L`unico modo per avere un futuro migliore è crearlo oggi attraverso

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L`unico modo per avere un futuro migliore è crearlo oggi attraverso
L’unico modo per avere un futuro migliore è crearlo oggi
attraverso futuri cittadini migliori.
Educazione non formale, Programmazione, Branche
Lo scautismo è una proposta educativa globale in quanto abbraccia l'arco di sviluppo della
persona dall'infanzia alla gioventù, con un atteggiamento di rispetto e di amore,
mettendosi al servizio della sua crescita. Questa forse è la base del successo che lo
scautismo ha ininterrottamente incontrato presso i giovani.
Come abbiamo già visto lo scopo dell’educazione scout è di formare “il buon cittadino” e
per raggiungere questo risultato occorrono degli obiettivi generali (che descrivono la
persona che il CNGEI si propone di accompagnare) e specifici (che sono rivolti e tarati
sulle varie fasce di età).
Il metodo scout pertanto è un insieme di strumenti educativi che appartiene a tutto lo
Scoutismo e quindi a tutte le branche e viene adottato per raggiungere lo scopo mediante
il raggiungimento graduale di vari obiettivi.
Il metodo assicura degli aspetti comuni in tutte le fasce di età e per questa sua
trasversalità, garantisce la continuità educativa tra le branche. In tutte le branche sono
presenti: una legge, una promessa, un motto, la vita all’aria aperta, un adulto educatore,
l’imparare facendo, il gruppo dei pari, la dimensione ludica, i simboli, le cerimonie, una
progressione orizzontale e verticale, l’autoeducazione, ecc.
Ciascuna branca, però, è fornita di strumenti per raggiungere gli obiettivi educativi che le
sono propri e che troviamo solo in quella branca, ad es. nella Branca Lupetti:
l’ambientazione giungla, la famiglia felice, il grande urlo, il consiglio di Akela; nella Branca
Esploratori: la pattuglia, il consiglio della legge, il consiglio di reparto; nella Branca Rover:
la carta di Compagnia, il consiglio di Compagnia, la ronda esecutiva.
L'originalità della proposta educativa scout non è tanto per i suoi contenuti educativi, che,
forse, sono patrimonio comune di altre proposte, ma per l'impegno ed il sacrificio che si
richiede ai ragazzi, in una società, che di fatto, educa al disimpegno e all'egoismo.
Vi illustriamo brevemente le tre branche.
Branca eLle (lupetti)
Il Branco ospita i bambini e le bambine dagli 8 ai 12 anni e lì inizia al loro percorso scout.
Il Lupettismo è un metodo educativo che ha come scopo quello di voler far crescere il
bambino e la bambina secondo le proprie caratteristiche ed esigenze utilizzando le grandi
esche del metodo scout come il gioco, la vita all’aria aperta, vivere le esperienze in un
clima sereno chiamato Famiglia Felice, la trasmissione dell’esperienza e l’imparare
facendo.
I lupetti e le lupette crescono in 4 anni di Branco grazie ai giochi e alle attività presentate
dai loro “capi” (chiamati Vecchi Lupi) mirate alla crescita individuale e alla valorizzazione
delle peculiarità di ciascuno.
I lupetti e le lupette cacceranno/giocheranno insieme, nel rispetto delle reciproche
differenze di cultura, di genere, di origine e altre.
L’ambiente Giungla veste tutte le attività dei bambini e delle bambine permettendo loro di
fantasticare all’interno di un contesto per loro più semplice da capire, maggiormente
avvincente per il linguaggio fantastico utilizzato che si avvicina alle caratteristiche delle
loro età e alle loro esigenze. L’adulto entra nel mondo del bambino e della bambina
perché gioca lo stesso gioco, vive negli stessi ambienti e li guida verso avventure sempre
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diverse e avvincenti tenendo sempre un occhio ben aperto al messaggio che vuole
trasmettere.
La prima grande preda/attività che i nostri bambini e bambine iniziano a cacciare/fare è la
Promessa. Dopo aver fatto la Promessa i bambini e le bambine da cuccioli e cucciole
diventano “veri” lupi che entrano nel Branco a tutti gli effetti come fratelli e sorelle gli uni
degli altri, in caccia verso la loro progressione personale ricca di varie tappe in base alla
loro crescita e secondo percorsi individuali.
