Capitolo 1 - EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA DELLA BSE
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Capitolo 1 - EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA DELLA BSE
CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Capitolo 1 - EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA DELLA BSE L’epidemiologia veterinaria descrittiva può essere definita come lo studio della frequenza delle malattie nelle popolazioni animali, del loro andamento temporale e della loro distribuzione, su base geografica e nelle diverse categorie di individui o di allevamenti. Poiché questo tipo di indagini richiede spesso l’applicazione di metodi statistici ed informatici sofisticati, la distinzione fra epidemiologia descrittiva ed epidemiologia analitica ha perduto buona parte del suo significato. Ad ogni modo, ai fini della presente trattazione, limiteremo la definizione di epidemiologia descrittiva alla raccolta, interpretazione ed esposizione sintetica di dati relativi alla frequenza di BSE in alcuni Paesi europei, a partire dalle informazioni disponibili nella letteratura scientifica, altre pubblicazioni e siti web ritenuti attendibili, perché di fonte ufficiale. A livello dei diversi Paesi, sarà brevemente tracciata la storia della BSE: anno di prima identificazione, andamento spazio-temporale, situazione attuale. Per facilitare l’interpretazione dei dati disponibili, saranno anche identificate le modalità della sorveglianza epidemiologica condotta nei diversi Paesi. Saranno prodotte carte tematiche in cui i diversi Paesi europei saranno classificati in base alla frequenza di BSE (incidenza di casi clinici e percentuali di positività ai test di laboratorio). L’andamento temporale della malattia sarà descritto per mezzo di grafici, mentre la sua distribuzione per categorie di animali e di allevamenti sarà riportata in tabelle. Occorre precisare che i dati epidemiologici disponibili sono molto difformi fra i diversi Stati europei. In particolare è stato possibile usufruire di una cospicua bibliografia per quanto riguarda il Regno Unito, mentre per gli altri Paesi il materiale disponibile si è rivelato più limitato. Si sono pertanto consultati i documenti ufficiali che i singoli Stati hanno presentato alla Commissione europea per la classificazione di rischio o in altre occasioni e dai documenti comunitari di esito delle ispezioni effettuate nei diversi Stati. La documentazione di cui sopra ha reso possibile la correlazione fra la situazione epidemiologica di ciascun Paese ed i livelli di applicazione ed efficacia delle misure di lotta in atto. Si è altresì attinto, in particolare per le informazioni epidemiologiche più recenti (dati relativi alla sorveglianza attiva) dai siti internet ufficiali di singoli Ministeri o dei laboratori di riferimento per la malattia. I dati epidemiologici sono pertanto aggiornati, per ciascun Paese, secondo la disponibilità a date differenti; il capitolo conclusivo rappresenta invece una sintesi della situazione epidemiologica europea e di alcuni Paesi extraeuropei, per la valutazione della quale sono stati utilizzati i dati confrontabili più recenti, disponibili. A completamento della trattazione che segue, riteniamo importante richiamare la notizia, troppo recente per consentire approfondimenti, riguardante il riscontro del primo caso di BSE in Giappone (primo caso asiatico). Il 10 settembre 2001 è risultata positiva ai test diagnostici una bovina da latte di cinque anni, proveniente da un’azienda della Prefettura di Chiba, che presentava difficoltà di stazione. Con molta probabilità la malattia è arrivata in Giappone nei primi anni 90, mediante l’importazione di carne e farine di carne dall’Inghilterra; a tale proposito è bene ricordare che il Giappone, l’Asia e i paesi del Medio Oriente in generale sono considerati particolarmente a rischio BSE perché hanno importato grandi quantità di mangimi animali dall’Europa Occidentale. Secondo gli esperti, l’infezione è ben radicata negli allevamenti giapponesi e saranno individuati presto molti altri capi di bestiame infetti. In Giappone i controlli su bovini che presentano sintomatologia sospetta sono iniziati nell’aprile 2001. ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 1 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Italia Tra le patologie emergenti degli ultimi due decenni, l'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) è probabilmente insieme all'AIDS quella che ha avuto maggior risonanza, anche e soprattutto perché il legame tra l'insorgere di casi di nuova variante della malattia di Creutzfeld-Jacob nell'uomo e la BSE bovina, dapprima solo paventato, è stato in seguito confermato con la dimostrazione che l’agente patogeno responsabile della patologia umana è lo stesso identificato nella malattia bovina. La valutazione del rischio per l'uomo non può quindi prescindere dalla piena conoscenza dell'epidemiologia della BSE. Nel 1992 l'Ufficio Internazionale delle Epizoozie (OIE) pubblicò la prima edizione di un capitolo del Codice Zoosanitario Internazionale dedicato alla BSE, capitolo che nel maggio 1998 giunse ad una versione quasi definitiva. L'OIE indicava che la valutazione della situazione epidemiologica di un Paese nei confronti della BSE dovesse essere determinata sulla base dei risultati di una valutazione del rischio e delle misure adottate per gestirlo. L'Unione Europea ha pertanto avviato le procedure per valutare il cosiddetto "rischio geografico". Il rischio geografico (ovvero il rischio caratteristico di ogni Paese) è stato definito come un indicatore della probabilità che in un dato Paese siano presenti uno o più animali infetti da BSE anche in forma subclinica. Inoltre nei Paesi in cui la presenza della malattia è confermata, il rischio geografico è stato pensato come un indicatore del livello di incidenza. Nella valutazione finale il rischio geografico è considerato come il risultato dell'interazione di due componenti, tipiche per ciascun Paese: 1. la MINACCIA subita come esposizione all'infezione, attraverso capi importati e materie prime importate, o anche attraverso il riciclo dell'infezione all'interno della popolazione autoctona; 2. la STABILITA', cioè l'abilità di ciascun Paese a far fronte all'esposizione. I fattori di stabilità più importanti sono quelli in grado di ridurre il rischio di riciclo dell'infezione: tipo di alimentazione (esclusione delle farine di carne dall'alimentazione), efficienza del rendering, rimozione dei materiali specifici a rischio. Un sistema stabile tende con il tempo ad eliminare la BSE, mentre un sistema instabile tende a favorirne più o meno rapidamente la diffusione. Per entrambe le componenti è stata fatta una quantificazione in livelli (riportata nelle due seguenti tabelle), con l'obiettivo di differenziare le situazioni con livelli di rischio differenti. L’obiettivo finale della valutazione del rischio geografico è consistito nel classificare i Paesi in base a quattro livelli di rischio; pertanto il rischio che in un Paese siano presenti uno o più animali infetti, può essere:Livello I: estremamente improbabile Livello II: improbabile ma non escluso Livello III: probabile ma non confermato oppure confermato a bassi livelli Livello IV: confermato a livelli elevati ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 2 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA L ive lli d i m in accia u tiliz z ati so lo a scop o orien ta tiv o m i nacci a es trem. alta molt o alta alta m oderata bas sa m olt o bas sa t rasc urabile e ste rna (vi a im p ort.) i nterna b ovini UK MBM (ton n. ) UK (vi vi/ in fe tti ) 1988-1993 1986-1990 > 10. 000 10. 000 500 1.000-10. 000 1. 000 50 100-1. 000 100 5 20-100 20 1 10-20 10 <1 5-10 5 <1 0-5 0 <1 L iv e lli d i s t a b ilit à u t iliz z a t i s o lo a s c o p o o r ie n t a t iv o stabilità livello stabile neutro instabile effe tto fa ttori principali alime nta z. rendering divieto MSR ottim. stabile molto rapido ok ok ok molto stabile rapido 2 fattori ok, 1 ragionevolm. ok stabile lento 2 f. ok, oppure 1 ok e 2 ragion.ok costante 3 ragion. ok, oppure 1 solo ok instabile lento 2 ragion. ok ma non completm. molto instabile rapido 1 ragionevolmente ok estrem. instabile molto rapido neanche 1 ragionevolmente ok La tabella seguente illustra come l’Italia si pone nei confronti di alcuni altri Paesi. VALUTAZIONE del RISCHIO GEOGRAFICO • • • • Paesi sottoposti a valutazione da parte dell’Unione Europea e quindi suddivisi 4 livelli di rischio geografico (presenza di uno o più animali infetti): I altamente improbabile • III probabile ma non confermata o confermata Argentina, Australia, Cile, ma a basso livello Norvegia, Nuova Zelanda, • Belgio, Germania, Danimarca, Paraguay, Brasile, Francia, Irlanda, Italia, Singapore, Botswana, Lussemburgo, Olanda, Namibia, Nicaragua, Spagna, Svizzera Swaziland, Uruguay Albania, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, II improbabile ma non Lituania,Ungheria, Polonia, esclusa Repubblica Slovacca Austria, Finlandia, Svezia, Canada, USA, India, • IV confermata, a livelli Pakistan, Colombia, maggiori Mauritius • Regno Unito, Portogallo ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 3 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Con il Regolamento CE n° 999/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 maggio 2001, recante disposizioni per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili e le due successive modifiche, l’Unione Europea intende implementare la valutazione della situazione epidemiologica di un Paese nei confronti della BSE con la determinazione della qualifica sanitaria di un Paese nei riguardi della malattia attuando così una classificazione dei Paesi secondo cinque categorie. All’art. 5, Cap. II, il Regolamento definisce che “ gli Stati membri e i Paesi terzi che intendono poter essere mantenuti negli elenchi dei Paesi autorizzati all’esportazione nella Comunità degli animali vivi o dei prodotti di origine animale…….devono presentare alla Commissione una domanda rivolta alla determinazione della loro qualifica sanitaria relativa alla BSE. La qualifica sanitaria di uno Stato membro…in relazione alla BSE può essere determinata solo in base ai criteri fissati nell’allegato II, cap. A e cioè: a) i risultati di un’analisi del rischio che identifichi tutti i fattori potenziali di insorgenza della BSE … e della loro evoluzione nel tempo; b) un programma di formazione destinato a veterinari, allevatori e addetti al trasporto, al commercio ed alla macellazione dei bovini …. c) la dichiarazione obbligatoria e l’esame di tutti i bovini che manifestano sintomi clinici di BSE; d) un sistema di sorveglianza e di controllo permanenti della BSE, con particolare riferimento ai rischi… (vd. riquadro); e) l’esame di campioni di encefali o di altri tessuti, prelevati nel quadro del sistema di sorveglianza… RISCHI DA CONSIDERARE NEL SISTEMA DI SORVEGLIANZA ! consumo da parte dei bovini di farine di carne ed ossa o di ciccioli derivati da ruminanti; ! importazione di farine di carne ed ossa o di ciccioli potenzialmente contaminati da TSE o di prodotti per l’alimentazione degli animali contenenti farine di carne ed ossa o ciccioli; ! importazione di animali o di ovuli ed embrioni potenzialmente infetti da TSE; ! situazione epidemiologica del Paese o della regione rispetto alle TSE degli animali; ! ampiezza delle conoscenze circa la struttura della popolazione di bovini, ovini e caprini nel Paese o nella regione; ! origine dei rifiuti di origine animale, i parametri dei processi di trattamento di tali rifiuti ed i metodi di produzione di prodotti per l’alimentazione degli animali. La qualifica sanitaria di un Paese in relazione alla BSE è così determinata secondo le seguenti categorie: • CATEGORIA 