocare un ruolo da protagonisti nella riforma dei Consorzi di bonifica, nel rilancio dei Consorzi agrari, nel Psr, ma vogliamo anche chiudere la partita per riconoscere un congruo valore al latte prodotto nelle nostre stalle, la vertenza che oggi è per noi la madre di tutte le battaglie”. Proprio il latte è stato il punto più forte dell’intervento di Andrea Baldanza. 058904 ha una responsabilità di Governo, questo impegno vale ancora di più". Anche per questo, aggiunge Poletti, "mi fa piacere dirvi che tra quattro giorni, a partire dal 12 marzo, in Italia entrerà in vigore la regola secondo cui, per comunicare le dimissioni di un lavoratore, non basterà più una lettera firmata non si sa quando". Finalmente, rileva il ministro del Lavoro, "si chiuderà, in modo definitivo, l’indecente pratica delle dimissioni in bianco, che hanno colpito in passato tante donne, solo perché c’era il rischio che potessero diventare mamme. Un evento, questo, che persone le quali non riesco nemmeno a definire 'imprenditori' considerano un grave intralcio al proprio mestiere". Dal 12 marzo, sottolinea Poletti, "non si potrà più fare e l’Italia sarà un paese un po’ migliore. Ma non basta combattere comportamenti odiosi. Infatti, con il Jobs Act e la Legge di Stabilità abbiamo migliorato, sia per le lavoratrici autonome, che per le dipendenti, la possibilità di avere permessi per le cure parentali e per conciliare meglio la maternità col lavoro e abbiamo inoltre introdotto il bonus bebè e i voucher per le baby-sitter". Per Poletti, "resta ancora tanto da fare, ma abbiamo fatto passi importanti, perché siamo convinti che le donne hanno tutto il diritto di sentirsi ed essere protagoniste della propria vita e avere pari opportunità per realizzarsi nel mondo del lavoro". Data 08-03-2016 Pagina Foglio 5 / 8 08/03/2016 - Manpower, assunzioni stabili in II trimestre 2016, +6% in un anno Milano, 8 mar. (Labitalia) - Cautela. Questo l'atteggiamento che, secondo i risultati dell’indagine trimestrale di ManpowerGroup Meos Senaf Codice abbonamento: 08/03/2016 - Colap: Jobs act lavoro autonomo va migliorato Roma, 8 mar. (Labitalia) - L’obiettivo del Jobs Act del lavoro autonomo deve essere "una iniezione di competitività per il lavoro autonomo che riesca a incentivare l’apertura di nuove partite Iva (incidendo sulla occupabilità) e maggiore accesso ai servizi professionali offerti dai lavoratori a partita Iva (contributo al Pil). Il testo in tal senso dovrebbe essere migliorato". Così la presidente del Colap, Emiliana Alessandrucci, che ieri ha partecipato, con una delegazione dell'associazione, a un convegno per discutere del Jobs Act del lavoro autonomo in discussione al Senato, con il responsabile economia e lavoro del Pd, Filippo Taddei, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini "Come già detto in più occasioni -spiega la notasebbene il Colap apprezzi e riconosca grande valore a quanto proposto nel testo collegato, non può non evidenziare l’esigenza di implementare provvedimenti capaci di incidere sulla competitività delle professioni". "In tema di tutele dobbiamo stare attenti -incalza Alessandrucci- a non trasferire 'tout court' modelli dal lavoro dipendente al lavoro autonomo, in quanto le stesse misure, per ovvie ragioni, risulterebbero inefficaci. Si pensi, per fare un esempio lampante, ai congedi parentali". "Un lavoratore autonomo - dice - non può certo permettersi di assentarsi per lungo tempo, in quanto ne verrebbero meno l’affidabilità e la continuità della prestazione con conseguente perdita di clienti, per conciliare meglio, pensare a indennità che permettono di lavorare e avere supporti per sostenere costi derivanti dalle esigenze di cura e poi è inutile produrre tutele se non riusciamo a liberare il mercato dove lavorare: prima il mercato, poi le tutele, l’inverso sarebbe fallimentare". "Abbiamo presentato un documento sulla competitività -spiega ancora Alessandrucci- con proposte concrete: deducibilità per il cittadino dei costi dei servizi professionali alla persona; accessi agevolati alla professione con aliquote previdenziali ridotte; aliquote sostenibili nel presente e nel futuro, fisco equo e sostenibile; sinergie tra associazioni e centri per l’impiego; il ruolo delle associazioni nei processi formali di individuazione e validazione delle competenze". L’incontro, conclude Alessandrucci soddisfatta, "è stato utile, e questo approccio al confronto siamo sicuri che renderà migliore il provvedimento". 