Anche l’approccio al “servizio verso gli altri” è un concetto fondamentale per i lupetti e le
lupette che sono stimolati a compiere Buone Azioni dentro e fuori dal proprio Branco di
appartenenza.
Branca E (esploratori/trici)
Al Reparto ci sono i ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni ed ha la durata di 4 anni
all’interno del cammino scout.
Il punto di forza della Branca Esploratori/trici è il condire tutte le attività con l’Avventura;
per questo la vita degli esploratori/trici si svolge prevalentemente all’aria aperta, a contatto
con l’ambiente e con la natura, ideale per lo svolgimento di ogni attività, che siano esse
statiche o di movimento.
Nelle attività molto tempo è anche dedicato al gioco; si gioca in mondi fantastici e molto
spazio è lasciato alla fantasia ed alla creatività dei ragazzi che a questa età non è di certo
esaurita!
Il Reparto (che è misto maschi e femmine) è idealmente composto da una trentina di
ragazzi e ragazze che si ritrovano in una sede propria. Vivere all’interno del Reparto è un
po’ come vivere nella società in cui siamo immersi ogni giorno: ci sono delle regole, dei
diritti e dei doveri da rispettare e tanti momenti in cui è possibile discutere, parlare,
confrontarsi e crescere insieme.
All’interno del Reparto oltre ai ragazzi è presente uno Staff che organizza e propone le
attività, che fanno riferimento ad un Capo Reparto, colui che ha il compito di coordinare il
tutto.
Ma in Reparto non tutte le attività si svolgono tutti quanti assieme! Gli esploratori/trici sono
raggruppati in piccoli gruppi detti “Pattuglie”. Le Pattuglie sono omogenee per sesso e
sono composte da 5-8 ragazzi o ragazze e si chiamano con nomi di animale.
All’interno di ogni Pattuglia (ptg) vi è un’organizzazione particolare: vi è un Capo Pattuglia
(di solito il più grande di età) che assicura che tutto all’interno della Ptg funzioni nel modo
corretto, porta la sua esperienza e le sue conoscenze per far sì che anche i più piccoli
possano imparare nuove cose e conduce i Consigli di Pattuglia (all’interno dei quali si
organizzano le attività e la vita di ptg). Il Capo Pattuglia (CP) è aiutato da un Vice Capo
Pattuglia (VCP).
Ogni Pattuglia ha in sede un suo Angolo di Ptg dove si riunisce e possibilmente tiene i
propri materiali; possiede un guidone di ptg, ovvero un bastone con una bandierina sulla
quale sono ricamati i colori e l’animale che dà il nome alla Ptg. In questo modo ogni
piccolo gruppo è simboleggiato dal proprio guidone ed ha la responsabilità e il compito di
tenere il proprio angolo e tutto il proprio materiale in ordine. Oltre al CP ed al VCP,
esistono altri ruoli all’interno della Ptg che vengono affidati a tutti i membri del piccolo
gruppo (pattugliotti) e che si dividono in Incarichi e Posti d’Azione di Ptg. Gli Incarichi sono
ruoli che servono per la gestione quotidiana della Pattuglia ed è la Ptg stessa a decidere
democraticamente durante il consiglio di Ptg chi dovrà rivestire un incarico piuttosto che
l’altro sulla base delle caratteristiche di ognuno. Sono classicamente intesi come incarichi:
Cassiere/a di Ptg, Magazziniere/a di Ptg, Segretario/a di ptg, Guardiano/a dell’Angolo,
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Maestro/a delle Cerimonie. I Posti d’Azione servono invece per la gestione della Ptg nelle
attività svolte di solito all’aria aperta e vengono decisi in previsione di un’attività specifica
Esistono in Branca E due progressioni personali, ovvero due percorsi distinti che
consentono ai ragazzi e alle ragazze di fare in modo che il proprio impegno, la propria
crescita personale e le proprie capacità peculiari vengano riconosciute. Queste due
progressioni si chiamano PO (Progressione Orizzontale) e PV (Progressione Verticale).
Ci sono poi due elementi che caratterizzano fortemente questa branca ovvero l’Abilità
Manuale e la Tecnica.