1: Paesi o regioni indenni da BSE • CATEGORIA 2: Paesi o regioni provvisoriamente indenni da BSE, in cui non è stato segnalato nessun caso indigeno; • CATEGORIA 3: Paesi o regioni provvisoriamente indenni da BSE, in cui è stato segnalato almeno un caso indigeno; ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 4 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA • CATEGORIA 4: Paesi o regioni in cui l’incidenza della BSE è debole; • CATEGORIA 5: Paesi o regioni in cui l’incidenza della BSE è elevata. L'ITALIA è stata inserita a livello III, insieme alla maggior parte dei Paesi europei esaminati; il giudizio è stato così argomentato: a) i livelli di minaccia subiti sono stati rilevanti sia per le importazioni di capi dal Regno Unito nella seconda metà degli anni ottanta (negli anni 1990-1995 sono stati importati dal UK ancora 10.000 vitelli che si sarebbero dovuti abbattere entro i 6 mesi dall'importazione), sia per le notevoli importazioni ancora attuate e quantificabili in circa 2 milioni di capi l’anno da molti Paesi con presenza di BSE (Francia, Belgio, Olanda e fino al 1996 Svizzera). Nel 1994 sono stati denunciati in Italia 2 casi di BSE in capi di provenienza UK; b) per quel che riguarda la stabilità, nel periodo antecedente il 1993 il sistema è stato considerato molto instabile, in altre parole incapace di limitare l'amplificazione dell'infezione in caso si fosse verificata. La situazione è andata migliorando dal 1994, con il divieto di utilizzo delle farine di carne, e ancora di più dal 1996, con l'eliminazione dei materiali specifici a rischio (SRM) derivanti da animali importati da Paesi con BSE e con il miglioramento del rendering (negli anni tra il 1996 e il 1999 sono stati chiusi molti impianti di rendering). L'interazione tra la minaccia e la stabilità nel nostro Paese è illustrata nella tabella seguente: Rischio geografico BSE in l’Italia LIVELLI DI STABILITA’ LIVELLI DI MINACCIA trascurabile molto bassa bassa moderata alta molto alta estremamente alta ottimamente stabile molto stabile stabile ? neutrale 1999 ! 97-98 " 94-96 instabile molto instabile 80-87 # 88-93 ! estremamente instabile Figura 1: Comparazione dei livelli di stabilità e di minaccia. ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 5 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA La sorveglianza epidemiologica in Italia Al 1990 si può far risalire l'interesse delle autorità sanitarie italiane nei confronti della BSE, con il finanziamento del primo piano di monitoraggio basato sull'esame di encefali bovini. Nel 1991 fu istituito presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta il Centro di Referenza per le Encefalopatie Animali ed Encefalopatie Comparate (D.M. 03.08.1991); la BSE e la scrapie furono inserite tra le malattie soggette a denuncia obbligatoria (O.M. 10.05.1991). Il sistema di sorveglianza passiva avviato consentì l'identificazione nel 1994 di due casi di BSE in Sicilia, in animali importati dal Regno Unito. Sempre nel 1994 viene vietato l'utilizzo delle farine animali ottenute da mammifero per l'alimentazione dei ruminanti. Durante i primi anni '90 un certo numero di animali sospetti perché affetti da sintomatologia neurologica venne segnalato e quindi sottoposto ad esame istopatologico. Nel 1997 è stata istituita, con D.M. 29.01.1997, presso il Centro di Referenza, l'Unità Nazionale Operativa di Intervento con il compito di delineare e coordinare le attività di sorveglianza delle TSE e di raccogliere i relativi dati epidemiologici. Sempre nel corso di quell'anno sono state istituite presso gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali 20 Unità Locali (una per regione) dotate di personale con competenze nel campo della neuropatologia e della sorveglianza epidemiologica. Durante il 1999 l'attività di monitoraggio in Italia ha fatto sì che venissero esaminati, nel corso dell'anno, 137 bovini con età al di sopra dei 20 mesi e di questi 52 con sintomi clinici compatibili con BSE (9 morti in stalla, 5 con malattie progressive, 38 con sintomatologia neurologica), 53 provenienti da Paesi con BSE e 32 capi sani provenienti da macellazioni regolari, mentre il numero di esami atteso in base alla Decisione 272/98/CE era di 235. L'attivazione in Svizzera, a partire dal 1998, di un sistema attivo di sorveglianza mirata nei confronti della BSE, con la conseguente identificazione di casi di malattia altrimenti passati inosservati, ha reso evidente che l'attività di sorveglianza, di tipo passivo cioè basata sulla segnalazione dei casi sospetti (con sintomatologia neurologica) e sul monitoraggio degli animali provenienti da Paesi in cui la malattia è presente, si è dimostrata insufficiente. Questa nuova strategia di sorveglianza, in grado di migliorare il tasso di accertamento dei casi, si è resa possibile da un lato per la scelta di esaminare sistematicamente i bovini adulti morti in stalla o macellati d'urgenza (oltre un certo numero di capi regolarmente macellati) e dall'altro, grazie alla disponibilità di nuovi metodi diagnostici in grado di garantire diagnosi post-mortem in tempi estremamente rapidi. Nel corso dell'anno 2000, in Italia si affianca così alla sorveglianza passiva, clinica, una nuova strategia di sorveglianza, più efficace, attiva e mirata; sulla scia dell'esempio della vicina Svizzera viene messo a punto un progetto pilota di screening con test rapidi su bovini appartenenti alle categorie a rischio per BSE da attuarsi in collaborazione con la Regione Piemonte, Assessorato alla Sanità, nel corso del quale sono stati esaminati oltre 600 capi in un semestre. Nel 2000, in tutto il Paese sono stati sottoposti ad esame 1.656 capi bovini e nella tabella seguente è riportato il numero di capi analizzati, suddivisi per categoria di rischio. ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 6 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Sorveglianza 2000: campioni delle categorie a rischio con segni neurologici 49 con segni progre ssivi 39 334 importati 495 morti in stalla 120 e sposti a farine di carne o ossa 619 prima de l 1994 0 100 200 300 400 500 600 700 Dal 1° gennaio 2001 tutti i bovini di età superiore a 30 mesi vengono sottoposti al test rapido per BSE, presso i 16 laboratori degli Istituti Zooprofilattici; sia gli animali appartenenti alle categorie a rischio (morti in stalla e macellati d'urgenza), sia gli animali regolarmente macellati. Nel periodo 1 gennaio 22 agosto 2001, sono stati sottoposti ad esame con il test rapido 206.397 bovini; ventidue sono i casi confermati ed uno in corso di conferma; l'incidenza è di 1,07 casi su 10.000 capi esaminati. La distribuzione geografica degli allevamenti è illustrata nella tabella seguente ed indica che i casi sono concentrati nella regioni del Nord, dove più alta è la popolazione bovina, e dove prevale una popolazione bovina a rischio cioè animali da latte ad alta produzione ed in condizioni di allevamento intensivo; un solo caso si è verificato al Sud, in Puglia, ed uno al Centro, nelle Marche. DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI FOCOLAI DI BSE IN ITALIA 1(BG) 1(LC) 1(MI) 1 (BL) ! ! 1 (VB) ! ! !" ! 1 (AO) ! "! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 5 (BS) 2 (MN) ! ! ! ! ! "! "! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 1(PV) 3(CR) ! 1(MC) ! !" "! ! ! ! ! "! ! ! ! ! ! 2(RE) Lombardia Veneto Emilia Romagna Piemonte Valle D'Aosta Friuli V. G. Marche Puglia 14 2 2 1 1 1 1 1 1 (UD) 1 (VI) "! ! ! ! ! "! ! ! " ! ! ! "! ! ! ! ! !" ! "! ! ! ! ! "! ! "! ! ! "! ! ! ! ! ! 1 (TA) ! !" ! "! ! ! ! "! ! ! ! ! ! Dati al 24.08.2001 ! ! C.E.A.- Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (Dati a partire dall’1/1/01) ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 7 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Tutti gli animali affetti da BSE fino ad allora scoperti in Italia avevano un'età compresa tra i 4 e i 7 anni, ad eccezione di una bovina di razza Herens, nata nel 1987 ed importata dalla Svizzera nel 1990. 14 animali erano di razza frisona, 8 di razza bruna, 1 di razza pezzata rossa ed infine 1 bovina di razza Herens, castana svizzera da combattimento. Due gli animali di provenienza estera: una bovina nata in Germania nel 1996 ed introdotta in Italia nell’agosto del 1999 e la bovina di razza Herens, nata in Svizzera. Il primo caso risale al 16 gennaio 2001 e si tratta di una bovina nata nel settembre 1994, due mesi dopo il bando delle farine ai ruminanti; in effetti, dei 23 casi finora accertati nel nostro Paese, 20 sono animali BAB (Born After Ban), nati cioè dopo il divieto di somministrazione di mangimi contenenti farine di carne ed ossa ai ruminanti, sancito con O.M. 28 luglio 1994. Come è evidenziato nella tabella successiva, sui ventidue casi confermati, solo nove sono animali appartenenti a categorie a rischio, tre morti in stalla, 5 macellati d'urgenza, ed un macellato di necessità; tutti gli altri bovini sono stati avviati alla regolare macellazione. L’indagine epidemiologica, svolta nei focolai dopo il riscontro della positività, ha messo in evidenza una diversa realtà; su 13 capi regolarmente macellati, 10 presentavano una sintomatologia generica, più o meno grave; alcuni animali avevano zoppie, paresi o una sintomatologia riconducibile alla “sindrome della vacca a terra “, altri dimagramento e caduta della produzione lattea; due bovine inoltre, ad un quadro clinico generico, associavano segni clinici di tipo neurologico, quali ipereccitazione, aggressività, ritrosia a manipolazioni. CASI DI BSE IN ITALIA ANNO 2001 (dati aggiornati al 31/8/01) FOC. CONFERMA PROV. RAZZA NASCITA CATEG. CLINICA 1 16-gen BS FRISONA set-94 REG.MAC PARESI PP 2 16-feb MN FRISONA gen-96 MORTO ZOPPIA 3 22-feb BS FRISONA ago-95 REG.MAC ZOPPIA POST. 4 27-feb UD PEZZATA.R feb-97 MAC.URG. PARESI PP 5 01-mar TA BRUNA ALP mag-94 MORTO RETICOPERIC.TRAU. 6 17-mar BG BRUNA ALP nov-96 REG.MAC PARESI PP 7 22-mar MC FRISONA dic-94 MAC.URG. 8 27-mar BS FRISONA nov-94 MORTO SEPSI PP 9 27-mar CR FRISONA set-94 REG.MAC DECUB. PERMANENTE 10 28-mar CR FRISONA mar-95 REG.MAC BURSITE BIL. 11 28-mar RE FRISONA ott-95 REG.MAC BURSITE BIL. 12 12-apr VI BRUNA ALP ago-95 REG.MAC PARESI PP 13 05-mag BL BRUNA ALP 1994 REG.MAC SINTOMI NERVOSI 14 15-mag VB BRUNA ALP ott-96 REG.MAC NESSUN SINTOMO 15 22-mag MN FRISONA Lug-95 REG.MAC NESSUN SINTOMO STATO PREAGONICO 16 4-lug LC BRUNA ALP Dic-96 MAC.NECESS PARESI PP 17 11-lug AO HERENS Nov-87 MAC.URG. PARESI TRENO P. 18 12-lug BS FRISONA Mar-96 MAC.URG. SINDROME VACCA ATERRA 19 19-lug RE BRUNA ALP 0tt-96 REG.MAC. 20 24-lug MI FRISONA Ott-95 MAC.URG. 21 31-lug CR FRISONA Sett-95 REG.MAC ZOPPIA/RITROSIA PAREGG.UNGH. DECUB/TREMORI/REAZ. ECCESS.AGLI STIMOLI NESSUN SINTOMO 22 9-ago PV BRUNA ALP Mag-97 REG.MAC. 23 24-ago BS FRISONA 1996 MAC.NECESS CALO PROD.LATTEA DIMAGR. SINDROME VACCA ATERRA Molti di questi sintomi sono compatibili con gli esordi della sintomatologia clinica ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 8 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA della malattia, come riportato nei Paesi con BSE; sempre in questi Paesi il riscontro poi della BSE in animali “a terra”, senza sintomatologia specifica, è collegato alle fasi finali della malattia. La distribuzione per età dei casi di BSE ricalca quella degli altri Paesi, in special modo quelli confinanti, Francia e Svizzera; per entrambi i Paesi dobbiamo prendere in considerazione l'anno di nascita dei capi scoperti con l'applicazione dei test rapidi, come illustrato nella tabella successiva. I bovini più colpiti risultano quelli nati negli anni 1994 e 1995, così come in Italia. 