Stampa uscita - La scuola possibile

Transcript

Stampa uscita - La scuola possibile
Pubblicata da Sysform Editore 00131 Roma Via Monte Manno 23 -
Direttore Responsabile Manuela Rosci
Edizione cartacea della rivista telematica www.lascuolapossibile.it
Iscrizione al Tribunale di Roma 63/2010 del 24/02/2010
N.19 gennaio 2012
Web Content Manager Maurizio Scarabotti
Editoriale
Quale voto ti ... somiglia?
Quanto vali?
di Rosci Manuela - Editoriali
Nella vita di tutti i giorni, e non solo a scuola, ognuno vive situazioni che producono un
RISULTATO che fotografa "quel momento".
Il risultato/dato registrato permette quasi
sempre di prendere decisioni per compiere
scelte o aggiustare il tiro. Il risultato che ottengo spesso non mi permette di valutare
tutti gli aspetti della realtà, della mia vita,
mi offre la possibilità di operare un'INFERENZA che è "il processo con il quale da
una proposizione accolta come vera, si passa ad una seconda proposizione la cui verità
è dedotta dal contenuto della prima. Inferire
è
quindi
trarre
una
conclusione".(Wikipedia)
della singola partita: cinque goal al Cesena), allora posso dire/valutare che la squadra complessivamente sta bene e poi scendere nel dettaglio per dire che Totti è ... De
Rossi ....e così via, posso analizzare lo stato
di benessere (risultato personale) di ogni
singolo giocatore;
2. Se ho giocato dei numeri al LOTTO, il risultato potrà essere di VINCITA o PERDITA.
All'interno di questo risultato, posso registrare uno scostamento dalla vincita (accidenti, mancava solo un numero!) oppure
quantificare lo specifico risultato (vincere 1
€ oppure ... 500 mila euro!);
3. I risultati dell'analisi del sangue ci indicano, per ogni parametro, se sono nella
norma oppure no. Il valore negativo è un
ulteriore indicatore che mi permette di decidere se devo intervenire (con l'alimentazione più mirata se sono anemica, con un
farmaco se ci sono infezioni);
4. Il valore pressorio idem: mi dà un dato/risultato che mi dice se va bene o male.
Significa che sulla base dei risultati di alcuni
parametri posso dire che:
1. Se la squadra della Roma ha vinto le ultime quattro partite (risultato di un processo) e se continua a stravincere (risultato
Potremmo continuare all'infinito: sono tanti
i RISULTATI che danno un RESPONSO su un
determinato aspetto/indicatore. Spesso il
risultato/responso è quantificabile (la partita si vince/si perde/ si pareggia, mentre di
Questo mese abbiamo deciso di occuparci di
VALUTAZIONE, non tanto come declinazione di aspetti teorici quanto, come al solito,
di esperienze dirette, di riflessioni che partono spesso da "pezzi" di vita scolastica ...
quotidiana.
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.1
solito è bassa la probabilità che venga sospesa o annullata), tuttavia il risultato finale
della partita di per sé non mi permette di
valutare l'andamento dei 90' (la durata della partita). Così per le analisi del sangue e
la pressione sanguigna, sono parametri
quantificabili che però non mi consentono di
dare una valutazione complessiva sul mio
stato fisico, sebbene siano importanti INDICATORI.
In che cosa differiscono questi risultati "oggettivi" dai RISULTATI SCOLASTICI?
Quando i docenti devono NEGOZIARE con
se stessi e con i colleghi.
Con se stessi, quando sentono l'enorme
RESPONSABILITA' dell'azione che devono
compiere, consapevoli che lascerà traccia
sull'alunno in primis (e sulla sua famiglia) e
sui suoi compagni (l'idea che gli altri si sono
costruiti di lui!).
Con i colleghi, all'interno dei team o dei
consigli di classe, quando stabilire "UN" voto per ogni disciplina può involontariamente
diventare una mera elencazione di singoli
risultati, oppure trasformarsi in una occasione di confronto/riflessione/considerazioni
sul singolo (alunno) da parte di un gruppo
(di docenti) che necessariamente deve attingere ad "altri" risultati che perdono la caratteristica del "responso finale" declinato,
a vantaggio di un atteggiamento mentale di
RI-CERCA del peso "più giusto" da dare al
percorso del singolo alunno. Il "risultato"?
Spostare il focus della valutazione: dall'esito dei risultati/prodotto finale (tradotti in
voto) all'analisi delle competenze e del grado raggiunto (tradotto in livelli). Non si
tratta di semplice formalismo ma di sostanziale ... cambio di rotta. Ne saremo capaci?
La scuola utilizza per tutta la durata della
"partita scolastica" (9 mesi = 200 giorni circa di scuola) i VOTI per indicare il RISULTATO di uno specifico compito: 7 sul tema,
6 sulla versione di latino, 5= in matematica
...
Di per sé questi voti sono il risultato di una
singola PRESTAZIONE.
Poi scatta il tempo della valutazione e il docente "deve" utilizzare i dati in suo possesso (i singoli risultati/voti) per un'AZIONE
VALUTATIVA: quanto vale "alla fine" questo
alunno? Quanto si merita?
Ogni docente è quasi sempre libero di valutare ... come crede.
SCEGLIE/DECIDE in base ai suoi parametri
e a volte il peso che un docente dà a un 6
... non è lo stesso del collega!
Gli articoli che compongono questo numero
cercano di dare un contributo all'attuale
stato dell'arte! Aspettiamo i vostri contributi!
Quando allora la valutazione diventa un
"tempo importante" del processo di insegnamento/apprendimento che avviene a
scuola?
Manuela Rosci
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.2
In questo numero di gennaio 2012
Area Tematica
Attività Laboratoriali
Titolo
Autore
Quale voto ti ... somiglia?
Rosci Manuela
Il bioritmo
Riccardi Barbara
Io sono uno 'scandalo'... parole, immagini e colore!
La redazione
Vita da scuola media: la parola
ai ragazzi:)))
Infantino Aminta Patrizia
Quali verifiche per i bambini in
difficoltà?
Melchiorre Antonia
Le avventure di Finzy
Riccardi Barbara
Il lungo percorso della valutazione
Ansuini Cristina
Che cosa valutare
Rossini Simonetta
Come farsi valutare dai propri
allievi
Sabatini Roberto
I ragazzi che valuto .... mi valutano?
Crasso Antonella
La resa (o arresa) dei conti
Nucera Roberto
La valutazione a scuola: percorso di adempimenti o opportunità di crescita? (1a parte)
Presutti Serenella
Proviamo a chiederglielo!
Ruggiero Patrizia
Quando i conti non tornano
Paci Lucia Giovanna
E' tempo di valutare ed essere
valutati
Agolino Simona Loretta
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.3
DDalla prima pagina
Dalla prima pagina
E' tempo di valutare ed essere valutati
Prepararsi a compilare le temute ..."pagelle"!
di Agolino Simona Loretta - Sotto la lente
tempo gli strumenti di valutazione qualitativi che si affiancano a quelli quantitativi . La valutazione a cui si giunge e' globale, perché colloca i dati ottenuti dalla misurazione all'interno di un'analisi globale
della situazione in cui avviene l'apprendimento.
L' osservazione, strumento prioritario per l'
analisi qualitativa , accentua il ruolo del docente come soggetto che raccoglie in modo
sistematico e continuativo le informazioni
sullo sviluppo delle conoscenze e delle abilità, sulla disponibilità ad apprendere, sulla
costruzione della personalità. Gli apprendimenti cognitivi sono solo una parte di quelli
osservabili; il quadro informativo riguarda
tutti gli aspetti che appartengono alla maturazione dello studente. In questa modalità
di lavoro, le forme di valutazione si completano: in alcuni casi saranno utili le prove
oggettive, in altri quelle di tipo qualitativo,
la scelta e' collegata agli obiettivi che ci si
propone di valutare, alle loro caratteristiche.
E' arrivato il momento di valutare ufficialmente i nostri alunni e non solo quelli.
La valutazione è in generale un TEMPO della
vita scolastica che pone l'attenzione sui risultati di apprendimento degli alunni, ma sebbene indirettamente- anche sulle scelte
compiute dall'insegnante e sulla sua prestazione professionale, oltre che sulla bontà
dei progetti dell'istituto e dell'intero sistema
organizzativo, sebbene questi due aspetti
siano valutati maggiormente al termine dell'anno scolastico.
La scheda in cui si riporta il giudizio e'
un collettore dei diversi interventi valutativi: da quelli osservativi a quelli misurativi.
L'aspetto interessante e nuovo di questa
impostazione e' il cambio di focus: dalla valutazione degli apprendimenti alla verifica
dell'azione didattica.
Ogni scuola, in modo autonomo, ha quindi
la necessità di rendicontare la sua azione
formativa soprattutto ai genitori (oltre che
agli alunni, ovviamente) documentando i
risultati raggiunti negli obiettivi che si era
prefissata, ed in particolare il mese di gennaio è sempre stato il mese delle temute
"pagelle".
Cerco di insegnare ATTRAVERSO la trasmissione di conoscenze o ATTRAVERSO la conquista di saperi sollecitando i processi di
apprendimento di ogni singolo alunno.
Ci sono molti modi di intendere l'insegnamento e quindi di impostare l'azione didattica e la sua relativa valutazione.
Mi capita, infatti, di intervenire e sollecitare
in continuazione gli alunni ad un apprendimento:
1. Attivo, dove richiedo costantemente all'alunno di fare , progettare, sperimentare,
Nella scuola dell'obbligo sono applicati da
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.4
costruire.........;
2. Esplorativo, attraverso la proposta di
problemi che richiedono la formulazione di
ipotesi, cercando di far scoprire loro metodi
efficaci di indagine..........;
3. Cooperativo, favorendo il lavoro di
gruppo, la discussione, il confronto e soprattutto l'aiuto reciproco;
4. Riflessivo, cerco sempre di portare ogni
singolo alunno a rivedere il percorso seguito, di ragionare sugli errori commessi, di
prendere consapevolezza dei propri punti di
forza e di scoprire strategie sempre diverse
per la soluzione del quesito proposto.
• fare un bilancio delle scelte che si sono
volute fare,
• verificare l'andamento con i colleghi,
che spesso entrano in collisione con il nostro diverso modo di lavorare,
• essere valutata come insegnate dai
propri alunni,
• chiedersi se quello che stiamo facendo effettivamente serva alla costruzione
della conoscenza e della competenza degli
alunni.
Cerco di avere sempre chiaro che mentre
valuto i risultati dell'apprendimento dei miei
alunni (dove sono loro), valuto anche la mia
proposta didattica (cosa sto facendo io perché loro siano lì, a quel risultato).
In questo periodo ho proposto alla classe
sia delle verifiche concordate con le altre
classi parallele alla mia, che delle verifiche
personalizzate ad hoc per la mia classe, sul
percorso didattico svolto finora insieme a
loro. Le proposte sono pensate spesso in
modo semplificato o diversificate, per cercare di ottenere da ogni alunno un risultato
(più che) sufficiente.