Parlando di Abilità Manuale, intendiamo tutte quelle cose che si possono imparare
realizzandole, mettendosi alla prova, imparando da chi è più grande di noi e da chi ha
perciò già una maggiore esperienza. In Reparto si imparano molte cose “facendole”
ovvero sperimentandole in prima persona, un modo molto diverso di imparare rispetto a
quello a cui siamo abituati (es. a scuola, ascoltando la lezione…!). Proprio nell’Abilità
Manuale l’esempio dei Capi Ptg o dei più “vecchi” ed esperti del Reparto è fondamentale.
In Reparto e soprattutto con la Ptg quindi si realizzeranno progetti e si cercherà di portarli
a termine valutando il lavoro che è stato svolto per fare sempre meglio.
Parlando di Tecnica, invece, ci riferiamo alle Tecniche Scout che sono tipiche della
Branca.
Le Tecniche scout ci mettono di fronte ai nostri limiti e ci spingono a tentare di superarli
pian piano, poco per volta, in maniera serena con l’aiuto degli altri Esploratori/trici e dei
Capi. In questo modo potremo accrescere le nostre capacità personali ed anche stimolare
la nostra crescita fisica!
Branca eRre (rover)
I giovani presenti in Compagnia hanno l’età tra i 16 e 19 anni. E' un'età particolare ed
importante, nella quale si vuole avere "comprensione del mondo": la proposta del CNGEI
è quella di un gruppo misto che, costruendo assieme un cammino comune, si confronta
con le esperienze e dove il capo è un componente del gruppo che vive con loro le
avventure.
Il CAMMINO non è solo quello intellettuale ma ha anche forti momenti fisici (Hike) in cui si
possono sperimentare i propri limiti e conoscere posti sempre diversi e nuovi. Un
momento in cui si conosce ciò che ci circonda e si impara a conviverci. Questo cammino
tocca tutte le parti della vita: culturale, sociale, spirituale, personale e decidere cosa fare e
come organizzare le attività con le quali andare avanti è un processo altamente
democratico dove si apprende ad agire nel rispetto delle regole comuni. Particolare
importanza ha, in questa fascia di età, la sensibilità del SERVIZIO, inteso come dono
disinteressato del proprio impegno personale: questo spirito è considerato il vero motore di
coloro che "da grandi" sentiranno il richiamo del desiderio di migliorare il mondo e viverlo
come loro cittadini ed è colonna portante del nostro metodo.
Anche il poter vivere da solo le proprie esperienze da condividere poi con gli altri è un
aspetto fondamentale del roverismo. Lo stesso B.P. invita il Rover che affronta la vita a
"guidare da solo la sua canoa" e a non essere "una pecora del gregge". Per questo motivo
la branca offre ai propri Rover diversi momenti a partecipazione individuale che
arricchiscono il bagaglio culturale, alimentano i rapporti sociali e permettono di vivere a
contatto con il mondo ed i suoi cambiamenti. Non ci sono limiti ai campi d'azione dei
Rover, termine che possiamo tradurre come il "viandante" cioè come colui/colei che vuole
personalmente informarsi sulle cose e partecipare al processo di cambiamento della
società per esserne parte attiva e pertanto CAMMINA per il mondo, che ama pur non
condividendolo nelle sue parti peggiori e per il miglioramento del quale SI IMPEGNA.
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Tutte e tre le Branche operano attraverso le aree di BP: senso civico, sviluppo fisico,
abilità manuale e carattere a cui si è aggiunta la dimensione spirituale, come quinta area.
Senso civico porta a:
- l’educazione all’amore per gli altri,
- l'educazione al bene comune e alla solidarietà,
- scoprire la ricchezza della diversità nelle persone,
- vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto,
- rendersi utili in qualunque momento ciò sia richiesto,
-conoscere l’ambiente ed avere la capacità di lavorare in suo favore.
Sviluppo fisico porta a:
- avere cura del proprio corpo,
- riconoscere i propri limiti e le proprie possibilità,
- ricercare un’alimentazione sana ed equilibrata,
- riposarsi correttamente,
- ricercare ritmi naturali di vita,
- esprimersi, vivere correttamente e serenamente la propria sessualità,
- saper affrontare la fatica, la sofferenza, la malattia, la morte.
Abilità manuale porta a:
- riscoprire l’uso intelligente delle proprie mani
- scoprire la gioia del saper fare,
- accettare fatica e fallimento,
- avere pazienza,
- apprendere la concretezza,
- apprendere l’essenzialità,
- avere buon gusto nel fare,
- scoprire la creatività e la fantasia.