100 1 c a s i c lin ic i te s ts + 90 80 60 50 17 91 40 74 30 7 43 20 10 5 7 1984 1985 1986 21 12 15 17 1991 1992 1993 11 29 11 2 2 1 1995 1996 1997 0 1987 1988 1989 1990 1994 a n n o d i n a s c it a 120 c lin ic i t e s t+ > 3 0 p ilo ta Dati al 24/89/2001 1 3 3 100 Francia 80 60 40 Casi per anno nascita dei capi Svizzera 70 20 0 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 Italia 7 6 7 1993 1994 1995 1996 1997 1 caso (Valle d’Aosta) nato nel 1987 2 1994 1995 1996 1997 ___________________________________________________________________________________________ MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 9 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA L'attività diagnostica dei 16 laboratori degli Istituti Zooprofilattici è a regime dal mese di febbraio di quest’anno, con una potenzialità di 20.000 test rapidi la settimana; questa quota è stata stimata considerando il numero di macellazioni che sono state effettuate negli scorsi anni. L’andamento temporale dei campioni ha messo in evidenza che, in questi primi mesi di attività, il numero di campioni conferiti è molto al di sotto del numero di campioni previsto ed è pari a meno della metà della potenzialità dei laboratori stessi. Nelle tabelle successive si nota che, dopo il primo caso confermato, cioè il 16 gennaio, c'è stata una notevole diminuzione nel numero dei campioni conferiti, verosimilmente imputabile ad un crollo delle macellazioni, seguito poi da una ripresa, sino al caso falso positivo di fine gennaio; si è così determinata una nuova diminuzione dei capi esaminati, seguita poi da un periodo di stabilità, con cali di minore entità dopo il secondo e terzo caso confermato, a metà febbraio. Nel mese di aprile c'è stato solo un caso di positività ai test, anche se il numero complessivo di animali esaminati è rimasto invariato. L’andamento sembra in relazione anche con l’attuazione del Regolamento europeo 2777/2000, norma a carattere commerciale, che ha previsto l’indennizzo per la distruzione di bovini di età superiore ai 30 mesi, distrutti senza esecuzione del test rapido. E' verosimile quindi che gli animali più a rischio siano in questo modo finiti nella cosiddetta “rottamazione” e quindi sfuggiti ai controlli. Un ritorno alle macellazioni nei mesi successivi e quindi un aumento dei test rapidi, ha visto un concomitante aumento dei casi di positività. Le linee celesti identificano i casi positivi. Campioni esaminati: dati quotidiani 1 gennaio - 19 agosto Campioni esaminati potenzialità al giorno media mobile su 15 gg. Poli 3° grado 3.000 2.500 2.000 1.500 2 R = 0,1685 1.000 500 Poli 3° grado = equazione polinomiale. E’ una funzione matematica che meglio descrive la variabilità dell’andamento dei valori nel complesso. ___________________________________________________________________________________________ 10 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 27-ago 20-ago 6-ago 13-ago 30-lug 23-lug 16-lug 9-lug 2-lug 25-giu 18-giu 4-giu 11-giu 28-mag 21-mag 7-mag 14-mag 30-apr 23-apr 9-apr 16-apr 2-apr 26-mar 19-mar 12-mar 5-mar 26-feb 19-feb 5-feb 12-feb 29-gen 22-gen 8-gen 15-gen 1-gen 0 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Prevalenza (casi/10,000 test) al 19 agosto 3,50 3.000 3,00 Campioni esaminati 2.500 PREVALENZA (casi/10000test) 2,50 2.000 2,00 1.500 1,50 1.000 1,00 500 0,50 27-ago 20-ago 6-ago 13-ago 30-lug 23-lug 9-lug 16-lug 2-lug 25-giu 11-giu 18-giu 28- 4-giu 21-mag 7-mag 14-mag 30-apr 23-apr 9-apr 16-apr 26- 2-apr 19-mar 5-mar 12-mar 19-feb 26-feb 5-feb 12-feb 29-gen 15-gen 22-gen 1-gen 0,00 8-gen 0 Campioni esaminati: dati settimanali 1 gennaio - 19 agosto 16.000 Campioni esaminati potenzialità settimanale 14.000 media mobile su 4 sett. media mobile su 7 sett. 12.000 Polin. 4° grado 10.000 8.000 R2 = 0,8481 6.000 4.000 2.000 27-ago 20-ago 13-ago 6-ago 30-lug 23-lug 16-lug 9-lug 2-lug 25-giu 18-giu 4-giu 11-giu 28-mag 21-mag 14-mag 7-mag 30-apr 23-apr 9-apr 16-apr 2-apr 26-mar 19-mar 5-mar 12-mar 26-feb 19-feb 5-feb 12-feb 29-gen 22-gen 8-gen 15-gen 1-gen 0 Polin 4° grado = equazione polinomiale. ___________________________________________________________________________________________ 11 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Nel grafico seguente si evidenzia la situazione epidemiologica italiana così come si è delineata dopo il primo semestre di sorveglianza attiva, a confronto con quella degli altri principali Paesi europei. Paesi a confronto ° /°°° p o sitivi a test rap ido p er d iecim ila cap i a risch io esam in ati 45,0 40,0 35,0 30,4 30,0 25,0 20,0 18,5 15,3 15,0 10,0 5,4 4,3 5,0 0,0 S pagna F ranc ia S vizzera Italia G erm ania Regno Unito Nel 1986, veterinari e allevatori iniziarono a segnalare nel Regno Unito la comparsa di una nuova forma di malattia a sintomatologia nervosa che colpiva vacche, in prevalenza da latte. I primi sintomi della malattia consistevano in variazioni del comportamento: stati di eccitazione, aumento di aggressività, movimenti improvvisi cui seguivano modificazioni dello stato mentale, alterazioni dello stato del sensorio, impossibilità di coordinazione dei movimenti. Nel giro di poche settimane si manifestava cachessia, anche se l’appetito era quasi normale e la durata del decorso clinico variava da due settimane ad un anno. La sintomatologia indirizzava verso una forma di encefalopatia trasmissibile e, con le prime indagini anatomo-patologiche, si stabilì una correlazione con le lesioni tipiche che si riscontravano nella scrapie. Nel 1986 e 1987, una malattia simile alla “scrapie” aveva colpito e portato a morte un nyala ed una gazzella che vivevano in un parco naturale nel sud Inghilterra. All’inizio, oltre ad una descrizione dei sintomi, non si riuscì a formulare una diagnosi e, esclusa la natura infettiva e contagiosa, si archiviò il tutto come una “oddity” (stranezza) veterinaria (Taylor, 1996). L’arrivo di questa nuova encefalopatia in forma epidemica portò tuttavia ad una ricerca più approfondita volta a stabilirne le possibili cause. Una traccia importante è fornita dalla mappa dei casi capitati nei primi 18 mesi. Apparve chiaro che era interessata una vasta zona di territorio, centro e sud Inghilterra, e questa era la classica forma di un’epidemia a sorgente comune piuttosto che un’epidemia contagiosa a macchia d’olio. Si cercò quindi di ___________________________________________________________________________________________ 12 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA individuare quale potesse essere il fattore comune a tutti questi casi (Wilesmith e coll., 1991). Una serie di studi caso – controllo considerò numerosi possibili fattori: si scoprì che il fattore di rischio che ricorreva maggiormente era l’uso di farine di carne e di ossa, con cui era alimentato il vitello nella fase dello svezzamento, al fine di fornire un supplemento proteico nella dieta. Nella tabella sono riportati i fattori di rischio considerati, con riferimento ai primi 169 casi di BSE, Regno Unito 1986, casi per i quali era disponibile una storia clinica e terapeutica (Wilesmith, 1993). Fattore di rischio n. casi Supplemento proteico farine di carne ed ossa 169 Vaccino Dictyocaulus viviparus 82 Vaccino Leptospira hardjo 8 Vaccino Salmonella dublin 5 Vaccino clostridiosi 18 Vaccino malattie respiratorie 5 Antisiero batterico 9 Ormoni Insetticidi con piretro Insetticidi organo fosforici 49 6 121 La verifica della tipologia degli allevamenti in cui si erano riscontrati i casi di BSE consentì di effettuare un confronto tra allevamenti da latte e da carne. Si dimostrò un’impressionante maggiore incidenza della malattia negli allevamenti da latte, coerente con il ruolo rivestito dall’utilizzo delle farine di carne e ossa consumate in quantità ben maggiore dal bestiame da latte rispetto a quello da carne. La maggior parte dei capi colpiti aveva un’età fra i tre e cinque anni e, considerato il lungo periodo di incubazione dell’encefalopatia, se si presume che l’esposizione all’agente causale sia iniziata con l’alimentazione, nella fase di svezzamento, con farine contenenti farine di carne ed ossa, si può datare con buona probabilità l’inizio dell’epidemia agli anni 1980 – 81. Questa nuova encefalopatia fu chiamata “encefalopatia spongiforme bovina” (BSE) e poiché i movimenti scoordinati e scomposti impedivano e rendevano pericoloso il normale governo dell’animale fu chiamata anche “mucca pazza”. Fu classificata nel gruppo delle encefalopatie trasmissibili e collegate all’agente causale della “scrapie”. Tuttavia, bovini ed ovini avevano pascolato insieme da sempre e mai si era verificato nel bovino una malattia simile alla scrapie degli ovini, già conosciuta e descritta all’inizio del 18° secolo (Taylor, 1996). ___________________________________________________________________________________________ 13 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA 45% 40% allevamenti da carne 35% percentuali 30% allevamenti da latte 25% 20% 15% 10% 5% 0% < 50 59-99 100-199 >200 allevamenti da carne 0,16% 0,90% 1,48% 2,19% allevamenti da latte 3,70% 15,16% 37,71% 41,09% Quali potevano essere la causa o le cause che avevano reso recettivo il bovino all’agente della scrapie? Perché le farine di carne ed ossa erano divenute infettanti? Erano prodotte in stabilimenti di trasformazione degli scarti di macellazione e degli animali morti. Furono censiti 46 impianti che trasformavano gli scarti di macellazione e gli animali morti in due prodotti: sego (grasso) ed una miscela, a basso titolo di grassi, di farine di carne ed ossa. Circa 1,3 milioni di tonnellate di materiale (15,9% grasso di rifilatura, 30,5% ossa, 33,4% frattaglie, 8,9% carcasse, 11,5% altro) era trasformato annualmente e proveniva per il 44,8% da bovini, 15,3% da ovini, 20,9% da suini e 19,0% da altre specie fra cui pollame. La crisi energetica ed il conseguente aumento dei costi avevano portato ad effettuare alcuni cambiamenti nel sistema di lavorazione con abbassamento della temperatura, lavorazione in continuo e riduzione dei tempi con l’abbandono della fase di estrazione dei grassi dai ciccioli. ___________________________________________________________________________________________ 14 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Due erano nel 1988 i sistemi di lavorazione adottati. In 33 stabilimenti la lavorazione avveniva con il sistema tradizionale. Veniva effettuata un’infornata, da mezza a 15 tonnellate, in un contenitore sottoposto all’azione del calore ed il materiale era sezionato in pezzi di circa 10 cm. In media si impiegavano 155 minuti per raggiungere una temperatura tra i 100°C ed i 150°C, che era mantenuta per un massimo di 20 minuti. Allo scarico il residuo solido veniva ulteriormente pressato o centrifugato per estrarre ulteriore grasso. Negli altri tredici stabilimenti la lavorazione avveniva, con il nuovo sistema in continuo che si stava imponendo. Il materiale entrava dove c’era il vapore per l’estrazione ed usciva al termine del ciclo diviso in grasso e ciccioli. Questo sistema implicava un notevole risparmio di tempo, in quanto la temperatura massima si raggiungeva molto velocemente. Il cambiamento maggiore che era avvenuto nel sistema di lavorazione consisteva però nell’abbandono, eccetto che in due stabilimenti, dell’uso dei solventi organici (benzene, ___________________________________________________________________________________________ 15 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA esano, percloetilene, tricloroetilene) per l’ulteriore estrazione di grasso dalle farine di carne ed ossa. I solventi organici erano ancora usati solo nei due grossi stabilimenti della Scozia. Si suppose pertanto che l’uso dei solventi, oltre ad implicare un’estrazione pressoché totale dei lipidi, avesse un’azione di denaturazione sulle proteine e contribuisse a mantenere bassi i livelli di infettività impedendo il salto di specie. Nello stesso periodo, vi fu in Inghilterra una diminuzione del patrimonio