Gennaio - La Piazza

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Gennaio - La Piazza
Periodico
dell’Associazione
Culturale Albatros
Anno 6 - Numero 1
GENNAIO 2009
Pag. 8
IL PD DISCUTE
DI URBANISTICA
(O DI POLITICA?)
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UNA GRANDE
PASSIONE:
LA MONTAGNA
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IL CASO
VULPIANI
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Anniversario
DIECI ANNI SENZA FABRIZIO
di Rino Sciarretta
Celebrare Fabrizio De Andrè a dieci anni dalla sua
morte è parlare soprattutto di un poeta, di un musicista
che ha cantato con rabbia e amore il nostro tempo, l’artista che più di ogni altro ha dato alla parola cantautore
un valore universale.Verso la fine degli anni 70 accettò
di andare in tournè, sfidando la sua riluttanza al palcoscenico e una cosa che ricordo con grande piacere fu
quando, nel 1979, andammo insieme ad un gruppo di
amici di Castel Madama a Roma, al Palaeur, per seguire
un suo concerto. Si trattava delle leggendaria tournè
che, insieme alla PFM (Premiata Forneria Marconi), lo
portò in molte città italiane. I suoi orchestrali erano
Franco Mussida alla chitarra, Franz Di Cioccio alla batteria ed il resto del gruppo, alcuni tra i migliori musicisti italiani. L’atmosfera si scaldava accordo dopo accordo, canzone dopo canzone. Una carrellata del suo
repertorio dalle canzoni impegnate a quelle d’amore: da
“Il testamento di Tito”, “Canzone di Marinella”, a “Bocca
di rosa”, “Amore che viene amore che vai”, riarrangiate
e sicuramente alimentate dalla potenza musicale della
band milanese. Ma ad un certo punto venne fischiato e
insultato, cosicché impaurito andò via a gambe levate. I
contestatori gli rimproveravano di aver partecipato
qualche mese prima al festival di Sanremo, considerato
da loro quanto di più nazional-popolare, il concerto
dopo un po’ di caos si interruppe e finì. La serata fu
emozionante lo stesso e da quella tournè ne uscì uno
straordinario album live, “In concerto”, ancora oggi un
must della sua discografia. La sua eredità artistica è
incalcolabile e va ben al di là dell’influenza sui suoi contemporanei e sulle generazioni successive alla sua.
Faber, il soprannome usato dai suoi amici più cari,
anche a dispetto della sua personalità schiva, è stato un
maestro, un personaggio che ha cambiato il modo di
fare musica in Italia pur tenendosi lontano dalla tv, dalle
più grandi manifestazioni popolari, incidendo relativamente poco ed esibendosi in pubblico con proverbiale
parsimonia. Dopo aver preferito la musica a una più
comoda scelta di figlio dell’alta borghesia industriale e i
primi soldi guadagnati grazie alla Canzone di Marinella
cantata da Mina, incide nel 1966 l’album “Tutto Fabrizio
De André”,Vol. I. Nel 1968 “Tutti morimmo a stento”,
e “La buona novella”, del 1969, hanno fatto scoprire al
mondo musicale italiano gli “ultimi” della società, i diseredati, le prostitute e gli emarginati e una lettura del
cristianesimo lontana dalla dottrina ufficiale. Una sfer-
Le passanti
Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c’era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.
A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l’hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.
Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l’unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.
A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
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ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.
Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.
Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.
Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.
Una bella versione cantata
da Tiziano Ferro, tratta dalla
serata De Andrè di Fabio Fazio,
è disponibile su youtube
segue a pag. 4
4
Anniversario
zata di vento gelido sul mellifluo panorama musicale italiano. Pochi anni prima il cantautore genovese si era
fatto apprezzare per le canzoni di protesta civile come
“La guerra di Piero”, “La città vecchia”, testi intrisi di
poesia ribelle e umana solidarietà. È in questo modo che
diventa un punto di riferimento sia per la cultura musicale che per la cultura in senso lato di una generazione,
quella cresciuta nel ’68. Il mondo musicale di Fabrizio
De Andrè si sviluppa così tra ballate e canzoni d’amore
ma anche di protesta contro i preconcetti che fanno di
un uomo senza sogni, il nulla. La musica di De Andrè è
intensamente abitata da storie di mare, d’amore, un
mare che non è mai freddo o solitario ma vitale, avventuroso, affollato di pesci e marinai, altrettanta vivacità
c’è nel cantare l’amore. Anche la sua Genova con “Via
del Campo” e “Bocca di Rosa” o la “Città vecchia” pullulano di umanità ma anche di magnetismo della città,
come la raccolta in dialetto genovese “Creuza de Ma”,
1984, capolavoro ricco di invenzioni foniche, nel trasformare il suono inseguendo la materia nata dal lavoro
e dalla fatica. Una capacità visionaria di far immaginare
cose con una sensibilità fuori dal comune. De Andrè
attingeva dal patrimonio dell’esistente per trasformarle
in altro, profondamente suo. Dalla collaborazione con
Nicola Piovani, ispirato dall’antologia di Spoon River
nasce “NON AL DENARO, NE’ ALL’AMORE, NE’ AL
CIELO”, 1971, con questo album ha firmato uno dei
must della canzone d’autore italiana. La profondità dei
suoi testi gli è valsa
per essere introdotto
nelle antologie scolastiche.
Pur rimanendo fedele alle sue tematiche,
De Andrè è stato un
osservatore attento e
originale dell’attualità, dai tempi del
maggio francese e
del ’68, fino all’aborto, l’omosessualità,
la camorra, (Don
Raffaè), arrivando a
tracciare un parallelo tra gli indiani d’America e il popolo della Sardegna, la sua seconda terra, descritti come
vittime della colonizzazione. Nel 1973 “Storia di un
impiegato” testi di Fabrizio De Andrè, musica di Nicola
Piovani, mette a nudo il suo pensiero sociale, la sua critica nei confronti del conformismo borghese e una rigida critica al terrorismo degli anni ’70.
Ma la canzone che lo rappresenta di più è forse “Amico
fragile”, la più autobiografica anche se lui si identificava
maggiormente con “Bocca di Rosa”. Un uomo e un artista così non poteva non essere un anarchico, fatto per un
mondo migliore, così com’era lui.
Fabrizio De Andrè morì nel 1999, a soli 59 anni.
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 6, n. 1 - Gennaio 2009
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Federico Chicca, Ivano Chicca,
Ivano Moreschini, Ramona Pompili,
Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Valentina Torella, Gualtiero Todini, Ivo Santolamazza,
Elisa Livi, Mauro Cascini, Amedeo Ciotti, Attilio Nonni
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 21/01/2009 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
[email protected]
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I MARTEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
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SOMMARIO
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Dieci anni senza Fabrizio
“La ballata dell’angelo ferito”
Unione dei Comuni Lucretili-Ernici
Il PD discute di urbanistica
Quale futuro per il PD
Popolazione in lieve crescita
Bar Macrì a Piazza Garibaldi
Brevi
IX Comunità Montana
Scuola
Vicovaro
Tivoli
Le ricette della nostra zona
Tradizioni popolari
Una grande passione: la Montagna
Film
Poesia
Cultura
Il caso Vulpiani
Sport
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
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Società
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“LA BALLATA DELL’ANGELO FERITO”
a cura di Ivano Moreschini
Eluana Englaro è al centro di una discussione tra scienza e religione.
È giusto tenere in vita chi è morto per la scienza, che sostiene che la morte celebrale
è quella defintiva? La Chiesa dice di sì.
Dietro tutto ciò c’è però la sofferenza di Eluana, dei suoi cari,
di chi sa che Eluana non potrà più vivere.
Può la Chiesa dettare regole anche a chi non crede?
“La ballata dell’angelo ferito”
di Guido Ceronetti
Urlate urlate urlate urlate.
Non voglio lacrime. Urlate.
Idolo e vittima di opachi riti
Nutrita a forza in corpo che giace
Io Eluana grido per non darvi pace
Diciassette di coma che m’impietra
Gli anni di stupro mio che non ha fine.
Una marea di sangue repentina
Angelica mi venne e fu menzogna
Resto attaccata alla loro vergogna
Ero troppo felice? Mi ha ghermita
Triste fato una notte e non finita.
Gloria a te Medicina che mi hai rinata
Da naso a stomaco una sonda ficcata
Priva di morte e orfana di vita
Ho bussato alla porta del Gran Prete
Benedetto: Santità fammi morire!
Il papa è immerso in teologica fumata
Mi ha detto da una finestra un Cardinale
Bevi il tuo calice finché sia secco
Ti saluta Sua Santità con tanto affetto
Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
Tu il Riverito dai gioghi tibetani
Tu che il male conosci e l’oppressura
Accendimi Nirvana e i tubi oscura
Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama
Ho bussato alla porta del Tribunale
E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
La legge oggi ti libera ma tu domani
Andrai tra di altri giudici le mani.
Iniquità che predichi io gemo senza gola
Bandiera persa qui nel gelo sola
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Ho bussato alla porta del Signore
Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
Chiamami in cielo o dove mai ti pare
Soffia questa candela d’innocente
Ma il Signore non dice e non fa niente
Ho bussato alla porta del padre mio
Lui sì risponde! Figlia ti so capire
Dolcissimo io vorrei darti morire
Ma c’è una bieca Italia di congiura
Che mi sentenzia che non è natura
E il mio papà piangeva da fontana
Me tra ganasce di sorte puttana.
Cittadini, di tanta inferta offesa
Venga alla vostra bocca il sale amaro.
Pensate a me Eluana Englaro.
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Politica
Gennaio 2009
UNIONE DEI COMUNI LUCRETILI-ERNICI:
DECRETATO LO SCIOGLIMENTO
di Carla Santolamazza e Ramona Pompili
Nel Consiglio Comunale del 23 dicembre 2008, a
seguito dell’approvazione della legge regionale
n.20/08 sul riordino delle Comunità Montane, che
stabilisce l’appartenenza di un comune o ad una
Unione o ad una Comunità Montana, con deliberazione n. 49 è stato approvato lo scioglimento
dell’Unione dei Comuni Lucretili-Ernici, con il
voto favorevole di 12 dei 13 consiglieri presenti
su 17, al momento della votazione il consigliere
Efficace non era presente in aula. L’Unione tra i
comuni di Castel Madama, Marcellina e San Polo
dei Cavalieri era stata istituita nel 2002 con le
deliberazioni comunali dei rispettivi paesi e
precisamente la n. 15/2002, la n. 27/2002 e la
n. 19/2002, in cui si approvavano anche lo Statuto
e l’Atto costitutivo. Tali deliberazioni erano l’applicazione dell’art. 32 del D.Lgs. n. 267 dell’agosto 2000 All’Unione sono stati conferiti progressivamente alcuni servizi e funzioni con gestione
associata tra i tre comuni, tra cui: Polizia Locale,
Formazione del personale, Lotta al randagismo,
Nucleo per la valutazione del personale dipendente dei tre comuni e dell’unione e Politiche giovanili. La stessa Unione con propria deliberazione
n. 47 del novembre del 2008 ha manifestato la
volontà di scioglimento che i consigli comunali
dei rispettivi paesi hanno poi ratificato con l’approvazione del documento proposto e previsto
dall’art. 5 dello Statuto dell’Unione che è parte
integrante e sostanziale della delibera. In tale
documento sono regolati e definiti tutti i rapporti
giuridici dell’Ente verso il personale, prevalentemente appartenente alla Polizia Locale, verso
terzi, tra i tre comuni e tra i comuni e l’Unione
stessa. Nella fase transitoria dello scioglimento, in
vigore dal 1/01/2009, l’Unione continuerà a gestire i rapporti giuridici in essere e quindi gli organi
previsti dallo Statuto resteranno in carica per l’approvazione del rendiconto di gestione 2008 e la
verifica periodica delle attività che il personale
incaricato svolge durante la fase di liquidazione;
gli amministratori impegnati in questa fase non
riceveranno alcuna indennità o gettone di presenza. Inoltre nel documento di scioglimento sono
previste le condizioni per il trasferimento della
gestione dei servizi assegnati all’Unione ai rispettivi comuni che riacquistano la piena titolarità: per
il servizio di Polizia Locale ogni comune a partire
dal 1 gennaio 2009 assume alle proprie dipendenze per mobilità il personale con contratti a tempo
indeterminato, full-time o part-time, in particolare
il nostro comune assume 10 dipendenti. In merito
all’organizzazione cessa l’incarico di Comandante del Corpo, assegnata al Sig. Antonio Baiocco, e
gli Uffici Territoriali facenti capo a tutti e tre i
comuni tornano ad essere Uffici Locali dei singoli comuni. Cessa anche l’efficacia del Regolamento del Corpo di Polizia dell’Unione, che i singoli
comuni possono prorogare fino all’approvazione
di un proprio regolamento comunale. Per quanto
riguarda gli altri servizi non sussistono problemi
di trasferimento delle competenze ai singoli
comuni. In merito alla gestione dei procedimenti
ancora in atto propri dell’Unione che riguardano
prevalentemente sanzioni per violazione del Codice della Strada o di altra normativa, rapporti relativi a forniture di beni e servizi, gestione del rapporti di lavoro con i dipendenti e rapporti
istituzionali con Stato, Regione, Enti Locali, gli
Uffici con il personale incaricato dai singoli
comuni resteranno in carica fino alla completa
definizione.