Ecco perché quando è TEMPO di VALUTAZIONE sento tutta la responsabilità di ogni
voto che metto!
Simona Loretta
Agolino,Giurista,docente
I.C."2
Ottobre
1870", piazza Borgoncini Duca - Roma
Devo dire che quando parlo agli alunni di
verifiche "ufficiali" cominciano a delinearsi
sui loro volti sguardi preoccupanti ed incerti; e capita che alcuni non riescano neppure
a dimostrare quello che veramente hanno
appreso; a volte non riescono neppure a
capire fino in fondo quello che gli viene richiesto!
Da insegnante valuto in continuazione i miei
alunni, in ogni momento della lezione o anche nel momento ricreativo, e lo faccio con
varie attività che possono a volte sembrare
non attinenti alla progettazione didattica ufficiale ma che, per quanto mi riguarda, mi
permettono di capire cosa abbiamo raggiunto, io insegnando e loro apprendendo.
La valutazione degli apprendimenti si rende
necessaria per individuare dove poter intervenire o ristrutturare un lavoro che si dava
per acquisito, e quindi trovare un nuovo
percorso educativo di apprendimento più
efficace, cioè compiere una sorta di bilancio di revisione parziale della programmazione didattica per meglio calibrare i successivi interventi alle necessità
verificate, in un significativo arco di tempo
e agli obiettivi finali predefiniti.
Il TEMPO dedicato alla valutazione è quel
TEMPO che mi permette di
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.5
Dalla prima pagina
Il bioritmo
L'autovalutazione degli apprendimenti e non solo...
di Riccardi Barbara - Attività Laboratoriali
continua, in itinere, "privata", rivolta ad ogni singolo ragazzo, che può ricavarne utili
informazioni
per
il
suo
progresso.
Mi son detta: "Quello di cui ho bisogno, per
una valutazione autentica e alternativa sono degli strumenti". Ho cercato così di pensare ad uno strumento che mi potesse essere di supporto per meglio "valutare" i
miei ragazzi a tutto tondo.
Non rinuncio alle mie speranze anche
se sembrano assurde e inattuabili. Le
conservo perché continuo a credere
nell'intima bontà dell'uomo
(Anna Frank)
Ho creato una scheda questionario, un vero "Diario di Bordo" in aggiunta agli elaborati svolti quotidianamente che ho
chiamato BIORITMO. Sono domande aperte, dove chiedo di rispondere con un
proprio giudizio personale su ciò che hanno
imparato in classe durante una determinata
materia
o
lavoro
specifico.
Uno sprono, una loro riflessione sulle attività, sui risultati, sui comportamenti, sugli
stati d'animo, per un'autovalutazione più
consapevole propria ed altrui:
Mi piacerebbe riflettere insieme sulla parola
"giudizio": come si fa ad essere stadere obiettive? Come essere giudici-giusti nel monitorare, valutare ... i prodotti, i risultati dei
nostri ragazzi, compagni di viaggio nell'apprendimento, e anche i processi che sono
necessari per una presa di coscienza dei
propri punti di forza e di debolezza, per arrivare a sapere e saper fare, con il senso
dell'imparzialità e capacità di giudizio categorico?
1. Secondo te, hai ottenuto un buon risultato nel compito che hai appena svolto?
2. Nel complesso, hai trovato il compito facile o difficile? Sapresti dire perché?
3. Che particolari difficoltà hai avuto? Come
hai cercato di superarle?
4. Che cosa ti ha ostacolato? Che cosa ti ha
aiutato?
5. Che cosa avresti bisogno di fare per migliorare il tuo rendimento?
6. Quali diverse strategie potresti mettere
in atto?
7. Quali sono le più frequenti cause di difficoltà?
8. Quali sono le strategie che hanno maggiormente facilitato l'esecuzione del compito?
9. Se ripenso al lavoro svolto in questa unità, ho la sensazione di avere imparato
Mi soffermerei sull'importanza di una valutazione che aiuti alla presa di consapevolezza, una valutazione tramite dei feedback,
informazioni "di ritorno" sullo svolgersi dell'apprendimento, sulle eventuali difficoltà
incontrate, sullo "scarto" tra il livello di conoscenze e competenze "attese", previste
alla conclusione del percorso e l'attuale effettivo livello, che guidino all'orientamento
verso la prosecuzione del lavoro, calibrando/pianificando ulteriori azioni di recupero,
mantenimento e sviluppo. Una valutazione
❐ nulla ❐ molto poco ❐ qualcosa ❐ molto
❐ moltissimo
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.6
10. Gli esercizi o attività più difficili in questo lavoro sono stati?
11. Gli esercizi o attività più utili in questa
unità sono stati:
12. Penso che i miei punti deboli alla fine di
questo lavoro siano:
Ho potuto verificare l'efficacia di azione e i
risultati
utilizzando
il
BIORITMO.
Fondamentale è somministrate gradualmente le schede, in modo non invasivo ma
valorizzando la positività e le "intelligenze"
individuali, in un clima non giudicante, cooperativo più che competitivo, basato sulla
fiducia reciproca tra alunni e tra alunni e insegnanti. Tutto questo è basilare, unito ad
una progettazione non di sfida, potenzialmente pericolosa e minacciosa, ma un'azione giudicante bilanciata dalla voglia di aiutarsi e aiutare i compagni per un "sostegno"
a migliorare tutti insieme uniti verso il sapere e il saper fare e l'imparare a fare!
Il lavoro può essere fatto anche in riferimento alla visione sui compagni:
1. Che cosa pensi del lavoro del tuo compagno rispetto a ciò che sa fare di solito?
2. Che cosa pensi che il tuo compagno abbia fatto bene?
3. Che cosa pensi che il tuo compagno potrebbe fare meglio?
Video:
La cosa importante poi sarà saper prendere
in considerazione le informazioni emerse e
raccolte, facendo attenzione soprattutto agli
elementi
significativi
come
supporto/rapporto con i propri punti di forza e di
debolezza e con i propri stili di apprendimento.
Alla fine ne vien fuori, un modo per studiare
insieme diversi piani di lavoro didatticamente più consoni ed appropriati.
IMPORTANTE durante questo processo di
autovalutazione è che rimanga un'esperienza "ecosolidale" positiva:
1. Saper accettare il giudizio sulla propria
prestazione e il suo significato non necessariamente positivo.
2. Saper tollerare la valenza giudicante di
questa operazione senza mettere in crisi la
propria identità, il proprio concetto di sé, la
propria autostima.
Barbara Riccardi, docente CD 143° "Spinaceto" - Roma
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.7
Dalla prima pagina
Le avventure di Finzy
Come indaga e valuta la Guardia di Finanza
di Riccardi Barbara - L'intervista
l'Unicef, con l'intento di trasmettere ai più
piccoli i valori di giustizia sociale e rispetto
della legge. Inoltre, consente anche di conoscere meglio il Corpo, la sua storia centenaria
e
i
suoi
svariati
compiti.
L'idea nasce come servizio di utilità nei confronti di genitori e docenti nella quotidiana
opera educativa, e più in generale quale
mezzo diretto per far conoscere l'eterogenea attività del Corpo ai bambini tra i 9 e
10 anni.
Il video
All'improvviso, curiosando tra gli spazi espositivi di una delle fiere del libro più conosciute, la mia attenzione è attratta dalla
visione di divise inconfondibili, quelle della
Guardia di Finanza. Lo stupore è al massimo!!! "Che cosa fanno qui? Cosa sono possono proporre? Sicuramente qualcosa di interessante ed utile per noi cittadini", così
cedo alla tentazione di "investigare" sulla
loro proposta originale. Avvicinandomi, noto
immediatamente dei fumetti, fumetti per
ragazzi ... il mio interesse sale sempre più,
riesco a raggiungere proprio la persona giusta da intervistare: il
Maggiore Lorenzo Levita - Capo Sezione Relazioni Esterne - Comando Generale.
- Quale numero è in stampa, novità a
sorpresa?
E' in fase di realizzazione la IV avventura.
Inoltre sono già stati pubblicati due cartoni
animati edugame e un videogioco, protagonista sempre la giovane mascotte. Il
termine "edugame" è nato dalla fusione
delle parole education e videogame per
indicare un videogioco didattico capace di
coinvolgere i bambini in un'esperienza educativa "virtuale". Il gioco si articola in quattro livelli, ognuno corrispondente a un esempio di frode, e il bambino deve aiutare
Finzy nella sua attività di finanziere. Al termine di ogni livello/avventura, un testo esplicativo soddisfa tutte le curiosità del
bambino.
- Qual è stata la scintilla che ha fatto
scoccare l'idea di realizzare un fumetto
per ragazzi?
La Guardia di Finanza, da sempre attenta
alla comunicazione nei confronti dei più piccoli, nel 2009 ha ideato un fumetto il cui
protagonista è "Finzy", un giovane grifoncino (il mitico personaggio simbolo del Corpo)
dedito al contrasto di quei fenomeni illeciti
che tutta la Guardia di Finanza quotidianamente fronteggia. "Finzy - il fumetto della
legalità", rientra in un più ampio Progetto
sulla legalità realizzato dalla Guardia di Finanza con il Patrocinio del M.I.U.R. e del-
I livelli del gioco:
Banconote false - Attraverso questo gioco
il bambino impara a riconoscere, diverten-
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.8
dosi, questo particolare sistema di frode e il
modo migliore di comportarsi di fronte ad
una banconota falsa.
lunni, molti dei quali, al termine della proiezione del cartone animato, non si sono persi
d'animo nel rivolgere agli Ufficiali pertinenti
domande sull'attività quotidianamente svolta. I dirigenti scolastici e gli insegnati, che
hanno preso parte agli incontri, hanno manifestato il loro apprezzamento per il contenuto altamente educativo del Progetto.
Oggetti contraffatti - Viene spiegato al
bambino perché la copia di un originale, con
tutti i suoi difetti e rischi, è considerata un
grave illecito che crea danni a consumatori
e imprese.
- Come possiamo usufruire di tale opportunità?
I prodotti vengono realizzati e distribuiti
dagli stessi Finanzieri alle classi IV e V delle
Scuole Primarie nel corso dell'anno scolastico.
Le opere possono essere scaricate dal sito
della Guardia di Finanza www.gdf.it
sul link
http://multimedia.gdf.gov.it/giochi/fi
nzy
Trova la droga - Nella sala d'aspetto dell'aeroporto, il bambino gioca per aiutare
Finzy e il cane Fiamma a riconoscere i trafficanti di droga. Viene affrontato il problema
della droga: cos'è? Perché fa male? Perché
bisogna starne il più possibile lontani?
La sfida finale - A due passi dalla vittoria,
la sfida finale contro il malefico Dott. Hackerstein. L'ultimo livello, alle prese con il
genio del male, l'avventura di Finzy sta per
concludersi e il bambino è vicino all'arruolamento nel N.O.M., Nucleo Operativo Mascotte della Guardia di Finanza. L'entusiasmo e la dedizione di ogni piccolo finanziere
hanno assicurato il Dott. Hackerstein alla
giustizia.
