Aspetti nutrizionali in bambini con paralisi cerebrale infantile
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Aspetti nutrizionali in bambini con paralisi cerebrale infantile
EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3) Aspetti nutrizionali in bambini con paralisi cerebrale infantile L. GUARDO3, M. CARUSO-NICOLETTI3, V. PANEBIANCO2, A. NICOLOSI2, R. NICOLOSI2, D. MAZZONE1, M. CIONI3 Introduzione I bambini con paralisi cerebrale (PCI) presentano con una certa frequenza dei disturbi dell’alimentazione1-4. Questi problemi possono essere secondari ad uno scarso controllo della muscolatura orale, a disfagia, ad inadeguato allineamento posturale e a disturbi dell’apparato intestinale5-7. I disturbi dell’alimentazione, intesi come eccessivo o ridotto apporto nutrizionale, possono influenzare pesantemente l’intervento abilitativo. Infatti, è ben noto come, nel periodo puberale, i bambini con diplegia, che faticosamente hanno raggiunto un cammino indipendente, possano perdere quanto acquisito perché i muscoli antigravitari non sono in grado di sostenere l’aumento della massa corporea tipico di questo periodo8. Questo fenomeno è aggravato dalla eventuale presenza di un eccesso ponderale, che contribuisce a peggiorare ulteriormente il quadro clinico. D’altro canto, i muscoli si sviluppano grazie all’apporto nutrizionale, all’azione degli ormoni, all’esercizio fisico e la forza muscolare è correlata alla sezione traversa del muscolo. Di conseguenza, è necessario agire non solo con adeguati programmi abilitativi, ma anche con una corretta alimentazione per ottenere un buon sviluppo muscolare in questi bambini con PCI. Volendo riflettere solo un attimo sul percorso abilitativo di questi bambini, spesso ci troviamo di fronte a bambini che partecipano, nella stessa settimana, a molteplici e differenti interventi terapeutici, quasi che fossero degli mini atleti di triathlon. Quindi, all’aumentato dispendio energetico caratteristico di questi bambini, per le normali attività quotidiane, si dovrà sommare anche un ulteriore consumo energetico dovuto alle attività fisiche e psichiche svolte ai fini abilitativi. Ne consegue che questi bambini dovranno essere alimentati in maniera adeguata per queste “performances” motorie. Anormalità dello sviluppo di importanti strutture nervose, quali l’ippocampo9, con un conseguente deficit cognitivo, sono state messe in evidenza nei bambini da alcuni Autori10,11 in presenza di malnutrizione. Pertanto, non sembra sufficiente coinvolgere il bambino con PCI in lunghi percorsi di psicomotricità, senza badare a cosa lui introduce nell’organismo o deputando i genitori al difficile compito della scelta delle sostanze alimentari. Lo scopo di questo studio è stato quello di studiare, in un campione di bambini con PCI della Sicilia Orientale, quanto segue: 1) la tipologia dell’alimentazione fornita dai genitori e la distribuzione dei nutrienti; 2) la condizione delle riserve di adipe; 3) la presenza di una relazione fra un eventuale deficit nutrizionale e la disabilità motoria. Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 1U.O.di Neuropsichiatria Infantile, Dip di Pediatria, Università degli Studi di Catania, Catania; 2Centro di Endocrinologia e Diabetologia, Dip. di Pediatria, Università degli Studi di Catania, Catania, 3Laboratorio di Analisi del Cammino e del Movimento, Università degli Studi di Catania, Catania Materiali e metodi Quaranta bambini con PCI (24 maschi e 16 femmine, età media 5,7±3,0) sono stati arruolati consecutivamente per questo studio. Questi bambini presentavano le seguenti forme di PCI: emiplegia (n. 7), diplegia (n. 19) e tetraplegia (n. 14). I criteri di inclusione erano i seguenti: i) diagnosi di PCI, ii) età compresa fra i 24 mesi ed i 12 anni, iii) completa adesione e partecipazione al protocollo clinico nelle sue varie fasi. I criteri di esclusione erano: i) presenza di malformazioni, ii) presenza di sindromi