La gestione finanziaria dell’Unione riguarderà
esclusivamente i residui, cioè la riscossione di
entrate accertate e non ancora riscosse e pagamento di spese preventivamente impegnate e non
ancora pagate. Il personale incaricato di svolgere
tali funzioni per il 2009 riceverà un compenso a
carico dell’Unione da somme precedentemente
previste ed impegnate o dalla ripartizione della
spesa concordata dai singoli comuni e inserita nei
rispettivi bilanci di previsione. Eventuali residui
di cassa saranno divisi in parti uguali tra i comuni.
Anche il Servizio di Tesoreria resta in vigore fino
alla definitiva chiusura dell’Ente. Alla delibera di
scioglimento sono allegati l’inventario dei beni
mobili in dotazione alla sede di Castel Madama e
di quelli ad uso del Comando di Polizia Locale
dell’Ufficio di Marcellina e dell’Ufficio Territoriale di San Polo dei Cavalieri.
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Politica
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Su questa esperienza amministrativa che si avvia a conclusione poniamo alcune
domande ad Enrico Grazia, consigliere comunale del centro-sinistra, nonché
assessore sia all’Unione dei Comuni che alla IX Comunità Montana.
Come mai il Comune di Castel Madama
ha deciso per lo scioglimento dell’Unione
dei Comuni con Marcellina e San Polo dei
Cavalieri?
L’esperienza dell’unione dei comuni avviata
dall’amministrazione Scardala, è sempre
stata, come del resto la stragrande maggioranza delle unioni, un espediente per tentare di
recuperare parte di quelle risorse economiche
che ormai da anni le finanziarie continuano a
tagliare. Le condizioni di miglior favore per le
assunzioni ed i finanziamenti per l’avvio delle
unioni hanno spinto molti sindaci a realizzare
associazioni in cui i vari partner non pensavano neanche lontanamente a mettere insieme i
servizi offerti alle comunità cercando di ottimizzare i costi ed il funzionamento. Tutto questo, unito ad una sensibile diminuzione dei
finanziamenti destinati alle unioni, hanno nel
tempo determinato il venir meno dei motivi
dello stare insieme e quindi la decisione dar
fine a tali esperienze.
Quali sono state secondo te le iniziative
migliori dell’Unione?
L’iniziativa migliore, ma oserei dire l’unica,
considerando le ristrettezze in cui ci si è
comunque mossi, è stata la stabilizzazione
degli ausiliari che avevano iniziato la loro
esperienza di lavoro con un cantiere scuola.
Vista la carenza cronica di personale nell’ufficio dei vigili urbani e l’aumentare dei servizi
da svolgere (non bisogna dimenticare che i
vigili da qualche anno svolgono anche funzioni
di polizia giudiziaria) se non si fossero stabilizzati gli ausiliari sarebbe stato impossibile
garantire anche i servizi minimi di presidio del
territorio.
Che cosa invece non ha funzionato?
Non ha
servizi,
unioni.
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funzionato la gestione consorziata dei
che è poi il motivo per cui si fanno le
Non appena ci siamo insediati come
grazie anche alla disponibilità degli
assessori Ascani e Testi e all’impegno del
nostro segretario Dott. Di Rollo, si è dato inizio
ad una serrata trattativa con i comuni di San
Polo e Marcellina per la gestione unitaria dei
rifiuti e dei servizi sociali, ma nonostante i
nostri sforzi e la disponibilità da tutti dichiarata, tutto si è risolto con un nulla di fatto. Del
resto se dalle nostre parti ci fosse davvero una
cultura dell’associazionismo le stesse funzioni
si sarebbero delegate alle Comunità Montane
come è avvenuto con risultati di tutto interesse in altri territori, ma questa è un’altra storia.
La legge regionale n.20 del 2008, relativa al
riordino delle Comunità Montane, stabilisce
che anche per l’adesione alla Comunità Montana i Consigli Comunali dovranno esprimersi con una deliberazione, mentre finora l’adesione era stabilita dalla Regione Lazio.
Cosa farà il Comune di Castel Madama?
Con il principio di volontarietà dell’adesione
alle aggregazioni sovra comunali, cambiano
completamente gli scenari possibili e in qualche misura cadono gli alibi per un diverso
approccio all’associazionismo da parte dei
comuni. La coalizione di maggioranza del
nostro comune ha da tempo espresso la volontà di aderire alla IX Comunità Montana del
Lazio, ma questa volontà dovrà fare i conti con
le propensioni degli altri diciotto comuni
attualmente soci. Si stanno svolgendo in questi giorni diverse riunioni e consultazioni
avviate da diversi soggetti. Il comune di
Palombara Sabina non nasconde l’ambizione di
proporsi come capofila di un polo della Sabina
Romana, mentre i prenestini alti: Capranica,
Castel San Pietro, Rocca di Cave subiscono il
fascino dei Castelli Romani, zona notoriamente più ricca e attiva di quelle circostanti. Va da
sé che la perdita di questi comuni metterebbe
in dubbio l’esistenza stessa della IX Comunità
Montana. La cosa che mi chiedo e chiedo a
tutti è: a chi conviene gettare i piccoli comuni
in un isolamento che li rende ancora più deboli? A chi conviene mantenere la marginalità dei
nostri territori relegandoli a meri serbatoi
elettorali alla mercé del notabile di turno?
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Politica
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Il PD discute di urbanistica (o di politica?)
di Ivano Moreschini
Il 17 gennaio scorso si è svolta nei locali di Vicolo
Giustini un’assemblea pubblica indetta dal Partito
Democratico sulle questioni urbanistiche che
stanno impegnando l’Amministrazione comunale.
Infatti qualche mese fa è stata adottata dal Consiglio Comunale la variante generale del Piano regolatore di Castel Madama, e quindi il Piano è stato
pubblicato per le osservazioni e le opposizioni,
cioè per sentire il parere dei proprietari e dei cittadini su quello che il Comune ha proposto con l’adozione della variante di Prg. Queste osservazioni
stanno adesso affrontando l’esame dei tecnici e
dell’Amministrazione comunale, per poi essere
approvate o respinte a seconda della compatibilità
con il Prg.
Come spesso avviene a Castel madama, i momenti delle scelte urbanistiche diventano però anche
momenti di fibrillazione politica. E quindi per
uscire dallo stallo in cui sembra arrivata l’Amministrazione su questi argomenti, il gruppo dirigente del Partito Democratico ha indetto un’assemblea pubblica. Il Segretario della sezione del PD
Fabiani Domenico, con la relazione introduttiva,
ha toccato i diversi aspetti e le diverse fasi della
discussione urbanistica in corso. Nella forma, la
questione che divide i 6 consiglieri comunali del
Partito Democratico (Grelli, Paolacci, Cascini e
Grazia provenienti dai Democratici di Sinistra e
Fabiani G. e Testi provenienti dalla Margherita)
riguarda l’accoglimento o meno di alcune corpose
osservazioni riguardanti diverse zone del paese:
alcune presentate dallo stesso Fabiani G., su Le
Fratte, S. Quirico ed altre zone; altre presentate da
una impresa interessata all’edificazione nella zona
di Monitola, sia residenziale che per uffici o commerciale. Anche queste ultime sono sostenute per
la loro approvazione da Fabiani G., insieme a Grazia ed a Cascini.
Nella sostanza, invece, lo scontro, come si diceva
una volta, è squisitamente politico: riguarda cioè
chi e come prende le decisioni rilevanti all’interno
di una maggioranza consiliare ed all’interno di un
partito come il PD; riguarda inoltre quali sono i
principi ed i valori da difendere nel momento in
cui si fanno scelte urbanistiche. Per intenderci: va
bene il dialogo con le imprese, ma all’interno di
una pianificazione che deve essere dettata dal
Comune.
Sono vecchie questioni, mentre nuovo è il contenitore politico, cioè il Partito Democratico, che
accoglie persone che vengono da diverse militanze
politiche: dal Pci-Pds-Ds; dalla Dc-Popolari-Margerita; dal Psi e dal Psdi. Ed in questo periodo, a
Castel Madama come in Italia, stanno venendo al
pettine alcuni nodi di un partito che come ha detto
Massimo D’Alema manca di amalgama.
A Castel Madama questo è particolarmente evidente, visto che i consiglieri comunali a malapena
dialogano tra di loro, accentuando l’impressione di
confusione sulla linea politico-amministrativa che
emerge dall’azione dell’Amministrazione guidata
dal Sindaco Salinetti.
C’è inoltre una questione di funzionamento della
locale sezione del PD, fortemente rinnovata nel
gruppo dirigente sulla base delle primarie per il
direttivo di sezione svoltesi alla fine del 2007.
Dopo una prima fase di entusiasmo, che è stato
gelato dalla forte sconfitta alle politiche del 2008
di tutto il centro-sinistra, i nuovi entrati nella
sezione, che avevano giustamente suscitato molte
speranze di rinnovamento, si sono pian piano disamorati per le discussioni su questioni locali spesso
inconcludenti. E le riunioni del direttivo spesso
sono state quasi deserte. Alcuni interventi, come
quello di Vasselli Marcello, hanno sottolineato
questo aspetto: un partito che non sa fare sintesi,
che non produce politica, né riesce ad imporre
temi all’amministrazione comunale come dovrebbe e potrebbe fare.
Quindi l’assemblea del 17 gennaio sembra segnare la fine di una lunga fase nella quale le promesse
e gli entusiasmi suscitati dalla nascita del Partito
Democratico si sono spenti, mentre a livello nazionale la questione morale, cioè il comportamento
disinvolto ed in certi casi corrotto di amministratori importanti, come Ottaviano del Turco in Abruzzo ed il caso Napoli fanno vedere a molti elettori
e militanti un aspetto davvero negativo della
nuova formazione politica.
Il tesseramento che si sta aprendo può essere l’occasione per una correzione di rotta. A Castel Madama c’è una esperienza di centro-sinistra che tra alti
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Politica
e bassi ha governato per quasi vent’anni: l’unica
interruzione è stata rappresentata dalla seconda
Giunta Scardala, che comunque era stato Sindaco
di centro-sinistra. Questa lunga esperienza ha formato tanti ex amministratori, che possono e debbono essere più coinvolti nell’azione dell’amministrazione. D’altra parte gli elementi di novità che
sono emersi con le primarie non devono essere
dispersi: occorre un giusto equilibrio tra innova-
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zione ed esperienza, cioè ex amministratori e giovani aspiranti politici devono lavorare insieme per
ridare slancio all’azione amministrativa. Mancano
solo due anni alla fine della consiliatura della
Giunta Salinetti. Senza rimotivare tutte le energie
in campo sembra difficile ripetere un’esperienza
che ha avuto luci, ma anche molte ombre.
Di questo si è parlato l’altra sera a Vicolo Giustini, tutto sommato. Non solo di Urbanistica.