Un videogioco pensato per la formazione e
capace di coinvolgere attivamente il bambino in un'esperienza virtuale partecipativa.
E' stato realizzato anche un dvd che contiene le storie dei fumetti. Con fare accattivante, riesce a coniugare un linguaggio
chiaro e dinamico a contenuti altamente significativi. Infatti, nella predisposizione di
tale opera la Guardia di Finanza si è posta
l'ambizioso obiettivo di illustrare ai piccoli
lettori la propria missione istituzionale, quale polizia economica e finanziaria vicina alle
esigenze dei cittadini. Si prefigge di fornire
le fondamentali nozioni di educazione civica, al fine di promuovere la formazione di
una coscienza rispettosa dei principi democratici della Costituzione ed una sempre
maggiore diffusione della cultura della legalità che, intesa nella sua più ampia accezione, costituisce premessa indispensabile per
il rispetto delle norme democratiche e dei
valori civili in ogni società. L'iniziativa è rivolta a tutte le scuole del Paese.
- Cosa racconta il terzo albo..?. Una
missione contro l'evasione fiscale. Ad aiutare il grifoncino, direttamente dall'Unità cinofila arriva "Fiammetta" una bellissima cagnolina lupa, che augura a tutti: "Buona
caccia". Nella puntata vengono presentati
anche i campioni delle Fiamme Gialle.
Termina qui l'intervista al Maggiore Lorenzo
Levita che ha presentato un Progetto che si
pone come valido supporto per la formazione delle nuove generazioni nella società di
oggi e di domani, con un linguaggio adatto
ai bambini. Si tratta di accedere a conoscenze che permettono di prestare più attenzione a quello che ci circonda per valutare con più consapevolezza quello che ci
viene offerto, un passo importante per costruire ... un mondo migliore.
Grazie dell'opportunità presentata/offerta.
Grazie Maggiore Levita per il Vostro lavoro
e la Vostra scrupolosa attenzione al mondo
dei giovani e non solo, con Voi ci sentiamo
più ... sicuri.
Buona lettura e buon divertimento a tutti!
Barbara Riccardi,
docente CD 143° "Spinaceto" – Roma
- Come si comportano i ragazzi durante
i vostri interventi a scuola, come è accolto "Finzy"?
Gli incontri sono stati connotati dalla viva e
appassionata partecipazione dei piccoli a________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.9
Dalla prima pagina
Come farsi valutare dai propri allievi
La valutazione del docente
di Sabatini Roberto - Orizzonte scuola
connessione tra quello che fanno e quello
che verrebbe misurato.
Di fronte alla valutazione gli insegnanti si
potrebbero suddividere in almeno tre semplici categorie: quelli che valutano malvolentieri, quelli che la fanno e basta e quelli
che lo fanno molto volentieri.
Se si approfondisce, si scopre che alcuni ritengono che questo sia il compito più ingrato e/o quello di cui si sentono meno preparati o più dubbiosi; che altri lo considerano
una funzione costitutiva della loro professione, funzione che non va né demonizzata,
né incensata; che altri ancora lo ritengono
un aspetto cruciale e formativo dell'apprendimento e che non mancano anche quelli
che lo prendono come un esercizio di sadismo e/o di selezione sociale.
Ma naturalmente nella realtà queste sottocategorie non si reperiscono così schematicamente separate, bensì complessamente
distribuite nella personalità del docente e
nel suo stile didattico.
Almeno fino a pochi decenni fa nessuno insegnava a nessuno la valutazione e pochi di
noi hanno studiato la complicata problematica che sta dentro il processo di valutazione e i suoi esiti sulla personalità e la carriera di studi degli studenti.
Ma in questo breve articolo prenderò in
considerazione un tabù della classe docente: la valutazione del loro stesso lavoro!
Con queste premesse propongo un metodo che è stato con successo testato sul
campo e che può essere modulato in almeno due momenti dell'anno scolastico e in
due differenti momenti del ciclo di studi:
in primo luogo, può essere impiegato a partire dal secondo mese di scuola, quando la
classe e il docente non si conoscono reciprocamente per comprendere luci ed ombre
-didattiche- della loro nuova interazione;
in secondo (non secondario) momento, può
essere impiegato al termine dell'anno scolastico per un bilancio esaustivo del rapporto
che si è instaurato tra docente e discenti.
Analogamente questo strumento è valido se
impiegato all'inizio di un ciclo di studi (primario o secondario di primo e secondo grado) e al termine di esso, per raffronti e misurazioni di percorso e di crescita e di interazione coi vari docenti.
Come tutti gli strumenti ha bisogno di essere tarato e la taratura deve per forza essere
contestuale ed empirica, cioè basata sull'esperienza, il che vuol dire che va provato nelle classi in cui si opera, confrontando le risposte che i nostri studenti
danno alle domande poste e verificando
Ovviamente anche qui abbiamo uno spettro
ben differenziato di opinioni e comportamenti: ci sono docenti che si rifiutano categoricamente di essere giudicati, altri che ritengono sia semplicemente impossibile, altri ancora che non ne vedono la ragione e
però ci sono anche quelli che accetterebbero di buon grado una valutazione del loro
operato purchè fossero chiamati a costruire
insieme ai loro valutatori gli strumenti diagnostici della loro professionalità: criteri soprattutto, obiettivi del processo e stretta
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.10
anche se queste siano state correttamente
formulate e se non ci sia un'alterazione dei
giudizi per condizionamenti pesanti dovuti
al rapporto e alla nostra personalità.
Paragonando poi la risposta di classi diverse, in anni diversi, si può infine mettere a
punto uno strumento agile, flessibile, mirato e attendibile, in grado di correggere, migliorare e indirizzare la nostra attività didattica nel suo complesso.
codificazione.
Il secondo settore, strettamente legato al
primo, ma non sovrapponibile è infatti la
"Capacità di suscitare interesse", una di
quelle facoltà la cui presenza si da per
scontata nel bagaglio dell'insegnante, ma
che pochissimi insegnanti hanno sperimentato nella loro carriera di studenti e che,
come tale, non si insegna!
La chiarezza aumenta se non si perde il
contatto empatico con l'uditorio e, quindi,
con le espressioni che si dipingono sui volti
dei nostri studenti: l'interesse, per quanto
raro, esiste e si manifesta ed è una misura
della bontà delle nostre esposizioni; viceversa l'indifferenza, la distrazione, lo sguardo vuoto e lontano, un segno di smarrimento e il disinteresse, sono altrettante testimonianze che il nostro messaggio non sta
arrivando e che dobbiamo cambiare qualcosa!
La capacità di inventarsi strategie che mantengano il contatto e che lo mantengano vivo (la funzione fàtica della comunicazione)
completa le abilità espressive ed esplicative
della funzione docente e chi ha insegnato
nelle cosiddette scuole di frontiera (ma in
ogni scuola ci sono classi o situazioni di
frontiera), sa bene che per realizzare pienamente tale contatto sarebbero necessarie
quelle famose bacchette magiche, ormai introvabili perché esaurite da decenni.
La prima operazione da fare è l'individuazione degli aspetti della nostra professionalità che vogliamo far valutare ai
nostri studenti. Io ne suggerisco cinque,
adeguati agli studenti delle scuole superiori,
ma è facile intuire che aggiustamenti di area e di linguaggio sono sempre possibili e
adattabili ad ogni ordine e grado di scuola.
Le scelte che propongo sono state motivate
dal bisogno di conoscere, sul campo e in
termini concreti, pregi e difetti del mio specifico modo di spiegare, instaurare un dialogo e un clima relazionale in classe, di gestire la disciplina e di valutare la preparazione degli studenti.
Un "voto" complessivo, magari espresso
con un aggettivo, non servirebbe a molto
perché non ci aiuterebbe a individuare carenze ed eccellenze nei vari settori in cui si
articola la funzione docente e la tendenza
che abbiamo a valutare l'allievo, soprattutto
alla fine del suo percorso, con un giudizio
sintetico, può riuscire molto fuorviante e di
nessuna indicazione per il protagonista.
Insomma l'analiticità della valutazione è
imprescindibile.
La terza area, affine, ma non coincidente
con le prime due è la "Capacità di instaurare un dialogo con la classe", ossia il
clima umano che il docente e la classe vivono come attori della stessa opera, sullo
stesso palcoscenico. Spesso, in sede di
scrutinio, quando i voti non ci assistono, si
parla di partecipazione al dialogo educativo
come una qualità che l'allievo può possedere, indipendentemente dai suoi risultati in
termini di profitto. Precisamente questo vale anche per l'insegnante: magari non spiega chiaramente, magari non riesce a suscitare un accettabile interesse per quanto attiene la sua disciplina (quanti insegnano
davvero ciò che più amano?), ma può ancora essere un insegnante che ha a cuore
quegli studenti e che ha con loro comunque
un dialogo significativo. Questa domanda
serve a verificare se la significatività è condivisa, ossia quanto la classe sente davvero
il dialogo con quel docente.
La prima area in cui mi è parso opportuno
avere il parere degli studenti è quella precipua della docenza: spiegare e trasmettere
contenuti (fenomeni, leggi, significati, correlazioni, concetti e così via). Quest'area è
però a mio avviso molto ampia e deve essere suddivisa in due settori, che non sono
per niente sovrapponibili: il primo settore è
identificabile come "Chiarezza delle spiegazioni" e quindi una misura del possesso
degli argomenti e della capacità di trasmetterli linguisticamente e concettualmente in
modo corretto, coerente, pertinente (come
molti sanno, una cosa è conoscere, un'altra
è saper trasferire tale conoscenza). Il massimo risultato si ottiene ponendosi costantemente nei panni del destinatario, cercando di fare propria la sua preparazione precedente e la sua capacità di ricezione e de-
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.11
per verificare di che pasta è fatto quando si
arriva al dunque.
In queste cinque aree il docente espone a
valutazione almeno tre aspetti della fua figura: come ESPERTO di una materia e della
sua trasmissione, come ESEMPIO di adulto
e come VALUTATORE o selettore socioculturale. Ce n'è quanto basta per non desiderare di essere giudicati!
La quarta area su cui bisogna interrogarsi è
più antipatica, ma non meno importante ed
è quella che del "Tipo di disciplina e modo di mantenerla", ossia il delicato aspetto della condotta e tutta la complessità della sua gestione quotidiana.
Qui siamo proprio al personale in senso
stretto perché la preparazione culturale non
ci aiuta e l'esperienza ci da solo una mano;
siamo messi alla prova nella nostra intima
capacità di sopportazione dell'infinita gamma di reazioni e di comportamenti individuali che gli studenti mettono in atto e nel
nostro senso di giustizia sociale. Normalmente gli studenti sono molto sensibili agli
esempi concreti (con alcune vistose eccezioni, che come tali confermano la regola) e
tendono a comportarsi conformemente al
modello di adulto che hanno davanti. Non è
questo il luogo per dare ulteriori suggerimenti ai colleghi, ma sottoporre al giudizio
delle classi in cui operiamo, il nostro modo
di controllare e sanzionare i comportamenti
ci da un grande mano a migliorare questa
nostra abilità (o, almeno, a diminuire i nostri insuccessi!).