bovino, dai 13.6 milioni di capi del 1974 ai 9.5 milioni del 1995 (Anderson e coll., 1996); contemporaneamente gli ovini aumentarono da 26 a 40 milioni circa. L’incidenza della scrapie aumentò notevolmente, molte pecore malate e scartate per il consumo umano furono avviate alla trasformazione. In questo modo la concentrazione di agenti della scrapie nelle farine di carne poteva essere sufficiente per provocare la malattia nel bovino. A questo punto le carcasse dei primi bovini colpiti ed utilizzate a loro volta per produrre farine di carne avrebbero contribuito a propagare questa nuova variante ed a produrre una vera e propria epidemia. Nella tabella è riportato il numero di casi BSE riscontrati in Regno Unito ed EIRE dall’inizio dell’epidemia ai nostri giorni. Numero di casi di BSE riscontrati nel Regno Unito ed EIRE (Fonti: sito Ufficiale Ministero Agr. U.K. - MAFF e rapporto OIE 10 Aprile 2001) Gran Irlanda Bretagna del Nord Fino al 1987 Isola Totale Jersey Guernsey EIRE di Man Regno Unito 442 - - - 4 446 1988 2.469 4 6 1 34 2.514 1989 7.137 29 6 4 52 7.228 15 1990 14.181 113 22 8 83 14.407 14 1991 25.032 170 67 15 75 25.359 17 1992 36.682 374 109 23 92 37.280 18 1993 34.370 459 111 35 115 35.090 16 1994 23.945 345 55 22 69 24.436 19 1995 14.302 173 33 10 44 14.562 16 1996 8.016 74 11 12 36 8.149 74 1997 4.312 23 9 5 44 4.393 80 1998 3.179 18 5 8 25 3.235 83 1999 2.274 7 3 6 11 2.301 96 2000 1.512 14 - - 11 1.537 156 104 37 181.041 641 2001 177.853 1.803 437 149 695 Il numero di casi aumentò in modo impressionante anno per anno fino a raggiungere il culmine negli anni 92-93. Il sistema di rilevazione inglese è stato basato esclusivamente sulla sorveglianza clinica degli allevamenti con conseguente notifica di vincolo restrittivo per i capi sospetti. Se la diagnosi in vita è confermata, poichè “l’animale colpito da BSE non può che peggiorare”, seguono la macellazione, l’invio di materiale al laboratorio per la conferma o meno della ___________________________________________________________________________________________ 16 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA diagnosi. I dati riportati si riferiscono ai casi in cui il laboratorio ha confermato la diagnosi di BSE. L’epidemia non si fermò al Regno Unito ma casi di BSE si riscontrarono negli altri Paesi Europei. Si riporta l’anno in cui fu riscontrato il primo caso in ogni Nazione. Per il Regno Unito si fa risalire la comparsa dei primi casi nell’anno 1985 e l’ultimo Paese a diagnosticare per la prima volta un caso sul suo territorio è stata la Grecia. 1985 1989 Gran Bretagna EIRE: 1990 Portogallo: 1991 1992 Francia: Danimarca: 1994 Italia: 1997 1998 2000 2001 Belgio: Liechtenstein: Spagna: Grecia: 15 casi di cui 5 importati 1 (importato) 5 casi 1 Germania: 1 (importato) (importato) 2 (importato) 1 Lussemburgo: 1 Olanda: 2 1 1 1 Gli studi epidemiologici, via via effettuati, negli anni successivi confermavano sempre più che la maggiore o minore incidenza della malattia nei vari contesti era comunque sempre collegata all’utilizzo delle farine di carne ed ossa prodotte con il nuovo sistema in continuo. Una conferma (Ru, 1999) è fornita dagli studi compiuti da Wilesmith (Wilesmith, 1993) che riferì sulla marcata differenza nell’incidenza della BSE nelle isole Guernsey e Jersey. Gli allevamenti bovini delle due isole erano e sono isolati, in quanto l'importazione è proibita. Vi sono delle differenze con il resto del Regno Unito sulla modalità di conduzione dell’allevamento (compreso l’uso dei vaccini), ma dipendono completamente dalla madrepatria nell’acquisto di mangimi concentrati. Queste due isole fornirono la possibilità di un esperimento naturale. Accertato che la modalità della raccolta dei dati fosse uniforme, la marcata diversità dell’incidenza della BSE tra le due isole divenne oggetto di studio. Un’attenta ricerca rivelò che diversi erano i canali commerciali di rifornimento dei mangimi: la ditta che riforniva l’isola con i tassi di incidenza più bassi utilizzava nei propri mangimi una quantità nettamente inferiore di farine di carne. Il 18 luglio 1988 divenne esecutivo il bando delle farine di carne ed ossa dell’alimentazione dei ruminanti. Negli anni seguenti fu continuamente monitorata l’incidenza della malattia confrontando i tassi di incidenza per verificare l’eventuale diminuzione fra i capi nati dopo il bando. Questi studi (Wilesmith e coll., 1992; Wilesmith e coll., 1993; Hoinville, 1994), pur rilevando una netta diminuzione dell’incidenza fra i bovini nati dopo il bando (born after band “BAB”), dimostravano comunque che il numero di BAB colpiti da BSE continuava a ___________________________________________________________________________________________ 17 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA rimanere molto alto. Fu effettuato (Hoinville e coll., 1995) uno studio caso – controllo per verificare se i casi BAB potessero ricondursi ad un meccanismo di trasmissione diretta da animale ad animale o esistesse la possibilità di trasmissione verticale. Il dato relativo a quest’ultima fu in un primo momento considerato non significativo. Una possibile spiegazione dell’insorgere di casi BAB era fornita dalla quasi certezza dell’uso illegale di farine di carne nell’alimentazione dei bovini: 1. nei singoli allevamenti i mangimi contenenti farine di carne non furono distrutti ma continuarono ad essere utilizzati fino ad esaurimento; 2. molti casi di BAB furono riscontrati in aziende in cui erano allevate altre specie oltre ai bovini con la possibilità di scambio dei mangimi; 3. era possibile la contaminazione crociata in mangimificio durante la produzione di cicli successivi di mangimi destinati a specie diverse; 4. ultima, ma non meno importante, la vendita sottocosto, da parte dei produttori, di mangimi per bovini contenenti farine di carne ed ossa pur di eliminare le scorte. L’importanza della contaminazione crociata o dell’utilizzo illegale di mangimi con farine di carne fu inoltre dimostrata dal fatto che l’incidenza si manteneva alta nelle zone in cui c’era una forte concentrazione di allevamenti di suini e volatili misti con i bovini. In Inghilterra nel 1996 (Ru, 1999) fu proibito l’utilizzo di integrazioni dei mangimi con proteine ottenute da mammiferi per tutte le specie allevate. Nella tabella è riportato il numero di casi BSE su bovini nati dopo il bando delle farine del 1988 ed i casi di BSE riscontrati in totale (sito ufficiale Ministero Agricoltura U.K. - MAFF). Anno Casi BSE totali N° BAB % BAB 1993 42.931 8.393 19,55 1994 30.259 11.569 38,23 1995 17.945 10.369 57,79 1996 10.697 7.794 72,86 1997 5.604 4.824 86,08 1998 4.291 3.903 90,96 1999 2.894 2.816 94,37 2000 1.870 1.789 95,67 2001 317 304 95,90 L’effetto del bando delle farine di carne è ben chiaro: il numero di casi di BSE diminuisce anno dopo anno, ma il numero di casi BAB non può che spingere verso la ricerca di altre cause di origine e trasmissione della malattia. La possibilità di trasmissione verticale è stata studiata mediante la realizzazione di uno studio di coorte effettuato da Wilesmith e collaboratori, i cui risultati furono pubblicati nel 1997. ___________________________________________________________________________________________ 18 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Lo studio prende in considerazione 301 vitelli, nati tra agosto 1987 e novembre 1989, da madri poi colpite da BSE, e 301 vitelli provenienti dagli stessi allevamenti e nati nello stesso periodo, ma figli di vacche che, almeno fino a 6 anni, non ebbero sintomi di BSE. I 602 animali furono seguiti fino al settimo anno di età o fino alla comparsa della malattia. L’incidenza di BSE fu del 14% fra gli esposti e del 4,3% fra i non esposti, risultando di circa il 10% il rischio attribuibile all’esposizione. La valutazione statistica di questi dati li rendeva compatibili sia con la trasmissione dell’infezione da madre a figlio, sia con la trasmissione di una predisposizione genetica, che facilitasse la comparsa della malattia in animali alimentati con farine di carne infette. La possibilità di trasmissione verticale sembrerebbe confermata poiché il rischio tende a ridursi all’aumentare del periodo di tempo trascorso tra la nascita del vitello e la comparsa della malattia nella madre. Gli studi dell’epidemia di BSE basati su modelli matematici portarono a stimare che il numero degli animali che si erano infettati, fino al 1995, fosse tra 850.000 e 1.250.000. Di questi circa 5.100 casi sarebbero da attribuire alla trasmissione verticale. Tutti gli studi matematici concordano nel prevedere il declino della BSE e la sua scomparsa entro il 2010, a prescindere dalle strategie di lotta adottate, tenuto fermo il bando dei mangimi contenenti farine di carne nell’alimentazione dei ruminanti. Svizzera Il patrimonio zootecnico (Ufficio Federale Svizzero di Veterinaria, 1998) Popolazione bovina La popolazione bovina svizzera secondo il censimento del 1996 ammonta a circa 1.750.000 capi, allevati in 57.000 aziende. Negli ultimi 10 anni la popolazione bovina si è mantenuta pressoché stabile. Le razze principali sono la Bruna (258.000 capi iscritti), la pezzata rossa (290.000 capi), la frisona (65.000 capi). I vitelli all’ingrasso sono 135.000 (7,7% dei capi) mentre i vitelloni sono circa 180.000, pari al 10,3%. I capi destinati all’allevamento, compresa la rimonta, sono 1.450.000 circa (82%), di cui 750.000 vacche. Sono macellati ogni anno 850.000 capi bovini di cui 200.000 vacche. Popolazione ovina e caprina Sono allevati circa 420.000 capi ovini in 14.000 aziende e 60.000 capre in 7.200 aziende in massima parte con un numero di capi inferiore a 50. Epidemiologia della BSE (Ufficio Federale Svizzero di Veterinaria, 1998) Il primo caso di BSE diagnosticato in Svizzera è del novembre del 1990 e riguardò un bovino adulto abbattuto nel mese di luglio con sintomatologia nervosa. Nel gennaio del 1991 fu diagnosticato il secondo caso e successivamente, fino al 1994 si verificò un raddoppio del numero dei casi ogni anno. A partire dal picco registrato nel 1995 (68 casi), il numero andò progressivamente decrescendo, con un minimo provvisorio di 14 casi confermati nel 1998 ed un successivo significativo aumento dal 1999, in coincidenza con ___________________________________________________________________________________________ 19 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA l’avvio di un efficace programma di sorveglianza attiva della BSE. Nella Tabella 1 sono riportati, a partire dal 1990, i casi clinici sospetti denunciati ed i casi confermati nonché i casi positivi risultanti dal programma di sorveglianza per gli anni 99/00/01 (piano UP 99/00) e dagli esami volontari dopo macellazione: TABELLA 1: ANNI 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 - casi sospetti BSE denunciati 20 - di cui confermati 1 - di cui BSE-BAB (*) 0 - casi positivi nel piano UP 99/00 TOTALE CASI BSE 1 2001 (**) TOTALE 113 57 68 120 99 95 69 64 77 105 69 956 9 15 29 63 68 45 38 14 25 17 5 329 0 0 1 0 6 7 21 10 23 17 ? 85 25 16 11 (***) 50 33 16 9 15 29 63 68 45 38 14 52 381 (*) BSE-BAB: animali infetti nati dopo il 01/12/1990 data del bando delle farine di carne ai ruminanti. .(**) Dati aggiornati al 25/05. (***) Compresi 3 positivi all’esame volontario dopo macellazione normale. L’istogramma seguente evidenzia ulteriormente l’andamento complessivo della malattia sino al 25/05/2001. N° casi BSE 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 80 70 60 50 40 30 20 10 0 ___________________________________________________________________________________________ 20 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA La maggior parte degli animali colpiti da BSE è rappresentata da vacche da latte, mentre nessun maschio è risultato infetto. Relativamente all’età, il 70% dei capi risultati infetti aveva un’età compresa fra 4 e 5 anni, con un minimo di 32 mesi ed un massimo di 10 anni, come evidenziato nell’istogramma. 