QUALE FUTURO PER IL PD?
di Mauro Cascini
(Presidente del Consiglio Cumunale di Castel Madama)
Sembrava che l’attesa Direzione Nazionale del PD del
19 dicembre 2008 dovesse segnare il tanto sognato
momento della ripartenza. Ma non è stato cosi. Si è
messa di mezzo la ferocia di Israele scatenata su tutto
ciò che fosse sulla Striscia di Gaza. Il PD si trova ancora diviso su un tema fondamentale come quello della
guerra, cioè del diritto all’esistenza dei popoli. A
D’Alema che afferma “ Gaza non «una guerra», ma
«una spedizione punitiva israeliana», che «alimenta una
deriva fondamentalista»”, Veltroni risponde: «Non
sono d’accordo con D’Alema. Quella di Israele è un’azione difensiva». Si evidenzia così che questo PD non
ha badato tanto alla sostanza, ma piuttosto alla forma e
a stilare documenti che mettessero d’accordo tutti. Ma
come vanno le cose nostrane? Erano proprio le persone che votarono il 14 ottobre del 2007, che dovevano
costituire il “nocciolo della futura organizzazione del
PD”. Ma così non è stato. Sembra invece che proprio
quei quasi mille cittadini di Castel Madama che hanno
votato il 14 ottobre abbiano esaurito lì la voglia di contare e partecipare. Quegli schemi, quei metodi della
passata classe dirigente dei due partiti sono stati travasati nel nuovo partito, e non doveva essere così. Non è
bastata l’iniezione di volti nuovi, ben bilanciati tra le
“varie anime”, in un Comitato Direttivo eletto con il
metodo di tanti candidati per tanti posti, per far cadere la vecchia abitudine che alla fine siamo noi “vecchi”
che decidiamo il da farsi. Sulla base di che. Di nulla; in
quanto il Pd non ha ancora elaborato una sua linea
politica, e quando dico questo non mi riferisco ai soliti e mai chiaramente definiti temi della politica locale,
ma i temi più ampi che sappiano coinvolgere il nuovo,
che ha sperato e creduto in un progetto di partito
coraggioso e moderno. In questa fase abbiamo visto
troppe fughe o meglio troppi attendismi nell’assumersi una parte di responsabilità nella costruzione del PD.
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Altri parlano di una cacciata, di compagni e amici.
Penso che il PD a Castel Madama, come in ogni parte
d’Italia debba essere costruito chiedendoci tutti “cosa
possiamo fare per il PD” e non attendere che il PD ci
venga calato dall’alto. D’altra parte abbiamo visto che
non funziona. Iniziamo a credere veramente che è possibile “amalgamare” le storie di ognuno di noi. Ma non
sarà possibile farlo se non si rompe con il vecchio gioco
delle “varie anime”, aggravato dal fatto che ora sembra
di moda che queste anime non trovino nemmeno più
quelle gemelle e ognuno vada così per proprio conto.
Le belle parole sulla compattezza, guarda caso rivolte
a chi ha il ruolo di sedere in Consiglio Comunale, non
avranno mai un pur minimo risultato se, all’interno
del PD, non si inizierà a fare un’elaborazione delle idee
per una politica comune di proposte e non attendere di
“litigare” su quelle di altri.
Qualcuno ha già giustamente rilevato che, anche
all’interno dell’amministrazione comunale, non può
essere quella attuale la funzione del PD. E forse sarà
necessario iniziare a pensare ad un’altra fase, di maggior dinamismo e pregna di risposte alle aspettative
dei cittadini. Ma non si può lasciare ciò al caso, o che
qualcun altro indichi la rotta da seguire senza avere i
rematori. Il Pd può rappresentare le storie, la forza e
le volontà per farlo. Ma i ruoli assegnati non sono
stati dati e accettati “per pettinare le bambole”, o permettere che intorno al partito si elaborino improbabili strategie. L’azione politica, che finora è mancata,
bisogna metterla in piedi in fretta, altrimenti si corre
il grosso rischio, non che ci sia un travaso da sinistra
a destra, ma una delusione forte che produca approdi in una “terra di nessuno”, che è il vero pericolo per
la democrazia. Comunque noi seguitiamo a sognare
con De Gregori “Ma chi l’ha detto che non si deve
provare a provare?”.
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Società
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POPOLAZIONE
IN LIEVE CRESCITA
di Carla Santolamazza
Anche quest’anno l’Ufficio Anagrafe del
Comune di Castel Madama, sempre con grande disponibilità dei suoi impiegati, ci ha
messo a disposizione i dati relativi alla popolazione residente autoctona e straniera.
Dalle tabelle allegate ci soffermiamo a commentare alcuni dati.
Tabella n. 1: al 31 dicembre 2008 la popolazione residente ammonta a 7438 unità, con
un incremento di 127 cittadini rispetto al
dato del 1 gennaio 2008 (7311); una leggera
crescita dovuta prevalentemente alla differenza tra gli iscritti e i cancellati 114, ed in
misura ridotta alla differenza tra nati e
morti 13.
Tabella n. 2: dati relativi alla popolazione
straniera presente nel nostro comune. Al 31
dicembre 2008 gli stranieri regolarmente
iscritti ammontano a 561 unità, con un incremento di 79 persone rispetto al dato del 1
gennaio 2008 (482); la crescita è dovuta
principalmente alla differenza tra gli iscritti
ed i cancellati 79. Da notare nel totale degli
iscritti stranieri una prevalenza di cittadini
che provengono nel nostro comune dall’estero 80, contro i 31 provenienti da altri comuni italiani. Sono in aumento anche gli stranieri minorenni nati dopo il 31/12/90, 111
contro i 101 nati dopo il 31/12/89 e gli stra-
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nieri nati in Italia di tutte le età 66, contro i
56 del 2007. Aumentano anche le famiglie
con almeno uno straniero 279, contro le 252
dei dati del 2007.
Tabella n. 3: cittadini stranieri presenti per
nazionalità. Notiamo rappresentanti di tre
nuove nazionalità: Capo Verde con 2 iscritti,
Cipro e Nigeria rispettivamente con 1. La rappresentanza Romena è sempre la più numerosa con 346 iscritti contro i 268 del 2007, sono
aumentati anche i cittadini della Moldova e
del Perù, mentre lo Sri Lanka e la Repubblica
Popolare Cinese sono diminuiti. Non ci sono
più iscritti del Brasile e dell’Etiopia.
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Attualità
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BAR MACRÌ a Piazza Garibaldi
di Elisa Livi
Una nuova attività è sorta a Castel Madama, un
nuovo bar, “Bar da Macrì”. Un piccolo locale
molto accogliente che ha aperto al pubblico il 6
gennaio. La famiglia Macrì, dopo l’esperienza nel
settore alimentare, ha deciso di cambiare pagina e
di buttarsi in una nuova impresa. Il bar sorge in
Piazza Garibaldi, la piazza del Palio, come ricordano gli stemmi dei quattro rioni sull’insegna del
locale.
Avendo già avuto esperienza nel settore commerciale, come mai avete deciso di passare dal
settore alimentre ad un’attività come il Bar?
La scelta di cambiare è stata dettata da esigenze
pratiche. Un piccolo bar è sicuramente meno
impegnativo di un negozio di alimentari sotto
ogni punto di vista. Qui possiamo avere maggiore tempo libero a disposizione, riuscendo a gestire l’attività a livello familiare nel migliore dei
modi.
Perchè la scelta è cauta sul Bar?
Aprire un bar è un desiderio che è cresciuto nel
tempo, avevamo solo bisogno di trovare un locale
accogliente che ci desse la possibilità di realizzare
questo sogno. Il contatto con il pubblico, con i
nostri compaesani, è senz’altro un buon motivo
per aver scelto questa attività che da soddisfazioni
e che non richiede un grande dispendio di energie
come un alimentari, in cui la gestione dell’attività
richiedeva un impegno costante e giornaliero in
ogni piccola cosa.
Dato il gran numero di Bar presenti a Castel
Madama, come pensate di regolarvi con la concorrenza?
Prima di tutto abbiamo deciso di puntare sull’ottima qualità dei prodotti. Offrire merce di prima
scelta è fondamentale per la buona riuscita di
un’attività come questa. Abbiamo pensato di puntare innanzi tutto sul caffè. Un buon caffè è come
un biglietto da visita che invoglia la gente a tornare, il tutto unito ad una dose di gentilezza, disponibilità e cura del cliente.
Avete in mente iniziative speciali o attività particolari con la promozione del locale? e se si quali?
Per il momento stiamo cercando di capire le esigenze dei clienti; abbiamo pensato di puntare sugli
aperitivi, con tartine e prodotti fatti in casa, poi con
il tempo proporremmo anche altre iniziative quali
il gelato fresco. Avendo aperto da poco per adesso
cerchiamo di fare le cose fondamentali per un bar
e di farle bene, le idee ci sono e saranno messe in
pratica nel tempo.
Siete soddisfatti di questa scelta?
Si, molto. La passione per questo tipo di lavoro c’è
sempre stata, speriamo di riuscire a trasmetterla
anche al pubblico. Il bar è diverso da ogni altra
attività, ci vuole passione e costanza, ciò che
abbiamo intenzione di portare avanti nel tempo.
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Brevi
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Partenza da CASTEL MADAMA alle ore 6,00 del 21 febbraio 2009
Arrivo ad Alberobello alle ore 12,30, pranzo libero e visita ai Trulli
Alle ore 16,30 sosta e visita di Locorotondo
Arrivo in serata a Martinafranca,
sistemazione in hotel quattro stelle con piscina interna Villa Rosa
Cena: (Orecchiette, spiedini di carne e dolci tradizionali di Carnevale)
Serata libera, passeggiata nel centro storico di Martinafranca
Partenza per Putignano domenica 22 febbraio 2009 alle ore 9,00
sistemazione in gradinata per assistere alle ore 11,00 alla sfilata dei carri
Alle ore 13,30 pranzo libero, si consiglia: "a tavola con i Cavalieri di Malta"
Pranzo Medievale in Piazza e nelle cantine del centro storico di Putignano
Alle ore 15,30 partenza per Castel Madama
Arrivo previsto alle ore 21,30
La quota di partecipazione è di Euro 120,00 (compreso il posto in gradinata).
Iscrizioni e prenotazioni presso la sede della Pro-Loco, dalle ore 18,30 alle ore 20,00, di
tutti i giorni escluso il sabato e la domenica.
Per ulteriori comunicazioni e/o informazioni telefonare ai numeri 0774/449500,
0774/705318, oppure inviare e-mail all'indirizzo: [email protected].
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Brevi
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Chicca Andrea, Millozzi Michela, Vecchio Romolo, Chicca Mario, Moriconi Pina, Cimadomo Mirella, Ferrazzi
Francesca, Scrocca Michele, Bucci Riccardo, Muzi Alessandro, Borghese Michelangelo, Ferrazzi Luigi, Minorenti
Carla, Berta Massimiliano, Moreschini Giada, questi sono i donatori del Gruppo di Castel Madama che hanno raggiunto le dieci donazioni, sono stati premiati con una medaglia d’oro offerta dal Gruppo stesso grazie ai nostri
sponsor (Peugeot, Assicurazione Toro e Conad Mauro Cascini). Nella donazione svoltasi il giorno 4 gennaio 2009
sono state raccolte 85 sacche di sangue, ringraziamo sempre i nostri donatori per la loro disponibilità e per la loro
passione nel fare un gesto così bello. La prossima donazione ci sarà il 31 maggio 2009, vi aspettiamo.