Ma siamo bravi insegnanti e vogliamo farci
giudicare, però gli studenti devono potersi
esprimere liberamente, senza dover temere
ricadute negative e nemmeno positive, poiché se la paura di conseguenze inibirebbe
una valutazione negativa dell'attività del
docente, l'aspettativa di una ricompensa
falserebbe ugualmente, in senso positivo, il
giudizio dell'interessato.
La valutazione deve essere anonima e suggerisco che sia svolta dall'intera classe, che
non sia orale ma grafica e che non si avvalga degli intervalli discreti dei voti, ma dello
spazio continuo tra due estremi individuati
da aggettivi (una specie di positioning valutativo).
Suggerisco di impiegare un semicerchio
(ma va bene anche un cerchio) diviso in altrettanti settori in cui si intende essere valutati, invitando gli studenti a porre un segno (una x o un cerchietto) nel punto esatto che esprime la loro opinione in quel settore, tenendo conto del fatto che il voto sale dalla periferia verso il centro. In questo
modo il singolo studente è libero di collocare il suo giudizio dove si sente meglio espresso e poiché il foglio sul quale si esprime è collettivo, è influenzato solo dai voti
espressi da chi lo ha preceduto nell'operazione.
Per ovviare a tale inconveniente si potrebbero distribuire individualmente fogli con
semicerchi già predisposti e poi raccoglierli
in modo anonimo, ma si perderebbe la "fotografia" d'insieme che ogni classe come
gurppo presenta nei confronti del docente
che le chiede una valutazione.
Alla fine, infatti, si ottiene uno sciame di
segni, differenziato per ogni settore esposto
a giudizio e l'esperienza dimostra che tali
distribuzioni variano da classe a classe (per
uno stesso docente) e che presentano una
notevole reciprocità, ossia tendono a rispecchiare le sensazioni e le idee che il docente si era fatto (spesso in modo inconscio
L'ultima area da sottoporre a valutazione
dei nostri studenti è proprio quella della valutazione: "Obiettività delle verifiche".
Si tratta dell'arera più ostica perché può essere frontalmente conflittuale con gli studenti e perché è anche quella in cui meno
accettiamo commenti, pareri e suggerimenti e tuttavia può far piacere verificare che i
nostri studenti possono arrivare ad apprezzare persino la nostra severità valutativa,
purchè sia "giusta", ossia uguale per tutti.
Qui la questione della giustizia è massima e
massimo è anche il rischio delle preferenze
(il cosiddetto effetto Pigmalione che è un pò
come l'Araba Fenice: che ci sia ciascun lo
dice, dove sia nessun lo sa!) e non c'è nessuno più attento e sagace misuratore di tali,
anche impercettibili, differenze (nel modo di
porre le domande e disporsi ad ascoltare le
risposte, nello scegliere il momento adeguato per porle, nel porre alcune domane e
non altre, nel non usare lo stesso peso e la
stessa misura, ecc.), degli studenti sottoposti a verifica.
Insomma in questo campo il docente si gioca la sua più profonda credibilità, una sorta
di prova del nove delle sue belle parole, la
forca Caudina a cui lo aspettano gli studenti
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.12
e, comunque, non esplicito) in quella classe
e per quell'aspetto messo ai voti.
tica: "l'insieme è maggiore e diverso dalla
somma delle sue parti") con la quale agiscono e reagiscono.
Altrettanto interessante, ma già un pò più
"concorrenziale" è comparare la valutazione
che una classe può effettuare nei confronti
degli insegnanti del suo consiglio di classe:
può essere molto produttiva se si tratta di
un vero team e invece molto demotivante
se prevale la reciproca indifferenza, o una
implicita rivalità.
Non meno interessante è poi invece verificare casi, anche notevoli, di discrasia, di totale fraintendimento tra le valutazioni e le
sensazioni del docente e quelle dei suoi allievi; anzi sono proprio questi i casi in cui
questa procedura può molto aiutare perché
fa emergere un problema altrimenti sottovalutato e che a volte spiega perché in alcune classi non si riesca a stabilire un rapporto sereno e produttivo; la psicologia sociale ha dimostrato che i gruppi, e la classe
è un gruppo, hanno una loro identità sintetica, una sorta di anima o di personalità collettiva (quel che si dice con la frase gestal-
Insomma: buona valutazione a tutti!
Roberto Sabatini
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.13
Dalla prima pagina
La resa (o arresa) dei conti
Valutare l'operato e non dispensare giudizi
di Nucera Roberto - Orizzonte scuola
i genitori che aiutano, l'alunno che si deve
applicare, come se non le sapessimo già
queste cose.
La valutazione di un disastro collettivo di
massa, più o meno annunciato, non va andrebbe - fatta. Quando ci sono alunni che
fanno fatica -per i più svariati motivi-, non
possiamo ordinare il compito in classe; è
come se un medico ordinasse ad un
paziente una medicina con un dosaggio
forte, quando ancora è debilitato. Il suo
stato di salute non può che peggiorare.
Prima dobbiamo garantirci che possa affrontare quella prova, che possa prendere
quelle medicine, poi somministriamo i "trattamenti". Può essere solo un tentativo, ma
domani il paziente-alunno potrebbe stare
meglio o anche solo mostrare un piccolo
miglioramento.
La valutazione, nelle sue diverse applicazioni, deve garantire almeno un minimo di cambiamento in positivo. Va
prevenuta! Non può essere "somministrato"
qualcosa che (già) sappiamo, potrebbe non
fare bene... a qualcuno. Prevenire è meglio
che...
Prendere due quattro per l'alunno equivale
trovarsi 8 in pagella, per un insegnante, invece, è il momento del riscatto, quello in
cui potrà rivalersi dei suoi sforzi.
Anche se in modo provocatorio questa potrebbe rappresentare, esageratamente, una
situazione-tipo che si verifica in qualsiasi
scuola e, forse, in molti ambiti della vita ordinaria.
Qual è lo scopo della valutazione? A volte
sembra che la necessità di scrivere qualcosa sul registro sia più forte della comprensione dell'alunno di un dato argomento. Il
tempo è tiranno, bisogna sbrigarsi, valutiamo. Compito in classe: tre, quattro...
otto. Otto, si! Significa che il nostro lavoro
"è arrivato", qualcuno ha capito, forse ha
studiato. Gli altri... NON SI APPLICANO!
La valutazione sembra abbia un effetto boomerang che ricade su chi deve gestire quel
lancio. Se stiamo valutando qualcuno sull'apprendimento del nostro operato, la domanda perché qualcuno "non arriva", anche
fosse uno, ce la dovremmo porre.
Forse si dovrebbe ritoccare qualcosa, quel
compito in classe che spesso serve a dirci
quanto ci siamo fatti capire.
Non è più la memoria delle conoscenze trasmesse.
È superata da un pezzo quella fase.
È vero che l'impegno deve essere partecipato, è necessaria la collaborazione di tutti,
è fondamentale la motivazione dell'alunno:
Il nostro punto di vista dovrebbe concedere
il beneficio del dubbio. Non bisogna autovalutarsi sui risultati ottenuti dai propri alunni
e così (rag)girare la "medaglia". Quello non
può che rappresentare solo un indice che
serve ad andare avanti, fermarsi o tornare
indietro. La valutazione deve essere
continua, individuale, personale! Va orientata verso l'alunno in modo che anche lui si
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.14
renda conto dove è arrivato, come sta facendo il proprio percorso e saperlo valutare
autonomamente. Rendersi conto cioè,
con il nostro aiuto, a che punto sta. Noi
dovremmo mostrargli, invece, i passi compiuti. Gli altri, quelli che ancora non ha fatto, glieli mostreremo magari a piccole dosi.
Il nostro compito è formare le persone nella
loro totalità, nella loro individualità, con le
loro singolari peculiarità: valutare il loro
operato e non dispensare giudizi.
Quando valutiamo, senza perdere di vista il
nostro ruolo, dovremmo tenere in conto
di tutte le variabili che rientrano nella
crescita personale di quell'individuo, consideriamo da dove è partito, condividiamo l'esperienza con gli altri nelle sedi opportune e, infine, assicuriamoci di aver
fatto tutto quello che era necessario e
opportuno fare. Non limitiamoci a rispondere a qualcuno che andava fatto per il suo
bene; a noi stessi e alla nostra coscienza
che, forse, si poteva fare ancora e altro.
Non vorrei arrivassimo al "verdetto" in cui,
inevitabilmente, gli alunni diventano numeri
che si sommano e si dividono. Non avanza
nulla, nessun resto. Sono esaurite anche le
possibilità di recupero, assenti. Un bel quadretto della classe che dice poco. Il numero
è asettico, racconta poco, non ha storia.
La storia, piuttosto, la fanno i bambini con
le loro domande e i loro perché, i ragazzi
che sembra abbiano la risposta sempre
pronta, gli insegnanti che stanno in mezzo
tra la famiglia e i loro figli. E sappiamo bene
che chi sta in mezzo... prende sempre la
meglio fetta.
Roberto Nucera,
docente di sostegno scuola secondaria I
grado, IC Carlo Levi – Roma
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.15
Dalla prima pagina
Quando i conti non tornano
Un alunno e la sua famiglia non capiscono
la valutazione di un docente
di Paci Lucia Giovanna - Orizzonte scuola
Benedetta fa la prima media e il 20 dicembre scorso aveva già
la sua prima pagella, che ha ricevuto con grande attesa ed
emozione.
E' una bella pagella, che dimostra una spiccata e sicura predisposizione per le materie espressive, sia quelle di ambito artistico, sia quelle linguistiche, mentre testimonia una maggiore
insicurezza per quelle scientifiche e più in generale orali.
E' verosimile e lei l'ha accolta con favore, a parte per la valutazione
in
italiano.
Di una cosa si è sempre sentita sicura, Benedetta, e il suo
sentimento era una certezza oggettiva: se la cava piuttosto
bene in italiano, prova ne sono stati i voti fioccati nel primo
trimestre, specialmente nelle prove scritte - 7, 7 ½, 8 –
I conti in pagella, tuttavia, non le sono tornati e nemmeno a me!
Un deludente SEI svettava sugli altri voti e a distanza di venti
giorni, al momento di tornare a scuola dopo la pausa natalizia, ancora la turba: "ma perché mi
ha messo solo sei??", continua a ripetere.
Non sono uno di quei genitori iperprotettivi che vanno a fare battaglie inadeguate e sterili con i
professori, sono al contrario attenta alla crescita dei miei figli, e non voglio risparmiarli, neanche quando questa è inevitabilmente faticosa o proprio dolorosa, ma tento piuttosto di accompagnarli nel loro cammino, fornendoli degli strumenti necessari, sapendo di essere forza tra
tante
altre,
anzi
in
possibile
sinergia
con
esse.