058904 “Siamo pronti - ha annunciato il capo di gabinetto del presidente Zingaretti - a condividere un percorso di equità e legalità a partire dal latte. Siamo pronti a impegnarci in un progetto per varare un disciplinare di produzione serio e rigoroso grazie al quale chi beve latte venduto come romano o laziale possa avere la certezza di bere realmente solo e soltanto latte romano o laziale". "Orientiamo il nuovo Psr al recupero della integrità delle nostre filiere produttive, all'esaltazione della distintività del nostro agroalimentare, offrendo ai consumatori la garanzia che ciò che comprano, perché venduto come prodotto locale, arrivi da Roma e dal Lazio e non da altrove”, ha concluso. Data 08-03-2016 Pagina Senaf 058904 (Manpower Employment Outlook Survey), i datori di lavoro italiani riferiscono a proposito delle intenzioni di assunzione nel secondo trimestre 2016. Solo il 6% degli intervistati ha in programma un incremento del numero dei dipendenti, mentre l’87% dichiara di non voler apportare alcuna variazione al proprio organico. Le prospettive di assunzione restano, quindi, relativamente stabili rispetto al trimestre precedente (che segnava un indice di +1%), mentre migliorano di 6 punti percentuali rispetto allo scorso anno. “Un miglioramento di 6 punti percentuali rispetto allo scorso anno indica un aumento di fiducia dei datori di lavoro italiani. Tuttavia, analizzando i risultati della nostra indagine, la cautela è d'obbligo", ha commentato Stefano Scabbio, presidente Area Mediterranea ed Europa Orientale ManpowerGroup. "Il primo passo - ha sottolineato - è avere piena consapevolezza del cambiamento al quale stiamo assistendo: le aziende devono trovare modi nuovi di sviluppare o far apprendere competenze ai propri dipendenti, che, come quelle digitali ad esempio, siano rispondenti e aggiornate rispetto alle esigenze del contesto lavorativo odierno. In questo modo, anche la capacità competitiva dell’azienda sul mercato ne sarà rafforzata. Un’importanza sempre maggiore acquisteranno in questo scenario di continua evoluzione le soft skills, che faranno davvero la differenza in un mondo in cui molte mansioni e molti ruoli verranno sostituiti da robot”. I datori di lavoro di due regioni su quattro - Nord-Est e Sud/Isole - prevedono un leggero aumento del proprio organico nel periodo aprile-giugno, segnalando una previsione netta sull’occupazione pari a +2%. Tuttavia, i datori di lavoro segnalano piani di assunzione incerti sia nel Centro Italia che nel Nord-Ovest, dove le previsioni si attestano a -1%. Rispetto al trimestre scorso, le prospettive di assunzione peggiorano in tre regioni su quattro. I datori di lavoro del Centro Italia riferiscono un calo di 4 punti percentuali, mentre le previsioni sono negative di 2 punti percentuali sia nel Nord-Est che nel Nord-Ovest. I datori di lavoro del Sud/Isole dichiarano un modesto miglioramento di 8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Rispetto al secondo trimestre del 2015, le intenzioni di assunzione migliorano in tutte e quattro le regioni. L’aumento più significativo, di 10 punti percentuali, è segnalato nel Sud/Isole. Le previsioni sono inoltre più forti di 8 e 7 punti percentuali nel Nord-Ovest e in Italia centrale, rispettivamente, mentre i datori di lavoro nel Nord-Est riferiscono un miglioramento di 2 punti percentuali. Si prevede che nel prossimo trimestre il numero dei dipendenti crescerà in quattro dei 10 settori industriali. I mercati del lavoro più forti saranno quelli del settore commercio all’ingrosso e al dettaglio e ristoranti e alberghi, dove