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana:
0774-531934 / 531938
Protezione Civile:
0774-4500243
Biblioteca Comunale:
0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli
Prenotazioni 800986868
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PRESEPE
SAN LORENZO
Ideato e realizzato da
Carlo Marazza con
Piera Iannuccelli,
Roberto Millozzi,
Luigi Piselli,
Luciano Chicca,
Aldo Santolamazza
Si ringraziano:
Mario Cipriani
Enzo Santolamazza
Angelo Moreschini
per aver fornito i loro
mezzi e materiali per la
realizzazione del Presepe
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Comunità Montana
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IX
COMUNITÀ
MONTANA
a cura di Ramona Pompili
In attuazione della Legge Regionale n. 20 del 02.12.2008
“LA IX COMUNITÀ MONTANA DEL LAZIO
APPROVA IN CONSIGLIO LE MODIFICHE ALLO STATUTO”
di Emanuele Proietti
È stato un Consiglio comunitario all'insegna
dell'unità politica quello che si è svolto lunedì 22 dicembre 2008 nel primo pomeriggio
nella Sede Istituzionale dell'Ente Montano in
Via Acquaregna. Dopo l'approvazione all'unanimità della ratifica delle delibere di giunta
di variazione di bilancio, il segretario generale dell'Ente Mario Mascetti prima di passare la parola al Presidente dell'Ente Vittorio
Mancini ha letto una relazione dettagliata
con la quale anche i Consiglieri Comunitari
presenti hanno potuto apprendere la reale
situazione in cui versa l'Ente Montano alla
luce del Decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 19 novembre 2008 in merito
al riordino delle Comunità Montane, ai sensi
dell'articolo 2, della legge 24 dicembre 2007,
n. 244. secondo il quale - ha spiegato Mascetti - l'Ente Montano rientrerebbe nell'elenco delle Comunità Montane che dovrebbero essere prosciolte poiché la Regione Lazio
non avrebbe pubblicato nei tempi previsti la
cosiddetta legge di riordino delle Comunità
Montane. Il Segretario ha poi precisato che la
Regione Lazio ritiene invece di aver regolarmente adempiuto, anche se in ritardo, agli
obblighi imposti dalla finanziaria 2008, e che
il termine del 30 settembre 2008 previsto per
l'approvazione della legge di riordino non
fosse perentorio bensì ordinatorio. Si tratterebbe quindi di questione puramente formale e non sostanziale da chiarire e risolvere in
sede di Sato-Regione. "A questo punto poiché
la Legge Regionale succitata - ha spiegato
Mascetti - è stata regolarmente pubblicata e
promulgata dal Presidente della Regione
Lazio Marrazzo, obbliga chiunque spetti di
osservarla e di farla osservare come legge
della Regione Lazio. Ne consegue quindi che
la IX Comunità Montana insieme a tutte le
altre 22 presenti nel Lazio, a partire dalla
data di pubblicazione della Legge Regionale,
deve attenersi al rispetto delle disposizioni,
e conseguentemente continuare a svolgere
in tutto e per tutto e con pieni poteri le funzioni ad esse attualmente attribuite". Infine,
nel rispetto e in attuazione delle disposizioni
previste dalla legge Regionale n. 20 del
02.12.2008 nella seduta del Consiglio Comunitario all'unanimità, e con profonda soddisfazione soprattutto del Presidente Mancini,
sono state votate le modifiche allo statuto
dell'Ente.
IX COMUNITÀ MONTANA
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915
www.comunitamontanativoli.org
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Vicovaro
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DE SIMONE
candidato sindaco alle amministrative 2009
di Roberto Bontempi
Il Pd (diviso) lo ha scelto ufficialmente attraverso le primarie
Come da pronostico è il ventinovenne Fiorenzo De
Simone il primo candidato a sindaco ufficiale delle prossime elezioni comunali di Vicovaro. Così hanno deciso i
392 cittadini vicovaresi che hanno partecipato alle elezioni primarie organizzate, il 14 dicembre, dalla sezione
locale del Partito democratico. 297 preferenze per l’attuale Assessore all’urbanistica, contro le 93 di Antonio
De Bonis e 2 schede bianche. Abbiamo chiesto al candidato alla poltrona di primo cittadino un commento su
questo risultato.
Allora De Simone, innanzitutto complimenti. È soddisfatto della partecipazione dei cittadini oppure, alla luce dei
616 votanti alle recenti primarie per il direttivo, si aspettava di più?
«La partecipazione al voto è stata buona.Voglio precisare,
viste alcune voci, che, nonostante il regolamento prevedesse la possibilità di votare anche per i cittadini comunitari,
hanno votato solo cittadini italiani... A febbraio la situazione era diversa: c’erano 16 candidati per il direttivo; c’era
quella parte del Partito democratico che per il momento è
fuori dell’amministrazione e sicuramente si avvertiva maggiormente la competizione. Questa tornata, invece, non è
stata avvertita come una lotta all’ultimo voto: evidentemente molti davano per scontato il risultato ed hanno evitato di manifestare la propria intenzione di voto… Sono
contento perché è la prima volta che a Vicovaro si fanno le
primarie per l’elezione di un candidato a sindaco e con
Fiorenzo
De Simone,
candidato
a sindaco
del Pd,
in una foto
d'archivio
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grande anticipo sulle scadenze elettorali».
È già al lavoro alla squadra oppure è ancora troppo presto?
«Il candidato ora ce l’abbiamo, adesso viene tutto il resto...
Voglio premettere che la sfida che ci attende riguarda il
Comune, le proposte di governo del territorio, quindi mi
muoverò per costruire una lista non del Partito democratico ma che, a partire dal Pd e ancorata ai principi che ci ispirano, si possa allargare e diventare una realtà di carattere
civico, per i cittadini di Vicovaro. Inoltre, sicuramente
dovremo mettere in campo una proposta che tenga conto
degli aspetti positivi dell’esperienza amministrativa che si
chiude, riflettere sugli errori, i limiti e gli obiettivi non
raggiunti, ma altresì bisognerà guardare al futuro. Spero di
poter fare un lavoro di rinnovamento e in larga parte una
proposta nuova anche nelle persone che si candideranno».
Lei è il candidato espressione del Pd: c’è una spaccatura
innegabile presente nel Pd vicovarese che divide, grosso
modo, l’ala ex-D
Ds e quella ex-M
Margherita? Pensa che questa
spaccatura potrà essere sanata e, soprattutto, pensa di lavorare per sanarla?
«Loro non hanno condiviso le elezioni primarie: quando sono
emerse delle candidature, hanno espresso la loro contrarietà
al meccanismo delle primarie. In realtà, a mio avviso, è una
posizione che viene da lontano e che riguarda le ipotesi di
candidature in campo… una valutazione sulle persone, ma
questa è una mia opinione personale... Non abbiamo notizie
sulle loro intenzioni: ad oggi sono parte integrante del Pd e
della maggioranza consiliare e così li considero, anche se nell’ultimo Consiglio c’è stata una votazione negativa su un paio
di provvedimenti importanti... Da parte mia nessuna chiusura. Dipenderà molto anche da loro. Certo è che nelle scelte
che faremo si dovrà tenere conto anche di quello che è accaduto, a cominciare dalle divisioni di quest’estate: io sono
sempre per sanare le ferite ma, dal momento che c’è stata
una rottura di quelle dimensioni, sugli obiettivi fondamentali
di fine legislatura, non si può non tenerne conto».
Vuole ringraziare qualcuno?
«Ringrazio Antonio (De Bonis n.d.a.) che, nonostante
sapesse di giocare una partita difficile, ha accettato di candidarsi, permettendo che la scelta del candidato sindaco
avvenisse attraverso la partecipazione dei cittadini, un fatto
decisamente importante. Ringrazio il sindaco Thomas per
il sostegno presente e per l’impegno futuro e tutti coloro
che hanno partecipato alle elezioni primarie e quelli che mi
hanno sostenuto».
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Vicovaro
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IL VICOVARO CALCIO VOLA!
di Roberto Bontempi
Ottimo momento per la squadra verde-arancio dopo un avvio incerto
12.1.09 Grazie alla splendida e netta affermazione (6-3)
ottenuta sulla capolista Municipio Roma Cinque, la
squadra di calcio della Polisportiva Vicovaro ha raggiunto la testa della classifica del campionato di seconda
categoria (grazie a 27 punti maturati in 14 partite disputate) insieme a Roma Cinque, appunto, e Quarticciolo.
La conquista parziale del primato in classifica rappresenta la ciliegina sulla torta di un momento estremamente
positivo per la compagine verde-arancio, coinciso con
l’avvicendamento in panchina avvenuto ai primi di
dicembre: 4 vittorie ed un pareggio nelle ultime cinque
partite ci testimoniano che, con 15 partite ancora da
giocare, certamente la strada è ancora lunga, ma l’inizio
sembra davvero incoraggiante.
«Restiamo con i piedi per terra ma la soddisfazione è
massima – afferma il presidente Emanuele Pelleriti – il
gruppo è compatto ed abbiamo tutte le carte in regola
per fare un buon campionato. Il cambio di allenatore è
stata una scossa salutare: Daniele Tapparella, mister in
panchina, e Alfredo Gentili, allenatore in campo, stanno
facendo davvero un ottimo lavoro… certo, dal punto di
vista umano mi è dispiaciuto molto delle dimissioni di
Piacentini (il vecchio allenatore n.d.a.), che è una persona seria ed in gamba, ma ormai non c’era più un rapporto positivo con il gruppo… ».
Dello stesso avviso è anche il D.S. della società,
Giampiero Dante: «Piacentini è un bravissimo allenatore che l’anno scorso ci ha quasi fatto vincere il campionato e lo ringrazio insieme a tutti i suoi collaboratori.
Nell’ultimo periodo, però, era nata una certa insofferenza del gruppo nei suoi confronti ed il cambio è stato
necessario... In giugno – continua Dante – ero stato
incaricato di costruire una squadra che poteva compete-
Alfredo Gentili
e Daniele Capparella,
i mister
I fratelli Luttazzi,
le stelle della squadra,
sotto la pioggia
re per vincere il campionato… siamo andati a prendere
calciatori di livello più alto e con trascorsi in eccellenza
e prima categoria: penso ai fratelli Luttazzi, ai ragazzi di
Gerano, all’ottimo portiere Ricci, ad Annibaldi…
aggiunti al capitano Mozzetta e ad altri elementi importanti, siamo riusciti a creare un gruppo all’altezza che
nell’ultimo periodo sta esprimendo tutto il suo potenziale».
Il presidente Pelleriti ci tiene comunque a disegnare un
quadro più ampio: «Ci interessa molto portare avanti il
discorso della Polisportiva che è nato la scorsa estate…
Abbiamo anche una squadra juniores che sta facendo
bene e che soprattutto consente ai ragazzi di appassionarsi nel praticare un’attività sportiva piuttosto che
stare in mezzo alla strada, e una squadra di calcio a 5
femminile che gioca la serie D, composta da un bel
gruppetto di giovani ragazze».
Nel cuore del presidente, però, a fronte di tanti successi sportivi, c’è anche un piccolo rimpianto e chissà per
quanto ancora dovrà portarselo dietro: «Ci teniamo a
ringraziare l’Amministrazione comunale di Vicovaro
che paga le spese dei due campi sportivi di Mandela e
Licenza (la squadra si allena due volte a settimana a
Licenza ed una a Mandela, dove disputa anche le partite in casa n.d.a.) permettendoci così di continuare a
giocare, e i tanti tifosi che ci seguono in “casa” ed anche
in trasferta, ma sarebbe molto meglio giocare a
Vicovaro, nel nostro stadio! Ci sarebbe una valorizzazione maggiore, non solo in termini economici per la
società, ma anche per il Paese. Speriamo di riuscire a
tornare presto a casa». Staremo a vedere, per adesso,
con l’entusiasmo a mille, facciamo tanti e tanti in bocca
al lupo alla squadra.
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Vicovaro
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PRESEPE E CORALE
di Roberto Bontempi
Durante le festività natalizie il XX concorso “Presepe in famiglia”
e il tradizionale concerto della corale di Santa Caecilia
Le festività natalizie sono un tempo in cui si
rinnovano le tradizioni ed anche quest’anno
la parrocchia di San Pietro ha brillantemente riproposto due appuntamenti classici dell’inverno vicovarese: il concorso “Presepe in
famiglia” e il concerto della corale Santa
Caecilia.
