Scarica lo Speciale – Jeanswear Made in Italy
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Jeanswear Made in Italy—perché investire nel premium denim Luglio 2013 NETHI PARTNERS APPROFONDIMENTI performance dei cosiddetti mer- e Polonia, che provengono e cati maturi quali Stati Uniti e proverranno i nuovi ricchi (nel Seppur abbia attraversato tempi Giappone che attualmente rap- 2017 saranno 192 milioni in più migliori fino a cinque anni fa, il presentano rispettivamente il rispetto al 2011) tutte economie settore del denim può ancora 5,1% e il 3,9% seguiti dagli in cui il made in Italy già oggi essere considerato solido e in amanti del made in Italy di alto afferma il proprio valore e rap- crescita. Negli Stati Uniti il livello, Russia, 2,8% e Cina presenta per i consumatori uno jeanswear vale 16 miliardi di 1,3%; rispetto al 2011 le espor- dollari, il 13% del mercato tazioni verso la Cina di jeans Il fascino del Premium dell'abbigliamento e i marchi a italiani sono cresciute del 39% status. stelle e strisce che devono divi- mentre la Russia ha segnato un dersi la fetta sono circa mille. +14,5%. E' da questi paesi, in- Anche in Europa il mercato è sieme a India, Brasile, Turchia Introduzione Traino del settore continuano a essere i premium denim, i jeans che per ricerca, riconoscibilità frammentato, ma molti dei marchi leader sono italiani: in testa I mercati internazionali del denim italiano Diesel, Replay e Sixty (ora in concordato). E poi troviamo i grandi brand, da Giorgio Armani a Dolce&Gabbana, che sulle vendite di jeans hanno costruito parte della loro notorietà. Il denim italiano Nel 2012 le esportazioni di jeanswear italiano hanno raggiunto i 689 milioni di euro e, con 482 milioni di euro, l’Europa continua ad essere il principale mercato di sbocco per il denim made in Italy, anche se la quota sta lentamente diminuendo. A migliorare sono le Fonte SMI su da Istat NETHI PARTNERS APPROFONDIMENTI del marchio, materiali e lavorazioni impongono prezzi alti. La Cina è l’area più ricettiva: nel 2012 le esportazioni italiane hanno raggiunto i 9 milioni di euro mentre negli USA sono le vendite di jeans per donna che hanno subito un vero boom, soprattutto la fascia del premium jeans. Nel paese a stelle e strisce i jeans tricolore nel 2012 hanno generato un volume d'af- 56 milioni). Monomarca? Si grazie La strategia distributiva scelta dai principali player del mercato di riferimento prevede l’affiancamento dei due canali, monobrand e multibrand. Lo sviluppo del network retail, tuttavia, è esploso solo negli ultimi anni per entrare più agevolmente nei nuovi mercati, come Ci- il brand Diesel la holding OTB ha messo in atto una strategia di riposizionamento verso l’alto, eliminando dei punti vendita non più allineati alla brand strategy. Nel 2012 il volume d’affari della OTB, che ha un export pari all’87%, ha raggiunto 1,5 miliardi, e Diesel contribuisce al 75% del fatturato. Il primo mercato estero del gruppo è il Giappone, dove l’azienda rea- fari di 35 milioni di euro. Più lizza 270 milioni di euro con il frammentato invece il mercato brand Diesel e 50 milioni di europeo, tuttavia è possibile euro con gli altri brand. Nel individuare un trend che acco- 2012 Tokyo e Giappone hanno muna i principali acquirenti fatto registrare una crescita del stranieri: in Francia, Germania e +7% con Diesel e del 20% con i Regno Unito circa il 10% dei brand del prêt-à-porter mentre jeans italiani venduti appartiene al segmento premium. Se è vero che la Francia continua ad essere stabilmente la meta preferita del denim made in Italy con 94 milioni di ricavi circa (-10,3%) la sua quota si sta lentamente erodendo come anche quella di Germania (-2,2%) e Paesi Bassi (-7,8%). Ad entusiasmare c’è la performance dei cosiddetti mercati maturi e quindi Gran Breta- na, USA e Giappone. L'aumento dei punti vendita monomarca produce molto rapidamente una crescita delle vendite, benché altrettanto rapida sia la perdita nei ricavi fino a quando non si è raggiunta la giusta dimensione del network. Il negozio diretto permette inoltre un controllo per il 2013 è prevista una crescita almeno del doppio. L’ultima azienda italiana che ha deciso dimettersi alla prova con una rete monobrand è il gruppo fiorentino Sevenbell, che ha in programma le aperture di otto negozi diretti tra Italia ed estero per il marchio Roy Roger’s . più stretto del marchio e una migliore gestione del valore percepito dal consumatore. Per gna, al quarto posto (+15,2% a NETHI PARTNERS © Nethi Partners 2013. Tutti i diritti riservati Per informazioni o per il report completo contattate Nethi Partners E-mail: [email protected] Tel: 06 68803457 Fax: 06 68211106 www.nethipartners.com