genetiche, malattie cardiovascolari o intestinali. I genitori dei bambini hanno dato il consenso informato e il Comitato Etico del nostro Ente ha autorizzato l’esecuzione del protocollo di ricerca. I bambini sono stati classificati secondo la Gross Motor Function Classification System (GMFCS)12 e successivamente divisi in tre gruppi: Gruppo 1: I-II livello; Gruppo 2: III livello; Gruppo 3: IV-V livello. Per ciascun bambino sono stati valutati i seguenti parametri antropometrici: età gestazionale alla nascita, peso e lunghezza alla nascita, peso attuale, statura attuale, statura dei genitori, circonferenza cranica, circonferenza braccia, circonferenza gamba, spessore delle pliche cutanee (tricipitale e sottoscapolare). Ai genitori di ciascun bambino è stato consegnato un diario alimentare in cui venivano registrati (nella settimana precedente la valutazione clinica) l’orario dei pasti, la quantità, il tipo di cibo e di liquidi assunti, nonchè il tipo di attività fisica quotidiana. Analisi dei dati Dai parametri antropometrici sono state calcolate le seguenti variabili: Body Mass Index (BMI) e l’altezza bersaglio. Inoltre, dal rapporto tra la circonferenza del braccio stessa e lo spessore della plica cutanea tricipitale, sono state calcolate l’area muscolare e l’area adiposa del braccio. Dai dati ricavati dalle valutazioni nutrizionali sono stati calcolati i seguenti parametri: l’apporto calorico introdotto quotidianamente, l’apporto e la distribuzione dei singoli nutrienti (glucidi, protidi e lipidi), l’apporto e la distribuzione degli elettroliti (sodio, potassio, calcio, ferro e fosforo). Per ogni bambino à stata calcolata la differenza fra l’apporto e il fabbisogno calorico giornaliero, l’apporto ed il fabbisogno dei singoli nutrienti e degli elettroliti. EUROPA MEDICOPHYSICA 1 GUARDO ASPETTI NUTRIZIONALI IN BAMBINI CON PARALISI CEREBRALE INFANTILE I valori dei parametri antropometrici ed i dati relativi all’alimentazione giornaliera sono stati comparati con quelli dei bambini sani della stessa età e dello stesso sesso. Risultati La valutazione antropometrica dei bambini ha messo in evidenza che la statura media rientrava nei valori normali per età e sesso. Inoltre, i bambini appartenenti al Gruppo 1 presentavano una statura media maggiore rispetto a quelli appartenenti al Gruppo 2, che a loro volta presentavano una statura maggiore rispetto ai bambini del Gruppo 3. Il confronto delle medie delle deviazioni standard della statura dei bambini con le medie delle deviazioni standard della statura-bersaglio ha evidenziato che i bambini di ciascun gruppo presentavano una statura inferiore rispetto a quella attesa che, come è noto, dipende dall’età, dal sesso e dalla statura dei genitori. Risultati simili sono stati ottenuti dall’esame dei valori dell’indice di massa corporea. Il valore della media del BMI-SDS dell’intero campione (17,0+4) è stato adeguato, così come sono rientrati nella norma i valori di BMI-SDS medio dei singoli gruppi. Tuttavia, una più approfondita analisi dei dati ha messo in evidenza che i bambini appartenenti al gruppo 1 presentavano un BMI più alto e quelli appartenenti al gruppo 3 un BMI più basso. Fra i soggetti arruolati nello studio soltanto 15 bambini (37,5%) presentavano un adeguato stato nutrizionale. Quattro bambini (10%) presentavano uno spessore delle pliche maggiore della norma, ciò è indice di una condizione di soprappeso o obesità, mentre 21 bambini (52,5%) presentavano uno spessore delle pliche inferiore ai valori normali, espressione di una condizione di malnutrizione. I bambini che più frequentemente hanno mostrato una condizione di malnutrizione sono stati quelli del Gruppo 3 (56,2%), mentre i bambini dei Gruppo 1 e 2 hanno presentato una condizione di malnutrizione in un minor numero di casi (rispettivamente del 27,7% e del 18,7%). La valutazione della distribuzione dei nutrienti ha dimostrato che la maggior parte dei bambini