E' per questo che ho deciso di incontrare la professoressa di lettere: per capire i motivi della
sua scelta e aiutare mia figlia nella medesima comprensione.
Purtroppo, non ci sono riuscita nei tempi di uscita della rivista e quindi lo farò quando questo
numero sarà già on line, ma posso comunque fare delle considerazioni.
E' sempre difficile giudicare chicchessia, tanto più valutare dei ragazzi, imbrigliandoli
in un voto.
Le insegnanti presenti alla riunione di redazione della rivista l'hanno più che confermato, confessando addirittura una sofferenza condizionante, in merito, perché spaccate tra la necessità
di registrare con successo il percorso individuale, a volte quasi miracoloso, di un bambino e la
rispondenza del suo livello di conoscenza acquisita alle attese della sua classe di appartenenza.
Nella scuola primaria, tuttavia - anzi in realtà non so bene se in tutte, ma in quella che Benedetta ha frequentato sicuramente- la scelta di affiancare all' insufficiente valutazione numerica,
un più articolato ed esaustivo giudizio complessivo, dà la possibilità ad un insegnante di esprimere sia pure sommariamente qualche livello in più di osservazione e di tracciare un piccolo
veloce grafico dei vari percorsi, fosse anche solo un flash, che può aiutare un genitore nella
comprensione di cosa c'è dietro una certa valutazione. Almeno avessimo avuto questo a sostenere quel misero SEI!Sarebbe potuto venire fuori, magari, che mia figlia deve acquisire sicurezza nell'oralità, perché la sua incertezza, unita a una sua componente caratteriale, la frenano
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.16
in una partecipazione più attiva e consapevole alle lezioni, cosa che potrebbe essere la chiave
di
una
valutazione
così
contenuta,
tanto
per
fare
un
esempio.
C'è pure peraltro, tra gli insegnanti, chi sostiene che, qualunque sia il livello delle prestazioni, è
più giusto essere tirati e cauti nelle valutazioni del primo trimestre o quadrimestre che sia, per
evitare che un ragazzo si adagi, compiaciuto dei suoi risultati e non sia incentivato a fare di più
o
meglio.
Io non sono d'accordo e lo dico, forte dell'esperienza di genitore.
Perché si abbia la motivazione a fare di più e meglio, bisogna prima trovare rispondenza in
quello che si è fatto, bisogna essere gratificati dall'adeguata e meritoria accoglienza di
una prestazione per la quale ci si è impegnati. Disse una volta un preside: "bisogna aiutare i ragazzi a capire che un voto negativo valuta solo quella singola prestazione e non è un
giudizio su tutta la persona!", ma se nella votazione della pagella non si tiene conto delle prove
più che soddisfacenti, per la necessità di essere prudenti, quella valutazione numerica sarà
proprio solo un giudizio, peraltro assolutamente frammentario, sulla persona. E un ragazzo
che si sente mal giudicato, frainteso, non gratificato non sarà incentivato a continuare a fare, ma penserà che valga la pena di lasciar perdere un lavoro invisibile.
"Che mi spreco a fare a prendere 7 o 8 se tanto poi mi deve liquidare con un 6?", pensa Benedetta.
Per
fortuna,
però,
c'è
anche
chi
ragiona
diversamente.
Cercando invano la professoressa di italiano, ho per caso trovato quella di matematica. Benedetta s'impegna tanto in matematica, segue e studia e il suo lavoro si vede all'orale o alla lavagna, ma sola, davanti al foglio bianco, si perde e fallisce, non raggiungendo mai la sufficienza. L'insegnante, però, ha voluto dare importanza a tutto il suo lavoro con un sei, proprio perché non si demoralizzasse con una stroncatura, ma al contrario traesse forza dal continuare un lavoro che prima o poi non solo la porterà a riempire di più quel sei, ma
perfino a superarlo, sulla scia della fiducia che le è stata accordata.
E lei, infatti, non sta in ansia, ma è ben disposta a lavorare con serenità.
Al colloquio con me, inoltre, col suo piglio vivace ma risoluto ed esperto, la professoressa mi
ha detto: "facciamo un piano d'intervento per Benny, io da una parte, lei dall'altra e tra due
settimane ci rivediamo e ci confrontiamo!". Io e lei allora possiamo lavorare su fronti diversi
per aiutare Benny nel suo cammino verso la matematica, lei, l'insegnante, io, il genitore e ...
Benny
!
Che mia figlia sia Benny per noi di casa, per i suoi amici, pure per la prof. nel suo rapporto con
lei è una cosa normale, ma che l'insegnante la chiami col diminutivo -che lei stessa le ha datocon me, vuol dire così tanto che mi commuove! C'è un amore per i ragazzi in quel
"Benny", un'apertura, un'accoglienza, una personalizzazione di rapporto, che, senza
sfociare nei sentimentalismi o in contesti errati di rapporti materno filiali fuori luogo, sono la
base per un'intesa proficua e costruttiva, che permetterà sicuramente a mia figlia di
crescere
come
persona
e
come
alunna.
Questo, del resto, già funziona perché l'altro giorno sentivo parlottare di scuola le amiche di
Benny e le ho interrogate per capire di chi stessero parlando in maniera così affettuosa: "di
Quinty", mi hanno risposto (Quintiliani è la loro super prof. di matematica...!).
In un "gioco delle valutazioni" che allora noi genitori potremmo fare dei docenti, (perché non
averci pensato prima, sarebbe stato divertente farlo per questo numero!), io alla prof.Quinty
dò un bel dieci, tondo e meritato, senza sconti!
Lucia Giovanna Paci,
genitore, IV Municipio – Roma
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.17
Dalla prima pagina
Quali verifiche per i bambini in difficoltà?
Tempo di verifiche ... tempo di valutazioni
di Melchiorre Antonia - Integrazione Scolastica
quelle di verifica alla fine di ogni quadrimestre. Ma le realtà delle tre sedi della nostra
scuola primaria sono diverse, così anche
quelle delle classi II dello stesso plesso dove lavoro.
Questo è il periodo in cui a noi insegnanti
viene chiesto di verificare gli obiettivi raggiunti dai bambini. Le domande che ci avrebbero dovuto accompagnare in questi
mesi sono le "solite": "dove si trova questo bambino? Cosa sa già fare? Cosa
deve raggiungere?".
Come ho già raccontato nel mio primo articolo di quest'anno, è stato necessario organizzarci in modo diverso e la classe II B,
dove sono inseriti i bambini stranieri, ovviamente non procede allo stesso modo
rispetto all'altra. Infatti, le attività proposte in questo I quadrimestre sono lavori
adatti alla classe I, quindi al momento della scelta della prove di verifica si è dovuto
tenere conto DI QUESTA REALTÀ.
Quando si parla di bambini certificati,
cercare prove adeguate al percorso
attuato finora è un'attenzione necessaria oltre che dovuta, mentre si fa un
po' più fatica a porre questa attenzione a
quei bambini che seguono la programmazione della classe con grande difficoltà.
Questo per lo più accade quando noi insegnanti CI FACCIAMO PRENDERE DALLA
PAURA di non stare al passo con la programmazione, oppure DALL'ANSIA DI
PRESTAZIONE preoccupandoci di "stare
indietro" rispetto alle classi delle altre colleghe.
Insomma durante la scelta delle prove rischiamo di preoccuparci di altro piuttosto
che dei bambini.
Queste domande non sempre è facile tenerle in considerazione per ogni bambino,
quando si ha davanti un'intera classe. Il fatto che riusciamo a "pensarli per livelli" è già
tanto.
Questo non accade per i bambini con una
certificazione, perché richiedono un'attenzione ed organizzazione diversa.
Sicuramente può essere utile, come accade
(o per lo meno dovrebbe) valutare, insieme
al percorso degli alunni, anche l'operato di
noi insegnanti, chiedendoci: "ho fatto tutto il possibile per questi ragazzi? Dove
devo/posso cambiare qualcosa?" in
modo da aggiustare il tiro continuamente.
Quindi durante la scelta delle prove di verifica bisognerebbe tenere ben presente due
riferimenti: da una parte, DOVE DOVREBBERO STARE i bambini alla fine del I quadrimestre rispetto alla classe di appartenenza; dall'altra, valutare DOVE SONO RE-
Fin dall'inizio dell'anno, nelle riunioni per
classi parallele, si decide insieme la programmazione da seguire, si condividono gli
obiettivi formativi e didattici, ci si confronta
sui percorsi (comprese le usciti didattiche),
si decidono insieme le prove d'ingresso e
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.18
ALMENTE.
Così è bene scegliere delle prove che contengano un numero di item che possano affrontare tutti gli allievi e aggiungerne altri,
per quelli che sono più avanti nel programma. In questo modo non si rischia di scegliere prove adatte solo alla maggior parte dei bambini, ma si tiene anche conto di
quegli alunni che, fino a questo momento,
hanno lavorato in un modo diverso. Non
semplice ma importante, secondo me, da
tenere bene a mente (e poi mettere in pratica, ovviamente!).
Antonia Melchiorre,
docente di sostegno IC Perazzi – Roma
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.19
Dalla prima pagina
Vita da scuola media: la parola ai ragazzi:)))
E se anche i ragazzi valutassero il valore dell' efficacia della
scuola?
di Infantino Aminta Patrizia - Dedicato a te
proff ti mettono ansia; ti costringono con
delle imposizioni, si sta troppo tempo seduti; la scuola comincia la mattina troppo presto; i proff sono i 'Re' della classe; la scuola
è vecchia, si deve modernizzare; i proff
stanno con i fucili puntati e sembra che non
sono mai stati ragazzini; più della metà delle cose che si fanno a scuola sono inutili (
"proff ma le radici quadrate a che ci servono?" ); la scuola così com'è fa schifo e
non dovrebbe esistere; i proff sono severi
e durante i compiti non si può parlare; gli
edifici fanno paura e potrebbero cascare;
alcuni proff hanno lacune enormi, altri
parlano troppo difficile e dovrebbero esprimersi con parole semplici; i proff vecchi fanno troppe assenze; i proff sono
troppo permalosi; alcuni sono talmente
vecchi che non riescono a farti finire i tre
anni; alcune professoresse ritengono che
noi maschi siamo sporchi e puzziamo; alcuni se la legano al dito; alcune leggi valgono solo per noi ( per esempio loro possono parlare al telefonino e noi no); la ricreazione è troppo corta e non si può uscire dalla classe
Il docente è parte integrante del processo
formativo ed educativo di ogni singolo alunno e più è positivo ed efficace il suo operato oggi e più qualificata e felice sarà la
società di domani.
Mi piace quando con i miei alunni ci sediamo in cerchio. Il cerchio aiuta il dialogo e
l'ascolto e motivare e stimolare lo scambio
di opinioni diventa più delicato. Oggi la pedagogia umanistica chiama circle time il
tempo in cui la classe, spostando banchi,
cattedra e sedie, crea lo spazio sufficiente
per sedersi in cerchio e si confronta portando problemi e soluzioni, nel rispetto dei
ruoli e allontanando il desiderio di giudicare
e etichettare.
