vadosempre invacanza conilregista (miomarito)

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vadosempre invacanza conilregista (miomarito)
diva della porta accanto
“vado sempre
in vacanza
con il regista
(mio marito)”
dimenticate le donne tormentate che
ha interpretato in tanti film. nella vita vera
Jennifer connelly è serena e orgogliosa
della propria famiglia. grazie (anche)
a un modo speciale di passare l’estate...
diAlessandra Venezia
a
a me interessa chi fa scelte
differenti da quelle che farei
io». in fondo, lo avevamo già
intuito: Jennifer connelly
non teme certo né zone
d’ombra, né angosce laceranti. i suoi
personaggi - da Requiem for a Dream a La
casa di sabbia e nebbia fino a Shelter (in cui,
emaciata, persa e drogata, interpretava,
diretta dal marito paul Bettany, una senzatetto) - soffrono di solitudini profonde e vivono avvilite, vinte. per contrasto,
l’attrice sembra avere una realtà personale
piena, serena e invidiabile: tre figli, cani e
gatti, un marito-collega (sono sposati dal
Jennifer Connelly, 46 anni.
L’attrice americana
è tra i protagonisti di
Pastorale americana,
di e con Ewan McGregor,
al cinema dal 20 ottobre.
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2003 e le foto a Formentera di poche settimane fa li mostravano in spiaggia spensierati e divertiti) con cui condivide l’amore per i viaggi e la vita all’aria aperta, oltre
che la passione per il cinema. per non parlare poi di quella sua bellezza quasi offensiva, tra il freddo, il fiero e il misterioso,
quelle sopracciglia e, infine, quegli occhi
di un grigio azzurro così inquietante che
né Balenciaga, né revlon, né shiseido
hanno saputo resistere. a 45 anni connelly si dichiara nemica di ogni tipo di ritocco per «non cancellarmi la storia dal viso»
ci spiega; ambasciatrice per i diritti umani di amnesty international, marcia con
i figli per ogni battaglia ecologica, si batte per la giornata delle donne e aiuta gli
homeless. ma senza farsi notare.
presto la rivedremo sul grande schermo
in Pastorale americana (tratto da uno dei
romanzi piu celebrati di philip roth)
diretta da ewan mcgregor, nel ruolo di
io donna – 1 ottobre 2016
getty images
io donna – 1 ottobre 2016
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diva della porta accanto
Ewan McGregor e Jennifer
Connelly in Pastorale
Americana, tratto
dal romanzo di Philip Roth.
Dawn Dwyer, la moglie del protagonista Seymour Swede Levov. Questa volta l’attrice premio Oscar per A Beautiful
Mind è un’avvenente ex miss America,
madre tormentata e confusa che tende
al suicidio. Un’occasione irrinunciabile
per affrontare ancora una volta le complesse meccaniche della psiche umana.
Dawn e il marito sembrano incapaci di
affrontare e gestire la ribellione della figlia. La loro relazione con la ragazza è
complicata e difficile. Quella tra lei e sua
madre com’era?
Mia madre se n’è andata qualche anno fa.
Avevamo un rapporto affettuoso che si è
complicato col passare degli anni. Quando poi lei è ritornata a vivere a New York
Non farei un lifting facciale, non voglio
cancellare la storia dal mio viso. Ma sono
scelte personali, non si può generalizzare
TORMENTATA SUL SET,
SERENA IN FAMIGLIA:
LA DOPPIA VITA DI
JENNIFER CONNELLY SU
IODONN A .IT
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e abbiamo cominciato a vederci più spesso, si è aperto per noi un nuovo capitolo. Che purtroppo si è interrotto troppo
presto.
Lei com’era da adolescente?
Determinata. Mi piaceva fare cinema e
volevo rendere tutti felici. Ero una studentessa diligente e amavo andare all’università.
Nessun atto ribelle contro la famiglia?
Nessuno, se per ribellione intende l’uso di droghe e un comportamento aggressivo; la mia ribellione consisteva nel
trovare uno spazio mio. Sono cresciuta
lavorando sodo, e quando finalmente
mi sono iscritta all’università è stata una
conquista personale per me.
Di che cosa è particolarmente orgogliosa?
Delle relazioni che ho costruito. Mio figlio più grande, Kai, ha 19 anni e ha appena iniziato il secondo anno di college. Il
giorno del suo compleanno stavo girando un film in New Mexico, mi chiama e
mi dice: “Mamma, posso venire a trovarti?”. Che regalo mi ha fatto! A casa passiamo ancora le estati tutti insieme, divertendoci da matti.
Il film - e il libro - affrontano temi importanti per un genitore. Lei prova ansia
per il futuro dei suoi ragazzi?
Tantissima (ride), anche se siamo una
famiglia ben diversa da quella dei Levov: non riesco nemmeno a immaginare come si possa sopravvivere a un’esperienza come la loro. Non c’è nulla di più
traumatico della perdita di un figlio e
Dawn non sa nemmeno dove sia sua figlia, se sia viva o morta.
Dawn è definita dalla sua bellezza. Lei
è stata una modella e continua a essere
scelta dai brand più glamourous.
Amo il mio lavoro perché è gratificante
dal punto di vista creativo. Sono cresciuta felice in una famiglia molto diversa da
quella di Dawn. Ho letto e riletto il romanzo per interpretare i suoi pensieri e
capire come nascano le sue reazioni. Infine mi sono arresa alla sua realtà, al suo
mondo, con empatia. Ma non credo di
assomigliarle granché.
Nel tentativo di reinventarsi, Dawn nel
film ricorre a un lifting facciale. Lei lo
farebbe mai?
Io no, ma sono scelte personali. Non credo che si possa generalizzare.
Dopo tanti anni di matrimonio lei e Paul
sembrate una coppia molto affiatata. Un
successo anche questo?
In apparenza siamo molto diversi, ma
ci completiamo a vicenda. Su principi e
comportamenti fondamentali, poi, siamo perfettamente in linea - e questo aiuta. E senz’altro è importante il rispetto
reciproco.
Quali valori condividete?
Il senso della famiglia, per esempio. E il
modo in cui entrambi, profondamente,
amiamo la vita.
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