120 100 N° casi per eta' dei capi in anni 80 60 40 20 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Sino al 31/12/1998 il 97% delle stalle infette ha avuto un solo caso di positività; 7 stalle ebbero 2 casi ed una sola ebbe 3 infetti. Tutti i casi di positività riguardavano animali nati ed allevati in Svizzera; i 2/3 di questi erano nati e cresciuti nella stessa azienda; il terzo rimanente era stato acquistato da altra azienda. Nella distribuzione geografica della malattia, quasi tutti i Cantoni risultano colpiti, in particolare quelli a maggiore densità di popolazione bovina; solo tre, a carattere prevalentemente urbano, non hanno avuto capi infetti. Nel Canton Ticino si sono registrati 3 soli casi di BSE, negli anni 1994, 1995 e 1999. Dalle indagini epidemiologiche effettuate a seguito dei casi di BSE, non è stato trovato alcun elemento che indichi una trasmissione orizzontale (da un capo ad un altro) della malattia, né verticale (vacca-vitello): le madri di oltre il 50% dei casi BAB (vitelli infetti nati dopo il bando delle farine) erano ancora vive nel 1997 e non presentavano alcun sintomo nervoso. All’inizio del 1999 è stato avviato un programma di sorveglianza attiva (denominato UP 99/00) che ha dimostrato di essere molto efficace tanto da essere adottato da tutti gli Stati membri della UE. Tale programma consiste nel sottoporre ad un test rapido, messo a punto dalla società svizzera PRIONICS, oltre che tutti i capi con sintomatologia clinica sospetta (sorveglianza passiva), tutti i bovini di età superiore ai due anni deceduti per cause naturali, quelli macellati d’urgenza, nonché un campione statisticamente significativo di vacche macellate normalmente; è prevista anche la possibilità di sottoporre ad esame volontario, a spese dei privati, anche altri bovini regolarmente macellati (nei primi 5 mesi del 2001 sono stati esaminati 45101 capi di questa categoria con 3 positivi). I risultati di questo programma per 1999 - 2000 e 2001 (al 25/05), unitamente ai dati relativi all’esame volontario dopo macellazione normale, sono riportati nella seguente tabella: ___________________________________________________________________________________________ 21 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA TABELLA 2: 1999 CATEGORIA ANIMALI 2001 (al 25/05) TOTALE %. Animali Positivi Animali Positivi Animali Positivi Animali Positivi Positivi/ esaminati alla BSE esaminati alla BSE esaminati alla BSE esaminati alla BSE esaminati Deceduti/uccisi 7.176 Macellati d’urgenza 3.578 Regolarmente macellati (piano UP) 7.138 Esame volontario dopo macellazione 839 TOTALE 2000 18.731 16 7.380 8 3.081 3 17.637 27 0,0015 6 5.208 8 2.911 4 11.697 18 0,0015 3 7.866 0 2.259 1 17.263 4 0,0002 0 5.225 0 45.101 3 51.165 3 0,00006 25 25.679 16 53.352 11 97.762 52 0,0005 Ipotesi epidemiologiche Basandosi sulla teoria che la BSE origini dallo scrapie, la popolazione ovina inglese è stata considerata il catalizzatore dell’epidemia. In Gran Bretagna, nel l989, il 14% degli scarti usati per produrre mangimi originava da pecore. In Svizzera tuttavia solo l’1,3% dei materiali proveniva da ovicaprini ed inoltre la scrapie è stato descritto solo 5 volte: è quindi arduo sostenere un’origine di questo tipo. Diversamente, prima della proibizione, i materiali a rischio specifico d’origine bovina rappresentavano il 2,7% del materiale trattato; l’uso delle farine di carne e ossa era molto diffuso in Svizzera e proporzionalmente maggiore rispetto alla stessa Gran Bretagna. Si stima che ogni bovina abbia potuto ingerire una media di circa 5,5 Kg/anno di tali farine (Heim e Khim, 1999). Le indagini epidemiologiche portarono alla conclusione che l’origine della malattia in Svizzera fosse da attribuire a farine di carne importate da Francia, Germania e Benelux, Paesi che a loro volta importavano dalla Gran Bretagna (Vicari e coll., 1997). Analogamente ad altri Paesi europei, anche la Svizzera adottò, a partire dal giugno 1990, provvedimenti mirati al controllo della malattia ed alla riduzione dei potenziali rischi per il consumatore. Il bando dell’uso delle farine di carne e d’ossa nell’alimentazione dei ruminanti risale al 1/12/1990. Malgrado questa misura, la BSE si manifestò anche in animali nati dopo la proibizione (85 casi BSE-BAB), probabile conseguenza di una contaminazione crociata con alimento destinato a polli o suini (Ufficio Federale Svizzero di Veterinaria, 1998). Sin dal 1990, i mangimi per ruminanti prodotti sono regolarmente testati, con 100150 esami microscopici l’anno, per verificare l’assenza/ presenza di scarti animali, e non è stato accertato nessun caso di addizione volontaria. Tuttavia, circa il 40% delle farine contengono tracce d’ossa o muscolo, a concentrazioni bassissime (nel 97% dei casi inferiore allo 0,1%). Poiché la somministrazione di farine animali ai non ruminanti sino al 2000 non era proibita, è verosimile la possibilità di una contaminazione crociata (Ufficio Federale Svizzero di Veterinaria, 1998). Fu anche condotto uno studio sulla potenziale contaminazione con materiale a rischio BSE dei mangimi concentrati. I risultati suggerivano che lo 0,07% delle farine di carne ed ossa prodotte in Svizzera potesse avere un’infettività residua da BSE (Heim e coll., 1997). Scrapie e altre forme neurologiche (Ufficio Federale Svizzero di Veterinaria, 1998) Il primo caso di scrapie segnalato in Svizzera è del 1981 in una capra: da allora sono stati segnalati solo altri 5 casi (4 pecore e 1 capra). ___________________________________________________________________________________________ 22 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA I casi sospetti di disordini nervosi diagnosticati nei piccoli animali e negli animali domestici sono sottoposti ad indagine per escludere forme di TSE. Finora non sono state confermate forme di TSE nei cani o nei gatti. Portogallo La BSE è stata diagnosticata per la prima volta nel giugno 1990; da allora fino al 31 dicembre 2000 sono stati riscontrati 493 casi positivi (Commissione Europea, 2001). L’evoluzione annuale della BSE si è mantenuta stabile (un caso per anno) fino al 1993; successivamente, si sono accertati 12 casi nel 1994, 15 nel 1995, 31 nel 1996, 30 nel 1997, 127 nel 1998, 159 nel 1999 e 123 nel 2000 (Commissione Europea, 2001). Sin dal riscontro del primo caso di BSE il Portogallo restrinse le importazioni di bovini dal Regno Unito e consentì l’ingresso di animali vivi sotto i 6 mesi di età e della carne bovina disossata e senza visceri e linfonodi. Nel 1993, a seguito di raccomandazioni della CE e dell’OMS, il Ministero della Sanità del Portogallo effettuò uno studio sulle specialità farmaceutiche contenenti sostanze di origine bovina e commercializzate in Portogallo. Tale ricerca portò all’esclusione di una serie di derivati, che il Portogallo riunisce nella classe 2, essendo considerato troppo elevato il rischio di contaminazione. Nel giugno del 1994, la Commissione Europea, con la decisione 94/474/CEE, adottò misure complementari di protezione contro la BSE, attraverso trattamenti termici nella trasformazione dei residui provenienti dai ruminanti; proibì inoltre l’inclusione di farine di carne e di ossa nei mangimi. A questo punto anche il Portogallo ne proibì l’utilizzo per l’alimentazione del bestiame. Per quanto riguarda il 2001, il dato più aggiornato in nostro possesso si riferisce al 31 gennaio con 19 casi certi di BSE (Commissione Europea, 2001). Dall’insorgenza della malattia a tutt’oggi, si è riscontrato che l’età delle bovine affette corrisponde ad una media di 5 anni e 6 mesi (Commissione Europea, 2001). Nel caso specifico del Portogallo si è registrata un’impennata del numero di soggetti affetti fra i nati nel 1993 (36% del totale), picco che è andato velocemente scemando negli anni seguenti con l’entrata in vigore, nel 1994, della proibizione dell’uso di farine di carne nell’alimentazione dei ruminanti (Commissione Europea, 2001). N° di animali positivi 180 159 160 127 140 123 120 100 80 60 40 20 1 1 1 3 1990 1991 1992 1993 12 15 1994 1995 31 30 1996 1997 0 1998 1999 2000 ___________________________________________________________________________________________ 23 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Dal grafico si evince l’andamento delle positività riscontrate fra il 1990 e il 2000. Il picco corrisponde al 1999 con 159 casi, ma è interessante notare come dati simili si riscontrino anche in altri Paesi dopo il divieto nel 1994 di somministrare farine di origine animale ai ruminanti. Anche i dati riferiti all’anno precedente e successivo (animali della medesima coorte) risentono della stessa situazione. Oggi possiamo affermare che un riscontro così alto di positività negli ultimi tre anni, rispetto ai precedenti, è anche dovuto ad una maggiore sorveglianza da parte del Servizio veterinario portoghese nei confronti della BSE. Francia Lo studio descrittivo dell’evoluzione spazio temporale della BSE in Francia fondato, come per gli altri Paesi, sulla descrizione dei casi clinici e dei casi subclinici riscontrati in questi ultimi due anni grazie ai test rapidi, non può prescindere da alcune importanti considerazioni. Dopo il 1988 con la scoperta del ruolo delle farine animali come causa della trasmissione della BSE nei ruminanti, il governo francese avvia una rete di epidemiosorveglianza operativa fin dal 1990. Già nel 1989 la Francia bandisce le farine animali di provenienza inglese dall’alimentazione dei ruminanti; nel luglio del 1990 vieta l’uso delle farine derivate dai residui dei mammiferi nell’alimentazione dei bovini (Ducrot e coll., 2000). Malgrado queste misure i casi di BSE aumentano, evidenziandosi anche in animali nati dopo quest’interdizione. Prima di passare però alla descrizione del numero dei casi, del contesto geografico, dell’età e delle razze degli animali colpiti, è utile evidenziare che in Francia lo studio epidemiologico va diviso in due tempi ben distinti. Il primo va dal 1990 al 2000 ed è caratterizzato da uno studio epidemiologico fondato solo sulla sorveglianza clinica dei bovini di età superiore ai due anni che presentano turbe neurologiche caratterizzate da una lista di sintomi ben definiti e con un’evoluzione certa. Alla denuncia del veterinario aziendale, segue l’eutanasia o l’abbattimento e lo studio di conferma istologico o western blot eseguito dal Laboratorio di Referenza Nazionale di Lione (Ducrot e coll., 2000). Nel 1996 l’epidemiosorveglianza si affina con inchieste approfondite su ogni caso clinico da parte della B.N.E.V.S. (Brigade Nazionale d’Enquetes Veterinaries et Sanitaries) (Ducrot e coll., 2000). In particolare sono sottoposti a controllo i bovini importati da: Portogallo. Irlanda, Svizzera (1 caso positivo): Dal 28.02.1991, data del primo caso scoperto in Francia di BSE al 31.12.1998 sono segnalati 51 casi, mentre nel 1999 i casi sono 29 (sito del Servizio Veterinario Haute-Loire, 2001). Le autorità nel corso del 2000 decidono quindi di approfondire lo studio della BSE sulla scia della messa a punto dei test rapidi e anche perché continuano ad evidenziarsi casi di bovini NAIF (nati dopo l’interdizione delle farine di origine animale). Si affianca così all’epidemiosorveglianza clinica una rete di sorveglianza basata sull’uso del Prionics Test (Ducrot e coll., 2000). In un primo momento, viene eseguito uno studio pilota condotto su 40.000 bovini d’età superiore ai due anni abbattuti d’urgenza o morti o soppressi mediante eutanasia (categorie a rischio), nelle tre regioni del Nord – Ovest della Francia (Bretagna, Bassa ___________________________________________________________________________________________ 24 