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Aferrau una etiqueta identificativa
amb codi de barres
Prova d’accés a la Universitat per als més grans de 25 anys (2012)
Italià
Model 1
Puntuació: preguntes vertader/fals: 1 punt; preguntes obertes: 2 punts; breu resum: 4
punts, dels quals 1 punt per cohesió, 1 punt per coherència, 1 punt per ortografia, 1 punt
per no haver reproduït cap frase concreta del text.
copacabat l’exercici
Aferrau la capçalera d’examen un
Llegiu el text i contestau les preguntes al mateix full:
Legga il testo e risponda alle domande della pagina seguente:
Al tempo in cui Alboino, re dei Longobardi, aveva conquistato quasi tutta l’Italia e aveva
stabilito la sua sede nella bella città di Verona, capitò a corte un villano bruttissimo, chiamato
Bertoldo; ma alla bruttezza della sua persona corrispondeva una eccezionale vivacità
dell'ingegno per cui era molto arguto e pronto nelle risposte. Se lo volessimo descrivere
bisognerebbe dire che era basso, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa
e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e grosse come setole di porco, le
orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labbro di sotto pendente come quello
dei cavalli, la barba folta come quella di un caprone, il naso all'insù, con le narici larghissime; i
denti in fuori come le zanne di un cinghiale; aveva poi le gambe caprine, come quelle di un
satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso. Insomma non si può proprio dire che fosse
un Narciso. Bertoldo un giorno fu condotto dalla regina, perché questa voleva vedere di persona
quanto fosse brutto e astuto –visto che tutta la corte ne parlava–. Fin da prima che Bertoldo
arrivasse la regina si era messa d’accordo con le sue ancelle per vedere se sarebbero riuscite a
fargli uno scherzo: così, mentre lo intratteneva con vuoti discorsi, una delle serve portò di
nascosto dietro di lui una catinella piena d'acqua per farcelo cadere e metterlo in ridicolo davanti
a tutta la corte. Bertoldo però, accortosene, stava in guardia, così, quando la regina gli disse:
“Mi piacerebbe proprio sapere com’è che –a stare a sentire quel che dicono di te– riesci a
cavartela in tutte le situazioni: sembri proprio un indovino!” rispose: “Maestà in effetti lo sono:
ogni volta che mi viene annacquato il sedere, io indovino ogni cosa, come per esempio so se una
donna ha mai tradito il marito, cioè se è casta o impudica; insomma io indovino ogni cosa, e se
ci fosse qualcuno che mi volesse bagnar il didietro vi saprei dire immediatamente tutto”. Al
sentirlo, quella serva che aveva portato la catinella con l'acqua per farcelo cadere, la riportò via
pian piano, per paura che non venisse alla luce qualche sua mancanza; e non ce ne fu
nessun’altra che ardisse di fargli più scherzi, perché tutte avevano qualcosa da nascondere e,
come si suol dire, i panni sporchi è meglio lavarli in casa. Ma la regina, cui non era affatto
piaciuta la prontezza di spirito di Bertoldo, e che semmai giudicava fosse uno sfacciato, ordinò
alle serve di prendere un bastone per picchiarlo ben bene; così esse gli si avventarono addosso
con maggior impeto di quello che le furiose Baccanti avevano mostrato con il misero Orfeo, ma
Bertoldo ricorse di nuovo all'astuzia, e disse subito: “Quella di voi che ha cercato di avvelenare
il re alla mensa sia la prima a prendere il bastone e a picchiarmi”. Allora tutte incominciarono a
guardarsi l'una con l'altra: “Io non ho mai pensato di far questo” diceva una;
“Neanch’io”, rispondeva l'altra, e così a una a una risposero tutte (persino la regina!) al punto
che per via di tutto quel discutere fra di loro si dimenticarono di bastonare il villano. La regina
si arrabbiò ancora di più e giurò di vendicarsi, ma per quella volta, temendo che Bertoldo non le
mettesse tutte ancora di più nell’imbarazzo, lasciò perdere aspettando una nuova occasione.
