22 Consiglio regionale full

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I LAVORI DEL CONSIGLIO REGIONALE DI MARTEDI’ 28/01/14
Dichiarazione di incostituzionalità su alcune disposizioni in materia di
Vas.
Marco Melgrati (FI) ha presentato un’interpellanza sul fatto che sono stati
ritenuti incostituzionali gli art. 3, comma 2 e 18, commi 2 e 4, nonché
dell’allegato A della legge regionale 32 del 2012, recante “Disposizioni in
materia di valutazione ambientale strategica (Vas)”, che sottoponeva a
procedura di assoggettabilità a Vas i piani ed i programmi riguardanti l’uso di
piccole aree a livello locale e le modifiche minori degli stessi. La Corte
Costituzionale, infatti, aveva stabilito che i casi in cui la legge regionale prevede
di attivare le procedure di assoggettabilità a Vas siano in contrasto con la
normativa costituzionale. Inoltre, tale norma regionale sarebbe non congrua alle
indicazioni della direttiva europea del 2001 che dispone che la Vas sia
obbligatoria ogni qualvolta l’autorità competente, che in materia è stabilito sia lo
Stato e non la Regione, valuti che producano impatti significativi sull’ambiente.
«La considerazione dell’Avvocatura Generale dello Stato è che la normativa
regionale - ha spiegato Melgrati - si pone in contrasto con quella statale non
tenendo conto dell’esigenza di una valutazione complessiva dell’intervento da
operare anche nel contesto nel quale si inserisce, imprescindibile per
accertarne le ricadute ambientali. Inoltre si alimenta il dubbio sulla alla
prefigurabilità di fattispecie sottratte “in ogni caso” alla procedura di screening:
questa indicazione sarebbe in contrasto con la disciplina statale secondo la
quale questa va svolta ed è poi la Vas che può non essere necessaria, qualora
ciò risulti dall’esito della stessa». Secondo Melgrati la Corte Costituzionale
ribadisce che la normativa sulla valutazione di impatto ambientale attiene a
procedure che accertano in concreto e preventivamente la “sostenibilità
ambientale” e, quindi, rientrano nella materia della tutela dell’ambiente. «In
quest’ottica benché ci siano ambiti di competenza di spettanza sia regionale
che statale, quest’ultimo deve ritenersi prevalente e il legislatore regionale non
può ridurre gli standard di tutela ambientale fissati dal legislatore statale e,
quindi, gli effetti limitanti sulla pubblicità di queste procedure previste con la
normativa regionale, oggi impugnata per vizi di illegittimità costituzionale, sono
da considerarsi inaccettabili». Il soreconsigliere, quindi, ha chiesto alla giunta
«per quale motivo, visto che la disciplina nazionale era già esaustiva, la
Regione Liguria ha ritenuto di sovrapporre una nuova norma che ha creato
soltanto ulteriore confusione, ulteriore burocrazia e ulteriori problemi per chi
deve fare i progetti e creando, altresì, un effetto boomerang viste le nuove
indicazioni della Corte Costituzionale tipo l’indicazione sull’album pretorio che
molti comuni non hanno più; perché si continui con questa sovrapposizione di
leggi regionali che sistematicamente vengono dichiarate incostituzionali; se, in
seguito a quanto avvenuto, intenda non riproporre la legge o adeguarsi
modificandola secondo la legge nazionale».
Per la giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture, Raffaella Paita che
ha chiarito di rispondere in vece della collega con delega all’ambiente, Renata
Briano, sulla base della risposta elaborata da quest’ultima. Ha quindi spiegato
l’assessore: «La legge regionale 32/2012 deriva da una competenza attribuita
alla Regione Liguria dallo Stato che demanda esplicitamente alle Regioni il
compito di disciplinare con proprie leggi e regolamenti le competenze proprie e
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quelle degli altri enti locali. Nel recepire la norma nazionale, la Regione ha
ritenuto di inserire alcune semplificazioni, fra cui la limitazione della fase di
pubblicità all’utilizzo dei moderni strumenti di comunicazione e informatici. La
norma nazionale, tuttavia, stabilisce che si debba dare sintetico avviso
dell’avvio del procedimento anche nell’albo pretorio dei Comuni interessati e la
Regione ha provveduto ad emendare in tal senso. Nello scrivere la legge
numero 32, il legislatore regionale ha rispettato l’impianto della norma
nazionale cercando allo stesso tempo di restringere l’ambito di esperibilità della
verifica di assoggettabilità sulla base di criteri di significabilità ambientali. La
sentenza della Corte costituzionale 178/2013 ha dichiarato l’illegittimità
costituzionale dell’articolo 3,l comma 2, ribadendo la necessità di svolgere
sempre la verifica di assoggettabilità su piani e programmi che, pur avendo le
caratteristiche di quelli che sono assoggettati a Vas, interessano piccole aree a
livello locale, e sulle modifiche minori di piani e programmi rientranti nel campo
di applicazione della VAS. Se sarà possibile arrivare a chiarire che fra i piani e
programmi che interessano piccole aree a livello locale sono compresi gli
strumenti urbanistici attuativi come variamente denominati, si potrà evitare di
svolgere quelle procedure di VAS su piani che interessano SIC o ZPS o fanno
da quadro di riferimento per opere da assoggettare a VIA, limitandosi alla sola
verifica. La sentenza ha di fatto sancito la possibilità, introdotta dalla legge 32,
di escludere da qualsiasi valutazione i piani e programmi e relative varianti che,
non dovendo essere assoggettati a VAS né a verifica, secondo quanto sopra
richiamato, non prefigurino elementi di criticità ambientale e continua a
consentire, a fronte di opportune garanzie ambientali ».