...e i contro degli studenti?: ci distraiamo facilmente, non studiamo, non ci applichiamo come dovremmo; facciamo confusione, non ci va proprio di studiare; ce ne
approfittiamo con i supplenti, spesso non
rispettiamo le regole; siamo infantili, siamo
troppo giocherelloni; parlottiamo sui professori; spesso facciamo cose senza senso;
non diamo valore alla scuola; urliamo come
dei pazzi, siamo bambinoni
Vita da scuola media: la parola ai ragazzi:)))
Seduti in cerchio, ascoltiamoci parlando uno
alla volta e 'gettiamo' fuori tutti i 'pro e
contro' della scuola
Pro: Ti puoi fare tanti amici e si fa motoria
Contro: i proff ti pressano; i proff sono
noiosi; i proff sono severi; ci sono troppi
compiti, ci lasciano poco tempo per uscire; i
...e come dovrebbe essere il professore
modello?
Giovane; con un linguaggio adeguato, culturalmente preparato; mano ferma ma non
troppo; che si vesta alla moda, che si presti
a qualche battuta; che ci renda attivamente
partecipe, che se non capiamo rispiega an-
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.20
ziché interrogare; deve capirci, comprenderci, non vede essere troppo severo; che
ci porti in cortile a fare ricreazione, deve
essere un modello per noi; paziente, ragionevole, saggio, divertente e deve avere la
voglia di fare
...e come dovrebbe essere lo studente
modello?
Deve avere voglia di venire a scuola; si deve portare il materiale giusto; deve essere
rispettoso, educato; non prende in giro, non
fa le battutacce, cerca di comprendere il
proff diverso da lui; non interrompe continuamente mentre si spiega, si applica, è
curioso, si impegna; ha voglia di studiare,
sa ragionare da solo; sa dosare il tempo
dello studio e il tempo libero, sa gestire il
suo tempo; ha il comportamento adeguato
al posto in cui sta
Dopo qualche giorno arriva un 'supplente'
di matematica ed è subito amato. Lo osservo: è un ricercatore biologo, è sciolto nella
relazione con loro, sa spiegare, sa incoraggiare, non ha atteggiamenti accusatori, interroga con un atteggiamento propenso all'ascolto e scevro da ogni giudizio, poi chiede al ragazzo che voto si darebbe, segue la
contrattazione/discussione e se l'interrogazione va male il ragazzo può rifiutare il voto
per ripresentarsi all'interrogazione il giorno
a seguire ( seconda media). Non stressa
con compiti a casa! Funziona! Cala l'ansia
della matematica e la paura dell'interrogazione; i ragazzi iniziano a rendere al meglio.
Il proff risponde alle loro aspettative, lo vedono come un modello e a loro volta cercano di essere studenti modello. Peccato che
la supplenza finisce; sale la tensione e cala
la motivazione. Un ragazzo mi dice:"Patrizia, lo facciamo un altro circe time?
Magari ci riporta fortuna!"
Insegno 'Attività di Sostegno e Integrazione', ho molte compresenze e seguo le classi
in diverse discipline. Al di là della disciplina,
dello stile o del metodo, alcuni insegnanti
sono dei veri "punti luce''!
Aminta Patrizia Infantino,
docente di sostegno scuola superiore di
primo grado – Roma
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.21
Dalla prima pagina
Il lungo percorso della valutazione
Un viaggio alla scoperta di sè
di Ansuini Cristina - Long Life Learning
che, secondo me, non può essere standardizzato.
Che dire allora di quell'intervento brillante
che ha messo in chiaro che il riconoscimento del verbo in una frase era ormai acquisito? E di quella luce chiara negli occhi dopo
aver afferrato un passaggio cruciale nella
storia degli Etruschi? O di quel disegno che
raccontava tutta la storia appena letta in-
"Spesso gli amici mi chiedono come faccio a
fare scuola e come faccio a averla piena.
Insistono perché scriva per loro un metodo,
che io precisi i programmi, le materie, la
tecnica didattica.
Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per fare
scuola, ma di come bisogna essere per poter far scuola".
sieme?
Non è facile da spiegare ma per me la valutazione più che un momento di riflessione e
di concentrazione è un lungo processo, tutto da percorrere, da osservare, da elaborare non tanto all'esterno, ma dentro di me,
un continuo "mettersi dall'altra parte", un
costante rimodulare attività e interventi.
Don Lorenzo Milani
In un mondo ideale l'insegnante dovrebbe
"essere" qualcuno, con una sua interiorità
ricca ed articolata, con una voglia costante
di mettersi in discussione, di rinnovarsi, la
cui forza motrice sia la curiosità. Sotto questa luce il momento della valutazione è
davvero cruciale, perché punta a mettere in
discussione non gli apprendimenti solo dei
bambini, ma soprattutto quello che si è
fatto per loro, per dare ad ognuno l'opportunità di apprendere secondo le
proprie capacità, a modo suo.
Messa così la faccenda è tutt'altro che semplice e sembra addirittura di una difficoltà
praticamente insormontabile, ma avendo la
cura di provare a "sentire" cosa c'è dall'altra parte o se, più banalmente pensiamo a
tutti quei bambini penalizzati da valutazioni
sbagliate o frettolose, forse vale comunque
la pena provare.
Proprio per questo non vivo molto bene
questo momento, questa parte della mia
professione in cui spesso mi si chiese una
data uguale per tutti, una scheda - magari
in comune con altre classi diversissime dalla
mia-, una standardizzazione di una lavoro
L'OSSERVAZIONE credo che sia un elemento imprescindibile: studiare le reazioni dei
bambini ad una nostra proposta, leggere le
espressioni, il loro modo di mettersi al lavoro. Tutto questo ci dà una serie di informa-
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.22
zioni utili sul modo di procedere, se proseguire su quella strada o se vale la pena tentare un'alternativa: mi è capitato più volte
di entusiasmarmi per una storia o un libro
su cui lavorare in classe e decidere poi di
cambiare percorso perché i bambini non lo
trovavano per niente stimolante e gradevole.
La valutazione quindi come esperienza quotidiana che deve basarsi sempre sulla CONSIDERAZIONE DELL'ALTRO: l'esperienza più
brutta che si possa fare, più ancora della
non accettazione, è quella della non considerazione, del sentirsi trasparente, magari
per qualcuno a cui teniamo.
Roma
Mi capita spesso di riflettere su questo,
quando tocco con mano che la considerazione di qualcuno che stimo non arriva,
quando leggo sui giornali di quanto poco
contino gli insegnanti nella nostra società,
quando ascolto banalizzazioni sul nostro lavoro...
E allora: come può sentirsi un bambino
quando non ha neanche uno scambio oculare con la sua maestra? Quando si accorge
che una prova non è nelle sue corde?
Quando la sua timidezza non gli consente di
esprimere tutto quello che ha imparato?
Può essere salutare ogni tanto rimettersi in
gioco come discenti e analizzare le nostre
sensazioni e le nostre emozioni;...come ci
valuteranno i nostri insegnanti di un corso
di francese o di psicopedagia?
Cristina Ansuini,
Psicologa, Docente presso la scuola "2 ottobre 1870", I.C. Piazza Borgoncini Duca,
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.23
Dalla prima pagina
Che cosa valutare
Rendere gli alunni consapevoli della loro valutazione
di Rossini Simonetta - Orizzonte scuola
il modo in cui viene valutato? Per esperienza mi risulta che il "senso" dei voti non
sempre sia chiaro o meglio... "si prendono"
senza "prevederli".
Che significa prevedere un voto?
E' arrivato il momento di parlare di valutazione. Siamo alla fine del primo quadrimestre e tutti gli insegnanti si trovano ad affrontare uno degli aspetti più problematici
del proprio lavoro.
Se apriamo i quaderni di 10 bambini che
frequentano la stessa classe ma in scuole
diverse (ma anche nello stesso istituto), ci
accorgiamo che su ognuno di loro compaio
valutazioni diverse: voti, giudizi, simboli,
frasi intere. Esiste la possibilità di una valutazione oggettiva?
E soprattutto ... che significa valutare?
Quando diamo un voto che cosa valutiamo?
Senza dubbio il conseguimento dell'obiettivo, il raggiungimento del quale, però, implica elementi e momenti diversi all'interno
del processo di apprendimento.
Se i bambini fossero tutti ugualmente "capaci" non ci sarebbero problemi...ma la realtà è diversa. E' come se ci fossero due
scalatori a dover raggiungere una cima più
o meno impervia: uno però con piccozza e
ramponi mentre l'altro con ...mani e basta.
Come valutare la loro scalata senza tener conto dei diversi mezzi a loro disposizione? Il secondo probabilmente arriverà più tardi, forse non raggiungerà neanche la vetta: ma se ha dato il massimo, se
ce l'ha messa tutta... non sarebbe il caso di
dargli il massimo riconoscimento? Nel nostro caso, inoltre, non dovrebbe essere la
scuola a fornire a tutti "piccozza e ramponi"? Utopistico?
Ho già parlato di un'esperienza che ho fatto
in classe qualche mese fa. In merito alla
lettura ad alta voce, ho declinato con i
bambini tutte quelle che erano le caratteristiche di una buona lettura: riconoscimento
di tutte le parole, tono accattivante, rispetto della punteggiatura... Al rispetto di tutti i
punti poteva perciò corrispondere il massimo dei voti. Ancora più importante capire
che al voto più basso corrispondeva la
mancanza di uno o più aspetti di una buona
lettura. I miei alunni sono arrivati al punto
di autovalutarsi con una precisione a volte
sorprendente: "non ho rispettato la punteggiatura...non ho riconosciuto alcune paro-
Certo la scuola ha sempre meno risorse a
disposizione ma la scuola è fatta di persone, è fatta da "noi" e molti insegnanti
quotidianamente, provano a farlo. Per fortuna...mi viene da dire. Ma i bambini, non
stanno a scuola di "gratta e vinci": non devono contare sulla fortuna ma sulla serietà
dei docenti.
Inoltre, il bambino, che è "obbligato" a trascorrere la maggior parte del suo tempo a
scuola, quali strumenti possiede per capire
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.24
le... per ottenere un voto più alto devono
usare
un
tono
più
accattivante...".
Si tratta di una strategia applicabile a tutte
le discipline. Pensiamo alla storia, alle
scienze, alle geografia: a volte si da importanza all'esposizione dei contenuti senza
però esplicitare da cosa sia composta
una buona esposizione.
Una frase ricorrente: è portato per la matematica...un po' meno per i temi... Come
se scrivere o applicare una regola matematica fossero una dote innata.
Le procedure per raggiungere un obiettivo si insegnano: con sistematicità e
chiarezza. Dobbiamo sempre esplicitare
agli alunni cosa vogliamo da loro: passo
dopo passo. Solo in questo modo insegnanti
ed alunni saranno consapevoli del valore e
della coerenza di un giudizio.
Un voto basso non rappresenterà più un
"non sono capace a..." ma un ben più costruttivo "devo fare meglio questo e questo!"
