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Petza e Asili, al Man gli arazzi gastronomici
26 Giugno 2015 ore 18:31
Autore: Ansa News.
Categoria:
Notizie / Arte e Cultura
URL della pagina:
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=19469&l=2
Data scaricamento: 15 Marzo 2017 ore 18:45
Un tavolo vuoto, bianchissimo, che lentamente si riempie e si colora di piccoli stuzzichini, antipasti, primi, secondi e dolci riprendendo gli arazzi tipografici appesi
alle pareti che raccontano alcuni proverbi sardi sul cibo. La performance, intitolata “Equilibri. Arazzi gastronomici e tipografici”
Un tavolo vuoto, bianchissimo, che lentamente si riempie e si colora di piccoli stuzzichini, antipasti,
primi, secondi e dolci riprendendo gli arazzi tipografici appesi alle pareti che raccontano alcuni proverbi
sardi sul cibo. La performance, intitolata “Equilibri. Arazzi gastronomici e tipografici”, è stata proposta
nella tarda serata di ieri (giovedì 25 giugno) al Man di Nuoro dalla “strana coppia” formata dal grafico
Stefano Asili e dallo chef stellato Roberto Petza. In una serata di grande suggestione per i 90
partecipanti, Asili e Petza, dopo l’introduzione del direttore del MAN, Lorenzo Giusti e di quello
dell’Accademia Casa Puddu, Gianfranco Massa, hanno fatto incontrare alta ristorazione ed estetica
combinando al meglio i sapori della ricerca dello chef con il progetto dell'arazzo da mangiare ideato dal
grafico. Una rivisitazione dell’arte sarda della tessitura, rielaborata in chiave gastronomica in
collaborazione con l’associazione “La strada del vino Cannonau”, tra cibi sospesi in forma di finger food
ordinati minuziosamente seguendo la serialità del progetto e percezioni visive delle tessiture grafiche.
“Una grandissima soddisfazione – spiega Stefano Asili – perché siamo riusciti a traslare nella realtà
quella che poteva sembrare una semplice visione, dimostrando che si può ancora realizzare qualcosa
di nuovo, tra l’altro all’interno di un museo importante come quello di Nuoro che come rilevanza ha
ormai varcato i confini nazionali. Questa anteprima ha rappresentato il primo approccio verso un
progetto di più ampio respiro”. L’impegno e la fatica di rimanere quasi due ore piegato e concentrato su
un tavolo di oltre tre metri per sistemare in modo certosino ogni piccolo pezzo di quello che ha
rappresentato un vero e proprio viaggio tra i sapori dell’isola non ha scalfito la gioia dello chef: “Era la
prima volta che mi cimentavo in una creazione del genere – racconta Roberto Petza – e anche per me
l’effetto finale è stato di grande impatto. Inizialmente lo vedevo rappresentato solo all’interno della mia
visione poi mentre andavo avanti e vedevo che si componeva nella realtà come lo avevo immaginato,
la felicità è stata tanta. Quasi come la gratificazione che sia stato distrutto nel migliore dei modi, cioè
degustato dai presenti”.
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