Non soddisfatto Melgrati, il quale ha ribadito che la legge in questione «è stata
fortemente voluta dalle frange più estreme della colazione di centrosinistra per
cercare di creare impedimenti all’attiivtà edilizia già fortemente in crisi». Ha
concluso: «Non mi è comunque stato risposto: la giunta non ha detto se vuole o
meno riproporre la legge, per quanto è stato cassato»
Esondazione del fiume Magra in prossimità dell’abitato di Ameglia
Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) ha presentato
un’interrogazione sulle frequenti esondazioni del Magra che costringono
periodicamente decine di famiglie di Ameglia a lasciare le proprie abitazioni.
«Preso atto che il fiume Magra andrebbe dragato e ripulito ripristinando
definitivamente gli argini e realizzandone di nuovi - ha detto – ricordo che ad
aprile 2012 dovevano iniziare i lavori di consolidamento degli argini della parte
bassa del fiume in prossimità della foce ma, ad oggi, nessun intervento è stato
realizzato costringendo tra le altre cose molti rimessaggi ad abbandonare il
territorio e a perdere il lavoro. Anche il ponte della “colombiera” doveva essere
realizzato in tempi brevi dopo il crollo, avvenuto più di due anni fa’ ma, ad oggi,
nulla è stato ancora cantierato e l’impresa alla quale sono stati affidati i lavori
pare essere in difficoltà». Bruzzone ha quindi chiesto alla giunta se sia
informata della situazione e in che tempi intenda porre rimedio alla suddetta
situazione».
Per la giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture Raffaella Paita, in
vece della collega con delega all’ambiente, Renata Briano: «Il Ponte della
Colombiera è stato realizzato con erogazioni liberali in via transitoria per
permettere il transito tra le due sponde e non creare disagio e problemi per le
attività immediatamente dopo la situazione di emergenza del 2011.
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Successivamente è stato realizzato in modo definitivo, tramite gara, ed è stato
completato e inaugurato nel luglio scorso. Per quanto attiene i lavori degli
argini bassi alla foce del Magra sono in fase di realizzazione. Oggi sono
momentaneamente sospesi gli interventi per una variante in corso d’opera,
relativa ad un parziale innalzamento, resosi necessario per permettere la
realizzazione delle arginature a monte. La questione argini è molto sentita e il
territorio denuncia la lentezza da parte della Provincia. Noi abbiamo fatto la
nostra parte, per quanto riguarda il finanziamento». L’assessore ha continuato:
«Sono stati finanziati altri due lotti per le arginature necessaire alla messa in
sicurezza del tratto terminale, i cui lavori inizieranno non oltre la primavera
prossima. Questo permetterà la messa in sicurezza di tutto il tratto del fiume.
Per quanto attiene la manutenzione, a breve saranno disponibili ulteriori
finanziamenti che verranno messi a disposizione dei Comuni che potranno
realizzare tali interventi attraverso il Canale Lunense». Paita ha anche detto
che la Regione finalizza fondi Fas alla realizzazione dei dragaggi, necessari per
la navigabilità del fiume
Bruzzone si è detto abbastanza soddisfatto della risposta. Ha ricordato che la
sua interrogazione era stata presentata prima della conclusione dei lavori per la
realizzazione del ponte. Infine ha sottolineato la necessità di fare tutto il
possibile affinché vengano terminati in tempi veloci i lavori per l’innalzamento
degli argini, vitali in caso di piene e alluvioni.
Frana nel comune di Uscio, frazione Terrile.
Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) ha presentato
un’interpellanza alla giunta sul progetto presentato in Regione dal Comune di
Uscio per sistemare il sito colpito dalla frana nella frazione di Terrile: il progetto
prevede la costruzione di un muro di cemento armato e reti nella parte
superiore. «Rilevato - ha spiegato il consigliere - che il finanziamento regionale
non è sufficiente per garantire lo svolgimento dell’opera e che questo costringe
a rivedere la stesura progettuale in essere, intendo conoscere i motivi che
hanno costretto a ridurre il finanziamento previsto e, comunque, entro quale
arco temporale si prevede che la frana venga messa in sicurezza».
Per la giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture, Raffaella Paita: «Con
la delibera della giunta, il 12 marzo 2013 il Settore Assetto del Territorio ha
provveduto a mettere a disposizione del Comune l’importo di 73.891 euro per la
realizzazione di attività di rilievo, indagine e monitoraggio della frana in
questione. Queste attività risultavano indispensabili al fine di elaborare il
progetto per la sistemazione definitiva del versante in dissesto. Sebbene le
attività del suddetto finanziamento risultino da tempo concluse, non è, ad oggi
ancora stato saldato l’intero importo accordato in quanto risultano alcune
incongruenze fra le attività oggetto di finanziamento e quanto effettivamente
realizzato dal Comune. Gli Uffici, dunque, stanno attendendo dal Comune i
chiarimenti necessari. In particolare, ad oggi non sono state effettuate le
previste attività di indagine e monitoraggio della frana, indispensabili ai fini della
ricostruzione del modello geologico della frana e, quindi, dell’elaborazione del
progetto di sistemazione della stessa, di recente nuovamente sollecitate al
Comune» L’assessore ha spiegato: «Il ”progetto” che il Comune avrebbe
presentato in Regione per la sistemazione della frana consiste esclusivamente
in un computo metrico estimativo trasmesso nello scorso aprile, che prevede
interventi per un computo complessivo di 565.194 mila euro, A supporto di tale
stima non è stato prodotto o quantomeno trasmesso in allegato alcun
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documento tecnico e progettuale. Il commissario delegato, sulla base delle
risorse attribuite alla regione Liguria ha quantificato la spesa ammissibile di
200 mila euro a favore del Comune di Uscio per la realizzazione della messa in
sicurezza della frana. Tale importo è stato stimato e proposto al commissario
delegato dai tecnici del Settore Assetto del Territorio a seguito dei sopralluoghi
effettuati alla presenza dei tecnici del Comune. Infine, per quanto riguarda le
tempistiche per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza del
versante, il Settore Assetto del territorio, dopo aver raccolto le comunicazioni di
impegno da parte dei beneficiari, pervenute entro il mese di settembre, ha
provveduto alla predisposizione dello specifico decreto di localizzazione delle
risorse accordate. Il Comune dovrà predisporre una idonea progettazione della
messa in sicurezza, condivisa con il Settore Assetto del Territorio che, quindi, in
base alle risorse disponibili ed alla spesa massima individuata, provvederà alla
definitiva assegnazione delle risorse necessarie alla realizzazione degli
interventi»
Bruzzone ha invitato la giunta a fare tutto il possibile per abbreviare i tempi,
anche quelli relativi alla parte burocratica.