Simonetta Rossini,
docente IC Perazzi – Roma
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.25
Dalla prima pagina
La valutazione a scuola: percorso di adempimenti o opportunità di crescita? (1a parte)
Luci ed ombre nella realtà della pratica educativa italiana
di Presutti Serenella - Orizzonte scuola
* dell'alunno, che borbotta: "Non è giusto! Sono preso di mira!" ..." non mi capiscono e ce l'hanno con me!"
* del Genitore, che tuona: "Ecco! I soliti
raccomandati e le solite simpatie"...
* del Docente, che lamenta: "Ci manca
solo che ci giudicano e ci mettono i voti!
Con tutti gli oneri che abbiamo anche questa...!"
* del Dirigente, che liquida spesso le
lamentele di tutti affermando che poi
"sono io che devo rispondere per tutti! Altro
che ingiustizia! Ci si chiedono i miracoli!" E
così via.
Il mio rapporto professionale con la valutazione a scuola è stato, diciamo
così,
alquanto
problematico; infatti in
quasi trent'anni di fredati, misurazione quentazione degli ambienti scolastici (italiani)
e...
sono consapevole di aver
attraversato un percorso molto accidentato
e pieno di spigolature, piuttosto che un andamento costante e facilmente identificabile...
vado a spiegarmi meglio, per chi avrà interesse di leggermi.
E' innegabile che in tutti ed in ognuno c'è
una parte di ragione, anche se nascosta, ripiegata nelle anse dei pregiudizi e dei luoghi comuni.
Allo stato attuale ricopro il ruolo di Dirigente scolastico in una Scuola Primaria, dopo
essere stata docente per più di un ventennio, nonché psicopedagogista di riferimento
sia a livello di scuola che di territorio distrettuale.
Ho vissuto e vivo l'esperienza della valutazione dei percorsi educativi e di istruzione
da diversi punti di vista ed angolazioni. Ebbene, difficilmente ho incontrato persone
"ben disposte" verso le azioni valutative.
Nel migliore dei casi l'atteggiamento più positivo assomiglia a quello di chi sa che si
deve prendere necessariamente quella specifica medicina se si vuole andare avanti.
La medicina necessaria della valutazione è
supportata da un buon percorso normativo
nel ns Sistema di istruzione, ma come per
altri aspetti, è nell'operatività quotidiana
che emerge il divario tra il dire e il fare...
PERCHE'? ci siamo chiesti, e dovremmo
continuare a chiederci in molti.
Esprimo il mio modesto, personale e assolutamente confutabile punto di vista.
Il nostro problema ha radici che sono cresciute su un profondo humus culturale, un'habitus mentale che ci ha reso sospettosi
e schermati verso tutti i tipi di controllo superiore, anzi, difficilmente siamo convinti
della
loro
natura
"super-partes".
E' vero in parte, l'aspetto di chi controlla il
controllore è una questione seria, degna di
molta attenzione e nota in ogni aspetto delle azioni e manifestazioni umane. E' un po'
il nodo dei Sistemi politici-sociali ed econo-
Non voglio fare affermazioni polemiche e
accusatorie, tirandomi fuori ed assolvendomi, piuttosto vorrei, (come sempre in
questa piazza) confrontarmi in modo autentico e costruttivo, cioè della serie: non
raccontiamocela!
Abbiamo sufficiente consapevolezza della
forte frequenza delle facce storte e degli
sguardi oscuri di chi ascolta il giudizio valutativo dell'altro:
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.26
mici occidentali ma in Italia la questione
acquisisce contorni un po' troppo sfumati,
quasi sempre da rendere difficile (impossibile?!) una presa di posizione che conduca
in
tempi ragionevoli
ai cam
biamenti,
seppure
necessari.
E' fondamentale che si riparta dalle scuole,
in modo meno dispersivo possibile, meglio
se dalle "reti" di scuole, per costruire sistemi di valutazione credibili, aderenti alle realtà territoriali, in grado di misurarsi con i
livelli di lettura più ampi, nazionali ed europei.
A parte qualche sperimentazione, infatti le
proposte di Sistema Nazionale di Valutazione sono state calate dall'alto, interferendo
poco e niente con i veri bisogni, anche di
valutazione, delle scuole.
Rimanendo
nel perimetro del ns
Sistema di
Istruzione, confronto con altre realtà
siamo rimasti fermi sulla costruzione del Sistema Nazionale di Valutazione, tanto ormai che il
nostro ritardo è tale da non averne quasi
più bisogno, il focus di lettura infatti si è
spostato sulla necessità di confrontarsi con
L'Europa se non con il resto del mondo.
Appare indispensabile che per fare un lavoro serio, costante ed efficace si debba puntare sulla formazione/aggiornamento degli
operatori della scuola.
"Puntarci" significa "investire" in termine di risorse umane e finanziarie e di
tempi congrui.
Abbiamo bisogno di misurare il valore del
capitale conoscitivo delle scuole, da nord a
sud passando per il centro, senza facili ricette o bacchette magiche, o peggio con
l'intervento di un "deus ex machina"; i Dirigenti scolastici, i Docenti e il personale tutto hanno bisogno che si riconoscano strumenti di buone prassi dimostrabili,in atto da
tempo che facciano da specchio prima e da
caleidoscopio poi, per sviluppare percorsi
altri, sconfinando si i confini geografici ma
soprattutto quelli culturali.
Abbiamo bisogno di operatori disponibili a
mettersi in gioco, veramente, disponibili a
lavorare per un cambiamento migliorativo
senza pastoie corporative, pur nel rispetto
profondo dei diritti dei lavoratori.
Allora? Non ne se ne fa più niente? Continuiamo ad operare nello stesso modo? Ci
diciamo quello che dovremmo fare e poi?
Continuiamo a non leggere veramente i risultati? Facciamo le nostre "prove di ingresso", "intermedie", "finali",i nostri monitoraggi, i nostri scrutini, le nostre pagelle, per
continuare comunque a fare scuola nello
stesso identico modo? No, certo, non è auspicabile.
Ma cosa è possibile allora? Cosa vale la
pena di fare per non perdere irreparabilmente la partita di confronto con gli
altri sistemi scolastici e educativi?
Auguriamoci buon lavoro anche quest'anno
e che la consegna dei documenti valutativi
sia un'opportunità di incontro con gli studenti e con le famiglie.
La costruzione del Sistema nazionale, passando per l'esperienza Invalsi è già un
cammino intrapreso, segnato dal lavoro di
molte menti esperte e competenti, si ma...
attenzione! Siamo ancora troppo lontani
dall'oggettività percepita tra gli stessi addetti ai lavori per essere tale per tutti; di
certo non hanno aiutato e non aiutano in tal
senso i proclami ministeriali sull'intenzione
di legare questi risultati ai percorsi di premialità professionale!
Serenella Presutti,
Dirigente scolastico, psicopedagogista e
counsellor - 143° Circolo scolastico "Spinaceto" - Roma
Credo che per invertire la rotta sul senso di
base comune, si debba lavorare sulla percezione di oggettività ed equità.
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.27
Dalla prima pagina
Io sono uno 'scandalo'... parole, immagini e colore!
Concorso C.D.H. Bologna 2012 I edizione
di La redazione - Dalla redazione
www.accaparlante.it
Per informazioni e iscrizioni: [email protected]
La redazione
L'Associazione
Centro
Documentazione
Handicap di Bologna nata nel 1982, festeggia nel 2012 il trentennale della propria attività
con
una
serie
di
iniziative.
Tra queste promuove il concorso "Io sono
uno 'scandalo'... parole, immagini e colore", per raccogliere 'opere' (disegno e filastrocca, poesia, racconto, fotografia, video/spot) realizzate da adulti e bambini, sul
tema della relazione con la disabilità.
Il concorso è aperto a tutti e le sezioni a cui
partecipare sono cinque:
Sezione A DISEGNO E FILASTROCCA (solo per bambini della scuola primaria)
Inviare un disegno, realizzato con qualsiasi
tecnica, accompagnato da una filastrocca.
Sezione B POESIA
Inviare da una a tre poesie non superiori a
30 versi l'una.
Sezione C RACCONTO
Inviare un racconto della lunghezza max di
tre fogli A4.
Sezione D FOTOGRAFIA
Inviare da una a tre fotografie stampate su
carta fotografica in formato 21x29,7 (A4).
Sezione E VIDEO/SPOT
Inviare un'opera in qualsiasi formato su
supporto DVD.
Scarica il bando dal sito
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.28
Dalla prima pagina
I ragazzi che valuto .... mi valutano?
Una esperienza di quando studiavo per l'abilitazione
di Crasso Antonella - Orizzonte scuola
sempre sentito un disagio estremo verso la valutazione." La valutazione ha
quindi dietro di sé una serie di problematiche che investono la professionalità docente: la soggettività, la variabilità, le inevitabili ricadute della valutazione sui percorsi
scolastici degli studenti. Anche per noi si
pone quindi, e sempre più si porrà il problema di trovare a scuola forme di confronto e di collegialità che, sforzandosi di realizzare una maggiore precisione e accordo
nell'attribuire valutazioni, restituiscano credibilità ai diversi momenti della valutazione
scolastica, e che, tramite questa precisione,valorizzino la didattica e gli studenti
stessi.
Infatti gli studenti, per lavorare sulle proprie potenzialità, hanno bisogno di conoscere la loro posizione, sia nei processi di apprendimento individuali che in quelle di
classe, ed è importante la comprensione
della valutazione perché essa, intesa come
consapevolezza del livello raggiunto,
dovrebbe avere la finalità formativa di correggere il tiro e attivare poi progressivi e
consapevoli processi di autovalutazione.
Nel 2004 frequentavo la SSIS per ottenere
l'abilitazione all'insegnamento per l'indirizzo
linguistico letterario e uno dei corsi seguiti
era appunto quello di VALUTAZIONE SCOLASTICA che per molti di noi costituiva il
primo approccio con le problematiche docimologiche che riguardano la professione
docente.
L'indubbia difficoltà di costruire delle prove
di verifica valide e affidabili e di pervenire a
delle valutazioni oggettive si era già presentata nei laboratori di questo corso,
quando siamo stati chiamati a progettare
una prova con i relativi criteri di valutazione: ricordo i ripensamenti, le riflessioni, le
discussioni per pervenire ad un accordo, la
preoccupazione della coerenza e l'ossessione della oggettività.
E' stato insomma un primo e significativo
assaggio di quanto saremmo stati chiamati
a fare una volta inseriti nel mondo della
scuola: dal momento che la valutazione è
un elemento intrinseco alla progettazione,
tutte le volte che progetteremo una attività didattica saremo anche chiamati
a pensare a delle forme di valutazione
con essa coerenti.
Ma è anche vero che valutare significa ASSUMERSI UNA SERIE DI RESPONSABILITÀ:
in un certo senso si opera una selezione, si
valorizza o meno uno studente, gli si fornisce un feedback dei progressi e l'insegnante
stesso trae dai voti degli indicatori sull'efficacia dell'insegnamento e sugli apprendimenti. Per questo è sempre un momento
critico per un insegnante quello nel quale si
restituiscono i compiti e si esplicitano le valutazioni; la sua responsabilità è chiamata
in causa dal confronto che si apre con gli
studenti.
