2027: Ritorno dalla terra del sorriso... Atterriamo

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2027: Ritorno dalla terra del sorriso... Atterriamo
2027: Ritorno dalla terra del sorriso...
Atterriamo .........
Fermi sulla pista di atterraggio i pensieri si intrecciano ai ricordi del passato,
sono passati tanti anni da quando nel 2007 decisi di dare una svolta
alla mia vita.
Scendo lentamente la scaletta dell'aereo,il sole di inizio luglio brucia sulla pelle arsa
dal sole,una leggera brezza mi rinfresca il viso,mi guardo attorno,il vecchio aeroporto
di Malpensa non ha nulla di familiare.
Una domanda sorge spontanea,sono anni che sei via non puoi trovare le cose che hai
lasciato,hai vissuto in un isolamento quasi totale,la natura incontaminata compensava
la mancanza della civiltà che ha accompagnato la vita quotidiana,niente
cellulari,televisione,pochissimi collegamenti con il mondo esterno,donne sorridenti
riempivano la tua vita.......
Una graziosa voce meccanica mi scuote, mi mette fretta nel salire sul tappeto rotante
che aspetta sotto l'aereo.
Scendo gli ultimi scalini,intravedo in lontananza la cima delle montagne che hanno
accompagnato parte della mia vita,ma le vedo stranamente scure,cupe,assenti del loro
immacolato colore bianco.
Salgo sul tappeto rotante,lentamente si inoltra all'interno della struttura traslucida con
riflessi biancastri.
Immagini pubblicitarie di prodotti che non riconosco sono continuamente create da
fasci di luce,sembrano essere il frutto di una una mente comune quasi una
imposizione di acquisto.
Cerco qualcosa di noto,non trovo nulla ,solo persone intente a fissare strani
congegni,ognuna immersa in un proprio mondo,come automi.
Mostro il passaporto all'incaricato delle verifiche.
Guarda la foto,lo passa allo scanner ed attende .....
Stupito, fa un cenno ad un ragazzo alto,magro con tratti somatici indefiniti,di
avvicinarsi a lui.
Entrambi mi guardano,si interrogano sul modello di passaporto,so che è
perfettamente regolare, il documento in loro visione risale a quando vivevo in Italia e
sempre rinnovato presso l'ambasciata italiana della terra del sorriso che mi ha dato la
doppia cittadinanza quindici anni or sono.
Si guardano.
Uno di loro mi chiede da dove provengo e da quanto tempo manco dall'Italia.
Orgogliosamente dico che sono italiano,da venti anni sono via.
Ho vissuto venti anni nella terra del sorriso,non ho problemi con la legge ,sono
tornato per sistemare delle pratiche legate ad una questione di eredità.
Dalla postazione un debole fascio di luce mi investe ,mi sento in preda ad un
formicolio,ho paura perché non ne capisco lo scopo.
Sento una mano appoggiarsi su una spalla,una voce mi dice di stare fermo,quella luce
analizza lo stato di salute,non ci vorrà molto tempo.
L'incaricato al controllo mi riconsegna il documento vistato e timbrato, va tutto bene.
Dietro di me un signore di mezza età,con in mano il solito congegno,si accorge che il
tempo dedicato a me diventa troppo, mostra segni di insofferenza.
Prendo velocemente il documento,lo ripongo con cura nella borsa a tracolla che mi
ha accompagnato nel viaggio,con calma la richiudo.
Finalmente in Italia.
Vedo il ragazzo di prima con alcuni uomini e donne che mi fissano con evidente
curiosità.
Forse il mio abbigliamento denota questo interesse, i vestiti sono gli stessi di venti
anni prima,le scarpe le stesse di allora.Ho messo i miei vecchi jeans,una camicia blu
ed un giubbotto leggero,ai piedi scarpe da tennis.
Quando sono arrivato nella terra del sorriso ho riposto gli abiti in una cassapanca ,
li ho tenuti come un ricordo pensando di non servirmene,invece eccomi qui vestito
come ero partito.
Sono osservato da un gruppetto di giovani.
Vestono in un modo "strano", la moda del momento è questa.
Hanno capelli ben curati,alcuni azzurri,altri platino,i colori guardando bene sono
molti altri con sfumature di varie tonalità.
Una ragazza,avvolta in una tunica verde brillante,capelli platinati ed occhi di un blu
acceso,si avvicina.
Guarda con interesse le mie scarpe,vorrebbe dirmi qualcosa ma sembra
incerta,dubbiosa,quasi infastidita da tanta particolarità.
La guardo,le sorrido come sono abituato a fare da anni.