Situazione di “Casaliguria” a Bruxelles
Matteo Rosso (FI) ha presentato un’interpellanza sulla sede della Regione
Liguria a Bruxelles. Rosso ha ricordato che dal gennaio 2002 era operativa a
Bruxelles “Casaliguria”, la sede di rappresentanza della Regione Liguria, un
immobile di ottocento metri quadri distribuiti su quattro piani in Rue de
Luxembourg e che delle sette associazioni ed enti pubblici che avevano aperto
una loro rappresentanza in questo immobile ne sono rimaste solo tre. In seguito
a questo calo la Regione ha deciso di trasferirsi in affitto in un ufficio di 75 metri
quadri in Rue d’Alsace Lorraine. «Il problema sorge a fronte del fatto che
l’immobile che ospitava “Casaliguria”, in Rue de Luxembourg, è tuttora di
proprietà della Filse e, ad oggi, nonostante la messa in vendita, è ancora vuoto.
Sarebbe stato più logico - ha spiegato il consigliere - affittare gli ottocento metri
quadrati oppure non andare a pagare un’altra locazione dato che non si riesce
a vendere l’immobile di proprietà della Regione. L’assessore al Bilancio, però,
afferma che non si può dare in affitto la struttura perché vendere e non affittare
rispetta il fine dello statuto di Filse, tuttavia dopo che i potenziali clienti hanno
visitato l’immobile nessuna offerta di acquisto è pervenuta, quindi il C.d.A. di
Filse - così come ha riferito il Presidente Burlando - sta ora approfondendo una
proposta di affitto per l’intero stabile risultando questa ipotesi in contrasto con
quanto affermato dall’Assessore Rossetti. Fino ad oggi - ha concluso - nulla è
mutato ma le spese per la sede di “Casaliguria” sembrerebbero essere
notevolmente aumentate». Il consigliere ha, quindi, chiesto alla giunta quale sia
la situazione attuale, il motivo per cui si sia scelto di andare a pagare un’altra
locazione visto che non si riesce a vendere la proprietà; perché, a fronte della
mancata vendita, non si decida di affittare gli ottocento metri quadrati.
Per la giunta ha risposto l’assessore alle risorse finanziarie e patrimonio,
Sergio Rossetti: «La proprietà dell’immobile è di Filse, non della Regione
Liguria. Filse affittava alla Regione per un costo di 59.826 euro. Gli altri
inquilini, soggetti pubblici e privati, dello stabile se ne sono andati. Gli oneri,
dunque erano rimasti interamente a carico di chi ancora restava nell’edificio. Va
chiarito che Filse ha un suo bilancio e un piano di ammortamento, anche se è
interamente partecipata dalla Regione. La nuova sede, quella in Rue d’Alsace
Lorraine, quest’anno ci consente dimettere a bilancio 9900 euro di affitto e 4400
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di spese di gestione. Abbiamo, quindi, risparmiato decine di migliaia di euro.
Abbiamo risparmiato e nel contempo liberato l’immobile che Filse può così più
agevolmente provare a vendere o, se non ci riesce, tentare con la locazione. E’
stata già interessata un’agenzia che si occupa di vendita e affitto La Regione
Liguria - ha concluso - si è comportata come il buon padre di famiglia,
scegliendo la via che consente risparmi».
Rosso ha ribattuto che si sarebbe potuto chiedere di occupare 75 metri
quadrati all’interno del palazzo di Filse, lasciando alla finanziaria la possibilità di
affittare il resto dell’edificio. «Ora c’è soltanto un immobile vuoto. - ha detto - Io
continuerò ad occuparmi della vicenda, perché in ballo ci sono i soldi dei liguri».
Rivedere la programmazione commerciale ed urbanistica sul commercio
al dettaglio
Alessio Saso (Ncd ) ha presentato un’interpellanza sulle conseguenze della
Nuova programmazione commerciale ed urbanistica in materia di commercio al
dettaglio in sede fissa dopo liberalizzazioni. «Per gli effetti della deliberazione
consiliare 17 dicembre 2012, n. 31 “Nuova programmazione commerciale ed
urbanistica in materia di commercio al dettaglio in sede fissa dopo
liberalizzazioni – Legge regionale 2 gennaio 2007, n. 1 (Testo Unico in materia
di commercio) - ha dichiarato - il valore di ogni immobile che superi i 150 mq.
previsti per gli esercizi di vicinato nonché la fruibilità degli stessi, risulterebbe
fortemente pregiudicato almeno nei centri storici». Il provvedimento, infatti,
impone la presenza di servizi di parcheggio prossimi alle strutture commerciale
di nuova apertura superiori ai 150 metri rendendo impossibile soprattutto nei
centro storici, l’applicazione di queste disposizioni. «Altre Regioni, ad esempio
la Toscana, si sono dotate di normative dove gli esercizi di vicinato sono previsti
sino a 300 metri quadrati - ha aggiunto Saso - oppure come il Friuli che ha
addirittura deliberato che ‘le prescrizioni non trovano applicazione in edifici
preesistenti e già con destinazione d’uso commerciale». Saso, quindi, ha
chiesto alla giunta se non reputi opportuno intervenire sulla normativa con una
modifica che risulti meno vessatoria e che si allinei con le altre Regioni.