Con qualche (giustificato) giorno di ritardo rispetto alla solita data, si è tenuto, il 4 gennaio scorso,
nella chiesa di San Pietro, il concerto di Natale
della corale di Santa Caecilia di Vicovaro diretta
dal maestro Roberto Proietti. Impreziosita dalla
presenza dell’organista Daniele Rossi e dal soprano solista Carla Ferrari, la corale ha deliziato per
un’ora e mezza, con la sua solita bravura, il numeroso pubblico presente. La scaletta era composta
da tutti pezzi natalizi sia di autori classici (Ave
Maria di Rossini, Puer natus di Bach, Guten
Abend di Brahms) che moderni (White Christmas,
Deck the hall, Star Carol) evocativi della malinconia tipica delle feste. Gran finale con un Alleluia
di Handel quanto mai pieno e maestoso che ha
concluso un evento come al solito ben riuscito e
molto apprezzato.
La corale di Santa Caecilia in una foto d’archivio
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Fortemente voluto dal parroco, don Benedetto
Molinari e giunto alla sua ventesima edizione, il
“Presepe in famiglia” è concorso in cui i vicovaresi possono dimostrare la loro maestria nell’antica arte di allestire presepi in casa.
Una commissione giudicante, quest’anno composta da Vincenza Casu, Pietrantonio Cianti,
Annarita Crielesi, Filippo Crielesi, Maria
Antonietta Crielesi e Franco Peruzzi, ha visitato i
presepi concorrenti stilando una graduatoria di
merito.
Le premiazioni sono avvenute la domenica
dell’Epifania nella chiesa di San Pietro. Ad aggiudicarsi il primo premio è stato
Roberto Moltoni; secondo posto
per Giuliano Longarini e terza
piazza per Rosalba Perozzi. Il
premio per l’originalità è andato
a Francesco e Gabriele Latini.
Per ciascuno dei quattro una
coppa offerta dalla Comunità
montana dell’Aniene, consegnata dagli amministratori del
Comune, mentre tutti gli altri
partecipanti hanno ricevuto una
medaglia come ricordo dell’ultima giornata delle festività natalizie 2008.
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Tivoli
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Finanziamento per i nonni vigili
di Valentina Torella
Ultimamente il Comune di Tivoli ha presentato un
progetto nell’ambito delle iniziative denominate
azioni civiche finanziato per ben 150mila euro
dalla Regione Lazio. E tale progetto non riguarda
altro che il proseguimento dell’attività dei nonni
vigili avviata già dal 2006 con successo. Questa
iniziativa era stata voluta a suo tempo da Palazzo
San Bernardino sia per dare supporto all’attività
della polizia locale che per incentivare la cultura
del rispetto delle regole, delle persone, dell’ambiente e delle cose. Ma chi sono in realtà i nonni
vigili? Sono pensionati e volontari che dal 2006 si
sono resi disponibili a prestare servizio fuori dai
parchi, dai giardini e dalle scuole dell’obbligo
contribuendo così al rispetto dell’ordine pubblico
evitando la creazione di caos dovuto al grande
afflusso di traffico. Sono dotati di paletta, fischietto e pettorina e, pur non potendo fare multe, possono intervenire per fermare o far fluire il traffico
e chiedere, nel caso fosse utile, anche l’intervento
di una pattuglia della municipale. Inoltre tale servizio risulta essere utile anche per gli anziani stessi che possono rendersi occupati magari anche a
beneficio dei propri parenti prestando servizio,
nella maggior parte dei casi, proprio fuori dalle
scuole frequentate dai propri nipoti. Così facendo
anche la polizia locale sarà più libera di esercitare
ulteriori controlli. Pertanto, grazie al finanziamento della Regione, il progetto potrà proseguire. E,
come ha dichiarato l’assessore agli Enti Locali
della Regione Daniele Fichera, verranno di nuovo
impiegati pensionati ultrassessantenni che, in collaborazione con alcune associazioni di volontariato, presteranno servizio di vigilanza presso scuole,
parchi pubblici e aree verdi in generale oltre a
interventi a favore della tutela del patrimonio storico, culturale e ambientale.
SANITÀ - Apparecchiature all’avanguardia per gli ospedali dell’area prenestina e tiburtina
Asl Rm G e Fondazione Roma per la sanità locale
La “Fondazione Roma”, ente privato che persegue scopi di utilità sociale e di promozione
dello sviluppo economico in particolare nei settori della salute pubblica, della medicina preventiva e riabilitativa, ha messo a disposizione della Azienda ASL Roma G una somma per
l’acquisto di nuove attrezzature mediche sanitarie.
Tale contributo, formalizzato tramite convenzione con la ASL, prevede l’erogazione di un
massimo dell’80% del costo sostenuto per l’acquisto di tecnologie biomediche per le patologie cardiovascolari, in ambito chirurgico e nella diagnostica per immagini, in particolare per
l’ecografia.
Tutti gli Ospedali della ASL Roma G hanno beneficiato delle nuove attrezzture: due
Ecocardiocolordoppler (completi di sonda transesofagea e sonda pediatrica) per la
Cardiologia degli Opedali di Palestrina e Tivoli; un Ecocardiografo per il reparto di
Cardiologia dell’Ospedale di Monterotondo; due defibrillatori (dotati di monitor multiparametrico e carrello) per il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Colleferro; una colonna per videoendoscopia per la Chirurgia del P.O. di Subiaco e altre apparecchiature elettromedicali
destinate ai vari presidi ospedalieri della ASL.
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Ricette
Gennaio 2009
Le Ricette della nostra zona
Cominciamo con un piatto tipico di Castel Madama tratto dal libro
“Prodotti tipici, Gastronomici e Ricette
della IX Comunità Montana del Lazio,
pubblicato dalla IX Comunità
Montana del Lazio nel 2006
La polenta con la scannatura
(LA PULÈNNA CO’ LA SCANNATURA)
Varianti
Co’ ju pórcu; co’ le spuntature; co’ le zazicchie; co’ ‘ll’ossa sotto sale; co’ le ciammaruche.
Ingredienti
un chilo e mezzo
mezzo litro
un chilo e mezzo
un chilo e mezzo
Pe’ la pulènna:
farina gialla o de turcu
acqua a capòccia
Per la polenta:
farina di granturco
acqua a persona
Pe’ ju sucu:
pummidòri
scannatura
cipolla e sèllaru
òju de jva
casciu
peparunginu
Per il sugo:
pomodori
cipolla e sedano
olio di oliva
pecorino
peperoncino
Preparazione
Mettete l’acqua sul fuoco ed aggiungete a freddo la farina. Girate continuamente co’ la frasca; da quando inizia a bollire, cuocete ancora per mezz’ora.
Per il sugo: la scannatura è costituita dal sangue bollito dell’agnello o del capretto, che una volta freddato si
taglia a tocchetti. Ad esso vanno aggiunte le interiora ben lavate degli stessi animali. Questa va preparata a
parte e deve unirsi nella tijana dopo aver rosolato la cipolla ed aggiunto il pomodoro. Aggiungete durante la
cottura a fuoco moderato del peperoncino. Condite la polenta che avrete steso sulla spianatoia e cospargetela di abbondante pecorino, be’ ‘ncaciàta.
Circostanze in cui si mangiava il piatto
Si è scelto, data la sua particolarità. la scannatura, un ingrediente poco utilizzato per condire la polenta, fra
i tanti noti nell’area oggetto della ricerca.
La tradizione gastronomica trova nei derivati della farina di granturco un prodotto tra i più utilizzati in una
realtà dove la farina di grano scarseggia o viene utilizzata come mezzo di scambio o baratto.
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Letteratura popolare
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Davanti al Camino racconti raccolti da Emilio Liberati
a cura di Gualtiero Todini
Emilio Liberati (1909-1992), oltre che aver partecipato alla vita civile e politica di Castel Madama (militante del Partito Socialista, consigliere comunale e assessore), ha raccolto testimonianze delle nostre tradizioni popolari, fornendo a Vittorio Todini preziosi elementi per la sua Tesi di Laurea. I due racconti qui
pubblicati fanno parte di una raccolta intitolata “Davanti al camino”, per significarne la funzione
ricreativa nelle lunghe serate invernali.
JU COMPARE DE TIVURI
Ju compare de Casteju j a trovà, alla festa de San
Giuseppe, ju compare de Tivuri.
Candu che arivà loco, ju compare e la commare
dissiru:
“Mo’ fermate, compà, che cini co’ nnu!”
“Mbeh, me tòcca reì a Casteju; nno sa, sta la commare sòla...”
“E va bbeh, pe’ ‘na sera! Candu ha cenatu, te nne
revà; te nne revà ‘n po’ tardi”.
E ju compare se fermà.
Mentre steanu a magnà, fece ‘n gran temporale e
allora ju compare tivolese, malgrado che so’ poco
ospitali i tivolesi, j disse:
“Compà, fermate ecco, ce accroccheremo au lettu,
ce metteremo tutti e tre ‘nzemmora”.
Se misiru a lettu e la moje se mese a mézzu. Issu,
ju compare de Tivuri, pe’ paura che ju compare de
Casteju s’apprufittesse della moje, ce mese la
mani sopre. Però a ‘n datu momentu fece ‘n gran
jucciu (lampo), ‘n furminu sparà e allora issu se ì
a segnà:
“Sant’Anna, Santa Susanna e Santa Lisabbetta,
scampace da ‘gni furminu e saetta!”.
Ma, candu reì a remette la mani da ‘ndo’ l’avea
levata, ju compare de Casteju aggià era rentratu...
“Frécate, compà! Ha fattu prima tu che lu lampu!”
(in un racconto pur così breve emergono alcuni
elementi che tendono a catterizzare la dabbenaggine del compare tivolese e la destrezza scanzonata, quasi uno sberleffo, del nostro compaesano).
MENECHINO
Venéa chiamatu Menechino pe’ candu era zicu
(piccolo, mingherlino) da tutti vandi, granni e
micchi. Stea sempre co’ lla pippa ‘mmocca, anche
cannu non tenéa più lo tabbacco; pe’ caricàrela jea
sempre recerchenno ca’ mozzicone de sicaru a chi
ju fumea. Non capéa tantu, ma era birbone, maliPiazLa
za
gnu e furbu. Se devertea ‘n munnu a fa’ i despétti
alla gente. Co’ ju cappellacciu ‘n capu deventea
ancora più miccu (piccolo) de vello che era e
ancora più buffu.
So’ tante le birbonate fatte da Menechino. ‘Na dì
iettà ju carittu de Patànu alla revòtena della Mola
de ‘Mbiuni; solu ‘na stanga rescea dall’acqua. Ju
poviru Patanu, ch’era itu tutta la dì cerchenno ju
carittu, solu la sera venne a sapé che Manechino
j’avea fionnatu alla revòtena pe’ fàreju ‘ntortà
(intostare). Propriu sucì j disse: “Patà, ju carittu
s’era seccatu e bisognea faju rentortà!”.
Vella però che i custà vintiquattro misi de furasteru fu la nota dei soprannomi delle recazze che j’aveanu respintu: veste gnu voleanu perché era troppu miccu, buffu e ridiculu. Dudici eranu le recazze
dell’elenco, ma nu’ mone ne accennemo solu
quattro:
1 - Le Bilance della Cummuna (ragazza molto
meticolosa).
2 - Mocceca e Zirica (ragazza poco accostabile).
3 - La scrofa ‘nfandata co’ sette purchitti (ragazza
di facili costumi).
4 - Panzanera (Ragazza di carnagione scura).
Appena le dudici recazze sippiru che viju che l’avea scritta era Menechino, ju dinunciaru.
Menechino j’ avvisaru e se nne fujì da Casteju e
pe’ vintiquattro misi fece ju carzone co’ ‘n capraru de Marcillina.
‘Na dì ‘ntriminti abbiéa (avviava) le crapi , pe’ j a
beve a ju caracciu (torrente), passaru do’ carbineri che ju fermaru e j’addimannaru come se chiamesse. “Io so’ Menechino”, j’arispose issu. Allora
j’agguantaru, ju reportaru a Casteju e ju reconsegnaru alla mare.
(il guastafeste, il dispettoso, come anche lo scemo
del paese, sono personaggi tipici di ogni comunità; anche quando io ero ragazzo, c’era chi una ne
faceva e dieci ne pensava; e c’era chi, essendo un
po’ o tutto tonto, faceva da bersaglio alle nostre
cattiverie: i nomi erano i più vari (da Barbicchia,
a Carbineru, a Berzaglièra...).