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Normandia e Paesi della Loira). Questi territori rappresentano l’area più a rischio per il legame commerciale con il Regno Unito e perché risultavano allora i più colpiti dalla BSE (Ducrot e coll., 2000). Il piano inizia nel luglio 2000, per concludersi a dicembre dello stesso anno e poi passare su scala nazionale, ed evidenzia 166 casi di BSE nell’arco del 2000. Al 27.03.2001 la situazione francese risulta espressa in questi numeri (Sito del Servizio Veterinario Haute-Loire, 2001): $ casi clinici segnalati: n. 210 (di cui 1 importato dalla Svizzera); $ test positivi del programma di ricerca: n. 71; $ test positivi al macello su bovini regolarmente abbattuti: n. 11; $ capi positivi di bovini esportati all’estero: n. 3 (1 Regno Unito, 1 Irlanda e 1 Portogallo). La classe d’età maggiormente colpita è quella dei bovini compresi tra i 4,5 ed i 6,5 anni e tende ad aumentare con il passare del tempo, indicando che probabilmente la fase critica del picco infettivo è stata superata (sito del Servizio Veterinario Haute-Loire, 2001). Da novembre 2000 (mese in cui si sono evidenziati 37 casi) le nuove segnalazioni sono in diminuzione (27 a dicembre 2000, 19 a gennaio 2001 e 10 a febbraio 2001). Oltre il 50% dei casi di positività è stato evidenziato negli ultimi 6 mesi dell’anno 2000 grazie ai 40.000 test eseguiti. I bovini più colpiti risultano quelli nati negli anni 1993 (48), 1994 (106) e 1995 (82). Solo 7 sono i positivi nati nel 1996 di cui nessuno nato dopo il mese di luglio e questo rappresenta un indice importante per l’ulteriore evoluzione della malattia in quanto, se sarà comprovato in futuro, potrà significare che le misure draconiane adottate contro l’uso di farine animali hanno sortito l’effetto desiderato, anche perché in nessun caso di positività è stata verificata una trasmissione in via verticale (madre – figlio) (sito del Servizio Veterinario Haute-Loire, 2001). L’età media dei bovini positivi al test eseguito al macello (11 casi) è di anni 5,8, quella dei bovini morti o abbattuti con l’eutanasia è di anni 6,4 mentre l’età media dei casi clinici frutto dell’epidemiosorveglianza è di anni 5,9. Al 21.03.2001, 286 casi positivi sono riferiti a bovini di razze produttrici di latte e rappresentano il 92,3% della totalità mentre solo il 7,2% appartiene a bovini di razze da carne. Il dato è ancora più evidente se si considera che l’86,8% della positività è stato riscontrato nelle 3 razze da latte francesi (Frisona, Montbeilarde e Normanna) che rappresentano da sole il 59% dei capi bovini nazionali (sito del Servizio Veterinario Haute-Loire, 2001). Un ultimo dato da sottolineare è l’incidenza della BSE calcolata sul numero dei casi clinici per milione di bovini. La Francia ha un patrimonio di 20 milioni circa di bovini, di cui 11 milioni sono superiori ai 2 anni d’età. Il tasso d’incidenza alla fine del 2000 è di 9,3 casi per milione sui bovini superiori a 2 anni, ben diverso da quello dei Paesi più vicini (6 casi per milione in Belgio, 0 per i Paesi Bassi). Geograficamente, al 27.03.2001, 207 casi su 295 sono stati segnalati nel Nord – Ovest della Francia (Bretagna, Bassa Normandia, Paesi della Loira) e rappresentano il 70,1% delle positività riscontrate in Francia (sito del Servizio Veterinario Haute-Loire, 2001). ___________________________________________________________________________________________ 25 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Germania La situazione epidemiologica tedesca è differenziabile in due periodi che corrispondono: 1. ad una prima fase basata sulla sorveglianza passiva, con particolare attenzione rivolta all’osservazione clinica dei bovini introdotti prima del divieto dai Paesi già infetti (Regno Unito e Svizzera); 2. ad una seconda fase integrata con la sorveglianza attiva (esecuzione dei test rapidi), avviata nell’autunno 2000. E’ necessario premettere alcune informazioni di carattere generale che consentono di inquadrare più chiaramente la situazione tedesca. Il patrimonio zootecnico tedesco, alla fine del 1996, comprendeva un totale di circa 287.000 allevamenti con 15.759.000 capi bovini. Il numero di femmine da allevamento era nel complesso di poco inferiore a 6.700.000 capi. Si stima (Eurostat) che nel 2001 i capi adulti ammontino a circa 6.600.000 unità (Federal Ministry of Food, Agricolture and Forestry, 1998). E’ ancora da precisare che in Germania il divieto di utilizzo di farine derivate da ___________________________________________________________________________________________ 26 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA residui di mammiferi per l’alimentazione animale è stato disposto nell’agosto del 1994, anticipato, nel marzo dello stesso anno, dal divieto di utilizzo di farine derivate da residui di ruminanti. Inoltre, nel gennaio del 1997, è stata emanata la “ BSE protection ordinance”, che ha disposto l’obbligo di abbattimento dei capi originari dal Regno Unito e dalla Svizzera. Sono stati abbattuti oltre 5000 capi di questa categoria, con l’effettuazione dell’esame di circa 400 encefali. Ad ottobre del 1997, restavano da eliminare 1220 soggetti importati da Regno Unito e Svizzera, posti sotto sorveglianza (Federal Ministry of Food, Agricolture and Forestry, 1998). Nella prima fase del piano di controllo BSE, basata sulla sorveglianza passiva, sono stati esaminati 14173 encefali bovini appartenenti a capi che presentavano sintomatologia nervosa (per la maggior parte dei casi riconducibile a listeriosi, malattia di Aujeszky o rabbia). In questo periodo sono stati individuati 6 casi di malattia: tutti interessavano animali importati (5 da Regno Unito e 1 da Svizzera), di cui 4 (del 1994) diagnosticati su base clinica. I rimanenti due casi sono stati evidenziati: $ un capo originario dal Regno Unito: all’abbattimento, in ottemperanza all’Ordinanza del 27/1/97; $ un capo originario dalla Svizzera: all’esame in seguito a morte in stalla. La data di nascita dei capi infetti è compresa tra il 1986 ed il 1988, con prevalenza (3 casi) del 1988 (Federal Ministry of Food, Agricolture and Forestry, 1998). L’evoluzione della situazione epidemiologica europea e l’insufficiente efficacia ai fini diagnostici della sorveglianza passiva hanno imposto anche alla Germania l’integrazione con sorveglianza attiva, mediante effettuazione dei test rapidi. Dal novembre 2000, il piano di controllo BSE (sito ufficiale del Ministero Federale Tedesco –German Federal Ministry of Consumer Protection, Food and Agricolture, 2001) ha interessato le seguenti categorie (test effettuato dai 24 mesi di età): 1. capi con sospetto clinico BSE; 2. capi morti in allevamento, macellati d’urgenza od inviati alla regolare macellazione con riscontri di malattia alla visita ante-mortem; 3. capi sani regolarmente macellati; 4. capi da esaminare perché soggetti a particolare rischio (promiscui nei focolai, prole di capi positivi, positività mangimi, ecc.) Da gennaio a giugno del 2001 sono stati esaminati i cervelli di 1.239.520 bovini ripartiti secondo le categorie indicate in tabella 1. La data di nascita dei capi infetti è compresa tra il 1991 (anno del bando) ed il 1998, con prevalenza degli anni 1995 (27 casi) e 1996 (55 casi). Il capo più giovane diagnosticato infetto è nato nel settembre 1998 (regolarmente macellato a 28 mesi). In due casi si è avuto il riscontro di due positività nella stessa azienda (in entrambe i casi i capi infetti erano nati nello stesso anno: 1996). Le tabelle 2 e 3 riportano i dati di dettaglio (sito ufficiale del Ministero Federale Tedesco –German Federal Ministry of Consumer Protection, Food and Agricolture, 2001). La distribuzione geografica dei focolai, concentrati in Baviera, è descritta nella cartina. ___________________________________________________________________________________________ 27 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Tabella 1. Numero di test rapidi eseguiti nel periodo gennaio – giugno 2001 (sito ufficiale del Ministero Federale Tedesco –German Federal Ministry of Consumer Protection, Food and Agricolture, 2001) NUMERO DI ESAMI Di cui CATEGORIA TOTALE Morti 147.521 Macellati d’urgenza/necessità 4.176 Capi con segni clinici alla visita ante 43 mortem Capi regolarmente macellati 1.074.997 Capi esaminati nel corso di 12.612 abbattimenti per BSE* Casi sospetti alle indagini di 171 laboratorio Totale 1.239.520 * coorte di nascita, discendenza, animali di allevamenti con BSE POSITIVI NEGATIVI 28 17 9 147.493 4.159 34 22 2 1.074.975 12.610 2 169 80 1.239.440 Tabella 2. BSE in Germania (aggiornato al 22/8/01) Anno diagnosi N° casi 1994 4 imp. 1997 2 imp. Totale 6 Data nascita positivi 3 1988 1 1986 2 1989 2 positivi in stesso allev. Distribuzione casi per mesi 2000 1994-'97 2000 7 (da nov.) 2001 94 1 1994 2 1995 4 1996 55 1996 27 1995 7 1994 2 1998 1 1991 2001 2 novembre 1 dicembre 6 gennaio 22 febbraio 15 marzo 10 aprile 5 maggio 19 giugno 12 luglio 6 agosto 8 1 1992 1 1997 Totale 2000-2001 101 ___________________________________________________________________________________________ 28 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA TAB. 3 BSE in Germania – Distribuzione per data di nascita capi positivi (aggiornato al 31/3/01) Anno nascita N° casi % su n° casi di cui n° casi clinici % su n° casi 2 positivi in stesso allevamento 1986 1 1,8 1 1,8 - 1988 3 5,3 3 5,3 - 1989 2 3,5 - 0,0 - 6 10,5 4 7,0 - Tot. '94-'97 1994 4 7,0 4 7,0 - 1995 12 21,1 2 3,5 - 1996 31 54,4 6 10,5 2 1998 3 5,3 1 1,8 - non indicata 1 1,8 0,0 - 51 89,5 22,8 2 13 Tot. '00-'01 Totale generale 57 17 2 ___________________________________________________________________________________________ 29 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA NUMERO DI CASI POSITIVI IN GERMANIA SUDDIVISI PER REGIONI NOVEMBRE 2000 – 22 AGOSTO 2001 (totale 101) SCHLESWIGHOLSTEIN 11 MECKLENBURG 2 BRANDEBURG NIEKDERSACHESEN 2 13 SACHSEN-ANHALT NORDRHEINWESTFALEN 4 SACHSEN 2 3 HESSEN 2 RHEINALDPFALZ 4 1 BAYERN SAARLAND BADENWUTTEMBERG 49 8 ___________________________________________________________________________________________ 30 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Spagna Dai dati EUROSTAT, risultano presenti in Spagna 3.400.000 capi bovini adulti. Il piano nazionale BSE, basato sulla sorveglianza passiva fino al novembre del 2000, non ha fatto evidenziare, fino a quella data, casi di malattia. Nel complesso la Spagna risulta aver segnalato un numero relativamente limitato di sospetti clinici, per altro non confermati in sede di laboratorio: fenomeno dovuto al fatto, secondo l’autorità spagnola, che il riscontro di animali con sintomi neurologici BSE compatibili è evenienza piuttosto rara e solitamente riconducibile a casi di listeriosi. Negli anni '98-'99, sono stati esaminati 1405 encefali, di cui 120 appartenenti a bovini con sintomi nervosi e 1285 a capi con patologie ad andamento progressivo. Dei 120 casi con sintomatologia nervosa, 90 sono stati ricondotti a diagnosi alternative (per lo più listeriosi). Per il 2000 era in previsione l’esame di circa 1000 encefali. Fino ad ottobre 2000 non sono state evidenziate positività per BSE (Documento SANCO 1170/2000 MR-Final). Dal novembre 2000 anche la Spagna ha integrato con la sorveglianza attiva il proprio piano di controllo BSE. Nel 2001 (fino al 31.7.01) è stato effettuato un totale di 160.537 esami, distribuiti secondo le categorie riportate in tabella : ESAMI POSITIVITA’ CATEGORIE 372 6 sospetti clinici 15.039 23 morti /mac. d’urgenza 142.968 23 Macellazione regolare 2.158 1 indagine a seguito P In totale dal novembre 2000 al 6 settembre 2001, sono stati denunciati 62 casi di positività, di cui 6 con evidenza clinica (Sito Ufficiale Spagnolo). La data di nascita dei capi infetti è compresa tra il 1986 e il 1997, con