Liberamente adattato da Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
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Aferrau una etiqueta identificativa
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1. Alla regina venne improvvisamente voglia di fare uno scherzo a Bertoldo appena lo
vide.
VERO / FALSO
2. Anche la regina aveva paura di essere accusata di aver voluto avvelenare il re.
VERO / FALSO
3. “Bertoldo offese gratuitamente la regina e ne provocò giustamente le ire”.
Dica se questa affermazione è vera o falsa giustificando il perché. (È permesso fare
riferimento al testo citando le frasi necessarie per sostenere la propria opinione).
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4. Indichi la descrizione corretta:
Bertoldo era
a) piccolino, grasso, peloso, un Narciso.
b) un tappo, barbuto, brutto da morire.
c) grosso, magrolino, sdentato.
d) imponente, microcefalo, ben proporzionato.
5 Riassuma liberamente (circa 100 parole) la storia che ha letto (può usare l’indicativo
presente, ma la ripetizione letterale del testo non è permessa).
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Prova d’accés a la Universitat per als més grans de 25 anys (2012)
Italià
Criteris específics de correcció
Model 1
Els valors assignats a cada pregunta amb precisions sobre la ponderació de les respostes
que es consideren necessàries per a una valoració objectiva i al més precisa possible són
els següents: preguntes vertader/fals: 1 punt; preguntes obertes: 2 punts; breu resum: 4
punts, dels quals 1 punt per cohesió, 1 punt per coherència, 1 punt per ortografia, 1 punt
per no haver reproduït cap frase concreta del text.
Prova d’accés a la Universitat per als més grans de 25 anys (2012)
Italià
Solucions
Model 1
Puntuació: preguntes vertader/fals: 1 punt; preguntes obertes: 2 punts; breu resum: 4
punts, dels quals 1 punt per cohesió, 1 punt per coherència, 1 punt per ortografia, 1 punt
per no haver reproduït cap frase concreta del text.
Llegiu el text i contestau les preguntes al mateix full:
Legga il testo e risponda alle domande della pagina seguente:
Al tempo in cui Alboino, re dei Longobardi, aveva conquistato quasi tutta l’Italia e aveva
stabilito la sua sede nella bella città di Verona, capitò a corte un villano bruttissimo, chiamato
Bertoldo; ma alla bruttezza della sua persona corrispondeva una eccezionale vivacità
dell'ingegno per cui era molto arguto e pronto nelle risposte. Se lo volessimo descrivere
bisognerebbe dire che era basso, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa
e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e grosse come setole di porco, le
orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labbro di sotto pendente come quello
dei cavalli, la barba folta come quella di un caprone, il naso all'insù, con le narici larghissime; i
denti in fuori come le zanne di un cinghiale; aveva poi le gambe caprine, come quelle di un
satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso. Insomma non si può proprio dire che fosse
un Narciso. Bertoldo un giorno fu condotto dalla regina, perché questa voleva vedere di persona
quanto fosse brutto e astuto –visto che tutta la corte ne parlava–. Fin da prima che Bertoldo
arrivasse la regina si era messa d’accordo con le sue ancelle per vedere se sarebbero riuscite a
fargli uno scherzo: così, mentre lo intratteneva con vuoti discorsi, una delle serve portò di
nascosto dietro di lui una catinella piena d'acqua per farcelo cadere e metterlo in ridicolo davanti
a tutta la corte. Bertoldo però, accortosene, stava in guardia, così, quando la regina gli disse:
“Mi piacerebbe proprio sapere com’è che –a stare a sentire quel che dicono di te– riesci a