Per la giunta ha risposto l’assessore allo sviluppo economico Renzo
Guccinelli: «Le regole del commercio sono differenti da Regione a Regione. Si
tratta di una di quelle competenze per le quali le Regioni hanno talvolta
elementi di articolata conflittualità con lo Stato nel sovrapporsi di
regolamentazioni. I negozi di vicinato hanno, nella programmazione regionale
ligure approvata a fine 2012 e della durata di quattro anni, come già in quella
vecchia 2007-2011, dimensioni differenti a seconda delle aree territoriali e
demografiche. Ci sono differenziazioni all’interno delle diverse aree geografiche
di un Comune. Questa materia è rimasta potestà delle Regioni e ci sono
differenziazioni per quanto riguarda ad esempio alle aree di salvaguardia.
Venendo al quesito posto dal consigliere, va detto che ogni quadro normativo
può essere modificato dall’organo di programmazione. Da parte mia non ritengo
che oggi sarebbe opportuno andare a variare i contenuti oggetto
dell’interrogazione, peraltro già inseriti nella precedente regolamentazione. Si è
arrivati al piano, che ha avuto il consenso del consiglio, dopo un forte percorso
partecipativo. E’ però facoltà di ciascun consigliere proporre una modifica. Se
così sarà, la giunta farà le opportune valutazioni».
Saso ha commentato che la posizione dell’assessore è «chiara e
comprensibile». Ha però ribadito: «Rimaniamo dell’idea che qualche leggera
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modifica sia possibile farla, senza provocare stravolgimenti su di una materia
così delicata»
Recupero facciate edifici centro storico di Ventimiglia
Sergio Scibilia (Pd) ha presentato un’interpellanza alla giunta per conoscere «i
motivi per i quali non sia ancora intervenuta verso chi di competenza, affinché
siano eseguiti i dovuti controlli di salvaguardia del patrimonio artistico architettonico del centro storico di Ventimiglia, onde evitare ulteriori scempi e se
intenda verificare lo stato di avanzamento delle opere pubbliche finanziate con i
Fondi Fas». Il consigliere ha ricordato che il centro storico di Ventimiglia
rappresenta un’eccellenza artistico patrimoniale, che alcuni precedenti
interventi di recupero di facciate di edifici situati nel centro storico «sono stati
realizzati con risultati oltre che irreparabili dal punto di vista del recupero
artistico architettonico anche di dubbio gusto». Scibilia ha sottolineato anche la
denuncia riportata su quotidiani locali, riferita agli attuali interventi di recupero di
opere pubbliche eseguite senza rispettare i dovuti criteri, e ha denunciato, in
particolare, il caso del muro laterale di Porta Nuova già in pietra puddinga
ricoperto di cemento. Il consigliere ha quindi rilevato il ruolo delle
Sovrintendenze nella verifica e nel controllo dell’iter dei lavori sia pubblici che
privati riguardanti beni archeologici ed architettonici monumentali e che diverse
opere pubbliche in corso sono finanziate con Fondi Fas di competenza
regionale, tra cui i cantieri al Funtanin e all’Auriveu, che sono attualmente fermi.
Per la giunta ha risposto l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Boitano:
«Sono noti gli otto progetti sul territorio regionale per il recupero dei centri
storici, di facciate e quant’altro. La Regione Liguria, tramite i fondi FAS ha
impegnato una cifra considerevole, in questo progetto. Come ha illustrato il
consigliere, questo progetto deve prevedere in particolare il recupero dei centri
storici, anche le facciate, ma non soltanto le facciate. In questo caso è prevista
anche la realizzazione di parcheggi. Questi 14 recuperi che sono in corso di
realizzazione, progettati tutti nel 2009 e nel 2010 sono stati tutti concordati con
la Sovrintendenza, che spero faccia questi controlli sui 14 progetti, e che quanto
asserito dal Consigliere sia al di fuori di essi. Se veramente le cose sono
avvenute in questo senso, io sono preoccupato e ho già allertato gli uffici
affinché facciano controlli severissimi al riguardo. Ricordo che stiamo
utilizzando soldi pubblici, soldi europei per questi recuperi. Ribadisco che
questi progetti hanno avuto le autorizzazioni necessarie, compresa quella della
Sovraintendenza. Il consigliere citava una porta, la cui realizzazione è stata
autorizzata in un certo modo. La pietra puddinga,è una pietra molto importante
per il nostro territorio regionale. Tanti interventi li facciamo realizzare con
questa pietra e alcune volte è stato difficile recuperarla. Per quanto riguarda
l’intervento citato nell’interpellanza, la pietra puddinga mi dicono che sia stata
utilizzata. Comunque, questo intervento è stato seguito proprio dalla
Sovrintendenza»..
Scibilia ha chiesto un rapporto scritto per sapere quanti controlli sono stati
effettuati e ha chiesto se è possibile intervenire sulla Sovrintendenza ed
esercitare una tutela, come Regione, sulle facciate e sul patrimonio immobiliare
storico.
Carcassa di auto abbandonata in Val Arroscia
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Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) ha presentato
un’interrogazione sul fatto che nel Comune di Rezzo, nel pieno Parco naturale
delle Alpi liguri, all’interno della faggeta più estesa della Liguria, si trova una
carcassa abbandonata di un’autovettura che deturpa gravemente il contesto
naturalistico. Il consigliere ha considerato che è necessario intervenire affinché
«un contesto di elevato pregio ambientale non venga trasformato in un cimitero
di carcasse», ma ha rilevato che la rimozione in un contesto difficilmente
accessibile, peserà sensibilmente sulle casse del piccolo comune di Rezzo. Per
questi motivi Bruzzone ha chiesto alla giunta se sia a conoscenza del problema
e se intenda contribuire alla rimozione, sgravando il Comune almeno di parte
delle spese necessarie per l’intervento.