Avendo già allora sperimentato personalmente quanto questo momento sia difficile,
in bilico tra disagio e consapevolezza, mi
torna sempre in mente l'affermazione di
Domenico Starnone (Solo se interrogato,
Feltrinelli 1995): "la verità è che ho
Quel corso prevedeva come prova d'esame
che noi tirocinanti progettassimo una unità
didattica completa di prove di valutazione
intermedie e finali; io ho svolto questa serie
di lezioni presso una quarta classe di un Istituto Tecnico Commerciale di Roma, pro-
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.29
ponendo un argomento che era già una sfida e cioè la tragedia di Alfieri "Saul", visto
come esito estremo della tematica del tiranno e del tema del suicidio, un argomento
normalmente abbastanza indigesto anche
per un liceo classico. Poiché la scrittura di
Alfieri risulta ardua, il suo stesso teatro non
trova spesso spazio nelle rappresentazioni;
tuttavia confidavo nel fatto che, al di là delle difficoltà di approccio iniziali con l'autore
e con la sua scrittura, alcuni temi trattati da
Alfieri sono invece attualissimi, e che un incontro con la sua opera potesse trasmettere
anche ad un giovane di oggi contenuti interessanti.
Consapevole di questo, ho cercato di elaborare una unità didattica che potesse essere
realisticamente svolta nella quarta classe di
un istituto commerciale, cercando di elaborare strategie didattiche che rendessero
stimolanti e coinvolgenti i contenuti. Mi ricordo che, nonostante tutto, mi ha accompagnato il timore di aver messo "troppa
carne al fuoco", almeno finché non ho svolto una verifica intermedia che, con mio
grande sollievo, mi ha confermato che la
classe aveva colto i nodi tematici fondamentali di quanto avevo finora spiegato.
volta che prendevano un voto alto in italiano; e poi, il fatto che ho chiesto agli
studenti un commento a questa verifica
(che mi serviva come feedback per il mio
esame) e la maggior parte di loro mi ha
detto di averla trovata coerente con la programmazione, un dato che è emerso poi
anche dal questionario di valutazione somministrato agli studenti alla fine delle lezioni. Dopo la verifica, momento a mio parere
ineludibile di questo ciclo di lezioni, quello
della valutazione del proprio lavoro da parte
degli studenti e insieme della riflessione
personale su di esso, sul realizzarsi o meno
delle loro aspettative e sui risultati ottenuti,
è un passaggio "formativo".
Ho molto apprezzato il fatto che quei ragazzi abbiano colto il senso di questo questionario e del lavoro da me svolto, comprendendo che non veniva loro chiesto di valutare la persona ma il ciclo di lezioni e
il modo in cui erano state svolte e
quindi anche la competenza e la professionalità dell'insegnante nello svolgerle; non era facile scindere i due aspetti,
visto che dopo tante ore passate insieme si
crea comunque un rapporto con la classe e
ci si forma una propria idea anche sulla
persona, per questo ho ritenuto opportuno
proporre questo questionario alla fine di
tutto, dopo le correzioni e la restituzione
della verifica, per evitare condizionamenti
nelle risposte da parte di chi, in attesa di
valutazione, avrebbe potuto rispondere in
modo edulcorato, falsando i dati. Li ho anche rassicurati che i risultati, eventualmente negativi di questo questionario riguardo
al mio lavoro, non avrebbero influito sulla
valutazione che io avrei avuto da parte dei
miei docenti.
Questa prima verifica consisteva in una serie di 7 domande a risposta aperta di comprensione generale, relative agli argomenti
trattati fino a quel momento; ad ogni prova
è stato attribuito un punteggio massimo in
base alle difficoltà. Gli stessi criteri di valutazione sono stati esplicitati in fondo al testo della prova. Questa prima prova ha
avuto esiti positivi, non c'è stata nessuna
insufficienza, anzi, la completezza dei lavori, corretti e in alcuni casi approfonditi, denotava il raggiungimento degli obiettivi collegati alla comprensione dei nuclei concettuali fondamentali di queste prime lezioni,
al termine delle quali ho svolto la verifica
sommativa, che consisteva nello scegliere tra tre percorsi di diversa difficoltà. Queste prove sarebbero state valutate sulla base di una griglia di valutazione da
me costruita, tenendo conto di conoscenze,
competenze e capacità sulla base di precisi
indicatori e descrittori.
Ebbene, non solo questa prova, corretta
collegialmente, è andata bene ma ci sono
stati anche dei picchi di eccellenza: per me
la cosa più gratificante è stata che alcuni
studenti si sono detti entusiasti di questo
modo di fare lezione, e che era la prima
Ho voluto riportare questa mia esperienza
iniziale, nella quale ero chiamata a valutare
mentre nel contempo anche il mio lavoro
veniva valutato, perché credo che in fondo
tutto questo accada continuamente nelle
nostre aule: comprendere un contesto, calarvisi armoniosamente, progettare, valutare, sapersi assumere responsabilità, sapersi
relazionare, tutto questo per noi è quotidianità.
Faticoso, ma fa crescere.
Antonella Crasso, docente di sostegno, SMS
E.Majorana – Roma
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.30
Dalla prima pagina
Proviamo a chiederglielo!
Un'esperienza di autovalutazione
di Ruggiero Patrizia - Orizzonte scuola
messo a confronto i criteri che utilizzavano
nel darsi un voto.
In questa classe ci sono stati pochi voti
bassi, quasi tutti i loro voti coincidevano
con quelli che pensavano di ricevere, non ci
sono stati commenti inappropriati, ma ci
sono state tre situazioni critiche: una ragazza si è messa cinque e nel dichiararlo è
scoppiata in lacrime. Gli altri due che non
hanno voluto pronunciarsi, hanno comportamenti problematici e mettono spesso a
rischio la nostra pazienza. Non li ho forzati
nell'esprimersi, dichiarando alla classe che
ci potevano essere dei motivi per cui questo
succedeva, mi sono accontentata del fatto
che partecipassero con l'ascolto o con interventi più o meno appropriati o, come ha
fatto uno di loro, si è offerto di scrivere i
criteri dettati dai compagni, alla lavagna
(abbiamo la LIM!).
Lo scorso anno, in un consiglio di classe, mi
è successa una cosa strana.
Era uno scrutinio, stavamo decidendo il voto di condotta e la discussione ad un certo
punto si è accesa per pareri discordi.
Quello che mi ha sorpreso è stato il fatto
che la diatriba si fosse installata, più che sul
voto che l'insegnante pensava gli alunni
meritassero, sul voto che presumeva gli
alunni si aspettassero di ricevere.
È andata avanti un bel pezzo, ed è stata così intensa che non è stato preso in considerazione il mio intervento: io sapevo cosa
si aspettavano perché glielo avevo
chiesto!! Sono stata molto colpita e "distratta" da questo "conflitto" su presunzioni
non suffragate!!
Il momento della valutazione è sempre molto complicato per noi insegnanti e ci mette
in crisi, anche se a non vogliamo ammetterlo e mascheriamo il disagio con comportamenti poco funzionali.
In effetti, invece, ascoltare i ragazzi era
stato molto interessante: in una prima media avevo chiesto a ciascuno che voto si sarebbe assegnato e poi in un secondo tempo
come pensava di essere valutato dagli insegnanti.
Ho notato e riflettuto insieme a loro che la
maggior parte si era data voti molto bassi,
addirittura c'erano dei cinque, segno positivo del fatto che erano consapevoli del loro
comportamento non sempre adeguato e,
dichiaratamente, desiderosi di migliorarlo.
C'era una certa disparità tra quello che
pensavano di meritare e quello che pensavano di ricevere: erano più severi di noi!
Nei criteri, alcuni alunni, tra cui la ragazza
che si è messa cinque, hanno considerato la
continuità nello studio e nello svolgimento
dei compiti, il profitto insomma. Ho detto
loro che a volte (purtroppo spesso), gli insegnanti fanno questo errore, in quanto i
criteri che contribuiscono a determinare il
voto nelle discipline non dovrebbero essere
presi in considerazione per il voto di con-
Anche quest'anno ho riproposto questa esperienza in un'altra prima. Stavolta li ho
invitati a fare una riflessione per iscritto e a
leggerla poi a voce alta. Ho anche chiesto e
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.31
dotta.
Altri criteri sono stati il comportamento in
classe riguardo al "rispetto delle regole, non
alzarsi dal posto, non interrompere chi sta
parlando, non chiedere di andare sempre al
bagno, la partecipazione alle lezioni, l'attenzione alle spiegazioni, rispettare i compagni e i professori, non prendere note,
aiutare i compagni".
- RISPETTO DELLE REGOLE
- CAPACITA' DI RELAZIONE VERSO I COMPAGNI
- CAPACITA' DI RELAZIONE VERSO GLI
ADULTI
- CAPACITA' DI COLLABORAZIONE
- INTERESSE E PARTECIPAZIONE (durante
laboratori, attività di compresenza, potenziamento/ recupero, informatica, alfabetizzazione)
Per fortuna eravamo tutti d'accordo nel tenere separato l'ambito disciplinare dal comportamento!
Molto interessante la motivazione di alcuni:
-Il voto che mi merito è 7 perché se voglio
mi posso controllare, invece a volte mi faccio
un
po'
prendere
la
mano
-Io penso che i professori mi daranno 7
perché sono molto esigenti nei nostri confronti e io penso che gli dia fastidio il mio
modo di essere cioè un po' esuberante.
Patrizia Ruggiero,
docente di sostegno SMS Fellini - Roma
Ho intenzione di continuare in maniera sistematica questo lavoro con i ragazzi perché credo che aiutarli ad autovalutarsi sia
determinante per il loro processo di crescita. Inoltre è sempre fondamentale, con loro, un confronto e un aperto "studio" sui
meccanismi, sulle componenti, sulle variabili della valutazione, anche per noi tutte da
esplorare. È utile per sottolineare quella reciprocità insita nel processo di insegnamento-apprendimento e quindi anche nella valutazione. È indispensabile per spiegare "le
disparità", i metri diversi che inevitabilmente utilizziamo, il differente significato
che hanno voti identici che vengono da
strade diverse, quello che può essere giusto, equo...È la logica conseguenza di una
corretta personalizzazione che nasce da un
processo condiviso.
Il VOTO a scuola è ancora carico di significati per alunni e insegnanti e va
trattato con cura.
Mi piacerebbe conoscere i criteri stabiliti in
altre scuole e soprattutto vorrei capire perché, in alcune scuole superiori (ne sono certa!), il voto di condotta risulta dalla media
dei voti delle discipline.
Ci sono certamente ragazzi con un comportamento irreprensibile che non raggiungono
un livello elevato nel profitto. Perché penalizzarli? E poi, che senso ha un altro voto,
se è comunque legato alle materie?
Questi sono quelli decisi dal nostro collegio
docenti
________________________________________________
Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.32