stragi del sabato sera

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stragi del sabato sera
“OSSERVATORIO PERMANENTE DELLE STRAGI DEL SABATO
SERA”
Il fenomeno dell’incidentalità notturna del fine settimana ha assunto negli
anni una preoccupante dimensione in termini di allarme sociale fino ad acquisire una autonoma fisionomia statistica con la denominazione di “Stragi
del Sabato Sera”. Infatti è così definito l’incidente stradale che vede coinvolto almeno un conducente con età compresa tra i 18 e 32 anni, verificatosi
nelle ore notturne tra le 22.00 e le 06.00 tra il venerdì e la domenica.
Il fenomeno delle stragi del sabato sera nasce dalla verifica
dell’addensamento nella fascia notturna del sabato e della domenica
dell’incidentalità. Infatti l’analisi dell’incidentalità per il giorno della settimana e per fascia oraria consente di evidenziare che il numero degli incidenti
negli ultimi due giorni della settimana risulta in generale più basso che negli
altri giorni della settimana. Ciò accade in tutte le fasce orario con l’eccezione
di quella notturna (da mezzanotte alle sei del mattino) quando si registra uno
straordinario aumento del numero degli incidenti.
Alla luce di questi risultati si è cercato di delimitare l’entità del fenomeno
delle stragi del sabato sera definendolo come l’insieme degli “incidenti aggiuntivi” che, presumibilmente sono determinati dalla mobilità di giovani (e
meno giovani) durante il fine settimana per raggiungere una discoteca o un
altro luogo analogo e, soprattutto per tornare a casa. Questa “incidentalità aggiuntiva” è stata valutata stimando anzitutto l’incidentalità “tendenziale” e
cioè quella che si avrebbe nelle fasce orarie notturna e serale qualora il numero degli incidenti, feriti, morti nelle ore serali o notturne del sabato e della
domenica avesse, rispetto a quanto accade negli altri giorni della settimana,
lo stesso andamento calante. Le differenze tra questi valori “tendenziali” e i
valori effettivamente misurati possono fornire un indicazione di come la mobilità specifica delle ore notturne del sabato e della domenica intervenga ad
aumentare i valori dell’incidentalità. Tali incidenti vanno considerati pertanto
quali “aggiuntivi” e all’interno di questo comparto si colloca, come una delle
componenti principali, il fenomeno delle stragi del sabato sera. Altre componenti sono costituite dagli incidenti che si verificano nell’ambito della mobilità da rientro del fine settimana, da spostamenti serali e notturni legati all’uso
del tempo libero da parte di famiglie, anziani, etc..
Nel 2011 le cosiddette 16 ore a rischio delle notti del fine settimana fanno segnare il picco massimo dell'indice della mortalità stradale con 454 vittime e
11.643 feriti pari al 45,4 % e 45,3 % della sinistrosità totale di tutte le notti
della settimana (Fonte Istat 2011).
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Alta velocità, droga ma soprattutto livello alto di tasso alcolico nel sangue,
sono le cause principali delle stragi del sabato sera. Ed è per questo che il
preoccupante fenomeno è strettamente legato a quello della guida sotto
l’influenza di alcol e sostanze stupefacenti , il cui abuso oltre ad incidere sulla salute personale dell’individuo, determina una particolare condizione di
pericolosità del soggetto per l’incolumità degli altri, quando si pone alla guida.
Non deve inoltre trascurarsi il ruolo delle reali condizione fisiche dei conducenti, il sonno e la stanchezza in particolare.
Ciò soprattutto considerando che chi guida dopo aver bevuto aumenta di circa 4 volte il suo rischio di incorrere in incidenti stradali. Chi guida in condizioni di sonnolenza aumenta di 2 volte il suo rischio di incorrere in incidenti
stradali. Chi guida dopo aver bevuto ed in condizione di sonnolenza aumenta
di circa 7 volte il suo rischio di incorrere in incidenti stradali.
L’obiettivo è evitare che l’incidente abbia luogo.
Le maggiori iniziative per il contrasto di tale fenomeno hanno mirato sia alla
trasmissione tra la popolazione giovanile di messaggi positivi sulla vita, sui
pericoli della perdita dei riflessi durante la guida, sulla tutela dell’incolumità
propria ed altrui, sulla cultura della sicurezza, sia al coordinamento delle attività di controllo lungo la rete viaria da e per i luoghi di ritrovo giovanile.
La Polizia di Stato soprattutto attraverso la sua componente specialistica – la
Polizia Stradale – ha prestato un contributo rilevante all’obbiettivo del contenimento del numero e della gravità degli incidenti stradali.