Per la giunta ha risposto l’assessore alle infrastrutture Raffaella Paita: «Alla
luce delle vigenti disposizioni dettate in materia di rifiuti e dal codice della strada
non sussistono aspetti di competenza della Regione o dell’Ente parco. Quindi la
rimozione del veicolo abbandonato, qualora non si possa risalire al proprietario
del veicolo, è di competenza del Comune, se la carcassa è in area pubblica.
Risulta che il procedimento di rimozione di una autovettura Fiat 127 in località
Passo della Mezzaluna sia già stata avviata da parte del Comune di Rezzo ma
potrà essere compiuto solo a primavera quando lo consentiranno le condizioni
del terreno».
Bruzzone ha replicato che avrebbe preferito una risposta scritta e ha aggiunto:
E’ vero che la competenza è del Comune ma c’è una competenza della
Regione perché siamo nel cuore del Parco naturale delle Alpi liguri». Bruzzone
ha poi sottolineato le difficoltà economiche del Comune di Rezzo anche per
compiere questa operazione di recupero.
Piano di dimensionamento scolastico e dell’offerta formativa regionale
Con 21 favorevoli e 10 astenuti (Forza Italia, Lista Biasotti) è stata approvata la
proposta di deliberazione “Modifica del Piano dell'offerta formativa approvato
con deliberazione del Consiglio regionale del 22 gennaio 2013, n. 2 e puntuali
adeguamenti del Piano di dimensionamento della rete scolastica approvato con
delibera consiliare il 31 gennaio 2012, n. 1”.
Nel piano sono previste soltanto due fusioni, su istanza dei territori, una tra il
liceo Parentuccelli e l’Istituto di istruzione superiore Arzelà di Sarzana e l’altra
tra il Liceo Marconi e il Liceo Delpino di Chiavari. Inoltre saranno attivi quattro
licei sportivi in Liguria. Le quattro nuove sezioni di liceo scientifico ad indirizzo
sportivo avranno sede nel Liceo scientifico King di Genova, presso il Liceo
Pacinotti della Spezia, il Liceo Bruno di Albenga e il Liceo Colombo di Arma di
Taggia. Dall’anno scolastico 2014-2015 è prevista una prima classe per ogni
liceo sportivo.
Tutte le operazioni recepiscono proposte delle quattro Province. Un
emendamento presentato da Armando Ezio Capurro (Noi con Burlando) e
approvato dall’Assemblea prevede che, se saranno rispettate le condizioni
previste dalla norma nazionale, potranno essere attivati, a partire dall’anno
scolastico 2015/16 altri due licei sportivi, uno all’IIS Liceti di Rapallo e l’altro al
Liceo Parentuccelli - Arzelà di Sarzana. Lo slittamento di un anno è dovuto al
fatto che la norma nazionale prevede al momento solo un liceo sportivo per
Provincia.
Nel nuovo piano di dimensionamento è prevista inoltre l’attivazione presso il
Liceo scientifico Lanfranconi di Genova Voltri, dell’indirizzo delle Scienze
Umane, al Vittorio Emanuele II - Ruffini dell’indirizzo Tecnico-tecnologico e al
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Marconi di Imperia di quello di meccanica, meccatronica ed energia. Al Vittorio
Emanuele si completerà l’indirizzo di studio nelle relazioni internazionali di
marketing.
Non sono state apportate variazioni al numero delle istituzioni scolastiche del
primo ciclo ma si è proceduto nei pochi casi necessari a dare evidenza ad
alcune operazioni di spostamento di sedi scolastiche presso strutture di nuova
costruzione, come nel caso di Busalla Sarissola e Mezzanego.
Nella discussione Gino Garibaldi (Ncd) ha chiesto «un piano organico di
edilizia scolastica per tutta la Liguria capace di dare risposte coerenti anche per
la scuola superiore e di cui usufruiscano gli alunni dell’entroterra. I Comuni – ha
spiegato - fanno già molto per la scuola primaria, occorrono interventi e
sostegni per quella secondaria. Va bene creare i licei sportivi ma dobbiamo
anche creare istituti superiori legati alle attività tipiche della nostra regione, il
turismo, le nuove tecnologie».
Giancarlo Manti (Pd) ha detto: «La scelta dell’amministrazione regionale sul
dimensionamento scolastico è di dare ampio mandato alle amministrazioni
provinciali e di intervenite solo per casi eclatanti. Per questo la commissione ha
approvato il piano con variazioni minime rispetto alla proposte iniziali avanzate
dalle Province. L’unica variazione significativa è quella che riguarda i licei
sportivi con la creazione di sei istituti specializzati».
Roberto Bagnasco (FI) ha detto: «In generale il provvedimento non convince
fino in fondo: si poteva fare di più e meglio anche considerando la difficile
situazione economica che viviamo. Proposte di cambiamenti importanti non
sono state prese in considerazione. Positiva per il Tigullio la creazione di un
liceo sportivo a Rapallo, sappiamo quanto ricca sia l’attività sportiva e le
attrezzature sportive in quella zona. Ma anche questo si poteva fare prima, si è
perso inutilmente un anno e la decisione è stata presa solo grazie ad un
emendamento, mentre poteva essere deciso a monte dalla Giunta».
Armando Ezio Capurro (Noi con Burlando) ha ribadito che l’emendamento
sfrutta la possibilità di creare due sezioni in più.