prevalenza degli anni 1993, 94, 96 (12 casi per anno) e 1995 (19 casi: vedi tabella 1). I casi di malattia sono concentrati nella regione nord-ovest del Paese (vedi cartina). ___________________________________________________________________________________________ 31 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA TAB. 2 - Casi di BSE in Spagna (aggiornato al 6/9/01) Anno diagnosi N° casi N° casi clinici 2000 2001 2 60 6 62 6 Totale 8 Data nascita positivi 2 1 1 2 8 9 19 12 5 Distribuzione casi per mesi Anno 2000 mese Novembre Dicembre 2001 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Totale 1995 1986 1989 1991 1993 1994 1995 1996 1997 n° casi 1 1 10 20 6 6 2 2 6 6 2 62 Casi positivi di BSE in Spagna suddivisi per Regioni Novembre 2000 – 6 settembre 2001 (Totale 62) 1 24 5 3 6 11 2 1 1 ___________________________________________________________________________________________ 32 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Belgio La valutazione del rischio geografico effettuata dall'UE ha posto il Belgio a livello III, come la maggior parte dei Paesi europei, ovvero tra i Paesi in cui la BSE è confermata a bassi livelli. Il patrimonio bovino belga ammonta a circa 3 milioni di capi (anno 2000), di cui un milione e mezzo sopra i 24 mesi d’età, allevati in 48 mila aziende. Nel 1999 sono stati macellati 565.000 bovini e sono state effettuate 3.800 macellazioni d'urgenza in un totale di 94 macelli; per l’anno 2001 è stato calcolato in circa 360.000 il numero di bovini, al di sopra dei 30 mesi di età, che potranno essere macellati. Andamento cronologico delle positività Il 17 settembre 1997, una bovina, nata nel 1992, con turbe del sistema nervoso centrale, fu macellata di necessità; la procedura prevedeva in questi casi il prelievo della testa ed il suo invio all’Istituto Pasteur di Bruxelles per la diagnosi della rabbia (Vanopdenbosch e coll., 1998). I controlli per rabbia furono negativi e il 24 settembre furono eseguiti i test per l’eventuale presenza di BSE. La ricerca delle SAF fu negativa, mentre l’esame istopatologico ed immunoistochimico diedero risultato positivo, successivamente confermato dal Laboratorio Europeo di Referenza di Weybridge. I 33 animali dell’azienda vennero abbattuti e furono esaminati gli encefali di tutti i bovini con più di 24 mesi di età; furono anche abbattuti tutti i discendenti e gli animali della coorte. Dal 1992, anno di nascita della bovina colpita, risultavano esportati 9 bovini originari dell’allevamento: 4 in Francia, 1 nei Paesi Bassi, 2 in Germania e 2 in Italia; tutti i Paesi furono avvisati. La procedura in vigore fino al 30 ottobre 1997 prevedeva che le carcasse di bovini sospetti di rabbia fossero inviate immediatamente ad uno stabilimento di rendering per essere trasformate in farina per la produzione di alimenti destinati ai non ruminanti. In questa circostanza le farine ottenute furono destinate parte in Belgio e in parte esportate in Polonia e nei Paesi Bassi. Dal 30 ottobre 1997 la procedura venne modificata in modo che in tutti i casi di sospetto di malattia del sistema nervoso centrale la carcassa venisse sistematicamente incenerita. Dal 1 gennaio 2001, data dell’entrata in vigore dei test rapidi, utilizzati in modo sistematico su tutti i bovini di età superiore ai 30 mesi, in Belgio sono stati diagnosticati 21 casi di BSE. Di questi: quattro sono stati evidenziati per mezzo del sistema di sorveglianza sugli animali vivi, in allevamento o al macello; un caso è stato diagnosticato in seguito ai test effettuati sugli animali abbattuti all’interno di un focolaio e gli altri sedici con i test rapidi. Dal 1 gennaio al 16 agosto, data di conferma del quarantesimo caso di BSE, dal 1997, sono stati effettuati 206.871 test rapidi. Dei quattro casi clinici evidenziati nel 2001 nell’ambito del sistema di sorveglianza, in tre il sospetto è stato elevato in allevamento, nel rimanente durante l’ispezione ante mortem al macello. ___________________________________________________________________________________________ 33 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA La maggior parte degli animali affetti dalla malattia appartenevano ad allevamenti da latte ed alcuni a tipologia mista latte/carne; gli ultimi casi del 2001 si sono verificati tutti nelle province delle Fiandre, ad eccezione di uno nella provincia di Liegi Il trentasettesimo caso di BSE (diciottesimo caso del 2001) è stato scoperto nell’ambito dei controlli effettuati sugli animali abbattuti all’interno di un focolaio; è la prima volta che in Belgio è riscontrato positivo un secondo bovino di uno stesso allevamento. L’animale apparteneva alla coorte di nascita del trentaseiesimo caso di BSE. All’interno di un focolaio vengono controllati con il test rapido tutti in bovini che hanno più di due anni d’età (Agenzia Federale per la Sicurezza della catena alimentare. Bruxelles). Casi di BSE in Belgio dal 1997 al 9 agosto 2001 (Agenzia Federale per la Sicurezza della catena alimentare. Bruxelles) 1 Data di conferma 31/10/97 N° bovini in allevamento 36 Data di nascita 1992 2 10/3/98 54 26/12/92 3 29/3/98 184 22/8/93 4 20/4/98 82 20/7/93 5 11/9/98 38 14/3/94 6 30/9/98 81 14/11/92 7 17/11/98 213 3/93 8 8/4/99 161 1990 9 29/6/99 165 15/1/94 10 9/12/99 135 19/11/93 11 24/1/00 69 1995 12 14/3/00 313 21/7/95 13 13/4/00 207 8/7/93 14 19/6/00 118 1993 15 26/9/00 75 1993 16 2/10/00 46 5/95 17 11/10/00 86 1994 18 20/10/00 19 1994 19 23/11/00 129 31/3/93 Casi NOTE Carcassa al rendering diagnosticato al macello ___________________________________________________________________________________________ 34 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Casi anno 2001 20 Data di conferma 16/1/01 N° bovini in allevamento 78 Data di nascita 12/91 Test rapido 21 16/1/01 274 8/92 Test rapido 22 25/1/01 105 10/94 Test rapido 23 21/2/01 167 1996 Test rapido 24 26/3/01 137 ? Test rapido 25 26/3/01 51 ? Test rapido 26 4/4/01 144 ? Caso clinico 27 5/4/01 53 11/94 Test rapido 28 19/4/01 33 2/1/94 Test rapido 29 24/4/01 74 9/10/95 Test rapido 30 26/4/01 81 25/1/96 Test rapido 31 2/5/01 242 26/12/95 Test rapido 32 8/5/01 162 26/2/96 Caso clinico, diagnosi alla visita ante mortem al macello 33 18/5/01 105 1/8/94 Caso clinico 34 23/5/01 34 9/9/96 Caso clinico 35 10/7/01 56 6/7/96 Test rapido 36 10/7/01 146 26/12/95 Test rapido 37 27/7/01 146 9/5/95 Appartenente alla stessa coorte di nascita del caso precedente 38 7/8/01 133 7/7/96 Test rapido 39 9/8/01 153 15/2/94 Test rapido 40 18/8/01 105 15/1/94 Test rapido Casi ANNO DI NASCITA NOTE ANNO DI DIAGNOSI 1997 1998 1990 1999 2000 1 1991 1992 2001 1 1 3 1 1993 2 1 4 1994 1 1 1 6 4 4 1995 1996 6 Non si conosce l'anno di nascita di tre casi positivi relativi al 2001. ___________________________________________________________________________________________ 35 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Olanda La valutazione del rischio geografico fatta dall'UE ha posto l'Olanda a livello III, come la maggior parte dei Paesi europei e in altre parole tra i Paesi in cui la BSE è confermata a bassi livelli. In Olanda esistono approssimativamente 4.000.000 di bovini, in circa 46.000 allevamenti. Tutte le aziende olandesi sono obbligatoriamente sotto controllo veterinario (2.200 veterinari pubblici e 500 liberi professionisti). Il primo caso di BSE è stato diagnosticato nel 1997 e fino ad oggi sono 15 i casi confermati; l’età media degli animali colpiti è di 5,7 anni; il bovino più vecchio aveva 6,8 anni e il più giovane 4,9. Alcuni degli animali colpiti da BSE sono di razza Holstein Frisona, ma la maggior parte sono incroci e molti provengono da allevamenti da latte. Finora non si sono verificati due casi di BSE nello stesso allevamento. Quasi tutti gli allevamenti colpiti praticano la fecondazione artificiale e fanno uso di mangimi concentrati. Dal 1 gennaio 2001 tutti gli animali macellati d’età superiore ai 30 mesi vengono sottoposti al test rapido per la BSE approvato dall'UE. Ciò comporta l'esecuzione di circa 700.000 test l'anno Precedentemente venivano testati solo gli animali con sintomi ascrivibili alla BSE e solo a campione si effettuava qualche test su altri animali. A partire dall’autunno 2000 sono stati effettuati test a campione sugli animali macellati d’urgenza e morti in azienda. L'aumento del numero dei test ha provocato un incremento dei casi di BSE rispetto al passato, come si può dedurre dalla tabella qui di seguito riportata. Casi di BSE in Olanda Nr. Data di conferma Data di nascita 1 21-03-1997 10-01-1992 2 07-04-1997 12-12-1991 3 26-08-1998 09-09-199 4 22-10-1998 18-12-1991 5 07-01-1999 06-02-1994 6 17-03-1999 02-04-1993 7 16-11-2000 30-12-1993 8 29-12-2000 27-10-1994 ___________________________________________________________________________________________ 36 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Casi diagnosticati a partire dal 2001 Nr. Data di conferma Data di nascita 9 11-01-2001 02-01-1993 10 31-01-2001 11-08-1995 11 08-02-2001 29-06-1995 12 14-02-2001 26-02-1996 13 23-02-2001 21-12-1996 14 01-03-2001 25-12-1996 15 17-04-2001 19-02-1992 Casi confermati e casi sospetti fino a giugno del 1999 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 casi confermati 0 0 0 0 0 0 2 2 2 casi sospetti 2 0 2 0 1 22 35 25 27 2000 0 2001 0 Casi di BSE in bovini d’origine olandese (casi esportati) casi esportati 1995 1 1996 1 1997 3 1998 1 1999 0 Dei tre casi relativi al 1997, due sono stati diagnosticati in Irlanda, mentre il caso relativo al 1998 è stato riscontrato positivo nel Regno Unito. Negli anni 1995, 1996 e 1997, sono risultati affetti da BSE nel Regno Unito, animali d’origine olandese; tuttavia questi animali erano stati esportati ad un’età relativamente bassa rispetto all’età alla quale hanno sviluppato la BSE e le stesse Autorità inglesi non possono escludere che questi animali si siano infettati nel Regno Unito. Le Autorità olandesi non considerano questi casi d’origine olandese. Descrizione di alcuni casi $ Il settimo caso di BSE olandese era un animale macellato per confermare la diagnosi clinica. L'allevamento era costituito da 61 vacche: tutte sono state macellate e le carcasse distrutte. Tutti i bovini nati nello stesso anno (metà ‘93 - metà ‘94) sono state esaminati: due si trovavano ancora nello stesso allevamento e due in un'altra azienda. Le cinque sorelle della vacca infetta erano ancora nell'azienda stessa. ___________________________________________________________________________________________ 37 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA $ Il primo bovino positivo nel 2001 è stato soppresso perché non reagiva più alla terapia e quindi inviato come carcassa ad un rendering. I 128 bovini dell’azienda sono stati macellati e distrutti ed i loro cervelli esaminati. Stessa sorte è toccata ai discendenti della bovina infetta ed agli animali della “birth cohort” ancora in vita. $ Gli altri casi di BSE relativi al 2001 sono stati individuati mediante diagnosi con test rapido; il primo caso di positività dopo l’introduzione del test rapido si è avuto dopo 48.914 test negativi. Danimarca Il primo caso di BSE in Danimarca è stato riscontrato nel 1992 in una bovina di 5 anni importata dalla Scozia e allevata in un’azienda del nord della penisola dello Jutland in cui vi è la maggior densità zootecnica (364.500 capi nel 1998 su un patrimonio zootecnico complessivo di circa 2.000.000 di capi di cui 700.000 vacche). Il 28 febbraio del 2000 si è verificato il secondo caso autoctono in una vacca di razza rosso danese di 3 anni e mezzo appartenente ad un allevamento di 70 vacche lattifere, situato nella regione di Himmerland (North Jutland). Nel 2001 sono stati diagnosticati 2 casi autoctoni: il primo, rilevato nel mese di gennaio, in una bovina di 7 anni di età proveniente da un’azienda del North Jutland (Fyerritslev), il secondo, di febbraio, in una bovina di 4 anni allevata a Sonderborg (Senderjylland) (sito ufficiale danese – Danish Veterinary and Food Administration). Il 1/10/00 la Danimarca ha iniziato il programma di vigilanza, basato sull’impiego dei test sui capi appartenenti a diverse categorie a rischio. Nella tabella seguente sono indicati i risultati del programma di vigilanza aggiornati al giugno 2001. 