arruolati nello studio ha ricevuto una ridotta quantità di carboidrati ed una eccessiva quantità di proteine, mentre l’apporto lipidico medio è adeguato alla norma. Tale dato risulta ancora più strano se consideriamo che i bambini vivevano tutti in Sicilia in cui ci si alimenta con una tipica dieta mediterranea. L’analisi della distribuzione dei nutrienti ha messo in evidenza che il 96.6% dei bambini ha ricevuto un apporto glucidico inferiore al fabbisogno ed il 90.9% un apporto protidico superiore al fabbisogno. La valutazione dell’apporto elettrolitico ha messo in evidenza che i bambini hanno ricevuto quantità di calcio, ferro e fosforo inadeguate rispetto al loro fabbisogno, mentre sono risultate adeguate le quantità di sodio e di potassio introdotte con la dieta. L’apporto di ferro è stato inferiore al fabbisogno nel 78,8% dei bambini, come pure l’apporto di calcio (63,6%) e l’apporto di fosforo (51,5%). Al contrario, l’apporto di sodio è risultato adeguato nella maggioranza dei bambini (81,8%). Discussione Il principale risultato di questo studio consiste nella evidenza sperimentale che la maggior parte dei bambini con PCI, appartenenti a questo gruppo, aveva un’alimentazione errata per un eccesso di apporto nutrizionale proteico e un difetto di apporto di carboidrati. D’altronde solo 4 bambini erano in soprappeso o francamente obesi. L’apporto lipidico è stato nella norma. I bambini con PCI inclusi nel Gruppo 2 (III livello GMFCS) sono quelli che hanno presentato più frequentemente un ridotto spessore delle pliche cutanee ed un errato apporto nutritivo. Questo osservazione ci sembra particolarmente interessante da un punto di vista funzionale. Infatti, i bambini appartenenti al III livello della GMFCS sono in grado di camminare, ma con considerevole dispendio energetico. Al contrario, i bambini del I e II livello della GMFCS hanno un minor consumo energetico a fronte di migliori capacità motorie, mentre 2 quelli del IV-V livello hanno delle capacità motorie molto limitate. Da un punto di vista abilitativo, i bambini classificati come III livello erano quelli coinvolti in un maggior numero e tipologia di interventi riabilitativi. Di conseguenza, ci siamo ritrovati dei piccoli atleti impegnati in numerose attività abilitative, ma nutriti in maniera inadeguata, con una conseguente riduzione delle loro riserve energetiche. È noto che la malnutrizione dei bambini può causare delle conseguenze sullo sviluppo delle capacità cognitive. Nel nostro studio, abbiamo messo in evidenza che i bambini partecipanti a questo studio ricevevano dalla madre delle quantità di calcio, ferro e fosforo inadeguate rispetto al loro fabbisogno. Ciò è sicuramente negativo, perché i micronutrienti, come lo iodio, il ferro, lo zinco, i folati, la vitamina B12, gli acidi grassi poli-insaturi tipo omega-3 sono fondamentali per lo sviluppo del cervello e delle emergenti funzioni cognitive10,11. Un deficit dell’apporto alimentare durante i primi anni di vita può essere la causa dell’insorgenza di ridotte capacità nello svolgimento di performance neuropsicologiche, con difficoltà nelle prove verbali e spaziali, e conseguenti disturbi dell’apprendimento che si ripercuoto sull’apprendimento scolastico13-14. I disturbi neuropsicologici che compaiono in età infantile, possono anche continuare durante l’età adulta. Un supplemento di ferro nella dieta dei bambini malnutriti può migliorare le loro abilità intellettive e motorie13. In conclusione, nell’ambito di un buon protocollo abilitativo, a nostro avviso è di fondamentale importanza che venga effettuata un’attenta valutazione dei parametri antropometrici e degli introiti alimentari del bambino con PCI, affinché tutte le potenzialità psicofisiche possano essere sviluppate nel migliore dei modi seguendo dei protocolli nutrizionali personalizzati. Bibliografia 1. Dahl M, Thommessen M, Rasmussen M, Selberg T. 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