cavartela in tutte le situazioni: sembri proprio un indovino!” rispose: “Maestà in effetti lo sono:
ogni volta che mi viene annacquato il sedere, io indovino ogni cosa, come per esempio so se una
donna ha mai tradito il marito, cioè se è casta o impudica; insomma io indovino ogni cosa, e se
ci fosse qualcuno che mi volesse bagnar il didietro vi saprei dire immediatamente tutto”. Al
sentirlo, quella serva che aveva portato la catinella con l'acqua per farcelo cadere, la riportò via
pian piano, per paura che non venisse alla luce qualche sua mancanza; e non ce ne fu
nessun’altra che ardisse di fargli più scherzi, perché tutte avevano qualcosa da nascondere e,
come si suol dire, i panni sporchi è meglio lavarli in casa. Ma la regina, cui non era affatto
piaciuta la prontezza di spirito di Bertoldo, e che semmai giudicava fosse uno sfacciato, ordinò
alle serve di prendere un bastone per picchiarlo ben bene; così esse gli si avventarono addosso
con maggior impeto di quello che le furiose Baccanti avevano mostrato con il misero Orfeo, ma
Bertoldo ricorse di nuovo all'astuzia, e disse subito: “Quella di voi che ha cercato di avvelenare
il re alla mensa sia la prima a prendere il bastone e a picchiarmi”. Allora tutte incominciarono a
guardarsi l'una con l'altra: “Io non ho mai pensato di far questo” diceva una;
“Neanch’io”, rispondeva l'altra, e così a una a una risposero tutte (persino la regina!) al punto
che per via di tutto quel discutere fra di loro si dimenticarono di bastonare il villano. La regina
si arrabbiò ancora di più e giurò di vendicarsi, ma per quella volta, temendo che Bertoldo non le
mettesse tutte ancora di più nell’imbarazzo, lasciò perdere aspettando una nuova occasione.
Liberamente adattato da Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
1. Alla regina venne improvvisamente voglia di fare uno scherzo a Bertoldo appena lo
vide.
VERO / FALSO
Fin da prima che Bertoldo arrivasse la regina si era messa d’accordo con le sue
ancelle per vedere se sarebbero riuscite a fargli uno scherzo.
2. Anche la regina aveva paura di essere accusata di aver voluto avvelenare il re.
VERO / FALSO
“Io non ho mai pensato di far questo” diceva una; “Neanch’io”, rispondeva
l'altra, e così a una a una risposero tutte (persino la regina!).
3. “Bertoldo offese gratuitamente la regina e ne provocò le giustamente le ire”. Dica se
questa affermazione è vera o falsa giustificando il perché. (È permesso fare
riferimento al testo citando anche le frasi necessarie per sostenere la propria
opinione).
No, Bertoldo non fece altro che difendersi: prima perché la regina voleva
prenderlo in giro e poi perché lo voleva far bastonare.
4. Indichi la descrizione corretta:
Bertoldo era
a) piccolino, grasso, peloso, un Narciso.
b) un tappo, barbuto, brutto da morire.
c) grosso, magrolino, sdentato.
d) imponente, microcefalo, ben proporzionato.
5 Riassuma liberamente (circa 100 parole) la storia che ha letto (può usare l’indicativo
presente, ma la ripetizione letterale del testo non è permessa).
Bertoldo era un uomo brutto e sgraziato, ma molto intelligente. Quando si trovò
alla corte del Re Alboino fu chiamato a presentarsi alla regina che, avendo
sentito parlare della sua bruttezza e della sua prontezza di parola, voleva
dimostrare di essere più furba di lui divertendosi anche un po’ alle sue spalle.
Bertoldo riuscì per ben due volte ad avere la meglio, prima impedendo che lo
facessero cadere con il sedere in un catino pieno d’acqua e poi evitando le
bastonate che gli volevano dare per l’impudenza di essere stato capace di evitare
le beffe della regina e delle ancelle di corte.
La regina però non aveva alcun senso dell’umorismo e giurò che, appena le fosse
stato possibile, non gliel’avrebbe fatta passare liscia.