i datori di lavoro riportano previsioni nette sull’occupazione pari a +8% e +7%, rispettivamente. Le previsioni ottimistiche da parte dei datori di lavoro del segmento retail sono determinate da una forte variazione dei consumi, che ha portato all'incremento del volume delle vendite di alcuni operatori. Tra questi, Mondo Convenienza, azienda italiana specializzata nella Grande distribuzione organizzata di mobili e complementi d'arredo che, nei prossimi mesi, prevede di incrementare il proprio organico con nuove di risorse da inserire ai diversi livelli della forza vendita. Piccoli aumenti del numero di occupati sono previsti anche dai datori di lavoro nei settori di agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca, i quali riferiscono una prospettiva pari a +4%. Tuttavia, è previsto un calo degli organici in quattro settori. Le prospettive di assunzione indicano -5% sia nel settore delle costruzioni che 6 / 8 Codice abbonamento: Foglio Data 08-03-2016 Pagina Foglio 7 / 8 Senaf Codice abbonamento: 08/03/2016 - Mecspe, meccanica e subfornitura danno occupazione Roma, 8 mar. (Labitalia) - Segnali positivi arrivano dalle imprese della meccanica e della subfornitura, punto di riferimento per l’industria manifatturiera italiana, che hanno visto chiudersi il 2015 con fatturati in crescita (per il 50,7%), ordinativi adeguati (69,7%) e una crescente soddisfazione (il 63,5% degli imprenditori è ampiamente soddisfatto). Anche sul fronte dell’occupazione, si registrano importanti risultati: nel 2015 quasi 5 imprese su 10 hanno aumentato il proprio personale e per l’anno in corso è circa un terzo (32,6%) a prospettare nuove assunzioni. Tradotto in numeri, considerando i nuovi ingressi e le uscite, per ogni 1.000 aziende si creeranno circa 580 posti di lavoro in più in questo anno. Questo quanto emerge dall’Osservatorio Mecspe realizzato da Senaf in occasione di Mecspe, la fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione (a Fiere di Parma dal 17 al 19 marzo) che - con quasi 1.600 espositori presenti nei 10 saloni tematici, 24 unità dimostrative e isole di lavorazione, 6 piazze d’eccellenza e 72 convegni tecnici - sarà l’occasione per trovare soluzioni e processi che ottimizzino la propria produzione e incontrare partner con cui sviluppare concrete occasioni di business. Guardando più nel dettaglio alla situazione occupazionale italiana nel comparto meccanica e subfornitura, si vede come, nel 2015, il numero di addetti è aumentato per il 47,4%, mentre si è mantenuto complessivamente stabile per il 43,4%; solo un 9,2% ha dovuto ridurre il personale. Per il 2016, se il 64,2% dichiara di voler mantenere stabile il numero di addetti, il 32,6% prospetta incrementi e solo un 3,2% prevede riduzioni. Tra gli strumenti a disposizione degli imprenditori e che facilitano le assunzioni, c’è il Jobs Act, che è stato un accelerante per il 65,6% delle aziende. “I numeri emersi dall’Osservatorio Mecspe - afferma Emilio Bianchi, direttore di Senaf - non fanno che confermare che ci troviamo di fronte a un comparto in forte ripresa e che mette al centro il capitale umano. Nel Jobs Act le imprese hanno trovato un strumento efficace per trovare nuove risorse, e le quasi 580 assunzioni ogni mille imprese ne sono una concreta testimonianza. Eppure, questo non è sufficiente. Per essere competitivi e avere successo, bisogna avere, oggi più che mai, personale formato: investire in formazione costa, ma porta a performance migliori”. Tornando ai dati dell’Osservatorio Mecspe, si vede come nel 2015, il 27,7% ha 058904 in quello minerario ed estrattivo, mentre i datori di lavoro del settore manifatturiero e dei trasporti e comunicazioni indicano una prospettiva pari a -4%. Rispetto al trimestre precedente, le prospettive peggiorano in cinque dei 10 settori industriali. I cali di maggiore rilievo di 5 punti percentuali sono segnalati nel settore finanziario, assicurativo, immobiliare, dei servizi alle aziende e minerario ed estrattivo. Per il prossimo trimestre, i datori di lavoro