Le sorelle di Sangue
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Le sorelle di Sangue
Il Primo Quarto: Innocenza La Sorella di Sangue Luna crescente al primo quarto Significato La sorella di sangue è radicale ribelle contro le regole sociali soprattutto quelle che limitano il potere femminile, la propria libertà. Non sopporta le limitazioni. Dispone di un cuore e di una mente aperta che si combinano con l’essere selvaggia e sentirsi invincibile. Tutto appare possibile. I limiti sono là per sfidarli e andare oltre. Questo archetipo corrisponde ala prima età adulta, attorno ai 20 anni, ma anche prima. La ragazza, nel suo sviluppo, esce dala cerchia familiare e cerca altre donne (sorelle) come base e per scambiare le esperienze di vita. E’ il bonding femminile, un patto di sangue, un cerchio solido che crea una nuova base per uscire nel mondo e affrontare successivamente il rapporto con l’altro, l’uomo, il maschile. La ragazza ha bisogno di questo cerchio per osare l’incontro con l’altro sesso, per entrare nel territorio maschile a lei estraneo, per affrontare il mondo e poter ritornare al suo territorio femminile familiare. Anche se spesso a quest’età “ha il ragazzo”, al centro del suo interesse stanno ancora le sorelle di sangue, le amiche. Nell’archetipo successivo, nell’amante, al centro starà il partner. Le sorelle di sangue si sostengono a vicenda, si soccorrono nella notte, dividono l‘affetto, passano ore insieme e al telefono, si fanno forza quando l’incontro con l’uomo risulta turbolento e in altre situazioni di vita. Si curano le ferite insieme. E’ qui che la donna impara a chiedere aiuto, quando ha bisogno di sostegno. Simbolicamente il gruppo di donne tiene in gestazione la nuova vita indipendente dagli individui che lo compongono. Anche il cerchio di sorelle di sangue è il luogo di guarigione, di recupero per aspetti finora non vissuti. Ai tempi del matriarcato (della cultura matrilineare) le ragazze vergini diventavano giovani sacerdotesse che maturavano nel tempio in gruppo e si preparavano alla vita di coppia e di famiglia. Disponevano di una libertà assoluta e riuscivano a mantenere la loro inviolabiità, protette dal tempio stesso. L’uscita dal tempio veniva preparata e ritualmente festeggiata nelle feste di fertilità come Beltane o le feste di maggio, dove la sacerdotessa sceglieva il suo “re di maggio” e festeggiava le “nozze sacre”, un rituale erotico di iniziazione alla sessualità e fertilità. Sanciva l’uscita dal cerchio delle sorelle e il passaggio all’archetipo dell’amante, che vedremo successivamente. Le nozze mistiche rappresentano l’archetipo della fusione di maschile e femminile nell’alchimia della spiritualità. Oggi, l’uscita dalla famiglia, a livello psichico è segnata dal “fidanzamento.” È il ragazzo a portare fuori la ragazza, in realtà per continuare a tenerla dentro. Le amiche perdono d’interesse quando c’è il ragazzo e i gruppi di donne vengono comunque scoraggiati sminuiti e addirittura ridicolizzati. Gli uomini non amano che le donne si trovino tra loro. È una cosa che li rende insicuri. Per contro le giovani donne, senza la base sicura di un cerchio femminile, si aspettano molte cose da parte del loro uomo, che in fondo possono ricevere solo dalle amiche. L’uomo, essendo diverso dalla donna, non può capire questi bisogni o rispondere allo stesso modo delle amiche. Negli anni settanta, quando l’allora generazione di donne aveva rotto con i modelli genitoriali tradizionali per sperimentare nuovi ruoli, quando la coppia aperta e le relazioni promiscue erano il terreno della sperimentazione, c’era una gara tra le donne che consisteva nel riuscire a dormire con un uomo senza fare l’amore. Ricevere coccole e scambiarsi confidenze era in fondo la massima aspirazione. Solo che era riposta nel soggetto sbagliato! Mancava la base femminile, che poteva soddisfare