2000 positivi 2001 negativi positivi negativi Capi sottoposti a macellazione differita superiori ai 24 mesi 0 326 0 887 Animali macellati regolarmente 0 0 0 40 Capi morti superiori ai 24 mesi 0 390 0 4.235 Controlli della coorte 0 102 0 1.608 Capi da eliminare importati dall’UK 0 6 0 8 Capi sotto sorveglianza per sospetto clinico di BSE 0 0 1(*) 28 (*) capo morto di morte naturale nell’allevamento di Fjerritslev ___________________________________________________________________________________________ 38 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Situazione epidemiologica dei Paesi Europei a confronto. Ultimi aggiornamenti A partire dal 2001 tutti i Paesi comunitari hanno affiancato alla sorveglianza passiva nei confronti della BSE un piano di sorveglianza attiva, basato sull’impiego dei test rapidi su determinate categorie di animali a rischio. I livelli di incidenza e prevalenza relativi al 2001 per i singoli Paesi dell’Unione sembrano comunque concordare con i livelli di rischio stimati grazie all’esercizio di valutazione del rischio geografico concluso dalla Commissione Europea nel Luglio 2000. Nella tabella sottostante sono riportati i dati relativi alla attività svolta in Unione Europea sia per quanto riguarda la sorveglianza passiva (esame dei capi sospetti clinicamente e relativi positivi riscontrati) sia per quella attiva (esami effettuati sui capi appartenenti a categorie di rischio e relativi positivi) secondo l'ultimo aggiornamento messo a disposizione dalla Commissione (al 31 agosto 2001). Bovini adulti (milioni) Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Olanda Austria Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito6 Totale ____________ 1,5 0,9 6,6 0,3 3,4 11,0 3,4 3,4 0,1 1,8 1,0 0,8 0,4 0,7 5,3 40,8 Animali sospetti di BSE2 N° P 174 3 57 1 195 2 3 0 433 6 385 72 311 65 4 0 14 0 74 3 1 0 241 32 3 0 14 0 773 434 2.682 618 Animali a rischio3 N° 3.724 10.592 192.639 971 22.426 50.968 9.769 38.037 1.034 21.207 6.027 3.662 11.596 16.700 10.970 400.322 P 1 0 65 0 26 43 28 11 0 5 0 14 0 0 37 230 Animali sani regolarmente macellati4 N° P 206.866 17 152.840 1 1.402.601 24 8.889 1 171.493 2 1.389.000 39 244.411 15 180.860 16 13.954 0 239.248 4 127.458 0 12.383 2 3.717 0 409 0 530 0 4.154.659 145 Controlli correlati ai focolai5 N° P 1.807 1 2.687 1 12.920 3 95 0 2.539 1 8.277 0 4.731 0 1.186 0 2 0 1.099 0 0 0 1.653 0 0 0 0 0 0 0 36.996 6 1 Fonte: EUROSTAT Animali registrati come sospetti clinici di BSE 3 Animali morti in azienda, macellati d’urgenza o inviati alla normale macellazione ma riscontrati malati all’ispezione ante mortem 4 Animali sani soggetti alla normale macellazione 5 Accertamenti condotti sui capi abbattuti in fase di estinzione dei focolai. 6 Dati relativi alla sola Gran Bretagna 2 Dai dati in tabella è evidente come la prevalenza della malattia sia comunque molto bassa: nel periodo considerato, sono stati identificati complessivamente 999 casi di BSE su oltre 4,5 milioni di capi esaminati (considerando la sola sorveglianza attiva, significa un caso ogni circa 12000 animali esaminati). Non tenendo conto della situazione inglese (in cui prevale il ricorso alla sorveglianza passiva che ha consentito di identificare la quasi totalità dei casi), nel resto dell'Unione circa un terzo dei casi sono stati identificati in ambito di sorveglianza passiva (184 su 528 totali): l'Italia nonostante disponga di un patrimonio zootecnico di grandi dimensioni (pari a quello di Irlanda e Spagna) ha identificato un numero esiguo di sospetti clinici; inoltre nessuno dei casi di BSE identificati nel nostro Paese è derivato dall’attività di sorveglianza passiva. Per quanto riguarda le positività riscontrate all'interno delle diverse categorie in tutta l’Unione Europea (Regno Unito escluso) la loro frequenza è risultata pari ad un caso di BSE ogni 28.653 capi regolarmente macellati, un caso ogni 6.166 capi abbattuti nel medesimo allevamento e uno ogni 1.741 capi a rischio (morti o macellati d'urgenza o malati). La frequenza della malattia è quindi circa 16 volte maggiore tra i capi a rischio rispetto a quelli regolarmente macellati. ___________________________________________________________________________________________ 39 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Il confronto fra i livelli di incidenza 2000 – 2001 nei diversi Paesi (grafico 1) sottolinea l’efficacia dell’integrazione della sorveglianza passiva con quella attiva. In Portogallo e nel Regno Unito l'incidenza del 2001 è scesa rispetto all'anno precedente mentre in Paesi come Francia, Svizzera e Irlanda risulta solo in lieve aumento rispetto all’anno precedente. La sorveglianza passiva in questi Paesi quindi era probabilmente già efficace, in grado cioè di rappresentare la reale situazione epidemiologica. Ciò vale anche tenendo presente che in Svizzera e Francia la sorveglianza attiva era stata avviata almeno parzialmente già nel 2000, interessando però solo un numero relativamente limitato di capi (tutti i capi appartenenti a categorie a rischio in Svizzera, mentre in Francia non oltre 40.000 soggetti appartenenti alle stesse categorie). In Italia, Germania e Spagna l’applicazione della sorveglianza passiva, la sola applicata fino alla fine del 2000, non si è dimostrata altrettanto efficace. L'introduzione della sorveglianza attiva ha coinciso con l'identificazione della malattia e ha permesso di mettere in evidenza livelli di incidenza decisamente più elevati rispetto all’anno precedente in cui erano prossimi o uguali a 0. Considerazioni analoghe valgono per vari altri Paesi dell'Unione (Belgio, Danimarca, Olanda, Grecia, Austria, Finlandia). Grafico 1: Confronto incidenze 2000 – 2001 (casi /milione di capi >24 mesi d’età/anno) Dati al 31/12/2001 Fonte: C.E.A. – Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta 30 0,0 29 0,0 28 0,0 27 0,0 26 0,0 25 0,0 24 0,0 23 0,0 22 0,0 21 0,0 20 0,0 19 0,0 18 0,0 17 0,0 16 0,0 15 0,0 14 0,0 13 0,0 12 0,0 11 0,0 10 0,0 90 ,0 80 ,0 70 ,0 60 ,0 50 ,0 40 ,0 30 ,0 20 ,0 10 ,0 0,0 2001 2000 1 4,1 A us tria F inland G reec e D enm ark N eth erlan ds Italy G erm an y F ranc e S pain B elgiu m S witzerlan d Irelan d R ep. P ortug al UK Il grafico 2, aggiornato al 31 dicembre 2001 riporta il numero assoluto di casi di BSE a livello mondiale evidenziando il riscontro sporadico di malattia in Paesi che risultavano indenni (Il Regno Unito, non incluso nel grafico, ha accumulato ormai un numero complessivo di casi pari a 181.783). Ai 50 casi confermati in Italia al 31 dicembre 2001(dei quali 48 sono autoctoni e determinano un valore di incidenza per l'anno 2001 pari a 14,1 casi per milione di capi di età superiore ai 24 mesi) devono essere aggiunti 2 casi riscontrati nei primi giorni del 2002. La distribuzione geografica dei focolai sostanzialmente ricalca la distribuzione della popolazione bovina nazionale: l'insieme delle regioni del Nord Italia in cui sono stati identificati la maggior parte dei casi di BSE (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincie Autonome di Bolzano e di Trento ed Emilia Romagna) rappresenta il 65,7% dell'intero patrimonio bovino italiano al di sopra dei 24 mesi. Rispetto al dato nazionale, nelle cinque regioni dove si concentrano i casi osservati (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Friuli V.G. con 38 casi su 48) i livelli di incidenza variano tra 6,7 e 56,8 casi per milione di capi. I casi inoltre sono particolarmente concentrati in alcune province: 6 focolai a Brescia, 5 a Cremona, 4 a Reggio Emilia, 3 a Parma e Vicenza, 2 a Belluno, Cuneo, Mantova, e Udine. ___________________________________________________________________________________________ 40 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001 CAPITOLO 1 __________________________________________________ EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA Grafico 2: Casi di BSE nel mondo (in parentesi l'anno di primo riscontro della malattia) Dati al 31/12/2001 Fonte: C.E.A. – Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Ireland (Rep.) (1989) 605 Portugal (1994) 407 Switzerland (1990) 822 516 France (1991) 132 Germany(2000) 86 65 Spain (2000) Belgium (1997) 28 Netherlands (1997) 7 4 3 2 2 1 1 1 1 1 Denmark (2000) Slovak R.(2001) Japan (2001) Liechtenstein (1998) Czech R.(2001) Luxembourg (1997) Greece (2001) Slovenia (2001) Finland (2001) Austria (2001) 50 Italy (2001) 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Complessivamente, solo 5 dei 48 casi autoctoni del 2001 risultano esser nati antecedentemente al 15 settembre 1994, data di entrata in vigore dell'Ordinanza Ministeriale 28 luglio 1994 con la quale fu introdotto il divieto di somministrazione ai ruminanti di mangimi contenenti proteine derivanti da mammiferi. Tutti i casi autoctoni comunque sono nati antecedentemente al 30 giugno 1997, mentre i due casi di provenienza tedesca erano nati rispettivamente nel novembre 1996 e nel luglio 1997. Trentanove dei 48 casi identificati erano nati negli anni 1994-1996, 7 durante il 1997. La distribuzione dei casi per razza presenta analogie con quanto già osservato negli altri Paesi, con una netta predominanza delle razze lattifere ad alta produzione. Considerando solo i casi autoctoni, le incidenze riscontrate sono le seguenti: per la frisona (30 casi osservati) l'incidenza è pari a 20,7 casi per milione di capi al di sopra dei 24 mesi, per la bruna (12 casi osservati) è pari a 30,0 casi per milione, per la pezzata rossa (5 caso osservato) è pari a 53,8 casi per milione e per la Herens (1 caso osservato) 62,9 casi per milione. Al di là dei casi isolati, la minor incidenza che caratterizza la razza frisona non trova spiegazioni convincenti: forse, per questa razza si è ricorsi in maggior misura al ritiro e distruzione dei capi a norma del Regolamento comunitario 2777/2000/CE. Per quanto riguarda i possibili fattori di rischio, i detentori dei capi risultati positivi in tutto il Paese sono stati intervistati utilizzando un questionario epidemiologico standardizzato. Il risultato preliminare dell'elaborazione di tali informazioni indica che in tutti i focolai nel periodo di presumibile esposizione sono stati utilizzati alimenti zootecnici commerciali o materie prime acquistate. L'ulteriore indagine mirerà ad identificare altri fattori di rischio e la potenziale origine dei casi. Per quanto riguarda l'evoluzione futura delle strategie di sorveglianza applicate in UE, in una recente opinion il Comitato Scientifico Direttivo della Commissione Europea (Opinion on requirements for statistically authoritative BSE/TSE surveys, adottata il 29/39 novembre 2001) sottolinea come la sorveglianza attiva con test rapidi nei confronti di un numero adeguato di animali a rischio di età superiore ai 30 mesi rappresenti il miglior sistema di allerta rapida; ciononostante la sorveglianza attiva dovrà continuare a coinvolgere un numero sufficiente di capi regolarmente macellati in modo da evitare che parte dei sospetti possano essere sottratti al sistema di sorveglianza. L’obiettivo fondamentale dell'attività di sorveglianza consiste nell’arrivare ad una stima per quanto possibile precisa della prevalenza della malattia in ciascuna delle categoria considerate. ___________________________________________________________________________________________ 41 MEDICI NA VETERINARIA PREVENTIVA – Speciale 2001