30
Ambiente
Gennaio 2009
Una grande passione: la Montagna
a cura di Carla Santolamazza
Nei numeri precedenti del giornale La Piazza abbiamo pubblicato numerosi articoli
sugli itinerari all’interno del Parco Regionale dei Monti Lucretili con l’intento
di sensibilizzare i nostri lettori alla scoperta di bellezze naturali, storiche
ed archeologiche così vicine di stimolarli a scoprire il fascino del camminare.
Per concludere questa nostra carrellata abbiamo intervistato il Presidente del Parco, Paolo
Piacentini, sulla sua esperienza di accompagnatore escursionista prima di ricoprire
questo incarico istituzionale e sui progetti futuri legati all’esperienza del camminare
Qual è il tuo ruolo di Presidente nel Parco dei
Monti Lucretili?
La Presidenza di un Parco Regionale prevede la
responsabilità politica di programmazione ed
indirizzo che viene esercitata con il Consiglio
Direttivo. La rappresentanza amministrativa e
legale compete al Direttore che è tenuto ad
applicare le decisioni dell’organo politico. Devo
confessare che è un ruolo molto bello e gratificante, ma anche pieno di responsabilità, soprattutto in un territorio che, dopo 20 anni, ancora
non ha la percezione chiara dei vantaggi che l’esistenza di un’area protetta può rappresentare
per lo sviluppo socio-economico del territorio.
Nei quasi due anni di Presidenza ho cercato di
motivare il personale del Parco, circa 80 dipendenti per tentare di fare un gioco di squadra in
modo da far decollare definitivamente il Parco.
Negli ultimi mesi ho aperto un confronto diretto
con i cittadini per cercare di cogliere le loro esigenze e, a tale proposito, si sta procedendo all’iter tecnico-amministrativo di revisione del Piano
d’Assetto per apportare quelle modifiche, soprattutto in ambito urbano, che possano dare
maggior soddisfazione alle comunità locali, a
fronte di un rafforzamento delle politiche di conservazione e promozione del territorio anche
attraverso la fruizione dei 230 km di sentieri.
A proposito di sentieri, state lavorando molto
all’accessibilità per tutti.
Si, una delle iniziative, a cui tengo molto, è quella di riuscire a far percorrere i sentieri del Parco
anche alle persone che hanno difficoltà motorie. Stiamo acquistando una speciale attrezzatura
Val Malenco
dalla Francia, già provata con un paio di iniziative riprese dalla RAI, che permetterà di offrire un
servizio di trasporto per disabili organizzato dalle
associazioni di volontariato locale. Uno dei frequentatori del Parco è il famoso nutrizionista Pietro Migliaccio che con la sua esperienza diretta
dimostra quanto il Parco accessibile possa rappresentare una forma di prevenzione del benessere psico-fisico per tante persone.
Prima di ricoprire questo incarico la tua vita è
sempre stata legata alla montagna, raccontaci
la tua esperienza.
Si, devo dire che la montagna mi ha stregato da
quando avevo 20 anni e non mi ha più abbandonato. Una passione nata sulle Alpi ma che poi è continuata sull’Appennino con la bellissima esperienza di Dedalo e i primi contatti con il CAI di
Palestrina. Ho ricordi bellissimi di quando organizzavo gite nei dintorni di Castel Madama e non
solo e, ancora oggi, mi fa molto piacere incontrare
La a
z
Piaz
Gennaio 2009
Ambiente
31
Quali sono i progetti per il futuro?
Val Malenco
le persone che mi chiedono di organizzare di
nuovo quelle camminate. Entro la fine del mese
vorrei programmare una prima riunione informale
con tutte quelle persone che hanno voglia di rilanciare a Castel Madama un’attività escursionistica.
Dell’esperienza di accompagnamento escursionistico a Castel Madama molti forse ricordano la traversata del maggio 1990 di 10 giorni da Castel
Madama a Civitella Alfedena: un trekking per i
Parchi dell’Appennino; o il Valle Aniene Trekking, un viaggio di 9 tappe con spettacolo itinerante serale, organizzato dal gruppo di teatro di Dedalo. A quella esperienza devo tutto quello che è
successo dopo e cioè la montagna a 360°: la Presidenza della Federazione Italiana Escursionismo
del Lazio, l’attuale Presidenza Onoraria della stessa Federazione, la collaborazione fissa con la Rivista del Trekking, l’Osservatorio Nazionale della
Montagna e ancora tanti altri progetti ed incarichi.
Adesso che dopo molti anni son tornato ad essere
più presente a Castel Madama sento che la strada
percorsa, piena di soddisfazioni, è legata emotivamente, come un segno indelebile, a questo territorio.
Le idee per il futuro sono tante, ma le verificheremo giorno per giorno. La prima è quella di un
viaggio a piedi di un mese, da metà aprile a metà
maggio, che nasce come festa per i 50 anni miei e
dell’amico Giuseppe Bussi, ma che diventerà un
reportage nei Parchi dell’Appennino agganciato
ad un vecchio progetto di Legambiente Nazionale.
A questo viaggio potranno partecipare anche altre
persone, magari per poche tappe o un solo week
end. Altra idea affascinante è la costruzione di una
Federazione Italiana Trekking in collaborazione
con l’omonima rivista. Un progetto che ha lo
scopo di promuovere sempre di più in Italia la
filosofia del camminare come stile di vita e non
solo come forma di turismo ambientale. Una filosofia che mi piacerebbe stimolare anche a Castel
Madama, dove noto, con una certa soddisfazione,
un numero sempre maggiore di camminatori fuori
porta. Il muoversi a piedi, è ormai provato scientificamente, determina un benessere globale della
persona, aiuta l’ambiente e predispone ad uno
stato d’animo più quieto. Se riusciremo a ripartire
nella nostra cittadina con un gruppo escursionistico, proporrò di realizzare mostre in Piazza per
illustrare esperienze virtuose di mobilità urbana
pedonale anche in centri storici che hanno le stesse caratteristiche morfologiche della collina di
Castel Madama.
Nel ringraziare Carla e la Redazione per lo spazio
concesso vorrei dedicare questa mia intervista a
Filippo Neri che ci ha lasciati in modo prematuro,
anche lui nel silenzio, senza tanti clamori, aveva
vissuto gli ultimi anni della sua vita in sintonia
con la montagna, soprattutto quella dolomitica.
COMPOSTAGGIO DOMESTICO:
VENTI FAMIGLIE TRASFORMANO GLI SCARTI ALIMENTARI IN FERTILIZZANTE
Il Comune di Castel Madama ha promosso la pratica della raccolta differenziata dei rifiuti organici (scarti alimentari) e dei residui vegetali per ottenere humus fertilizzante. Sono 20 le famiglie castellane che hanno aderito all’iniziativa ed è stato avviato in collaborazione con l’assessorato alle Politiche dell'Agricoltura della Provincia di Roma
e con il Laboratorio di Educazione Ambientale di Tivoli un percorso formativo per l’acquisizione delle tecniche del
compostaggio domestico. Chi fosse interessato al progetto può unirsi (entro il 19 febbraio) alle venti famiglie che
già hanno avviato la pratica del riciclaggio. La partecipazione al progetto è subordinata alla volontà di almeno un
membro della famiglia a partecipare agli incontri formativi (4 appuntamenti annuali di 2 ore) e alla disponibilità di
un terreno, di almeno 30 mq per ogni componente del nucleo familiare, per la realizzazione della compostiera con
il materiale (rete metallica e telo ombreggiante) fornito dal Comune. Per informazioni e modulo di adesione contattare l’Ufficio Ambiente (tel. 0774.4500220).
Dall’Ufficio stampa del Comune di Castel Madama
PiazLa
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Domenica 11 gennaio 2009
è nata Giulia Spagnuolo
Tanti auguri a mamma Daniela, a papà Gianni
e ai nonni
www.castelmadama.org
La a
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Film
Gennaio 2009
‘‘NESSUNA VERITÀ’’
BODY OF LIES
di Elisa Livi
L’agente della CIA sotto copertura, Roger Ferris (Leonardo Di Caprio), è impegnato in Iraq, poi in Giordania, per sgominare ed annientare alcune cellule terroristiche. La più violenta di queste è accusata di aver
compiuto numerosi e sanguinari attentati contro obiettivi civili in varie parti d’Europa, ed è guidata dal leader
islamista Al-Saleem (Alon Aboutboul). Ferris, appoggiato e seguito dal suo supervisore, Ed Hoffman (Russel
Crowe), tenta di portare a termine il piano per infiltrarsi nella pericolosa rete terroristica, ma affinché l’operazione vada a buon fine, dovrà chiedere l’aiuto del
capo dei servizi segreti Giordani, Hani Salaam (Mark
Strong). Nel mondo delle spie però niente è quello che
sembra. Ferris lo scoprirà provandolo sulla sua pelle,
rimanendo coinvolto e quasi sopraffatto da un conflitto
culturale ed ideologico, che vede contrapporsi, da una
parte l’arroganza del potere americano e dall’altra la
cultura e il modo d’essere dei paesi Medio Orientali.
Dopo American Gangster, Ridley Scott torna sulla scena
cinematografica con questa pellicola, tratta dal romanzo
del giornalista David Ignatius. Ciò che il regista vuole
portare all’attenzione dello spettatore è un tema di
estrema attualità. Di stampo prevalentemente politico,
la trama ed i personaggi diventano il mezzo di cui il
regista si serve per lanciare un messaggio molto chiaro,
fin dal titolo: non esiste alcuna verità. Ciò soprattutto
nell’oscuro mondo dello spionaggio, dove si possono
trovare solo punti di vista, scopi più o meno personali
portati avanti in modo a volte opinabile. Tutto questo
per offrire allo spettatore diversi spunti di riflessione.
Ogni personaggio principale, rappresenta uno di questi
punti di vista: Ferris è l’uomo d’azione, agisce per dovere morale e per il suo paese, parla l’arabo, sa muoversi,
PiazLa
za
33
adattarsi, tessere
velocemente
relazioni ottenendo
preziose
informazioni, ma
essendo a contatto
con la realtà locale,
a volte dubbi e
scrupoli sul suo
operato vengono a
galla dentro di se,
portandosi dietro
molte domande.
Hoffman
rappresenta
l’arroganza
americana,
supervisore a Washington di Ferris, convinto com’è, di
essere sempre nel giusto, prende decisioni che mandano
a morire esseri umani, fa la guerra tramite un telefono,
con distacco, nei momenti più disparati della sua vita
familiare. Hani, invece, è il portatore della cultura
Medio Orientale, usa metodi forse antiquati, ma perfettamente funzionali al suo modo di vivere e di essere.
Non tollera ingerenze da parte di potenze straniere nei
confronti del proprio paese, il tratto distintivo del suo
personaggio è sicuramente la coerenza.
Scott punta il dito contro il mondo dello spionaggio,
contro gli inganni e le falsità, accusando, in un certo
modo, la politica Americana, rea di non rispettare niente e nessuno pur di raggiungere i propri obiettivi. Gli
attori scelti offrono un’interpretazione perfetta, da Di
Caprio a Mark Strong fino a Russel Crowe che, ingrassato di 30 chili, incarna il personaggio rendendo perfettamente l’idea del burocrate, impacciato nei movimenti, il
quale salva il mondo seduto dietro la sua scrivania.
Nessuna Verità è un film sulle diverse prospettive. I due
protagonisti hanno soprattutto diversi sguardi: quello di
Hoffman è uno sguardo dall’alto, mediato dalle telecamere, che vuole essere
onnisciente e obiettivo; quello di Ferris è uno sguardo
dal di dentro, senza filtri se non quelli di un paio di
occhiali da sole. Su tutti spicca lo sguardo del regista,
con riprese aeree e telecamere posizionate ovunque. La
trama riesce a tenere viva l’attenzione dello spettatore
per i molti eventi che si susseguono con un ritmo incalzante, nonostante ciò non risulta particolarmente avvincente e brillante, anche se Scott, con la sua regia, offre
sequenze suggestive con un montaggio vertiginoso dato,
soprattutto, dall’utilizzo di molte telecamere che offrono i più disparati punti di vista. La storia ci porta nel
mondo del Medio Oriente, in mezzo ai terroristi, in una
spy-story attuale, in una realtà raccontata molte volte,
ma proposta da Scott sotto una luce diversa, proprio
perchè non esiste una “sola verità”.