di tre delle quattro categorie, definite nell’indagine in base alla dimensione aziendale, prevedono un aumento del numero di lavoratori. L’andamento occupazionale più sostenuto è quello previsto dalle grandi aziende (con 250 o più dipendenti), con una previsione netta sull’occupazione pari a +9%, mentre le previsioni si attestano su +3% e +2% per le piccole (10-49 dipendenti) e medie aziende (50-249 dipendenti), rispettivamente. Tuttavia, i datori di lavoro delle micro-aziende (meno di 10 dipendenti) riferiscono una previsione incerta pari a -1%. Data 08-03-2016 Pagina Foglio 8 / 8 Senaf Codice abbonamento: 08/03/2016 - Il report, in Italia il 29% dei manager è donna Roma, 8 mar. (Labitalia) - Per il report annuale Grant Thornton le donne in posizioni manageriali nel mondo salgono al 24% mentre l’Italia con il 29% di rappresentanti femminili tra i dirigenti di azienda è tra i primi 10 paesi. Inoltre, un business su tre a livello mondiale (33%) non ha donne in posizioni di leadership, e l'Italia segna il passo per 058904 dedicato alla formazione dei propri dipendenti 'fino a 10 ore all’anno', ben il 26,6% 'tra le 11 e le 20' e il 34,6% 'oltre le 21 ore', mentre solo l’11,2% non ha fornito formazione. Per il 2016, quasi nove imprenditori su dieci (88,1%) investiranno nell’aggiornamento dei propri dipendenti, e quasi uno su cinque (19,3%) aumenterà il budget dedicato rispetto all’anno precedente. Ma quali sono gli strumenti che le imprese utilizzano per la ricerca di operai e tecnici specializzati? Il 48,3% si affida alle 'agenzie di ricerca del personale'. ma anche la scuola è un punto di riferimento importante e in particolare gli 'istituti tecnici' (47,1%) e gli 'istituti/scuole professionali' (30,8%). In misura nettamente minore le aziende scelgono di pubblicare 'inserzioni' (15,7%), ricorrere agli 'uffici di collocamento' (7,6%) e monitorare i propri competitor attingendo dal loro bacino dipendenti (9,3%). Per assecondare invece i flussi incostanti di lavoro e sopperire ai vincoli previsti dalle assunzioni sono sempre le 'agenzie interinali' i primi interlocutori delle imprese (45,3%) mentre il 12,2% sceglie 'prestatori d’opera occasionali'. Una quota alta (35,3%), invece, preferisce non assumere. I profili più ricercati dalle imprese della meccanica e della subfornitura, da inserire nell’organico come dipendenti, sono quelli di conduttori di impianti e macchinari (30%) e operai specializzati (27,7%). Il 60% delle imprese del comparto richiede in generale esperienza specifica e sul fronte dell’istruzione e il 76,3% gradisce il titolo di studio, con particolare preferenza per il diploma (38,2%) e per una qualifica professionale (22,5%). Se per il 44,8% il sesso del candidato è indifferente, il 46,1% preferisce comunque il genere maschile. Per quanto riguarda l’età, il 41% non ha preferenza, il 33% si orienta verso gli under 29 e il 26% oltre i 29. Secondo i dati Excelsior-Unioncamere elaborati da Senaf, in Italia, nel primo trimestre 2016, si prevedono 146.270 assunzioni di dipendenti, anche se questo non significa un incremento di occupazione sul territorio perché non considera le cessazioni di rapporti lavorativi. Di queste, il 19,5%, pari a 28.500, riguardano l’industria, con contratti che saranno a tempo determinato per il 48,6% e a tempo indeterminato a tutele crescenti per il 41,5%. Nello specifico: le industrie meccaniche ed elettroniche prevedono di assumere, in questi tre mesi dell’anno, 8.490 operatori (29,8% del totale industria); le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo 4.300 (15,1%); le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4.080 (14,3%); le industrie chimico-farmaceutiche, della plastica e della gomma 3.240 (11,4%); le industrie tessili, dell'abbigliamento e calzature 2.920 (10,2%); le industrie della carta, cartotecnica e stampa 1.160 (4,1%); le industrie del legno e del mobile 1.090 (3,8%); le industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi ed estrattive 830 (2,9%); le altre industrie 2.390 (8,4%).