Carattere porta a:
rafforzamento del proprio carattere attraverso:
- la lealtà,
- la fiducia in se stessi,
- il coraggio,
- il senso della gioia,
- l'ottimismo,
- il rispetto dei diritti,
- l'autodisciplina,
- l'elevazione del proprio pensiero e dei propri sentimenti.
La spiritualità per il CNGEI è:
impegnarsi in un progetto personale di vita realizzato in compagnia di altri in una natura
che l’uomo trasforma per i suoi bisogni fondato su una fiducia dinamica nei valori che
formano la coscienza morale alla luce di qualcosa che va al di la della limitata e
incompleta esperienza umana.
Il tutto per rispondere ai bisogni dei nostri ragazzi.
Il periodo che va dai 6 agli 11 anni, coincide con la prima scolarizzazione ed è il momento
dei massimi apprendimenti.
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Secondo Piaget, il pensiero diviene capace di reversibilità, vale a dire che riesce a
prendere in esame contemporaneamente aspetti diversi della realtà, indipendentemente
dalla loro presenza e dalle loro caratteristiche percettive. Si ampliano e si affinano le
strategie cognitive, in particolare quelle relative alla memoria (cognitivismo). Il linguaggio si
adegua sempre più alle regole dell'esposizione corretta, il lessico si arricchisce di vocaboli
e, l'entrata nella scuola, permette al bambino di utilizzare con più sicurezza gli alfabeti. Se
il bambino sente di riuscire bene nei compiti che gli vengono assegnati, incrementa il
proprio livello di autostima, se al contrario, riscuote sempre insuccessi, e, al confronto con
i compagni, risulta un perdente, sviluppa un sentimento di inferiorità. Si consolidano le
amicizie con i coetanei, anche se le aggregazioni sono ancora prevalentemente legate
all'appartenere allo stesso sesso.
I bisogni prevalenti sono:
–
bisogno di avventura, nel senso, fare un qualcosa di nuovo e di emozionante; per il
bambino l'avventura è rappresentata dalla possibilità di esplorare il mondo
contando sulle proprie forze
–
bisogno di aggregazione, che da qui in poi è un bisogno fondamentale
–
bisogno di stima, affetto, riconoscimento
Nella figura 2 sono riportate le direzioni lungo le quali tende durante tutta l'esistenza ad
espandersi il Sé, in altre parole i bisogni fondamentali della persona; sono bisogni di cui
non si può fare a meno, se si vogliono conservare salute, potenzialità positive,
"benessere", per tutta la vita, e non solo nel periodo infantile. Avremo sempre bisogno
(naturalmente con modalità meno urgenti in età adulta) del contatto, del poter essere
tenuti e contenuti, dell'essere "nutriti".
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Tali bisogni si riscontrano anche nell’età del cambiamento.
L’adolescenza può essere definita come un lento processo, che porta al suo interno
rotture e disarmonie, che interessano il corpo, la personalità, i comportamenti, la relazione
con se stesso e con gli altri, ed è anche considerata, come la fase centrale di sviluppo
psicologico, durante la quale avvengono delle trasformazioni e si verificano degli
"abbandoni" di aspetti considerati tipicamente infantili:
–
a livello fisico, con l'abbandono di un corpo infantile e il raggiungimento di un corpo
adulto con tutte le implicazioni di tipo sessuale e riproduttivo;
–
a livello cognitivo, con il superamento del pensiero operatorio concreto e il
conseguimento della logica formale e del pensiero deduttivo;
–
a livello affettivo, con l'abbandono degli oggetti d'amore infantili e la ricerca di un
impegno in legami affettivi al di fuori dell'ambito familiare;
–
a livello sociale, con l'abbandono della dipendenza dalla famiglia e la ricerca di
un'autonomia di azione e di giudizio da esercitare al di fuori del contesto familiare.
Il periodo adolescenziale può essere diviso in:
–
preadolescenza, che corrisponde alla pubertà, all'età compresa tra gli 11 e i 14 anni
circa;
–
adolescenza propriamente detta, che va dai 14 ai 17 anni circa;
–
post-adolescenza, che va dai 17 anni circa ai 20 anni ed è caratterizzata
dall'assunzione di un ruolo sociale preciso.