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Poesia
Gennaio 2009
COSMESI
a cura di Ivano Moreschini
Tonino Vaan (Antonio Vasselli)
Cosmesi
L’Arcolaio, Forlì, 2008
Euro 11,50
Presentiamo un libro di poesie di Tonino Vaan
(Antonio Vasselli), nato a Tivoli nel 1960, noto a
molti nostri lettori per la sua attività di istruttore di
nuoto nel centro sportivo Empolum.
Da questo suo libro di poesie ne sono state scelte
alcune, tratte da diverse sezioni del libro.
Chi volesse acquistarne una copia può rivolgersi
all’autore, presso il centro sportivo Empolum.
… resistere …
un cambiamento di tono
una sveglia che sia un’all’erta
il capitale oltre ai profitti non conta
lo stato del pianeta
altro che patetici vertebrati, noi
niente circonvoluzioni per favore
che il nostro cervello è piuttosto complesso
creature sensibili dalla buona capacità visiva
abbiamo vibrisse di lamantino
rifiutiamo l’aiuto delle suore
frequentiamo di giorno
chi di notte, sta sui libri o nei bar coi narghilè
a ridisegnare i gusti musicali
si impara, a fidarsi di loro
perché sanno osservare
dicono che bin laden sia una spia della cia
se in iran, sotto sotto le multinazionali
sapevano certo dell’oro nero
per altri 150 anni.
Dalle persiane filtra un bagliore
un primo leggero vagito di luce
cosmesi d’ombre
in spostamenti di nuvole rotte
da squilli di telefono al di là dei muri
oltre i vetri schiusi
decubita l’inesplorato naso in su
nel soffio dei balcani che riconosciamo a pelle
sfiorare e spianare sul letto
dai cocci di un mare lontano
in alto, poco sotto il soffitto circonfuso
trasuda dai suoi ambiti d’eccellenza
la misura onesta quasi inadatta
del nostro respiro.
vasche semiolimpiche
Tonino Vaan (Antonio Vasselli) nasce a Tivoli,
nel 1960.
Cresce in ambito poetico, in vari siti di scrittura
presenti sulla rete web.
Nel maggio 2004, vince il premio di poesia
“San Bernardino” a Stimigliano (Rieti).
Un suo lavoro figura nell’antologia poetica “Il
Segreto delle Fragole” Lietocole 2007.
In occasione del Maggio Sermonetano 2008
partecipa alla performance “Silenzi in forma
di Poesia”.
Ad oggi è attivo con i reading del gruppo “La Terza Mano”.
Il suo blog attuale e www.piccolifoglibianchi.splinder.com
a caccia di frammenti, il ripetersi di schizzi
istantanee di bestemmie,
sotto brevi baci di nuvole
nessun souvenir dal rettangolo d’acqua
nel passaggio che conduce al prato
con passo consumato, osservando un gatto
ce ne uscimmo per la terrazza dalle stelle
sulla cupola schermo del nostro planetario.
(luglio 2007 - Castel Madama, piscina comunale)
La a
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Piaz
Gennaio 2009
De Chirico e il Museo
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Cultura
di Ivo Santolamazza
Dal 31 ottobre 2008 al 25 gennaio 2009 la Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte
Moderna e Contemporanea e la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico presentano una mostra
dal titolo “De Chirico e il Museo, a trent’anni dalla scomparsa del maestro (1888-1978)”.
Non è la consueta esposizione antologica, ma una messa a punto del costante e complesso
rapporto che De Chirico intrattenne con l’arte del passato, e che si configura come una
sorta di museo immaginario, rappresentato in mostra dalle opere che l’artista aveva tenuto
presso di sé e che oggi sono suddivise fra le raccolte delle due istituzioni organizzatrici.
L’itinerario espositivo comprende circa 100 fra dipinti e disegni, con una sola grande scultura, e si articola in sei sezioni tematiche: 1-Mitologia e Archeologia (con temi e suggestioni
dall’antico). 2-La copia (con dipinti eseguiti alla maniera dei grandi maestri), “Copiare un
maestro antico serve ad imparare i segreti delle pittura. Io ne ho fatte tante di copie. Ho
fatto una copia di Lorenzo Lotto a Roma, a Palazzo Pitti ho copiato Raffaello… Una buona
copia può essere a sua volta un’opera d’arte, una buona opera d’arte. Se è fatta bene, è
un’opera d’arte, non c’é dubbio” G. De Chirico. 3-La grande pittura (nel segno del “ritorno al mestiere” propugnato nella celebre rivista “Valori Plastici” 1918 - 1921). 4-I d’après
da Rubens (dove sono esposti per la prima volta tutti gli esemplari sul tema appartenenti
alla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, già nello studio del maestro), “La fantasia credono molti, sia d’immaginare cose non viste. A un pittore e a un artista in genere la fantasia,
più che a immaginare il non visto, serve a trasformare ciò che vede..” G. De Chirico, 1924.
5-La Neometafisica (con opere ricche di citazioni dall’antico e che l’artista dipinge alla maniera di se stesso) “Nei miei primi quadri ho cercato di esprimere idee. Più tardi mi premeva soltanto la qualità della pittura” G. De Chirico, 1970. 6 i disegni (anch’essi ispirati all’antico o ai grandi maestri, fra i quali spiccano quelli ancora poco noti che illustrano il testo di Massimo Bontempelli
Siepe a Nord Ovest edito nel 1922 dei “Valori Plastici”).
Ernesto Neto. While Nothing Happens
di Ivo Santolamazza
Dal 30 maggio 2008 a febbraio 2009 MACRO HALL presenta il nuovo intervento site
specific dell’artista brasiliano Ernesto Neto, che segue a quelli di Erwin Wurm, Pedro
Cabrita Reis e Atelier Van Lieshout. A Roma, MACRO - Museo d’Arte Contemporanea,
via Reggio Emilia, 54.
Ernesto Neto (Rio de Janeiro, 1964), alla sua prima personale presso un museo italiano,
è tra i più significativi protagonisti della scena artistica contemporanea. L’artista rinnova
attraverso il suo lavoro il concetto stesso di scultura e di architettura, creando spazi,
ambienti e percorsi, che mirano a coinvolgere il pubblico in un’esperienza percettiva
totale. La nota portante delle sculture di Neto è la sensorialità, espressa dalle sinuose
forme della lycra, dai profumi e dai colori delle spezie: il pepe, il cumino, i chiodi di
garofano, lo zenzero, la curcuma.
Il progetto che Neto ha realizzato appositamente per MACRO HALL, è una grande
installazione che occupa la galleria vetrata del Museo, come una sorta di architettura fluttuante, dalle forme organiche e floreali, che invita il pubblico ad attraversarla. La scultura, agganciata alle capriate in ferro della copertura in vetro della galleria, arriva sospesa
fino a circa un metro da terra.
L’obiettivo dell’artista è quello di abbattere le distanze tra il visitatore e l’opera d’arte,
dando vita a un’esperienza quasi mistica attraverso la scoperta del “respiro vitale” di queste enormi forme trasparenti e armoniose. Con il suo lavoro Neto crea luoghi che aboliscono la barriera tra arte e vita, e, come afferma lui stesso, crea “un’arte che unisce, che
ci aiuta a interagire con gli altri, che ci mostra il limite, inteso non come un muro ma come un luogo di sensazioni, di scambio e
di continuità.”
Ernesto Neto è nato nel 1964 a Rio de Janeiro, in Brasile, dove attualmente vive e lavora. Il suo lavoro è stato esposto in alcuni
tra i più importanti musei d’arte contemporanea internazionali e nell’ambito di grandi eventi espositivi quali la Biennale di São
Paulo nel 1988, la Biennale di Kwangju nel 1995, la Biennale di Sydney nel 1998, la Biennale di Liverpool nel 2000 e nel 2002,
la Biennale di Venezia nel 2001 e nel 2003. Catalogo della mostra: Electa, collana MACRO HALL (ita/engl), con una serie di
interviste a Ernesto Neto di Dobrila Denegri curatrice della mostra, Barbara Goretti, Ilaria Marotta.
Orari: da martedì a domenica 9.00 - 19.00; lunedì chiuso. Ingresso: 1,00 Euro.
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Cultura
Gennaio 2009
IL CASO VULPIANI
di Amedeo Ciotti
Mentre ero sulle “tracce” dei garibaldini, tutto
intento a ricostruire i loro movimenti, attraverso i
rapporti dei governatori distrettuali durante la
campagna dell’Agro romano del 1867, improvvisamente incontrai i fratelli Domenico e Luigi Vulpiani che volevano raccontarmi la loro vicenda
castellana ed io li ascoltai.
Fuor di metafora, devo dire che mentre analizzavo con grande attenzione le carte della busta
2057 del fondo Ministero dell’Interno presso l’archivio di Stato di Roma, d’improvviso mi trovai
tra le mani un fascicolo intestato: “Castel Madama”, cominciai a leggere quei documenti e non fu
difficile rendermi conto che si trattava dell’allontanamento dei Vulpiani da Castel Madama, con
provvedimento del febbraio 1862.
Tra l’altro trovai, quasi subito, un rapporto del
10 gennaio 1864, inviato dal Direttore generale di
polizia Antonio Matteucci a Monsignor Andrea
Pila Ministro dell’Interno. Quello scritto è una
sintesi dei primi tre anni (1861-1863) del “Caso
Vulpiani”. Già dalle prime righe appresi che i due
Vulpiani erano nativi di Aquila nel Regno di
Napoli (dal 1815 Regno delle due Sicilie), che
erano domiciliati a Castel Madama da vari anni, in
quanto avevano in affitto i beni dell’ex feudo del
marchese Tiberi e che, sul finire dell’anno 1861,
arrivarono alla direzione generale di polizia vari
reclami da Castel Madama nei confronti dei due
fratelli. Venivano accusati: di essere avversi al
governo pontificio, di fare dei discorsi riprovevoli, di ostentare, di ritorno dal viaggio fatto a Napoli, la coccarda tricolore, che si mostravano irreligiosi istigando eziandio il popolo a non essere in
nessun modo ossequioso al suo Pastore; e finalmente eccitando i Popolani di Castel Madama ad
avversare in ogni modo il Governo Pontificio.
Ce n’era abbastanza per rinviare i Vulpiani
dinanzi al Tribunale della Sacra Consulta, invece
fu seguita un’altra procedura. Acquisite – scriveva il Direttore generale di polizia – le successive
informazioni, le accuse furono confermate ed ai
due fratelli fu ordinato di rimpatriare. Conosciuto il provvedimento preso nei loro confronti,
reclamarono tempestivamente: ma datosi luogo
ad uno stragiudiziale, gli addebiti vennero confermati, e così nel 10 aprile 1862 venne anche
ratificato l’esilio. I Vulpiani non pensarono
minimamente ad arrendersi, ricorsero al vescovo
de L’Aquila che inviò nel 1862 due lettere di raccomandazione a Monsignor Pila Ministro dell’Interno e di Grazia e Giustizia. Inviarono una
memoria difensiva nella quale scrissero di essere
perseguitati da alcuni malevoli che li volevano
vedere espulsi da Castel Madama sotto pretesto
di addebiti politici e che supponevano trattarsi
di: 1° Cesare Cottarelli cognato di Luigi Vulpiani – aveva sposato Ottavia Cottarelli – ora Priore (sindaco), […] perché era un incettatore di
granturco che poi rivendeva a prezzi esorbitanti
e non voleva la concorrenza degli scriventi che
vendevano lo stesso genere ad un prezzo molto
inferiore, inoltre, il Priore, non sopportò che i
Vulpiani lo denunciassero come colpevole d’aver
usurpato qualche rubbio di taglio nella Macchia
Comunale nel fare le sue calcare; 2° Gio: Antonio Fontana Segretario (comunale) perché fu
citato in giudizio da Luigi Vulpiani per un debito
di scudi cinquantasei per cui fu condannato; 3°
Michele Angelo Scalmani in quanto era loro
debitore di vari anni di pigioni; 4° Fortunato
Sisti […] per l’istesso titolo; 5° [il defunto] Don
Antonio Doddi perché non voleva restituire ai
Vulpiani la casa dove abitava, quando fu costretto a restituirla [la danneggiò e per questo fu condannato dal Vicario].