"Osservatorio Permanente delle Stragi del Sabato Sera", è istituito presso il
Ministero dell'Interno. Tale Osservatorio riporta, oltre ai dati degli incidenti verificatisi, i dati relativi ai controlli del fine settimana a mezzo etilometro e delle
alcolemie rilevate su tutto il territorio nazionale dalla Polizia Stradale e dall'Arma dei Carabinieri (quindi sono esclusi quelli della Polizia Municipale e le
altre forze).
Tutto ciò permette di avere a disposizione informazioni tempestive sul fenomeno "Alcol e Guida" in modo da poter indirizzare al meglio le eventuali azioni
di contrasto .
Si è considerato obiettivo prioritario in materia di contrasto al fenomeno infortunistico correlato all’abuso di alcool alla guida l’effettuazione di controlli si2
stematici delle condizioni psicofisiche, ciò anche per diffondere nell’opinione
pubblica la certezza dei controlli.
40816 i controlli della Stradale nei primi sei mesi del 2012.
CONTROLLI
Si tratta di un accertamento indiretto rappresentato dalla misura della concentrazione alcolica nell’area alveolare, che è legata da proporzionalità diretta alla
concentrazione alcolica nel sangue ( in linea approssimata si può dire che a 1
mg di alcol per litro d’aria corrispondano circa 2g per litro di sangue, più precisamente 2,3). L’esame attraverso prelievo di sangue si può fare solo se il conducente sia coinvolto in un incidente stradale sia rimasto ferito e sia stato sottoposto a cure mediche.
L’alcol presente può essere misurato attraverso l’aria espirata con uno strumento- omologato dal Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti- l’etilometro.
Come rapido efficace supporto molto utile risulta l’esame preliminare, della
presenza dell’alcool, mediante i cosiddetti precursori.
Tali apparecchiature permettono un rapido esame preliminare:
1.
se il controllo con questi apparecchi fornisce esito negativo
l’accertamento preliminare consente di escludere lo stato di alterazione da alcool oltre i limiti consentiti e rende superflua la prova con etilometro con innegabile risparmio di tempo, utile per effettuare un maggior numero di controlli.
2.
se invece l’esame preliminare fornisce esito positivo ( evidenza ciò della
presenza di alcool nell’espirato), si giustifica la sottoposizione del conducente
alle prove con l’etilometro.
Gli etilometri utilizzati per l’accertamento della guida in stato di ebbrezza dei
conducenti devono essere omologati. Il D.M. 22.05.90 determina le caratteristiche che devono avere gli etilometri, le prove e le verifiche a cui devono essere
sottoposti per l’omologazione e che sono effettuate dal Centro Superiore Ricerche e Prove Autoveicoli e Dispositivi del Ministero Delle Infrastrutture e dei
Trasporti. La norma impone che l’apparecchio risponda a requisiti molto selettivi vista la delicatezza dell’accertamento. A garanzia dell’utilizzatore
l’etilometro deve essere in grado di distinguere l’alcool da altre sostanza aventi
simili caratteristiche che potrebbero falsare la misura. Questo significa che durante l’utilizzo non potrà mai scambiare queste sostanze, presenti nell’espirato
della persona controllata per alcool.
Può essere considerato in stato di ebbrezza solo il conducente che presenti una
concentrazione alcoolemica superiore a 0.50 gr./l quale risultante di almeno due
determinazioni concordanti effettuate ad un intervallo di tempo di almeno cinque minuti.
Per i neopatentati, coloro che hanno età inferiore ai 21 anni, i conducenti professionali è vietato guidare sotto l’influenza di bevande alcoliche, per essi il tas3
so alcolemico deve risultare uguale a zero. In questi casi è prevista le sola sanzione pecuniaria in quanto non è tecnicamente considerato uno stato di ebbrezza.
Con l’espressione “determinazioni concordanti” si vuole intendere che i due valori rilevati devono essere entrambi superiori al limite consentito dalla legge,
ma non è indispensabile che siano uguali tra loro. La previsione di valori concordanti tra le due determinazioni induce a ritenere superflua la seconda quando
la prima ha dato un risultato più basso del limite consentito.
Viene punito non solo chi si mette al volante in condizioni alterate ma anche chi
si rifiuta di sottoporsi all’esame o di farsi accompagnare per l’esame tecnico finalizzato all’accertamento dello stato di ebbrezza.
Il rifiuto dell’accertamento non introduce alcuna presunzione automatica circa
lo stato di ebbrezza, ma se dal comportamento del conducente si desume inequivocabilmente l’influenza dell’alcool, allora il rifiuto costituisce reato che
può concorrere con quello di guida in stato di ebbrezza.
Gli etilometri possono essere predisposti sia per l’impiego in postazione fissa
che per l’utilizzo a bordo di veicoli di servizio.