Superare l’abusivismo collegato alla presenza di nomadi
Con alcune modifiche richieste dalla maggioranza e raccolte dal capogruppo Pd
Antonino Miceli, è stata approvata all’unanimità la mozione presentata da
Francesco Bruzzone, e sottoscritta dagli altri consiglieri della Lega Nord
Edaordo Rixi e Maurizio Torterolo, che “impegna la giunta regionale ad
intraprendere iniziative nell’ambito del tavolo Rom con il coinvolgimento degli
enti istituzionali competenti a partire dalle prefetture e dagli enti locali, tese a
superare ogni forma di abusivismo collegato alla presenza di nomadi in Liguria
e a relazionare in merito entro 90 giorni alla competente commissione
consiliare”. Nel documento si ricorda che “la presenza di popolazioni nomadi sul
territorio ligure risulta essere significativa e rilevante per l’impatto che produce e
che tale presenza può avere risvolti che hanno impatto sulle condizioni igienico
sanitarie e di ordine pubblico”.
Nel presentare il documento, Bruzzone ha spiegato che il problema nomadi è
molto sentito dalla popolazione in particolare per l’abusivismo che gli è
collegato e ha chiesto dati precisi alla Regione sul numero di campi e sui loro
abitanti. «Lo spirito della mozione – ha detto - è quello di chiedere
l’eliminazione dell’abusivismo. Non abbiamo atteggiamenti di stampo razzista,
chiediamo solo che tutti rispettino le regole e che i campi o vengano messi in
regola con i necessari servizi igienici o vengano rimossi. Non si può punire il
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cittadino ligure se taglia un albero nel greto del fiume e poi tollerare che sullo
stesso greto vengano costruite delle baracche. Se questo atteggiamento di
accondiscendenza nei confronti dell’abusivismo non cesserà, non escludo di
costruire una baracchetta sotto il palazzo della Regione, in Piazza De Ferrari.
Voglio vedere chi trova il coraggio di demolirla. In quanto ai campi nomadi, una
soluzione deve essere trovata, con i tempi necessari: non chiedo che vengano
demoliti immediatamente con le ruspe. In ogni caso nessuno deve pensare che
la risposta sia dare ai Rom le case popolari che noi abbiamo finanziato. Alcuni
amministratori stanno andando in questa direzione: sarebbe una vergogna, le
case popolari prima vengano date ai liguri e poi, se ne avanzano, agli altri».
Edoardo Rixi (Lega Nord - Liguria Padania) ha denunciato «l’apatia del
centro sinistra che sulla microcriminalità collegata ai campi non si esprime mai,
chiude volentieri un occhio quando l’abusivismo è opera dei nomadi mentre è in
prima fila quando si parla di depenalizzare e di svuotare le carceri dai criminali.
Le tensioni nei quartieri nascono anche dal degrado e dalla tolleranza rispetto a
chi utilizza il suolo pubblico come fosse casa propria. Addirittura a Pra il
Comune di Genova ha concesso la residenza a gente che vive nelle baracche.
Noi vogliamo riportare la legalità a valore fondante delle istituzioni».
Matteo Rosso (FI) ha apprezzato «il modo con cui la Lega ha presentato la
mozione: priva di connotati razzisti e volta semplicemente al rispetto della
legalità da parte di tutti, nomadi e italiani. La maggioranza - ha aggiunto - non
ha motivi per respingere il documento. Decidere se si debbono aiutare prima gli
uni o gli altri è una scelta politica, il rispetto delle regole vale per tutti».
Giancarlo Manti (Pd) ha accusato la Lega di porre problemi senza offrire
soluzioni: «Non si tiene conto che si ha a che fare con esseri umani. L’unica
proposta che ho sentito è lo smantellamento dei campi abusivi. Puntualmente,
avvicinandosi il periodo elettorale, aizza i pregiudizi. La Regione Liguria si è
attivata creando il tavolo sui Rom per venire a capo del problema. Un problema,
essenzialmente di tipo igienico e sanitario che non riguarda solo i nomadi ma
tutti i senza casa».
Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto – riformisti italiani) ha apprezzato il
ragionamento fatto da Bruzzone: «È stato corretto, non ha strumentalizzato, ha
chiesto di rispettare le regole: se un campo è abusivo o lo autorizziamo o lo
sgomberiamo. Il problema delle regole è serio: non possiamo stracciarci le vesti
quando succedono drammi come quello della fabbrica abusiva di Prato e poi
mascherarci dietro il buonismo di fronte a situazioni analoghe che abbiamo
sotto gli occhi tutti i giorni. Dobbiamo fare in modo che queste persone vivano
come gli altri in un sistema normato. Abbandoniamo le false ideologie: senza
pragmatismo non si va da nessuna parte. Di tavoli ne sono stati aperti presso
vari enti, ma non hanno mai prodotto nulla mentre la situazione igienica dei
campi è un’indecenza soprattutto per chi ci vive dentro» .
Alessio Saso (Ncd) ha detto che, tolte alcune parole che la connotano
politicamente, la mozione è da condividere e ha invitato la maggioranza a
evitare la tipica «reazione della sinistra non ragionata. Non dobbiamo
continuare a regalare successi di carattere propagandistico alla Lega:
l’abusivismo non può essere difeso, sia esso opera di italiano o di straniero.
Dobbiamo regolamentare i campi e ribadire il principio che, se ci sono delle
situazioni di non rispetto delle regole, queste vadano progressivamente
eliminate» .
Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) ha riconosciuto che la
mozione della Lega non presenta elementi di provocazione e ha affermato:
9/13
«Laddove esistono insediamenti abusivi si verifica un incremento dei furti. La
legalità deve valere per tutti» .
Ezio Chiesa (Gruppo Misto-Liguria Viva) ha rifiutato «posizioni ideologizzate.