La ragazza, ha un attimo di incertezza, con voce roca, quasi tremante chiede perché
hai sorriso?
Le rispondo che sono felice di conoscerti!Sono appena tornato in Italia.
-Tornato?
-Da dove?
-Qui nessuno da molto tempo si veste così ,sembri l'immagine della copertina di una
vecchia rivista che ho visto anni fa.
Ho fretta di tornare al mio paese,di vedere quello che ho lasciato non trovo di meglio
che chiederle se le andrebbe di bere un caffè in mia compagnia.
La ragazza fa un passo indietro,la vedo scioccata,incerta sul da farsi.
Mette una mano in tasca ed estrae l'aggeggio che avevo visto in precedenza,lo fissa
intensamente. Sembra in trance,vorrei non aver detto niente,forse ho sbagliato
qualcosa.Ripone l'aggeggio in tasca,mi guarda negli occhi ed accetta.
Ritiro velocemente la piccola borsa da viaggio che solitaria gira su uno stanco
tappeto mobile.Raggiungiamo quello che dovrebbe essere un bar,ma non vedo nulla
di familiare.Macchine automatiche servono clienti indifferenti a quello che li
circonda,
intenti come sono a dedicare il loro tempo allo strano aggeggio.
Smarrito, chiedo alla ragazza cosa devo fare per prendere il caffè.
Sento lo sguardo dei presenti su di me,avverto la loro diffidenza ,d'impulso prendo
per mano la ragazza ed usciamo in fretta dal locale.
Raggiungiamo una zona dove è indicata l'uscita e qui mi accorgo che la ragazza si
irrigidisce e chiaramente cambia il suo atteggiamento,senti mi dice con aria di sfida,
non so nulla di te neanche il nome...
Mi fermo,la guardo negli occhi che ora distinguo più chiaramente
,profondi,enigmatici.La sua tunica avvolge un corpo molto ben fatto e curato,mani
lunghe e flessibili con unghie di un colore viola acceso,pantaloni cangianti
nascondono dei sandali intrecciati fino alle ginocchia.
La sua voce interrompe i miei pensieri....mi chiamo Be Xian studio usi e costumi nel
corso della storia presso una università milanese,sono in procinto di laurearmi.
-Sono da circa venti anni lontano dall'Italia ,ho vissuto nel paese del sorriso, non in
città ma in una zona sperduta dove cielo e mare si confondono con una terra ricca di
fiori e di colori.
-Dove stai andando?
- ..........in un piccolo paese al confine con la Lombardia,Varallo Pombia,lo conosci?
- Paesi?
Da anni non esistono più sono stati sostituiti da agglomerati di persone, non
servono,ormai ci sono solo aggregazioni multirazziali imposte dal governo.
Un controllo politico centrale insediatosi in modo autorevole, ci governa in modo da
escludere rivalità etniche,lo fa con imposizioni e leggi imposte dopo i problemi
razziali.
Devo andare..............non so se lasciare Be Xian e continuare da solo in un mondo
che mi è poco familiare,le mie idee potrebbero crearmi dei problemi .
Mentre sono assorto nei miei pensieri,la vedo estrarre il solito aggeggio da sotto la
tunica , la sua attenzione si concentra sullo schermo che nel frattempo si anima di
colori e forme per me ignote.L'aggeggio ha un monitor azzurro brillante che pulsa di
luce viva,quasi sinistra, mi ricorda un piccolo televisore dei miei tempi ma deve
essere qualcosa di diverso.
Passano alcuni minuti,mi accorgo che tutti attorno si comportano allo stesso
modo,fissano lo schermo attoniti incapaci di distogliere l'attenzione
Tutto torna normale,Be Xian ritira l'aggeggio sotto la tunica e i pantaloni cangiano
colore diventando rosso splendente.
-Non hai il Comunicatore?
-Comunicatore, intendi l'aggeggio che fissi in continuazione?
-No, non credo mi possa servire,voglio essere libero di fare ed agire come lo ero
prima di andarmene...
-Tutti ne hanno uno,il controllo centrale lo da in dotazione ad ogni uomo o donna,
dopo la lotta e lo scontro che anni fa contrappose i nativi con gli immigrati
clandestini .Le leggi varate a quel tempo divennero permissive,l'aumento
incontrollato di immigrazione fu utilizzato da quei governi per sottomettere le
popolazioni locali avendo i nuovi arrivati totalmente schierati in loro favore,la crisi
che ne seguì ebbe esiti drammatici.