questi bisogni e, esaudendoli, creare premesse per entrare in relazione con l’uomo in quanto diverso. L’alto numero di separazioni e divorzi, secondo me si può ricondurre in gran parte alla mancanza di un cerchio di sorelle di sangue. Con l’esperienza delle sorelle di sangue cresce la capacità sia di una propria autonomia, sia di saper cercare sostegno e chiedere aiuto nella vita futura. Se pensiamo al periodo della maternità, in particolare al dopoparto, vediamo che moltissime donne puntano solo sul partner, aspettandosi da lui cure femminili, materne, anche perché la rete femminile manca. Inoltre, non sanno chiedere aiuto, in particolare, alle amiche. Quando il partner si assume in pieno il ruolo di sostegno al femminile, cade la tensione sessuale nella coppia e nascono altre tensioni profonde. Quando il partner non lo assume pienamente, la donna si sente sola, abbandonata. Un cerchio di sorelle di sangue, un sostegno femminile, un gruppo di donne fa bene, sia alla donna sia alla sua relazione con il partner. Quanta depressione femminile negli altri cicli di vita è dovuta alla solitudine in cui si trovano le donne, quando il partner non può più rispondere e non esiste alcuna alternativa! Il consiglio di una madre alla figlia che si sposa:”non dimenticare le tue sorelle”, raccomandò, facendo turbinare le sue foglie di tè sul fondo del bicchiere. “Esse saranno sempre più importanti man mano che inveccherai. Non importa quanto amerai tuo marito, né quanto amerai i bambini che potrai avere: avrai sempre bisogno di sorelle. Ricordati di viaggiare con loro ogni tanto, ricordati di fare delle cose con loro, ricordati che sorelle sono tutte le donne, le tue amiche, le tue figlie e tutte le altre donne che ti staranno vicine. Tu avrai bisogno di altre donne, le donne ne hanno sempre bisogno.” L’archetipo delle sorelle di sangue si attiva durante la vita ogni volta che una donna sente il bisogno di tornare a casa, di ritrovare il suo terreno femminile, di cercare di trovare conforto nello scambio con altre donne. Spesso accompagna le crisi di passaggio, le soste nel 13. Il compelmento dell’archetipo è la sacerdotessa, archetipo della menopausa, dove tutta la vita futura è di nuovo in gestazione. Vissuti Nell’esperienza del cerchio questo quadrante, questo archetipo, è molto occupato e suscita nelle donne nostalgie, conferme, comprensioni. Molte hanno riconosciuto che saltando questa tappa, passando dalla “ragazza vergine” direttamente a quella dell’”amante”, l’esperienza è stata molto più difficile, le solitudini pesanti, le ferite maggiori. Molte hanno compreso che in assenza di cerchi di donne manca una base sicura. Ma molte hanno anche riferito tradimenti dolorosi da parte di amiche considerate “sorelle di sangue” e molta competizione tra amiche rispetto agli uomini. Del resto, la relazione con l’uomo offre maggiore prestigio sociale rispetto a quella con le amiche e la competizione tra donne rispetto agli uomini è stata nutrita da chi vuole le donne separate anziché unite. Fa gioco al dominio maschile. È risultato comunque facile restaurare il desiderio e la comprensione della necessità di ricreare cerchi di donne, come anche il potenziale di cura presente in tali cerchi. È anche emerso come il modo con cui è stato vissuto il ciclo di “figlia”, il modo con cui allora si sviluppò la fiducia o la sfiducia nelle donne attraverso la relazione con la madre, abbia spesso influito sulla qualità del rapporto con le amiche e le altre donne nella vita successiva. Dobbiamo recuperare la sorellanza femminile superando competizione e divisione tra donne, affinchè anche l’uomo possa integrare il suo femminile, una forza oggi necessaria la mondo. Tratto da "Apprendere la maternità" di Verena Schmid, a sua volta tratto da "The Circle of Life, Thirteen Archetypes for every woman" di Elisabeth Davis e Carol Leonard