Nel nostro paese i Comuni devono allestire dei campi nomadi legali e tutti
devono mandare i bambini a scuola. Per questo sono d’accordo con lo spirito
della mozione: italiani e stranieri devono rispettare le regole, oppure vanno
trattati a calci nel sedere. Se non operiamo così, danneggiamo proprio queste
persone che vivono nei campi abusivi».
Antonino Miceli (Pd) ha cercato una modifica del testo che potesse essere
condivisa da tutti modificando il linguaggio e ricordando i problemi igienici e di
ordine pubblico che la presenza di campi abusivi comporta. «Ricordo che la
Regione non ha il potere di sgomberare i campi nomadi e questa, tra l’altro non
è la soluzione perché se non si offrono alternative il campo viene creato da
un’altra parte. Se si smantellano i campi abusivi si devono coinvolgere queste
popolazioni, le istituzioni e i comuni per trovare spazi non abusivi e legali».
Francesco Bruzzone ha accettato le modifiche al linguaggio ma ha chiesto
impegni precisi alla giunta: «Di tavoli ce ne sono già per disposizioni romane,
dobbiamo essere concreti e affermare che per quanto di competenza ci si
impegni alla demolizione delle opere abusive».
Programma statistico regionale
All’unanimità è stato approvato il Programma statistico regionale (PSR) 20142016 ai sensi della legge regionale 7 del 2008 (Norme sul sistema statistico
regionale).
Il Programma statistico, di durata triennale, individua le informazioni statistiche
ufficiali, le rilevazioni, i progetti e le elaborazioni di interesse regionale e locale
affidate al sistema statistico regionale (SISTAR), nonché le relative metodologie
e modalità attuative. I risultati delle indagini e delle elaborazioni inserite nel
Programma costituiscono un patrimonio che può essere utilizzato dalla
collettività con la massima diffusione, sia pure nel rispetto del segreto statistico.
Per migliorare la consultazione della produzione statistica, oltre agli strumenti
già consolidati con il precedente PSR, è stato recentemente messo in linea il
sito web: http://statistica.regione.liguria.it.
Le ricerche statistiche regionali si articolano in quattro macro aree tematiche:
sociale, economia, ambiente e territorio, area trasversale.
Nell’area sociale sono previste le attività inerenti: popolazione e famiglia,
giustizia e sicurezza, salute, sanità e assistenza sociale, istruzione, formazione,
cultura e attività ricreativa, abitazioni, redditi, povertà, elezioni. Nell’area
economia sono compresi i settori: lavoro, trasferimenti monetari previdenziali e
assistenziali, agricoltura, foreste e pesca, industria, costruzioni e servizi,
statistiche sui prezzi, pubblica amministrazione e istituzioni private. L’area
trasversale è suddivisa nei settori intersettoriale, azioni di sistema e società
dell’informazione.
Obiettivo prioritario del Programma è quello di sviluppare il SISTAR coordinando e
armonizzando l’attività statistica degli enti territoriali, prevedendo uno sviluppo del
Sistema, iniziando con il coinvolgimento di enti con cui la Regione ha già attivato
collaborazioni in materia statistica. L’intento è di giungere, in maniera graduale, a
coinvolgere effettivamente tutti gli enti territoriali produttori di statistiche di interesse
pubblico, creando un sistema unico e condiviso, radicato nel territorio e integrato con il
Sistema statistico nazionale, in grado di soddisfare le esigenze conoscitive necessarie
a supportare i processi decisionali dei governi territoriali e dei soggetti della comunità
10/13
regionale, nonché monitorare le scelte effettuate per poter intervenire
tempestivamente con gli eventuali miglioramenti necessari. E’ inoltre obiettivo del PSR
promuovere la costituzione degli uffici di statistica laddove ancora non costituiti negli
Enti del SISTAR, al fine di sviluppare le possibili sinergie fra le diverse componenti del
Sistema. E’ previsto di incentivare la gestione in forma associata della funzione
statistica dei piccoli comuni.
Agenda normativa 2013-2014
E’ stata approvata all’unanimità la Risoluzione 8 Agenda normativa 2013-2014
Il provvedimento si ispira alla legge regionale 8 giugno 2011, n. 13 (Norme sulla
qualità della regolazione e sulla semplificazione amministrava) che stabilisce la
disciplina dell’attività normativa regionale per assicurare la qualità delle leggi e
dei regolamenti, la semplificazione amministrativa e la trasparenza dell’azione
pubblica e per la partecipazione dei cittadini. Nell’ottica di programmare gli
interventi di carattere normativo e amministrativo, la legge prevede la
presentazione all’Assemblea legislativa da parte del Presidente della Giunta
dell’Agenda normativa: nell’Agenda normativa sono illustrate, quindi, le linee
fondamentali e gli interventi qualificanti dell’azione normativa; l’Assemblea
legislativa approva il documento con apposita risoluzione che può contenere
integrazioni e modifiche e impartire indirizzi e direttive.
La proposta di risoluzione relativa all’Agenda normativa 2013 – 2014 dà conto
dei provvedimenti che hanno già esaurito l’iter consiliare, approva l’elenco delle
iniziative che caratterizzeranno l’attività normativa nel corso del 2014 e impegna
il Presidente della Giunta ad assicurare la diffusione e l’informazione sul sito
della Regione Liguria.