Tento di andarmene e noto che gli uomini dello stano posto mi fissano,meglio che me
vada in fretta.Be Xian mi prende la mano,andiamo vengo con te,oggi il Comunicatore
mi lascia la giornata libera,oggi niente università.
Usciamo e un pensiero inizia a ronzarmi in testa,vent'anni fa i cellulari davano
l'illusione dell'abbattimento delle distanze,la comunicazione per tutti,la libertà di
comunicare con chiunque.Internet ,il sapere non più riservato a pochi,ma siamo sicuri
che qui siamo andati oltre con questi Comunicatori?
Cerco un taxi,ne vedo uno libero.
L'autista è un un uomo di colore,grosso,vestito in modo insignificante,
di circa trent' anni,rapato come un melone con dei tatuaggi che la ricoprono
totalmente.Saliamo ,al posto del tassametro un Comunicatore diverso da quello di Be
Xian,ma simile nella forma.L'uomo,in un italiano stentato e grammaticamente
scorretto mi chiede dove devo andare, nello stesso tempo il Comunicatore si accende
e noto una sorta di mappa comparire sul visore.
-Varallo Pombia o come lo chiamate adesso ma fermati ad una banca che devo
prelevare del denaro.Be Xian e l'uomo di colore mi fissano come se fossi impazzito.
-Niente contanti, da anni usiamo il Comunicatore ,tutto passa da un sistema bancario
centrale, i pagamenti si fanno e si ricevono come prima,nessuno pensa di tornare
all'uso del denaro.Saliamo sull'auto o quello che sembra esserlo. Sembra una
saponetta liscia senza maniglie.All'interno, dei sedili di finta pelle maleodoranti,un
forte odore di chiuso,al posto dei finestrini laterali una sorta di trasparenza permette
di vedere all'esterno.
Be Xian ordina all'uomo di partire,avrebbe pagato lei la corsa,toglie da sotto la tunica
il Comunicatore,lo indirizza verso quello della macchina come se volesse
collegarsi,una intensa luce va a colpire il monitor dell'auto che fino ad allora era
azzurro facendolo cambiare in un giallo sole.
Sembra tutto a posto,l'uomo al posto di guida si immette nella corsia di movimento e
in poco tempo usciamo dall'aeroporto.
Guardo da quello che dovrebbero essere i finestrini laterali,comincio a rendermi
conto che quello che vedo non mi è familiare,il verde dei prati e dei boschi che
circondavano la zona sono un lontano ricordo,costruzioni di vario genere e forma
hanno occupato quasi tutto lo spazio disponibile,grandi insegne luminose
pubblicizzano prodotti di ogni genere, strani mezzi di trasporto si incanalano uno di
seguito all'altro formando lunghe file come un serpente che insegue se
stesso....mentre sono assorto nei miei pensieri Be Xian fa cenno all'uomo di fermarsi
in una piccola piazzola al lato della strada dove intravedo un piccolo bar.
Ci fermiamo..Una fila di uomini intenti a sorseggiare un liquido da grandi contenitori
trasparenti ,fissano distratti un grosso schermo appeso alla parete dove immagini di
paesaggi esotici riempono la solutine del luogo.
Chiedo a Be Xian se il liquido che stanno bevendo fosse birra, le chiedo di poterne
avere una anch'io.
Da un distributore automatico dopo aver come al solito indirizzato il suo
Comunicatore a quello posto alla cassa,si apre uno sportello,vedo comparire due
contenitori,ne prendo uno e Be Xian fa lo stesso con l'altro ma appena provo a berne
il contenuto,con mio stupore mi accorgo che non si tratta della mia amata birra ma di
un liquido dolciastro,fresco,di difficile definizione.
- Quello che stai bevendo,sembra birra,ma è una variante sintetica, siamo stati
indirizzati dal Comunicatore a preferire questa variante,non da effetti collaterali come
gli alcolici.
Risaliamo in auto, ormai mi rendo conto che le cose sono diverse,devo farmene una
ragione,sono fortunato ad avere Be Xian come guida.
Dopo circa venti minuti di auto,attraversiamo una Somma Lombardo molto diversa
da come la ricordavo,il castello è inalterato nel suo splendore ma il resto case e
costruzioni ovunque.Vedo uomini e donne di varie razze,gente in
movimento,indaffarata.
Arriviamo in vista del mio amato fiume azzurro.
-Autista fermati un momento
Scendo dall'auto,quanti ricordi,nuotate con amici,gare di pesca, grigliate ....