I bisogni prevalenti sono:
Il bisogno di identità.
Nel periodo adolescenziale ci sono una serie di domande che il giovane rivolge a se
stesso: "chi sono?", "come sono?", "come voglio essere?", "quale ruolo mi prefiguro da
adulto?"... Il gruppo, facilita come uno strumento che facilita il passaggio dalla vita protetta
della famiglia in cui i ruoli e le regole erano definite, al mondo adulto in cui è necessario
scegliere.
Il gruppo è fondamentale per un adolescente, qui si confronta, scambia opinioni, si
interroga su questioni extrascolastiche, si confida con certi membri del gruppo su
argomenti top secret al gruppo famigliare. Con il gruppo inizia a sentirsi adulto, inizia ad
essere indipendente.
Il bisogno di indipendenza si coniuga molto spesso a una dose di onnipotenza tipica del
pensiero adolescenziale. Sembra che mai nulla di grave possa accadere, che il fatto di
pensare a una cosa significhi automaticamente la sua realizzazione, con una
sottovalutazione del rischio o addirittura una sfida nei confronti di comportamenti a rischio
come modo per affermare se stessi.
Il bisogno di "senso" , l'adolescente in questa fase i chiede "perchè fare?". Il ragazzo è
alla ricerca di un'attribuzione di senso ad una serie di attività e doveri da compiere.
Quindi si ricerca un collegamento tra un agire ed un pensiero che riguarda se stesso o la
realtà che gli è intorno.
Infine non possiamo dimenticare il “Capo” che si pone in una relazione educativa con il
ragazzo/a
Per Carl Rogers, la relazione educativa si compie come relazione di aiuto, cioè come un
rapporto in cui una persona si attiva per facilitare la crescita e la maturità dell’altro che non
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si configura come soggetto da manipolare, ma come persona capace di autocompimento
e di autorealizzazione. La relazione di aiuto poggia su tre condizioni fondamentali: la
congruenza, l’accettazione positiva incondizionata e l’empatia. La congruenza consiste
nella consapevolezza del facilitatore dei propri sentimenti e vissuti, come emergono nella
relazione con il soggetto, senza negarli o distorcerli. L’accettazione positiva incondizionata
poggia sul rispetto per la persona riconosciuta come unica e originale, nella sua totalità,
con difetti e qualità, senza critiche o valutazioni. L’empatia è la dimensione che più
specificatamente deve connotare un’autentica relazione di aiuto, indica la capacità di
mettersi nei panni dell’altro, di coglierne con sincerità e rispetto il mondo interiore e i
contenuti emozionali e cognitivi, per avviare una comprensione autentica. L’empatia è la
via maestra perché l’educando giunga alla coscienza delle sue emozioni e degli aspetti di
sé sconosciuti o rimossi per avviare un processo di autovalutazione e di cambiamento.
I due caratteri costitutivi della relazione educativa sono: l’intenzionalità e l’asimmetria (età,
maggiori esperienze, conoscenze e maturità personali dell’educatore rispetto
all’educando). Un rapporto educativo non può essere affidato all’improvvisazione, ma deve
scaturire da scelte, strategie e valori. L’intenzionalità dell’educatore si traduce nell’avviare
un processo di comprensione di desideri, bisogni e attese dell’educando. La relazione è
complementare ed educativa quando i diversi livelli di asimmetria evolvono in senso
contenutistico e relazionale, annullando l’asimmetria stessa. La riflessione sulle dinamiche
della relazione educativa deve tenere conto della specificità dei contesti in cui si realizza,
in primo luogo famiglia e scuola.
In conclusione il rapporto educativo è posto a fondamento del fatto/evento educativo;
•
il rapporto educativo è asimmetrico ed è costituito da tre variabili inscindibili
(educatore, educando, ambiente), da un evento e da una dimensione tecnicoartistica;
•
il rapporto educativo va osservato in ottica sistemica;
•
il rapporto educativo è insieme processo e progetto e mira, nella sua dimensione
assoluta, al cambiamento migliorativo attraverso l’edificazione di un "noi
autoeducante" (educatore-educando).
La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma, come legna da
ardere, ha bisogno solo di una scintilla, che la accenda, che vi infonda l’impulso
alla ricerca e il desiderio della verità.
(Plutarco – L'arte di ascoltare)
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