Nell’Agenda è stata prevista la predisposizione di due testi unici, uno
concernente la normativa sanitaria e l’integrazione sociosanitaria, l’altro in
materia di paesaggio. Ci sono, inoltre, una serie di misure per rendere più
efficiente l’utilizzo degli strumenti che migliorano la qualità dei regolamenti e,
più in generale, di tutte le norme che riguardano la
Cosiddetta regolazione
Programma 2013-2014 delle strategie e degli interventi di semplificazione
E’ stata approvata all’unanimità la Risoluzione 9 Programma 2013-2014 delle
strategie e degli interventi di semplificazione
Anche questo provvedimento si ispira alla legge regionale 8 giugno 2011, n. 13
(Norme sulla qualità della regolazione e sulla semplificazione amministrava)
che stabilisce la disciplina dell’attività normativa regionale per assicurare la
qualità delle leggi e dei regolamenti, la semplificazione amministrativa e la
trasparenza dell’azione pubblica e per la partecipazione dei cittadini. Nell’ottica
di programmare gli interventi di carattere normativo e amministrativo, la legge
prevede la presentazione all’Assemblea legislativa da parte del Presidente della
Giunta del Programma delle strategie di semplificazione. Il Programma annuale
delle strategie di semplificazione illustra gli interventi qualificanti, le priorità di
applicazione nella misurazione degli oneri amministrativi, il crono programma di
attuazione, gli indicatori di risultato, l’analisi dei punti di forza e di debolezza. Il
Programma è presentato dal Presidente della Giunta regionale all’Assemblea
legislativa che la approva con apposita risoluzione la quale può contenere
integrazioni e modifiche e impartire indirizzi e direttive.
11/13
Il Programma 2013 – 2014 è preceduto, come richiesto espressamente
dall’Assemblea - da una relazione che dà conto dell’attuazione del precedente
Programma riferito al 2011.
La proposta di risoluzione prende atto di questa relazione, approva il
Programma 2013 – 2014 e impegna nuovamente il Presidente della Giunta
regionale a presentare al Consiglio una relazione sulla realizzazione delle
azioni ivi previste, contestualmente alla presentazione del prossimo
Programma.
Regolamentare le attività di costruttore edile
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno (primi firmatari
congiuntamente Matteo Rosso di Fi e Gino Garibaldi di Ncd) e sottoscritto fa
consiglieri di maggioranza e minoranza, che impegna la giunta “ad attivarsi
tempestivamente nei confronti del Governo e del Parlamento anche attraverso
la Conferenza Stato-Regioni, affinché sia rapidamente approvata una normativa
nazionale che disciplini l’accesso all’attività imprenditoriale per il settore
dell’edilizia”. Nel documento si ricorda che nel marzo 2013 era stata presentata
alla Camera dei Deputati una proposta di legge contenente le norme per la
disciplina dell’accesso all’attività imprenditoriale nel settore dell’edilizia ma che
ad oggi non è ancora iniziato nella competente commissione l’esame del
provvedimento. “In assenza di tale proposta di legge - si legge nell’ordine del
giorno - non vi è al momento in Italia alcuna normativa di regolamentazione
dell’attività di costruttore edile” mentre “l’edilizia risulta essere uno dei pochi
settori dell’artigianato a non avere dei requisiti minimi obbligatori che
garantiscano la qualità dell’offerta alle famiglie e alle pubbliche
amministrazioni”.
Coinvolgere le Amministrazioni locali nei piani di dimensionamento
scolastico
Al termine del dibattito sul provvedimento su Dimensionamento scolastico (Pdd
123) è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno (primo firmatario Gino
Garibaldi di Ncd) che impegna la giunta a “promuovere immediatamente dopo
l’approvazione della Pdd 123 un’azione coordinata con le Amministrazioni locali
al fine di programmare nella maniera più efficace l’offerta formativa territoriale a
partire dal comprensorio del Tigullio; a collaborare con le Amministrazioni locali
al fine di poter accedere con successo ai fondi strutturali e comunitari nazionali
per l’edilizia scolastica necessari per migliorare lo stato del patrimonio edilizio
scolastico e, infine, a favorire l’impegno delle Amministrazioni locali per
individuare nel territorio eventuali opportunità già esistenti per conseguire questi
obbiettivi”
Presto i fondi per il raddoppio del binario unico nella ferrovia di ponente
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno (primo firmatario Marco
Melgrati di FI) , sottoscritto da consiglieri di maggioranza e minoranza, che
impegna la giunta a “sollecitare il Governo e in particolare il ministro Lupi a
intervenire celermente recuperando i fondi necessari per completare i
raddoppio ferroviario e togliere la Liguria di ponente dall’isolamento che questo
binario unico comporta”. Nel documento si sottolinea che i limiti di questa linea
ferroviaria si sono manifestati in occasione dell’ultima frana nei pressi di Andora
e che il “raddoppio è di fondamentale importanza sia dal punto di vista
funzionale, dei tempi e di sviluppo dell’economia turistica”.
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Agevolazioni sui pedaggi autostradali anche per la provincia di Imperia
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno (primo firmatario Marco
Scajola di FI), sottoscritto da consiglieri di maggioranza e minoranza, che
impegna la giunta a “intercedere presso il governo e in particolare presso il
ministro Lupi affinché la possibilità di agevolazioni sui pedaggi autostradali sia
estesa a tutto il territorio della Provincia di Imperia”. Nel documento si ricorda
che il ministro Lupi ha deciso di concedere agevolazioni del 70% sul pedaggio
a seguito di eventi alluvionali sul territorio ligure ma che “oltre a diverse zone
dello spezzino e del savonese, a parte il dianese, tutto il territorio della
Provincia di Imperia è stato escluso da questa agevolazione senza quindi
considerare che il treno deragliato, che blocca ancora oggi e continuerà a
bloccare la circolazione ferroviaria di tutto il ponente e quindi anche
dell’imperiese, sta costringendo moltissimi pendolari e studenti a muoversi
utilizzando mezzi privati per recarsi nelle sedi di studio e lavoro”.
Assenti: Montaldo
personali)
Quorum: 20 voti
(motivi
istituzionali),
13/13
Briano e Piredda
(motivi