Leggi tutto - Studium Cartello

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Tre Madonne viste da tre “miscredenti”
Chi mai, leggendo un libro, si pone la domanda semplice? “Che cosa sta dicendo l’autore di quest’opera?”
L’osservazione è di Mariella Contri e vale anche per chi si sofferma davanti a un’opera d’arte (o ascolta una
composizione, musica e testo).
Proponiamo in successione i commenti di Freud, Lacan e Contri a tre celebri opere pittoriche raffiguranti la
Madonna: la Madonna sistina di Raffaello; la Madonna del Bramantino; lo Sposalizio della vergine di Raffaello.
Cominciando da quello di Freud, i commenti mostrano ciò che per secoli nessuno aveva visto pur avendo occhi
per poterlo fare.
1. Freud, Madonna sistina
Freud vede il dipinto della Madonna sistina a Dresda e paragonandola con un’altra celebre Madonna, quella di
Holbein, così ne scrive alla fidanzata Martha (20 dicembre 1883):
“[…] quella di Raffaello invece è una fanciulla, cui si potrebbero dare sedici anni, e guarda con tanta freschezza e innocenza verso il
mondo; e, un po’ contro la mia volontà, mi venne in mente che doveva essere stata una affascinante creatura umana, che risvegliava la
simpatia, e non del cielo ma della nostra terra. A Vienna questa opinione è stata respinta come un’eresia; dato il breve tempo mi
sarebbe sfuggita un’ampia pennellata attorno agli occhi, che dicono sia magnifica e ne faccia appunto una Madonna.”
S. Freud, Lettere alla fidanzata e ad altri corrispondenti 1873 - 1939, Boringhieri, Torino 1990, p. 71
Raffaello Sanzio, Madonna sistina,1513 – 1516, Gemäldegalerie, Dresda
2. J. Lacan, Madonna del Bramantino
J. Lacan menziona la Madonna del Bramantino a Caracas nel suo intervento di apertura dell’Incontro internazionale
del 1980.
Il Bramantino è stato presentato da Giacomo B. Contri a J. Lacan in occasione del suo passaggio a Milano nel
1972 (Vedi G.B. Contri, Lacan in Italia/En Italie Lacan, La Salamandra, Milano 1978).
“La pace sessuale vuole dire che si sa che cosa fare del corpo dell’altro. Ma chi sa che cosa fare di un corpo di
parl-essere [traduciamo così il termine “parlêtre“ coniato da J Lacan - NdR]? - aldilà del serrarlo più o meno da
vicino?
Che cosa trova da dire l’altro, e inoltre quando lo vuole? Egli dice: “Stringimi forte”.
Niente di più facile per la copulazione.
Non importa chi ci sa fare meglio. Dico non importa chi - una rana per esempio.
C’è un dipinto che mi gira in testa da molto tempo. Ho ritrovato il nome dell’autore, non senza le difficoltà
proprie della mia età. E’ di Bramantino.
Ebbene, questo dipinto è ben fatto per testimoniare la nostalgia che una donna non sia quella rana messa lì sul
dorso - in primo piano nel quadro.
Ciò che mi ha colpito di più in questo quadro è che nella Vergine, La Vergine con il bambino, c’è qualcosa come
l’ombra di una barba che la rende simile a suo figlio, così come lo si dipinge adulto.
La raffigurazione della Madonna è più complessa di quanto non si pensi. D’altra parte, è mal sostenuta.
J. Lacan, Intervento di apertura dell’Incontro internazionale di Caracas, 12 luglio 1980. Pubblicato in francese in Almanach
de la dissolution, Navarin éditeur, Paris 1986.
Bartolomeo Suardi detto Bramantino, Madonna col Bambino e due angeli tra i santi. Ambrogio e Michele, 1515, Pinacoteca
Ambrosiana, Milano
3. G.B. Contri, Sposalizio della vergine
Dei numerosi commenti di Giacomo B. Contri a dipinti della Madonna - segnaliamo tra altri quelli alla Madonna
sistina (Blog Think! 9-10 e 11 aprile 2011, www.giacomocontri.it ) - proponiamo “Il caso della Madonna”.
“Lo si assuma semplicemente come racconto, indipendentemente dalla credenza.
Vale come premessa tutto ciò che ho appena scritto sul complesso 1.
Appena sopra: “Complesso edipico” significa che uno comincia ben accompagnato, il buon giorno che si vede dal
mattino. E’ la prima buona sorte, la carta di introduzione alla realtà: senza questa carta la realtà è nemica, come
nell’espressione paranoica “la realtà che mi circonda”. La paranoia è la distruzione del complesso edipico.
1
E’ un racconto che pretende che una tutt’al più teenager ebrea d’altri tempi sarebbe stata in grado di distinguere, e
autonomamente senza consulenti, che il messaggio che riceveva non era allucinazione o delirio. E di decidere lei,
ancora in autonomia. E’ per questo che ho aggiunto una litania a quelle lauretane già note: Regina cogitationis.
So quanto censurata da due millenni è l’osservazione che sto per fare: che il caso della Madonna è il più celebre
caso di incesto della storia come sposalizio padre-figlia, non di santo utero in affitto. Dio-padre si comporta da
vero Signore prendendola in sposa, non come quel cialtrone di Giove che viene sulla terra a dragare ragazze
(foss’anche per un fine superiore).
Il celebre e magnifico Sposalizio della vergine di Raffaello va guardato come sposalizio della figlia con il padre.
Dante non gioca pulito, esercita la censura, sostituendo alla verità la semplice correttezza. E’ sì corretto rivolgersi
alla Madonna come “figlia del tuo figlio”, ma solo in seconda battuta. In prima battuta è figlia, poi sposa, di suo
padre: solo poi, per l’uguaglianza di padre e figlio, la proprietà transitiva vuole che sia figlia del figlio del padre,
che è anche proprio figlio.
La mancanza di corpo del padre rappresenta semplicemente la verità che nella sanità, che posso anche scrivere
san(t)ità cioè senza pecca o patologia, l’eventualità sessuale non deriva “dalla carne e dal sangue”: istinto,
“concupiscenza”, sessual-“ità”, “sfera” sessuale, ossia tutto il fanatismo sessuale dell’umanità.
Nulla del poco cortese “amore cortese”, cioè la perversione dell’amore.
E’ ovvio che la Madonna non è “La Mamma”, cioè non era patologica né patogena. Come per tutti i maternages lo
avrà anche fatto per un po’, ma non per molto: e in ogni caso è stato lo stesso suo figlio dodicenne, a muso duro,
a togliere ogni ulteriore illusione al riguardo.
Bisogna riconoscere che nei secoli noi cristiani non ci siamo risparmiati nell’essere cretini, chrétiens/crétins, almeno
nella rimozione ma anche oltre. Non per questo mi dissocio.
Riconoscerlo è l’unica apologetica che resti.
G.B. Contri, Blog Think!, Il “complesso edipico” come forma universale e il caso della Madonna. Inizio ottobre 2006.
www.giacomocontri.it
Raffaello Sanzio, Sposalizio della Vergine, 1504, Pinacoteca Brera, Milano
E’ la comunione di beni a fare il rapporto, non il sesso, che quando c’è rapporto gli si può allegare contingentemente come
onore. Una delle frasi più ripetute da J. Lacan è che “Il n’y a pas de rapport sexuel”.”