Nell’impiego in postazione fissa l’ apparecchio è presso una sede dell’organo
accertatore e gli eventuali conducenti dà controllare sono ivi accompagnati per
effettuare la prova.
Nell’impiego in postazione mobile l’apparecchio è a bordo del veicolo
dell’organo accertatore e gli eventuali conducenti dà controllare effettuano direttamente la prova nel luogo in cui sono fermati.
Dal 01 ottobre 2004 la stradale sta verificando il tasso alcolemico di tutti i conducenti coinvolti in incidenti stradali durante i rilievi con le apparecchiature in
dotazione o per i conducenti sottoposti a cure mediche attivando i sanitari del
Pronto Soccorso attraverso apposita richiesta formale, secondo il Protocollo
operativo del 25 febbraio 2005.
L’analisi dei dati della Toscana relativi al primo semestre 2012 (sono presi
in esame i controlli effettuati nei fine settimana dalla polizia stradale e dai
carabinieri) permette le seguenti considerazioni:
Come si vede il 95%
legge (0,5 g/L).
circa dei conducenti controllati risulta entro i limiti di
La percentuale non è elevata ma la sensazione di pericolosità che si percepisce è
diversa se facciamo un ragionamento del tipo "uno su" . Vediamo infatti che
circa un conducente su diciotto non è sobrio, e per giunta le alcolemie più elevate risultano essere la percentuale maggiore .
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In particolare il 6,45% degli uomini risulta positivo (1 su 15) ed il 2,84% delle
donne (1 su 35).
tutto ciò incide sul rischio generale che tutti noi corriamo sulle strade ogni
giorno
su 100 veicoli:
- circa 5 saranno guidati da conducenti con alcolemia superiore al limite legale;
- su circa 2 dei detti 5 veicoli, il conducente sarà in stato di alterazione >1.0
g);
- fatto ancor più grave, circa 1 dei 5 veicoli saranno guidati da un conducente con un tasso alcolemico>1.5 g/.
La cosa interessante è notare la predisposizione di entrambi i sessi nel farsi
trovare con un tasso alcolemico superiore al minimo consentito.
Se guardiamo nuovamente tabella possiamo verificare che quando vengono trovate in stato d'ebbrezza le donne hanno percentuali analoghe per quanto riguarda le distribuzioni delle alcolemie. Quindi non è vero che le donne se bevono si limitano sempre.
Occorre considerare però che a parità di assunzione il tasso alcolemico varia in
relazione al sesso, al peso e alle condizioni fisiche della persona e anche in relazione alle circostanze di assunzione ( a digiuno o stomaco pieno e contemporaneo uso di psicofarmaci)
Analizzando i conducenti risultati positivi al test. La cosa molto preoccupante, come accennato prima, è che la percentuale più elevata di tassi alcolemici
registrati è quella nella fascia 1.0-1.5.
232 uomini su 599 positivi 38,7%
41 donne su 107 positive 38,3 %
Preoccupante è anche la fascia >1.5 che vede ben 146 positivi, il 20 % (126
uomini e 20 donne).
La percentuale dei positivi aumenta con l’aumentare della fascia d’età.
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18/22: uomini 3, 62 % donne 2,33% totale controllati 3,24 %
23/27 :uomini 6, 54 % donne 2,84% totale controllati 5,45 %
28/32: uomini 6, 64% donne 3,18% totale controllati 5,65 %
Oltre: uomini 9, 08% donne 3,09 % totale controllati 7.42 %
in tale fascia sul 2292 uomini controllati 208 risultano positivi (uno ogni 11).
Dall’indagine emerge la sensazione che la trasgressività- o meglio la cultura
della trasgressione- abbia una latitudine molto più ampia e che coinvolga fasce
diverse di età, ciò dimostra che i più giovani- qualche volta tacciati di irresponsabilità- condividono tale accusa con soggetti appartenenti a fasce di età solitamente definite mature- .
Tale analisi trova riscontro in uno studio del Centauro-ASAPS che dimostra
come il fenomeno degli incidenti dei giovanissimi delle notti del fine settimana,
pur ancora grave, è stato molto ridimensionato e che la mortalità stradale e dei
giovani, oggi riguarda anche altri orari della giornata e altre tipologie di
mezzi, in particolare le due ruote.
Andando infatti ad analizzare la situazione nei primi 6 mesi del 2012 si scopre
che solo il 55-60% degli incidenti mortali delle due notti è una classica "strage
del sabato sera".
Il resto della sinistrosità riguarda le fasce più adulte anche non connesse col fenomeno classico del nomadismo della notte verso i locali del divertimento.