Lo vedo è ancora li,il colore lo stesso di allora,il ponte è diverso,sembra
rifatto,mentre mi avvicino noto che il cemento è stato sostituito da dei materiali
sintetici trasparenti che non alterano l'ambiente.Ottimo lavoro anche quello fatto nel
sostituire la vecchia centrale elettrica con pannelli solari,ai lati vedo dei mulini a
vento che sfruttano la forza del vento.
Ripartiamo e con stupore vedo l'uomo che armeggia con dei pulsanti.
-Niente paura,guarda in basso
Nel sentire queste parole,guardo i miei piedi e con meraviglia mi sembra di volare,il
fondo dell'auto diventa trasparente,sotto di me il vecchio fiume scorre come sempre
ha fatto risplendendo di un bellissimo colore che rispecchia il cielo.
Emozionate.
Una insegna luminosa con sigla numerica indica che siamo alle porte del paese,non
vedo i prati verdi che costeggiavano i lati della strada,chissà se il vecchio parco del
Ticino esiste ancora.Chiedo a Be Xian qualcosa in merito.
Non ottenendo risposta mi giro e la vedo fissare il suo Comunicatore.
Preferisco i miei tempi quando non esistevano!Almeno le persone si parlavano.
Guardo fuori,so che non devo aspettare una risposta da lei.
Il guidatore, in un linguaggio quasi incomprensibile, tenta di spiegarmi che solo
pochi terreni non sono stati edificati,lui fa parte di un piccolo gruppo che da anni
osteggia questa situazione.
-Amico, ma allora il mondo non è solo quello che ho visto finora,dal mio arrivo in
aeroporto non ho visto che persone incollate a quello strano Comunicatore?
-Certo che no,mi risponde di impulso,ma siamo pochi e anche malvisti.
-Scusate di che parlate ?
-Be Xian,scusa ma sono cose di tanto tempo fa......
-Capisco
-Io ero in "collegamento",stavo chiedendo il motivo della tua strana domanda ... in
merito al parco del Ticino.Nessuno si pone il problema,si costruisce perché è giusto
farlo,tutto il resto non conta.Evito di continuare il discorso,un muro invalicabile si
frappone fra noi.
Entriamo in paese ,vedo subito che è abbastanza simile a quando vivevo qui,ma
anche qui vedo persone giovani fissare il Comunicatore....
-Dove devo portarvi?
-Trova un albergo.
-Una stanza per la notte e per la gioia di essere tornato vi invito entrambi a cena.
Troviamo una palazzina di nuova costruzione,piccola,con una recinzione grigia ed un
monitor dove lampeggia la scritta "camere libere".
Entro.Non trovando nessuno mi guardo in giro.
Ad una parete sono appese delle vecchie fotografie che ritraggono posti a me noti,
guardando meglio anche persone che ho conosciuto molto bene.
-Scusi le interessano quelle foto?
Chi sarà?Lo conosco?
Mi giro,vedo un ometto di mezza età con lineamenti asiatici che mi fissa .
-Sono Gy Wreng per servirvi
- Una camera per me e se possibile cena per tre persone.
-Pagamento anticipato!Accetto.
Esco,chiamo Be Xian.Come al solito è immersa nel solito aggeggio,penso che mi stia
dando sui nervi,fosse per me lo avrei buttato immediatamente via,le dico della cena.
Posteggiato lo strano mezzo,l'uomo di colore esce dal veicolo e resta in ammirazione
del tramonto alle sue spalle.
Prendo la piccola borsa,chiedo a Be Xian di farmi un l'ultimo favore,sbrigare le
pratiche all'albergo con relativo pagamento.Non avendo altro modo per
sdebitarmi,apro la mia piccola borsetta a tracolla ed estraggo delle piccole pietre
grezze che lavorate avrebbero sicuramente compensato il prestito.Dandone una parte
alla ragazza la ringrazio.
Per non crearmi problemi accetta senza valutarne il valore.
Stessa scena del taxi.
Il Comunicatore puntato su quello della consolle,stessa luce gialla , stessa conferma.
-Tutto a posto sei registrato e ho pagato il conto,cena per tre e stanza per te per la
notte.Be Xian allora per la prima volta da quando ci siamo incontrati in aeroporto
diventa seria,i pantaloni diventano scuri come il suo sguardo.
-Ho l'occasione che tutti vorrebbero avere,stare vicino ad una persona che non ha un
Comunicatore.Studio storia moderna con particolare attenzione al periodo che va
dalla fine del secolo scorso all'avvento del Comunicatore.
Quando ti ho visto in aeroporto pensavo ad uno scherzo,invece è tutto vero.