Inoltre pregarono di interrogare come testimoni a discarico: Il Signor Marchese Giovanni Ricci,
il Vicario Foraneo D. Luigi Orsini, il Signor Giovanni Fraschetti, il Signor Filippo Maschesi, il
Signor Michele Pieralice, La Signora Francesca
Giustini. In fine si dichiararono disposti a sostenere le spese, per il viaggio ed il soggiorno a Castel
Madama, per la persona di fiducia che avrebbe
dovuto ascoltare i testimoni. Fu tutto inutile, come
visto, Mons. Direttore di Polizia confermò il provvedimento.
Non ho trovato i verbali delle deposizioni dei
testimoni, ma soltanto un giudizio espresso in una
relazione del 1864, sulla deposizione del Marchese Ricci e del Signor Fraschetti, a parere del direttore Matteucci, le due deposizioni se attenuavano
le accuse, non giunsero però ad escluderle.
La decisione definitiva fu presa dal Sovrano
Pontefice, che nell’udienza del 14 febbraio 1862
confermò le proroghe concesse e quelle da concedere, ma ordinò che avesse luogo, assolutamente,
il rimpatrio dei due.
La a
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Gennaio 2009
Cultura
Preso atto della situazione i Vulpiani si piegarono a chiedere ancora delle proroghe, ne ottennero sei complessivamente per un anno e tre
mesi, furono concesse per consentire il disbrigo
dei loro affari fino al termine dell’affitto dei beni
dell’ex feudo, certo le due lettere del Vescovo di
Aquila non rimasero del tutto inascoltate. Ad
Aprile del 1863, scaduto il contratto di affitto,
furono costretti a lasciare Castel Madama, si
recarono a Roma, dove continuarono i loro tentativi per poter tornare. Impresa ardua, sia per il
quadro politico romano di quegli anni, sia perché
di quelle proroghe molto si lamentò proprio il
priore Cottarelli, che arrivò a scrivere una lettera
di protesta al pontefice e, nella sua bile, accusò
anche il direttore generale di polizia. Un anno
dopo la decisione presa dal papa contro i Vulpiani, mentre Luigi, forse, si consolava per la nascita, il 28 dicembre 1862, del futuro ingegner Oreste, personaggio che sarà molto importante per
Castel Madama, Domenico cercava di farlo
avviando, il 23 febbraio 1863, un nuovo contenzioso contro il priore e, soprattutto, contro il
segretario Gio: Antonio Fontana, per la tassa
comunale sul bestiame. Nel detto giorno si recò
in segreteria per contestare al Segretario d’aver
impropriamente, perché sarebbe spettato al
Governo di Tivoli, ritoccato la sua dichiarazione,
già approvata dai ripartitori designati, aggiungendo animali e carri e gravandolo di una somma
maggiore da pagare. Lo stesso giorno furono
inviati due esposti alla Presidenza di Roma e
Comarca (provincia), ma considerato che nulla
accadeva, evidentemente ci fu un reclamo al
Ministero dell’Interno, visto che Mons. Pila sollecitò a dar seguito agli esposti di Domenico Vulpiani ed Angelo Santolazza, quest’ultimo era tra i
tre ripartitori. Allora il Presidente di Roma e
Comarca invitò Priore e Segretario di Castel
Madama a produrre le loro deduzioni, furono ritenute plausibili. Il 16 marzo il Presidente scriveva
al Priore di Castel Madama: In seguito alle deduzioni prodotte […] che si sono trovate plausibili,
è stato da questa Presidenza rimesso agli atti il
reclamo di Domenico Vulpiani per gravezza di
tassa impostagli sul bestiame suino, lasciando in
facoltà della Magist. Di agire criminalmente contro il medesimo. La cosa fu lasciata cadere.
Non fu lo stesso per le richieste e suppliche che
i Vulpiani inviavano da Roma sia al Ministro Pila
sia al Pontefice.
In due lettere, datate 11 giugno e 17 luglio
1863, firmate rispettivamente: La popolazione di
Castel Madama e I comunisti di Castel Madama,
il che significa anonime, ma se non possiamo
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sapere con certezza chi le scrisse, certo possiamo
immaginare chi le ispirò, non solo vennero ribadite le note accuse ma ai due fratelli furono addebitate altre più gravi nefandezze, insomma chi
scrisse proprio non li voleva più vedere a Castel
Madama. Nella prima lettera è evidente il timore
di ritorsioni e vendette dei Vulpiani e li si accusa
di aver trovato un novello Fausti, nell’amministrazione dello stato che li proteggeva. Nella
seconda, più circostanziata, si ribadisce che avevano rapporti con gli amici di Ludovico Fausti e
che erano grandi amici di Giovanni Venanzi, con
il quale avevano sempre avuto rapporti, la cosa
era gravissima, ma del processo Fausti-Venanzi si
discorrerà più avanti. Si raccontano poi le solite
accuse: di far propaganda per i piemontesi, d’aver
appesa al palazzo baronale, dove abitavano, la
bandiera tricolore, d’aver fatto attaccare per due
volte notte tempo in diversi punti del paese i
stemmi sabaudi, ed uno di questi con soverchia
empietà venne attaccato sopra lo Stemma Pontificio che sta sull’ingresso del Paese. Si prosegue
con il dire che per questi e molti altri motivi giustamente fu ordinato che i due fratelli se ne ritornassero al Regno di Napoli d’onde ebbero origine e d’onde erano venuti.
A quegli scritti anonimi da parte dei due fratelli non ci fu replica, ormai erano lontani da
Castel Madama. Rispose, si fa per dire, Angelo
Santolamazza, con una lettera al Presidente di
Roma e Comarca del 31 dicembre 1863, garbata
nella forma, ma dura nel contenuto. Approssimandosi il tempo della nomina del priore per il
successivo triennio cercò di prevenire le mosse
temendo, a ragione, che Cesare Cottarelli potesse essere confermato, dopo un’ampia premessa
in cui dichiarava di non voler dir nulla, ma intanto lo diceva, dell’orgoglio giovanile del priore, e
del fatto che aveva lasciato fare ad altri, quel che
volevano, in particolare per i proventi del pane e
della carne, scrisse: dico solo che nell’amministrazione del suo triennio l’economia Comunale
si è squilibrata, ha consumati i suoi mezzi, ed
un sospetto generale se non di duolo, almeno di
una trascuratezza massima. In seguito lo prega,
qualora avesse in animo di nominare lo stesso
soggetto per il secondo triennio, di fare una rivista della passata amministrazione ed afferma:
prova del dispiacere di questo soggetto ne fu l’esclusiva che ebbe a soffrire nel primo scrutinio
nonostante la commendatizia (raccomandazione) del Sig. Governatore presente. Non fu ascoltato e Cottarelli fu ancora priore. Però è qui
necessario aprire una parentesi per capire meglio
ciò che accadeva.
segue nel prossimo numero
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Sport
Gennaio 2009
ASD Castel Madama: puntiamo tutto sui giovani
di Attilio Nonni
Siamo arrivati al giro di boa della stagione calcistica
2008-2009, stagione partita tra mille difficoltà.
Difatti dopo le dimissioni della vecchia dirigenza e lo
stato d’abbandono in cui viveva il settore giovanile con
molti dei nostri ragazzi andati a giocare nei settori giovanili vicini, a volte costretti, a volte ammaliati da nostri
ex educatori, che abbandonando la barca che affondava
predavano l’unica risorsa rimasta, non è stato facile
riconquistare la fiducia dei ragazzi e delle famiglie rimaste deluse delle passate gestioni.
Ma l’ASD rispecchia l’anima del nostro paese, e più è
dura la sfida e più esce l’attaccamento, il cuore, la passione dei suoi componenti. E così grazie a tutti i nostri
educatori (Santolamazza Giovanni, Cipriani Massimiliano, Chicca Fabio, Chicca Michele, Iori Tonino, Tavani
Fabio, Marco, Cascini Michele, Piselli Luigi), al grande
sacrificio della dirigenza e alla partecipazione di molti
dei nostri concittadini, siamo riusciti a partecipare ai
campionati di pulcini ’99,pulcini ’00, esordienti ’97,
giovanissimi provinciali fascia B ’95, giovanissimi provinciali ’94 e juniores provinciale.
I pulcini ’00 e ‘99 sono i più piccoli della nostra associazione, guidati con professionalità e estrema attenzione
all’aspetto educativo da Santolamazza Giovanni coadiuvato da Cipriani Massimiliano. Le nostre due squadre
stanno partecipando alla fase autunnale dei campionati
federali Figc e anche se ancora non riusciamo a fare
risultati positivi dal punto di vista sportivo, ci distinguiamo sempre per correttezza, voglia di giocare e per i
notevoli miglioramenti dal punto di vista del gioco individuale e d’insieme e del divertimento dei nostri bambini nell’ affrontare questa, per gran parte di loro, prima
esperienza sportiva.
Gli esordienti ’97, fiore all’occhiello della nostra società, sono allenati da Fabio Chicca in collaborazione con
Michele Chicca. I nostri ragazzi stanno affrontando la
fase autunnale campionati federali Figc con ottimi risultati sportivi. Sono notevoli i miglioramenti tecnico tattici dei ragazzi di mister Chicca che con dedizione e
competenza sta riuscendo a gestire un gruppo composto per metà da ragazzi che già da qualche anno giocano
a calcio e i restanti che sono alla loro prima esperienza.
Pulcini 1999
Pulcini 2000
Esordienti 1997
A guidare i giovanissimi fascia B gruppo molto numeroso, c’è il pilastro portante di tutto il nostro staff tecnico,
Iori Tonino. Da alcuni anni il mister segue questi ragazzi, e visti i risultati tecnico tattici sembra evidente che
quest’anno si sia concretizzato il buon lavoro svolto nel
tempo.
Con fatica siamo riusciti anche ad iscrivere al campionato giovanissimi provinciali i ragazzi del 1994. Un po’ per
ragioni anagrafiche, un po’ per le scelte fatte negli anni
precedenti, il gruppo dei ’94 è composto da soltanto 14
elementi. In questo contesto è encomiabile il lavoro che
sta svolgendo il giovane mister Tavani Fabio, che oltre a
far crescere i ragazzi sotto il profilo tecnico tattico, aspira soprattutto ad educare “i suoi” al vero spirito calcistico caratterizzato da umiltà e da correttezza nei confronti dei compagni di squadra e degli avversari. Forse
proprio per questo, malgrado ancora non siano arrivati
buoni risultati, i ragazzi continuano ad allenarsi con
entusiasmo.
A chiudere il nostro settore giovanile ci sono i ragazzi
della juniores, allenati da mister Cascini Michele. Reduci dalla retrocessione della passata stagione, i ragazzi di
mister “Cacio” dopo una partenza caratterizzata da 3 vittorie consecutive, sta attualmente attraversando un
periodo cupo.
In conclusione l’ASD Castel Madama è ripartita con un
progetto a lungo termine atto a far crescere i nostri giovani sotto il profilo sportivo e non solo, dando loro la
possibilità di svolgere una sana disciplina sportiva all’interno del nostro paese. Quindi siamo ripartiti dai giovani puntando tutto su di loro, che con l’entusiasmo e la
voglia di fare che li contraddistingue saranno lo stimolo
per ognuno di noi a lavorare impegnandosi sempre di
più per non deluderli.
Vogliamo chiudere ricordando a tutti i nostri concittadini che da qualche giorno sono in vendita i biglietti della
“Lotteria dei 40 anni” ASD Castel Madama, i cui proventi saranno investiti per la realizzazione di questo
ambizioso progetto.
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