Corsi di Laurea

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Corsi di Laurea
STRUTTURA DELL’UNIVERSITA’
in una prospettiva storica
I. Università negli anni ’50 e ‘60
Organi di Ateneo:
- Consiglio di Amministrazione
- Senato Accademico (solo Presidi di Facoltà)
- Rettore
Facoltà: responsabile della didattica (Corsi di Laurea) e gestita dal
Preside e dal Consiglio di Facoltà (solo Professori Ordinari,
a Scienze 15-20 persone)
Corsi di Laurea di 4 o 5 anni con lo stesso regolamento didattico a livello
nazionale stabilito dal Ministero (stessi insegnamenti, salvo
quelli “complementari”), inclusivo della tesi di laurea
A Scienze: Matematica, Fisica, Chimica, Chimica Industriale, Biologia,
Scienze Naturali, Geologia.
Docenti: i) Professori Ordinari arruolati con Concorsi “locali” che
fornivano 3 “idonei”, in numero (e disciplina) fissati dal
Ministero,
ii) Professori Incaricati assegnati annualmente dal Consiglio
di Facoltà
Istituti Universitari: sede dell’attività di ricerca.
Originariamente: Istituti Monocattedra tipicamente organizzati con
1 Professore Ordinario
2-5 Professori Incaricati
4-8 Assistenti
Organizzazione verticistica: un Professore Ordinario (Barone) a capo
di una struttura molto rigida che dava poca autonomia
ai sottoposti (figura dell’Assistente!)
Schema organizzativo importato dalla Germania (metà ‘800)
Fine anni ’60 ed anni ’70:
trasformazione da Università di elite
ad Università di massa
Conseguenze: i) ampliamento del personale docente (da Istituti
Monocattedra a Istituti Policattedra)
ii) Crisi dei meccanismi di governo: rifiuto del ruolo
subalterno da parte di Professori Incaricati ed
Assistenti.
iii) Crisi dei meccanismi di reclutamento (sospensione
dei concorsi ad Ordinario, stabilizzazione dei
Professori Incaricati e loro inclusione nel
Consiglio di Facoltà)
Una comparazione con l’organizzazione universitaria negli Stati Uniti
Organizzazione degli studi dipendente dalla sede, ma strutturata
su due livelli: 1) Laurea (Bachelor of Science) tipicamente di 4 anni
(senza tesi!) e 2) dottorato (Ph.D.) di 4 o più anni
Organizzazione della Ricerca basata su Dipartimenti: insieme di
professori di una stessa area disciplinare.
Progressione della carriera secondo il “tenure track”:
1) Assistant Professor
2) Associate Professor
3) Full Professor
Ogni “Professor” assieme con dottorandi e “Postdoc” (borsisti)
costituisce un gruppo di ricerca indipendente!
Organizzazione della ricerca molto elastica e che consente una elevata
autonomia ai Professori/ricercatori;
ma che presuppone elevati finanziamenti pubblici alla ricerca.
Anni ’80: riforma secondo la Legge 382
Organizzazione del personale docente (a tempo indeterminato) su tre livelli:
1) RU - Ricercatori Universitari (concorso locale)
2) PA - Professori Associati (concorso nazionale)
3) PO - Professori Ordinari (concorso nazionale)
E’ previsto un concorso nazionale biennale per PO o PA di una disciplina.
Difficoltà: i) macchinosità procedurale (concorsi tenuti circa ogni 5 anni)
ii) conflitto tra giudizio di merito sui candidati ed esigenze
scientifiche della sede
iii) eccessivo potere della Commissione concorsuale nazionale
Eliminazione degli Istituti ed introduzione dei Dipartimenti (sul modello USA)
Però, dato il basso tasso di finanziamento della ricerca, persistono gruppi
di ricerca con più docenti. Implicazione: scarsa autonomia dei giovani (RU)
Modifica degli organi di governo dell’Università: Consiglio di Facoltà
costituito dai PO, PA e rappresentanti dei RU e degli studenti.
Anni ‘90
1993 (Ministro Ruberti) : Autonomia Finanziaria delle Università
Ad ogni Università viene assicurato un contributo ministeriale (FFO: Fondo
per il Funzionamento Ordinario) sulla base del pregresso.
Ogni Università è libera di disporre dei propri finanziamenti (FFO+tasse
degli studenti + contributi dei privati), ad esempio per incrementare il
numero di docenti (RU, PA, PO)
Viene enunciato il principio che il FFO debba essere redistribuito secondo
valutazioni delle efficacia delle attività didattica e di ricerca:
principio mai attuato!
Viene stabilita per legge la regola che le singole Università non possono
spendere più del 90% del FFO per spese di personale:
regola nei fatti non rispettata da alcune Università!
Collasso dei meccanismi concorsuali nazionali!
1998 (Ministro Berlinguer): vengono (re-)introdotti i concorsi locali per
le posizioni di PO e PA con due idonei (però
senza nessuno controllo ministeriale sul numero
di posti!)
Conseguenze: 1) alcune Università attuano una politica di eccessivo
ampliamento dell’organico (con conseguente sforamento
del tetto del 90% del FFO)
2) scarsa mobilità del personale docente: per ragioni
finanziarie, vengono privilegiati le “promozioni”
rispetto alle chiamate da altre Università
3) fenomeni di “nepotismo” nell’ambito di discipline a
forte valenza professionale.
Attuale decennio
Elementi negativi dei Corsi di Laurea
1) troppo lunga durata degli studi (a Chimica 7 anni in media)
2) troppo elevata dispersione (a Chimica 70% delle matricole
non riescono a laurearsi)
3) troppo pochi laureati rispetto alle necessità del mondo produttivo
Riforma Berlinguer (Legge 509 successivamente modificata con la Legge 270)
del cosiddetto 3+2: attuazione del progetto europeo (Dichiarazione di Bologna)
di uniformare gli studi universitari secondo lo schema:
3 (Laurea) + 2 (Laurea Magistrale) + 3 (Dottorato)
Caratteristica saliente: parziale autonomia delle sedi universitarie nella scelta
dell’ordinamento didattico entro dei vincoli fissati dal Ministero.
Aspetti positivi: eliminazione degli elementi negativi dei Corsi di Laurea
Aspetti negativi: i) burocraticità dei vincoli fissati dal Ministero
ii) moltiplicazione eccessiva dei corsi studio (ma corretta
recentemente con la Legge 270)
iii) dispersione culturale ed eccessiva enfasi sulla
professionalizzazione
2005 (Ministero Moratti): Legge 230 per l’arruolamento del personale docente
1) Vengono (re-)introdotti i concorsi nazionali per conseguire l’idoneità
a PA o PO in una data disciplina
2) Concorso locale a cui possono partecipare gli idonei per le posizioni
di PA o PO
3) Dal 2013 spariscono i RU a tempo indeterminato, sostituiti da contratti
di 6 anni per Ricercatori Universitari.
La legge 230 non è stata applicata (per cui permangono i concorsi
locali per PA e PO)
2008: Legge 133 (Decreto Tremonti): tagli al FFO ed al turnover, fondazioni
universitarie