Subito mi sono collegata al Comunicatore,ho ottenuto le indicazioni sul modo di
comportarmi,cosa avrei dovuto fare...ma non capisci il Comunicatore ha risolto il
problema del vivere,ti colleghi e nella tua testa appare tutto chiaro ,le cose da fare
esatte,non hai più bisogno di ragionare,internet al confronto non era niente....
Scioccato e non sapendo come reagire,esco nel piccolo viottolo di fronte all'ingresso
dove vedo l'autista intento a godersi una leggera brezza serale.
-Non usi il Comunicatore?
-Solo poche volte,meno lo uso è meglio.
Preferisco pensare con la mia testa, quello che faccio lo decido io.
-Ma questo aggeggio come funziona?
-Ti colleghi,o meglio lui entra nella tua mente come una sonda,non serve parlare,le
domande e le risposte direttamente nella mente.
In questo piccolo paese esiste un gruppo di persone che lottano per rendersi
indipendenti da questa situazione,ormai sono consapevoli che questo non è il futuro e
come vedrai anche quest'anno come da 25 anni a questa parte,tentano di coinvolgere
un sempre maggior numero di persone nel loro progetto.
Organizzano un sorta di festival delle idee,libere di esprimere i lati positivi della
creatività,sviluppano un nuovo modo di coesistere fra loro...ed il mondo esterno.
Il modo di esprimersi dell'uomo, è diventato serio,autorevole,ricco di
eleganza,comprensibile...penso che anche lui appoggi il loro progetto.
Ci sediamo a tavola,consumiamo una cena molto veloce,cibi confezionati che non
conosco dal sapore di difficile definizione, di buon gusto.
Parliamo del mio passato, della terra del sorriso,si è fatto tardi per tutti.
Dopo cena Be Xian vorrebbe restare ,la convinco che è meglio che rientri a casa.
Visibilmente delusa sale in auto,la saluto con un sorriso.Ricambia con la proessa che
domani mi avrebbe chiamato al Comunicatore dell'albergo.
L'omone tornato incomprensibile, accende l'auto che velocemente sparisce fra le
case.
Mentre rientro in allbergo,sento in lontananza una musica che attrae la mia
attenzione,ne chiedo la provenienza al sign.Gy Wreng.
-Come ogni anno questa sera ha inizio la venticinquesima edizione di Varallo Pop.
Le strade del paese saranno invase da persone,che confluiranno nella zona da dove
proviene la musica.Ricordandomi delle edizioni che avevo visto ,mi lascio tentare di
vedere come è cambiato nel tempo e cosa propone anni dopo.
Salgo in camera ,apro la porta con una tessera magnetica,entro.
La camera è piccola ma confortevole,un bagno pulito in stile orientale,una doccia con
riciclo dell'acqua,sensori alle pareti per meglio orientare i getti
dell'idromassaggio,bagno di vapore,perfetto per un relax .
Faccio una doccia ,la stanchezza inizia a farsi sentire.
Un sistema di asciugatura a getto di aria profumata lambisce la mia pelle.
Vedo uno specchio alla parete e non trovando un lavandino sotto di essa,mi chiedo
come devo fare per radermi....lo specchio cambia colore,appaiono delle scritte che
indicano le istruzioni .
Leggo con attenzione ,premo un pulsante e con mia sorpresa sono avvolto da una
luce intensa che mi procura un certo fastidio,sento un lieve bruciore sulla pelle del
viso.Sono perfettamente rasato e profumato.
Lascio i vestiti che ho indossato nell'apposito contenitore,subito spariscono
all'interno.Una voce metallica mi avverte che saranno lavati e stirati per la mattina.
Mi cambio d'abito,sempre in stile Jeans e t-shorts,sandali .
Guardo lo specchio,vedo il mio viso abbronzato che stride con il pallore della gente
incontrata finora.Decido di uscire.......
Voglio vedere l'edizione del 2027 di Varallo Pop
Qui termina il breve racconto del mio ritorno.
Lascio a voi organizzatatori o semplici partecipanti alla quinta edizione di Varallo
Pop immaginare come possa essere l'edizione del 2027........
Concludo con un mio significativo commento,lasciando a voi le conclusioni:
nessuno di coloro che hanno partecipato alla realizzazione del festival o soltanto ha
voluto esserci utilizzava i Comunicatori.
La mente,la ragione,la passione,la voglia di fare e l'inventiva possono ancora essere
una pietra miliare della libertà di comunicazione,stiamo solo attenti a non cadere in
facili illusioni o vedere solo la realtà che ci fa comodo e non diamo spazio alla
ragione degli altri solo per ragioni ideologiche precostituite...................................
con amicizia dal 2027