QUESTO ANCHE GRAZIE ALLE CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE
Dalla considerazione che il rispetto delle regole non passa solo attraverso la coercizione ma soprattutto attraverso il consenso e il convincimento nasce la forte
partecipazione della Polizia Stradale all’ educazione nelle scuole e alle campagne informative di sicurezza stradale.
La tendenza al rischio è connaturata all’essere giovane.
Il rischio evoca nei ragazzi la sfida che rimanda alla trasgressione,
all’eccitazione e al coraggio. I termini sfida e pericolo sono quelli che più ricorrono nei discorsi degli adolescenti sul rischio “rischiare è sfidare se stessi, mettersi in gioco”, “ scommettere per ottenere” “ capacità e voglia di mettersi in discussione”. Il rischio appare dunque non fine a se stesso ma determinato da motivazioni sottostanti: il bisogno di essere notati, sentirsi parte del gruppo e sentirsi all’altezza.
La tendenza prevalente è dunque una spinta a rischiare per ottenere legittimazione e accreditamento da parte degli altri.
Il bisogno di successo nelle relazioni interpersonali è così fondamentale che tutti i comportamenti vengono subordinati in funzione di questo obbiettivo.
Per i ragazzi l’incidente è prevalentemente un evento subito non il frutto di un
azione del soggetto, determinato da fattori esterni quali il fondo stradale, la
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nebbia ma interessante e che anche alcool e droghe sono spesso considerati dagli adolescenti come un fattore esterno che si introduce nel soggetto e modifica
capacità e riflessi.
Occorre inoltre evidenziare che nei giovani l’azione che l’alcool ha
sull’organismo è sottovalutata (pensano generalmente che per perdere il controllo ottimale di guida occorrano molti bicchieri di birra-vino o super-alcolici), ed
è accompagnata dalla convinzione che chi è abituato, regge meglio l’alcool e rischia di meno.
L’incidente è dunque frutto del caso e della fatalità mentre l’alcool è
l’irrinunciabile mezzo di socializzazione. Sembra mancare nei giovani la dimensione del dopo. Prevale un eccessiva sicurezza e fiducia nelle proprie capacità nell’illusione di poter sventare qualsiasi pericolo.
Una ferita, una frattura che generi conseguenze fisiche permanenti che possono
limitare la socialità possono essere l’unico deterrente contro le condotte pericolose. Il rischio per l’integrità fisica deve essere sentito come più immediato rispetto al guadagno in termini di socializzazione, non un eventuale perdita futura
ma come conseguenza negativa che può essere determinata da un agire superficiale e senza tentennamenti solo perché condiviso dal gruppo.
Su tali premesse si basa il progetto Icaro della Polizia stradale che attraverso il
metodo dell’educazione emozionale intende raggiungere i giovani sensibilizzandoli al valore della vita attraverso il racconto delle esperienze di coloro che
sono rimasti paralizzati a seguito di incidenti stradali.
Analizziamo ora l'andamento del fenomeno analizzando i dati della Toscana del relativi alla Polizia di Stato.
2010
totale conducenti controllati 13686 positivi 757 ovvero 5,53%
2011
totale conducenti controllati 16233 positivi 723 ovvero 4,45%
2012
primo semestre controllati 8346 positivi 351 ovvero 4,21%
si è in presenza di un trend in diminuzione della quota di positivi tra i controllati
(proprio in conseguenza di un effetto deterrente indotto dall'incremento de numero di controlli effettuati su strada).
Le norme più severe e il contrasto all'alcol negli ultimi 5 anni hanno dato i loro
pregevoli frutti, ma ora si deve insistere nei controlli alcolemici e degli stupefa7
centi insieme a campagne di comunicazione mirate al pubblico giovanile di riferimento e non solo.
Il basso livello di sicurezza stradale italiano non è determinato dai comportamenti a rischio dei giovani (o di qualche altra categoria di utenti), riguarda tutta
la popolazione.
Sotto questo profilo il termine stragi del sabato sera identifica sicuramente una
delle componenti critiche della sicurezza stradale italiana ma non deve in alcun
modo far dimenticare altri componenti, altre stragi forse meno visibili ma ancora più consistenti (pedoni- ciclisti - motoveicoli).
La sicurezza stradale non nasce dal caso.
Come sottolineato da Kofi Annan, la sicurezza stradale si realizza attraverso gli
sforzi convinti di molti individui e molti settori della società, Ministri dei trasporti della salute, dell’educazione, costruttori di veicoli, mezzi di comunicazione e vittime di incidenti stradali e le loro famiglie.
La sicurezza è un bene da società avanzata, ma proprio nella società avanzatadi rischio- è un bene che va prodotto collettivamente e continuamente.
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